mercoledì 21 ottobre 2020

A Milano un ciclo di visite guidate per conoscere «Il teatro scolpito» di Arnaldo Pomodoro

«Il teatro mi dà un senso di libertà creativa: mi sembra, in un certo senso, di poter materializzare la visionarietà». Così Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 23 giugno 1926) parla del suo rapporto con il palcoscenico, che, nel corso della vita, lo ha portato a realizzare costumi e scenografie per più di quaranta spettacoli, dalla tragedia greca all’opera lirica, dalla musica al teatro contemporaneo. Dal 25 ottobre a questo particolare aspetto del fare creativo dello scultore e orafo romagnolo di nascita e milanese d'adozione, noto per le sue grandi sfere di bronzo dislocate in varie parti del mondo, sarà dedicato un ciclo di visite guidate open studio negli spazi, recentemente rinnovati, della Fondazione Pomodoro di Milano.
Maquettes
, figurini, tavole progettuali, fotografie di scena e un costume originale racconteranno ai visitatori un ambito ancora poco conosciuto dell’attività dell’artista, ma sperimentato sin dagli albori. Risale, infatti, al 1954 il premio per il progetto scenico dell’opera teatrale «Santa Giovanna dei Macelli» di Bertolt Brecht al Festival d’arte drammatica di Pesaro. Inizia così un viaggio straordinario e unico che porta Arnaldo Pomodoro a lavorare, per esempio, con Luca Ronconi per il dramma «Caterina di Heilbronn» del poeta tedesco Heinrich von Kleist, nell’allestimento proposto sul lago di Zurigo nel 1972, e con Ermanno Olmi nell’insolito dittico formato dall’opera lirica «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni e da «Šárka» di Leoš Janáček, che va in scena al teatro La Fenice di Venezia nel 2009.
Il teatro è per il maestro romagnolo il luogo principe della ricerca. È lo stesso artista a dichiararlo: «l'esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti e mi ha stimolato a sperimentare anche nel campo della scultura. In alcuni progetti per la scena, soprattutto nel caso di testi classici, ho realizzato grandi macchine spettacolari da cui poi ho tratto vere e proprie sculture. In altri casi ho preso lo spunto da progetti di sculture non realizzate». Macchine teatrali sono, per esempio, quelle costruite per una delle esperienze sceniche più affascinanti del Novecento: l’«Orestea di Gibellina» di Emilio Isgrò, tratta da Eschilo e messa in scena sui ruderi di Gibellina tra il 1983 e il 1985, con la regia di Filippo Crivelli.
Il programma culturale della Fondazione Pomodoro si arricchisce così di un nuovo percorso didattico, in aggiunta a quelli già attivi al «Labirinto» di via Solari 35, alla Fonderia De Andreis di Rozzano, nel centro di Milano con il tour «Pomodoroincittà» e nello stesso Studio Arnaldo Pomodoro, dove ogni mese si svolge un ricco programma di workshop incentrati sulle tecniche della scultura.
Il percorso «Il teatro scolpito» prevede per i prossimi mesi quattro visite guidate, in programma con il seguente calendario: 25 ottobre (ore 11), 8 e 22 novembre (ore 17), 13 dicembre (ore 17).
Questa iniziativa segna un nuovo passo nel progetto globale di conservazione, valorizzazione e promozione dell'archivio e dei suoi contenuti, avviato con la pubblicazione on-going del «Catalogue Raisonné» dell'artista e promosso dalla fondazione milanese con l'obiettivo di favorire una sempre più ampia conoscenza dell'opera di Arnaldo Pomodoro e una piena accessibilità al pubblico del proprio patrimonio materiale e immateriale.
Alla valorizzazione dell'archivio si affianca, poi, quella della collezione attraverso una serie di iniziative diffuse sul territorio, a cominciare dal comodato d’uso triennale del monumentale «Obelisco per Cleopatra», collocato per i prossimi tre anni nel piazzale antistante al Castello Campori di Soliera, nel Modenese.
Per presentare al meglio questo lavoro - progettato nel 1989 in riferimento alla messinscena del dramma storico «La passione di Cleopatra» di Ahmed Shawqi, rappresentato sui ruderi di Gibellina – è stata appena inaugurata a Soliera la mostra «Arnaldo Pomodoro. {sur}face», a cura di Lorenzo Respi. L'esposizione - accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo dedicato alla genesi e all'attuale collocazione dell'«Obelisco» - racconta l'esperienza teatrale di Arnaldo Pomodoro attraverso costumi di scena originali, disegni preparatori, bozzetti scenografici, fotografie e video dello spettacolo «Cleopatra», ma non solo.
Un altro aspetto poco noto dell'attività dell’artista, quello della produzione grafica, sarà, invece, al centro della mostra in programma per novembre alla Galleria d'arte contemporanea «Vero Stoppioni» di Santa Sofia, sull’Appennino Forlivese. L’esposizione, a cura di Renato Barilli, fa seguito alla recente inaugurazione del comodato d'uso quinquennale di un'altra opera monumentale di Arnaldo Pomodoro, «Cono tronco» (1972), da poco collocata sul lungofiume del Bidente nel Parco di sculture all'aperto di Santa Sofia.
Sono, inoltre, in via di definizione altri due importanti comodati di opere, quello al Museo del Novecento di Milano, nell'ambito del nuovo ordinamento della sezione che racconterà il periodo dagli anni Venti agli anni Cinquanta, e quello agli Horti dell'Almo Collegio Borromeo di Pavia, che sarà aperto al pubblico come oasi naturalistica e spazio d'arte contemporanea a cielo aperto.
Un programma, dunque, fitto di impegni quello che la Fondazione Pomodoro di Milano ha in cantiere nei prossimi mesi per diffondere la conoscenza di un artista-artigiano che al mondo del teatro ha lasciato le macchine di scena per la «Semiramide» di Gioachino Rossini, andata in scena nel 1982 al Teatro dell’Opera di Roma, la spirale metallica e i costumi vivaci e moderni del «Ballo in maschera» di Giuseppe Verdi, presentato a Lipsia nel 2005, e ancora le scene per l’opera «Teneke» di Fabio Vacchi, proposta nel 2007 al teatro alla Scala di Milano. Lavori dai linguaggi e dalle sensibilità diverse che hanno incontrato lo stesso stile, quello di Arnaldo Pomodoro e del suo inconfondibile «teatro scolpito».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1[ Modellino di scena (scala 1:50) | fiberglass patinato, ottone e legno | da: La tempesta di William Shakespeare, regia di Cherif | Palermo, Cantieri Culturali della Zisa, 7 aprile 1998 | Fotografia Dario Tettamanzi, courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro; [fig. 2] Costume di Enea. Tessuto, ottone e fiberglass dorato | da: La tragedia di Didone regina di Cartagine di Christopher Marlowe  | Adattamento e regia di Cherif | Gibellina, Ruderi, 6 settembre 1986 | Fotografia di Pietro Carrieri, courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro; [fig. 3] Cavallo per Didone, 1986, legno, piombo e fiberglass - 36 × 76 × 31 cm | Catalogue Raisonné n. 803 | da: La tragedia di Didone regina di Cartagine di Christopher Marlowe, ddattamento e regia di Cherif | Gibellina, Ruderi, 6 settembre 1986 | Fotografia Studio Boschetti, courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro; [fig.4] Rive dei mari, 1987, fiberglass - 252 × 95 × 29 cm | da: Alceste di Christoph Willibald Gluck, regia di Virginio Puecher | Genova, Teatro Margherita, 26 febbraio 1987 | Fotografia Fondazione Arnaldo Pomodoro; [fig. 5]  Modellino di scena (scala 1:20), ottone patinato, plexiglass e legno | da: Alceste di Christoph Willibald Gluck, regia di Virginio Puecher | Genova, Teatro Margherita, 26 febbraio 1987 | Fotografia Studio Tettamanzi, courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro; [fig. 6]Arnaldo Pomodoro, Obelisco per Cleopatra. Foto Fotostudio Solierese #1; [fig. 7] Cono tronco, Santa Sofia, 2020. Foto: Nicola Andrucci  

Informazioni utili 
Visite guidate Open Studio - Il teatro scolpito. Dove: Studio Arnaldo Pomodoro, via Vigevano 3 - Milano (cit. 061). Quando: 25 ottobre (ore 11); 8 novembre (ore 17); 22 novembre (ore 17); 13 dicembre (ore 17). Durata: 60 min circa. Costo: biglietto intero € 11,00 / ridotto € 8,00; per adulti (dai 15 anni in su). Acquista i biglietti: https://fondazionearnaldopomodoro.it/visita/visita-open-studio-singoli/. Prenota una visita di gruppo: https://fondazionearnaldopomodoro.it/visita/visita-open-studio-gruppi/. Maggiori informazioni su tutte le attività della Fondazione Arnaldo Pomodoro sul sito: fondazionearnaldopomodoro.it

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