lunedì 29 marzo 2021

«Foresta M9», a Mestre seicento essenze arboree e duecento alberi per un’installazione green

Querce, carpini, farnie, oppi, olmi campestri, frassini, ciliegi, sanguinelle, noccioli, cornioli, sambuchi, frangole, biancospini, ligustri, rose canine, prugnoli e lantane: sono quasi seicento le essenze arboree scelte per la mostra, a cura di Luca Molinari e Claudio Bertorelli, che segna la ripartenza di M9 – Museo del Novecento a Mestre. Centoottanta alberi, alti fino a quattro metri, vanno a comporre una vera e propria foresta, un’oasi di pace e serenità, che sovrasta con la sua chioma la variegata vegetazione sottostante, tipica del sottobosco, con altezze tra i trenta e i quaranta centimetri, suggellando da un lato l’emblematico significato di risveglio, ripresa e rinascita, e celebrando dall’altro il forte legame con le radici della città lagunare e il territorio che le fa da cornice. L’installazione è riflessa sulle pareti del terzo piano del museo, grazie all’applicazione di una pellicola a specchio, sottolineando così il rapporto che unisce il territorio veneto ai suoi boschi e, nello stesso tempo, raccontando il fascino paesaggistico di un territorio che ha pochi eguali in Italia.
Quella foresta temporanea nel cuore di M9, luogo emotivo ed essenziale nella sua semplicità, vuole, dunque, essere anche una testimonianza della grande attenzione e lungimiranza del comprensorio veneziano, che, già dai tempi della Serenissima, rivolge la propria attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. «Da almeno due decenni la terra veneta – ricordano, a tal proposito, i curatori - è teatro di pratiche di paesaggio finalizzate a rifondare, entro il 2050, il suo arcipelago di foreste, almeno fino alle dimensioni dei gloriosi tempi veneziani: 7.000 ettari di rovereti di pianura necessari alla flotta per mare, pari all’1% della superficie estesa. Tutto è cominciato grazie a comunità locali che hanno deciso di prendersi cura dei luoghi abitati, consapevoli e responsabili nei confronti delle generazioni future».
«Foresta M9. Un paesaggio di idee, comunità e futuro»
– questo il titolo della mostra a Mestre - non è, dunque, solo una suggestiva installazione temporanea, ma anche un dispositivo di orientamento culturale e politico per restituire senso a un territorio che è insieme urbano e rurale. L’esposizione vuole, inoltre, essere un gesto tangibile per le sue comunità di riferimento; per questo motivo, a conclusione della mostra, sette comuni di medie e grandi dimensioni della pianura veneta - Concordia Sagittaria, San Donà di Piave, San Stino di Livenza, Venezia, Padova, Treviso e Cessalto - riceveranno in dono da M9 alcuni degli alberi che animano l’installazione, per rinvigorire o dare avvio ad altrettante foreste che arricchiranno il territorio. Mentre le piante più giovani saranno donate, a fine mostra, ai cittadini per un collettivo guerrilla gardening che diffonda l'arte di coltivare la biodiversità, nel proprio giardino o nel proprio quartiere.
L’idea di questo dono nasce da un’idea vincente, che dovrebbe essere centrale nel fare di molti, se non di tutti noi: «gli alberi -raccontano ancora i curatori - non sono un ornamento alla moda, non lavano il nostro senso di colpa e l'indifferenza, ma sono nostri compagni di viaggio, vivono con noi, sono più di noi e ci ricordano che tutti apparteniamo a un mondo che sta soffrendo troppo e che merita conoscenza, cura e amore».
L’esperienza green di «Foresta M9» non si esaurirà con la mostra, ma prevede anche un «semestre verde» di laboratori e incontri, che si muove nel solco della vocazione ecosostenibile con cui il Polo M9, laboratorio permanente del contemporaneo ideato nel 2018, è stato progettato da Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton. Nei prossimi mesi saranno, dunque, approfonditi i temi dell’Agenda 2030 dell’Onu per l’ambiente, organizzati laboratori e iniziative per bambini e ragazzi, con visite e letture dedicate agli alberi, giungendo all’inaugurazione della prima mostra satellite dedicata ai grandi alberi della storia italiana.
La presentazione di «Foresta M9», avvenuta rigorosamente in streaming secondo le disposizioni vigenti in materia di contrasto alla diffusione del Coronavirus e delle sue varianti, è stata anche l’occasione per far conoscere «M9 Impatto Zero», il progetto greentech, eseguito da RnB4culture, che intende rendere il complesso veneto il più grande museo italiano a impatto energetico zero. Il progetto si avvia in questi giorni con l’installazione di un nuovo grande impianto fotovoltaico sui tetti degli edifici del distretto M9, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità energetica entro il prossimo triennio. «L'impianto - raccontano dal museo - porterà a una espansione della potenza da 80 a 270 kW. RnB4culture sta realizzando l'intervento con 995 metri quadri di pannelli solari senza impatto visivo, con una produzione totale attesa di 6,4 milioni di kWh».
L’installazione sarà aperta al pubblico appena le condizioni legate alla situazione pandemica lo renderanno possibile, ma può già essere vista on-line grazie a una serie di appuntamenti. Si spazia dai «Forest sound» (il prossimo ci sarà venerdì 23 aprile, alle ore 21), concerti nella natura diffusi sui canali social di M9, agli incontri della rassegna «Il mio 900 in verde» (lunedì 29 marzo con Daniele Zovi, mercoledì 31 marzo con Giustino Mezzalira e lunedì 5 aprile con Maurizio Dissegna), dalle attività per i più piccoli (giovedì 1°, 8, 15 e 22 aprile) alle quattro lezioni (sabato 3, 10, 17 e 24 aprile) in streaming di yoga con Laura Lena. Foresta M9 ci offre così una pausa virtuale a contatto con la natura e ci regala un piccolo, ma significativo, attimo di pace dell’anima, «un'esperienza sensoriale e culturale unica – racconta Luca Molinari - in un momento in cui tutti noi siamo stati costretti nelle nostre case».

Didascalie delle immagini
Le fotografie sono di Alessandro Scarpa. Si ringrazia per le immagini lo studio associato di giornalisti BonnePresse di Milano

Informazioni utili
L’installazione sarà aperta al pubblico non appena le condizioni legate alla situazione pandemica lo renderanno possibile. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.m9museum.it

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