martedì 23 marzo 2021

Premio 10:26, le arti visive ricordano la strage del 2 agosto 1980

Fa ripartire idealmente le lancette dell’orologio della stazione di Bologna, ferme alle 10:25 del 2 agosto 1980, il Premio 10:26.
Il contest, rivolto a giovani studenti europei ed extraeuropei fino ai 26 anni, è istituito dalla Fondazione Bottega Finzioni con il patrocinio dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e il sostegno di Gruppo Cer Gas, Orteco Srl e Eurotre Srl.
Obiettivo del premio, al quale si potrà partecipare fino al 25 aprile, è di ricordare la vita, le passioni e i sogni delle vittime della strage del 2 agosto 1980, cercando di riallacciare simbolicamente i fili e i percorsi spezzati quel giorno, e facendoli proseguire attraverso la facilitazione di percorsi di studio e ricerca. Non a caso sull’immagine guida del contest si legge la scritta: «guardare avanti, per non dimenticare».
La call è aperta a tutti coloro che abbiano un progetto originale in ambito culturale, scientifico e artistico: dalle opere d’arte a progetti di ricerca, testi e saggi.
Per la prima edizione, il Premio 10:26 assegnerà una borsa di studio dal valore di 3.000 euro e dieci premi in buoni da 250 euro. L’ambito disciplinare per i progetti di ricerca sarà indicato di anno in anno da parte di Fondazione Bottega Finzioni, onlus che si occupa di narrativa con una sua scuola di scrittura e una casa di produzione per fiction televisive e documentari, e dell’Associazione 2 agosto 1980, che individueranno congiuntamente una commissione costituita da membri esperti della materia selezionata.
L’ambito disciplinare per il 2021 riguarda la storia dell’arte e le produzioni nell'ambito delle arti visive.
La commissione di valutazione, composta da Davide Domenici (antropologo e archeologo), Elena Pirazzoli (storica) e Francesca Tancini (storica dell’arte), selezionerà il progetto ritenuto più originale e significativo tra tutti quelli inviati.
I concorrenti (singoli o gruppi, scuole o classi, maggiorenni e minorenni) dovranno inviare il loro progetto di ricerca in formato Pdf all'indirizzo info@bottegafinzioni.com entro il 25 aprile. Il bando completo è disponibile al link https://bit.ly/2Q62nVG.
La premiazione dei vincitori avverrà lunedì 2 agosto, durante la cerimonia di commemorazione delle vittime della strage. Il luogo e l’orario della stessa verranno comunicati a tempo debito a tutti i partecipanti.
Non è la prima volta che a Bologna si utilizza il linguaggio dell’arte come strumento per commemorare la strage del 2 agosto 1980, il più grave attentato terroristico avvenuto in Italia nel Secondo dopoguerra, il cui drammatico bilancio fu di ottantacinque morti, oltre duecento feriti e una quantità incalcolabile di dolore, con cui la città convive ancora oggi per la mancanza di risposte certe sui mandanti e sui motivi dell'attentato. Nel 2017 si utilizzò, per esempio, il linguaggio del teatro con «Cantiere 2 Agosto», iniziativa che vide ottantacinque narratori, sparsi in vari luoghi della città, raccontare la storia di chi era scomparso per sempre in una calda e afosa mattinata d’estate.
Mentre nel 2018 si tenne il concerto «Sinfonia di soccorsi» e l’anno successivo fu organizzato lo spettacolo teatrale «Un'altra vita», monologo di Matteo Belli. Nel 2020, invece, è stato inaugurato un progetto di arte pubblica, dal titolo «Lost and found 1980-2020», che anima le strade di Bologna e di altre città emiliane -al momento Parma, Reggio, Modena e Rimini-, con le opere del Collettivo FX, di Alessandro Canu, di PsikoPlanet, di Guerrilla Spam e di Zamoc (nelle foto i vari progetti). Adesso sono chiamati in causa i giovani che hanno sentito solo parlare della strage di quarant’anni fa; la Fondazione Bottega Finzioni li invita a ridare vita alle passioni e ai sogni delle vittime, riallacciando simbolicamente i fili e i percorsi spezzati quel giorno.
Il passato cede così il testimone al presente attraverso storie quotidiane uniche, ma identiche a tante altre, perché quel sabato – come ricorda Daniele Biacchessi nel libro «Un attimo, vent’anni» - nella sala d'aspetto di seconda classe della stagione di Bologna «vi era chi leggeva, alcuni bimbi che correvano sotto gli occhi orgogliosi dei loro genitori, boy scout accampati in un angolo, un signore che osservava il tabellone ... storie di gente comune, di vita quotidiana, in una stazione come tante altre ...». Storie che tante volte abbiamo visto e vissuto tutti noi prima della pandemia, nel caotico via vai di uno scalo ferroviario, in attesa di un treno per una trasferta di lavoro, per un viaggio verso una località di mare o per un sospirato ritorno a casa.

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