martedì 2 novembre 2021

Una guerra e la resistenza delle donne: debutto torinese per il tour delle «Troiane» di Luigi Orfeo


Antica eppure sempre attuale: «Le Troiane», la tragedia di Euripide rappresentata per la prima volta ad Atene nel 415 a. C., simbolo dell’atrocità di ogni guerra, continua a parlare agli uomini e alle donne di oggi.
Il peggio è già accaduto. Intorno ci sono solo polvere e macerie, rovine in fumo, cadaveri abbandonati per le strade, uomini e donne sconfitti, la cui resistenza eroica e disperata non ha salvato Ilio dall’assalto dei nemici achei.
Ma chi ha vinto ha veramente vinto? E chi ha perso ha veramente perso? È questo il dubbio che ci instilla la messa in scena de «Le Troiane», nell’allestimento di Casa Fools e per la regia di Luigi Orfeo, che debutta giovedì 4 novembre a Torino, al teatro Vanchiglia.
Lo spettacolo - che sarà in cartellone fino a sabato 6 e, ancora, da giovedì 18 a sabato 20 - riscrive la tragedia originale mettendo in secondo piano il punto di vista maschile per raccontare la storia attraverso gli occhi e la voce di cinque donne. Interpretano madri, mogli e figlie, che subiscono l’onta della violenza fisica e psicologica, ma che sono capaci, ognuna a proprio modo, di reagire alla follia assurda e atroce dell’invasore. Ecuba, Andromaca, Cassandra hanno perso tutto, la loro città, la libertà, i propri figli e mariti, ma non il loro coraggio e la loro dignità. La loro umanità è rimasta intatta. Non si può dire lo stesso per gli Achei, sul podio di una guerra, vinta per giunta con l’inganno, con lo stratagemma di un cavallo di legno, ma sconfitti sul piano dell’etica e degli ideali.
La riscrittura del testo, opera di Luigi Orfeo, è frutto di una ricerca sul potere intrinseco della parola che ha dato vita a una vera e propria «lingua del Mediterraneo», un melting pot di dialetti del sud Italia che danno allo spettacolo una componente ancestrale e profonda.
Non esiste artificio scenico: i cambi di personaggio, l’intonazione dei cori a cappella armonizzati per cinque voci, tutto avviene sotto gli occhi dello spettatore.
A vestire i panni di Ecuba, la vecchia moglie di Priamo, è Roberta Calia. Rebecca Rossetti è in scena nel doppio ruolo di Menelao e di Andromaca, la donna straziata per la morte di Ettore e del giovane figlio Astianatte. Paola Bertello interpreta l’opportunista Elena. Alle prese con il ruolo di Taltibio c’è, invece, Silvia Laniado, mentre la giovane Cindy Balliu è la tormentata Cassandra, profetessa di sciagure.
Sesta attrice a tutti gli effetti è, infine, la musica. Dalla collaborazione con il giovane compositore Alberto Cipolla sono nati, infatti, i cinque brani inediti, inseriti nell'album «Troiane Original Score», pubblicato su Spotify, e eseguiti dalle attrici sul palco a cappella. «Il lavoro di Cipolla – raccontano gli organizzatori - si è concentrato nel caricare le voci femminili di una grande valenza simbolica: ora coro armonico a rappresentare la forza della comunità, ora voci soliste come urlo disperato di sopraffazione».
Mentre per la realizzazione dei costumi è stata messa in piedi una collaborazione con la sartoria Colori Vivi, atelier di donne rifugiate che confezionano insieme, con metodi artigianali, capi con una forte impronta innovativa.
Dopo il debutto a Casa Fools, il tour proseguirà fino al 21 novembre con altre sette rappresentazioni: lo spettacolo sarà in scena lunedì 8 al teatro Agnelli di Torino (via Paolo Sarpi 111), mercoledì 10 al Teatro Le Glicini di Pino Torinese (via Martini 18), venerdì 12 allo Spazio Gloria del circolo Xanadù di Como (via Varesina 72), sabato 13 al teatro Matteotti di Moncalieri (via Matteotti 1), domenica 14 al Circolo Arci Tom di Mantova (Piazza Tom Benetollo 1), lunedì 15 all’Arci Bellezza di Milano (via Bellezza 16/A) e domenica 21 all’Heracles Symposium, sempre a Milano (via Padova 21).
Tappa dopo tappa, il pubblico potrà così rivivere il messaggio antimilitarista di Euripide, autore che parla - oggi come duemila anni fa – al cuore dell'uomo. «Tutti i giorni – racconta, a tal proposito, Luigi Orfeo - abbiamo davanti agli occhi la miseria di popoli sopraffatti da decisioni impulsive e irrazionali prese molto lontano da loro. Proprio come accadde ai Troiani. Il nostro spettacolo vuole mostrare questa assurdità, provocando empatia e non compassione e facendo affiorare il coraggio».

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