giovedì 3 marzo 2022

«La scena delle donne» fa ritorno in Friuli Venezia Giulia

Compie diciotto anni «La scena delle donne», festival promosso dalla «Compagnia di arti e mestieri» di Pordenone, diretta da Bruna Braidotti, punto di riferimento della scena italiana, dal 1987 impegnata in un percorso di approfondimento e valorizzazione del ruolo della creatività femminile nei vari settori del teatro e della cultura scenica. «Connessioni generazionali» è il sottotitolo di questa nuova edizione, che avrà per protagoniste attrici, registe e drammaturghe italiane e internazionali, come l’apprezzata e pluripremiata Marta Cuscunà o Natasha Czertok dello storico Teatro Nucleo di Ferrara, che animeranno i cartelloni culturali di varie città del Friuli Venezia Giulia.

La programmazione inizierà sabato 5 marzo, alle ore 17:30, a Pordenone con il racconto-laboratorio «Parole e Sassi», dedicato all’«Antigone», «antica vicenda – si legge nella presentazione - di fratelli e sorelle, di patti mancati, di rituali, di leggi non scritte e di ciechi indovini, che è stata narrata, nei secoli, a partire dal dramma scritto da Sofocle nel 440 a.C.».
I riflettori saranno puntati su Valentina Rivelli, attrice del Teatro della Sete, che dal 2011 fa parte del Collettivo Progetto Antigone, un gruppo di lavoro composto da venti attrici, una per ogni regione italiana, che racconta, principalmente ai più giovani, la grande storia di emancipazione femminile e potere nata dalla penna dello scrittore greco, usando solo con pietre e sassi, dando così vita a un rito collettivo che coinvolge anche il pubblico, invitato ad agire e a parlare (i posti solo limitati; prenotazioni all’indirizzo: info@compagniadiartiemestieri.it).

Il festival proseguirà nella serata di martedì 8 marzo, quando, nella Sala consiliare di Vigonovo di Fontanafredda, andrà in scena quello che l’edizione 2007 del Premio donne e teatro ha definito «notevole e raro esempio di teatro civile osservato con occhio femminile»: «Italia. Le donne italiane al voto», spettacolo scritto, diretto e interpretato da Bruna Braidotti, in scena con Bianca Manzari. Attraverso la storia di una donna battezzata con il nome di Italia e della sorella Margherita, l’appuntamento teatrale spiega come il voto delle donne abbia aperto il contrastato cammino delle successive conquiste femminili, con l’augurio che si realizzino quelle ancora da raggiungere.
 
Sarà, poi, la volta del pluripremiato spettacolo «Sorry, boys», di e con Marta Cuscunà, in scena a Pordenone, all’Auditorium Concordia, nella serata di venerdì 11 marzo. L’appuntamento teatrale trae spunto da un fatto di cronaca del 2008: in una scuola superiore di Gloucester diciotto ragazze rimangono incinte contemporaneamente; alcune di loro avrebbero pianificato la loro gravidanza per allevare i bambini in una specie di comune femminile. Scoppia una vera e propria tempesta mediatica e la vita privata delle diciotto ragazze diventa uno scandalo che imbarazza tutta la comunità di Gloucester. I protagonisti vengono interpretati da pupazzi ridotti a teste mozze: Cuscunà si muove leggera dietro la struttura metallica che regge le teste, manovrando il meccanismo che regola il movimento facciale e producendo dodici voci dialoganti, ciascuna con la propria identità vocale ed emotiva.


Venerdì 18 marzo
, sempre all’Auditorium Concordia, i riflettori si accenderanno, invece, su Natasha Czertok e lo spettacolo «Kashimashi», una produzione del Teatro Nucleo, nata nell’ambito di un percorso di ricerca sui temi del femminile e sulla rappresentazione di genere. Il titolo riprende ironicamente un utilizzo stereotipato e discriminante nella lingua giapponese: «Kashimashi» significa, infatti, «rumoroso, caotico», regalo di una visione tradizionale che vorrebbe le donne come origine di confusione e disordine.
 
La programmazione proseguirà con «La stanza delle anime», spettacolo di e con Arianna Addonizio, per l’accompagnamento musicale originale dal vivo di Nicola Milan, in programma venerdì 25 marzo, ore 20:45, all’Auditorium Concordia. L’appuntamento teatrale, nato da un’idea di Bruna Braidotti, riporta al tempo contemporaneo due personalità vissute nel Medioevo che hanno dedicato all’aldilà le loro opere più importanti: Dante Alighieri, l’autore della «Divina Commedia», e Hildegard von Bingen, monaca scrittrice e mistica tedesca che cento anni prima del «Sommo poeta» descrisse in modo analogo le sue visioni sulla vita dopo la morte. Immaginata nei panni di una conduttrice radiofonica, Hildegard von Bingen decide di rendere omaggio a Dante, che rivive nelle vesti di un rapper contemporaneo, intento a dare voce alle anime femminili che ha raccontato in suoi tre album di successo: «Inferno», «Purgatorio» e «Paradiso». È così che Francesca Da Rimini, Pia De Tolomei, Sapia Salani, Piccarda Donati, Cunizza da Romano, Beatrice Portinari diventano donne di oggi.

A chiudere il cartellone sarà sabato 2 aprile «Emancip(h)ate» della compagnia romana Teatro al femminile, con Sabrina Biagioli, Giulia Capuzzimato, Jessica Di Bernardi, Sara Morassut, Virginia Risso, Lorenza Sacchetto. All’Auditorium «Aldo Moro» a Cordenons, alle ore 20:45, andrà in scena – raccontano le attrici - «un grido di protesta verso tutte le ingiustizie che il genere femminile ancora subisce, ma di cui poco si parla». Violenza fisica e femminicidi rappresentano soltanto la punta di un iceberg di prevaricazioni, soprusi e discriminazioni. Il gender gap, la legge 194 e il processo per stupro sono i tre tasselli di un racconto che, alla fine, «lascia un amaro in bocca difficile da levare via».

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