lunedì 22 aprile 2024

«Pen and Paper», manifesti d’autore per la campagna Moleskine a favore della scrittura a mano

Oscar Wilde
vi appuntava i suoi celebri aforismi. Pablo Picasso, Henri Matisse e Vincent Van Gogh fissavano sui suoi fogli le idee per opere d’arte che sarebbero diventate immortali. Ernest Hemingway ne teneva sempre uno in tasca dovunque andasse, dai bistrot di Parigi agli alberghi di Venezia, e appena storie e personaggi bussavano alla porta della sua immaginazione metteva tutto nero su bianco. Lo scrittore inglese Bruce Chatwin, infine, ne era così innamorato da parlarne nel libro «Le vie dei canti», dove si legge la storia di una cartolaia parigina, in Rue de l’Ancienne Comédie, che vendeva blocchi per appunti dall’inconfondibile copertina nera cerata e rigida, simile alla «pelle della talpa», con gli angoli arrotondati, i risguardi trattenuti da un elastico e le pagine color avorio. Stiamo parlando del Taccuino Moleskine, ideato in Francia tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo e prodotto fino al 1986 da un’azienda a conduzione familiare di Tours.

La seconda vita del leggendario «quadernetto», immancabile compagno d’avventura dei maestri delle Avanguardie novecentesche, ha avuto inizio, invece, nel 1997 quando Modo & Modo, un piccolo editore milanese, ne ha rinnovato la tradizione grazie a una felice intuizione della scrittrice e sociologa Maria Sebregondi. Da allora il marchio Moleskine, che oggi ha la sua sede centrale nel capoluogo lombardo e filiali anche in America e in Giappone, si è diffuso in tutto il mondo. Quel taccuino per viaggiatori colti e moderni globetrotter, ispirato ai quaderni in cerata nera usati da Chatwin e da Van Gogh, è diventato così un’icona da portare con sé per fissare pensieri.

In occasione della Milano Design Week, la mostra «Moleskine Detour» ha visto sfilare, negli spazi della Pinacoteca ambrosiana e alla villa Bagatti Valsecchi di Varedo, un centinaio di opere uniche tra taccuini decorati, hackerati, trasformati in sculture o in graphic novel, riempiti di note, schizzi, dipinti e disegni realizzati da artisti e designer, architetti e musicisti, filmmaker e filosofi, tra cui Giorgia Lupi, Antonio Marras, Pascale Marthine Tayou e Joana Vasconcelos.
Questo inno alla scrittura e alla passione per la carta e la penna si chiude con «Pen & paper», campagna pubblicitaria cartacea di oltre duecento manifesti disegnati interamente a mano dal personale Moleskine e da un gruppo di studenti universitari di Milano.
Lo scopo di questa operazione promozionale, che sarà visibile in vari angoli di Milano per due settimane a partire dal 22 aprile, è quello di ricordare al grande pubblico che mettere penna su carta e scrivere a mano è, di fatto, utile per accelerare l'apprendimento, la conservazione della memoria e lo sviluppo del pensiero lineare. Da decenni le ricerche dimostrano che gli studenti che prendono appunti a mano ottengono punteggi più alti nei test rispetto a quelli che scrivono a macchina gli stessi appunti e che le persone che scrivono a mano i loro appuntamenti in un'agenda hanno maggiori probabilità di ricordare la data in seguito. La scrittura a mano non solo è utile nei modi sopra descritti, ma può anche aiutare i bambini con ADHD o facilitare la comprensione e l'apprendimento della matematica.

In un'epoca sempre più digitale, l'idea non è quella di privilegiare una realtà analogica rispetto a una digitale, ma piuttosto di incoraggiare le persone a non abbandonare l'una per l'altra, poiché è dimostrato che scrivere e scarabocchiare stimola il cervello in innumerevoli modi. Moleskine sostiene questa tesi affidandosi alle conoscenze e agli studi di esperti del settore, come i professori Audrey Van der Meer, Ruud van der Weel e Hetty Roessingh, la farmacologa comportamentale Kristin Wilcox, gli esperti di scrittura Irene Bertoglio e Giuseppe Rescaldina, nonché l'ex studente e ora giornalista Owen Ruderman.

La missione del marchio è sempre stata quella di promuovere il potenziale della carta nella nostra vita; la carta ci aiuta a esprimere le nostre idee, a giocare con la nostra creatività, a elaborare i nostri pensieri e, quando prendiamo uno strumento di scrittura per annotare e scarabocchiare istintivamente, il nostro cervello funziona meglio, proprio come una dieta sana e il movimento fanno bene al nostro corpo e alla nostra psiche.

Questa campagna è unica non solo per il suo concetto, ma anche per la sua esecuzione, visto che le scritte che raccomandano ai milanesi e non solo di riprendere in mano carta e penna, da «Scarabocchiare fa bene al cervello» e «Usare carta e penna libera la mente dai pensieri e fa diminuire l'ansia», sono interamente realizzate a mano.

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