venerdì 18 ottobre 2024

«La main des autres», in una monografia di 5 Continents Editions il lavoro del designer Emmanuel Babled

Si intitola «La main des autres» la monografia che la casa editrice milanese 5 Continents Editions ha appena dedicato al lavoro di Emmanuel Babled, progettista francese, classe 1967, che ha stabilito il proprio studio a Lisbona - dopo aver vissuto a Parigi, Milano e Amsterdam - e che, in Italia, ha all’attivo una lunga collaborazione con la maison del vetro Venini. E il titolo del volume, uscito in libreria lo scorso settembre per la curatela di Angela Vettese e Veerle Devos, non poteva essere più azzeccato.

All’inizio della sua carriera, ispirato dal grande Ettore Sottsass, il designer francese si rese, infatti, conto che la sua vera passione non risiedeva nella realizzazione in serie di oggetti destinati a riprodursi in migliaia di copie, ma piuttosto nel creare pezzi in piccole quantità, essenzialmente unici, attraverso «la main des autres», ovvero «la mano degli altri». Nacque così una stretta collaborazione con maestri artigiani altamente specializzati, solitamente legati al materiale utilizzato, dove tradizioni secolari e artigianato altamente qualificato continuano a produrre magia: soffiatori del vetro, maestri cavatori e tecnici nella lavorazione del marmo, mediatori che conoscono le temperature necessarie per fare nascere e poi solidificare il plexiglass, esperti di legnami che padroneggiano le regole del materiale.

Così le opere di Emmanuel Babled possono considerarsi una summa che racchiude in sé la conoscenza collettiva dei maestri artigiani, il suo talento nel design e la sua capacità di collaborare con maestri di tutto il mondo. Perciò, il suo impareggiabile talento nell’integrare un pensiero progettuale fuori dagli schemi con una tecnologia all’avanguardia culmina in edizioni limitate che contengono un patrimonio mondiale immateriale di tradizioni preziose.

All’interno della monografia pubblicata da 5 Continents Editions, disponibile in lingua inglese e francese, possiamo osservare ciò che avviene «dietro le quinte» delle sue creazioni in edizione limitata, approfondendo lo spirito del designer che oggi celebra una carriera di successo che dura da oltre trent’anni. E, grazie a questo lavoro, il lettore è introdotto anche in quei luoghi generalmente inaccessibili al pubblico, dove i segreti dei maestri artigiani vengono tramandati di generazione in generazione.

Le regole d’azione vengono anzitutto dettate dal materiale prescelto, vissuto come una cosa viva, densa di richieste specifiche, mai come un’entità̀ amorfa. Semmai la materia viene concepita come qualcosa che non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità̀, e che dunque si può̀ condurre in territori e a risultati a cui non era mai giunta. Qui si suturano la fase del disegno iniziale, a mano libera e privo di limiti immaginativi, e il risultato finale, che è un compromesso tra quel disegno e la traducibilità̀ in un oggetto reale.

Emmanuel Babled, peraltro, non si innamora di una sola tipologia di oggetto. Ha realizzato lampade, vasi, tavolini, tavoli, mobili, sedie, lampadari da soffitto, sedute. Non predilige un ambito di specializzazione, anche se ciò̀ che fa solitamente riguarda il corpo, segue le curve dei viventi, cerca forme che possono persino avere qualcosa di fantascientifico, ma che sono sempre fortemente compatibili con la fisicità: come se fossero nostre protesi o animali mai visti o esseri che potrebbero improvvisamente prendere vita. Anche in relazione a settori in cui la mediazione non è di carattere tecnologico, il designer francese osserva e ascolta le tradizioni che guidano l’uso e la composizione di certe materie, per poi metterle insieme in maniera innovativa, ma senza mai perdere di vista il dialogo con chi le conosce bene.

Può̀ anche non esserci alcuna tecnologia apparente, sostituita da un ritorno a un artigianato basico, fatto di gesti ripetuti, come accade per la parte di produzione iniziata in Tanzania dal 2021, quando lo studio Babled si è sdoppiato dando luogo a Zanzibar anche alla casa di produzione Kukua. In questo caso le mani da seguire, da consigliare e di cui accogliere i consigli lavorano senza elettricità, senza trapani, senza altro mezzo che una manualità molto educata da cui nascono sedie di pelle e legno flessibile, tavoli fatti con la tecnica dei cestini, lampade di rafia a forma di palma, sgabelli imbottiti, prodotti con l’aiuto della comunità̀ locale di falegnami e di circa seicento donne dell’organizzazione WomenCraft, nata quattordici anni fa nei campi di rifugiati dell’Onu. Se la tecnologia qui è scarsissima, la tradizione offre soluzioni che sarebbe sciocco evitare.

Attraverso tutte queste molteplici declinazioni, Emmanuel Babled supera il proprio ego e la propria firma individuale, incarnando l’idea che un designer non è un’entità solitaria ma un’impresa collettiva.

Oltre alla monografia, l’artista ha realizzato un’opera in edizione speciale e in serie limitata, fatta di vetro soffiato e legno pregiato, per racchiudere il volume, che trae ispirazione dalla celebre serie di oggetti «Osmosi».

In questo primo scorcio d’autunno, il lavoro di Emmanuel Babled può essere, dunque, conosciuto attraverso le pagine di un libro, ma anche grazie a una mostra: «Territorie», inaugurata alla Galerie Yves Gastou, in occasione della Paris Design Week, e aperta fino al 26 ottobre.
Ogni opera esposta, da pezzi iconici come la lampada Digit e il tavolo Quark a novità assolute, racconta l’evoluzione di un percorso creativo che si distingue per la continua ricerca e sperimentazione di tecniche artigianali d'eccellenza, reinterpretate con uno spirito contemporaneo e innovativo, attento alle contaminazioni culturali e al dialogo con le tradizioni locali.

Il vetro di Murano, il marmo di Carrara, i metalli e la pietra lavica dell’Etna sono i materiali utilizzati in questi lavori, dai quali si percepisce una riflessione profonda sul rapporto tra artigianato e tecnologia, uomo e materia, passato e futuro.
«Il lavoro del designer – racconta, a tal proposito, Emmanuel Babled - è quello di provocare un processo e coglierne i frutti. Il mio compito è quello di dirigere i materiali, come un direttore d’orchestra, per arrivare a un risultato finale che mantenga la grazia naturale originale, senza un’imposizione esterna». I materiali sono le note, gli artigiani gli orchestrali. Il risultato? Una sinfonia eterea e avvincente. Magica.

Didascalie delle immagini
1. Cover del libro Emmanuel Babled. La main des autres; 2. Ubuntu | © Babled Studio; 3 e 4. Venini blown glass (Paglia &  Cipria) - Tuya wood / Verre  Soufflé Venini (Paglia & Cipria) -  bois de tuya; 5. Emmanuel Babled, Osmosi_Furniture. Ph Nicole Marnati; 6. Emmanuel Babled, Etnastone Gueridon. Ph BabledStudio
 
Informazioni utili
Emmanuel Babled. La main des autres, 5 Continent Editions, Milano 2024. 27,5 x 35,5 cm, 336 pagine, 800 illustrazioni a colori. Cartonato con sovracoperta. Edizione bilingue, inglese e francese. ISBN: 979-12-5460-064-1. Prezzo: € 80. Data di pubblicazione: settembre 2024

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