giovedì 24 settembre 2020

«Lo schermo dell’arte», a Venezia nove film sulla scena creativa contemporanea

Si rinnova la collaborazione tra la Fondazione Pinault e il festival fiorentino «Lo schermo dell’arte», progetto che vede alla direzione artistica Silvia Lucchesi. Mentre a Firenze si scaldano i motori per la nuova edizione, la numero dodici, in programma dal 10 al 14 novembre al cinema La compagnia, in presenza, e on-demand sul portale MyMovies, a Venezia ritorna puntuale, con l’inizio dell’autunno, la rassegna di Palazzo Grassi che offre al pubblico un’esclusiva selezione di film, documentari e progetti cinematografici firmati da importanti video-artisti e filmmaker internazionali che hanno focalizzato la loro attenzione sul mondo dell’arte contemporanea.
Scenario della manifestazione, in programma dal 28 settembre al 1° ottobre, è ancora una volta il Teatrino di Palazzo Grassi. Tutti i film sono in lingua originale, con i sottotitoli in italiano.
Ad aprire il festival, a ingresso gratuito con accesso prioritario ai possessori della Membership Card, sarà il 28 settembre, alle ore 18.30, a «Ettore Spalletti» (Italia, 2019, 89’), documentario di Alessandra Galletta dedicato al maestro recentemente scomparso. L’opera costituisce una preziosa testimonianza della vita e della pratica di un artista lontano dai clamori dei palcoscenici del sistema, che ha lasciato un contributo fondamentale all’arte contemporanea grazie alla sua indagine sulla luce e il colore, tanto in pittura, quanto in scultura. A seguire, alle ore 20.15, ci sarà la proiezione di «Putin’s Happy» di Jeremy Deller (Regno Unito, 2019, 40’), un film che racconta le istanze xenofobe, l’isolazionismo e il patriottismo che hanno alimentato la scelta della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea.
Martedì 29 settembre si parte sempre alle ore 18.30 con «The Proposal» di Jill Magid (Stati Uniti, 2018, 82’), che ripercorre la complessa vicenda della realizzazione di un progetto della stessa regista che sarebbe dovuto confluire in una mostra dedicata al visionario architetto messicano Luis Barragàn.
Nel tentativo di consultarne gli archivi divisi tra Città del Messico e Basilea, l’artista va incontro a una lunga serie di difficoltà, scontrandosi in particolar modo con Federica Manco, colei che, per una serie di vicissitudini legate all’eredità dell’architetto messicano, oggi possiede e conserva in Svizzera il suo archivio professionale e i diritti legati alla riproduzione del suo lavoro.
Chiude la sessione, alle ore 20.10, il film che Halina Dyrschka ha dedicato all’artista e mistica svedese Hilma Af Klint (1862–1944): «Beyond the Visible» (Germania, 2019, 93’). Il progetto restituisce così visibilità a un’artista dimenticata, che ha però avuto un ruolo di primissimo piano nell’evoluzione storico-artistica, essendo stata tra i primi ad aver introdotto l’astrazione in pittura al principio del XX secolo.
Mercoledì 30 settembre la rassegna proseguirà al Teatrino, alle ore 18.30, con il film «Olafur Eliasson: Miracles of Rare Device» (Regno Unito, 2019, 61’) di Alan Yentob che indaga la pratica dell’artista danese (1967) a partire dalla preparazione della sua nuova mostra personale, «Real Life», alla Tate Modern, che segue lo straordinario successo ottenuto nel 2003 da «Weather Project, visitato da più di due milioni di spettatori. Il tema centrale di «Real Life», che sta alla base della maggior parte dei lavori di Eliasson, è l’interazione tra elementi naturali come l’acqua e la luce con la percezione fisica che lo spettatore ha dello spazio.
Dalle ore 19.45, protagonista dello schermo sarà, invece, il duo artistico Masbedo, composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, con «Welcome Palermo» (Italia, 2018-2019, 75’). Il film è l’evoluzione formale e narrativa del progetto «Videomobile», l’articolata installazione multi-canale dedicata al rapporto tra Palermo e il cinema e concepita dagli artisti nel 2018 in occasione di Manifesta 12 Palermo.
Giovedì 1° ottobre la rassegna si concluderà con la visione di tre film. Si inizierà alle ore 18.30 con la proiezione di «Triple-Chaser» (Regno Unito, 2019, 11’) del collettivo inglese Forensic Architecture, candidato al Turner Prize 2018. L’obiettivo della ricerca, che prende nome da un tipo di granata contenente gas lacrimogeno, è quello di identificare le granate esaminando, attraverso una speciale tecnologia digitale, milioni di immagini condivise sul web così da conoscerne l’effettivo utilizzo contro la popolazione.
Si continuerà con «Walled Unwalled» dell’artista giordano Lawrence Abu Hamdan (Germania, Libano, 2018, 21’), che ha vinto il Turner Prize nel 2019. La video-performance è stata realizzata a Berlino negli studi di effetti sonori Funkhaus, ubicati nell’ex stazione radiofonica della Germania dell’Est, e si interroga su come il suono sia percepito dall’orecchio umano quando chi ascolta si trova oltre una barriera fisica. Per farlo, l’artista ha analizzato tre celebri casi giudiziari, tra cui quello molto noto dell’atleta Oscar Pistorius L’ultimo film in programma è «Barbara Rubin and the Exploding NY Underground» di Chuck Smith (Stati Uniti, 2018, 78’), che riporta in luce la vicenda umana e professionale dell’artista, filmmaker e performer americana Barbara Rubin (1945 – 1980), attraverso un fondo epistolare conservato dall’amico e cineasta Jonas Mekas.
Quattro giorni di programmazione e nove titoli caratterizzano, dunque, la nuova edizione veneziana del festival «Lo schermo dell’arte», uno dei tanti eventi di questo primo scorcio d’autunno in programma al Teatrino di Palazzo Grassi. Sabato 26 settembre, dalle ore 15 alle ore 18, il fotografo Marco Cappelletti e Roberta Albiero, docente di Composizione architettonica e urbana allo Iauv di Vanezia, condurranno, per esempio, il laboratorio «Fender», che prevede l’utilizzo del mezzo fotografico per riformulare il concetto di «distanziamento» sociale. Mentre giovedì 1° ottobre, a partire dalle ore 10.30, si terrà il seminario «Verso una carta di Venezia per la cultura urbana», realizzato con il patrocinio del Consolato generale di Svizzera a Milano.
Gli appuntamenti al Teatrino sono anche un’ottima occasione per vedere la bella mostra che Palazzo Grassi dedica in questi giorni a Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – L'Isle-sur-la-Sorgue, 3 agosto 2004) . «Le Grand Jeu», questo il titolo del progetto espositivo, rivisita la Master Collection del fotografo a partire dalle suggestioni di cinque curatori particolari: il regista Wim Wenders, la fotografa Annie Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas, la curatrice Sylvie Aubenas e, naturalmente, il padrone di casa, il collezionista Francois Pinault. Un’occasione, questa, per rivedere le più belle immagini del maestro del «momento decisivo», del fotografo che è stato definito l’«occhio del secolo» per averci scatti di momenti storici epocali, ritratti di vita popolare del tempo e raffigurazioni di grandi personaggi dell’epoca.

Vedi anche


Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Masbedo, «Welcome Palermo». 2018-2019 Still da film- Commissioned by Manifesta 12. Produced by In Between Art Film; [fig. 2] «Beyond the Visible. Hilma af Klint» di Halina Dyrschka”, Germania, 2019, 93’. still; [fig. 3] «Ettore Spalletti» di Alessandra Galletta, Italia, 2019, 89’; [fig. 4]  «Beyond the Visible. Hilma af Klint» di Halina Dyrschka, Germania, 2019, 93’. still;[fig. 5] «Walled Unwalled» dell’artista giordano Lawrence Abu Hamdan (Germania, Libano, 2018, 21’)

Informazioni utili 
Lo schermo dell’arte – VII Edizione. Teatrino di Palazzo Grassi, San Marco 3260 - Venezia. Dal 28 settembre al 1 ottobre 2020, dalle 18.30. Sito internet: www.palazzograssi.it

 


Nessun commento:

Posta un commento