ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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mercoledì 16 luglio 2025

«Lerici Music Festival»: nel Golfo dei poeti le sette note incontrano l’arte e il cinema

«Oh Golfo dei Poeti, / tu sei il mio rifugio, / la mia oasi di pace in questo mondo tumultuoso». Così Lord Byron parlava del territorio intorno a La Spezia, profondo anfiteatro di roccia e di mare, con caratteristici borghi dalle architetture color pastello come Lerici, Portovenere, San Terenzo e Tellaro, che, di secolo in secolo, ha affascinato grandi nomi della letteratura come Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Percy Bysshe Shelley, D. H. Lawrence, Eugenio Montale, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. In questo incantevole scenario naturale, all’estremità orientale della Liguria, prende vita, per il nono anno consecutivo, il «Lerici Music Festival», manifestazione ideata e fondata nel 2017 da Gianluca Marcianò, ancora oggi alla direzione artistica, che, dal 24 luglio al 4 agosto, porterà in riva al mare grandi virtuosi internazionali e giovani talenti (tra i quali i sei protagonisti del progetto di masterclass «Next Gen Concert», alla sua prima edizione), tutti impegnati in una ventina di appuntamenti che spaziano dal repertorio barocco all’opera lirica, dal musical al jazz.
«Musica, Immagine, Movimento» è il titolo scelto per questa edizione, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Liguria, che vuole raccontare le relazioni tra il mondo delle sette note, il cinema e le arti visive.

Da «Una sera a Hollywood» a «Musical my life», quando la musica incontra il grande schermo

Il programma musicale inizierà a Villa Marigola, storica residenza che ispirò l’arte simbolista di Arnold Böcklin, con «Una sera a Hollywood», durante la quale il baritono Rodney Earl Clarke e il soprano britannico Melinda Hughes, voce lirica specializzata anche nel cabaret degli anni ’20-’30, si esibiranno in un recital con musiche di Cole Porter, George Gershwin, Leonard Bernstein, Ennio Morricone e Nino Rota.
Il giorno successivo i riflettori si accenderanno, invece, alla Rotonda Vassallo, piazzale Liberty al centro di Lerici, che ospiterà l’Orchestra da Camera di Perugia con una rilettura in musica del romanzo «Il barone rampante» di Italo Calvino, la storia di un giovane nobile, residente in un immaginario paesino della Liguria di nome Ombrosa, che, in segno di protesta, decide di vivere sugli alberi per il resto della sua vita, senza mai più tornare a terra. In scena ci sarà anche l’attore e regista Francesco Bolo Rossini, protagonista, sempre con l’Orchestra da Camera di Perugia e nell’incantevole scenario della Rotonda del Vassallo, anche della rilettura musicale di «Fuga senza fine» (il 26 luglio), romanzo di Joseph Roth che narra la crisi identitaria dell’Europa negli anni tra i due conflitti mondiali, e di «Candide» (il 1° agosto), operetta comica in due atti di Leonard Bernstein basata sull’omonimo racconto di Voltaire.
Tra gli appuntamenti più attesi spicca, poi, una serata nella quale si rivivrà il fascino delle prime proiezioni cinematografiche, quando le immagini erano accompagnate dalla musica live: il pianista Paul Lay firmerà la sonorizzazione dal vivo del film comico «Sherlock Jr.» (il 1° agosto), noto in Italia come «La palla n. 13», capolavoro di e con Buster Keaton del 1924, una delle vette del cinema muto, inserito dal «Time» tra i cento migliori film di sempre.
La «settima arte» sarà protagonista anche della serata «La morte e la fanciulla» (30 luglio), durante la quale si ascolterà il «Quartetto per archi n. 14 in re minore, D. 810» di Franz Schubert, uno dei capolavori della musica da camera europea, il cui secondo movimento è stato utilizzato in diversi film – dall’omonima pellicola di Roman Polański a «Barry Lyndon» di Stanley Kubrick - per creare un’atmosfera di tensione e di inquietudine. Durante l'appuntamento sarà possibile ascoltare anche il Quartetto n. 3 di Dmitrij Sostakovic, artista di cui quest’anno ricorrono i cinquant’anni anni della scomparsa, e il raro Duo per viola e violoncello «con due paia di occhiali obbligati» WoO 32 di Beethoven, dedicato al barone Nikolaus Zmeskall.
Al mondo del cinema guardano anche due dei quattro appuntamenti che porteranno «Musica, Immagine, Movimento» fuori dalle mura di Lerici, nella vicina Sarzana. Nella cornice duecentesca della Fortezza Firmafede, la Filarmonica Toscanini, nel cinquantesimo della sua fondazione, presenterà - sotto la bacchetta di Michael Cousteau e con i solisti Andrea Cicalese (violino) e Alexey Zhilin (violoncello) - un omaggio a «They shall have music» (26 luglio), pellicola del 1939 conosciuta in Italia con il nome di «Armonie di gioventù», che vide sotto i riflettori la leggenda del violino Jascha Heifetz.
La stessa formazione sarà in scena anche con Pinchas Zukerman, tra i più grandi violinisti dei nostri tempi, qui sul podio nella doppia veste di solista e direttore, per eseguire il concerto di Mozart n. 5 K 219 e dirigere la sinfonia n. 7 di Beethoven, colonna sonora del film «Il discorso del re» (27 luglio), affiancato dalla violoncellista Amanda Forsyth.
L’artista canadese e Pinchas Zukerman saranno, inoltre, protagonista di «Amadeus» (28 luglio), un appuntamento con il Quartetto di Cremona, che renderà omaggio non solo al genio di Mozart, ma anche a Pëtr Il'ič Ciaikovskij con l’esecuzione del sestetto per archi «Souvenir de Florence».
Ritornando a Sarzana, nella Fortezza di Firmafede sarà possibile assistere anche all’esecuzione del rarissimo «Concerto n. 1 per violoncello e orchestra» di Nino Rota, celebre autore di indimenticabili colonne sonore per oltre centocinquanta film, che ha collaborato con registi come Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Federico Fellini e Francis Ford Coppola, con il quale ha vinto l’Oscar per le musiche del film «Il padrino – parte II». Sul palco salirà ancora una volta la Filarmonica Toscanini, diretta da Gianluca Marcianò, e con la violoncellista Miriam Prandi. Nella stessa serata (quella del 31 luglio) il pianista macedone Simon Trpčeski si confronterà con il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov.
A chiudere il programma di Sarzana sarà «La tragedie de Carmen» (2 agosto), ovvero l’adattamento cameristico della celebre opéra-comique di Georges Bizet, di cui quest’anno ricorrono i centocinquanta anni dalla prima rappresentazione, la cui regia sarà firmata dal dissidente russo Dmitry Krimov. Sul palco salirà l’Orchestra del Lerici Music Festival, diretta da Gianluca Marcianò, con i cantanti lirici Leonardo Caimi, Enrico Di Geronimo, Melinda Hughes e Carmen Giannattasio, soprano internazionale già applaudito alla Scala, al Covent Garden e al Metropolitan, qui al debutto nel ruolo di Carmen.
Tra i luoghi del festival c’è anche, in quel di Lerici, la secolare Chiesa di San Francesco, in cui si venera un dipinto del 1480 salvato da una tempesta. In questo elegante contesto l’«Ensemble Mare Nostrum» – venti anni di attività festeggiati proprio nel 2025 – e le voci dei «Vache Baroque Singers», diretti da Andrea De Carlo, proporranno «A Midsummer Night’s Dream» (29 luglio), un concerto con musiche barocche di Alessandro Stradella e Henry Purcell. Mentre «Cantar per scherzo» (30 luglio), alla Rotonda Vassallo, è un omaggio al genio cinquecentesco di Orlando di Lasso, a cura di «Passi sparsi», formazione che proporrà l’ascolto delle «Villanelle», musiche popolari in lingua napoletana che raccontavano l’amore in modo rustico.
Non mancherà, poi, il tradizionale concerto all’alba (30 luglio), alla Marinella di San Terenzo, quest’anno con il violinista Andrea Cicalese e il fisarmonicista Antonio Del Castillo.
Completano il cartellone, nelle giornate del 3 e del 4 agosto, un recital pianistico di Matteo Cabras, un concerto con i giovani talenti di Opera for Peace, l’appuntamento lirico «Les Chemins de l’amour» e l’evento di chiusura, «Musical my life», con l’Hyperion Ensemble, seguito da un afterhour party con l’arpista Alexander Boldachev e la chitarra elettrica di Alexander Misko.

A Villa Marigolda una mostra sulle Fratture armoniche» di Arcangelo Sassolino

Per il secondo anno consecutivo, il «Lerici Music Festival» offre anche un focus sulle arti visive, a cura di Carlo Orsini e con la collaborazione della Galleria Continua. Dal 25 luglio all'8 agosto, Villa Marigola farà da scenario alla mostra «Fratture armoniche» di Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), con una selezione di opere, tra installazioni e grafiche, che sviluppano il concetto di «intermedia» teorizzato da Dave Higgins, rappresentante del gruppo Fluxus, riflettendo – si legge nella nota stampa - sul «cortocircuito che si crea tra la percezione di una immagine in movimento tramite il suono e la potenza evocativa del suono nel generare un’immagine mentale».
L'esposizione, che prevede anche un ciclo di conversazioni a colazione, si apre con «Piccolo animismo», scultura «generatrice di forme» realizzata nel 2011 per il Macro di Roma e presentata a Venezia, nell’ambito della diciassettesima edizione della Biennale di architettura. «Una turbina soffia e aspira aria in un grande parallelepipedo composto da lastre di acciaio inossidabile, saldate tra loro. Un movimento ciclico d’immissione e sottrazione d’aria in pressione - si legge nella nota stampa -determina un’evidente alterazione del volume della struttura metallica, fino al raggiungimento della tensione massima, che si manifesta con un forte impatto sonoro, una sorta di tuono indotto artificialmente».
Al primo piano della villa trovano, invece, posto una selezione di dieci opere che approfondiscono il tema della percezione della tensione visiva e sonora attraverso l’accostamento di materiali opposti, quali gomma e ferro, carta e acciaio, vetro e pietra, come avviene nel lavoro «Sospensione della scelta» (2025).
Conclude il percorso espositivo una raccolta di opere grafiche, dal titolo «Azione / reazione» (2023), rappresentazione dell’esplosione della cera sulla carta. A proposito di quest’ultimo ciclo, Arcangelo Sassolino dichiara: «Ciò che cerco di catturare è il cambiamento di stato, quell’istante in cui una cosa diventa qualcos’altro, quell’energia e quel potere che esistono nel lampo di assoluta instabilità tra due momenti di equilibrio che sono il prima e il dopo».
Il continuo divenire della materia e il carattere imprevisto della creazione dominano, dunque, la scena, mostrando le similitudini tra l’arte e la musica classica, con le sue note immortali, che rivivono e si rinnovano, interpretazione dopo interpretazione, concerto dopo concerto.

Didascalie delle immagini
1. Cartolina promozionale del Lerici Music Festival; 2. Arcangelo Sassolino, Piccolo animismo 2011. stainless steel, turbine, PLC, cm h 300 x 400 x 200 / 118,1 x 157,4 x 78,7 in. Photo: Altrospazio Piccolo Animismo, MACRO, Rome 2011; 3. Arcangelo Sassolino, L’età dell’oro 2023, rubber and hydraulic piston, 62,5 x 50 x 29 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 4 e 5. Arcangelo Sassolino, Geografie del conflitto 2024, marble and steel, 103 x 37 x 19 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 6. Arcangelo Sassolino, Sospensione della scelta 2025. Glass, stone and steel, cm h 120 x 70 x 47 - archive n. AS-2025-019. photo: Pamela Randon; 7. Arcangelo Sassolino, Resistenza bianca 2023, paper, steel, 29,5 x 46,5 x 36,5 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 8.Arcangelo Sassolino, Azione/reazione 2023, wax on paper, 31,7 x 31,7 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

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venerdì 11 luglio 2025

«Mercantia», ritorna a Certaldo il festival del teatro di strada. Spettacoli e mostre ricordano Giovanni Boccaccio a 650 anni dalla morte

Quaranta compagnie teatrali
e oltre centoventi artisti italiani e internazionali per cinque giorni all’insegna di musica, performance aeree, esibizioni di danza acrobatica e verticale, parate, equilibrismo, giocoleria, clownerie, appuntamenti con i cantastorie, spettacoli circensi e installazioni: si potrebbe riassumere così il programma di «Mercantia», il festival di teatro di strada che, da mercoledì 16 a domenica 20 luglio, animerà il borgo medievale di Certaldo, a pochi chilometri da Firenze.
Dai giardini segreti alle cripte, dalle piazze alle terrazze panoramiche, tra affreschi e mattoni rossi, la città toscana che diede i natali a Giovanni Boccaccio è pronta a trasformarsi ancora una volta, la trentasettesima dal 1988, anno di inizio della manifestazione (che allora portava il nome di «Teatralfestamercatomedievale»), in un meraviglioso palcoscenico a cielo aperto.

Tra sogni e acrobazie, gli spettacoli del festival
Il programma, ideato da Alessandro Gigli e intitolato in questa edizione «Il corpo, il borgo e il sogno», intreccia nove prime nazionali e spettacoli site specific, diciannove appuntamenti tra musica e danza, sei street band e una forte presenza internazionale con undici compagnie provenienti da Germania, Svizzera, Argentina, Finlandia, Giappone, Thailandia, Inghilterra e Paesi Bassi.
Tra gli artisti stranieri ci saranno: i tedeschi Vertical Theater con le loro «acrobazie da nausea», il fantasista latinoamericano Mencho Sosa con il suo «Football Show», l’artista rom Rašid Nikolić con le sue marionette gipsy in viaggio dalla Jugoslavia in guerra all’Italia in pace; e i britannici Graffiti Classics, «un quartetto d’archi comico che non si siede mai», protagonista di uno spassoso viaggio musicale da Beethoven a Elvis per «sedici archi, otto piedi e quattro voci».
Mentre tra i debutti nazionali si segnalano: «Corpo celeste» di ImaginaDanza, «un richiamo a praticare l’invisibile e l’incanto» con Ivana Caffaratti e Daniele Dubbini; «Ritratti a tinte forti» di Teatri d’Imbarco/Benedetta Giuntini, con un omaggio a Pier Paolo Pasolini e al suo «Valzer della toppa»; «eXterni» di Teatrop, una rilettura onirica e itinerante degli «Uccelli» di Aristofane; e «Geisha» di Ada Innocente, un viaggio nella ritualità del Giappone tra samurai, tazzine di tè ed eleganza femminile.
Debutta a «Mercantia» anche «Le donne di Dante» dell’Associazione Palcoscenico, uno spettacolo con racconti inediti, ironici e divertenti, appositamente composti e interpretati dalla scrittrice Sandra Landi, che vedrà in scena anche le musiciste Ilaria Biagini ed Elisabetta Piastri.
Non poteva, poi, mancare un omaggio al padrone di casa, Giovanni Boccaccio, con «Decameron: canzoni e storie», che porterà a Certaldo il talento istrionico di David Riondino, con le ballate raccolte nel libro «Bocca baciata non perde ventura anzi rinnova come fa la luna» (Materiali sonori, 2014). Con lui saranno in scena il filologo Maurizio Fiorilla, professore all’Università Roma3, e i musicisti Eleonora Cardellini, Paolo Antinori e Massimiliano Chiapperi.
Nel bel cartellone di «Mercantia» c’è, poi, anche un riferimento ai tempi bellicosi che stiamo vivendo con lo spettacolo «Un sogno di pace» della Compagnia Elicriso, tratto da «La crociata dei bambini» di Bertolt Brecht, che racconta «un’infanzia orfana di genitori, di riferimenti, di luoghi, di strade da percorrere».
Una serie di presenze definisce, poi, il carattere di questa edizione che parla di sogni e di «desideri nascosti in fondo al cuore», a partire da quello di volare di Leonardo da Vinci, infaticabile ideatore di invenzioni futuristiche, e a quello della fratellanza universale di San Francesco d’Assisi, «il giullare di Dio». Ecco così il «Cantico delle creature» di Ipotesi teatrale, una performance itinerante sugli elementi naturali arricchita dalla magnificenza dei costumi e delle maschere in voga nella Venezia del Settecento, e la danza verticale della compagnia Cafè Lulè sulla Torre di Casa Boccaccio, ma anche i visionari «Birdmen» di Close-Act (Paesi Bassi) e il meccanizzato cavallo «Indigo» della Lumo Company (Finlandia).
Infine, il progetto «Balla Balla Ballerino», idealmente dedicato a Pippo Delbono, porterà a Certaldo il ritmo del tango, dello swing, delle danze irlandesi e del repertorio musicale del sud Italia e delle sue feste paesane, in un viaggio, a cura del gruppo «I musicanti di Bacco» che spazierà dalla pizzica alla tarantella, dalle serenate agli stornelli.

«Mercantia» è da sempre anche artigianato: quello autentico, fatto a mano, che nasce da antichi saperi e continua a parlare con voce contemporanea. Un mercato con banchi variopinti e laboratori artigianali per imparare tecniche antiche come la lavorazione dei metalli, la modellazione dell’argilla, l’intaglio e l’intarsio del legno, l’uso delle erbe palustri racconteranno, nei giorni del festival, «La magia delle mani», o meglio quei movimenti precisi e sinuosi che, con un procedimento che ha il sapore dell’alchimia, plasmano la materia per renderla un oggetto unico e inimitabile.

Dalla collettiva «Amore, Fortuna, Ingegno» all'intervento site-specific «Image», installazioni e mostre sul «Decameron»
In questo 2025, anno in cui si commemorano i seicentocinquanta anni dalla morte di Giovanni Boccaccio, «Mercantia» parla anche il linguaggio dell’arte. Per l’occasione, le novelle del «Decameron» si trasformeranno in installazioni e racconti visivi. Le storie «Frate Cipolla», ambientata proprio a Certaldo, e «Chichibio e la gru» prenderanno vita a Palazzo Pretorio per opera di Francesca Parri, autrice di un lavoro ironico e immersivo fatto di candide piume e di carbone, e di Nicola Genco, ideatore di un omaggio raffinatamente simbolico con delicate sculture dalle forme animalesche che si stagliano verso il cielo.

Mentre al Chiostro del Convento degli Agostiniani, già luogo di meditazione e di silenzio, Serena Tani darà vita al suo «Giardino dell’Utopia», una rilettura in chiave moderna del rifugio dalla peste dei dieci protagonisti del «Decameron» in una villa fuori dalle mura di Firenze.
L’installazione «Image» ricreerà, infatti, uno spazio incantato, tra natura e artificio, abitato da fiori colorati e da uccellini in terracotta che vuole essere un luogo di «bucolica salvezza», «una sorta di paradiso naturale, che – si legge nel libretto con il programma del festival - diventa punto di riflessione per una rinnovata consapevolezza e fuga dal materiale, dalla paura, dalle incertezze […] per rigenerare lo spirito e ripensare un nuovo modo di esistere».
«Zone di sfogo» dalla quotidianità, o meglio da quella che l’artista Alessandro Di Vicino Gaudio chiama la «peste contemporanea della disumanizzazione», verranno create anche con la «Rage Room», in via Castarella, una stanza-esperienza dove «sfogare la rabbia repressa, la frustrazione sedimentata, il senso di impotenza» di fronte a un mondo sempre più veloce e performante. In questo ambiente, dalle pareti fonoassorbenti tappezzate di «graffiti rabbiosi», i visitatori potranno distruggere vecchi televisori su cui scorreranno in loop immagini di guerre, di scene di diritti civili negati, di brutture urbane.

Lasciata la «Rage Room», ci si potrà, quindi, immergere nel cuore del borgo di Certaldo, dove sarà possibile ammirare le gigantografie delle illustrazioni firmate da Claudio Cionini, Maria Ditaranto e Ilaria Leganza per l’anniversario boccaccesco, tutte e tre realizzate sotto la supervisione di Fabio Calvetti.
Nel centro storico sarà allestita anche la mostra diffusa «Amore, Fortuna, Ingegno», con opere pittoriche dagli stili e dalle tecniche differenti, realizzate da sedici artisti - Valentina Barbieri, Veronica Cairo, Anna Casu, Costanza Danielli, Vanessa Gai, Katy Maleki, Marta Martini, Valter Masoni, Giada Matteoli, Renzo Mezzetti, Lucia Pretto, Francesca Santomauro, Stelleconfuse, Sabrina Taddei, Lucia Coccoluto Ferrigni e Carolina Frasconi - che si sono ispirati ai tre temi principali del «Decameron», in un racconto corale che parla della casualità e dell’imprevedibilità degli eventi e della capacità umana di trovare soluzioni originali per superare le difficoltà, anche grazie all’amore.
Mentre nel suggestivo scenario della chiesa dei Santi Tommaso e Prospero saranno esposte le opere che il maestro ceramista Eugenio Taccini, scomparso lo scorso gennaio a 82 anni, ha realizzato per «Mercantia» nel 2003: dieci pannelli che raccontano, con colori sgargianti e una vivace espressività, altrettante novelle della celebre opera boccaccesca.

Ritornando a Palazzo Pretorio, cuore storico e simbolico del borgo toscano, si potrà, infine, visitare «Folds», personale dell’artista Marica Fasoli, con un dipinto ispirato a «Il Corbaccio», un testo in prosa composto da Giovanni Boccaccio nel 1366, noto per la sua forte impronta misogina. L’allestimento, per la curatela di Francesca Parri (così come tutto il programma espositivo del festival), presenterà, inoltre, una quarantina di opere dei cicli «Origami Box» e «Invisible People», l’uno con carte piegate e ripiegate secondo un’antica tecnica giapponese, l’altro con abiti stropicciati che parlano dell’assenza e di «quello che rimane quando il corpo non c’è più».
Completa il percorso un video per ricordare la storia Sadako Sasaki, una bambina esposta alle radiazioni della bomba di Hiroshima, ammalatasi poi di una forma grave di leucemia, che, seguendo un’antica leggenda nipponica, si mise a piegare mille gru per poter esprimere il suo desiderio di salvezza. La ragazzina morì prima di completare il suo progetto; i 356 origami restanti furono realizzati dagli amici, che la ricordarono anche con una statua nel Parco della pace a Hiroshima, oggi simbolo nel mondo del rifiuto profondo di tutte le guerre.

Appuntamento dopo appuntamento, tra sorprese e meraviglie, si arriverà, dunque, al «Gran finale» di «Mercantia»: una colorata e vivace sfilata per le vie del borgo di Certaldo con bande musicali, performer, acrobati e giocolieri. «Un’esplosione di energia e creatività» per salutare il festival e darsi appuntamento al prossimo anno.

Didascalie delle immagini
1. Mercantia - edizione 2024. Foto Manrico Tiberi; 2. Mercantia - edizione 2024. Foto Mauro Donati; 3.  Mercantia - edizione 2024. Foto Manrico Tiberi; 4. Mercantia - edizione 2024. Foto Bianchi; 5. Mercantia - edizione 2024. Foto Manrico Tiberi; 6. Mercantia - edizione 2024. Foto Mauro Donati; 7. Mercantia - edizione 2024. Foto Vulcano; 8. Illustrazione "Firenze medievale" di Claudio Cionini per Boccaccio650; 9. Illustrazione “Lisabetta da Messina – viaggio negli abissi dell’eterno amore” di Maria Ditaranto per Boccaccio650; 10. Illustrazione “La torre” di Ilaria Leganza per Boccaccio650
 

Informazioni utili
Nei giorni di «Mercantia» (dal 16 al 20 luglio 2025) è vietato l'accesso al borgo di Certaldo Alta senza biglietto (l'accesso a Certaldo Bassa è, invece, gratuito). Costo del biglietto: mercoledì, giovedì, venerdì e domenica: intero E 13,00€+ diritto di prevendita; ridotto E 11,00€+ diritto di prevendita | sabato: intero E 15,00€+ diritto di prevendita, ridotto E 13,00€+ diritto di prevendita. Riduzione valida per: bambini da 7 a 14 anni, persone con disabilità, soci Coop (solo mercoledì e giovedì), Soci Touring Club in possesso di tessera associativa in corso di validità. Abbonamento tutti i giorni (escluso il sabato): intero E 40,00€- ridotto E 30,00€. Riduzione valida per: bambini da 7 a 14 anni, persone con disabilità. Abbonamento tutti i giorni (compreso il sabato): intero E 52,00€- ridotto E 40,00€. Riduzione valida per: bambini da 7 a 14 anni, persone con disabilità. Abbonamento Soci Unicoop Firenze tutti i giorni (compreso il sabato): E 47€. Riservato ai soci Unicoop Firenze, solo se acquistato in prevendita entro il 16 luglio 2025. Ogni carta socio dà diritto all’emissione di un abbonamento a prezzo agevolato. Ingresso gratuito per i bambini di età inferiore a 7 anni. Orari: Inizio spettacoli dalle ore 20.00; mercoledì giovedì, venerdì e domenica: fino alle ore 1.00; sabato: fino alle ore 1.30. I biglietti e gli abbonamenti potranno essere acquistati: • presso la biglietteria in Piazza Boccaccio nei giorni della manifestazione dalle 17.00 alle 24.00; • sul sito https://www.ticketone.it/artist/mercantia/; • nei punti vendita TicketOne (consulta la pagina https://www.ticketone.it/help/outlets/ per trovare il punto vendita più vicino a te) • sito istituzionale del Comune:www.comune.certaldo.fi.it/it. Info Biglietti e abbonamenti su Ticketone.it. Informazioni biglietti: info@boxofficetoscana.it. Info residenti/attività: mercantia@securandsecur.it. Ufficio informazioni turistiche: tel. 0571 661219 (solo per informazioni di carattere generale)

mercoledì 9 luglio 2025

«Lugano LongLake Festival», nel Canton Ticino un’estate tra musica, teatro e arte urbana

Musica live, spettacoli, installazioni di arte urbana, attività per bambini e famiglie, danza, incontri, workshop, street food e l’irresistibile universo degli artisti di strada: Lugano è pronta a colorarsi di mille sfumature e tonalità, quelle del prismatico mondo della cultura, e a farsi abitare dall’energia contagiosa e travolgente del suo «LongLake Festival», uno dei più grandi open air urbani della Svizzera, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione.

Nel cuore dell’estate, da giovedì 10 a domenica 27 luglio, l’elegante cittadina del Canton Ticino, sulle sponde del Ceresio, conferma la propria vocazione turistica e ospita, tra le vie del centro storico e sul lungolago, oltre trecento eventi, per lo più gratuiti, a partire da tre appuntamenti ormai tradizionali, distribuiti nei tre fine settimana della manifestazione: la quarantacinquesima edizione di «Estival Jazz» (10-12 luglio), «Blues to Bop» (18-19 luglio), al suo trentacinquesimo appuntamento, e l’attesissimo «Lugano Buskers», promosso per la prima volta nel 2009.

A segnare il debutto della kermesse - organizzata dalla Divisione eventi e congressi della Città di Lugano, in collaborazione con Lugano Region e AIL - sarà il ritmo travolgente del jazz, che, per tre serate, porterà sui palchi di piazza della Riforma, piazza Manzoni e Punta Foce, artisti di fama internazionale, alcuni al loro ritorno nella cittadina elvetica, e nuove voci, anche della scena ticinese e svizzera come Christian Zatta's Nova, Jamila, Julian Brown, Jupiter Clouds, Lady Bazaar, Naomi Lareine e Pilar Vega.

Ad aprire il programma di piazza della Riforma, dove ci saranno gli appuntamenti più attesi dagli amanti dei ritmi sincopati, sarà, nella serata di giovedì 10 luglio, l’artista di origine congolese Alina Amuri, vincitrice dello «Swiss Live Talent». A seguire il leggendario Al Di Meola, considerato uno dei più importanti chitarristi dell’epoca moderna, si esibirà con l’Orchestra della Svizzera italiana, diretta per l’occasione dal maestro Fabrizio Festa. Mentre a concludere la serata saranno i Patax, travolgente gruppo di fusion latina proveniente dalla Spagna.

Il giorno successivo è previsto un concerto di Kurt Elling con gli Yellowjacket, una delle band più longeve e influenti del jazz mondiale. Seguiranno i Take 6, definiti da Quincy Jones «i più forti vocalisti del pianeta!», con il loro appuntamento che fonde gospel, jazz, R&B e pop in un’armonia cristallina. Chiuderà il programma di venerdì 11 luglio Candy Dulfer, in scena con Shelby J., sassofonista olandese e regina del funk che proporrà un set dedicato a Prince, suo mentore in passato.

La serata di sabato 12 luglio si aprirà, invece, con il cubano Gonzago Rubalcaba, considerato uno dei migliori pianisti viventi della scena mondiale, sul palco con la formazione Trio d’Été. Seguirà, quindi, l’esibizione di Jack Savoretti, cantautore italo-britannico dall’anima soul e folk, che presenterà il suo primo album in italiano: «Miss Italia». La serata si chiuderà, a mezzanotte, con Youssou N’Dour & Le Super Étoile de Dakar, leggenda della world music.

Il fine settimana successivo, quello del 18 e del 19 luglio, i riflettori saranno, invece, puntati sul «Blues to Bop», omaggio alla storia del blues in tutte le sue declinazioni. Sul palco di Villa Ciani si esibiranno il cantautore napoletano Edoardo Bennato, il celebre bluesman svizzero Philipp Fankhauser, il polistrumentista e compositore statunitense Joachim Cooder, ma anche Billy Branch, leggenda dell’armonica che vanta tre nomination e una vittoria ai Grammy Awards, e Gennaro Porcelli, uno dei principali talenti del blues italiano.

A Punta Foce e Rivetta Tell si vedranno, invece, le esibizioni di artisti «Swiss made» quali DimeBlend, Little Chevy, Marco Marchi & the Mojo Workers, Max Dega Band e Wet Rugs. Nell’ambito del cartellone, sono previsti, inoltre, due appuntamenti promossi dal LAC Lugano Arte e Cultura: il concerto degli Østrik Quintet (18 luglio) e quello dei The Voices Gospel Family (20 luglio). L’intesa con il centro culturale ticinese si estenderà anche oltre i confini di «Blues to Bop», includendo l'appuntamento «Thee Sacred Souls e Ledisi» nell’incantevole cornice naturale del Parco Ciani (16 luglio).

A chiudere il programma del «LongLake Festival» sarà, quindi, la nona edizione del «Lugano Buskers», cinque giorni di musica, acrobati, street-comedy, in programma dal 23 al 27 luglio, che vedranno esibirsi oltre quaranta artisti provenienti da tutto il mondo. «Brividi» è il tema scelto per fare da filo conduttore tra le performance dal vivo, i visual show, le proposte musicali e i workshop che si alterneranno per le strade e i palchi cittadini, da piazza Manzoni, passando per il lungolago, finendo a Punta Foce.

Il festival luganese prevede anche un focus sull’arte urbana. Tra l’8 e il 22 luglio torneranno, sulle sponde del Ceresio, i Nevercrew, ovvero Christian Rebecchi e Pablo Togni, con un nuovo intervento site-specific per la parete del Lido di Lugano.

Dall'America alla Francia, dalla Nuova Zelanda all'India, passando per la Russia, i due artisti hanno realizzato oltre cento interventi nello spazio pubblico. Il loro lavoro ruota attorno al concetto di confronto legato al rapporto tra uomo e natura e tra uomo e «sistemi», con un'attenzione particolare alle tematiche ambientali e sociali. Questo argomento sarà al centro anche dell’opera pensata per Lugano, una riflessione non solo sulle nostre relazioni con ciò che ci circonda, ma anche sul rapporto tra locale e globale, tra osservatore e osservato, «capace – raccontano gli organizzatori - di trasformarsi e di suggerire molteplici letture».

Per l’occasione è stato organizzato anche uno Street Art Tour guidato (13, 14, 20 e 21 luglio), che si concentrerà sugli interventi realizzati negli ultimi quindici anni da artisti quali Lucamaleonte, Sam3, Nevercrew, Agostino Iacurci, MP5, Dem, 108, C.T., Seacreative, Orticanoodles, Sten & Lex e molti altri ancora.

Nell'ambito del «LongLake Festival» ci sarà spazio anche per eventi dedicati ai bambini, con giochi e libri che invitano alla scoperta della natura, per il ballo (con serate Swing-Boogie, Alma Latina e Milonga) e per spettacoli teatrali. La Compagnia Onyrikon metterà in scena «Corde» (10 e 11 luglio), una proposta artistica che interroga la complessità, la crudeltà e la bellezza delle relazioni umane. Isabella Giampaolo proporrà «E tu chi sei?» (13 luglio), un monologo che si interroga sulla demenza, in particolar modo sull’Alzheimer, e sulle sue conseguenze, come una sorta di valzer della memoria. Ci sarà, quindi, «Elements» (14 luglio), un progetto performativo di UnKnown Company, in cui danza, movimento acrobatico, musica dal vivo, luce, video, costumi, opera d’arte plastica e testi poetici entrano in sinergia per creare una celebrazione della bellezza e della complessità della vita. I riflettori si accenderanno, poi, su «Un bès – Antonio Ligabue» (20 luglio), con Mario Perrotta, figura tra le più rilevanti del panorama teatrale italiano contemporaneo. Infine, Francesco Pellicini presenterà il talk-spettacolo «Storie di lago» (20 luglio).

Un cartellone, dunque, composito quello del «Lugano LongLake Festival», che, alla sua quindicesima edizione, si conferma come un momento speciale dedicato alla musica, alla cultura e allo svago nel cuore dell’estate. «Per 18 giorni, oltre 300 eventi animano la città, offrendo esperienze che emozionano, fanno riflettere e divertono – riassume a tal proposito Claudio Chiapparino, direttore della Divisione eventi e congressi Città di Lugano -. Dai concerti alle installazioni, dalle attività per bambini agli artisti di strada, ogni proposta parla ai diversi pubblici con linguaggi universali. Partendo dal Parco Ciani, il festival si estende al lungolago, valorizzando l’abbraccio naturale tra il Monte Brè e il Monte San Salvatore. «LongLake Festival» acquisisce forza e capacità di coinvolgere l'intero fronte lacustre, offrendo un'esperienza immersiva che unisce natura, cultura e spettacolo in un contesto unico e suggestivo». Il tutto concorre a farne un appuntamento da non perdere anche per chi proviene dalla vicina Italia. 

Didascalie delle immagini
1. Cirque la Compagnie - L'Avis Bidon © Albert Ortiz; 2.  Edoardo Bennato; 3. Take 6 © John Abbott; 4. Al Di Meola © Alexander Mertsch; 5. Gonzalo Rubalcaba - copyright Daniela De La Portilla; 6. Cho Kairin © Andrea Dani

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mercoledì 11 giugno 2025

«Santa», a Reggiane Parco Innovazione l’arte irriverente di Maurizio Cattelan incontra la danza

C’è un luogo a Reggio Emilia che ha riconvertito il suo glorioso passato industriale in una fucina per la creatività, l’imprenditorialità e la cultura. Si tratta di Reggiane Parco Innovazione, importante opera di riqualificazione urbana che, negli ultimi anni, ha ridato vita, grazie a preziosi interventi di restauro (apprezzati anche all’estero), a una zona periferica della città, l’attuale quartiere Santa Croce, che, nei primi cinquant’anni del Novecento, fu un distretto di eccellenza per la meccanica e la meccatronica italiana, producendo aerei, treni, macchinari agricoli e gru portuali. Nei Capannoni 15B, 15C, 17, 18 e 19 hanno trovato sede l’Università di Modena e Reggio Emilia, centri di ricerca, imprese ad alta tecnologia, ordini professionali, associazioni culturali e incubatori di start up. Ne è nato un vero e proprio polo incentrato sull’«economia della conoscenza», che ha come valori fondanti la sostenibilità, le relazioni tra individui e l’incontro tra le diversità.

Da giovedì 12 giugno
, per tre fine settimana, questi spazi, e più precisamente i capannoni 17 e 18, faranno da scenario a «Santa», un’opera site-specific dove danza, arte contemporanea e architettura si intrecciano in un percorso immersivo, coinvolgente e radicalmente sperimentale.
Prende così avvio il nuovo format (di durata triennale) «Danze dell’Utopia», ideato da Gigi Cristoforetti per il Centro coreografico nazionale/Aterballetto, altra eccellenza reggiana, con l’obiettivo di attraversare luoghi iconici e insoliti con performance capaci di coinvolgere nuovi pubblici e di far dialogare i vari linguaggi dell’arte, trasformando spazi urbani, storici o degradati, in scenari immersivi e comunitari.

Il progetto, che gode del contributo del Comune di Reggio Emilia, porta la firma di Nicolas Ballario, classe 1984, figura di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea, con all’attivo collaborazioni con Radio Rai Uno, «Rolling Stone» e «Il giornate dell’arte». Le azioni coreografiche sono affidate a Lara Guidetti, direttrice della compagnia Sanpapiè (co-produttrice della performance), che per l’occasione ha costruito un tessuto danzato instabile, nomade e potente, in costante dialogo con gli spazi di Reggiane Parco Innovazione e con le opere di Maurizio Cattelan, uno degli artisti italiani contemporanei più noti e controversi a livello internazionale, celebre per il suo linguaggio provocatorio e ironico, capace di eludere ogni definizione e amplificare ogni domanda. 

 Per l’occasione, l’archivio dell’artista ha concesso in prestito: un giocoso autoritratto («Untitled», 2001), «Homeless» (2005), opera in legno e stracci che dà voce al dramma dei senzatetto, e una riproduzione di «L.O.V.E.» (2010), la scultura monumentale in marmo di Carrara raffigurante una mano con tutte le dita mozzate tranne il medio, che fu installata nel 2010 davanti alla Borsa di Milano e che ora, in una versione dalle dimensioni ridotte, è collocata su un'Apecar.

L'azione coreografica, il cui titolo evoca le relazioni tra sacro e profano, tra spiritualità e corporeità, vedrà in scena Gioele Cosentino, Vittoria Franchina, Gador Lago Benito, Alberto Terribile, Kiran Luc Gezels, Alessia Giacomelli, Michele Hu, Karline Olivia Kotila. Il sound design è a cura di Marcello Gori; il light design porta la firma di Marcello Marchi. La progettazione e la realizzazione dei costumi e degli accessori hanno visto all’opera Maria Barbara De Marco e Fabrizio Calanna, con Nuvia Valestri.

«Cosa sia «Santa», esattamente, non è facile dirlo. Una performance? Un atto liturgico? Una mostra? Un sogno? Forse tutto questo, o forse niente di tutto questo. «Santa» - si legge sul sito di Aterballetto - è soprattutto un attraversamento. Di uno spazio,di un tempo, di un pensiero. […] Nulla è rivelato in anticipo. […] L’unica bussola è la fiducia: chi si affida al progetto sarà ricompensato con l’inatteso». 
Al punto di accoglienza, dove si ritirano le cuffie silent-disco, lo spettatore sa solo che il progetto è itinerante e che, lungo il cammino (della durata di circa un’ora), non sono previste sedute (il consiglio è di indossare scarpe comode).

I visitatori, accompagnati dalla voce di Nicolas Ballario, saranno protagonisti di un gioco percettivo che alterna ironia e struggimento, visione e spaesamento. La camminata-spettacolo è – si legge ancora sul sito di Aterballetto - «un invito. A disorientarsi. A guardare di nuovo. A credere che l’arte possa ancora sorprendere». Perché la performance multidisciplinare, definita da Nicolas Ballario «un rito collettivo anomalo» nel segno del paradosso e della metamorfosi, si propone più di accendere domande che di offrire risposte. «È un invito – spiega il curatore - a guardare, sentire e pensare senza ridurre o etichettare».
La coreografia diventa così un gesto effimero e trasformativo che attraversa la fisicità dei danzatori e i sensi degli spettatori. «I corpi dei performer – spiega Laura Guidetti - non raccontano ma evocano; non rappresentano ma si offrono come apparizioni: presenze che emergono e svaniscono, portando con sé tracce di ironia, bellezza, crudeltà e virtuosismo»

Gli ambienti industriali rigenerati si fanno, dunque, palcoscenico e controcampo, in un viaggio che richiama il senso di una civiltà sconfitta o forse appena nata. Un rave punk, una favola dark, un’invocazione laica o una marcia verso l’ignoto: ogni spettatore costruisce la propria personale chiave di lettura. Perché l’opera d’arte, qui, non è solo da osservare: è un catalizzatore per rileggere il reale. «L’arte contemporanea ha moltissimi livelli di lettura – termina Nicolas Ballario –. Non può esserci una interpretazione univoca, per questo vogliamo affidare la “critica” di queste opere così potenti a lessici e discipline molto diverse tra loro solo all’apparenza. In questi spazi, che hanno una storia così evocativa, ci spingiamo a parlare dell’“innominabile” in modo ironico e tragico allo stesso tempo. Per esorcizzarlo, per spingere la nostra immaginazione un po’ più in là».

Infine, Luca Torri, presidente Stu Reggiane, sottolinea che «portare la cultura alle Reggiane significa restituire a questo luogo la sua dimensione storica, ma anche dare un futuro a una comunità. «Santa» è un gesto forte e necessario, che ci aiuta a non dimenticare cosa siamo stati e a immaginare cosa possiamo diventare». Perché, da sempre, l’arte legge la realtà e anticipa il futuro. 

Didascalie delle immagini
1. 2 . Santa. Foto di Luca del Pia; 3.  Santa. Foto di Alice Vacondio; 4. Maurizio Cattelan, Junho, LEEUM Museum, Seoul, 2023, photo Kim Kyoungtae; 5 e 6. Santa. Foto di Luca del Pia

Informazioni utili 
Santa. Reggio Emilia – Reggiane Parco Innovazione, Capannoni 17 e 18, piazzale Europa 1
Anteprima stampa: 10 giugno 2025, ore 11:00 Spettacoli pubblici: 12, 13, 14 giugno | 26, 27, 28 giugno | 3, 4, 5 luglio Tre repliche al giorno: ore 19:30, 21:00, 22:15 
Biglietto unico: 5 euro. Acquisto online: www.biglietteriafonderia39.it/home.aspx. La biglietteria è aperta presso il Tecnopolo al Reggiane Parco Innovazione dalle ore 18.30 del 12, 13, 14, 26, 27, 28 giugno e del 3, 4, 5 luglio. I biglietti acquistati online devono essere ritirati alla biglietteria, negli orari di apertura, presentando la ricevuta d’acquisto. 
Informazioni e prenotazioni: tel. e whatsapp 3341023554. Website: www.fndaterballetto.it

venerdì 6 giugno 2025

«Cross Festival», l’edizione 2025 guarda all’India e racconta le relazioni tra arte e spiritualità

Ritorna sulle sponde del lago Maggiore «Cross Festival», evento internazionale di danza contemporanea e arti performative promosso dalla Fondazione Cross Ets, con la direzione artistica di Antonella Cirigliano.
Spettacoli, performance, installazioni, workshop, incontri di approfondimento, pratiche meditative, sessioni di yoga, eventi musicali con ospiti provenienti da Italia, India, Armenia, Danimarca, Germania, Inghilterra, Siria e Brasile – per un totale di quaranta appuntamenti – caratterizzano il cartellone della tredicesima edizione della manifestazione, in programma dal 13 giugno al 2 luglio al Sacro Monte di Ghiffa, nel vicino comune di Bee, all’interno dell’Albagnano Healing Meditation Centre, e a Verbania, in luoghi di indubbio fascino quali il teatro Maggiore, Villa Simonetta, il Museo del paesaggio, la Casa Elide Cerretti e la Chiesa metodista di Intra.
Il legame tra arte, spiritualità e tecnologia farà da filo conduttore all’intera programmazione, riunita sotto il titolo «Tone of light» ovvero «Tono di luce», un’espressione, questa, che -si legge nell’opuscolo informativo - guarda alla trascendenza come «un paesaggio dell'immaginario collettivo dai toni di colore indefiniti, ma che porta in sé una profondità luminosa capace di accompagnarci nella scoperta delle pratiche del corpo e della relazione cosmica che attraverso le arti del movimento ci tiene uniti in un abbraccio spirituale».

Dalla danza Odissi all’arte marziale Kalaripayattu, tre giorni per scoprire le arti performative indiane
Ad aprire «Cross Festival» sarà, dal 13 al 15 giugno, un focus dedicato alle arti performative indiane, a cura della danzatrice e coreografa Antonella Usai, che racconta così il suo progetto: «questi tre giorni incrociano tecniche e immaginari avvicinando la danza classica indiana alle arti marziali, il principe Siddharta a San Francesco, i raga indiani ai canti popolari del sud Italia, ma, soprattutto, la tematica spirituale a quella del selvaggio, l'eterico al carnale, l'ideale al viscerale. Il desiderio e l’auspicio sono di tornare a sentire il Sacro come nel «Siddharta» di Hermann Hesse, ovvero tornando a percepire tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i colori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme il mondo. Tutto insieme il fiume del divenire».
L’evento di apertura, nella serata del 13 giugno, all’Albagnano Healing Meditation Centre di Bee, sarà lo spettacolo «Silsila», con i coreografi e ballerini Sooraj Subramaniam e Rukmini Vyas Dwivedi, esperti a livello internazionale in danza classica indiana. «Il programma mescola Odissi e danza contemporanea, intrecciando nritta (danza pura) e abhinaya (danza espressiva), reinterpretando in chiave moderna temi tradizionali ed esplorando sfumature e peculiarità dei vari universi». Il giorno successivo, sempre a Bee, saranno in programma sessioni di Hata Yoga, con Rukmini Vyas Dwivedi e Igor Orifici, un laboratorio di arte marziale Kalaripayattu, con Arianna Romano, un workshop di teatro danza Odissi, con Sooraj Subramaniam, e la proiezione del film documentario «Heaven on Earth» di Rocio Carbajo e Nico Miranda, che racconta la nascita del centro buddhista di Albagnano per iniziativa del Lama Gangchen Rinpoche.
Nella stessa giornata a Verbania, negli spazi di Villa Simonetta, si terrà una Conferenza relazionale con la coreografa Antonella Usai e con lo staff del Mao, il Museo d’arte orientale di Torino, che dal 2022 ha attivato il programma #MAOTempoPresente, nel quale l’arte contemporanea diventa medium e motore di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale attraverso installazioni site-specific, sviluppate all’interno del programma di residenze d’artista.
Sempre sabato 14 giugno Villa Simonetta farà da scenario anche allo spettacolo di danza e Kalaripayattu «Wild Animal Memories», con Arianna Romano, e alla mostra «L’India tra sacro e performativo», con lavori di Attakkalari Dance Company, Jayachandran Palazhy ed Hemabharathy Palani, Massimiliano Troiani e Antonella Usai.
Mentre domenica 15 giugno sono in programma due incontri di approfondimento: «Divino, Femminile, Animale. Tra Yogini indiane e streghe del Cusio Ossola», con Antonella Ravani, e «La danza indiana: questioni di genere e costrutti sociali», con Alessandra Consolaro e con Lucrezia Ottoboni e Antonietta Fusco del Collettivo Dance IN. Al termine dei due appuntamenti, la compagnia «Il mutamento» presenterà «Francesco, il lupo e il principe Siddhartha», uno spettacolo per bambini e adulti di Giordano Amato, con Amandine Delclos e Claudio Micalizzi; mentre Renata Frana ed Elena d’Ascenzo proporranno «Ku, concerto per dilruba e voce», che intreccia raga indiani, ninnananne della Maiella, canti di raccolta umbri e composizioni originali. Da lunedì 16 a mercoledì 18 giugno sarà, infine, possibile frequentare sessioni mattutine di Yoga Nidra, con Rukmini Vyas Dwivedi, all’Albagnano Healing Meditation Centre.

Anche i dervisci rotanti e il rituale buddhista dell’incenso tra i «toni di luce» del festival

Chiusa la parentesi dedicata all’India, il «Cross Festival» proseguirà, il 19 giugno, al teatro Maggiore con «Dervishes Remixed», un’immersione nell’esperienza unica della danza meditativa dei dervisci rotanti, una pratica propria degli asceti islamici della tradizione Sufi, che vedrà protagonisti, tra gli altri, Giovanni di Cicco e il derviscio Ahmad Rifai Hambrouch. Nella stessa giornata, a Bee, andrà in scena la performance «Sinfonia H2O», un omaggio all'essenza dell'acqua, fonte sacra di vita, origine di tutto e custode della memoria, proposto da Francesca Cinalli e Paolo De Santis di Tecnologia Filosofica.
Il giorno successivo, venerdì 20 giugno, Il Maggiore farà da scenario alla presentazione del libro «Dove vai così di fretta?», scritto dal Lama Michel Rimpoche, guida spirituale del centro buddhista di Albagnano, che accompagnerà i presenti in un viaggio alla riscoperta della felicità, intrecciando aneddoti personali e riflessioni profonde sul nostro vivere quotidiano, per invitare il pubblico a «guardare la vita con occhi nuovi, ad abbandonare schemi rigidi e paure, per riscoprire il valore della consapevolezza e della gentilezza».
Seguiranno due spettacoli: «Mirada», con la performer Elisa Sbaragli, e «Cani Lunari», il nuovo lavoro di Francesco Marilungo, in anteprima nazionale, che, seguendo le riflessioni di studiosi come Carlo Ginzburg ed Ernesto De Martino, esplora la magia come una forma di sapere alternativa e indaga la figura della strega, della guaritrice, della magiara. 
Il festival proseguirà, sabato 21 giugno, con «Sirene», una performance itinerante e immersiva negli spazi urbani di Verbania, guidata dalla performer Sara Vilardo e dall'artista multidisciplinare Sonja Winckelmann Thomsen, che mira a esplorare il viaggio di ritorno da una prospettiva contemporanea, prendendo spunto dall’«Odissea» di Omero: il rientro a casa diventa così una vera e propria esperienza trasformativa alla scoperta di sé.
Villa Simonetta ospiterà, quindi, la prima nazionale della performance «Dove cresce ciò che salva | Archivio sentimentale del movimento», di e con Francesca Foscarini. Mentre domenica 22 giugno, in piazza San Vittore, a Verbania, si terrà lo spettacolo «Hit Out», con la compagnia Parini Secondo e il musicista e produttore Bienoise: un viaggio intenso e pulsante dove il salto della corda si trasforma in uno strumento percussivo capace di dar voce a ritmi, movimenti e riflessioni.Martedì 24 giugno ci si sposterà all’Albagnano Healing Meditation Centre per la performance itinerante «Storia di un ruscello», primo progetto da autrice di Erica Meucci, che si configura come «un racconto per immagini, una camminata nei boschi, una danza scritta per un’interprete e una pietra», che prende spunto – racconta l’artista - dalle idee ecologiche del geografo anarchico Élisée Reclus, «secondo il quale per ricollocarsi al fianco degli altri esseri viventi è necessario riconoscersi vulnerabili ed esposti al pericolo, svincolandosi da un’idea di dominio ed entrando in relazione con gli ambienti che attraversiamo, lasciandoci plasmare da essi».
«Cross festival» proseguirà, quindi, a Verbania con «Alloro_Varietà Aurea» (25 e 27 giugno) della compagnia Tecnologia Filosofica, all’Atelier Casa Ceretti, e con l’installazione performativa e contemplativa «Coming to Matter» (25 giugno), uno spazio di incontro e intra-azione della materia, tra corpi umani e minerali, che vedrà in scena, al Museo del paesaggio, Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli. Ci sarà, quindi, la prima nazionale dell’installazione performativa «Garden Alchemy» (26 e 27 giugno) alla Chiesa Metodista Evangelica di Intra: un’esperienza multimediale, interattiva e tattile, curata da TinDrum e Art of Listening, dove musica, animazione dipinta a mano e installazioni immersive convivono in armonia invitando il pubblico a esplorare i rapporti umani come atto ecologico. Poi, Villa Simonetta si trasformerà nel regno della performance con «Augmented Nature: Verbania Edition», sul valore del silenzio e sul potere del qui ed ora, «Perle Sparse - Perles fanné par tous», sul tema del viaggio e sul ritorno al proprio luogo d’origine, e «UMMN - Il viaggiatore immobile» (27 e 28 giugno).
Ci si sposterà, poi, al Santuario di Ghiffa, dove la Compagnia EgriBiancoDanza presenterà, sabato 28 giugno, la prima regionale della performance itinerante «I sentieri del mistero», «una danza perpetua che esprime precarietà e passione, inquietudine e speranza». A seguire, nel giardino dell’Hotel «Il Chiostro» di Verbania, si terrà l’anteprima nazionale di «Fatigue», una performance corale, vocale e fisica, sull’atto di andare avanti in un percorso che evoca una scalata e una processione, a cura di Irene Russolillo, con in scena quattro danzatori armeni sulle composizioni musicali del verbanese Edoardo Sansonne.
A chiudere il festival saranno, nella giornata di mercoledì 2 luglio, il rituale dell'Incenso e l’appuntamento «Voci dal Bosco» con la compagnia «Teatro Selvatico» di Elena Borgna, una camminata guidata per bambini e adulti nella natura che circonda l’Albagnano Healing Meditation Centre, dove gli alberi prenderanno idealmente la parola e racconteranno miti e leggende sulle relazioni tra l’uomo e l’ambiente. Un percorso, dunque, composito e interessante alla ricerca delle relazioni tra arte, danza, teatro, tecnologia e spiritualità quello proposto del festival verbanese che, come suggerisce l’opuscolo informativo, fa propria un’espressione dello scrittore indiano Sri Aurobindo, tratta dal libro «La sintesi dello yoga»: «L'arte è il linguaggio dell'anima. L'artista è colui che riesce a cogliere l'invisibile e a tradurlo in forme che parlano al cuore dell'umanità».



Didascalie delle immagini
1.Dervishes Remixed. Foto Donato Acquaro; 2. Rukmini Vyas Dwivedi Pattu. Foto Mohan Dravid; 3. Francesco Marilungo, Cani Lunari. Foto Luca Del Pia; 4. Ultimabaret, Pleasure Rock, workshop-Cross; 5. FRANCESCO, IL LUPO E-IL PRINCIPE SIDDHARTA. Compagnia Il Mutamento. Foto Virginia Boscolo; 6. Teatro selvatico. Voci dal bosco. Foto: Davide Comandu; 7. Sooraj Subramaniam. Foto Tom-Decuyper; 8. Lama Michel Rinpoche. Foto: Freya Helders


Per saperne di più
www.crossproject.it

mercoledì 4 giugno 2025

«Casanova, Venezia e l’Europa»: trecento anni tra seduzione e mito in scena alla Fondazione Cini

Si apre con il simposio internazionale «Casanova in time 1725 – 2025» l’intenso programma di appuntamenti ideato dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia in occasione dei trecento anni dalla nascita di Giacomo Casanova (2 aprile 1725- 4 giugno 1798), una delle figure più affascinanti, controverse e misteriose del Settecento, emblematica di un mondo che stava ormai scomparendo, l’Antico Regime e la Repubblica veneziana, ma anche delle inquietudini e delle trasformazioni che animavano la società moderna.

Da mercoledì 4 a sabato 7 giugno una quarantina di studiosi provenienti da università e centri di ricerca di tutta Europa si riuniranno sull’isola di San Giorgio Maggiore, in Sala Barbantini, e negli spazi dell’Aula Magna di Ca’ Dolfin per ripercorrere la storia e l’opera di un uomo dalla vita avventurosa, che fu scrittore, diplomatico, agente segreto, viaggiatore instancabile e giocatore d’azzardo, il cui nome rimane irrimediabilmente legato alla sua fama di seduttore e libertino.

Dagli intrighi nelle ambasciate di Spagna fino alle turbolente missioni in Polonia, dalle amicizie con Manon Balletti o Max Lamberg all’eredità culturale raccolta da intellettuali quali Giovanni Comisso e Federico Fellini, il simposio, promosso in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, si concentrerà principalmente sullo spirito europeo di Giacomo Casanova.

In questi stessi giorni, nei quali ricorre anche l'anniversario della morte di Giacomo Casanova, avvenuta il 4 giugno 1798, nello sperduto castello di Dux (oggi Duchcov, in Repubblica Ceca), sarà possibile partecipare anche a due inediti appuntamenti musicali. Giovedì 5 giugno, alle 19, all’auditorium «Lo Squero» andrà in scena il concerto-racconto «Vivaldi e Casanova. Incontri fantastici e singolari coincidenze», che ricostruisce un possibile incontro tra «il prete rosso» e il celebre avventuriero, appena sedicenne alla morte del compositore, ma già imperniato di quel mondo fatto di calli, canali, teatro ed eleganza.
«Nessuna fonte – spiega Francesco Fanna, direttore dell’Istituto italiano Antonio Vivaldi - riporta che si siano conosciuti, ma alcune coincidenze suggestive ci hanno portato a immaginare una storia che poggia su fatti, personaggi e luoghi che potrebbero aver avvicinato i due, per tracciare il profilo di un incontro immaginato tra reale e fantastico».

Mentre venerdì 6 giugno, ore 18, al Padiglione delle Capriate, sull’isola di San Giorgio Maggiore, il musicologo e violinista Javier Lupiáñez proporrà al pubblico un viaggio musicale da Venezia a Dresda, alla scoperta del linguaggio espressivo di Antonio Vivaldi e della sua eredità attraverso alcuni dei suoi allievi più illustri, come il violinista tedesco Johann Georg Pisendel e le celebri soliste dell’Ospedale della Pietà, Anna Maria e Chiara.

Il programma che la Fondazione Giorgio Cini dedica a Giacomo Casanova proseguirà per tutto il 2025 con giornate di studi, convegni, workshop, concerti per culminare con la grande mostra che coinvolgerà, da ottobre 2025 a febbraio 2026, la Galleria di Palazzo Cini a San Vio e le due sale, Carnelutti e Piccolo Teatro, sull’Isola di San Giorgio Maggiore.

Al centro dell’esposizione, che si avvale del coordinamento scientifico di Luca Massimo Barbero, ci saranno la straordinaria silloge di caricature presenti nell’Album di Anton Maria Zanetti il Vecchio e una selezione di dipinti, disegni, incisioni, oggetti, libri e ulteriori testimonianze provenienti dalle raccolte della Fondazione Cini unitamente a preziosi prestiti di musei e collezioni italiani ed esteri.

In mostra ci saranno anche i materiali del Fondo Nino Rota conservati dall’Istituto di musica, che si riferiscono al celebre film «Il Casanova di Federico Fellini» (1976): quaderni con appunti musicali, spartiti manoscritti, fotografie. Dal Fondo Malipiero, invece, saranno disponibili altri documenti, che testimoniano la particolare attenzione del compositore per il Settecento veneziano, cui ha dedicato un importante corpus di opere, oltre che un testo («Giacomo Casanova e la musica», in «Il filo d’Arianna. Saggi e fantasie», Einaudi 1966), di cui si conservano appunti e trascrizioni.

Chi fosse a Venezia in questi giorni può immergersi nelle atmosfere dell’epoca casanoviana, riscoprendo la proverbiale eleganza dell'intellettuale lagunare e  lo stile di un'epoca fatta di conversazione, salotti e mondanità, anche grazie alla mostra «Il seduttore», allestita fino al 27 luglio al Museo di Palazzo Mocenigo - Centro studi di storia del tessuto e del costume

Con prestigiosi esemplari provenienti dalle ricche collezioni dei Musei civici veneziani accanto a prestiti dal Museo Stibbert di Firenze, l’esposizione, a cura di Roberta Orsi Landini e Chiara Squarcina, mette in luce come l’abbigliamento maschile abbia subito una progressiva trasformazione: da espressione di potere e forza a simbolo di raffinatezza, cultura e sensibilità. La moda del tempo, che si codifica principalmente nel completo di tre pezzi - marsina, gilè e calzoni - si affina e si semplifica, abbandonando le ridondanze dei secoli precedenti e anticipando l’eleganza discreta che ancora oggi caratterizza il vestire maschile.

Venezia, come altre capitali della moda, gioca un ruolo chiave nella produzione di tessuti raffinati, con sete dai disegni innovativi e colori audaci che definiscono l’eleganza maschile del tempo. L’abbondanza di ricami in oro e argento e l’uso di pietre preziose rendono ancora più raffinati questi abiti, simbolo di un’epoca spesso bollata come civettuola e frivola. L'importanza che, in quel frangente, aveva l'apparenza viene ben delineata dallo stesso Giacomo Casanova nella sua «Histoire de ma vie» («Storia della mia vita», conosciuta anche come le «Memorie»), : «L’indomani di buon’ora il duca mi mandò a dire dal suo paggio che, se volevo andare con lui a baciare la mano al re, dovevo mettermi in abito di gala. Indossai una veste di velluto raso di color rosa, ricamato a lustrini d’oro, e baciai la mano del re, tutta coperta di geloni. Ebbi l'onore di pranzare alla destra della duchessa, che, dopo aver esaminato il mio vestito, si credette in dovere di dirmi che non aveva mai visto una maggiore sciccheria. È in questo modo, signora - le dissi - che io cerco di sottrarre la mia persona ad un esame troppo rigoroso».

Didascalie delle immagini
1. Francesco Guardi, Veduta di San Giorgio Maggiore. Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei disegni e delle Stampe; 2. Anton Maria Zanetti, Il trillo di Anton Maria Bernacchi. Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei disegni e delle Stampe; 3. Gerda Wegener, Casanova a Venezia, incisione acquerellata, 1927; 4 e 5. Palazzo Mocenigo, Venezia. Il seduttore. Il rinnovamento dell’immagine maschile al tempo di Casanova, exhibition view. Courtesy: Fondazione Musei civici Venezia 

Per saperne di più
https://www.cini.it/
https://mocenigo.visitmuve.it/