ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 30 aprile 2021

A Bologna la cultura riparte da «Art City»

La cultura a Bologna riparte da «Art City», programma istituzionale di mostre e iniziative speciali, che, di consuetudine, viene presentato in occasione di Arte Fiera. La pandemia ha costretto l’Amministrazione comunale a rivedere i suoi piani e, mentre l’evento mercantile felsineo è stato posticipato direttamente al 2022, la grande festa delle mostre, dei musei e dell’arte del presente, che ogni anno anima la città alla fine di gennaio, verrà proposto come evento primaverile, nel fine settimana dal 7 al 9 maggio, inaugurando il cartellone di Bologna Estate 2021. La manifestazione, una delle più amate della città, vuole così rappresentare un’occasione di rinascita per la vita culturale bolognese che ha attraversato e sta vivendo tuttora un periodo di difficoltà e di sfide estremamente impegnative. «Art City» si configura, dunque, -raccontano gli organizzatori - «come una beneaugurante scintilla di ripartenza della socialità e della fruizione in presenza della creatività artistica, fermo restando il rispetto delle condizioni di sicurezza dettate dallo stato dell'emergenza sanitaria per il Covid-19».
Con la direzione artistica di Lorenzo Balbi e il coordinamento dell'Istituzione Bologna Musei, la nona edizione di «Art City» sarà costruita come una grande visita della «città che non c’è»: una Bologna insolita, vista attraverso la lente trasformatrice dei linguaggi contemporanei. Spazi pubblici e privati anche molto differenti - dal teatro storico di villa Aldrovandi-Mazzacorati all’ex Gam, dal cimitero della Certosa alle serre dei Giardini Margherita, fino al suggestivo rifugio antiaereo di villa Revedin – saranno messi a disposizione per eventi artistici, insieme ai musei cittadini e alle gallerie private del territorio.
La ricerca di percorsi inaspettati e la possibilità di accedere a luoghi particolari, inusuali e normalmente fuori dai circuiti canonici della fruizione culturale caratterizzeranno, dunque, questa edizione della kermesse, che avrà anche un’immagine coordinata completamente rinnovata. L’ideazione e lo sviluppo sono stati affidati a Filippo Tappi (direttore artistico) e Marco Casella (visual and design) che sono partiti dal personaggio di Peter Pan, non tanto quello disneyano quanto l’originale creato da James Matthew Barrie nel 1902: non un eterno bambino, ma un ibrido tra un uccello e un essere umano, in perenne e immobile transizione di identità. A partire da queste suggestioni, l’idea grafica si basa sull’essere più cose contemporaneamente come appunto appare la sfaccettata figura di Peter Pan, accompagnata nella cartellonistica da una o più stelle, piccoli timonieri da seguire durante il proprio percorso di visita, che può essere agevolmente progettato a casa con la guida di questa edizione, a cura di Lorenzo Balbi, Caterina Molteni e Sabrina Samorì, pensata per una fruizione più lenta, partecipata e non frenetica degli eventi espositivi.
In occasione di «Art City» 2021, rassegna riservata principalmente al pubblico di prossimità, con l’intento di coinvolgere i bolognesi in una «riappropriazione gioiosa» di luoghi noti e meno noti del territorio in cui vivono, è stato, inoltre, pensato un sistema centralizzato di prenotazione - telefonico (ai numeri 051.6496632 e 051.6496637 con i seguenti orari: 3 e 4 maggio, ore 16:00 - 20:00; 5, 6, 7, 8 e 9 maggio, ore 10:00 - 20:00) e on-line - che consentirà di riservare l’accesso alle diverse sedi in giornate e fasce orarie precise, con ingresso per slot numerici in base alla capienza degli spazi.  Per il sabato e la domenica la prenotazione è sempre obbligatoria e deve essere effettuata entro il giorno precedente la visita. 
Scena artistica italiana, intergenerazionalità, intermedialità sono i tre concetti chiave di questa nuova edizione di «Art City», che spazierà tra i linguaggi più vari: video, installazioni, performance, disegni, opere radiofoniche e sonore, allestimenti site-specific.
Il progetto speciale del 2021 si apre all’internazionalità con l’installazione ambientale dell’artista tedesco Gregor Schneider (Rheydt, 1969) all’Ex Gam: i visitatori, inoltrandosi uno alla volta all'interno della casa di N. Schmidt, personaggio misterioso presentato per la prima volta alla Biennale di Venezia del 2001, avranno l’opportunità di provare a ricostruirne l’identità di quest’uomo, il suo spazio intimo e domestico.
Il main program offre, invece, una selezione di progetti di artisti italiani, giovani, mid-career e affermati, attraversando più generazioni. Si va dalla giovanissima Beatrice Favaretto (Venezia, 1992) a Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) a Palazzo Boncompagni, passando per Annamaria Ajmone (Lodi, 1981) e Felicity Mangan (Geelong Australia, 1978) al cimitero monumentale della Certosa, Carola Bonfili (Roma, 1981) nel rifugio antiaereo di Villa Revedin, Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979) al LabOratorio degli Angeli, Matteo Nasini (Roma, 1976) in live streaming su Radioimmaginaria, Riccardo Baruzzi (Lugo, Ravenna, 1976) al teatro storico di villa Aldrovandi-Mazzacorati, Chiara Camoni (Piacenza, 1974) a Palazzo Bentivoglio, Margherita Morgantin (Venezia, 1971) agli Orti comunali - Boschetto lungo Reno, Sabrina Mezzaqui (Bologna, 1964) all’Oratorio di San Filippo Neri, Alessandro Pessoli (Cervia, 1963) a Palazzo Vizzani, Stefano Arienti (Asola, Mantova, 1961) in piazza Costituzione e Norma Jeane (Los Angeles, 1962) alle serre dei Giardini Margherita.
Unico main project dedicato a un artista storico è quello su Vincenzo Agnetti al Padiglione de l’Esprit Nouveau, sostenuto da Banca di Bologna, con al centro l’opera «Neg».
Anche nel programma istituzionale prevalente è lo spazio riservato agli interventi di artisti italiani: Aldo Giannotti esporrà nella Sala delle Ciminiere del Mambo, Helen Dowling a Villa delle Rose, Giorgio Morandi al Museo Morandi, Maurizio Donzelli al Museo civico medievale, Flavio Favelli, Nanni Menetti e Dario Bellini alle Collezioni comunali d’arte, Virginia Zanetti nelle sale espositive del secondo piano di Palazzo d’Accursio, Franco Vimercati a Casa Morandi, Nino Migliori all’Archiginnasio e al Teatro comunale di Bologna, Mimmo Paladino alla Biblioteca Salaborsa, Giulia Marchi alla Biblioteca Jorge Luis Borges, Giacomo Verde nella Cappella di Santa Maria dei Carcerati di Palazzo Re Enzo, Nicola Samorì a Palazzo Fava, Angelo Bellobono al Parco di Villa Ghigi, Simone Carraro al Parco del Cavaticcio, Matteo Nasini al Cubo Unipol e Trac - Tresoldi Academy nell’area Ex Mercatone Uno.
Tra i progetti collettivi si segnalano, invece, «Contenere lo spazio» nella Project Room del Mambo, «Carapelli for Art - Premio arti visive. III edizione» al Museo internazionale e biblioteca della musica, «41. Un secolo di disegno in Italia» nella sede espositiva della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, «All Stars» al mtn | museo temporaneo navile, «Impronte. Giovani artisti in residenza - Open studio» alla Raccolta Lercaro, «Open-Close. Mostra dei vincitori del concorso Zucchelli 2021» allo Zu.Art giardino delle arti di Fondazione Zucchelli.
Nel programma, in costante aggiornamento sul sito artcity.bologna.it, confluiranno anche altre iniziative allestite in spazi pubblici, privati e indipendenti della città, che ogni anno punteggiano l'inverno bolognese con i linguaggi del contemporaneo. Il 2021 ci regalerà, quindi, un «Art City» inedita: «un’edizione – afferma Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei- che sorprende, emoziona, ricca di creatività, diversa e innovata rispetto alle precedenti, che accompagna i bolognesi e i turisti in un cammino di riappropriazione del piacere e gusto di riavvicinarsi all’arte in presenza e totale sicurezza».

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Immagine coordinata dell'edizione 2021 di Art City; [fig. 3] Guida dell'edizione 2021 di Art City; [fig. 4] Samorì, Sofonisba, 2021. Opera esposta nella mostra Samorì. Sfregi al Palazzo Fava di Bologna; [fig. 5] 1. Carol Rama, Senza titolo, 1996, tecnica mista su carta stampata, 24x34 cm. Collezione privata, Bologna, foto credit Alessandro Ruggeri. Opera esposta nella mostra «41. Un secolo di disegno in Italia» alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna; [fig. 6] Bruno Munari, Tensostruttura, 1935, disegno a china su carta, 27x17 cm. Courtesy Galleria Corraini. Opera esposta nella mostra «41. Un secolo di disegno in Italia» alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna 

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giovedì 29 aprile 2021

Cinque anni di successi per la Fondazione Giancarlo Ligabue di Venezia. Tra i prossimi appuntamenti la mostra «Power and Prestige»


«Cinque anni dedicati alla cultura, per conoscere e far conoscere»: così la Fondazione Giancarlo Ligabue inizia il bilancio sul suo primo lustro di attività con lo sguardo sulla sua città, Venezia, ma anche sul resto del mondo.
Il desiderio iniziale era di non disperdere ma anzi di valorizzare e di rendere fruibile l’enorme patrimonio di opere, documenti e testimonianze che l’imprenditore e paleontologo Giancarlo Ligabue aveva raccolto in tanti anni di spedizioni e di amore per il collezionismo, aprendo questi beni a nuove prospettive, a nuove visioni, a nuove sfide.
Quell’«arca della conoscenza capace di affascinare e sorprendere chiunque abbia sete di sapere», come l’aveva definita Alberto Angela il giorno dell’inaugurazione, salpava così, nel 2016, verso un nuovo viaggio, con l’intento di far scoprire al più ampio numero possibile di persone culture e civiltà diverse, ma anche con la volontà di interrogarsi sui tanti fronti del sapere e dell’umanità, della scienza e dell’arte, operando per la tolleranza, il dialogo, la scoperta.
Cinque anni dopo, a parlare del successo della fondazione diretta da Inti Ligabue, il figlio di Giancarlo, che ha dato nuova linfa al Centro studi e ricerche Ligabue, nato nel 1973, sono i numeri degli eventi organizzati, a partire da quattro mostre di grande successo, che hanno dato vita a otto momenti espositivi, visitati da oltre 250mila persone, con trecento laboratori per bambini e quattrocento visite guidate per gruppi, ma anche con ventisei conferenze tematiche e oltre 18mila copie di cataloghi venduti.
Sei sono stati, invece, i dialoghi che hanno portato a Venezia personalità del mondo scientifico, storico e culturale come Piergiorgio Odifreddi, Philippe Daverio, Alberto Angela, Carlo Vanoni, Samantha Cristoforetti, coinvolgendo oltre tre mila spettatori.
In questi anni è stata portata avanti anche l’attività del «Ligabue Magazine», diretto da Alessandro Marzo Magno e con la direzione editoriale di Alberto Angela: un appuntamento semestrale con l’arte, la scienza, la cultura e i viaggi verso luoghi remoti del mondo. Nell'ultima pubblicazione, la numero settanta, Emiliano Guanella ci parla dell’importanza del patrimonio culturale che risiede negli anziani di alcune tribù nella foresta Amazzonica. Luca Mercalli ripercorre la storia dei cambiamenti climatici nelle epoche passate, portando alla luce alcuni curiosi episodi della storia del climate change. Alessandra Viola racconta, poi, l’importanza degli alberi, organismi capaci di sopravvivere nei secoli anche nelle condizioni più estreme e agli eventi più devastanti della nostra storia, dalle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki al disastro del Vajont, senza dimenticare l’attentato delle Torri Gemelle. Mentre l’ultimo articolo è dedicato al tempo con un viaggio tra gli orologi presenti in Laguna.
Parallelamente alla pubblicazione cartacea del semestrale «Ligabue Magazine», che nel 2022 compirà quarant’anni, prosegue il progetto 50x50, con il quale la Fondazione Giancarlo Ligabue rende disponibili gratuitamente i propri archivi on-line, regalando ai lettori la possibilità di consultare i primi cinquanta numeri della rivista, attiva dal 1° ottobre 1982.
La difficoltà di spostarsi in questi mesi, causata dalla pandemia, aumenta ancora di più il valore di questo progetto che permette di viaggiare - attraverso le pagine del magazine – alla scoperta di nuovi luoghi e civiltà.
Il compleanno della fondazione – segnato dall’intitolazione nel 2020, da parte del Comune di Venezia, del Museo di storia naturale a Giancarlo Ligabue - diventa anche l’occasione per presentare i nuovi progetti, a partire dalla mostra «Power and Prestige. L’arte dei bastoni del potere in Oceania», in programma dal prossimo 15 ottobre a Palazzo Cavalli Franchetti. Curata da Steven Hooper, professore e direttore della Sainsbury Research Unit per le arti dell’Africa, Oceania e Americhe, all’Università dell’East Anglia nel Regno Unito, l’esposizione riunirà, per la prima volta in Italia e in Europa, oltre centocinquanta bastoni del potere realizzati nel XVIII e XIX secolo, una decina dei quali appartenenti alla collezione Ligabue.
Lungo il percorso espositivo saranno proposti pezzi rari e importanti, provenienti dalle principali collezioni del Regno Unito e dell’Europa continentale; manufatti incredibili, a lungo considerati armi di selvaggi e relegati a un ruolo minore, mostrati ora nella loro stupefacente bellezza scultorea e nei loro significati culturali di opere d’arte, rappresentazioni di divinità, status symbol, armi impressionanti, pregiati oggetti di scambio e accessori per le cerimonie.
Mentre il 2022 vedrà la fondazione impegnata nell’organizzazione della mostra «De visi mostruosi. Caricature da Leonardo a Tiepolo», che ruoterà attorno a una decina di notevoli disegni inediti della collezione Ligabue, tra cui una «Testa di vecchia» attribuita a Leonardo da Vinci, che verrà presentata al pubblico per la prima volta. Lungo il percorso espositivo saranno esposte una selezione di «teste caricate», ovvero di ritratti grotteschi e caricature provenienti da importanti musei internazionali, realizzati dalla fine del XV al XVIII secolo. Si tratta di disegni originali, incisioni, acquarelli e preziosi libri a stampa che documenteranno la continuità di una tradizione artistica presente nell’Italia settentrionale che, da Leonardo Da Vinci, prosegue nel corso dei secoli.
Quindi, nel 2023, la scena sarà per «Animal Art». In un anno importante - in cui verrà anche ricordato mezzo secolo di impegno della famiglia Ligabue nella cultura - il programma prevede una mostra di forte interesse, centrata sulle rappresentazioni zoomorfe dal III millennio alla Roma antica nell’area del Mediterraneo, con alcuni richiami e focus a culture extraeuropee di indubbio fascino.
Infine tra gli obiettivi ambiziosi per il futuro, c’è l’apertura di Palazzo Erizzo-Ligabue ai visitatori per la visita a piccoli gruppi. Senza rinunciare alla flessibilità espositiva per le mostre temporanee, si intende, infatti, rafforzare il legame tra il pubblico e il prestigioso edificio che è sede della fondazione sul Canal Grande, in modo che la collezione esposta a rotazione diventi accessibile, su prenotazione e a numero chiuso, attraverso visioni continuamente nuove. L’idea è quella di avere un visiting curator differente ogni anno, che possa soffermarsi su opere e nuclei collezionistici offrendo, di questo patrimonio d’arte e storia, chiavi interpretative sempre differenti e stimolanti.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Una immagine della mostra Idoli, organizzata dalla Fondazione Ligabue di Venezia; [fig. 2] [Fig. 2] Bastone cerimoniale: Club Culacula. Cultura locale Isole Fijan, XIX secolo d.C..Legno Altezza 106 cm. Venezia, Collezione Ligabue; [fig. 3] Cratere a colonnette. Cultura Corinzia. Cerveteri, Italia, V secolo a.C.; Ceramica, Altezza 28,9 cm. Collezione Ligabue; [fig. 4] Rhyton. Cultura Achemenide. Iran, IV secolo a.C..Argento dorato; Altezza 25 cm. Collezione Ligabue; [fog. 4] Giambattista Tiepolo, Caricatura di Gentiluomo con tricorno, 1696-1770. Disegno: penna e acquerello seppia, 201 x 139 mm. Collezione Ligabue 

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mercoledì 28 aprile 2021

Dal balletto «Pippi Calzelunghe» al tango argentino: Arte Tv celebra la Giornata mondiale della danza

L’incontro tra musica e movimento o, come affermava Federico García Lorca, il «camminare sull’acqua, ma dentro una fiamma» ha una sua giornata internazionale. Dal 1982, grazie a una decisione dell’Unesco, il 29 aprile di ogni anno si celebra la danza, una delle arti più antiche e quella che permette al corpo umano nella sua interezza di esprimersi con un linguaggio universale che non conosce barriere o confini.
In occasione della trentasettesima edizione, Arte Tv, canale culturale europeo presente anche in Italia, propone nove spettacoli di danza da guardare gratuitamente, che celebrano le diverse sfumature di questa disciplina, in un viaggio che spazia dal tango argentino alla performance contemporanea che sfrutta le potenzialità della tecnologia.
In attesa di poter ammirare nuovamente le performance di artisti e ballerini dal vivo e all’interno dei teatri, luoghi che in Italia hanno appena riaperto al pubblico e che hanno avuto poco tempo per organizzare eventi per questa data, la danza può, dunque, essere celebrata da casa.
Tra le proposte di Arte Tv c’è il balletto classico «Pippi Calzelunghe», andato in scena all’Opera di Helsinki e disponibile sulla piattaforma fino al 25 maggio. Il mondo fantasioso e straordinario della forzuta bambina con le trecce rosse e le lentiggini nata dalla penna dell’autrice svedese Astrid Lindgren è raccontato per l’occasione dal ballerino e coreografo svedese Pär Isberg e dalle musiche di Georg Riedel e Stefan Nilsson.
Tra gli spettacoli da vedere su Arte Tv c’è anche un balletto equestre: «Il Requiem di Mozart», disponibile fino al 17 maggio. Bartabas, celebre regista e coreografo di animali francese, e l’Accademia nazionale di Versailles invitano il pubblico a uno spettacolo pieno di poesia, con Marc Minkowski a dirigere l’orchestra «Les Musiciens du Louvre», il coro Salzburger Bachchor e i solisti Genia Kühmeier, Elisabeth Kulman, Julien Behr e Charles Dekeyser.
Dal mondo equestre si passa a quello della boxe con «La pugile innamorata», uno spettacolo musicale dove musica, danza e sport si incontrano tra emozioni, fisicità e ambiguità. Fonte di ispirazione è «La Boxeuse amoureuse», del cantautore francese Arthur H, una canzone del 2017, accompagnata da un videoclip suggestivo nel quale si affrontavano - simbolicamente - la ballerina étoilée Marie-Agnès Gillot e Roschdy Zem. A distanza di tre anni «La Seine Musicale» è stato adibito a ring per accogliere il ‘combattimento’ tra la stessa Gillot e il pugile professionista Souleymane Cissokho, sottolineato dalle note di H.
Altro balletto da non perdere è «Maria de Buenos Aires», un omaggio ad Astor Piazzolla visibile fino al 31 maggio. Lo spettacolo, che porta all’Opera nazionale del Reno di Strasburgo le musiche e le movenze del tango argentino, è diretto e coreografato da Matias Tripodi, affiancato per l’occasione dall’orchestra «La Grossa», diretta da Nicolas Agullo.
«Nomad», disponibile sulla piattaforma fino al 15 ottobre 2022, è, invece, un viaggio danzante nel deserto con Sidi Larbi Cherkaoui. Nato a Praga, il progetto ha ottenuto una fisionomia definitiva al Teatro nazionale della Bretagna di Rennes grazie alla mente visionaria del coreografo belga che ha unito il ritmo dei canti tradizionali delle musiche sufi, interpretate dalla compagnia Eastman, a quello della musica elettronica di Felix Buxton. Lo spettacolo evoca tutti gli elementi tipici di un ambiente tanto inospitale quanto affascinante e in grado di stimolare tra gli uomini aiuto reciproco, spiritualità e ricerca di libertà.
Dalle dune del deserto ci si può spostare virtualmente davanti alle onde del mare con «Acqua alta», spettacolo del duo francese Adrien M e Claire B (Adrien Mondot e Claire Bardainne) in cui poesia ed estetica si mescolano alla realtà virtuale grazie alle performance di realtà aumentata e dove la danza viene proiettata verso il futuro. Visibile sulla piattaforma fino al 6 gennaio 2022, la performance espone le tribolazioni di un uomo e una donna alle prese con l’alta marea e porta in scena un incontro fiabesco, tra danza e animazioni, e all’insegna del rispetto dell’ambiente.
Tra gli spettacoli da vedere su Arte Tv c’è anche, fino al 14 maggio, una rilettura del «Viaggio d’Inverno» di Franz Schubert, coreografato da Christian Spuck. Lo spettacolo, andato in scena nel 2021 all’Opera di Zurigo, si basa sul riarrangiamento del 1993 di Hans Zender (1936-2019), una versione per tenore e piccola orchestra.
Non manca un omaggio alla musica techno con «Work», visibile fino al 6 ottobre, un lavoro del duo tedesco Modeselektor per il suo quinto album pubblicato nell’aprile 2021. Le nuove tracce sono state, infatti, svelate sotto forma di «album visivo». Il film musicale è un’esperienza, un vero e proprio viaggio artistico che fa da palcoscenico alla surreale performance del ballerino statunitense Corey Scott-Gilbert.
Su Arte Tv si può, infine, vedere, fino al 5 febbraio 2022, «Prix de Lausanne 2021 - La finale», la quarantanovesima edizione di uno tra i più prestigiosi premi internazionali: venti i candidati in lizza provenienti da ogni parte del pianeta, ma pochissimi posti a disposizione per poter realizzare il proprio sogno e fare della danza il proprio lavoro.

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martedì 27 aprile 2021

«Artonauti» pubblica «Tutto Mondo», il terzo album di figurine sulla storia dell’arte

Le figurine da collezione non sono più riservate solo al mondo dei calciatori e dei cartoni animati. Dalla primavera del 2019 per i più piccoli c’è anche un album dedicato alla storia dell’arte. Si chiama «Artonauti» ed è già uscito nelle edicole con due numeri. Il primo era incentrato sui grandi artisti e sulle opere celebri dei secoli compresi tra la preistoria e la pittura di Paul Gauguin (Parigi 1848 – Hiva Oa 1903), il secondo trattava del primo Novecento, proponendo un viaggio dall’Avanguardie storiche all’avvincente storia dei Monuments Men, gli eroi silenziosi che durante la Seconda guerra mondiale hanno salvato il patrimonio artistico europeo da uno dei più grandi furti della storia.
Grazie alla creatività e alla passione di Daniela Re e di Marco Tatarella, fondatori dell’impresa sociale non-profit WizArt, sta per uscire un nuovo album per i bambini dai 7 ai 14 anni: «Tutto Mondo», un fantastico viaggio alla scoperta dei più grandi capolavori realizzati da famosi artisti internazionali, che celebra l'arte come linguaggio universale, capace di creare ponti e non muri.
Scoperta, gioco, apprendimento auto-costruttivo e accessibilità: sono le parole chiave che hanno dato vita a questo progetto educativo, ideato con l’intento di avvicinare i più piccoli alla bellezza e alla storia, ma anche di farli appassionare alla vita di grandi pittori e scultori come fossero eroi della televisione o amici di sempre. Con lo scambio delle figurine – e l’immancabile «ce l’ho, ce l’ho, manca» - i bambini iniziano, infatti, a memorizzare e riconoscere le opere, i monumenti, i nomi degli artisti e «l’arte – si legge nella nota stampa - diventa un gioco da ragazzi».
Il termine «Artonauti» ben spiega l'intento del progetto, diventato, numero dopo numero, un vero caso editoriale, con svariate ristampe. Si tratta, infatti, di un neologismo nato dall’unione tra le parole arte, astronauti - per identificare un viaggio avventuroso - e Argonauti - per evocare personaggi epici e i loro fantastici viaggi -: una perfetta sintesi, dunque, tra l’aspetto ludico e quello didattico che ogni gioco dovrebbe avere.
Centosedici pagine
, quindici tavole di illustrazione, ben novantanove tra opere d’arte e monumenti da ricostruire grazie a duecento e ottantotto figurine compongono il nuovo numero di «Artonauti».
Il titolo «Tutto Mondo», che esprime un senso di collettività e di unione, è un omaggio all’omonima opera di Keith Haring, dedicata proprio all’umanità intera, che l’artista dipinse sul muro esterno della chiesa di Sant’Antonio a Pisa.
La storia inizia con una scena molto attuale: i bambini protagonisti del serie - Ale e Morgana – stanno seguendo le lezioni on-line, da casa. All’improvviso scompare il loro simpatico gatto cicciottello Wizart (chiamato così in omaggio alla casa editrice che ha creato l’album) e i due ragazzi partono alla sua ricerca, accompagnati dalla nonna Artemisia e dall’inseparabile cane Argo.
Tutti insieme viaggeranno per il mondo - cosa che oggi è quasi impossibile fare - partendo dalla Russia, attraversando l’Asia, esplorando l’Australia e l’Africa, per arrivare in America Latina, dove risaliranno il continente per, poi, fare ritorno in Europa e confrontarsi, infine, con una delle opere più simboliche dell’arte italiana: la «Nascita di Venere» di Botticelli, emblema del Rinascimento.
Ale e Morgana si avvicineranno così alle tradizioni, ai miti e alle leggende delle più grandi civiltà del mondo, scoprendo come differenti culture hanno risposto alle grandi domande dell'uomo.
Durante il viaggio avranno, inoltre, modo di conoscere i monumenti più famosi sparsi per il globo: il Taj Mahal in India, gli scavi archeologici in Siria, l’arte aborigena in Australia, i grandi murales in Brasile, i coloratissimi dipinti della giungla in Centro America e gli artisti contemporanei in Africa.
Antonio Canova
, Pieter Paul Rubens, Tiziano Vecellio, Raffaello Sanzio, Natalia Goncharova, Diego Rivera, Frida Kahlo, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Keith Haring e Jackson Pollock sono solo alcuni degli artisti che i più piccoli avranno modo di incontrare durante il loro appassionante viaggio tra i continenti e le epoche storiche.
Anche in questa edizione ci sarà il gioco nel gioco: le coppie di «Twin Cards» collezionabili per consentire ai bambini di allenare la memoria, riconoscendo le opere a partire dai dettagli. Non solo, l’album proporrà anche tanti contenuti extra accessibili tramite Qr code, tra cui tutorial per attività da fare a casa che permetteranno di creare un mandala, un acchiappasogni, una matrioska, un dado daruma o una lanterna cinese
Non mancano, poi, una ventina di indovinelli e tanti approfondimenti sulle culture del mondo: dalla leggenda del monte Fuji al mito di Bacco e Arianna, passando per le storie dei cavalieri medievali. L’album ha anche un messaggio segreto, che si potrà scoprire decifrando un antico linguaggio sumero. Curiosi di scoprirlo? Non resta che correre in libreria o collegarsi al sito www.artonauti.it il prossimo 4 maggio, giorno di uscita di «Tutto Mondo».

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lunedì 26 aprile 2021

«L’arca di vetro» attracca all’isola di San Giorgio Maggiore. A «Le stanze del vetro» lo zoo di Pierre Rosenberg

Farfalle, tartarughe, elefanti, gatti, balene, polipi, volpi, orsi, ippopotami, pesci, mammut, pappagalli, giraffe e cani: è uno zoo, ricco e variopinto, quello che andrà in scena a Venezia, dal 26 aprile al 1° agosto, nella mostra «L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg», a cura di Giordana Naccari e Cristina Beltrami, con un allestimento scenografico firmato da Denise Carnini e Francesca Pedrotti. Nonostante il clima incerto dettato dall’andamento della pandemia, «Le stanze del vetro», il progetto nato dalla collaborazione tra la Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per promuovere lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del Novecento e contemporanea, ha messo a punto il programma espositivo per i prossimi mesi e ha deciso di iniziare in maniera originale e coinvolgente, raccontando la storia delle vetrerie muranesi attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro.
Gli oltre 750 pezzi in esposizione, tra cui ci sono anche minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale da Bruno Amadi, appartengono alla collezione personale che Pierre Rosenberg, storico direttore del Museo del Louvre di Parigi, ha messo insieme in trent’anni d’assidua frequentazione di Venezia.
Quando questo genere di produzione vetraria era ancora relegato all’ambito del souvenir o considerata come una sorta di divertissement da fornace, lo studioso francese ha dimostrato una passione autentica, svincolata dalle mode, e ha creato una collezione quanto mai originale e vasta, della quale questa mostra dà parzialmente conto.
La Murano del Novecento ha prodotto un repertorio assai vasto di animali di vetro, che da un lato incantano per le infinite interpretazioni del soggetto e dall’altro si fanno testimoni di una tecnica millenaria e dei quali questa mostra offre uno scorcio assai personale e originale.
L’animale in vetro ha, infatti, due caratteristiche che lo distinguono dai bestiari realizzati in altri materiali: non ha mai atteggiamenti feroci, che sono invece tipici della scultura animalier più tradizionale, e soprattutto non è mai pensato come un gioco.
Eppure un senso ludico aleggia talvolta in questa collezione di rara ecletticità, raccolta mescolando animali celeberrimi a quelli di vetrerie meno note o persino sconosciute, seguendo il filo, certamente della qualità tecnica, ma anche dell’ironia e di un gusto completamente personale e distante da schemi e attese.
Non mancano esemplari delle serie più note come i pulegosi di Napolene Martinuzzi, i volatili di Tyra Lundgren o di Toni Zuccheri per la Venini. Accanto a esemplari noti della Seguso Vetri d’Arte, agli zebrati di Barovier e Toso, agli acquari di Alfredo Barbini, la mostra propone un vasto campionario di animali realizzati da vetrerie meno note ma altrettanto interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale della Murano del Novecento. A dimostrazione dell’inesauribile ispirazione del soggetto animalier, la mostra include anche sculture di artisti viventi come Cristiano BianchinMarcantonio Brandolini d’AddaFranck EhrlerMassimo NordioIsabelle PoilprezMaria Grazia Rosin e Giorgio Vigna.
A corredo della mostra, di cui rimarrà documentazione in un catalogo di Skira, verrà proiettato un video d’animazione realizzato da Giulia Savorani, artista visiva e regista che, partendo da disegni su vetro, ha dato vita a una fiaba ideata per quest’occasione da Giordana Naccari
«L’arca di Vetro» sarà visitabile non solo in presenza, ma anche in modalità digitale grazie al nuovo virtual tour 3D, che sarà lanciato nella giornata del 26 aprile - accessibile, sia da desktop che da mobile - che darà la possibilità di approfondire, sala dopo sala, le straordinarie opere esposte grazie ai numerosi contributi testuali, fotografici e video dedicati alla produzione veneziana degli animali di vetro. Un’occasione in più, questa, per immergersi nel mondo leggero e fragile, giocoso e sognante messo insieme da Pierre Rosenberg in tanti anni di passeggiate veneziane, tra campielli, calli, fondaci e rii.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Farfalle di Bruno Amadi, anni ottanta. Courtesy Le stanze del vetro; [fig. 2]  Due galli e un pappagallo di Dino Martens per la vetreria Aureliano Toso, anni cinquanta. Courtesy Le stanze del vetro; [fig. 3] Balene in vetro di Murano, dagli anni cinquanta agli anni ottanta. Courtesy Le stanze del vetro. Ph. Enrico Fiorese; [fig. 4] Due Polipi in vetro di Murano con dettagli in murrina e in pasta bianca e nera, anni trenta e cinquanta. Courtesy Le stanze del vetro. Ph. Enrico Fiorese; [fig. 5] Volpe, Flavio Poli per Seguso Vetri d’Arte, 1936c. Courtesy Le stanze del vetro; [fig. 6] Gatto della serie Moonlight, disegnata da Antonio Da Ros per la vetreria Gino Cenedese & Figlio, 1964 c. Courtesy Le stanze del vetro . Ph. Enrico Fiorese

Informazioni utili 
L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg. Le stanze del vetro – Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia. Orari: 10.00 – 19.00, chiuso il mercoledì. Ingresso libero. Informazioni:  info@lestanzedelvetro.org | info@cini.it. Sito web: www.lestanzedelvetro.org | www.cini.it. Dal 26 aprile al 1° agosto 2021. La mostra è stata prorogata fino al 1° novembre 2021

domenica 25 aprile 2021

#Notizieinpillole n. 2: le cronache d'arte della settimana dal 18 al 25 aprile 2021

Mascherina. Musei civici di Treviso
«Fogli d'arte» inaugura una nuova rubrica: #Notizieinpillole. Ogni sabato e domenica usciranno uno o più articoli sulle mostre, sugli eventi, sugli spettacoli teatrali, sui libri freschi di stampa, dei quali si è parlato in settimana sulla nuova pagina Facebook (@foglidarte) del sito. Notizie brevi, quasi appunti di un taccuino, forniranno un puzzle di quello che accade nel mondo delle arti. 
In questi giorni si è molto parlato della Superlega, la riforma del calcio architettata dai grandi club europei. La street artist Laika MCMLIV ha voluto commentare il fatto con il suo solito stile, con un poster appeso a Roma: «The Football Factory - (in)Fedeli alla tribù»
In settimana sono iniziate ad arrivare per posta, dal Mambo di Bologna, le lettere del progetto «Dear You», a cui hanno aderito ben 1211 le persone di tutto il mondo. Pistoia Musei ha avviato una mini-serie articolata in sei video-pillole – una ogni sabato - per raccontare, sui suoi canali social e su quelli di Sky Arte, il fotografo Aurelio Amendola e alcuni suoi compagni di viaggio: Marino Marini, Giorgio de Chirico, Alberto Burri, Andy Warhol, Claudio Parmiggiani e Jannis Kounellis. Miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, in programma dal 17 al 19 settembre, ha presentato la sua nuova compagna visiva, «Dismantling the Silence», e il progetto editoriale «And Flowers / Words», in partenza dal 28 aprile. 
Sul Web è comparsa un'altra piattaforma: Myreload – La (ri)carica dei corti, che propone anche una serie in quattro appuntamenti dedicati all’arte: «Art for change». In libreria è uscito il libro «Regìa Parola Utopia. Il teatro infinito di Luca Ronconi», curato da Roberta Carlotto e Oliviero Ponte di Pino per le edizioni Quodlibet. In occasione della pubblicazione, il Centro teatrale Santacristina lancia due eventi: «Essere attori. Al lavoro con Luca Ronconi», in onda a maggio su Rai 5, e la mostra «Ronconi e Roma», in programma prossimamente al teatro Valle. Rimanendo nel mondo della scena, a Milano è partito il progetto «Piccolo Smart», non un canale o una piattaforma, ma un’altra sala, la quarta del Piccolo Teatro di Milano, dopo il Grassi, lo Strehler e lo Studio Melato. Il primo appuntamento è stato con i podcast di «Abbecedario per il mondo nuovo», fruibili on-line fino al 12 giugno, ogni venerdì, sabato e domenica, su Spreaker. A ruota, nella giornata di giovedì 22 aprile, è stata inaugurato il ciclo di incontri in streaming «Rappresentazione e potere», in programma fino al 27 maggio con grandi protagonisti della cultura. 
Si segnalano, poi, due concorsi: la borsa di studio «Ricerche e riscritture per la storia dell’arte contemporanea», promossa alla Fondazione Baruchello, e «Un talento per la scarpa», lanciato dall’associazione romagnola Sammauroindustria.   
Da lunedì 26 aprile in Italia riaprono i musei e i teatri in zona gialla, ovvero in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana, Lazio, Campania, Molise. Tra le mostre nuovamente fruibili c’è «Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli» alla Triennale di Milano. Questa domenica ci si può preparare alla visita, insieme ai più piccoli, con il podcast «Ascoltare il design», scoprendo creazioni utili e curiose come «Putrella» e «Timor». 
Buona lettura! 

1. «ASCOLTARE IL DESIGN»: ENZO MARI SPIEGATO AI BAMBINI 
Chi era Enzo Mari? Che lavori ha fatto? Dove viveva? Quali erano le sue passioni? Quanti anni ha «Putrella»? Che cos'è «Timor»? Chi sono il designer, il curatore, il progettista di un allestimento? Sono queste alcune delle tante domande a cui cerca di rispondere il podcast «Ascoltare il design. Enzo Mari spiegato ai bambini», progettato dalla Triennale di Milano in occasione della mostra «Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli», in agenda fino al prossimo 12 settembre. 
Articolato in quattro episodi della durata di circa dieci minuti ciascuno, il podcast permette di scoprire alcune delle opere più celebri del designer e progettista, novarese di nascita e milanese d'adozione, dalla loro stessa voce. Gli oggetti «si raccontano», infatti, in prima persona con tanti aneddoti e curiosità. 
Il primo episodio è un'introduzione alla figura di Enzo Mari, alla sua vita e poetica. Le altre tre puntate si concentrano su una selezione di suoi lavori. Il gioco «16 animali», il vassoio «Putrella», il libro «La mela e la farfalla» (senza parole e senza un inizio e una fine), il passatempo «Gioco delle favole» e il calendario perpetuo «Timor» sono gli oggetti al centro del secondo episodio. Nella terza puntata vengono, invece, raccontati la formaggiera «Java», le ciotole in ceramica della serie «Sanos», il «Vaso rotto - Per forza di levare», la sedia «Tonietta» e le «Proposta per un autoprogettazione», istruzioni per costruire diciannove modelli di mobili. Chiude il ciclo di podcast il racconto della vetrina «Wunderkammer», dell'allestimento «African Voodoo» (sulla collezione di Anna e Jacques Kerchache) e di «Struttura 913», «un'opera d'arte ma anche un esperimento visivo». 
 Il progetto, riservato ai bambini dai 6 agli 11 anni, è curato da Umberto Angelini, Damiano Gullì e Marco Sammicheli. I testi sono di Michele Corna, Damiano Gullì e Marilia Pederbelli; le voci di Laura Finozzi, Marcos Vinicius Piacentini e Laura Fracassi (che si occupa anche del coordinamento degli attori). 
Il podcast è realizzato in collaborazione con Radio Raheem, web radio indipendente nata nel 2017 che, da gennaio 2020, si è trasferita negli spazi di Triennale Milano, trasmettendo tutti i giorni e proponendo, in aggiunta al normale palinsesto, progetti e contenuti speciali creati per l’istituzione. 
 Dal sito dell'istituzione milanese è possibile scaricare anche una breve guida alla mostra, che attraverso sedici dei tanti oggetti e progetti esposti presenta sinteticamente a piccoli e grandi il designer e il suo lavoro: un ottimo strumento per prepararsi alla visita in presenza (dal 26 aprile in Italia riaprono i luoghi della cultura) o su Google Arts & Culture (artsandculture.google.com/partner/la-triennale-di-milano). 
 «Ascoltare il design» – di cui il podcast «Enzo Mari spiegato ai bambini» è la prima serie – proporrà nei prossimi mesi approfondimenti, informazioni e aneddoti sulle mostre e sulla collezione permanente del museo milanese con un taglio divulgativo, formativo e divertente, coinvolgendo nella proposta culturale di Triennale un pubblico sempre più intergenerazionale. 
Informazioni e podcast sono reperibili sul sito www.triennale.org

2. UNA CAMPAGNA VISIVA E UN PROGETTO EDITORIALE ISPIRATI AL POETA CHARLES SIMIĆ PER MIART 2021 
È iniziato il viaggio che porterà a miart 2021, la venticinquesima edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano, diretta per il primo anno da Nicola Ricciardi. L’evento mercantile - che avrà luogo in forma ibrida, fisica e digitale, dal 17 al 19 settembre – ha recentemente presentato la sua nuova campagna visiva: «Dismantling the Silence» («Smantellare il silenzio»). 
Il titolo del progetto promozionale è ispirato all’omonima libro di poesie del poeta e accademico Charles Simić, vincitore del Premio Pulitzer nel 1990. La campagna, ideata da Studio Folder, trae ispirazione dal filone della tipografia espressiva e utilizza il font Perpetua, lo stesso usato per la prima pubblicazione della raccolta poetica dello scrittore serbo, edita cinquant’anni fa, nel 1971. 
«Le lettere - si legge nella nota stampa - si scompongono in linee che svelano il messaggio attraverso il movimento, grazie all’animazione e all’Effetto Moirè — una figura di interferenza data dalla sovrapposizione di due pattern, che crea visivamente un’illusione di movimento — per i supporti analogici e digitali. In questo modo la «rottura del silenzio» avviene attraverso un’azione che diventa un gioco su supporti diversi, che ben rispecchiano la doppia natura – fisica e digitale – di miart 2021». Fino all’apertura al pubblico, «Dismantling the Silence» racconterà le tante anime della fiera milanese – il dialogo tra passato e presente e l'approccio interdisciplinare alla coesistenza di arte moderna, arte contemporanea, design e arti applicate – attraverso il fiorire, dopo il silenzio, di nuove parole. 
Dal 28 aprile prenderà il via anche «And Flowers / Words», un progetto editoriale che coinvolgerà numerose personalità del mondo artistico e culturale italiano, unite tra loro da un particolare interesse per il tema della parola scritta o parlata. Anche in questo caso il titolo è tratto da Charles Simić, dalla sua poesia «Pastoral», la cui quartina iniziale recita: «I came to a field / Where the grass was silence / And flowers / Words». Ogni settimana, fino all’inizio dell’estate, verrà pubblicato sul sito e sui canali social della fiera un contributo video, un dialogo per colmare il silenzio di questi tempi recenti. Il contenuto sarà disponibile ogni mercoledì a partire dalle ore 14.00 sul sito e sui canali social della fiera. Il primo appuntamento vedrà la partecipazione di Chiara Costa della Fondazione Prada. Seguiranno contributi di Barbara Casavecchia (critica e curatrice indipendente), Massimiliano Gioni (direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi e di New Museum), Lorenzo Giusti (direttore della Gamec di Bergamo), Luca Lo Pinto (direttore artistico del Macro di Roma) e, poi, di diverse voci provenienti dal mondo della poesia e della letteratura. 
Per informazioni: www.miart.it

3. «PICCOLOSMART», LA QUARTA SALA DEL PICCOLO TEATRO È VIRTUALE 
«Il mondo sta cambiando e non dobbiamo sottrarci ai cambiamenti del mondo». Così Claudio Loghi parla del nuovo progetto del Piccolo Teatro di Milano. Giovedì 15 aprile ha preso il via «Piccolo Smart», non un canale o una piattaforma, ma un’altra sala, la quarta, dopo il Grassi, lo Strehler e lo Studio Melato. In questo nuovo spazio, tutto virtuale, si genereranno percorsi di approfondimento destinati a intrecciarsi con gli spettacoli in cartellone, anche quando riapriranno i sipari. 
Il primo appuntamento è stato con i podcast di «Abbecedario per il mondo nuovo», fruibili on-line dal 16 aprile al 12 giugno, ogni venerdì, sabato e domenica, su Spreaker e sui profili social del teatro milanese. 
Ventisei rappresentanti della nuova drammaturgia, selezionati tra i finalisti e i vincitori del Premio Hystrio - Scritture di scena e del Premio Riccione «Pier Vittorio Tondelli», «compileranno» un ideale vocabolario per la traduzione e l’interpretazione della complessità del nostro presente e proveranno a immaginare il futuro. Si tratta di Valentina Gamna, Michele Ruol, Francesco Toscani, Riccardo Favaro, Greta Cappelletti, Valeria Patota, Tobia Rossi, Tommaso Fermariello, Rosalinda Conti, Tatjana Motta, Marco Morana, Fabrizio Sinisi, Carlo Guasconi, Luca Tazzari, Martina Ruggeri, Margarita Egorova, Stefano Fortin, Maria Teresa Berardelli, Christian Di Furia, Pier Lorenzo Pisano, Michelangelo Zeno, Francesco Bianchi, Ian Bertolini, Paolo Solari, Niccolò Matcovich e Fabio Pisano.
A ciascun autore è stata assegnata (a sorteggio) una lettera dell'alfabeto. Da questa lettera, l'autore ha scelto una parola che, ai suoi occhi, assume un valore «fondativo» e simbolico per il tempo futuro, dando forma a un breve testo. 
I podcast saranno animati dalle voci di Alfonso De Vreese, Lorenzo Frediani, Leda Kreider e Petra Valentini e vedranno anche la partecipazione degli allievi della Scuola di Teatro «Luca Ronconi» (Monica Buzoianu, Giovanni Drago, Anna Godina, Anna Manella, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Simone Tudda). La regia del progetto è di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
Il 22 aprile «PiccoloSmart» ha inaugurato un altro progetto: il ciclo di incontri «Rappresentazione e potere». Fino al 27 maggio - ogni giovedì, alle ore 18 – sui profili social della sala milanese si terranno una serie di conversazioni e interventi, introdotti da Anna Piletti, in cui personaggi del mondo della cultura si soffermeranno sulle differenti forme di rappresentazione del potere nella contemporaneità e sulle loro implicazioni etiche e psicologiche. «Dal teatro al cinema, dai media tradizionali ai social, - si legge nella nota stampa - la rappresentazione del potere non ha mai cessato di essere un atto politico, con implicazioni etiche, psicologiche e sociali di grande rilevanza». 
Il percorso si propone, dunque, di mettere a fuoco, da vari punti di osservazione, i meccanismi della rappresentazione del potere e i suoi risvolti nei linguaggi artistici e nella comunicazione di massa. Massimo Recalcati (22 aprile | «La tentazione del potere»), Gianni Canova e Massimo Popolizio (29 aprile | «Divi e Duci – Il fantasma del potere nell'immaginario italiano»), Luciano Canfora (6 maggio | «La rappresentazione del potere, da Aristofane a Brecht»), Michela Marzano (13 maggio | «Corpo, potere e rappresentazione»), Roberta De Monticelli (20 maggio | «Rappresentazione del potere e crisi di civiltà»), Chiara Valerio e Massimo Desiati (27 maggio | «La rappresentazione del potere nella narrativa italiana del Novecento») sono i protagonisti di questa nuova iniziativa di «PiccoloSmart». 
Il progetto è accompagnato dalla visione de «La tragedia del vendicatore» di Thomas Middleton, per la regia di Declan Donnellan, in una versione appositamente realizzata per la diffusione via streaming, e da «A German Life», spettacolo di Christopher Hampton, tratto dalla storia vera e dalla testimonianza di Brunhilde Pomsel, per la regia di Claudio Beccari e con Franca Nuti
Informazioni su www.piccoloteatro.org

4.«ART FOR CHANGE», L'ARTE DELLE PERIFERIE SULLA NUOVA PIATTAFORMA MYRELOAD - LA (RI)CARICA DEI CORTI 
C’ è anche una serie dedicata all’arte su Myreload – La (ri)carica dei corti, la nuova piattaforma interamente dedicata ai migliori cortometraggi nazionali e internazionali degli ultimi anni ideata da ShorTS International Film Festival e Sedicicorto Forlì International Film Festival, in collaborazione con MYmovies, sito leader nell’informazione cinematografica e piattaforma streaming di riferimento per il cinema di qualità e gli eventi. Si tratta di «Art For Change», quattro filmati di Claudio Esposito nelle periferie di Roma, Bari, Palermo e Madrid, che mostrano come l’arte sia in grado di produrre trasformazioni grazie a quattro storie di innovazione sociale tra architettura, street art, design e cinema. 
In uno degli episodi il regista mostra cosa succede quando l’arte entra in uno dei quartieri più poveri di Palermo, raccontando la straordinaria realtà di Borgo Vecchio Factory, un progetto di promozione sociale e di didattica basato sulla street art, a cura di Ema Jons, che prevede la realizzazione di un ciclo di laboratori di pittura creativa per venti bambini. Sulla base dei disegni dei piccoli partecipanti vengono, poi, create opere per i prospetti delle case del quartiere. 
Il regista racconta anche la realtà del Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, situato al civico 913 di via Prenestina, nella periferia est di Roma, uno spazio in cui l’arte si fa collettiva, mentre gli artisti sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente, interagendo con lo spazio, con gli abitanti e tra di loro. 
Un altro episodio è dedicato a El Bruc, un progetto collettivo di riattivazione di una piazza abbandonata a Puerta Del Angel di Madrid. Protagonista della serie è, infine, anche la realtà dell'Accademia del Cinema Ragazzi, un laboratorio di idee, di esperienze di vita, di aggregazione sociale e culturale in un quartiere della periferia di Bari, il San Pio/Enziteto. Il progetto, attivo ormai da dieci anni, mira a intercettare soprattutto quelle fasce di popolazione maggiormente a rischio - giovani, donne, bambini - al fine di sottrarli da quella zona grigia di insicurezza e mancanza di prospettive, cause, troppo spesso, di pratiche e forme di illegalità. La piattaforma - www.mymovies.it/ondemand/myreload - offre, al momento, una library iniziale di oltre cinquanta cortometraggi che vanno a comporre un catalogo ricco di storie, generi, culture, rappresentanza di importanti questioni sociali, attraverso film pluripremiati in tutto il mondo. 

5.  È IN LIBERIA «REGÌA PAROLA UTOPIA. IL TEATRO INFINITO DI LUCA RONCONI»
Un racconto a più voci su uno dei grandi intellettuali del teatro italiano, un utile ventaglio di suggestioni per scrivere il presente e il futuro della nostra scena: si presenta così il libro «Regìa Parola Utopia. Il teatro infinito di Luca Ronconi» (ISBN 9788822904683, pp. 384, € 22,00), che la casa editrice Quodlibet, con sedi a Roma e a Macerata, ha diffuso in libreria e sui principali siti di e-commerce da mercoledì 21 aprile. 
Curato da Roberta Carlotto e Oliviero Ponte di Pino, il volume perlustra la geniale e sfaccettata produzione del regista di Susa, il suo serrato confronto con la parola del teatro tradizionale e della drammaturgia contemporanea, oltre che con l’opera lirica e la musica, ma anche il suo rapporto con materiali non destinati in origine alla scena. 
L’arte di Luca Ronconi nasceva – si legge nella presentazione - da «un’aspirazione all’utopia capace sia di creare messinscene «impossibili», come «Orlando furioso», «Gli ultimi giorni dell’umanità» o «Infinites», sia di concepire forme produttive inedite, come il Laboratorio di Prato o l’esperienza del Centro teatrale Santacristina». 
A partire da tre parole chiave – regìa, parola e utopia - il libro raccoglie i contributi e le testimonianze di oltre quaranta personalità del teatro e della cultura: Edmonda Aldini, Giovanni Agosti, Paola Bacci, Ariella Beddini, Federico Bellini, Alberto Benedetto, Mario Bortolotto, Lucia Calamaro, Davide Carnevali, Marco Consolini, Massimo De Francovich, Paolo Di Paolo, Sergio Escobar, Giulia Filacanapa, Nadia Fusini, Jacopo Gassmann, Colette Godard, Graziano Graziani, Lucrezia Guidone, Antonio Latella, Sergio Lo Gatto, Claudio Longhi, Fausto Malcovati, Curzio Maltese, Manuela Mandracchia, Erica Magris, Franco Marcoaldi, Stefano Massini, Cesare Mazzonis, Italo Moscati, Franca Nuti, Margherita Palli, Jacopo Pellegrini, Graziano Piazza, Massimo Popolizio, Marco Rossi, Emilio Sala, Stefano Santospago, Giuliano Scabia, Roberto Scaltriti, Peter Stein, Susanne Stewart Steinberg, Anna Tedesco, Renzo Tian, Federico Tiezzi, Tommaso Tovaglieri
In contemporanea con l'uscita del libro, si sta lavorando ad altri due progetti. Da maggio sarà visibile in televisione, su Rai 5, la serie «Essere attori. Al lavoro con Luca Ronconi», un ciclo di dieci video interviste a interpreti memorabili della scena quali Massimo De Francovich, Anna Maria Guarnieri, Laura Marinoni, Franca Nuti, Umberto Orsini, Maria Paiato, Massimo Popolizio, Paolo Pierobon, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi. Le interviste - affidate alla cura di Anna Antonelli, Lorenzo Pavolini e Oliviero Ponte di Pino e al montaggio di Jacopo Quadri – tracceranno un percorso dentro al laboratorio di Luca Ronconi, visto dagli occhi di chi ne è stato protagonista, e conducono gli spettatori alla scoperta o alla riscoperta del suo universo creativo. Ma saranno anche un inedito «manuale dell’attore» a più voci. 
Infine, non appena sarà consentita l’apertura al pubblico, il teatro Valle inaugurerà la mostra «Ronconi e Roma», articolata in due sezioni: «Lo sguardo di Luca. Gli spettacoli al Teatro di Roma attraverso le foto di Marcello Norberth», a cura di Gianfranco Capitta, e «Gli esordi al Valle. Il giovane Luca», a cura di Sandro Piccioni con il contributo del Centro Teatrale Santacristina e l’Archivio Luca Ronconi. 

6.  «STORIE DI ARTISTI», SEI PROTAGONISTI DELL’ARTE CONTEMPORANEA RACCONTATI DA AURELIO AMENDOLA 
Interprete per eccellenza dell’opera di Michelangelo. Sublime traduttore dell’antico nei suoi scatti dedicati a Canova, Bernini, Jacopo della Quercia, Donatello e Giovanni Pisano. Ma anche testimone del contemporaneo con i suoi ritratti di Burri, de Chirico, Warhol, Manzù, Vedova, Fontana, Ceroli, Lichtenstein, Kounellis e molti altri. Questo e molto altro è stato Aurelio Amendola, maestro della fotografa italiana, lontano dal modello documentaristico, capace di dialogare con lo spirito degli artisti, assorbendone stile e intensità. Le sue immagini, circa trecento foto realizzate in sessant’anni di attività, sono in mostra a Pistoia nelle sedi di Palazzo Buontalenti e dell’Antico Palazzo dei Vescovi
In attesa di poter tornare a vivere gli spazi espositivi (da lunedì 26 aprile in Italia riapriranno mostre e musei in zona gialla) una mini-serie articolata in sei video-pillole – una ogni sabato - racconterà, sui canali social di Pistoia Musei e Sky Arte, alcuni degli artisti con i quali il fotografo ha lavorato nel corso della sua lunga carriera, stringendo spesso con loro dei rapporti di profonda stima e amicizia. Le sei puntate, che ci accompagneranno per tutto il mese di maggio, hanno preso il via sabato 24 aprile con Marino Marini, per continuare poi con Giorgio de Chirico, Alberto Burri, Andy Warhol, Claudio Parmiggiani, e Jannis Kounellis. La regia degli appuntamenti video è firmata da Metilene Design e Comunicazione
Per informazioni, anche sull’ingresso alla mostra che avverrà previa prenotazione, si può consultare il sito www.fondazionepistoiamusei.it

7.  C’È POSTA PER TE DA DORA GARCIA. IL MAMBO DI BOLOGNA SPEDISCE LA PRIMA LETTERA DEL PROGETTO «DEAR YOU» 
È stato un successo oltre le aspettative quello di «Dear You», il progetto del Mambo di Bologna che, nei prossimi mesi, recapiterà nelle cassette postali di tutta Italia e non solo sei lettere contenenti opere d’arte. Sono, infatti, state ben 1211 le persone che, tra il 19 febbraio e il 14 marzo, hanno deciso di rispondere positivamente alla proposta del museo felsineo, rendendosi destinatarie dei lavori di Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984),  David Horvitz (Los Angeles, 1982) e Ingo Niermann (Bielefeld, 1969). Tra i partecipanti, 1099 sono residenti in Italia, mentre 112 riceveranno la loro corrispondenza all'estero, in 19 diversi Paesi di tutto il mondo: Austria, Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Singapore, Spagna, Svizzera, Turchia, Usa e Vietnam. 
Il primo lavoro spedito, che i destinatari stanno ricevendo nelle proprie cassette postali proprio in questi giorni, è una lettera di Dora García che parla l'atto della scrittura come motore di relazioni paritarie e costruzione di senso. Con uno stile fatto di ripetizioni, avanzamenti e riscritture visibili sui margini e tra le righe, l'artista spagnola sintetizza alcuni dei temi ricorrenti della sua ricerca: «la questione - si legge nella nota stampa - della rilettura e della possibilità di creare un nuovo testo ogni volta che è tra le mani di un diverso interprete; la potenzialità politica della parola, in particolare quando viene introdotta nel mondo da donne o da personaggi in posizioni marginali; come ogni lettera abbia come vero destinatario il futuro e ogni lettore ne intercetta il messaggio». 
Dopo lo scritto di Dora García, a partire per posta è, in questi giorni, l'opera realizzata da Allison Grimaldi Donahue. Tutti i lavori realizzati sono concepiti come poesie, brevi racconti, istruzioni per atti performativi, che riflettono sulla nostra contemporaneità fatta di perdita di contatto fisico e di diminuzione della vita sociale condivisa e sulla necessità di creare nuove strategie di relazione e di cura, al di là dell’esperienza digitale. 
Per informazioni: www.mambo-bologna.org. 

8. A ROMA UN POSTER CONTRO LA SUPERLEGA. È LA NUOVA OPERA DI LAIKA MCMLIV 
L’opera della settimana è sicuramente «The Football Factory - (in)Fedeli alla tribù», un lavoro della street artist Laika MCMLIV, comparso nella serata del 20 aprile a Roma, in via Giulio Caccini, dietro la sede della FIGC. Si tratta di un poster che commenta il progetto della Superlega, la riforma del calcio architettata dai grandi club europei, ormai destinata a fallire. Nell’opera è raffigurato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che con un coltello buca un pallone. 
 «Il tentativo di creare una competizione a invito riservata ai club più ricchi è la morte dei sogni dei tifosi di tutto il mondo. È la morte del calcio stesso. Lo sport dovrebbe insegnare che con la fantasia, il talento e l'allenamento tutti possono provare a vincere. La Superlega, in nome di un business sempre più monopolizzato, sconfessa definitivamente questo sogno», ha dichiarato l’artista. 
Laika MCMLIV, spuntata all’improvviso a Roma in una notte dell’estate 2019, non è nuova a questi «interventi che fanno parlare i muri». Suoi sono, per esempio, lavori come «Wall of Shame» (giugno 2020), critica ai commenti razzisti pubblicati on-line, «Make Roma great again» (ottobre 2020), con Vittorio Sgarbi candidato sindaco di Roma a cavallo di una capra, o «Life is not a game», sulle condizioni dei migranti in Bosnia (febbraio 2021). L’artista - parrucca rossa, maschera bianca sul volto e identità misteriosa - è finita anche in un libro «Prima e dopo. La street art e il coronavirus» di Carla Cucchiarelli, una delle maggiori esperte della materia, che scrive: «Quando al telegiornale c’è un servizio su Zaky, lo studente di Bologna incarcerato in Egitto, tra le immagini passa sempre un lavoro di Laika: il suo poster con Giulio Regeni che abbraccia il ragazzo alle spalle e lo rassicura. Laika vuole dire la sua, liberamente, per questo ha scelto l'anonimato totale».

9.  DALLA FONDAZIONE BARUCHELLO UNA BORSA DI STUDIO PER UNA RICERCA SU CARLA BADIALI 
Sono aperte fino al 15 maggio le iscrizioni alla borsa di studio «Ricerche e riscritture per la storia dell’arte contemporanea», promossa alla Fondazione Baruchello
 In seguito a un'approfondita considerazione della storia dell’arte del XX secolo e di quelle figure che richiedono a tutt’oggi di essere maggiormente studiate, si è deciso di dedicare questa edizione della call a una ricerca riguardante l’opera dell’artista Carla Badiali (Novedrate, 9 novembre 1907 – Como, 7 febbraio 1992), una delle protagoniste dell’astrattismo storico italiano insieme ad Aldo Galli, Mario Radice e Manlio Rho
 Il bando è rivolto a studenti già laureati, specializzandi, neo specializzati, dottorandi o neo dottorati. Eventuali pubblicazioni che comprovino di aver svolto ricerca e studio nel campo dell’arte contemporanea italiana avranno un titolo privilegiato nella valutazione. Auspicabile sarebbe aver svolto una tesi di laurea o un dottorato sulle ricerche dell’astrattismo italiano. 
 Le competenze di ricerca dei candidati saranno valutate da una commissione formata da: Carla Subrizi, docente di Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza di Roma e presidente della Fondazione Baruchello, Francesco Tedeschi, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano e direttore del Centro di ricerca sull'arte astratta in Italia, Elena Di Raddo, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano, e Luigi Cavadini, curatore del Catalogo ragionato di Carla Badiali. 
La ricerca, per la quale verrà stanziata una borsa di studio del valore di 1.800 euro, dovrà essere condotta entro il 2021. Uno o più tutor appartenenti ai membri della commissione svolgerà la funzione di referente per lo studio. I risultati della ricerca saranno presentati nel corso di una tavola rotonda o di una giornata di studi, organizzata dalla Fondazione Baruchello. Le candidature dovranno pervenire all’indirizzo fondazionebaruchello@pec.it
 Informazioni sul sito www.fondazionebaruchello.com.

10.  «LA DIVINA SCARPA»: UN CONCORSO PER GIOVANI STILISTI IN OMAGGIO A DANTE 
Chissà se i giovani stilisti si ispireranno a Beatrice Portinari o a Francesca da Polenta per creare la loro «Divina scarpa»? Quello che è certo è che Sammauroindustria, l'associazione romagnola che riunisce i grandi marchi della calzatura afferenti al distretto di San Mauro Pascoli - Casadei, Gianvito Rossi, Giuseppe Zanotti, Pollini, Sergio Rossi -, non ha voluto mancare all'appuntamento con i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri
La ventunesima edizione del concorso internazionale «Un talento per la scarpa» guarda così al «Sommo poeta» e invita i giovani stilisti nati dopo il 31 dicembre 1989 (anche se il concorso è senza limiti di età per coloro che sono iscritti alle scuole di design o d’arte) a ideare bozzetti, ricerche stilistiche, prototipi e collage di immagini sul tema «La Divina scarpa». 
Il termine ultimo per la consegna dei lavori è il 30 giugno. I partecipanti devono iscriversi on-line sulla pagina del Cercal – Centro ricerca e scuola internazionale calzaturiera, al link https://www.cercal.org/concorsi/, dove è scaricabile anche il regolamento completo. In palio ci sono 3mila euro, uno stage retribuito di sei mesi in una delle aziende associate a Sammauroindustria, nonché un periodo formativo nella Scuola internazionale di calzature Cercal. Gli autori dei primi dieci bozzetti classificati saranno segnalati alle ditte calzaturiere del territorio e menzionati nella serata di premiazione. È prevista, inoltre, una particolare segnalazione per le scuole che si distingueranno per numero e qualità degli elaborati inviati. 
Per informazioni: Sammauroindustria (Casadei, Gianvito Rossi, Giuseppe Zanotti, Pollini, Sergio Rossi), San Mauro Pascoli (Fc) tel. 0541.932965; e-mail cercal@cercal.org. Sito internet: www.cercal.org o www.sammauroindustria.com.

Vedi anche

sabato 24 aprile 2021

#Notizieinpillole n. 1: le cronache d'arte della settimana dal 18 al 25 aprile 2021

«Fogli d'arte»
inaugura una nuova rubrica: #Notizieinpillole. Ogni sabato e domenica usciranno uno o più articoli sulle mostre, sugli eventi, sugli spettacoli teatrali, sui libri freschi di stampa, dei quali si è parlato in settimana sulla nuova pagina Facebook (@foglidarte) del sito. Notizie brevi, quasi appunti di un taccuino, forniranno un puzzle di quello che accade nel mondo delle arti. 
Dante Alighieri, artista del quale ricorrono i settecento anni dalla morte, è il grande protagonista di questo primo appuntamento. Venerdì 23 aprile è stato omaggiato in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore. A Firenze, dove gli Uffizi hanno in corso la mostra virtuale «A riveder le stelle», è stato presentato il volume «Emergenze dantesche» di Marco Ferri; a Barcellona, nella chiesa gotica di Santa Maria del Mar, l'attrice Silvia Bel ha letto i suoi versi più celebri in lingua catalana. Quest'ultimo appuntamento era inserito nel progetto «Lettura Day» di Adei - Associazione degli editori indipendenti, iniziativa che si terrà fino al 26 settembre, ogni giovedì.  
Anonimo, «Il ritratto di Dante» (copia da Federico Zuccari)., 1737-1753. Firenze, Uffizi. Opera visibile nella mostra virtuale «Dante istoriato - A riveder le stelle»
In settimana si è chiuso anche il progetto «Exit. Creazione della Creazione», tra i vincitori del bando «Vivere all’italiana sul palcoscenico», promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale con l’intento di valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane. Gli studenti del secondo anno del corso di laurea magistrale in Teatro e arti performative dell’Università Iuav di Venezia hanno portato in scena, sotto la guida di Maria Federica Maestri di Lenz Fondazione e per gli utenti dei canali social dell'ateneo, due performance sulla Bibblia. 
Rimanendo nel mondo del teatro, il Piccolo di Milano ha presentato «Fiabe, maestri e giovani eroi», un’iniziativa artistica e multimediale destinata alle scuole – primarie e secondarie di primo e secondo grado –, realizzata con il prezioso contributo di Pasta Rummo. La Fondazione Cini di Venezia è volata a Mosca per la mostra «Lyda Borelli, attrice di cinema e teatro», un omaggio a una delle muse del cinema muto.
A Verona è entrato nel vivo, sulla piattaforma multidisciplinare «Contemporanea», il ciclo di incontri «Its dark materials», che parla dei molti lati oscuri dell’arte dei nostri giorni, «a partire – si legge nella nota stampa - dalla sua indeterminatezza rispetto ai canoni di classificazione, conservazione e interpretazione adottati tradizionalmente dalla storia e dalla critica d’arte, nonché dalla museologia e dalle scienze del restauro». 
Lyda Borelli
Nelle librerie è uscito, per le edizioni Ares di Milano, il nuovo testo di  María Ángeles Vitoria, professore associato di Filosofia della natura e della scienza alla Pontificia Università della Santa Croce in Roma, su Michelangelo. Sui social (e non solo) si è molto parlato delle fotografie che hanno vinto il World Press Photo 2021 e che, dal 7 maggio, saranno in mostra anche in Italia, a Torino. 
Infine, dal 26 aprile riaprono i musei in zona gialla e si può finalmente vedere la rassegna «Le signore dell’arte» a Milano. In attesa dell'appuntamento, domenica 25 aprile, alle ore 19, si può partecipare a una visita guidata in streaming, su Zoom, in compagnia dell’esperto d’arte Sergio Gaddi.    
Buona lettura! 

1. LYDA BORELLI, A MOSCA UN OMAGGIO ALLA DIVA DEL CINEMA MUTO
Lyda Borelli
Ha debuttato sul palcoscenico, a soli quattordici anni, nella Drammatica compagnia italiana di Francesco Pasta e Virginia Reiter. Ha recitato nei teatri italiani sotto la guida di registi del calibro di Virgilio Talli, Ruggero Ruggeri ed Ermete Novelli. È stata, appena venticinquenne, la capocomica della Compagnia italiana Gandusio-Borelli-Piperno, diretta da Flavio Andò. Ha legato il suo nome al cinema muto italiano, imponendosi all’attenzione del grande pubblico in film diretti da Mario Caserini, Alberto Degli Abbati, Carmine Gallone, Nino Oxilia e Amleto Palermi. Lyda Borelli (La Spezia, 22 marzo 1887 – Roma, 2 giugno 1959), una delle più affascinanti attrici italiane del primo Novecento, si è fatta conoscere e apprezzare per la sua cifra recitativa unica e riconoscibile, portando sui palcoscenici e sullo schermo – scrive Sisto Sallusti nel «Dizionario biografico degli italiani» (1971) - «l'ideale della femminilità Liberty e dannunziana, enfatizzata da una gestualità lirica». 
L'attrice spezzina ha incarnato una modernità unica per il suo tempo: madrina della jupe-culotte, la prima forma di pantalone femminile, è stata anche una delle prime donne a sperimentare l’ebbrezza del volo, affiancata dai maggiori aviatori dell’epoca, e a comparire al volante di un’automobile. 
Icona di stile e di eleganza, è stata imitata dalle donne del suo tempo per le sue pose languide e romantiche, per i suoi movimenti lenti e ben studiati, per i suoi abiti fasciati e dai morbidi drappeggi. L'emulazione della diva è stata un fatto di costume, al punto che all'epoca furono inventati nuovi termini per definirlo: «borelline» erano le fanciulle smagrite, «borellismo» l'ossessione emulativa del pubblico femminile; «borelleggiare» - si legge nel Dizionario moderno di Alfredo Panzini, edito nel 1923 - era «lo sdilinquire delle femminette, prendendo a modello le pose estetiche e leziose dell'attrice Lyda Borelli».    
Alla primadonna ligure, che dopo il matrimonio con l’industriale Vittorio Cini si ritirò a vita privata, è dedicata una mostra a Mosca, negli spazi del Museo statale del cinema, che si avvale della curatela di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, rispettivamente direttrice e coordinatrice scientifica dell’Istituto per il teatro e il melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia
«Lyda Borelli, attrice di cinema e teatro» – questo il titolo dell’esposizione - è il risultato di un ampio studio sulla carriera teatrale della primadonna ligure, già confluito nel volume «Il teatro di Lyda Borelli» (Fratelli Alinari, Firenze 2017).  Documenti d’archivio e fotografie di maestri dell’obiettivo quali Mario Nunes Vais, Arturo Varischi, Giovanni Artico, Emilio Sommariva e Attilio Badodi ricostruiscono la storia umana e professionale di un’attrice dal fascino indiscusso, che amava dire: «il teatro per me è una fonte di gioia spirituale, di ardua idealità creativa e non una vetrina». 
Informazioni su www.cini.it. 

2. UNA VISITA GUIDATA IN STREAMING PER «LE SIGNORE DELL’ARTE» 
Elisabetta Sirani, «L'amorino trionfante», 1661. Olio su tela, 89x70 cm. Bologna, collezione privata. Opera esposta nella mostra rassegna «Le signore dell’arte» a Milano, nelle sale di Palazzo Reale
È una delle mostre più attese dell’anno. Da quasi due mesi se ne sta silenziosamente chiusa nelle sale di Palazzo Reale a Milano, in attesa che i luoghi della cultura possano riaprire al pubblico. In queste lunghe settimane è stato, però, possibile visitarla on-line grazie ad Art.live!, nuovo format tutto italiano, studiato dalla società Arthemisia, per far vedere le mostre quando i musei sono chiusi o non ci si può spostare da una regione all’altra. Stiamo parlando della rassegna «Le signore dell’arte», per la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, dedicata alle più grandi artiste vissute tra ‘500 e ‘600: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre, anche poco note, come la nobildonna romana Claudia del Bufalo
L'esposizione allinea, nello specifico, oltre centocinquanta opere di trentaquattro artiste, provenienti da sessantasette enti prestatori, tra cui - per rimanere nella sola Italia - le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna.
Tra le opere esposte, ci sono la pala della «Madonna dell’Itria» di Sofonisba Anguissola, che non ha mai lasciato prima d’ora la Sicilia, la «Madonna Immacolata e san Francesco Borgia» di Rosalia Novelli, unica opera certa del catalogo dell’artista, e la tela «Matrimonio mistico di Santa Caterina» di Lucrezia Quistelli. Ma lungo il percorso espositivo si possono ammirare anche la «Consacrazione alla Vergine» di Lavinia Fontana, la «Giovane donna in vesti orientali» di Ginevra Cantofoli e l’iconica «Giuditta con la testa di Oloferne» di Fede Galizia.
In attesa dell’apertura al pubblico, la mostra aprirà virtualmente le porte domenica 25 aprile, alle ore 19, su Zoom con una visita guidata in streaming in compagnia dell’esperto d’arte Sergio Gaddi.
Il biglietto, che ha un costo di 5 euro; A tutti coloro che parteciperanno alla visita on-line sarà riservata la possibilità di usufruire di una speciale promozione per la visita dal vivo della mostra.
Per maggiori informazioni: palazzorealemilano.it e lesignoredellarte.it

3. WORLD PRESS PHOTO 2021, LA FOTO DELL’ANNO È DI MADS NISSEN. A TORINO LA MOSTRA DEI VINCITORI
1° premio Soggetti singoli World Press Photo of the Year  Mads Nissen  Danimarca, Politiken/Panos Pictures  Rosa Luzia Lunardi (85) abbracciata dall'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, presso la casa di cura Viva Bem, San Paolo, Brasile, il 5 agosto.
È del fotografo danese Mads Nissen l’immagine vincitrice della sessantaquattresima edizione del World Press Photo, il più importante premio fotogiornalistico del mondo. Lo scatto dell’anno, realizzato il 5 agosto 2020, ritrae l’abbraccio tra la paziente Rosa Luzia Lunardi, di 85 anni, e l'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura Viva Bem, a San Paolo del Brasile. A vincere è, dunque, una fotografia legata alla pandemia per il Coronavirus, che coglie l’emozione di un piccolo ritorno alla normalità grazie alla «tenda dell’abbraccio». 
L’immagine sarà esposta - con le altre vincitrici annunciate nella giornata di giovedì 15 aprile ad Amsterdam - anche in Italia, a Torino, nelle sale di Palazzo Madama a partire dal prossimo 7 maggio (pandemia permettendo).
In questa stessa occasione sarà, inoltre, possibile vedere la «Storia dell’anno»: il servizio «Habibi», che in arabo significa «amore mio», del fotografo romano Antonio Faccilongo sulla guerra israelo-palestinese, uno dei conflitti contemporanei più lunghi e complicati. 
Questa edizione del premio accende i riflettori anche su altri due italiani. Il ravennate Lorenzo Tugnoli, dell’agenzia Contrasto, ha vinto nella sezione «Storie - Notizie impreviste» per il suo servizio sull’esplosione a Beirut, in Libano, del 4 agosto 2020: lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6.000 edifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6.000 e lasciandone sfollate almeno 300.000. Gabriele Galimberti, originario della Val di Chiana, si è aggiudicato il primo premio nella sezione «Serie di ritratti» con un reportage per il «National Geographic» sui proprietari di armi in America. 
Informazioni sul sito www.worldpressphototorino.it

4. «MICHELANGELO, L'UOMO E L'ARTISTA FUORI DAI CLICHÉ»: DA EDIZIONI ARES UN NUOVO LIBRO SUL GENIO RINASCIMENTALE
Pochi personaggi della storia sono stati oggetto di tanti studi e dibattiti quanto Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564). Accanto a studi critici e biografie, anche di incomparabile pregio, in libreria sono uscite, negli anni, anche molte opere di pura fantasia che hanno contribuito a diffondere un'immagine romanzata dell'artista: pittore, architetto e scultore di genio, ma uomo irritabile, nevrotico, asociale, schivo, esaurito, melanconico, frequentatore di bordelli, avido, celibe per scelta penitenziale. Questi eccessi stridono con i tratti evidenti e documentati dell’artista, raccontati anche da un pittore a lui coevo, Ascanio Condivi (Ripatransone, 1525 – 1574), che ne evidenziava, il «grande cuore», la «generosità» e la «profonda fede». 
Sui cliché di cui è stato fatto oggetto l'artista focalizza l'attenzione la studiosa spagnola María Ángeles Vitoria, professore associato di Filosofia della natura e della scienza alla Pontificia Università della Santa Croce in Roma, con il suo nuovo libro - «Michelangelo» (Collana «Profili», pp. 248 - € 18) - uscito in libreria nella giornata di venerdì 16 aprile per le edizioni Ares di Milano
Poteva un uomo dal carattere tanto insopportabile dare vita all'estrema delicatezza della «Pietà Vaticana» o alla possente devozione dei personaggi della Cappella Sistina? Parte da qui – da questo dubbio riportato nella quarta di copertina - il viaggio del volume che prova a raccontare l'artista toscano confrontando i suoi dipinti e le sue sculture con le lettere e le poesie così da restituirne un profilo autentico di genio delle belle arti, libero da vecchi cliché e nuovi stereotipi. 
Ne esce il ritratto di un pittore e di uno scultore per cui l'arte fu la sola e vera ragione di vita: «Mia moglie è l'arte – diceva, infatti, Michelangelo - e i miei figli saranno le opere che lascerò».  
Per informazioni: www.edizioniares.it.

5. IL PICCOLO DI MILANO E PASTA RUMMO INSIEME PER IL TEATRO RAGAZZI  
Il Piccolo Teatro di Milano e Pasta Rummo uniscono le forze per un progetto rivolto alle nuove generazioni. Prenderà il via a maggio «Fiabe, maestri e giovani eroi», un’iniziativa artistica e multimediale destinata alle scuole – primarie e secondarie di primo e secondo grado – e alle famiglie.  
Due sono i segmenti che compongono il progetto, al via in Lombardia e in Campania. Si inizierà con una fiaba per immagini, tra cinema e teatro, con la regia di Beniamino Barrese, che avrà per protagonista Pinocchio e verrà realizzata in collaborazione con la Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli. Si proseguirà, quindi, con un laboratorio, dal titolo «We can be heroes», nel quale il drammaturgo Davide Carnevali accompagnerà i ragazzi in un percorso di esplorazione e confronto tra il linguaggio narrativo dell’epica e quello dei social media.
«Quella con il Piccolo – racconta Antonio Rummo, general manager international sales dell’azienda alimentare di Benevento - è una partnership che nasce naturale, come la passione per le tradizioni da tramandare e l’arte manuale che si fa gioia e gusto. Anche se i mondi sembrano apparentemente lontani, ogni giorno anche noi di Rummo mandiamo in scena il meglio delle nostre produzioni. Il fatto di poter dedicare questo progetto ai più piccoli è un motivo di orgoglio in più perché loro è il futuro ma anche l’impegno di conservare e rafforzare le nostre radici». 
Inizia così una collaborazione che troverà compimento nella prossima stagione teatrale, quando Pasta Rummo diventerà partner del Piccolo Teatro per la stagione dedicata ai bambini e ai ragazzi.
Informazioni su www.piccoloteatro.org

6. #DANTE700, IN RETE I DISEGNI DI FEDERICO ZUCCARI PER «LA DIVINA COMMEDIA» 
Federico Zuccari, Illustrazione «I lussuriosi, Minosse, Paolo e Francesca» (Inferno, Canto V), 1586-1588. Firenze, Uffizi. Opera visibile nella mostra virtuale «Dante istoriato - A riveder le stelle»
Si intitola «A riveder le stelle» la rassegna virtuale, o meglio l’«Ipervisione», che gli Uffizi di Firenze hanno promosso in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Protagonista della rassegna è l’intero corpus di disegni realizzato, alla fine del Cinquecento, dal pittore Federico Zuccari per illustrare la «Divina Commedia». Si tratta di ottantotto fogli appartenenti alla raccolta del museo fiorentino, digitalizzati in alta definizione e presentati per l’occasione nella loro totalità, con un apparato didattico scritto da Donatella Fratini, curatrice dei disegni dal Cinquecento al Settecento degli Uffizi.
Ideata tra il 1586 e il 1588, durante il soggiorno di Federico Zuccari in Spagna, l’intera raccolta è entrata nella collezione fiorentina nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina. Da allora, custodita nel Gabinetto dei disegni e delle stampe, è stata esposta al pubblico, parzialmente, soltanto in due occasioni: nella grande mostra dantesca tenuta a Firenze, in Palazzo Medici-Riccardi, nel 1865 e alla Casa di Dante, in Abruzzo, nel 1993. 
A parte questi episodi, i disegni di Federico Zuccari - uno dei maestri del tardo Manierismo, famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore e la Cappella Grimani nella chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia - sono rimasti quasi totalmente noti a un pubblico ristretto di studiosi e appassionati. Come tutte le opere su carta, sono, infatti, normalmente custoditi in ambienti protetti, termoregolati, senza luce e possono (salvo limitate esigenze di studio) essere esposti solo ogni cinque anni. Anche da qui deriva la scelta degli Uffizi di digitalizzare nella sua completezza, rendendolo disponibile a tutti, questo consistente nucleo di fogli fisicamente fragile e per sua natura non adatto ad esser consultato regolarmente. 
Il percorso creativo di Federico Zuccari, la più imponente compagine illustrativa della «Commedia» realizzata prima dell’Ottocento, si dipana dalla «selva oscura» in cui Dante smarrisce la «diritta via» fino alle alte sfere del «Paradiso», in un complesso gioco di rimandi tra parole e immagini. I fogli erano, infatti, anticamente rilegati in un volume: aprendolo, all’illustrazione sulla pagina destra corrispondeva, a sinistra, la trascrizione dei versi del poema e un breve commento dello stesso artista. 
La mostra può essere visitata al link www.uffizi.it/mostre-virtuali-categorie/a-riveder-le-stelle.

7. «EMERGENZE DANTESCHE» , TRA LE VIE DI FIRENZE SULLE TRACCE DEL «SOMMO POETA»
Racconta il rapporto tra Dante e Firenze il volume «Emergenze dantesche» (pp. 144; 14,5X20 cm; brossura; 15,00 euro; ISBN: 978-88-314991-9-4) del giornalista Marco Ferri, recentemente pubblicato dalla casa editrice Linea di Padova
Il testo, concepito e scritto dall'autore durante i mesi del primo obbligatorio confinamento dovuto all'emergenza sanitaria per il Coronavirus, si compone di diciotto capitoli ed è completato dalla prefazione di Cristina Acidini, già Soprintendente per il Polo museale fiorentino. 
Del «Sommo poeta» non è noto alcun documento autografo, ma la sua presenza a Firenze è un po’ ovunque, a cominciare dal Battistero di San Giovanni, in piazza Duomo, dove, davanti ai suggestivi mosaici di Coppo di Marcovaldo, lo scrittore trasse quasi certamente ispirazione per la sua «Commedia». 
Il viaggio sulle «tracce» del poeta toscano porta, poi, al Museo nazionale del Bargello, all’antica sede dell’Arte dei giudici e notai, all’ex-Chiesa di San Pier Scheraggio, oggi inglobata negli Uffizi, ma anche a piazza Santa Croce, alle storiche biblioteche di città e alla Società dantesca.
Cartina alla mano e scarpe comode ai piedi si potrà, dunque, girare tra le piazze, le strade, le chiese, i palazzi storici di Firenze, in compagnia del nuovo libro di Marco Ferri, una vera e propria guida per il viaggiatore (anche grazie al suo comodo formato tascabile), che farà scoprire qualche curiosità su Dante, autore del quale si ricordano quest'anno i settecento anni dalla morte.
Informazioni su www.lineaedizioni.it

8. #LETTURADAY: DA APRILE A SETTEMBRE «LEGGIAMO INSIEME, IL GIOVEDÌ»
Era il 1996 quando veniva organizzata dalla conferenza generale dell’Unesco la prima edizione della Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, la grande festa della lettura e dei lettori. La scelta cadeva sul 23 aprile, data simbolica, visto che quel giorno, nel 1616, erano morti tre «mostri sacri» della letteratura mondiale: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega.  
Quest'anno il grande protagonista è stato Dante Alighieri, del quale ricorrono i settecento anni dalla morte. L’amore, uno dei temi cardine della sua produzione, è stato declinato in tre filoni: «Amor… ch’a nullo amato amar perdona», «Amor… che ne la mente mi ragiona», «Amor… che move il sole e l’altre stelle». 
Al «Sommo poeta» guarda anche l'Adei - Associazione degli editori indipendenti, che il 23 aprile ha lanciato un suo nuovo progetto: «Lettura Day». Il claim scelto è «Leggiamo insieme, il giovedì». L'iniziativa invita, infatti, i lettori - grandi e piccoli - a leggere ad alta voce per qualcun altro, scegliendo il proprio libro del cuore o affidandosi al caso e afferrando quello più vicino. Il progetto si terrà, fino al prossimo 26 settembre, ogni giovedì. I centri dinamici di questa iniziativa saranno le librerie, le biblioteche, le scuole e i teatri, ma nei prossimi mesi letture a voce alta si terranno dappertutto: nei giardini pubblici, alla fermate dei tram e degli autobus, nei mercati, nelle stazioni, sui sagrati di chiese, moschee e sinagoghe, nelle carceri, negli ospedali, nei casolari di campagna, nei cortili dei condomini, nei negozi e persino nelle case private. L'Adei - Associazione degli editori indipendenti invita, infatti, chiunque a condividere la propria esperienza di lettura postandola sui social con l’hashtag #letturaday o segnalandola sul sito www.letturaday.it (on-line da giovedì 22 aprile).
Per salutare l'avvio del progetto si è tenuta una grande festa digitale - venerdì 23 aprile, dalle ore 17 - con collegamenti da varie località. Nella splendida chiesa gotica di Santa Maria del Mar, a Barcellona, l'attrice Silvia Bel ha letto i versi danteschi in lingua catalana (la prima in cui è stata tradotta la «Divina Commedia»). Nel magnifico cenacolo di Santa Croce a Firenze, in un evento prodotto e curato da Testo/Pitti Immagine, l'attore Marcello Prayer ha proposto il suo personale omaggio allo scrittore toscano. 
Protagonisti di questa prima «Lettura Day» sono stati anche Jack London, Alessandro Barbero, Marco Ardemagni e Pino Insegno; durante il pomeriggio è atteso anche il tappeto rosso degli Oskar del libro, ideato dalle librerie di Roma. Tanti appuntamenti, dunque, quelli in cantiere per #LetturaDay, nati con l'intento di «riunire le persone attraverso la voce, il primo mezzo di comunicazione della storia, che - si legge nella nota stampa - oggi sta vivendo un momento di grande riscoperta (audiolibri, podcast, oralità popolare ne sono gli effetti tangibili)».   
Per saperne di più: www.letturaday.it.

9. «ITS DARK MATERIALS», L’UNIVERSITÀ DI VERONA RACCONTA «IL LATO OSCURO» DELL’ARTE CONTEMPORANEA
Corinna Gosmaro, «Baggages», 2016. Foto di Olga Costa Opera esposta nella mostra «Contemporaee/Contemporanei» all'Università di Verona
Si intitola «Its dark materials» il ciclo di incontri promosso dall’Università di Verona sulla piattaforma multidisciplinare «Contemporanea», sviluppata a partire dalla mostra «Contemporaee/Contemporanei», un percorso tra ottanta opere di artisti di diverse generazioni – da Adrian Paci a Debora Hirsch, da Nico Vascellari a Shilpa Gupta - per la curatela di Denis Isaia.  
I sette incontri, in programma fino al 27 maggio, saranno dedicati ai molti lati oscuri dell’arte contemporanea, «a partire – si legge nella nota stampa - dalla sua indeterminatezza rispetto ai canoni di classificazione, conservazione e interpretazione adottati tradizionalmente dalla storia e dalla critica d’arte, nonché dalla museologia e dalle scienze del restauro». 
Ospiti della rassegna, a cura di Monica Molteni e Luca Bochicchio, saranno alcuni tra i più importanti studiosi italiani, impegnati nella ricerca a livello internazionale.  
L'iniziativa è partita il 15 aprile con una riflessione sul rapporto tra scienza e arte contemporanea, che ha visto la presenza di Antonio Sgamellotti, Accademico dei Lincei; a conclusione dell’appuntamento si è tenuto un contributo di Letizia Monico, ricercatrice del Cnr-Scitec di Perugia, sul degrado dei gialli nei «Girasoli» di Vincent Van Gogh e nell’«Urlo» di Munch. Questa settimana, il 22 aprile, Andrea Canziani, architetto del ministero della Cultura, ha parlato della conservazione e della fruizione delle opere architettoniche; lo stesso argomento sarà al centro dell’intervento di Patrizia Moretti, ricercatrice dell’Università della Svizzera Italiana, che il 13 maggio terrà una conferenza dal titolo «L’opera muralista di Gino Severini in Svizzera: uno studio conoscitivo». 
Le diverse problematiche conservative delle opere d’arte contemporanea ambientate nello spazio saranno, invece, al centro degli interventi di due esperte restauratrici dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, Shirin Afra e Chiara Gabbriellini (6 maggio), e di Francesco Tedeschi (27 maggio), docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università Cattolica di Milano. 
Luca Bocicchio, infine, parlerà il 29 aprile delle tecniche nucleari di Enrico Baj; mentre il 20 maggio sarà protagonista di un appuntamento dedicato alle attività di manutenzione e restauro delle opere della Collezione Agi Verona presenti al Polo universitario Santa Marta. Insieme allo studioso, ci saranno anche Andrea Toniutti, docente di Restauro dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Verona, e due giovani studiose: Giulia Passerini e Silvia Concari.
Tutti gli incontri si terranno alle ore 17.30 in modalità webinar al link https://univr.zoom.us/s/86123556439 e live sul canale Facebook di Contemporanea. 

10. «EXIT. CREAZIONE DELLA CREAZIONE», TRE PERFORMANCE TEATRALI SULLA BIBBIA CON GLI STUDENTI DELLO IUAV DI VENEZIA
La «Genesi», l’«Apocalisse» e le «Metamorfosi»: sono questi tre testi biblici i protagonisti del progetto «Exit. Creazione della Creazione», tra i vincitori del bando «Vivere all’italiana sul palcoscenico», promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale con l’intento di valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane. 
Il percorso laboratoriale, realizzato in parte in presenza e in parte con modalità digitali, ha coinvolto gli studenti del secondo anno del corso di laurea magistrale in Teatro e arti performative dell’Università Iuav di Venezia. 
Durante le lezioni sono nate tre performance, a firma di Maria Federica Maestri, direttrice artistica di Lenz Fondazione, realtà di Parma attiva nel campo della formazione teatrale e visuale. 
Dopo «Exit #1 [Genesi]», andata in scena lo scorso 14 aprile, questa settimana sono state presentate «Exit #2 [Apocalisse]» alla chiesa sconsacrata dei Santi Cosma e Damiano sull’isola della Giudecca (lunedì 19 aprile, alle ore 19 e alle ore 20) e di «Exit #3 [Primal Chaos]» all’ex-convento di Santa Teresa a Dorsoduro (giovedì 22 aprile, alle ore 18 e alle ore 19). 
Le tre performance, come avviene spesso nei lavori di Lenz Fondazione, traducono testi cardine della cultura occidentale in tensioni filosofiche e inquietudini estetiche della contemporaneità.
I tre riferimenti drammaturgici di questo progetto sono stati - raccontano dall’ufficio stampa dell’ateneo veneziano - «dispositivi di innesco testuali a partire dai quali gli studenti si sono sperimentati nelle funzioni che ruotano intorno al concetto stesso di creazione: ideazione, regia, drammaturgia, involucri, imagoturgia e installazione visuale, pratica performativa, installazione sonora, cura tecnica allestimento, comunicazione».
A causa delle restrizioni sanitarie in atto, non sarà consentito l’accesso del pubblico; chi lo desidera nei prossimi giorni potrà cogliere tracce del percorso realizzato e degli esiti presentati tramite i canali social di Lenz Fondazione e di Iuav Teatro arti performative. 
Informazioni su lenzfondazione.it