ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

sabato 9 febbraio 2008

Dalla discarica all'atelier: nasce la «Venere dell'immondizia»

«Gli scarti sono probabilmente brutte cose, ma se riesci a lavorarci un po’ sopra e renderle belle o almeno interessanti, c’è molto meno spreco». Parola di Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928–New York, 22 febbraio 1987), guru della Pop art americana. Una dichiarazione, la sua, che potrebbe essere facilmente associata al nome di molti altri protagonisti dell’arte del Novecento. E’, infatti, lungo l’elenco degli artisti che, dagli anni Dieci del ventesimo secolo a oggi, hanno utilizzato in chiave “nobile” gli scarti della nostra società dei consumi. Ecco così che le sale di un museo d’arte contemporanea potrebbero benissimo assomigliare a una discarica. Manifesti strappati, tubetti di colore consumati, resti di un pasto tra amici, fiori rinsecchiti, montagne di stracci o, ancora, vecchie macchine compresse, recipienti in tetrapak e bottigliette di plastica sono, infatti, solo alcuni degli oggetti che è possibile trovare tra le sale di un centro dedicato alle ultime ricerche artistiche.
Dalla Ruota di bicicletta (1913-1964) di Marcel Duchamp alla nuovissima Patchwork city (2007-2008) di Enrica Borghi -in corso di esecuzione alla Gam di Gallarate, nell’alto Milanese- sono, dunque, numerose le opere che hanno “salvato” pattume e rifiuti da inceneritori e discariche (Lea Vergine ne ha raccontato l'avventura nel libro Trash. Quando i rifiuti diventano arte, edito da Skira nel 2006). Come non ricordare, per esempio, il Merzbau di Kurt Schwitters e i sacchi di Alberto Burri, le compressioni di César e le Poubelles di Arman, i collage di Mimmo Rotella e le Dame e i Generali di Enrico Baj?
A questa schiera di lavori va aggiunta la nuovissima Venere dell’immondizia, progetto-scultura ideato dalla coppia di artisti Alessandro Monticelli e Claudio Pagone, che prenderà forma questa sera, sabato 9 febbraio, nell’entroterra abruzzese e, più precisamente, nelle sale dello studio Target di Sulmona, in provincia dell’Aquila.
L’opera in questione trae ispirazione dalla Venere degli stracci (1967) di Michelangelo Pistoletto, oggi conservata alla Fondazione Pistoletto di Biella, in cui una montagna di vecchie stoffe viene contrapposta alla candida copia di una statua classica posta di spalle, dando vita a un forte stridore cromatico e formale.
Gli stracci, nella versione del duo abruzzese, verranno sostituiti con la spazzatura, ottenendo un terzo elemento: quello olfattivo. La Venere dell’immondizia sarà, quindi, «una scultura da vedere, toccare e…annusare» o, per i più fortunati, da non annusare, grazie alle mascherine anti-odore autografate da Monticelli & Pagone, che verranno donate ai primi cento ospiti del vernissage allo studio Target di Sulmona.
Collezionisti e galleristi hanno già adocchiato questa originale scultura, lasciando presagire una grande fortuna a livello artistico. Bologna, Roma e Viterbo sono solo alcune delle città da cui è giunta richiesta di esporre la Venere dell'immondizia; nessuna proposta, invece, da Napoli, che non vuole veder “ritornare al mittente” la sua spazzatura.
L’operazione artistica di Monticelli & Pagone è, infatti, nata dopo la diffusione, da parte di quotidiani e televisioni nazionali, della notizia relativa all’inserimento on-line, sul sito di e-Bay, dell’annuncio di vendita di tonnellate di munnezza napoletana doc.
Quasi per gioco il duo abruzzese ha contattato il venditore e ha acquistato, al costo di 300 euro, 300 chilogrammi di rifiuti provenienti dalla città campana, con i quali ha realizzato una coloratissima montagna alta 2,4 metri e larga 3, contrapponendola alla copia di una statua classica posta di spalle.
«La nostra vuole essere una provocazione scherzosa, una presa in giro della situazione esplosiva che si è creata a Napoli in questi giorni –dichiarano gli artisti-. Ma è anche una considerazione amara sul fatto che, dagli anni Sessanta, quando Pistoletto ha creato la sua Venere, è passato del tempo, ma in fondo tutto è rimasto uguale». Così, quarant’anni dopo, ecco una nuova dea in versione trash. Che anziché nascere dalla spuma del mare, come vuole la mitologia, viene fuori da una montagna di fustini di detersivo vuoti, sacchetti di carta o di plastica, stoffe usurate, vecchi water e bucce di banana.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Alessandro Monticelli e Claudio Pagone; (fig. 2) Alessandro Monticelli e Claudio Pagone, Venere dell’immondizia, 2008; (fig. 3) Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967.
Informazioni utili
La Venere dell’immondizia
. Studio Target, Via Giuseppe Antonio Angeloni 18 – Sulmona (L’Aquila). Orari: sabato 9 febbraio 2008, dalle ore 19. Ingresso libero. Informazioni: tel. 339.8762763/333.5259973 o pagmon@tiscali.it. Sito Web:
http://www.mep-art.it/.

giovedì 7 febbraio 2008

Arte e cultura digitale: se ne parla a Venezia

Sarà Andreas Broeckmann, già direttore artistico della Transmediale (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino) e co-curatore alla Biennale Media_cityseoul nella Republica di Corea, ad aprire il ciclo di conferenze Tomorrow Now. Pratiche artistiche contemporanee nella cultura digitale, in programma da martedì 12 febbraio alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (Dorsoduro, 2826).
La rassegna, che vedrà sfilare nella sede di Palazzetto Tito alcuni tra i più noti studiosi ed esperti a livello internazionale della sperimentazione artistica legata ai nuovi media, proseguirà martedì 26 febbraio con un appuntamento che vedrà protagonista la curatrice Inke Arns, direttrice del Hartware MedienKunstVerein di Dortmund, in Germania.
Sarà, dunque, la volta di Benjamin Weil, direttore dell’Artists Space in New York One, uno dei primi spazi alternativi della Grande Mela, che incontrerà il pubblico veneziano nella giornata di martedì 4 marzo; mentre il 25 dello stesso mese si terrà una conferenza di Oliver Grau, storico dei new media, docente di Storia dell’arte alla Humboldt University di Berlino e visiting professor all’Accademia di Linz.
A seguire, martedì 29 aprile, la Fondazione Bevilacqua La Masa ospiterà contemporaneamente tre studiosi di new media: Pier Luigi Capucci, direttore di Noemalab; l'organizzatore culturale Franco Torriani, membro di ArsLab e presidente delle Pépinières Européennes pour Jeunes Artistes di Marly-le-Roi, in Francia; e l'artista e curatore indipendente Jens Hauser, che ha ideato L'Art Biotech, il primo festival di arte biotecnologia al National Arts and Culture Centre Le Lieu Unique a Nantes, in Francia.
A chiudere gli incontri sarà, nel mese di ottobre, l'artista e teorico Roy Ascott, precursore dell'arte cibernetica e telematica, che è anche redattore di Leonardo, Convergence e Digital Creativity e consulente di centri per i nuovi media in Giappone, Corea, Brasile, Nord America ed Europa.
L’opera senza centro è il filo conduttore della nuova serie di Tomorrow now, rassegna iniziata nel 1995, che per questa edizione si avvale della collaborazione di Naba - Scuola di media design di Milano e che gode del patrocinio dell’Accademia di Belle arti di Venezia e dell’Università Iuav.
Il titolo –spiegano gli organizzatori- «introduce la questione delle opere d’arte che, nell’era digitale, trasformano il concetto di spazio che le dovrebbe ospitare, il concetto di fruizione estetica da parte dell’osservatore, il ruolo dell’autore e delle discipline coinvolte nella loro produzione. Le nuove opere d'arte contemporanea» –raccontano ancora dalla Fondazione Bevilacqua La Masa- «nascono da processi collaborativi e interattivi, sono costruite attraverso l'immaterialità del codice, si collocano in spazi non usuali come la rete e i flussi di comunicazione, intersecano e si alimentano della ricerca scientifica e tecnologica i mutazione sempre più rapida, hanno bisogno di nuove sistemi di presentazione e archiviazione».
Le trasformazioni che i new media hanno portato nel mondo dell'arte sono testimoniate dal proliferare di centri specializzati per produrre e ospitare opere legate allo loro sviluppo, sezioni specifiche all'interno dei musei di arte contemporanea, festival capaci di attrarre in pochi giorni le esperienze internazionali in questo campo e grandi mostre periodiche come la Biennale Media_cityseoul nella Republica di Corea.

Didascalie delle immagini
(fig. 1, fig. 2 e 3) Immagini di Palazzetto Tito – Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia

Informazioni utili
Tomorrow now. L'opera senza centro. Conferenze sulla natura dell'opera d'arte nell'epoca digitale. Fondazione Bevilacqua La Masa, Dorsoduro 2826, Venezia. Orari: ore 18.30. Informazioni: tel. 041.5207797/5208879, info@bevilacqualamasa.it. Sito web:
www.bevilacqualamasa.it. Dal 12 febbraio e fino a ottobre 2008.

mercoledì 6 febbraio 2008

«Ho visto cose», dieci narratori per dieci oggetti di culto

Alzi la mano chi non ricorda la scena del film Vacanze romane, diretto da William Wyler nel 1953, in cui gli indimenticabili Audry Hepburn e Gregory Peck attraversavano il centro di Roma in sella a una vespa Piaggio. O chi non ha riso davanti allo sketch televisivo della coppia Paolo Villaggio e Gianni Agus, in cui un imbranatissimo ragionier Giandomenico Fracchia, convocato nell’avanguardistico ufficio del suo datore di lavoro, si ritrovava a lottare, tra incredibili contorsioni e acrobazie, con una poltrona Sacco Zanotta, la cui informe massa morbida si era trasformata in un vero e proprio strumento di tortura.
Da sempre il design si muove su un doppio binario: quello del lusso, della creatività e del talento, e quello del quotidiano, in cui oggetti, che hanno fatto la storia del disegno industriale, sono riusciti a superare le mode del momento, entrando prepotentemente nella nostra vita o si sono fatti portatori di un’epoca, racchiudendo nelle loro linee l’atmosfera di interi decenni.
E' il caso della Olivetti Lettera 22 che riporta alla memoria un’epoca d’oro del giornalismo, quella alla Enzo Biagi o alla Indro Montanelli, o del magnetofono Gelosino che, a molti, ricorda nostalgicamente vecchie canzoni degli anni Cinquanta come quelle di Claudio Villa e Gino Latilla.
A questi e ad altri oggetti che hanno segnato la storia del costume e del design nell’ultimo secolo è dedicato il volume Ho visto cose..., appena uscito in libreria, che è stato realizzato dal Circolo dei lettori di Torino e dalla casa editrice Bur, in occasione di Torino 2008 World Design Capital.
A dieci scrittori italiani, tra i più consapevoli e attenti del panorama attuale, è stato chiesto di dare vita letteraria ad altrettante creazioni di design entrati prepotentemente nel nostro vivere quotidiano. Ne sono nati dieci racconti che, introdotti da uno scritto del designer Enzo Mari e illustrati dalla matita di Gipi, compongono un’originale storia d’Italia dal punto di vista delle “cose”.
I dieci scrittori e gli oggetti scelti sono: Andrea Bajani e la vespa Piaggio, Violetta Bellocchio e il telefono Grillo della Sit-Siemens Italia, Gian Luca Favetto e la Lettera 22 della Olivetti, Tommaso Labranca e la calcolatrice Divisumma, Nicola Lagioia e la lampada Titania della Luceplan, Raul Montanari e il Gelosino della Geloso, Aldo Nove e il Merdolino della Alessi, Francesco Piccolo e la libreria Bookwarm della Kartell, Elena Varvello e la poltrona Sacco Zanotta e Dario Voltolini e la televisione Algol della Brionvega.
Il Circolo dei lettori di Torino, coerentemente con la propria vocazione di luogo di lettura e di ascolto della lettura, ha voluto riunire in cinque reading musicati dal vivo dagli Yo Yo Mundi, i dieci racconti contenuti nel volume, affidati alla voce dei loro autori.
Gli appuntamenti, che hanno preso il via lo scorso 30 gennaio con Andrea Bajani ed Elena Varvello, proseguiranno alle 21 di questa sera, mercoledì 6 febbraio, con Aldo Nove e Tommaso Labranca, che parleranno rispettivamente di Merdolino, scopino da bagno in resina termoplastica progettato da Stefano Giovannoni per la Alessi nel 1993, e della calcolatrice elettronica da tavolo Divisumma 18, disegnata da Mario Bellini nel 1973 per la Olivetti.
Gli appuntamenti proseguiranno il 20 febbraio con Gian Luca Favetto e Dario Voltolini e il 5 marzo con Violetta Bellocchio e Raul Montanari, per chiudersi il 19 marzo con Nicola Lagioia e Francesco Piccolo.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Audry Hepburn e Gregory Peck sulla vespa Piaggio. Frammento del film Vacanze romane di William Wyler (1953); (fig. 2) Paolo Villaggio, nei panni del ragioner Fracchia, e la poltrona Sacco Zanotta; (fig. 3) Copertina del libro Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto; (fig 4) Merdolino, scopino da bagno di Alessi. Progetto di Stefano Giovannoni (1993).


Informazioni utili
Aa.Vv, Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto. Bur, Milano 2008. Dati tecnici: pp. 208. Prezzo: e 9.00. Sito web:
http://bur.rcslibri.corriere.it/index.php.

Per gli appuntamenti: Il Circolo dei lettori, via Bogino 9 - 10123 Torino. Informazioni: tel. 011.4326827/21/20 o info@circololettori.it. Sito web:
www.circololettori.it.

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