Parla italiano il documentario che ha vinto il prestigioso premio «Gold Remi Award» alla quarantacinquesima edizione del «WorldFest Houston International Film Festival», una delle più importanti rassegne di cinema e audiovisivo degli Stati Uniti. L'ambito riconoscimento è, infatti, stato assegnato al film «Il merletto, un’arte veneziana» («The Lace, a Venetian Art»), prodotto dalla Fondazione musei civici di Venezia e diretto da Alessandro Bettero.
Espressamente concepito e realizzato in occasione della riapertura del Museo del Merletto di Burano, avvenuta a giugno dell’anno scorso, il documentario narra la nascita e lo sviluppo di una delle arti più secolari della città lagunare, la tradizione del pizzo lavorato a ago, sullo sfondo delle vicende della Serenissima.
Il film, girato in alta definizione e sottotitolato in lingua inglese, è arricchito dai ricordi e da vivide testimonianze di una dozzina di merlettaie di Burano, ma mostra anche suggestive ricostruzioni storiche realizzate con attori in abiti d’epoca e filmate all’interno di alcuni prestigiosi palazzi storici della città, come il Ducale, il Mocenigo, Ca’ d’Oro, la basilica di San Marco e la fornace vetreria di «Formia Luxury Glass» a Murano, oltre che in località caratteristiche del Veneto, tra Burano, Murano, Torcello, Chioggia e Altino.
Rare ed esclusive sono anche le immagini che ripropongono alcuni tra i manufatti più antichi della collezione appartenente al Museo del merletto e alla Fondazione Musei civici di Venezia. Manufatti, questi, che coprono gli ultimi cinque secoli.
Il documentario, della durata di circa quaranta minuti, è stato realizzato con la consulenza di Paola Chiapperino, già direttore del museo veneziano, e con il contributo, per i testi, di Doretta Davanzo Poli, nota storica del merletto e docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
La musica del film è a cura del maestro Alberto De Piero e dell’Orchestra Filarmonia Italiana. La fotografia porta la firma di Lorenzo Pezzano: mentre i costumi sono stati realizzati dagli atelier «Nicolao» e «Pietro Longhi» di Venezia.
Grazie a questo documentario, sempre visibile nella sala introduttiva al primo piano del museo buranese, il pubblico statunitense ha potuto riscoprire o conoscere per la prima volta una delle più antiche e preziose tradizioni veneziane, quella del merletto, un’arte antica legata indissolubilmente alla storia del costume, del tessuto, dell’arte e dell’architettura di Venezia e della sua Laguna.
L’arte cinematografica si è fatta, dunque, strumento di promozione turistica per il giovane museo lagunare, ubicato presso lo storico palazzetto del Podestà di Torcello, già sede, dal 1872 al 1970, della celebre Scuola del merletto, fondata dalla contessa Adriana Marcello.
In queste antiche sale di piazza Galuppi, all’interno delle quali Daniela Ferretti ha portato la policromia tipica dell’isola, sono allineati oltre centocinquanta esemplari di pizzi, ma anche dipinti dei secoli XV-XX, incisioni, disegni, documenti, riviste, tessuti e costumi. Manufatti, questi, che raccontano un’arte tramandata di generazione in generazione, un antico mestiere, quasi esclusivamente femminile, che dall’unione di materiali poveri, quali ago e filo, e mani sapienti, continua a creare veri e propri capolavori.
Per saperne di più
«Fogli d'arte», il restyling del Museo del merletto di Burano
Il sito ufficiale del Museo del merletto di Burano
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Foto di scena per il documentario «Il merletto, un’arte veneziana» («The Lace, a Venetian Art»), prodotto dalla Fondazione musei civici di Venezia e diretto da Alessandro Bettero; [fig. 2] Veduta esterna del Museo del Merletto di Burano, Venezia. Foto di Mario e Alessia Polesel; [fig. 1] Veduta interna del Museo del Merletto di Burano, Venezia. Particolare dell'allestimento di Daniela Ferretti al primo piano del palazzetto del Podestà di Torcello
Informazioni utili
«Il merletto, un’arte veneziana» («The Lace, a Venetian Art»). Documentario, durata (40 min.). Regia: Alessandro Bettero. Produzione: Fondazione Musei Civici di Venezia. Produttore esecutivo: Amelia Fiorenzato. Coordinatore esecutivo: Paola Chiapperino, con la collaborazione di Chiara Squarcina, Fondazione Musei civici di Venezia. Testi: Doretta Davanzo Poli, Università Ca’ Foscari - Venezia. Fotografia: Lorenzo Pezzano. Focus Pullers: Matteo Bolzonello, Davide Ceccato. Montaggio e post-produzione audio: Luca Giacon. Colorist: Francesco Marotta. Musiche: Alberto De Piero e l’Orchestra Filarmonia Italiana.
Museo del merletto di Burano, piazza Galuppi 187 - Burano (Venezia). Orari: dal 1° aprile al 31 ottobre, ore 10.00–18.00 (biglietteria 10.00– 17.30); dal 1° novembre al 31 marzo, 10.00–17.00 (biglietteria 10.00–16.30); chiuso il lunedì.Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,50 [ragazzi da 6 a 14 anni; studenti* dai 15 ai 25 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; cittadini ultrasessantacinquenni; personale del Ministero per i Beni e le Attività culturali; titolari di Carta Rolling Venice; soci FAI]. Informazioni: tel. +39.041.730034 o museo.merletto@fmcvenezia.it.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
giovedì 3 maggio 2012
lunedì 30 aprile 2012
Londra, il globo al «Globe». Per Shakespeare
Trentotto spettacoli in trentotto lingue per celebrare il compleanno di uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi: William Shakespeare. Accade a Londra, dove va in scena la prima edizione di «Globe to globe», una maratona di teatro, lunga sei settimane, che vedrà calcare le assi del palcoscenico oltre seicento attori, provenienti da cinque continenti.
Dalla danza maori al linguaggio dei segni, dall’hip-hop al cinese mandarino, passando per l’irdu e l’hindi: si prospetta come un vero e proprio bagno enciclopedico e multi-linguistico nell’opera del «grande Bardo» quello che propongono Tom Bird e lo scrittore e direttore di teatri Dominic Dromgoole con questo imponente e ambizioso progetto, parte integrante del «World Shakespeare Festival», una serie di eventi che proseguirà fino a lunedì 12 novembre, con appuntamenti in tutta la Gran Bretagna.
Scenario della rassegna, in programma fino a mercoledì 9 giugno, sarà il leggendario Globe Theatre, replica dell’antico teatro elisabettiano sulla riva destra del Tamigi (oggi a pochi passi dalla Tate Modern), nel quale recitavano i «Lord Chamberlain's Men», la compagnia guidata da Richard Burbage, della quale faceva parte anche l’autore di Stratford-upon-Avon.
Ad aprire il sipario di questa affascinante struttura in legno di quercia, con la volta stellata a fare da tetto, è stata, sabato 21 aprile, la compagnia «Isango Ensemble», proveniente da Città del Capo, con lo spettacolo «Venus & Adonis - U-Venas no Adonisi», grande storia di seduzione e di perdita di innocenza, raccontata attraverso i colori e i ritmi tipici della cultura africana. Ma l’appuntamento già andato in scena che ha fatto più discutere la stampa di tutto il mondo è stata, senza ombra di dubbio, la tragedia «Troilo e Cressida» della compagnia neozelandese «Ngakau Toa», prima traduzione integrale di un’opera shakespeariana in lingua maori, iniziata con una haka, la danza guerriera resa celebre in tutto il mondo dalla nazionale neozelandese di rugby. La rappresentazione si è tenuta lunedì 23 aprile, giorno nel quale, tradizionalmente, si festeggia il compleanno dello scrittore elisabettiano.
Questa settimana è stata, invece, la volta de «La dodicesima notte» in indiano, del «Pericle» in greco, di «Misura per misura» in russo, de «Le allegre comari di Windsor» in swahili, e del «Riccardo III» in cinese mandarino, appuntamento, quest’ultimo, che ha visto recitare l’attesissimo «National Theatre of China», proveniente da Pechino. Molto atteso a Londra anche il ritorno del regista lituano Eimuntas Nekrosius alla direzione dell’«Amleto», con i «Meno Fortas». Mentre per assistere a uno spettacolo in lingua italiana bisognerà attendere martedì 1° e mercoledì 2 maggio, quando «I Termini» di Roma (compagnia nata nel gennaio 2002 in seno all'Accademia nazionale d'arte drammatica «Silvio D'Amico») porteranno in scena una versione contemporanea del «Giulio Cesare», per l'adattamento di Vincenzo Manna e con la regia di Andrea Baracco.
Al festival «Globe to globe» ci sarà spazio anche per lo Stato più giovane del mondo, il Sud Sudan (indipendente dal luglio del 2011, dopo oltre cinquant’anni di lotta violenta). La ‘compagnia di casa’ porterà in scena la tragedia «Cimbellino», tradotta in arabo juba dal regista Joseph Abuk e allestita con costumi delle tribù locali che abitano il Paese. Mentre da Kabul arriverà la compagnia «Roy-e-Sabd», per la prima volta fuori dai confini nazionali, con «La commedia degli errori» in lingua dari, il persiano che si parla in Afghanistan.
Tra i grandi classici shakespeariani non mancheranno il «Re Lear» in bielorusso, «Antonio e Cleopatra» in turco, «La bisbetica domata» in urdu, «Molto rumore per nulla» in francese, «Enrico VIII» in castigliano, «Macbeth» in polacco, «Tito Andronico» in cinese cantonese, «La tempesta» in bengalese e un singolare «Romeo e Giulietta» nella rivisitazione in portoghese della compagnia «Grupo Galpão», che porterà in scena un vivace mix di circo, musica, danza e cultura brasiliana.
Curioso sarà anche l’«Otello», in lingua inglese, della compagnia «Q brothers» di Chicago, che farà incontrare il dramma shakespeariano della gelosia con il linguaggio fresco e urbano dell’hip-hop.
Le opere del «cigno di Avon» saranno narrate anche attraverso il linguaggio dei segni, con lo spettacolo «Pene d’amore perduto», portato sul palco dal «Deafinitely Theatre» di Londra, e per mezzo della lingua ebraica, con «Il mercante di Venezia», dramma noto per il monologo dell'ebreo Shylock contro l'antisemitismo e il razzismo, che vedrà in scena l’«Habima National Theatre» di Tel Aviv, riconosciuto dal 1958 come compagnia dello Stato di Israele.
Al Globe Theatre l’«Enrico IV», il lavoro dal quale ha avuto origine il «Falstaff» verdiano, si sdoppierà e parlerà in spagnolo, grazie a due compagnie provenienti dal Sud America, la «Compañia Nacional de Teatro» di Città del Messico e la «Elkafka Espacio Teatral» di Buenos Aires. Mentre l'«Enrico VI», storia della prima grande guerra civile inglese, si farà in tre e diventerà balcanico, parlando serbo, albanese e macedone grazie alle interpretazioni del «National Theatre» di Belgrado, del «National Theatre of Albania» di Tirana e del «National Theatre of Bitola».
Il gran finale spetterà alla compagnia di casa, quella del Globe, che porterà in scena il «Riccardo V», dramma storico dal quale è tratto anche il claim della prima edizione del festival londinese: «O for a muse of fire», un invito a viaggiare sulle ali della fantasia. Un invito che «Globe to globe» declinerà in tutte le lingue del mondo, riportando commedie, drammi e tragedie che da quattro secoli e mezzo affascinano culture tra le più disparate, nel luogo in cui tutto ebbe inizio.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Interno del Globe Theatre di Londra; [fig. 2] Una scena dello spettacolo «Venus & Adonis - U-Venas no Adonisi», con la compagnia «Isango Ensemble» di Città del Capo, Sudafrica; [fig. 3] Una scena dell’«Enrico VIII» con la compagnia «Rakatà» di Madrid, Spagna; [fig. 4] Una scena tragedia «Troilo e Cressida» con compagnia «Ngakau Toa», Nuova Zelanda; [fig. 5] Una scena dello spettacolo, «Pene d’amore perduto», portato sul palco dal «Deafinitely Theatre» di Londra e rappresentato con il linguaggio dei segni
Informazioni utili
«Globe to globe». Shakespeare's Globe, 21 New Globe Walk - Bankside London SE1 9DT - Londra, Regno Unito. Ingresso: £ 5,00 per i posti in piedi, da £ 10,00 a £ 35 in galleria. Sito internet: http://globetoglobe.shakespearesglobe.com/. Fino al 9 giugno 2012.
Dalla danza maori al linguaggio dei segni, dall’hip-hop al cinese mandarino, passando per l’irdu e l’hindi: si prospetta come un vero e proprio bagno enciclopedico e multi-linguistico nell’opera del «grande Bardo» quello che propongono Tom Bird e lo scrittore e direttore di teatri Dominic Dromgoole con questo imponente e ambizioso progetto, parte integrante del «World Shakespeare Festival», una serie di eventi che proseguirà fino a lunedì 12 novembre, con appuntamenti in tutta la Gran Bretagna.
Scenario della rassegna, in programma fino a mercoledì 9 giugno, sarà il leggendario Globe Theatre, replica dell’antico teatro elisabettiano sulla riva destra del Tamigi (oggi a pochi passi dalla Tate Modern), nel quale recitavano i «Lord Chamberlain's Men», la compagnia guidata da Richard Burbage, della quale faceva parte anche l’autore di Stratford-upon-Avon.
Ad aprire il sipario di questa affascinante struttura in legno di quercia, con la volta stellata a fare da tetto, è stata, sabato 21 aprile, la compagnia «Isango Ensemble», proveniente da Città del Capo, con lo spettacolo «Venus & Adonis - U-Venas no Adonisi», grande storia di seduzione e di perdita di innocenza, raccontata attraverso i colori e i ritmi tipici della cultura africana. Ma l’appuntamento già andato in scena che ha fatto più discutere la stampa di tutto il mondo è stata, senza ombra di dubbio, la tragedia «Troilo e Cressida» della compagnia neozelandese «Ngakau Toa», prima traduzione integrale di un’opera shakespeariana in lingua maori, iniziata con una haka, la danza guerriera resa celebre in tutto il mondo dalla nazionale neozelandese di rugby. La rappresentazione si è tenuta lunedì 23 aprile, giorno nel quale, tradizionalmente, si festeggia il compleanno dello scrittore elisabettiano.
Questa settimana è stata, invece, la volta de «La dodicesima notte» in indiano, del «Pericle» in greco, di «Misura per misura» in russo, de «Le allegre comari di Windsor» in swahili, e del «Riccardo III» in cinese mandarino, appuntamento, quest’ultimo, che ha visto recitare l’attesissimo «National Theatre of China», proveniente da Pechino. Molto atteso a Londra anche il ritorno del regista lituano Eimuntas Nekrosius alla direzione dell’«Amleto», con i «Meno Fortas». Mentre per assistere a uno spettacolo in lingua italiana bisognerà attendere martedì 1° e mercoledì 2 maggio, quando «I Termini» di Roma (compagnia nata nel gennaio 2002 in seno all'Accademia nazionale d'arte drammatica «Silvio D'Amico») porteranno in scena una versione contemporanea del «Giulio Cesare», per l'adattamento di Vincenzo Manna e con la regia di Andrea Baracco.
Al festival «Globe to globe» ci sarà spazio anche per lo Stato più giovane del mondo, il Sud Sudan (indipendente dal luglio del 2011, dopo oltre cinquant’anni di lotta violenta). La ‘compagnia di casa’ porterà in scena la tragedia «Cimbellino», tradotta in arabo juba dal regista Joseph Abuk e allestita con costumi delle tribù locali che abitano il Paese. Mentre da Kabul arriverà la compagnia «Roy-e-Sabd», per la prima volta fuori dai confini nazionali, con «La commedia degli errori» in lingua dari, il persiano che si parla in Afghanistan.
Tra i grandi classici shakespeariani non mancheranno il «Re Lear» in bielorusso, «Antonio e Cleopatra» in turco, «La bisbetica domata» in urdu, «Molto rumore per nulla» in francese, «Enrico VIII» in castigliano, «Macbeth» in polacco, «Tito Andronico» in cinese cantonese, «La tempesta» in bengalese e un singolare «Romeo e Giulietta» nella rivisitazione in portoghese della compagnia «Grupo Galpão», che porterà in scena un vivace mix di circo, musica, danza e cultura brasiliana.
Curioso sarà anche l’«Otello», in lingua inglese, della compagnia «Q brothers» di Chicago, che farà incontrare il dramma shakespeariano della gelosia con il linguaggio fresco e urbano dell’hip-hop.
Le opere del «cigno di Avon» saranno narrate anche attraverso il linguaggio dei segni, con lo spettacolo «Pene d’amore perduto», portato sul palco dal «Deafinitely Theatre» di Londra, e per mezzo della lingua ebraica, con «Il mercante di Venezia», dramma noto per il monologo dell'ebreo Shylock contro l'antisemitismo e il razzismo, che vedrà in scena l’«Habima National Theatre» di Tel Aviv, riconosciuto dal 1958 come compagnia dello Stato di Israele.
Al Globe Theatre l’«Enrico IV», il lavoro dal quale ha avuto origine il «Falstaff» verdiano, si sdoppierà e parlerà in spagnolo, grazie a due compagnie provenienti dal Sud America, la «Compañia Nacional de Teatro» di Città del Messico e la «Elkafka Espacio Teatral» di Buenos Aires. Mentre l'«Enrico VI», storia della prima grande guerra civile inglese, si farà in tre e diventerà balcanico, parlando serbo, albanese e macedone grazie alle interpretazioni del «National Theatre» di Belgrado, del «National Theatre of Albania» di Tirana e del «National Theatre of Bitola».
Il gran finale spetterà alla compagnia di casa, quella del Globe, che porterà in scena il «Riccardo V», dramma storico dal quale è tratto anche il claim della prima edizione del festival londinese: «O for a muse of fire», un invito a viaggiare sulle ali della fantasia. Un invito che «Globe to globe» declinerà in tutte le lingue del mondo, riportando commedie, drammi e tragedie che da quattro secoli e mezzo affascinano culture tra le più disparate, nel luogo in cui tutto ebbe inizio.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Interno del Globe Theatre di Londra; [fig. 2] Una scena dello spettacolo «Venus & Adonis - U-Venas no Adonisi», con la compagnia «Isango Ensemble» di Città del Capo, Sudafrica; [fig. 3] Una scena dell’«Enrico VIII» con la compagnia «Rakatà» di Madrid, Spagna; [fig. 4] Una scena tragedia «Troilo e Cressida» con compagnia «Ngakau Toa», Nuova Zelanda; [fig. 5] Una scena dello spettacolo, «Pene d’amore perduto», portato sul palco dal «Deafinitely Theatre» di Londra e rappresentato con il linguaggio dei segni
Informazioni utili
«Globe to globe». Shakespeare's Globe, 21 New Globe Walk - Bankside London SE1 9DT - Londra, Regno Unito. Ingresso: £ 5,00 per i posti in piedi, da £ 10,00 a £ 35 in galleria. Sito internet: http://globetoglobe.shakespearesglobe.com/. Fino al 9 giugno 2012.
Location:
Regno Unito, Londra, Globe Theatre
domenica 29 aprile 2012
Cucina e teatro, in scena otto spettacoli «da gustare»
Nell’autunno del 1989, Paola Berselli e Stefano Pasquini decidono di dare una svolta alla propria vita. Lasciano Bologna, la città nella quale vivono e dove lavorano nella compagnia «Il baule dei suoni», per trasferirsi alle Ariette, un piccolo podere sull’Appenino bolognese. In questa valle, nei pressi di Castello di Serravalle, la coppia trasforma la vecchia tenuta di famiglia in un agriturismo. Coltiva i tre ettari e mezzo di terra che circondano la casa. Alleva polli, oche e galline. La passione per il palcoscenico, come tutti gli amori non fugaci, torna a farsi sentire. Il richiamo a raccontare e a raccontarsi bussa imperioso alla porta del cuore. Paola e Stefano decidono di ascoltare quella voce e ripensano, così, al loro modo di rapportarsi all’arte scenica. Nel 1996 sono pronti per iniziare una nuova avventura: nasce il Teatro delle Ariette, una compagnia che mescola, nei propri spettacoli, autobiografia e riferimenti alla vita contadina, e che porta i propri lavori nei luoghi della quotidianità, dalle scuole agli ospedali, dalle piazze alle case.
«Teatro da mangiare?», che vede in scena anche l’amico Maurizio Ferraresi, può essere considerato la summa della poetica dell’associazione emiliana: seduti attorno a una tavola imbandita, gli spettatori-commensali (mai più di una trentina per volta) ascoltano il racconto di un percorso artistico e umano, quello di Stefano, Paola e Maurizio. Ma partecipano anche al rito domestico di preparazione di una vera e propria cena, da consumare tutti insieme al termine della serata. Tagliatelle fatte in casa, tigelle, vino e prodotti rigorosamente biologici non mancano mai in questa curiosa performance, tra mattarelli da cucina e vecchie canzoni, del quale ha scritto anche il quotidiano francese «Le Monde».
Lo spettacolo, giunto a oltre cinquecento repliche, approda a Milano, negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico «Paolo Pini», in occasione di «Expo Days. Il mondo a tavola», calendario di oltre ottanta eventi, tra rassegne cinematografiche, mostre, convegni e laboratori per bambini, promosso e organizzato dal Comune di Milano in vista dell’Expo 2015, incentrato sul tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
L’appuntamento con il Teatro delle Ariette, in programma fino a lunedì 30 aprile (alle 12.00 e alle 20.00, previa prenotazione al numero 02.66200646 o all’indirizzo e-mail olinda@olinda.org) inaugura il cartellone teatrale della rassegna: otto gli spettacoli in programma, che vogliono puntare i riflettori sulle contaminazioni tra il linguaggio della scena e l’arte gastronomica.
Dopo aver sperimentato il piacere antico del convivio con «Teatro da mangiare?», sarà la volta dell’impegno civile con «Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida», in programma nella serata di lunedì 30 aprile al Piccolo Teatro Studio (ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili). L’attrice Tiziana Di Masi porterà in scena, con un’interpretazione capace di sfumare dal drammatico al brillante, l’esito dell’inchiesta giornalistica condotta da Andrea Gruolo, premio Cronista dell’anno 2011, sui terreni confiscati alle mafie in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e anche nel nord Italia. Terreni, questi, che sono ritornati a nuova vita grazie al lavoro delle cooperative di «Libera Terra», un progetto di don Luigi Ciotti nato nel 1995, che ha il «sapore della legalità», che ha il gusto, buono e onesto, di olio, vino, miele, pasta, taralli, legumi, limoncello e torrone, prodotti che, a fine spettacolo, il pubblico potrà anche assaggiare, salendo sul palcoscenico.
Dalla proposta gastronomico-civile di Tiziana Di Masi, all’insegna del meglio della cucina italiana, si passerà ai mille sapori del tè con «Assaggi d’Oriente», una degustazione promossa da Barbara Sighieri prima dello spettacolo «Incendi» dell'artista libano-canadese Wajdi Mouawad, in programma presso il Teatro i. Nella stessa serata, giovedì 3 maggio, l’attrice Elena Guerrieri porterà in scena, negli spazi del ex ospedale psichiatrico «Paolo Pini», il suo «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma» (prenotazione obbligatoria al numero 02.66200646 o all’indirizzo e-mail olinda@olinda.org), un monologo «con musica dal vivo e minestrone» che affronta, grazie a una brillante interpretazione in bilico tra serietà e ironia, temi legati all’ambiente, all’agricoltura biologica, alla biodiversità, alla vecchia civiltà contadina. L’ingresso, fissato alle 20.30, è a baratto: per entrare sarà sufficiente portare con sé un prodotto della terra o degli animali; olio, vino, formaggio, miele, marmellata o frutta al posto dei soldi, come avveniva una volta, perché dai nonni, in tempi di crisi economica, c’è sempre da imparare.
Due le proposte in cartellone anche nella giornata successiva, venerdì 4 maggio. Al Museo del Novecento, Valeria Magli presenterà «Mille modi di cucinare la signorina Richmond», una performance nella quale il corpo gioca con il testo tratto da un manuale di cucina. Tre le repliche in programma, a partire dalle 18, ogni ora e mezza (ingresso libero, fino a esaurimento dei posti). Alle 22.30 ci si sposterà, invece, all’Arci Cicco Simonetta, dove andrà in scena «TeatriFood. Improvvisazione con sapore», uno spettacolo nel quale attori e pubblico compiranno un viaggio all’insegna di gusti, profumi e emozioni che ruotano intorno a una tavola imbandita (ingresso: € 3,00, con tessera Arci).
Dalle suggestioni della cucina si passerà, quindi, al suo lessico con «Le parole del cibo», spettacolo in cartellone sabato 5 e domenica 6 maggio, alle 20, presso gli spazi del teatro Arsenale. Una performance, questa, ricca di azione, umorismo, dinamicità e informazioni culinarie, che trae spunto da alcune pagine significative della letteratura a tema gastronomico come la «Lettera del chiarissimo poeta Lorenzo Stecchetti a Pellegrino Artusi, la ricetta del «Risotto patrio» di Carlo Emilio Gadda e «Le seppie coi piselli» di Achille Campanile.
Il gran finale spetterà allo spettacolo «Pranzo d’artista. Quando si incontrano misericordia e libertà», lettura scenica del racconto «Il pranzo di Babette» di Karen Blixen, a cura del Teatro Alkaest, in programma domenica 6 maggio, alle 12.30, presso una residenza privata di Milano (prenotazione obbligatoria al numero 331.4129098 o alla e-mail stanze@teatroalkaest.it). Otto spettacoli, dunque, diversissimi tra loro quelli di «Expo Days. Il mondo a tavola». Otto spettacoli golosi, che focalizzano l’attenzione ora sull’impegno civile, ora sul piacere della convivialità, ora sulla nostra storia gastronomica, con qualche rimpianto per il passato che non ritorna. Ed è proprio il caso di dirlo: a Milano, questo maggio, ce ne sarà per tutti i gusti.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una scena dello spettacolo «Teatro da mangiare?», con il Teatro delle Ariette. Foto di Paolo Rapalino; [fig. 2 e 3] Una scena dello spettacolo «Teatro da mangiare?», con il Teatro delle Ariette. Foto di Marco Caselli; [fig. 4 e 5] Una scena dello spettacolo «Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida», con Tiziana Di Masi; [fig. 6 e 7] Una scena dello spettacolo «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma», con Elena Guerrieri.
Informazioni utili
«Expo Days. Il mondo a tavola». Rassegna teatrale. Milano, sedi varie. Programma: www.expo2015.org/sites/default/files/rich_text_editor/pagine_standard/flyer_dgt_o.pdf. Fino a domenica 6 maggio 2012.
Cartellone:
- domenica 29 e lunedì 30 aprile, ore 12.00 e ore 20.00 / TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate, 45) / «Teatro da Mangiare?», con il Teatro della Ariette / prenotazione obbligatoria allo 02.66200646 o alla e-mail olinda@olinda.org;-
- lunedì 30 aprile, ore 20.30 / Piccolo Teatro Studio (via Rivoli, 6) / «Mafie in pentola», di Andrea Guolo, con Tiziana Di Masi / ingresso libero fino a esaurimento posti / informazioni: mafieinpentola@gmail.com;
- giovedì 3 maggio, ore 19.00 / Teatro i (via Gaudenzio Ferrari, 11) / «Assaggi d'Oriente» /prenotazione obbligatoria al numero 366.3700770, allo 02.8323156 (dalle ore 14.30 alle 19.30) o alla e-mail: info@teatroi.org;
- giovedì 3 maggio, ore 20.30 / TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate, 45) / «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma», con Elena Guerrieri, all’organetto Davide Orlando / prenotazione obbligatoria allo 02.66200646 o alla mail olinda@olinda.org / ingresso a baratto;
- venerdì 4 maggio, ore 18.00, 18.30, 19.00 / Museo del Novecento, Sala Fontana, piazza Duomo / «Mille modi di cucinare la signorina Richmond»,con Valeria Magli / ingresso libero fino a esaurimento posti / informazioni: vagastudio@gmail.com;
- venerdì 4 maggio, ore 22.30 / Arci Cicco Simonetta (via Cicco Simonetta, 16) / «TeatriFood. Improvvisazione con sapore», con Teatribù / ingresso con tessera Arci + € 3,00 / informazioni: info@teatribu.it;
- sabato 5 e domenica 6 maggio, ore 20.00 / Teatro Arsenale (via Cesare Correnti, 11) / «Le parole del cibo»/ingresso: € 5,00 / informazioni: teatro@teatroarsenale.it;
- domenica 6 maggio, ore 12.30 / residenza privata (la casa in cui si svolgerà lo spettacolo verrà comunicata al momento della prenotazione) / «Pranzo d’artista. Quando si incontrano misericordia e libertà», con il Teatro Alkaest / prenotazione obbligatoria al 331.4129098 o alla e mail stanze@teatroalkaest.it
«Teatro da mangiare?», che vede in scena anche l’amico Maurizio Ferraresi, può essere considerato la summa della poetica dell’associazione emiliana: seduti attorno a una tavola imbandita, gli spettatori-commensali (mai più di una trentina per volta) ascoltano il racconto di un percorso artistico e umano, quello di Stefano, Paola e Maurizio. Ma partecipano anche al rito domestico di preparazione di una vera e propria cena, da consumare tutti insieme al termine della serata. Tagliatelle fatte in casa, tigelle, vino e prodotti rigorosamente biologici non mancano mai in questa curiosa performance, tra mattarelli da cucina e vecchie canzoni, del quale ha scritto anche il quotidiano francese «Le Monde».
Lo spettacolo, giunto a oltre cinquecento repliche, approda a Milano, negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico «Paolo Pini», in occasione di «Expo Days. Il mondo a tavola», calendario di oltre ottanta eventi, tra rassegne cinematografiche, mostre, convegni e laboratori per bambini, promosso e organizzato dal Comune di Milano in vista dell’Expo 2015, incentrato sul tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
L’appuntamento con il Teatro delle Ariette, in programma fino a lunedì 30 aprile (alle 12.00 e alle 20.00, previa prenotazione al numero 02.66200646 o all’indirizzo e-mail olinda@olinda.org) inaugura il cartellone teatrale della rassegna: otto gli spettacoli in programma, che vogliono puntare i riflettori sulle contaminazioni tra il linguaggio della scena e l’arte gastronomica.
Dopo aver sperimentato il piacere antico del convivio con «Teatro da mangiare?», sarà la volta dell’impegno civile con «Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida», in programma nella serata di lunedì 30 aprile al Piccolo Teatro Studio (ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili). L’attrice Tiziana Di Masi porterà in scena, con un’interpretazione capace di sfumare dal drammatico al brillante, l’esito dell’inchiesta giornalistica condotta da Andrea Gruolo, premio Cronista dell’anno 2011, sui terreni confiscati alle mafie in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e anche nel nord Italia. Terreni, questi, che sono ritornati a nuova vita grazie al lavoro delle cooperative di «Libera Terra», un progetto di don Luigi Ciotti nato nel 1995, che ha il «sapore della legalità», che ha il gusto, buono e onesto, di olio, vino, miele, pasta, taralli, legumi, limoncello e torrone, prodotti che, a fine spettacolo, il pubblico potrà anche assaggiare, salendo sul palcoscenico.
Dalla proposta gastronomico-civile di Tiziana Di Masi, all’insegna del meglio della cucina italiana, si passerà ai mille sapori del tè con «Assaggi d’Oriente», una degustazione promossa da Barbara Sighieri prima dello spettacolo «Incendi» dell'artista libano-canadese Wajdi Mouawad, in programma presso il Teatro i. Nella stessa serata, giovedì 3 maggio, l’attrice Elena Guerrieri porterà in scena, negli spazi del ex ospedale psichiatrico «Paolo Pini», il suo «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma» (prenotazione obbligatoria al numero 02.66200646 o all’indirizzo e-mail olinda@olinda.org), un monologo «con musica dal vivo e minestrone» che affronta, grazie a una brillante interpretazione in bilico tra serietà e ironia, temi legati all’ambiente, all’agricoltura biologica, alla biodiversità, alla vecchia civiltà contadina. L’ingresso, fissato alle 20.30, è a baratto: per entrare sarà sufficiente portare con sé un prodotto della terra o degli animali; olio, vino, formaggio, miele, marmellata o frutta al posto dei soldi, come avveniva una volta, perché dai nonni, in tempi di crisi economica, c’è sempre da imparare.
Due le proposte in cartellone anche nella giornata successiva, venerdì 4 maggio. Al Museo del Novecento, Valeria Magli presenterà «Mille modi di cucinare la signorina Richmond», una performance nella quale il corpo gioca con il testo tratto da un manuale di cucina. Tre le repliche in programma, a partire dalle 18, ogni ora e mezza (ingresso libero, fino a esaurimento dei posti). Alle 22.30 ci si sposterà, invece, all’Arci Cicco Simonetta, dove andrà in scena «TeatriFood. Improvvisazione con sapore», uno spettacolo nel quale attori e pubblico compiranno un viaggio all’insegna di gusti, profumi e emozioni che ruotano intorno a una tavola imbandita (ingresso: € 3,00, con tessera Arci).
Dalle suggestioni della cucina si passerà, quindi, al suo lessico con «Le parole del cibo», spettacolo in cartellone sabato 5 e domenica 6 maggio, alle 20, presso gli spazi del teatro Arsenale. Una performance, questa, ricca di azione, umorismo, dinamicità e informazioni culinarie, che trae spunto da alcune pagine significative della letteratura a tema gastronomico come la «Lettera del chiarissimo poeta Lorenzo Stecchetti a Pellegrino Artusi, la ricetta del «Risotto patrio» di Carlo Emilio Gadda e «Le seppie coi piselli» di Achille Campanile.
Il gran finale spetterà allo spettacolo «Pranzo d’artista. Quando si incontrano misericordia e libertà», lettura scenica del racconto «Il pranzo di Babette» di Karen Blixen, a cura del Teatro Alkaest, in programma domenica 6 maggio, alle 12.30, presso una residenza privata di Milano (prenotazione obbligatoria al numero 331.4129098 o alla e-mail stanze@teatroalkaest.it). Otto spettacoli, dunque, diversissimi tra loro quelli di «Expo Days. Il mondo a tavola». Otto spettacoli golosi, che focalizzano l’attenzione ora sull’impegno civile, ora sul piacere della convivialità, ora sulla nostra storia gastronomica, con qualche rimpianto per il passato che non ritorna. Ed è proprio il caso di dirlo: a Milano, questo maggio, ce ne sarà per tutti i gusti.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una scena dello spettacolo «Teatro da mangiare?», con il Teatro delle Ariette. Foto di Paolo Rapalino; [fig. 2 e 3] Una scena dello spettacolo «Teatro da mangiare?», con il Teatro delle Ariette. Foto di Marco Caselli; [fig. 4 e 5] Una scena dello spettacolo «Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida», con Tiziana Di Masi; [fig. 6 e 7] Una scena dello spettacolo «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma», con Elena Guerrieri.
Informazioni utili
«Expo Days. Il mondo a tavola». Rassegna teatrale. Milano, sedi varie. Programma: www.expo2015.org/sites/default/files/rich_text_editor/pagine_standard/flyer_dgt_o.pdf. Fino a domenica 6 maggio 2012.
Cartellone:
- domenica 29 e lunedì 30 aprile, ore 12.00 e ore 20.00 / TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate, 45) / «Teatro da Mangiare?», con il Teatro della Ariette / prenotazione obbligatoria allo 02.66200646 o alla e-mail olinda@olinda.org;-
- lunedì 30 aprile, ore 20.30 / Piccolo Teatro Studio (via Rivoli, 6) / «Mafie in pentola», di Andrea Guolo, con Tiziana Di Masi / ingresso libero fino a esaurimento posti / informazioni: mafieinpentola@gmail.com;
- giovedì 3 maggio, ore 19.00 / Teatro i (via Gaudenzio Ferrari, 11) / «Assaggi d'Oriente» /prenotazione obbligatoria al numero 366.3700770, allo 02.8323156 (dalle ore 14.30 alle 19.30) o alla e-mail: info@teatroi.org;
- giovedì 3 maggio, ore 20.30 / TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate, 45) / «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma», con Elena Guerrieri, all’organetto Davide Orlando / prenotazione obbligatoria allo 02.66200646 o alla mail olinda@olinda.org / ingresso a baratto;
- venerdì 4 maggio, ore 18.00, 18.30, 19.00 / Museo del Novecento, Sala Fontana, piazza Duomo / «Mille modi di cucinare la signorina Richmond»,con Valeria Magli / ingresso libero fino a esaurimento posti / informazioni: vagastudio@gmail.com;
- venerdì 4 maggio, ore 22.30 / Arci Cicco Simonetta (via Cicco Simonetta, 16) / «TeatriFood. Improvvisazione con sapore», con Teatribù / ingresso con tessera Arci + € 3,00 / informazioni: info@teatribu.it;
- sabato 5 e domenica 6 maggio, ore 20.00 / Teatro Arsenale (via Cesare Correnti, 11) / «Le parole del cibo»/ingresso: € 5,00 / informazioni: teatro@teatroarsenale.it;
- domenica 6 maggio, ore 12.30 / residenza privata (la casa in cui si svolgerà lo spettacolo verrà comunicata al momento della prenotazione) / «Pranzo d’artista. Quando si incontrano misericordia e libertà», con il Teatro Alkaest / prenotazione obbligatoria al 331.4129098 o alla e mail stanze@teatroalkaest.it
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