ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 15 gennaio 2021

Rimini, un video-percorso virtuale fra duemila anni di arte e storia

Non solo mare e sole, ma anche cultura e storia. Negli ultimi anni Rimini ha scoperto la sua vocazione di città d’arte, assumendo anche il ruolo di ambasciatrice del bello nel mondo come hanno dimostrato i recenti restauri al teatro Amintore Galli e al Palazzi del Podestà e dell’Arengo, all’interno dei quale ha oggi sede il Part, casa della collezione d’arte della Fondazione San Patrignano.
In attesa di poter tornare ad assaporare il piacere del viaggio e della scoperta, appena gli effetti dell’emergenza sanitaria lo consentiranno, l’Amministrazione comunale ha predisposto un video-percorso fra le sue bellezze, che permetterà al pubblico di passeggiare virtualmente fra i mosaici millenari di una Domus romana, fra le antiche sale di una delle più belle biblioteche storiche al mondo, fra le atmosfere felliniane di un antico borgo di pescatori rinato tra colori e murales.
Al momento sono disponibili sei video nei quali archeologi e storici dell’arte, come in una visita guidata a distanza, accompagnano il visitatore alla scoperta di un luogo o di un'opera andando così a comporre una sorta di viaggio a tappe nella storia della città, che spazia dall'archeologia all’arte contemporanea, passando per la Rimini del Rinascimento, intensa stagione caratterizzata dalla signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta, che portò alla sua corte pittori, poeti, architetti tra i più importanti del tempo, da Leon Battista Alberti a Piero della Francesca, da Matteo Nuti ad Agostino di Duccio.
Il percorso può partire da una preziosa testimonianza di epoca romana, considerata uno dei più importanti ritrovamenti archeologici nazionali: la Domus del chirurgo, un’abitazione della seconda metà del II secolo dopo Cristo, riemersa nel 1989 dalla terra e dalla storia nel cuore dell'attuale piazza Ferrari, all’interno della quale è stato trovato un ricco corredo di strumenti chirurgici. 
 In un video della durata di circa trenta minuti, la storica dell’arte Monia Magalotto accompagna i visitatori alla scoperta del sito archeologico e dei suoi straordinari mosaici, realizzati prevalentemente con la tecnica dell'opus tessellatum e dell'opus reticulatum, tra i quali si segnalano «Orfeo tra gli animali», ritrovato nella taberna medica, e un pannello di pasta di vetro dove su sfondo blu sono raffigurati tre pesci: un delfino, un'orata e uno sgombro.
Con un salto temporale, la seconda video tappa è dedicata al Trecento riminese e alla sua scuola pittorica, una delle più importanti e innovative nel panorama artistico del tempo. Il giornalista e storico dell’arte Alessandro Giovanardi conduce alla scoperta dell'imponente «Giudizio Universale», affresco di Giovanni da Rimini attualmente ospitato nella Sala dell'Arengo, all’interno del Part - Palazzi dell'arte Rimini, dove mostra al pubblico il suo inconfondibile e affascinante stile giottesco. 
L’opera, di proprietà della Diocesi, ha una storia da romanzo. Con ogni probabilità fu realizzata tra il 1315 e il 1318 per la chiesa di Sant’Agostino, dove rimase visibile fino al 1719, quando in seguito a un restauro fu coperta da una pesante controsoffittatura. Solo nel 1916, a causa del terremoto che sconvolse la città romagnola, riaffiorò sotto gli intonaci settecenteschi della chiesa. Gaetano Nave ne curò il distacco, il restauro, il riposizionamento su tela e la collocazione nella Sala dell’Arengo, dove il dipinto rimase quasi ininterrottamente dal 1926 al 1985, ‘vegliando’ sulle sedute del Consiglio comunale, per poi trovare parziale collocazione, nel 1991, nell’allestimento dell’allora nuovo Museo della Città di Rimini.
Dal Medioevo si fa tappa, quindi, nel Rinascimento con il video della storica dell'arte Michela Cesarini, che parla della «Pala di San Vincenzo Ferrer», capolavoro di Domenico Ghirlandaio, conservato all’interno dei Musei civici. 
I santi Vincenzo Ferrer, Rocco e Sebastiano, realizzati nelle forme classiche tipiche dello stile rinascimentale, sono legati sia al motivo di realizzazione dell’opera, che fu voluta quale ex-voto per lo scampato pericolo della peste, sia all’originaria collocazione del dipinto nella chiesa riminese dei domenicani, ora non più esistente. Realizzata nel 1493, la tela raffigura, oltre ai santi, il committente Pandolfo IV Malatesta, ultimo signore di Rimini, insieme al fratello minore Carlo, alla madre e alla giovane moglie, la bolognese Violante Bentivoglio.
Quarta tappa di questo video-viaggio è l'abitazione di Alessandro Gambalunga, oggi biblioteca pubblica della città. Michela Cesarini presenta l'attività di mecenatismo del ricco signore riminese e il suo lascito più grande alla città: il fondo librario donata nel 1619 alla libera consultazione della cittadinanza, di fatto una delle prime biblioteche pubbliche italiane. Oggi «la Gambalunga», con le sue sale storiche arricchite da eleganti scansie, leggii, mappamondi artistici e la nutrita collezione di antichi manoscritti miniati, è considerata una delle più belle biblioteche storiche al mondo.
Il quinto video è un omaggio a Federico Fellini, uno dei figli più noti di Rimini. Passeggiando fra le stradine colorate dell'antico borgo marinaro di San Giuliano, Monia Magalotti mostra i luoghi cari al regista e fa ascoltare le parole del maestro che, meglio di chiunque altro, ha spiegato la città al mondo.
Per completare questo viaggio fra le strade e la storia della città romagnola, in un percorso attraverso duemila anni d’arte, non si poteva che giungere nel nuovissimo Part, allestito nei palazzi dell'Arengo e del Podestà, meraviglioso scrigno antico del volto moderna. Ilaria Balena presenta l'opera forse più rappresentativa della collezione del nuovo sito museale, la «Madonna bianca» di Vanessa Beecroft. 
Il video-tour è destinato ad arricchirsi nelle prossime settimane con nuove visite guidate virtuali, alle quali sono possibile assistere anche in diretta streaming - tutti i sabato di gennaio, alle ore 18 - sulle pagine social di Rimini Musei. Sabato 16 Michela Cesarini presenterà le opere del Centino e del Guercino, capolavori del 600 presenti al Museo della città. Il 23 gennaio Ilaria Balena illustrerà altre opere del Part - Palazzi d’arte Rimini. La settimana successiva Monia Magalotti ci farà entrare con un virtual tour all’interno del teatro Galli
Rimini incuriosisce così il pubblico dei social e si gioca la carta del Web per dare nuova linfa alla sua promozione turistica in vista dei mesi a venire, quando – si spera – sarà possibile tornare a viaggiare.

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giovedì 14 gennaio 2021

«Cinema Nervi», cinque opere di video-arte per raccontare l’architettura di Pier Luigi Nervi

Sono tante le mostre rimaste alla fase di progetto per colpa della pandemia. Tra queste c’è l’esposizione internazionale «Pierluigi Nervi. La struttura e la bellezza», che avrebbe dovuto inaugurare lo scorso novembre a Firenze, negli spazi di Manifattura Tabacchi.
In attesa di capire quali spazi culturali potrebbero riaprire il 16 gennaio, la data fissata dal Governo per la ripartenza dei musei nelle zone gialle, l’esposizione dedicata al grande ingegnere novecentesco, che ci ha lasciato architetture come lo Stadio comunale di Firenze o l’Aula Paolo VI in Vaticano, vive on-line.
A partire dal prossimo 19 gennaio prende, infatti, il via «Cinema Nervi», un progetto di video-arte realizzato con Parasite 2.0, collettivo con base a Milano, Londra e Bruxelles, che, nell’ambito del progetto «NAM - Not A Museum», rilegge l’architettura nerviana in chiave contemporanea e interdisciplinare attraverso il digitale e la contaminazione dei linguaggi espressivi.
Parasite 2.0 prende ispirazione da una delle opere più care al maestro lombardo, il cinema-teatro Augusteo di Napoli, coinvolgendo cinque diversi studi di architetti, designer e artisti internazionali per reinterpretare alcune architetture nerviane: il Palazzo del lavoro a Torino, l’Ambasciata italiana a Brasilia, la sede Unesco a Parigi, lo Stadio G. Berta (oggi Artemio Franchi) a Firenze e, ovviamente, la Manifattura Tabacchi.
Attraverso il video e i linguaggi digitali, strumenti inconsueti per la progettazione nel periodo di Pierluigi Nervi, Lucia Tahan (Berlino), Clube (San Paolo), The Pleasure Paradox (Milano, Amsterdam, Amburgo, Rotterdam), Anabel Garcia-Kurland (Londra) e Alessio Grancini (Los Angeles) ipotizzeranno nuovi possibili scenari di integrazione dell’eredità nerviana nel tessuto sociale e culturale delle città attuali.
Il progetto «Cinema Nervi» sarà fruibile on-line ogni martedì, sulla IGTV di NAM - Not a Museum e sul canale YouTube di Manifattura Tabacchi, a partire dall’opera realizzata da Lucia Tahan, che reinterpreta il Palazzo del lavoro di Torino del 1959.
L’artista ha registrato il suo video in un quartiere periferico di Madrid costruito negli anni ’60, tra architetture moderne e case popolari.
Inserendo l’effetto di realtà aumentata che riproduce la struttura modulare iconica del Palazzo del lavoro, la designer mostra il contrasto tra l’eclettica banalità dell’area e la sua geometria.
«Imponente per scala ed espressività strutturale, - racconta, a tal proposito, Lucia Tahan- l’architettura di Nervi mi ha colpito per il suo carattere deciso che lo separa dall’ambiente in cui è stato costruito. La premessa del palazzo è semplice: una ripetizione di un enorme elemento strutturale a cantilever, alto trenta metri, che crea una tettoia circondata da una delicata copertura di vetro. Con il mio lavoro volevo esprimere la natura energetica e indipendente dell’opera strutturale, dislocandola. Ho creato così un effetto di realtà aumentata che permette alle persone di usare il proprio telefono per posizionare la struttura virtuale ovunque siano. La struttura può essere nel loro giardino, nella loro città, o sulla loro scrivania. La natura del virtuale permette una presenza ubiquitaria, una risposta alla promessa modernista di metà secolo riguardo un linguaggio architettonico universale».
L’operazione include, dunque, due livelli successivi e complementari: la creazione e l’applicazione di un effetto Instagram dedicato all’opera di video-arte e l’invito al pubblico a utilizzare e a condividere il filtro in ulteriori e personali creazioni. «L’idea - ha dichiarato ancora Lucia Tahan - richiama il design del palazzo, una ripetizione modulare che trova una controparte anche nel mondo digitale, dove le infinite repliche sono generate e distrutte continuamente a una velocità impressionante».
Rispetto ai soliti effetti di Instagram, la designer ha creato un’opzione di scala, così che gli utenti possano scegliere di posizionare la struttura 1:1, 1:20, 1:50, 1:100. Infatti, se nella realtà aumentata la topologia domina sulla geometria, l’architetto ha voluto riportare le preoccupazioni architettoniche in scala e geometria nel calcolo spaziale. Per provare l’effetto, l’utente potrà cercare «Cinema Nervi» nella sezione Filtri di Instagram o scannerizzare il codice QR dal pannello informativo esposto in mostra, una volta aperta al pubblico. Se l’utente sceglierà di condividerlo taggando @luciatahan, @parasiteparasite, @nam_notamuseum e e @manifatturatabacchifi sarà parte attiva dell’opera grazie al suo contributo.
«Cinema Nervi» proseguirà il 26 gennaio con «A bruta flor do querer», un video-collage di Clube, creato in collaborazione con Martinica Space, che riprende e rimescola Brasilia e le sue contraddizioni, come l’architettura di Nervi nell’Ambasciata italiana, grazie all’uso di metaforiche grafiche sovrapposte.
Il 2 febbraio sarà la volta dello studio The Pleasure Paradox con «Digital Rationalism», opera che indaga l’influenza accelerata del fenomeno digitale sulle implicazioni socio-economiche collegate alla conservazione dei monumenti moderni del XX secolo, a partire dallo stadio Artemio Franchi (ex Berta) di Firenze. 
A seguire, il 9 febbraio, Alessio Grancini proporrà «Indexing the city», una breve sequenza di video-arte, composta da immagini fotografate in tempo reale nell’«Urban Campus» di Manifattura Tabacchi, a partire da due sequenze di esperienze virtuali. «Attraverso l’intelligenza artificiale come narratore che esamina il concetto di IoT, -si legge nella nota stampa- il lavoro riflette sulla forza e l’importanza dei dati come una nuova valuta, linguaggio ed energia che dà potere alle nostre scelte, ai movimenti e alle percezioni». 
Il progetto si chiuderà il 16 febbraio con la proposta di Anabel Garcia-Kurland, che reinterpreterà con una serie di animazioni 3D l’edificio per l’Unesco a forma di Y, precoce esempio dell’espressione estetica di Nervi.
Così la Manifattura Tabacchi tiene i riflettori accesi sulla sua proposta espositiva, in attesa di vedere plastici, copie dei disegni originali, immagini di cantiere e foto di attualità che racconteranno dodici opere iconiche nel percorso di Nervi, il primo progettista ad adottare la prefabbricazione nelle grandi strutture, un precursore del futuro.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1,2,3,4,5, 6] Frame del video di Lucia Tahan

mercoledì 13 gennaio 2021

Ancona nella shortlist delle città candidate a Capitale italiana della cultura 2022


Manca poco all’attribuzione del titolo di Capitale italiana della cultura 2022. In lizza sono rimaste dieci città: Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Procida (Napoli), Taranto, Trapani, Verbania e Volterra (Pisa).
«La cultura tra l'altro»
è il titolo del dossier di candidatura presentato da Ancona, un progetto nato dalla consapevolezza che oggi più che mai l’identità, l’inclusione, l’uguaglianza, la coesione sociale sono temi centrali nel dibattito del pensiero contemporaneo e che le varie arti sono la membrana attraverso cui i cambiamenti possono essere filtrati guadagnando così un senso per migliorare l’individuo e la collettività.
Oltre ottanta le iniziative ideate da enti, associazioni pubbliche e private, istituzioni del territorio, ma anche da artisti e pensatori della cultura nazionale che hanno deciso di scommettere sulla città dorica, che ha nel proprio DNA di città di mare il rapporto con gli altri popoli. Partenza e approdo, scambio e mercato, viaggio ed esplorazione sono parole che hanno da sempre intessuto la storia di Ancona, fondata nel 387 a.C. dai greci di Siracusa e che, nel corso dei secoli, è stata sede di un grande porto romano, rivale di Venezia e Ragusa in Adriatico, Repubblica marinara, assediata, controllata da imperatori, papi, eserciti e mercanti, roccaforte militare dopo il Risorgimento, focolaio anarchico, repubblica indipendente. Ma l’incontro con l’«Altro» è stato anche, più volte, ingovernabile. È il caso dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, del disastroso terremoto del 1972 e della frana del 1982.
Il tema al centro del dossier è declinato in tre grandi sezioni.  «L’altro come incontro» racchiude progetti che mettono al centro la relazione e la scoperta dell’altro nell’esistenza individuale e collettiva: mostre, occasioni sociali, concerti, spettacoli con grande interazione con il pubblico, pensati da grandi personaggi della cultura italiana, tra i quali Marco Baliani, Manuel Agnelli e Mauro Ermanno Giovanardi«L’altro come trauma» riflette, invece, sulle cicatrici, i conflitti, le complessità, le intrusioni che, sempre, derivano dall’incontro con l’altro. Trauma è conflitto, ma anche gestione del conflitto, confronto che permette a una comunità di crescere, nella coscienza della differenza. Tra i pensatori che porteranno i loro contributi, c’è il filosofo Federico Leoni«L’altro come cura» comprende, infine, i progetti animati da un forte spirito sociale, che si impegnano per la riqualificazione di spazi e che cercano di ricucire un tessuto sociale sfibrato, animati da personalità come lo psicoanalista Massimo Recalcati. Prendersi cura – dell’altro, della comunità, della propria città, del pianeta – è ciò che determina una civiltà.
Ancona si immagina Capitale della cultura progettando non solo una città nuova, ma anche un sistema culturale inedito. Questo impianto progettuale si lega al Piano strategico pluriennale, ideato nel 2013 per aiutare la città a uscire dalla crisi e articolato attorno a tre punti focali: Città-mare, che valorizza la sua posizione nell’Adriatico e l’elemento naturale che le è proprio, Città-Mole perché ad Ancona si trova uno dei più affascinanti complessi monumentali del Paese, la Mole Vanvitelliana, e Città-Capoluogo, per rivendicare un ruolo centrale nel territorio.
La crisi del 2020 colpisce, dunque, un’Ancona in trasformazione, impegnata in un cambiamento a livello sociale, economico e urbanistico, che affida alla cultura la costruzione di significati nuovi nel tessuto sociale.
Una Capitale di cultura deve interrogarsi sui tre grandi temi emersi con la pandemia: il ruolo della città oggi, in un’epoca di radicale trasformazione delle relazioni sociali e personali, il ruolo del corpo e dell’incontro tra corpi, e il ruolo della cultura. Per rispondere a questi interrogativi, Ancona ospita già dal 2021 un processo di formazione biennale a Palazzo Camerata, nel cuore del centro storico: enti di formazione, festival, soggetti scientifici e culturali danno vita a un centro estemporaneo di formazione per giovani, con incontri, workshop, percorsi didattici e laboratoriali di filosofia, scienza, tecnologia digitale, scienze sociali, arte, per dare un senso e un’intensità al percorso di candidatura e alle iniziative in programma per il 2022.
Assieme alle persone, anche la città prosegue il suo cammino di preparazione con importanti interventi di rigenerazione urbana. Si sta, per esempio, per concludere il restauro della Mole Vanvitelliana, con l’apertura di una nuova ala di 6.000 mq, che porta il complesso monumentale a raggiungere i 22.000 mq totali.
Anche lo spazio esterno della settecentesca Mole si trasforma, per l’anno della cultura: i vecchi binari in disuso saranno coperti dal prato e da allestimenti e il mare e le barche ormeggiate nello specchio d’acqua che circonda il monumento diverranno scene per attività ed eventi e per la comunità. Si riallaccia così il legame tra Ancona e il Porto antico, che diventerà la grande arena per spettacoli all’aperto. La linea della costa torna ad essere unita, in un paesaggio che parla di arte, di archeologia, di lavoro, di scambio e confine: una realtà unica, pedonale e ciclabile, collegata attraverso mezzi pubblici sostenibili, protesa nel mare eppure allacciata senza soluzione di continuità al centro cittadino.
Accanto a questo grande centro di cultura lungo il mare, si lavora in parallelo per rivitalizzare, attraverso la cultura, le periferie: le istituzioni, i festival, le associazioni e i grandi progetti urbanistici ricostruiscono le identità e gli spazi di incontro, riconnettendo le periferie al centro città.
Il progetto di Ancona si estende, poi, oltre i confini cittadini. Sono stati, infatti, rafforzati legami virtuosi e sviluppate idee con altre città marchigiane, a sostegno della candidatura del capoluogo: Loreto con la Santa Casa; Macerata, città del celebre Sferisterio; Recanati, la patria di Leopardi; Senigallia; Camerano e anche Fano, candidata anch’essa a Capitale della cultura e pronta ora a lavorare con Ancona per il territorio marchigiano.
Per raccontare e divulgare l’ampio e articolato progetto e dare notizia in tempo reale delle iniziative è stata ideata la piattaforma www.ancona2022.com.
È uno strumento pensato per condividere con cittadini e visitatori come, concretamente, il piano strategico e culturale anima la candidatura di Ancona e ridisegna la geografia culturale della città, fino a comprendere la periferia, le altre città vicine e l’intera regione.
Fondamentale, in questo senso, è il ruolo della mappa, che mostra lo spostamento del baricentro culturale, normalmente focalizzato sui canonici luoghi della cultura, che ora si apre per includere un intero territorio e accogliere anche persone che normalmente non abitano i luoghi culturali.
La piattaforma restituirà tali contenuti attraverso una narrazione immersiva fatta di voci, suoni, immagini e pensieri che insieme racconteranno il tema della candidatura a Capitale, le varie proposte progettuali che sono nate, la ripartenza di una città e di un intero territorio.

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