Tra gli eventi artistici più importanti dell’anno, c'è senz'altro l'apertura stagionale, a partire da maggio, della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, raffinata casa-museo sorta nel 1984, che custodisce un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica di uno dei più importanti collezionisti del novecento italiano: l’imprenditore e filantropo Vittorio Cini (1885 – 1977). La collezione custodisce un prezioso nucleo di opere di Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli, Piero di Cosimo e Pontormo, oltre a un raro nucleo di dipinti del Rinascimento ferrarese, con capolavori di Ercole de’ Roberti, Cosmè Tura e Dosso Dossi. Attesa è anche la seconda edizione di «Homo Faber: Crafting a more human future. Living Treasures of Europe and Japan», grande progetto sull’alto artigianato artistico organizzato da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, in partnership con la Fondazione Cini, la Fondazione Cologni dei mestieri d’arte e la Japan Foundation. Dal 9 al 26 settembre, i visitatori scopriranno capolavori, mostre, installazioni e workshop che - grazie al lavoro di un team di curatori internazionali, coordinati da Alberto Cavalli - presenteranno il lavoro di grandi maestri artigiani europei e della terra del Sole nascente. Il designer nipponico di fama internazionale Naoto Fukasawa, l’acclamata fotografa giapponese Rinko Kawauchi, l’iconico regista americano Robert Wilson, il collezionista ed esperto britannico Simon Kidston, il professore universitario veneziano Stefano Micelli, l’executive director del Museo d’arte di Hakone Tokugo Uchida, i celebri architetti italiani Michele De Lucchi, Stefano Boeri e Alessandro Pedron, la docente londinese di moda Judith Clark, il designer tedesco Sebastian Herkner, gli esperti e consulenti d’arte David Caméo e Frédéric Bodet, e il gallerista italo-belga Jean Blanchaert sono i nomi di prestigio chiamati a immaginare i sedici spazi espositivi di «Homo Faber».
Prosegue con due nuove mostre anche l’attività de «Le stanze del vetro», iniziativa per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del Novecento, nata dalla collaborazione tra Fondazione Cini e Pentagram Stiftung. Si inizia con «L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg» (22 marzo – 1° agosto), rassegna curata da Giordana Naccari e Cristina Beltrami, che ripercorre - in modo originale e coinvolgente - la storia del vetro muranese del Novecento attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro.
Si prosegue con la mostra «Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri» (5 settembre - 10 gennaio), a cura di Marino Barovier. L’esposizione, che era già in cantiere per il 2020 ed è saltata a causa della pandemia, guiderà il pubblico tra due aspetti della stessa realtà, due generi quasi agli antipodi ma ugualmente fondanti: il minimalismo del nordico Tapio Wirkkala, che tanto influenzò il dialogo di prospettiva tra Finlandia e Italia, e il «Bestiario lagunare» di Toni Zuccheri, che trovò nella natura una costante fonte da cui lasciarsi contaminare e ispirare.
Un’altra esposizione già in cartellone per il 2020 e saltata a causa della pandemia è quella in programma in primavera negli spazi dell’Ala napoleonica della Fondazione Giorgio Cini: «EST. Storie italiane di viaggi, città e architetture» (dal 29 aprile al 30 luglio), a cura di Luca Molinari, già curatore del Padiglione Italia alla dodicesima Biennale di Architettura.
La rassegna vuole raccontare storie di luoghi e città guardando il mondo verso Est partendo dall’Italia, che rimane il perno del percorso narrativo. Al centro del progetto -raccontano gli organizzatori- c’è «il 'fare italiano', che rifugge una pratica colonizzatrice per un atteggiamento di dialogo e assimilazione di mondi diversi dal nostro, avendo poi la capacità di immaginare e costruire spazi e luoghi significativi per la realtà in cui si sono insediati».
Dal 19 maggio al 18 luglio, in parziale concomitanza con la XVII edizione della Biennale di Architettura, la Fondazione Cini organizzerà, poi, una mostra, curata da Valerio Terraroli, con circa cento opere, tra disegni e acquerelli, realizzate dall'architetto Tomaso Buzzi tra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta Si tratta – raccontano i responsabili dell’istituzione culturale sull’isola di San Giorgio Maggiore - di «disegni schizzati su fogli volanti così come su taccuini, fatti de visu o estratti dalla memoria, con inchiostro, acquerelli, biro, talvolta con un pensiero, una didascalia, un luogo, giusto per fissare sulla carta, o sul cartoncino, avvenimenti, specialmente concerti o feste, sia mondane, sia popolari, vedute di Venezia e della Laguna, architetture, immagini fantastiche».
L’Istituto per il Teatro e il Melodramma riproporrà, invece, al pubblico la mostra «Creatura – Va’ – Vivi nel tuo raggio» (maggio – dicembre 2021), curata da Maria Ida Biggi. Con questo nuovo allestimento, l’intenzione è quella di gettare nuova luce su «Antonio e Cleopatra», uno dei tre copioni shakespeariani di cui Arrigo Boito curò la traduzione e l’adattamento sulla base delle peculiarità artistiche e recitative di Eleonora Duse. In mostra sarà possibile visionare preziosi materiali d’archivio: manoscritti, fotografie di scena e lettere che l’attrice e il letterato si scambiarono riguardo la messa in scena del dramma.
È in programma anche una mostra on-line su «Nino Rota e il pianoforte»: manoscritti musicali, lettere, fotografie, ritagli di stampa e registrazioni sonore inedite offriranno l'opportunità di esplorare la genesi e la ricezione di un repertorio pianistico nel quale si riflettono tutte le sfaccettature della poetica rotiana.
Infine, quest’anno, per la prima volta nella storia dell’istituzione veneziana, andrà all’estero - al Centre d’art Hôtel de Caumont, riferimento culturale e artistico di Aix-en-Provence - una grande e variegata selezione di capolavori d’arte antica appartenenti all’Istituto di Storia dell’arte. Curata da Luca Massimo Barbero, in collaborazione con l’architetto Daniela Ferretti, la mostra «Trésors de Venise. La collection Cini» (novembre 2021 – primavera 2022) allineerà ottanta opere e celebrerà in Europa il gusto collezionistico di Vittorio Cini, «l’italiano più faustiano» che io abbia mai conosciuto» come scrisse Bernard Berenson.
Accanto a queste iniziative, la fondazione organizzerà svariati appuntamenti convegnistici e una corposa rassegna musicale; sarà, inoltre, impegnata a portare avanti la valorizzazione del patrimonio monumentale, artistico, materiale e immateriale custodito sull’Isola di San Giorgio Maggiore, promuovendo lo studio dei suoi archivi, grazie all’erogazione di borse di studio. L'istituzione veneta continuerà, poi, il processo di digitalizzazione dei suoi archivi grazie al nuovo centro Archive – Analysis and Recording of the Cultural Heritage in Venice, realizzato grazie al fondamentale contributo dell’Helen Hamlyn Trust.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Fondazione Giorgio Cini - Chiostro Palladiano. Foto di Matteo De Fina. Per gentile concessione della Fondazione Giorgio Cini; [fig. 2] Scalone monumentale di Baldassarre Longhena. Foto di Enrico De Santis. Per gentile concessione della Fondazione Giorgio Cini; [fig. 3] La Nuova Manica Lunga. Foto di Matteo De Fina. Per gentile concessione della Fondazione Giorgio Cini; [fig. 4] Auditorium Lo Squero, Fondazione Giorgio Cini: [fig. 5] Palazzo Cini, La Galleria; [fig. 6] Veduta aerea dell’Isola di San Giorgio Maggiore; [fig. 7] Homo Faber 2021. Curatori e direttori con il fondatore Franco Cologni e il direttore Alberto Cavalli. Foto di Laila Pozzo. ®Michelangelo Foundation
Informazioni utili