È stato il fedele alleato di tutte le bambine e i bambini che imparano a leggere e a scrivere. Il sillabario è il protagonista della nuova mostra della biblioteca Panizzi di Reggio Emilia: «i come imbuto», curata da Chiara Panizzi e Maurizio Festanti.
L’esposizione, aperta fino al 16 aprile (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 19) con ingresso libero, permette di osservare da vicino oltre cento esemplari di sillabari e altri documenti antichi, prodotti dalla metà del Settecento agli anni Cinquanta del secolo scorso, non solo in Italia, ma anche in Inghilterra, Francia e Spagna.
L'antico progenitore del sillabario era costituito in epoca medievale da una tavoletta di legno sulla quale veniva incollato un foglio con l’alfabeto, maiuscolo e minuscolo, con il segno della croce e con il Pater noster. Fu nel corso dei secoli, prima con l’avvento della stampa e poi, a partire dal Settecento, con lo sviluppo di una vera e propria letteratura per l’infanzia, che il sillabario venne a configurarsi come un prodotto tipografico di qualità, tanto da sollecitare l'interesse di importanti artisti ed illustratori. Nacquero così oggetti non solo utili, ma anche belli, colorati e piacevoli da sfogliare, come documenta la mostra reggiana.
La mostra si articola in cinque sezioni. «Prima del sillabario» offre uno spaccato sull’approccio alla didattica prima dell’età moderna, attraverso il quale è possibile scoprire gli ausili che erano a disposizione dei bambini del Medioevo per iniziare a leggere, facendosi un’idea dei primissimi antenati del sillabario come lo conosciamo oggi. «Evoluzione del sillabario» propone, invece, un punto di vista sul percorso che i sillabari hanno intrapreso nel corso della storia. Viene, quindi, focalizzata l’attenzione sulla storia dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione a Reggio Emilia, partendo dall’esperienza scolastica in età napoleonica, fino ad arrivare all’ampio processo di alfabetizzazione dei ceti popolari attuato a inizio Novecento dalla politica socialista prampoliniana. La mostra propone, quindi, una sezione sugli «Alfabeti illustrati», che porta l’attenzione del pubblico sull’affascinante esperienza del sillabario come libro d’artista, mostrando alcuni preziosi esemplari di libri e alfabeti progettati e illustrati da grandi artisti e illustratori. La conclusione del percorso è, invece, dedicato ai «Sussidi didattici» che trovano storicamente la loro ragione nella necessità di unire l’utile al dilettevole per rendere più piacevole l’apprendimento.
La mostra sarà arricchita da un interessante appuntamento di approfondimento: «Guardo e imparo», in cartellone venerdì 4 marzo, alle ore 17. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.bibliotecapanizzi.it.
«De infinito universo», Filippo Ferraresi si confronta con Giordano Bruno
Che senso hanno le nostre vite, di fronte all’immensità? Parte da questo domanda il racconto di «De infinito universo», nuova produzione Piccolo Teatro di Milano, con Théâtre National Wallonie – Bruxelles, che debutta sabato 29 gennaio, alle ore 19:30, allo Studio Melato.
L’attore romano Filippo Ferraresi, classe 1985, porta in scena, fino al 13 febbraio, uno spettacolo di teatro «transdisciplinare», che intreccia tecnologia e parola, acrobatica ed effetti speciali, per raccontare il pensiero di Giordano Bruno. Sul palco saliranno Gabriele Portoghese, Elena Rivoltini, Jérémy Juan Willi. Le scene sono di Guido Buganza; i costumi Giada Masi; le luci di Claudio De Pace. Firma le musiche Lucio Leonardi (Pluhm).
L’infinita grandezza dell’universo, il suo essere misterioso che porta con sé domande alle quali è difficile trovare risposta, viene messo a confronto con il confine più ristretto della dimensione umana. «Uno scienziato racconta al pubblico – si legge nella sinossi - che cosa siano la materia oscura e l’energia oscura; contemplando il cielo di notte, un pastore di leopardiana memoria si smarrisce di fronte al pensiero dell’infinito; una giovane donna, assistente di una potente figura politica femminile, immagina un discorso che vorrebbe rivolgerle, deplorando la mancanza di una visione più elevata in chi ci governa».
«Di Giordano Bruno – spiega Filippo Ferraresi, che firma testo e regia dello spettacolo – mi affascina la scintilla intellettuale, la capacità di anticipare intuitivamente tanto la relatività quanto le più recenti teorie delle stringhe e del multiverso, di riappropriarsi, grazie al ragionamento, niente meno che del tutto. È una profondità di analisi che oggi si è perduta, mentre ci sarebbe bisogno di recuperare quella radicalità di pensiero critico, non a caso violentemente respinta dal potere di quell’epoca, per rifondare una società che corre il rischio di non sopravvivere».
Lo spettacolo sarà corredato dall’incontro «Palcoscenico Planetario», in programma lunedì 7 febbraio, alle ore 21, al Civico Planetario Enrico Hoepli di Milano.
Informazioni e prenotazioni sul sito piccoloteatro.org.
L’attore romano Filippo Ferraresi, classe 1985, porta in scena, fino al 13 febbraio, uno spettacolo di teatro «transdisciplinare», che intreccia tecnologia e parola, acrobatica ed effetti speciali, per raccontare il pensiero di Giordano Bruno. Sul palco saliranno Gabriele Portoghese, Elena Rivoltini, Jérémy Juan Willi. Le scene sono di Guido Buganza; i costumi Giada Masi; le luci di Claudio De Pace. Firma le musiche Lucio Leonardi (Pluhm).
L’infinita grandezza dell’universo, il suo essere misterioso che porta con sé domande alle quali è difficile trovare risposta, viene messo a confronto con il confine più ristretto della dimensione umana. «Uno scienziato racconta al pubblico – si legge nella sinossi - che cosa siano la materia oscura e l’energia oscura; contemplando il cielo di notte, un pastore di leopardiana memoria si smarrisce di fronte al pensiero dell’infinito; una giovane donna, assistente di una potente figura politica femminile, immagina un discorso che vorrebbe rivolgerle, deplorando la mancanza di una visione più elevata in chi ci governa».
«Di Giordano Bruno – spiega Filippo Ferraresi, che firma testo e regia dello spettacolo – mi affascina la scintilla intellettuale, la capacità di anticipare intuitivamente tanto la relatività quanto le più recenti teorie delle stringhe e del multiverso, di riappropriarsi, grazie al ragionamento, niente meno che del tutto. È una profondità di analisi che oggi si è perduta, mentre ci sarebbe bisogno di recuperare quella radicalità di pensiero critico, non a caso violentemente respinta dal potere di quell’epoca, per rifondare una società che corre il rischio di non sopravvivere».
Lo spettacolo sarà corredato dall’incontro «Palcoscenico Planetario», in programma lunedì 7 febbraio, alle ore 21, al Civico Planetario Enrico Hoepli di Milano.
Informazioni e prenotazioni sul sito piccoloteatro.org.
Foto di Masiar Pasquali
«Arte e rinascita»: a Venezia e on-line un corso sulla collezione «rivoluzionaria» di Peggy Guggenheim
«Il vero artista non è colui che è ispirato, ma colui che ispira gli altri». Sono queste parole di Salvador Dalí a fare da filo rosso tra i vari appuntamenti di «Arte e rinascita: la collezione rivoluzionaria di Peggy Guggenheim», il nuovo corso di storia dell’arte che la collezione Peggy Guggenheim di Venezia propone su Zoom a partire dal 24 gennaio.
Ad aprire il ciclo di quattro incontri sarà Gražina Subelytė con «Metafore del cambiamento: il Surrealismo e la nuova visione del mondo», lezione che esplorerà il carattere rivoluzionario del movimento surrealista e delle tematiche a esso correlate, centrali nelle opere di Leonora Carrington, Max Ernst, René Magritte, Joan Miró e Méret Oppenheim, solo per citare alcuni autori. L’incontro è propedeutico all’attesissima mostra «Surrealismo e magia. La modernità incantata», curata dalla stessa Subelytė, in apertura il 9 aprile, a pochi giorni dall’inizio della Biennale d’arte.
Le lezioni successive si terranno nelle giornate del 7, 14, 21 febbraio, sempre alle ore 19 su Zoom. Partendo dalla storia della mecenate Peggy Guggenheim e della sua celebre collezione, gli appuntamenti – spiegano da Palazzo Venier dei Leoni - «intendono stimolare l’ispirazione per cambiare il nostro approccio alla quotidianità, individuale e collettiva».
Quattro storiche dell’arte racconteranno così il carattere rivoluzionario che ha contraddistinto l’arte del XX secolo, periodo segnato da radicali cambiamenti socio-politici e culturali e che ha dato vita a movimenti quali il Cubismo, il Futurismo, l’Orfismo, il Suprematismo, il Costruttivismo, il Surrealismo, l’Espressionismo astratto americano, l’Informale, l’Arte optical e cinetica.
Durante i vari incontri verranno, dunque, presi in esame gli artisti che, nel secolo scorso, stravolsero il significato dell’arte, trovando modi inediti e innovativi di rappresentare la realtà, anche quella interiore.
Insieme a Gražina Subelytė, saranno protagoniste del corso: Giovanna Brambilla, storica dell'arte e responsabile dei servizi educativi della Gamec di Bergamo, Chiara Bertola, curatrice alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, e Flavia Frigeri, storica dell’arte e Chanel Curator for the Collection alla National Portrait Gallery di Londra.
Il corso è riservato ai soci della collezione ed è gratuito per i dipendenti delle aziende socie del museo in occasione del 30° anniversario del gruppo Guggenheim Intrapresæ, primo esempio di corporate membership di un museo in Italia, nato nel 1992.
I proventi del corso, sotto forma di una liberalità di 50 euro deducibile fiscalmente, sostengono il museo. È possibile iscriversi anche a corso iniziato e ricevere la registrazione delle lezioni precedenti. Per informazioni è possibile chiamare il numero 041.2405429 o scrivere a membership@guggenheim-venice.it.
Il calendario delle lezioni è disponibile al link urly.it/3h874.
Tre dirette Facebook e un quaderno promozionale per la mostra patavina «Dai romantici a Segantini»
Padova si appresta ad accogliere, nelle sale del Centro San Gaetano, la grande mostra «Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart», curata da Marco Goldin.
In attesa dell’apertura, prevista per il 29 gennaio, Linea d’Ombra organizza una serie di eventi per far conoscere al grande pubblico le settantacinque opere che andranno a comporre il percorso espositivo: un vero e proprio viaggio dall’ultimo scorcio del Settecento alle Avanguardie del primo Novecento, in compagnia di artisti quali Caspar David Friedrich, Giovanni Giacometti, Arnold Böcklin, Cuno Amiet e altri ancora, per conoscere la pittura che ebbe per centro di gravità il territorio europeo a cavallo tra Germania e Svizzera.
Fino a venerdì 21 gennaio, Marco Goldin è stato in diretta per tre giorni, ogni sera alle ore 19, in diretta sulla pagina Facebook di Linea d’ombra, con un collegamento dalle sale della rassegna per vedere il procedere dell’allestimento e per ammirare in anteprima alcune delle opere esposte, tra cui il pubblico potrà vedere, tra pochi giorni, anche il celebre quadro «Le bianche scogliere di Rügen», (1818-1819) di Friedrich, uno dei fondamenti più celebri del gusto romantico.
Il 19 gennaio si è aperta anche, al numero 0422.429999, la vendita dei biglietti d’ingresso per i privati (con date al momento acquistabili fino al 27 febbraio),
Mentre da sabato 22 gennaio è possibile scaricare, dal sito di Linea d’Ombra, un quaderno promozionale di trentadue pagine sull’esposizione e sul circuito «Padova Urbs picta», che raccoglie i cicli patavini affrescati del Trecento, da poco diventati patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco.
Infine, Marco Goldin terrà due visite guidate alla mostra, in assoluta anteprima rispetto all’apertura, ovvero giovedì 27 gennaio, alle ore 17:30 e alle ore 20. Saranno soltanto quaranta i posti disponibili, venti per ogni gruppo. I biglietti potranno essere acquistati da lunedì 24 gennaio, dalle ore 9. Cieli, valli, boschi, prati e soprattutto montagne, dipinti saranno i grandi protagonisti di questo appuntamento esclusivo, in vista dell’apertura della mostra al grande pubblico, prevista dal 29 gennaio al 5 giugno.
Per maggiori informazioni si può consultare la pagina www.lineadombra.it.
«Il vero artista non è colui che è ispirato, ma colui che ispira gli altri». Sono queste parole di Salvador Dalí a fare da filo rosso tra i vari appuntamenti di «Arte e rinascita: la collezione rivoluzionaria di Peggy Guggenheim», il nuovo corso di storia dell’arte che la collezione Peggy Guggenheim di Venezia propone su Zoom a partire dal 24 gennaio.
Ad aprire il ciclo di quattro incontri sarà Gražina Subelytė con «Metafore del cambiamento: il Surrealismo e la nuova visione del mondo», lezione che esplorerà il carattere rivoluzionario del movimento surrealista e delle tematiche a esso correlate, centrali nelle opere di Leonora Carrington, Max Ernst, René Magritte, Joan Miró e Méret Oppenheim, solo per citare alcuni autori. L’incontro è propedeutico all’attesissima mostra «Surrealismo e magia. La modernità incantata», curata dalla stessa Subelytė, in apertura il 9 aprile, a pochi giorni dall’inizio della Biennale d’arte.
Le lezioni successive si terranno nelle giornate del 7, 14, 21 febbraio, sempre alle ore 19 su Zoom. Partendo dalla storia della mecenate Peggy Guggenheim e della sua celebre collezione, gli appuntamenti – spiegano da Palazzo Venier dei Leoni - «intendono stimolare l’ispirazione per cambiare il nostro approccio alla quotidianità, individuale e collettiva».
Quattro storiche dell’arte racconteranno così il carattere rivoluzionario che ha contraddistinto l’arte del XX secolo, periodo segnato da radicali cambiamenti socio-politici e culturali e che ha dato vita a movimenti quali il Cubismo, il Futurismo, l’Orfismo, il Suprematismo, il Costruttivismo, il Surrealismo, l’Espressionismo astratto americano, l’Informale, l’Arte optical e cinetica.
Durante i vari incontri verranno, dunque, presi in esame gli artisti che, nel secolo scorso, stravolsero il significato dell’arte, trovando modi inediti e innovativi di rappresentare la realtà, anche quella interiore.
Insieme a Gražina Subelytė, saranno protagoniste del corso: Giovanna Brambilla, storica dell'arte e responsabile dei servizi educativi della Gamec di Bergamo, Chiara Bertola, curatrice alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, e Flavia Frigeri, storica dell’arte e Chanel Curator for the Collection alla National Portrait Gallery di Londra.
Il corso è riservato ai soci della collezione ed è gratuito per i dipendenti delle aziende socie del museo in occasione del 30° anniversario del gruppo Guggenheim Intrapresæ, primo esempio di corporate membership di un museo in Italia, nato nel 1992.
I proventi del corso, sotto forma di una liberalità di 50 euro deducibile fiscalmente, sostengono il museo. È possibile iscriversi anche a corso iniziato e ricevere la registrazione delle lezioni precedenti. Per informazioni è possibile chiamare il numero 041.2405429 o scrivere a membership@guggenheim-venice.it.
Il calendario delle lezioni è disponibile al link urly.it/3h874.
«Lettere a Yves», uno spettacolo teatrale racconta YSL, «il principe della moda»
«Io non sono un sarto, ma un fabbricante di felicità» amava dire Yves Saint Laurent (Orano, 1º agosto 1936 – Parigi, 1º giugno 2008), «il principe della moda» al quale dobbiamo dire grazie se blazer, giubbini di pelle e tailleur-pantalone non sono più capi destinati solo agli uomini. Alla storia dello stilista algerino di nascita e francese d’adozione è dedicato il nuovo spettacolo in scena, da mercoledì 26 a domenica 30 gennaio, all’OFF/OFF Theatre di Roma.
«Lettere a Yves», questo il titolo dell’appuntamento teatrale, è ispirato all’omonimo libro di Pierre Bergé, compagno e collaboratore di Yves Saint Laurent per cinquant’anni; l’adattamento scenico è firmato dall’autore Roberto Piana. Sul palco ci saranno Pino Amendola ed Eva Robin’s. Mentre ad accompagnare le letture sceniche, che condurranno il pubblico nelle calde terre marocchine, Paese molto amato dallo stilista, ci saranno le musiche originali composte al pianoforte dal maestro Giovanni Monti.
Il pubblico potrà così compiere un viaggio intenso nella vita privata di un uomo che ha fatto la storia della moda. Le lettere sono il resoconto di «un’assenza sempre presente», come dice lo stesso Bergé, perché il ricordo di Yves Saint Laurent accompagna ovunque l’autore: nelle case che hanno abitato, nei giardini di Marrakesh che tanto amavano, anche nei luoghi dove lo stilista, sedentario e poco incline ai viaggi, non è mai stato.
Con una prosa semplice ma raffinata, Bergé rievoca il loro primo incontro, il loro amore, i successi condivisi, ma anche gli ultimi anni del genio della moda, difficili e trascorsi in solitudine.
L’autore non tace la fragilità e gli eccessi di Yves Saint Laurent, ma ne riconosce anche un talento e una genialità unici, espressi nella moda, un fare artigiano che per «crearla bisogna essere un artista, anche se la moda non è un’arte».
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://off-offtheatre.com/.
«Io non sono un sarto, ma un fabbricante di felicità» amava dire Yves Saint Laurent (Orano, 1º agosto 1936 – Parigi, 1º giugno 2008), «il principe della moda» al quale dobbiamo dire grazie se blazer, giubbini di pelle e tailleur-pantalone non sono più capi destinati solo agli uomini. Alla storia dello stilista algerino di nascita e francese d’adozione è dedicato il nuovo spettacolo in scena, da mercoledì 26 a domenica 30 gennaio, all’OFF/OFF Theatre di Roma.
«Lettere a Yves», questo il titolo dell’appuntamento teatrale, è ispirato all’omonimo libro di Pierre Bergé, compagno e collaboratore di Yves Saint Laurent per cinquant’anni; l’adattamento scenico è firmato dall’autore Roberto Piana. Sul palco ci saranno Pino Amendola ed Eva Robin’s. Mentre ad accompagnare le letture sceniche, che condurranno il pubblico nelle calde terre marocchine, Paese molto amato dallo stilista, ci saranno le musiche originali composte al pianoforte dal maestro Giovanni Monti.
Il pubblico potrà così compiere un viaggio intenso nella vita privata di un uomo che ha fatto la storia della moda. Le lettere sono il resoconto di «un’assenza sempre presente», come dice lo stesso Bergé, perché il ricordo di Yves Saint Laurent accompagna ovunque l’autore: nelle case che hanno abitato, nei giardini di Marrakesh che tanto amavano, anche nei luoghi dove lo stilista, sedentario e poco incline ai viaggi, non è mai stato.
Con una prosa semplice ma raffinata, Bergé rievoca il loro primo incontro, il loro amore, i successi condivisi, ma anche gli ultimi anni del genio della moda, difficili e trascorsi in solitudine.
L’autore non tace la fragilità e gli eccessi di Yves Saint Laurent, ma ne riconosce anche un talento e una genialità unici, espressi nella moda, un fare artigiano che per «crearla bisogna essere un artista, anche se la moda non è un’arte».
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://off-offtheatre.com/.
Padova si appresta ad accogliere, nelle sale del Centro San Gaetano, la grande mostra «Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart», curata da Marco Goldin.
In attesa dell’apertura, prevista per il 29 gennaio, Linea d’Ombra organizza una serie di eventi per far conoscere al grande pubblico le settantacinque opere che andranno a comporre il percorso espositivo: un vero e proprio viaggio dall’ultimo scorcio del Settecento alle Avanguardie del primo Novecento, in compagnia di artisti quali Caspar David Friedrich, Giovanni Giacometti, Arnold Böcklin, Cuno Amiet e altri ancora, per conoscere la pittura che ebbe per centro di gravità il territorio europeo a cavallo tra Germania e Svizzera.
Fino a venerdì 21 gennaio, Marco Goldin è stato in diretta per tre giorni, ogni sera alle ore 19, in diretta sulla pagina Facebook di Linea d’ombra, con un collegamento dalle sale della rassegna per vedere il procedere dell’allestimento e per ammirare in anteprima alcune delle opere esposte, tra cui il pubblico potrà vedere, tra pochi giorni, anche il celebre quadro «Le bianche scogliere di Rügen», (1818-1819) di Friedrich, uno dei fondamenti più celebri del gusto romantico.
Il 19 gennaio si è aperta anche, al numero 0422.429999, la vendita dei biglietti d’ingresso per i privati (con date al momento acquistabili fino al 27 febbraio),
Mentre da sabato 22 gennaio è possibile scaricare, dal sito di Linea d’Ombra, un quaderno promozionale di trentadue pagine sull’esposizione e sul circuito «Padova Urbs picta», che raccoglie i cicli patavini affrescati del Trecento, da poco diventati patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco.
Infine, Marco Goldin terrà due visite guidate alla mostra, in assoluta anteprima rispetto all’apertura, ovvero giovedì 27 gennaio, alle ore 17:30 e alle ore 20. Saranno soltanto quaranta i posti disponibili, venti per ogni gruppo. I biglietti potranno essere acquistati da lunedì 24 gennaio, dalle ore 9. Cieli, valli, boschi, prati e soprattutto montagne, dipinti saranno i grandi protagonisti di questo appuntamento esclusivo, in vista dell’apertura della mostra al grande pubblico, prevista dal 29 gennaio al 5 giugno.
Per maggiori informazioni si può consultare la pagina www.lineadombra.it.
Nella foto: Caspar David Friedrich, Le bianche scogliere di Rügen, 1818, olio su tela, cm 90 x 70 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)
Al via con il Trio Bohémo il cartellone di «Brera musica»
Arte e musica si incontrano alla Pinacoteca di Brera. Giovedì 20 gennaio è ritornato il cartellone «Brera musica», proposto in collaborazione con «Le Dimore del Quartetto», impresa culturale creativa, nata nel 2005 da un’idea di Francesca Moncada, che sostiene la carriera di giovani ensemble di musica da camera internazionali e valorizza il patrimonio culturale europeo.
Fino a settembre, ogni terzo giovedì del mese sarà possibile vedere on-line, sul sito della Pinacoteca di Brera, una serie di concerti, che si avvalgono della curatela artistica del maestro Clive Britton.
I vari appuntamenti, di carattere internazionale, vedranno esibirsi un giovane ensemble di musica da camera, selezionato dal direttore artistico delle «Dimore del Quartetto», Simone Gramaglia, originario di un Paese sempre diverso.
Il primo ensemble che si esibirà è il Trio Bohémo, proveniente dalla Repubblica Ceca. Jan Vojtek, pianoforte, Matouš Pěruška, violino, e Kristina Vocetková, violoncello, presenteranno il Trio in mi bemolle maggiore per pianoforte «Notturno», op. 148, D. 897 di Franz Schubert.
L’opera d’arte di riferimento di questo primo appuntamento è «L’Assunzione della Vergine» di Alvise Vivarini, una tavola a tempera e olio, proveniente dalla chiesa dell’Incoronata di Martinengo, in provincia di Bergamo, dall’elegante nitore plastico e cromatico.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.pinacotecabrera.org.
Al via con il Trio Bohémo il cartellone di «Brera musica»
Arte e musica si incontrano alla Pinacoteca di Brera. Giovedì 20 gennaio è ritornato il cartellone «Brera musica», proposto in collaborazione con «Le Dimore del Quartetto», impresa culturale creativa, nata nel 2005 da un’idea di Francesca Moncada, che sostiene la carriera di giovani ensemble di musica da camera internazionali e valorizza il patrimonio culturale europeo.
Fino a settembre, ogni terzo giovedì del mese sarà possibile vedere on-line, sul sito della Pinacoteca di Brera, una serie di concerti, che si avvalgono della curatela artistica del maestro Clive Britton.
I vari appuntamenti, di carattere internazionale, vedranno esibirsi un giovane ensemble di musica da camera, selezionato dal direttore artistico delle «Dimore del Quartetto», Simone Gramaglia, originario di un Paese sempre diverso.
Il primo ensemble che si esibirà è il Trio Bohémo, proveniente dalla Repubblica Ceca. Jan Vojtek, pianoforte, Matouš Pěruška, violino, e Kristina Vocetková, violoncello, presenteranno il Trio in mi bemolle maggiore per pianoforte «Notturno», op. 148, D. 897 di Franz Schubert.
L’opera d’arte di riferimento di questo primo appuntamento è «L’Assunzione della Vergine» di Alvise Vivarini, una tavola a tempera e olio, proveniente dalla chiesa dell’Incoronata di Martinengo, in provincia di Bergamo, dall’elegante nitore plastico e cromatico.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.pinacotecabrera.org.
Si intitola «Federico Zeri, è quasi sempre oro» il ciclo di laboratori che il Museo Poldi Pezzoli di Milano propone in occasione della mostra «Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano», a cura di Andrea Bacchi e Andrea di Lorenzo. Allestita fino al prossimo 7 marzo, l’esposizione presenta una trentina di opere appartenenti a collezioni private e a musei e di cui lo studioso romano, del quale nel 2021 ricorreva il centenario della morte, si è occupato nei suoi studi e nelle sue pubblicazioni.
Da domenica 30 gennaio, alle ore 15, i Servizi educativi del museo milanese organizzano, con il sostegno della Fondazione Cologni dei mestieri d’arte, un ciclo di incontri dedicati al tema dell’oro in pittura e all’antica tecnica della doratura.
Gli incontri, rivolti sia ad adulti sia a bambini, prevedono due percorsi differenti e si soffermano, in particolare, sulla tecnica del fondo oro e della doratura cercando di rispondere ad alcune domande: come e quando nasce questa preceduta e perché affascinava tanto due uomini così lontani (e allo stesso tempo così vicini) come Gian Giacomo Poldi Pezzoli e Federico Zeri? Il percorso per i grandi si articola in una visita guidata alla mostra (30 minuti) seguita da workshop (120 minuti) sulla doratura, a cura di Sergio Nannicola, docente presso l'Accademia di Brera. Per i più piccoli, invece, la visita guidata sarà seguita da un laboratorio didattico, a cura dei Servizi educativi del museo.
I prossimi appuntamenti si terranno sabato 5 e domenica 6 febbraio, rispettivamente alle ore 10 e alle ore 15.
In occasione della mostra sono in programma anche degli incontri di approfondimento. Il prossimo, che avrà per protagonisti Mauro Natale e Marco Carminati, è in programma nella giornata di lunedì 31 gennaio su Zoom. L'appuntamento virtuale si chiuderà con un commento finale sul «credo di Zeri», a cura di Marco Bona Castellotti.
Per prenotazioni e informazioni è possibile scrivere a servizieducativi@museopoldipezzoli.it. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://museopoldipezzoli.it.