ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 7 luglio 2025

Alla Pinacoteca di Bologna un nuovo allestimento per Guido Reni, i Carracci e il Manierismo

Segna una tappa fondamentale per la valorizzazione del patrimonio artistico felsineo ed emiliano il riallestimento, alla Pinacoteca nazionale di Bologna, delle sale dedicate a Guido Reni, ai Carracci e al Manierismo, le più rappresentative del museo.

Chiuse temporaneamente al pubblico circa cinque mesi fa così da consentire i lavori previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dedicati all’accessibilità e all’efficientamento energetico, queste sale hanno riaperto, lo scorso venerdì 4 luglio, dopo un importante intervento multidisciplinare, volto non solo all’adeguamento funzionale degli spazi, ma anche alla manutenzione e al restauro delle opere e delle loro cornici, allo studio storico-artistico del patrimonio conservato e all’adozione di avanzate soluzioni illuminotecniche. Grazie a questi preziosi interventi, l’esperienza di visita è diventata più coinvolgente e immersiva rispetto al passato, ma anche più accessibile, visto che tutte le opere sono ora esposte in un percorso narrativo più lineare, arricchito da supporti comunicativi, pannelli di contesto e nuove didascalie.

Diversi interventi hanno interessato l’interno delle sale, guardando con attenzione all’originario progetto dell’architetto e pittore Leone Pancaldi (1915-1995), soprattutto per quanto riguarda le cromie delle pareti - pulite e ridipinte per l’occasione - e le rifrangenze della luce proveniente dal sottotetto. Sono stati così sostituiti tutti i lucernari (anche per questioni di sicurezza anti-incendio) ed è stato studiato un moderno lighting plan per valorizzare i quadri e le grandi pali d’altare esposte, pregevoli opere per le quali si è provveduto anche alla sostituzione e all’ammodernamento di tutte le staffe e dei supporti di sostegno con sistemi in acciaio più moderni e solidi.

Sono stati realizzati, inoltre, importanti interventi di manutenzione, studio e approfondimento tecnico sulle opere più significative della scuola dei Carracci, fondatori negli anni ‘80 del Cinquecento dell’Accademia degli Incamminati, una scuola che all’esercizio dal vero univa lo studio di maestri come Correggio, Tiziano e Veronese. In particolare, si è lavorato con grande attenzione su capolavori come la «Madonna in gloria e santi», nota come «Madonna di San Ludovico», di Annibale Carracci (1560-1609), «La Trasfigurazione di Gesù Cristo» e la «Pala Bargellini» di Ludovico Carracci (1555-1619), e l’«Assunzione della Vergine» di Agostino Carracci (1557-1602). Parallelamente, sono stati realizzati interventi conservativi su altre opere di grande valore artistico, tra cui l’«Adorazione dei Magi» di Prospero Fontana (1512-1597), esemplificativa dello «spirito cortese» del tardo manierismo, la «Famiglia Gozzadini» di Lavinia Fontana (1522-1614), ritratto che colpisce per la sua attenzione ai particolari delle vesti e dei gioielli raffigurati, e l’«Annunciazione» di Orazio Samacchini (1532-1577).

Un progetto di restauro di rilievo ha riguardato, poi, il recupero conservativo delle cornici, in particolare quelle di tre lavori di Ludovico Carracci: il monumentale «Martirio di Sant’Orsola», la «Madonna con il Bambino fra i santi Girolamo e Francesco», detta anche «Madonna degli Scalzi», e l’«Annunciazione».

L’investimento complessivo per le operazioni è stato di 980 mila euro, compreso oneri fiscali, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per gli interventi dedicati all’accessibilità, ancora in corso in altri ambiti del museo, e all’efficientamento energetico, a cui si aggiungono circa 140 mila euro di fondi ordinari destinati al rinnovato apparato illuminotecnico e all’allestimento delle sale.

Grazie all'inedito percorso, il pubblico può ora ammirare non solo grandi capolavori che da sempre sono il vanto delle Sale 22, 23 e 24, ma anche dipinti finora non visibili nel percorso museale, in particolare opere di piccolo e medio formato firmate da autori precedentemente rappresentati solamente da pale d’altare di grandi dimensioni. È il caso dei «Santi Pietro e Paolo» di Bartolomeo Cesi (1556-1629), del «Gesù Cristo morto sorretto da due angeli» di Orazio Samacchini e della «Cena in Emmaus» di Lorenzo Sabatini (1530 ca-1576). Il nuovo percorso espositivo svela anche due bellissime e struggenti tele, la «Flagellazione di Cristo» e «Gesù Cristo incoronato di spine», che Ludovico Carracci eseguì per la Certosa di Bologna, nonché un’inedita «Annunciazione» di Orazio Samacchini (di proprietà dell’Accademia di Belle arti di Bologna) con la sua cornice originale, pregevole manufatto della seconda metà del XVI secolo, realizzato in stile Sansovino, da cui era stata separata in seguito alle requisizioni napoleoniche.

Innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e storia convivono, dunque, nelle rinnovate sale della Pinacoteca di Bologna dedicate a Guido Reni, ai Carracci e al Manierismo, in un percorso alla scoperta di uno dei momenti più alti della pittura bolognese ed emiliana. «Il riallestimento – commenta, a tal proposito, Costantino D’Orazio, direttore ad interim dei Musei nazionali di Bologna – Direzione regionale musei nazionali Emilia-Romagna - si configura non solo come un aggiornamento estetico e funzionale, ma come un progetto culturale strategico, che guarda a un museo del futuro: più inclusivo, sostenibile e in dialogo con i visitatori di oggi e di domani».

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venerdì 4 luglio 2025

LacMus Festival, sul Lago di Como un viaggio tra le note di Maurice Ravel

Saranno la musica del compositore francese Maurice Ravel, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita, e il repertorio iberico da lui amato a fare da filo rosso tra i quattordici appuntamenti che compongono il cartellone di «Giochi d’acqua», ovvero la nona edizione di «LacMus Festival», in programma dal 9 al 20 luglio sul Lago di Como in Tremezzina, con uno sconfinamento in Brianza.

Il programma si aprirà con un recital pianistico del direttore artistico Louis Lortie, che porterà nell’incantevole scenario di Villa Carlotta il suo «Absolute Ravel», nel quale verranno proposti la celebre «Pavane pour une infante défunte», il monumentale «Tombeau de Couperin», la pagina giovanile «Jeux d’eau» (fonte di ispirazione per il titolo del festival comasco) e l’onirico ed enigmatico «Gaspard de la nuit».

Il giorno successivo, giovedì 10 luglio, si aprirà con «Giochi in musica», un laboratorio per i più piccoli (dai 3 ai 6 anni), al Parco di Villa Mainona – Museo del paesaggio del Lago di Como a Tremezzina. Mentre nel tardo pomeriggio, il Museo della barca lariana ospiterà il concerto «Musica tra le barche», che vedrà tornare a LacMus il clarinettista Anton Dressler, impegnato ancora una volta a cimentarsi con i live electronics in pagine da lui composte. Proseguirà, poi, il percorso dedicato a Maurice Ravel con il pianista Axel Trolese, che presenterà la «Rapsodie espagnole», nella trascrizione per pianoforte, e la giovanile «Habanera», precedute e introdotte da pagine di due compositori iberici, Turina e Albéniz, e da un cameo lisztiano, «Les jeux d’eau à la Villa d’Este», le cui immagini acquatiche preannunciano e preparano la ricerca timbrica raveliana.

Si proseguirà nella mattinata di venerdì 11 luglio con l’ormai tradizionale ascesa a piedi verso l’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana, gioiello medioevale raggiungibile in un’ora di cammino. La fatica della salita sarà premiata dall’ascolto di «Monastic cello», un programma che accosta tre delle sei «Suite per violoncello» di Johann Sebastian Bach, affidate a Lucia Swarts, interprete di punta del repertorio barocco con strumenti d’epoca.

Di tutt’altro carattere sarà il concerto serale alla Villa del Balbianello, che fin dal titolo, «¡Granada!», promette un viaggio sonoro tra i profumi, i ritmi e i colori dell’Andalusia. Protagonista sarà il tenore Galeano Salas, accompagnato al pianoforte da Sophia Muñoz e Paolo Bressan. Da Bizet alla zarzuela, da Massenet alle canzoni messicane, il programma si dipanerà in modo vario e piacevole fra Europa e America Latina, per concludersi con l’iconica «Granada» di Agustín Lara, a lungo popolare anche in Italia nell’interpretazione di Claudio Villa.

Ci si sposterà, quindi, a Villa Lario dove, sabato 12 luglio, il Trio Wanderer, compagine francese di fama mondiale, presenterà il suo «Absolute Ravel», nel quale sarà possibile ascoltare il «Trio» da due Sonate, per violino e pianoforte e per violino e violoncello, che appartengono al periodo finale della produzione raveliana e hanno in comune la presenza di riferimenti al mondo della musica nera americana.

Domenica 13 luglio, in piazzetta Brenna, andrà in scena «Vive les amateurs!», un concerto collettivo di pianoforte con medici, avvocati, impiegati e ingegneri, originari di diversi paesi del mondo, dal Giappone al Brasile, riuniti nell’associazione PianoLink. Mentre lunedì 14 luglio il festival farà tappa, come ormai da alcuni anni, negli spazi all’aperto del maestoso Castello Durini ad Alzate Brianza, con «Rhapsody in Black», un programma che prevede ben tre concerti per pianoforte, affidati al solista e compositore Vyacheslav Gryaznov e a un’orchestra virtuale, la G-Phil, un’applicazione sviluppata dallo stesso artista nel periodo della pandemia. Il programma esprime appieno lo spirito modernista e ottimistico del primo Novecento: il «Concerto per la mano sinistra» di Ravel e il «Primo Concerto» di Shostakovich sono attraversati dal fremito ritmico di quell’epoca, in cui gli echi guerreschi si mescolano a quelli del jazz che si stava diffondendo in Europa. Completa il programma la «Rhapsody in Black» dello stesso Vyacheslav Gryaznov, che, sebbene scritta pochi anni fa, guarda alla stessa epoca e alle stesse influenze, rielaborando materiale tematico tratto da George Gershwin.

Ci si sposterà, poi, a Villa del Balbianello dove, martedì 15 luglio, si esibirà il giovane mezzosoprano Teresa Iervolino, versatile interprete dell’opera barocca come del Novecento e vincitrice a Como del concorso As.Li.Co.. Al pianoforte siederà Andrea Del Bianco. Un florilegio di arie di ispirazione iberica, tratte da Rossini, Verdi, Bizet e Massenet - accostate alle melodie spagnole di Albéniz, Granados e Falla - compone il programma di «Olas españolas», concerto nel quale verrà proposto anche «L’heure espagnole» di Ravel.
 
Sarà, quindi, la volta di «Folk Songs», un appuntamento musicale costruito intorno alla voce di Christiane Karg, che mercoledì 16 luglio vedrà in scena, al Parco Teresio Olivelli, anche la Sinfonia Smith Square Orchestra, diretta da Paolo Bressan. Durante il concerto verrà ricordato Luciano Berio, nel centenario della nascita.

La Sinfonia Smith Square sarà, inoltre, protagonista degli appuntamenti di giovedì 17 luglio: la «Musical Greenway», con l’arpista Stefania Scapin, e l’«Absolute Ravel – Symphonic», con Louis Lortie e la giovane chitarrista toscana Carlotta Dalìa, vincitrice di numerosi premi internazionali. In questa serata dedicata al Ravel orchestrale si potranno riascoltare la «Pavane» e il «Tombeau de Couperin», già uditi in versione pianistica, ma anche il «Concerto in sol», capolavoro di aerea levità, punteggiato di schegge di jazz, e il «Concierto de Aranjuez» di Joaquín Rodrigo, pagina chitarristica di perenne popolarità grazie al celeberrimo «Adagio».

La Spagna dominerà incontrastata nel concerto di venerdì 18 luglio al Parco Teresio Olivelli: «¡Bolero!», che ci porterà quattro illustri interpreti del flamenco: la danzatrice Sara Jiménez, la cantante Teresa Hernández e i chitarristi Juan Miguel Giménez e José «El Peli» Muñoz.
Sabato 19 luglio ci si sposterà al Santuario della Beata Vergine del Soccorso a Ossuccio per le consuete «Meditazioni musicali» con «The Dawn of the Cello», un viaggio tra le prime composizioni solistiche per violoncello con Lucia Swarts, personalità di spicco nel campo dell’interpretazione con strumenti originali, e il clavicembalista Riccardo Doni.

Il cartellone si chiuderà domenica 20 luglio, al Grand Hotel Tremezzo, come era iniziato, ovvero con Louis Lortie e un suo «Absolute Ravel», con capolavori quali i «Miroirs», le «Valses nobles et sentimentales», «La Valse» e la «Sonatine», pagina percorsa da ritmi ora volutamente arcaici ora folklorici.

Il festival comasco si configura, dunque, come un omaggio a tutto tondo alla natura caleidoscopica di Ravel, amante della musica per clavicembalo come del jazz, non dimentico del folklore basco e protagonista di un’epoca in cui ogni autore forgia da sé le regole del proprio linguaggio.

Didascalie delle immagini
LacMus Festival, immagini di repertorio. Foto di Daniele Fontana

Per saperne di più
Iformazioni e biglietti: https://www.lacmusfestival.com

mercoledì 2 luglio 2025

Festival shakespeariano, Verona omaggia il «Bardo» con quattro prime nazionali

«Nella bella Verona, / dove noi collochiam la nostra, / due famiglie di pari nobiltà; ferocemente l’un l’altra oppone / da vecchia ruggine nuova contesa …». Si apre così uno dei più conosciuti e amati testi teatrali di William Shakespeare: la tragedia «Romeo e Giulietta», composta tra il 1594 e il 1596. La città veneta - già scenario di un esperimento giovanile del «Bardo», ovvero «I due gentiluomi di Verona» del 1590-95 – diventa così, nell’immaginario collettivo, il simbolo dell’amore giovanile e della passione che sfida ogni convenzione. Forte di questa storia Verona ospita, dal 1948, il Festival shakespeariano, nucleo storico dell’Estate teatrale veronese, giunta alla sua 77esima edizione.

Cornice della manifestazione, in programma quest’anno da giovedì 3 a venerdì 25 luglio, è come sempre il Teatro romano, sito archeologico ai piedi del colle di San Pietro, a ridosso dell’Adige, custode della storia cittadina fin dal I sec. a.C., che l’Amministrazione comunale ha recentemente sottoposto a impegnativi e articolati interventi allestitivi per riportarlo alla sua funzione primaria di palcoscenico per la drammaturgia impegnata, ma anche per la danza e per la musica.
In un dialogo costante tra tutela e creatività, tra memoria e futuro, le strutture realizzate, all’interno di quello che è ancora oggi uno dei più grandi teatri in pietra del nord Italia, daranno vita, nel segno di William Shakespeare, a un magico e moderno Globe Theatre all’aperto.

Quattro sono i titoli, proposti in prima nazionale, che per tutto il mese di luglio mostreranno l’assoluta attualità del «Bardo» nelle riflessioni al centro delle sue opere e nei personaggi archetipici resi eterni dalla sua penna, così come nella sua capacità straordinaria di affrontare il confine, spesso labile, tra la vita e il sogno.

A inaugurare il cartellone, sarà, giovedì 3 e venerdì 4 luglio, Francesco Pannofino - affiancato da Francesco Acquaroli e Paolo Sassanelli – in «Rosencrantz e Guildenstern sono morti», esilarante tragicommedia scritta dal commediografo inglese Tom Stoppard a partire da due figure minori dell’«Amleto», con la regia di Alberto Rizzi.
L’autore, noto al grande pubblico per aver scritto la sceneggiatura di «Shakespeare in love», trasforma la più grande tragedia shakespeariana di tutti i tempi in una farsa sull’esistenza umana. I due fedeli amici di Amleto, chiamati a capire che cosa si celi dietro la follia del principe, distorcono le prospettive e fanno crollare le certezze con l’insensatezza del loro agire, fatto di battute esilaranti, vaneggiamenti, doppi sensi, insinuazioni, giochi di parole.
Lo spettacolo - perfetto per il talento caleidoscopico di Francesco Pannofino (attore apprezzato anche sul piccolo schermo e voce inconfondibile di alcuni divi americani come George Clooney, Antonio Banderas, Kevin Spacey) - verrà reso ancora più esilarante dalla scelta di mescolare, in questo nuovissimo allestimento, l’umorismo inglese di Tom Stoppard alla tradizione comica della Commedia dell’Arte, dando vita a una pièce che esplora la profonda riflessione esistenzialista/filosofica del testo originale, esaltandone la potenza comica ed emotiva.

Il cuore dello spettacolo sarà – si legge nella presentazione - «un grande carro, ispirato ai tradizionali carri da strada, simbolo di movimento, trasformazione e gioco teatrale: si trasformerà continuamente, diventando castello, teatro, prigione o strada, in un susseguirsi di scenari sempre nuovi».

I riflettori saranno, quindi, puntati su quello che è considerato il dramma della gelosia per antonomasia: l’«Otello», proposto in una drammaturgia inedita di Dacia Maraini, Lo spettacolo, in cartellone il 10 e l’11 luglio, vedrà in scena Giorgio Pasotti, nella duplice veste di regista e di attore protagonista, nella parte di Iago. A interpretare il Doge nero - capitano leale e coraggioso, ma incapace di gestire le proprie emozioni - sarà il promettente Giacomo Giorgio, amatissimo dal pubblico nella fiction televisiva «Mare fuori»; mentre Claudia Tosoni sarà Desdemona, una donna moderna che sfida le convenzioni del tempo e lotta per la propria libertà di scelta, subendo comunque le conseguenze di un mondo maschilista e retrogrado.
La rappresentazione, adatta soprattutto alle nuove generazioni, metterà in luce i temi attualissimi della misoginia e del bisogno di controllo e possesso dell’uomo sulla donna, cercando di dare risposta a tre domande: «cosa succede quando l’amore si trasforma in controllo? Quando il desiderio di libertà viene soffocato dal bisogno di possesso? E soprattutto: possiamo ancora imparare qualcosa da Otello?». 

Sarà, quindi la volta, il 17 e il 18 luglio, di «Riccardo III», opera emblematica dello sconfinamento del potere nelle libertà e nei diritti di singoli e comunità, ma anche archetipo di malvagità feroce ed esempio di un mondo governato dalla violenza, dalla frode e dalla paura. Al centro della narrazione ci sono l’ascesa al trono e la repentina caduta del malvagio Riccardo, duca di Gloucester, archetipo del politico machiavellico.
Una delle particolarità dell’allestimento, firmato dal regista Andrea Chiodi, è la scelta di affidare il ruolo di protagonista a una donna: Maria Paiato, considerata una delle più sensibili e raffinate interpreti italiane, recuperando così un’antica tradizione che ha visto spesso corpi femminili incarnare questo personaggio, quintessenza del male anche nel rapporto di potere sulle donne.

A chiudere il cartellone sarà, il 24 e il 25 luglio, «La tempesta», un mix sorprendente di sogno, realtà, magia, illusioni e follia, in un mondo bizzarro in cui nulla è ciò che sembra, ma tutto è reale. La nuova versione proposta al Teatro romano si avvale di una delle più prestigiose firme internazionali della regia di teatro, l’argentino Alfredo Arias, che già si era confrontato con questo testo nei primi decenni della sua sfolgorante carriera, nell’ambito del Festival di Avignone del 1986.
Protagonista dello spettacolo, poetico e visionario, sarà l’attore Graziano Piazza nel ruolo di Prospero: il mago, il demiurgo, il sovrano dell’isola su cui approdano i naufraghi di una tempesta, che egli stesso ha scatenato, con l’aiuto di Ariel, uno spirito che ha liberato dal dominio della strega Sicorace e che ora è al suo servizio. A dominare il tutto è un elemento naturale, lo stesso scelto come filo conduttore della 77esima Estate teatrale veronese: l’acqua, sinonimo di mutamento e adattabilità, di transizione e di rinnovamento.

Informazioni utili
Programma completo sul sito www.estateteatraleveronese.it e sulla pagina Facebook Estate Teatrale Veronese-Comune di Verona. Biglietti disponibili da Box Office Verona - via Pallone 16 - tel. 045 80 11 154. Biglietti online disponibili sui circuiti: www.boxol.it/BoxofficeLive/it, www.boxofficelive.it e www.arteven.it