ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 9 luglio 2025

«Lugano LongLake Festival», nel Canton Ticino un’estate tra musica, teatro e arte urbana

Musica live, spettacoli, installazioni di arte urbana, attività per bambini e famiglie, danza, incontri, workshop, street food e l’irresistibile universo degli artisti di strada: Lugano è pronta a colorarsi di mille sfumature e tonalità, quelle del prismatico mondo della cultura, e a farsi abitare dall’energia contagiosa e travolgente del suo «LongLake Festival», uno dei più grandi open air urbani della Svizzera, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione.

Nel cuore dell’estate, da giovedì 10 a domenica 27 luglio, l’elegante cittadina del Canton Ticino, sulle sponde del Ceresio, conferma la propria vocazione turistica e ospita, tra le vie del centro storico e sul lungolago, oltre trecento eventi, per lo più gratuiti, a partire da tre appuntamenti ormai tradizionali, distribuiti nei tre fine settimana della manifestazione: la quarantacinquesima edizione di «Estival Jazz» (10-12 luglio), «Blues to Bop» (18-19 luglio), al suo trentacinquesimo appuntamento, e l’attesissimo «Lugano Buskers», promosso per la prima volta nel 2009.

A segnare il debutto della kermesse - organizzata dalla Divisione eventi e congressi della Città di Lugano, in collaborazione con Lugano Region e AIL - sarà il ritmo travolgente del jazz, che, per tre serate, porterà sui palchi di piazza della Riforma, piazza Manzoni e Punta Foce, artisti di fama internazionale, alcuni al loro ritorno nella cittadina elvetica, e nuove voci, anche della scena ticinese e svizzera come Christian Zatta's Nova, Jamila, Julian Brown, Jupiter Clouds, Lady Bazaar, Naomi Lareine e Pilar Vega.

Ad aprire il programma di piazza della Riforma, dove ci saranno gli appuntamenti più attesi dagli amanti dei ritmi sincopati, sarà, nella serata di giovedì 10 luglio, l’artista di origine congolese Alina Amuri, vincitrice dello «Swiss Live Talent». A seguire il leggendario Al Di Meola, considerato uno dei più importanti chitarristi dell’epoca moderna, si esibirà con l’Orchestra della Svizzera italiana, diretta per l’occasione dal maestro Fabrizio Festa. Mentre a concludere la serata saranno i Patax, travolgente gruppo di fusion latina proveniente dalla Spagna.

Il giorno successivo è previsto un concerto di Kurt Elling con gli Yellowjacket, una delle band più longeve e influenti del jazz mondiale. Seguiranno i Take 6, definiti da Quincy Jones «i più forti vocalisti del pianeta!», con il loro appuntamento che fonde gospel, jazz, R&B e pop in un’armonia cristallina. Chiuderà il programma di venerdì 11 luglio Candy Dulfer, in scena con Shelby J., sassofonista olandese e regina del funk che proporrà un set dedicato a Prince, suo mentore in passato.

La serata di sabato 12 luglio si aprirà, invece, con il cubano Gonzago Rubalcaba, considerato uno dei migliori pianisti viventi della scena mondiale, sul palco con la formazione Trio d’Été. Seguirà, quindi, l’esibizione di Jack Savoretti, cantautore italo-britannico dall’anima soul e folk, che presenterà il suo primo album in italiano: «Miss Italia». La serata si chiuderà, a mezzanotte, con Youssou N’Dour & Le Super Étoile de Dakar, leggenda della world music.

Il fine settimana successivo, quello del 18 e del 19 luglio, i riflettori saranno, invece, puntati sul «Blues to Bop», omaggio alla storia del blues in tutte le sue declinazioni. Sul palco di Villa Ciani si esibiranno il cantautore napoletano Edoardo Bennato, il celebre bluesman svizzero Philipp Fankhauser, il polistrumentista e compositore statunitense Joachim Cooder, ma anche Billy Branch, leggenda dell’armonica che vanta tre nomination e una vittoria ai Grammy Awards, e Gennaro Porcelli, uno dei principali talenti del blues italiano.

A Punta Foce e Rivetta Tell si vedranno, invece, le esibizioni di artisti «Swiss made» quali DimeBlend, Little Chevy, Marco Marchi & the Mojo Workers, Max Dega Band e Wet Rugs. Nell’ambito del cartellone, sono previsti, inoltre, due appuntamenti promossi dal LAC Lugano Arte e Cultura: il concerto degli Østrik Quintet (18 luglio) e quello dei The Voices Gospel Family (20 luglio). L’intesa con il centro culturale ticinese si estenderà anche oltre i confini di «Blues to Bop», includendo l'appuntamento «Thee Sacred Souls e Ledisi» nell’incantevole cornice naturale del Parco Ciani (16 luglio).

A chiudere il programma del «LongLake Festival» sarà, quindi, la nona edizione del «Lugano Buskers», cinque giorni di musica, acrobati, street-comedy, in programma dal 23 al 27 luglio, che vedranno esibirsi oltre quaranta artisti provenienti da tutto il mondo. «Brividi» è il tema scelto per fare da filo conduttore tra le performance dal vivo, i visual show, le proposte musicali e i workshop che si alterneranno per le strade e i palchi cittadini, da piazza Manzoni, passando per il lungolago, finendo a Punta Foce.

Il festival luganese prevede anche un focus sull’arte urbana. Tra l’8 e il 22 luglio torneranno, sulle sponde del Ceresio, i Nevercrew, ovvero Christian Rebecchi e Pablo Togni, con un nuovo intervento site-specific per la parete del Lido di Lugano.

Dall'America alla Francia, dalla Nuova Zelanda all'India, passando per la Russia, i due artisti hanno realizzato oltre cento interventi nello spazio pubblico. Il loro lavoro ruota attorno al concetto di confronto legato al rapporto tra uomo e natura e tra uomo e «sistemi», con un'attenzione particolare alle tematiche ambientali e sociali. Questo argomento sarà al centro anche dell’opera pensata per Lugano, una riflessione non solo sulle nostre relazioni con ciò che ci circonda, ma anche sul rapporto tra locale e globale, tra osservatore e osservato, «capace – raccontano gli organizzatori - di trasformarsi e di suggerire molteplici letture».

Per l’occasione è stato organizzato anche uno Street Art Tour guidato (13, 14, 20 e 21 luglio), che si concentrerà sugli interventi realizzati negli ultimi quindici anni da artisti quali Lucamaleonte, Sam3, Nevercrew, Agostino Iacurci, MP5, Dem, 108, C.T., Seacreative, Orticanoodles, Sten & Lex e molti altri ancora.

Nell'ambito del «LongLake Festival» ci sarà spazio anche per eventi dedicati ai bambini, con giochi e libri che invitano alla scoperta della natura, per il ballo (con serate Swing-Boogie, Alma Latina e Milonga) e per spettacoli teatrali. La Compagnia Onyrikon metterà in scena «Corde» (10 e 11 luglio), una proposta artistica che interroga la complessità, la crudeltà e la bellezza delle relazioni umane. Isabella Giampaolo proporrà «E tu chi sei?» (13 luglio), un monologo che si interroga sulla demenza, in particolar modo sull’Alzheimer, e sulle sue conseguenze, come una sorta di valzer della memoria. Ci sarà, quindi, «Elements» (14 luglio), un progetto performativo di UnKnown Company, in cui danza, movimento acrobatico, musica dal vivo, luce, video, costumi, opera d’arte plastica e testi poetici entrano in sinergia per creare una celebrazione della bellezza e della complessità della vita. I riflettori si accenderanno, poi, su «Un bès – Antonio Ligabue» (20 luglio), con Mario Perrotta, figura tra le più rilevanti del panorama teatrale italiano contemporaneo. Infine, Francesco Pellicini presenterà il talk-spettacolo «Storie di lago» (20 luglio).

Un cartellone, dunque, composito quello del «Lugano LongLake Festival», che, alla sua quindicesima edizione, si conferma come un momento speciale dedicato alla musica, alla cultura e allo svago nel cuore dell’estate. «Per 18 giorni, oltre 300 eventi animano la città, offrendo esperienze che emozionano, fanno riflettere e divertono – riassume a tal proposito Claudio Chiapparino, direttore della Divisione eventi e congressi Città di Lugano -. Dai concerti alle installazioni, dalle attività per bambini agli artisti di strada, ogni proposta parla ai diversi pubblici con linguaggi universali. Partendo dal Parco Ciani, il festival si estende al lungolago, valorizzando l’abbraccio naturale tra il Monte Brè e il Monte San Salvatore. «LongLake Festival» acquisisce forza e capacità di coinvolgere l'intero fronte lacustre, offrendo un'esperienza immersiva che unisce natura, cultura e spettacolo in un contesto unico e suggestivo». Il tutto concorre a farne un appuntamento da non perdere anche per chi proviene dalla vicina Italia. 

Didascalie delle immagini
1. Cirque la Compagnie - L'Avis Bidon © Albert Ortiz; 2.  Edoardo Bennato; 3. Take 6 © John Abbott; 4. Al Di Meola © Alexander Mertsch; 5. Gonzalo Rubalcaba - copyright Daniela De La Portilla; 6. Cho Kairin © Andrea Dani

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lunedì 7 luglio 2025

Alla Pinacoteca di Bologna un nuovo allestimento per Guido Reni, i Carracci e il Manierismo

Segna una tappa fondamentale per la valorizzazione del patrimonio artistico felsineo ed emiliano il riallestimento, alla Pinacoteca nazionale di Bologna, delle sale dedicate a Guido Reni, ai Carracci e al Manierismo, le più rappresentative del museo.

Chiuse temporaneamente al pubblico circa cinque mesi fa così da consentire i lavori previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dedicati all’accessibilità e all’efficientamento energetico, queste sale hanno riaperto, lo scorso venerdì 4 luglio, dopo un importante intervento multidisciplinare, volto non solo all’adeguamento funzionale degli spazi, ma anche alla manutenzione e al restauro delle opere e delle loro cornici, allo studio storico-artistico del patrimonio conservato e all’adozione di avanzate soluzioni illuminotecniche. Grazie a questi preziosi interventi, l’esperienza di visita è diventata più coinvolgente e immersiva rispetto al passato, ma anche più accessibile, visto che tutte le opere sono ora esposte in un percorso narrativo più lineare, arricchito da supporti comunicativi, pannelli di contesto e nuove didascalie.

Diversi interventi hanno interessato l’interno delle sale, guardando con attenzione all’originario progetto dell’architetto e pittore Leone Pancaldi (1915-1995), soprattutto per quanto riguarda le cromie delle pareti - pulite e ridipinte per l’occasione - e le rifrangenze della luce proveniente dal sottotetto. Sono stati così sostituiti tutti i lucernari (anche per questioni di sicurezza anti-incendio) ed è stato studiato un moderno lighting plan per valorizzare i quadri e le grandi pali d’altare esposte, pregevoli opere per le quali si è provveduto anche alla sostituzione e all’ammodernamento di tutte le staffe e dei supporti di sostegno con sistemi in acciaio più moderni e solidi.

Sono stati realizzati, inoltre, importanti interventi di manutenzione, studio e approfondimento tecnico sulle opere più significative della scuola dei Carracci, fondatori negli anni ‘80 del Cinquecento dell’Accademia degli Incamminati, una scuola che all’esercizio dal vero univa lo studio di maestri come Correggio, Tiziano e Veronese. In particolare, si è lavorato con grande attenzione su capolavori come la «Madonna in gloria e santi», nota come «Madonna di San Ludovico», di Annibale Carracci (1560-1609), «La Trasfigurazione di Gesù Cristo» e la «Pala Bargellini» di Ludovico Carracci (1555-1619), e l’«Assunzione della Vergine» di Agostino Carracci (1557-1602). Parallelamente, sono stati realizzati interventi conservativi su altre opere di grande valore artistico, tra cui l’«Adorazione dei Magi» di Prospero Fontana (1512-1597), esemplificativa dello «spirito cortese» del tardo manierismo, la «Famiglia Gozzadini» di Lavinia Fontana (1522-1614), ritratto che colpisce per la sua attenzione ai particolari delle vesti e dei gioielli raffigurati, e l’«Annunciazione» di Orazio Samacchini (1532-1577).

Un progetto di restauro di rilievo ha riguardato, poi, il recupero conservativo delle cornici, in particolare quelle di tre lavori di Ludovico Carracci: il monumentale «Martirio di Sant’Orsola», la «Madonna con il Bambino fra i santi Girolamo e Francesco», detta anche «Madonna degli Scalzi», e l’«Annunciazione».

L’investimento complessivo per le operazioni è stato di 980 mila euro, compreso oneri fiscali, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per gli interventi dedicati all’accessibilità, ancora in corso in altri ambiti del museo, e all’efficientamento energetico, a cui si aggiungono circa 140 mila euro di fondi ordinari destinati al rinnovato apparato illuminotecnico e all’allestimento delle sale.

Grazie all'inedito percorso, il pubblico può ora ammirare non solo grandi capolavori che da sempre sono il vanto delle Sale 22, 23 e 24, ma anche dipinti finora non visibili nel percorso museale, in particolare opere di piccolo e medio formato firmate da autori precedentemente rappresentati solamente da pale d’altare di grandi dimensioni. È il caso dei «Santi Pietro e Paolo» di Bartolomeo Cesi (1556-1629), del «Gesù Cristo morto sorretto da due angeli» di Orazio Samacchini e della «Cena in Emmaus» di Lorenzo Sabatini (1530 ca-1576). Il nuovo percorso espositivo svela anche due bellissime e struggenti tele, la «Flagellazione di Cristo» e «Gesù Cristo incoronato di spine», che Ludovico Carracci eseguì per la Certosa di Bologna, nonché un’inedita «Annunciazione» di Orazio Samacchini (di proprietà dell’Accademia di Belle arti di Bologna) con la sua cornice originale, pregevole manufatto della seconda metà del XVI secolo, realizzato in stile Sansovino, da cui era stata separata in seguito alle requisizioni napoleoniche.

Innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e storia convivono, dunque, nelle rinnovate sale della Pinacoteca di Bologna dedicate a Guido Reni, ai Carracci e al Manierismo, in un percorso alla scoperta di uno dei momenti più alti della pittura bolognese ed emiliana. «Il riallestimento – commenta, a tal proposito, Costantino D’Orazio, direttore ad interim dei Musei nazionali di Bologna – Direzione regionale musei nazionali Emilia-Romagna - si configura non solo come un aggiornamento estetico e funzionale, ma come un progetto culturale strategico, che guarda a un museo del futuro: più inclusivo, sostenibile e in dialogo con i visitatori di oggi e di domani».

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venerdì 4 luglio 2025

LacMus Festival, sul Lago di Como un viaggio tra le note di Maurice Ravel

Saranno la musica del compositore francese Maurice Ravel, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita, e il repertorio iberico da lui amato a fare da filo rosso tra i quattordici appuntamenti che compongono il cartellone di «Giochi d’acqua», ovvero la nona edizione di «LacMus Festival», in programma dal 9 al 20 luglio sul Lago di Como in Tremezzina, con uno sconfinamento in Brianza.

Il programma si aprirà con un recital pianistico del direttore artistico Louis Lortie, che porterà nell’incantevole scenario di Villa Carlotta il suo «Absolute Ravel», nel quale verranno proposti la celebre «Pavane pour une infante défunte», il monumentale «Tombeau de Couperin», la pagina giovanile «Jeux d’eau» (fonte di ispirazione per il titolo del festival comasco) e l’onirico ed enigmatico «Gaspard de la nuit».

Il giorno successivo, giovedì 10 luglio, si aprirà con «Giochi in musica», un laboratorio per i più piccoli (dai 3 ai 6 anni), al Parco di Villa Mainona – Museo del paesaggio del Lago di Como a Tremezzina. Mentre nel tardo pomeriggio, il Museo della barca lariana ospiterà il concerto «Musica tra le barche», che vedrà tornare a LacMus il clarinettista Anton Dressler, impegnato ancora una volta a cimentarsi con i live electronics in pagine da lui composte. Proseguirà, poi, il percorso dedicato a Maurice Ravel con il pianista Axel Trolese, che presenterà la «Rapsodie espagnole», nella trascrizione per pianoforte, e la giovanile «Habanera», precedute e introdotte da pagine di due compositori iberici, Turina e Albéniz, e da un cameo lisztiano, «Les jeux d’eau à la Villa d’Este», le cui immagini acquatiche preannunciano e preparano la ricerca timbrica raveliana.

Si proseguirà nella mattinata di venerdì 11 luglio con l’ormai tradizionale ascesa a piedi verso l’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana, gioiello medioevale raggiungibile in un’ora di cammino. La fatica della salita sarà premiata dall’ascolto di «Monastic cello», un programma che accosta tre delle sei «Suite per violoncello» di Johann Sebastian Bach, affidate a Lucia Swarts, interprete di punta del repertorio barocco con strumenti d’epoca.

Di tutt’altro carattere sarà il concerto serale alla Villa del Balbianello, che fin dal titolo, «¡Granada!», promette un viaggio sonoro tra i profumi, i ritmi e i colori dell’Andalusia. Protagonista sarà il tenore Galeano Salas, accompagnato al pianoforte da Sophia Muñoz e Paolo Bressan. Da Bizet alla zarzuela, da Massenet alle canzoni messicane, il programma si dipanerà in modo vario e piacevole fra Europa e America Latina, per concludersi con l’iconica «Granada» di Agustín Lara, a lungo popolare anche in Italia nell’interpretazione di Claudio Villa.

Ci si sposterà, quindi, a Villa Lario dove, sabato 12 luglio, il Trio Wanderer, compagine francese di fama mondiale, presenterà il suo «Absolute Ravel», nel quale sarà possibile ascoltare il «Trio» da due Sonate, per violino e pianoforte e per violino e violoncello, che appartengono al periodo finale della produzione raveliana e hanno in comune la presenza di riferimenti al mondo della musica nera americana.

Domenica 13 luglio, in piazzetta Brenna, andrà in scena «Vive les amateurs!», un concerto collettivo di pianoforte con medici, avvocati, impiegati e ingegneri, originari di diversi paesi del mondo, dal Giappone al Brasile, riuniti nell’associazione PianoLink. Mentre lunedì 14 luglio il festival farà tappa, come ormai da alcuni anni, negli spazi all’aperto del maestoso Castello Durini ad Alzate Brianza, con «Rhapsody in Black», un programma che prevede ben tre concerti per pianoforte, affidati al solista e compositore Vyacheslav Gryaznov e a un’orchestra virtuale, la G-Phil, un’applicazione sviluppata dallo stesso artista nel periodo della pandemia. Il programma esprime appieno lo spirito modernista e ottimistico del primo Novecento: il «Concerto per la mano sinistra» di Ravel e il «Primo Concerto» di Shostakovich sono attraversati dal fremito ritmico di quell’epoca, in cui gli echi guerreschi si mescolano a quelli del jazz che si stava diffondendo in Europa. Completa il programma la «Rhapsody in Black» dello stesso Vyacheslav Gryaznov, che, sebbene scritta pochi anni fa, guarda alla stessa epoca e alle stesse influenze, rielaborando materiale tematico tratto da George Gershwin.

Ci si sposterà, poi, a Villa del Balbianello dove, martedì 15 luglio, si esibirà il giovane mezzosoprano Teresa Iervolino, versatile interprete dell’opera barocca come del Novecento e vincitrice a Como del concorso As.Li.Co.. Al pianoforte siederà Andrea Del Bianco. Un florilegio di arie di ispirazione iberica, tratte da Rossini, Verdi, Bizet e Massenet - accostate alle melodie spagnole di Albéniz, Granados e Falla - compone il programma di «Olas españolas», concerto nel quale verrà proposto anche «L’heure espagnole» di Ravel.
 
Sarà, quindi, la volta di «Folk Songs», un appuntamento musicale costruito intorno alla voce di Christiane Karg, che mercoledì 16 luglio vedrà in scena, al Parco Teresio Olivelli, anche la Sinfonia Smith Square Orchestra, diretta da Paolo Bressan. Durante il concerto verrà ricordato Luciano Berio, nel centenario della nascita.

La Sinfonia Smith Square sarà, inoltre, protagonista degli appuntamenti di giovedì 17 luglio: la «Musical Greenway», con l’arpista Stefania Scapin, e l’«Absolute Ravel – Symphonic», con Louis Lortie e la giovane chitarrista toscana Carlotta Dalìa, vincitrice di numerosi premi internazionali. In questa serata dedicata al Ravel orchestrale si potranno riascoltare la «Pavane» e il «Tombeau de Couperin», già uditi in versione pianistica, ma anche il «Concerto in sol», capolavoro di aerea levità, punteggiato di schegge di jazz, e il «Concierto de Aranjuez» di Joaquín Rodrigo, pagina chitarristica di perenne popolarità grazie al celeberrimo «Adagio».

La Spagna dominerà incontrastata nel concerto di venerdì 18 luglio al Parco Teresio Olivelli: «¡Bolero!», che ci porterà quattro illustri interpreti del flamenco: la danzatrice Sara Jiménez, la cantante Teresa Hernández e i chitarristi Juan Miguel Giménez e José «El Peli» Muñoz.
Sabato 19 luglio ci si sposterà al Santuario della Beata Vergine del Soccorso a Ossuccio per le consuete «Meditazioni musicali» con «The Dawn of the Cello», un viaggio tra le prime composizioni solistiche per violoncello con Lucia Swarts, personalità di spicco nel campo dell’interpretazione con strumenti originali, e il clavicembalista Riccardo Doni.

Il cartellone si chiuderà domenica 20 luglio, al Grand Hotel Tremezzo, come era iniziato, ovvero con Louis Lortie e un suo «Absolute Ravel», con capolavori quali i «Miroirs», le «Valses nobles et sentimentales», «La Valse» e la «Sonatine», pagina percorsa da ritmi ora volutamente arcaici ora folklorici.

Il festival comasco si configura, dunque, come un omaggio a tutto tondo alla natura caleidoscopica di Ravel, amante della musica per clavicembalo come del jazz, non dimentico del folklore basco e protagonista di un’epoca in cui ogni autore forgia da sé le regole del proprio linguaggio.

Didascalie delle immagini
LacMus Festival, immagini di repertorio. Foto di Daniele Fontana

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Iformazioni e biglietti: https://www.lacmusfestival.com