ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 29 giugno 2010

Ritorna in Italia il «Salvator Mundi» di Carpaccio

Trova casa nel Bresciano, nella cittadina di Carzago di Calvagese, la prima opera firmata da Vittorio Carpaccio (Venezia, 1465 circa – 1525/1526). La preziosa tavola giovanile, raffigurante il Salvator Mundi tra quatto santi, sarà esposta al pubblico presso la Fondazione Luciano e Agnese Sorlini, ricca pinacoteca nei pressi del lago di Garda, al cui interno sono conservati dipinti, soprattutto d’arte lombarda e veneta e in particolare del Sei e Settecento.
La prestigiosa tavola, che reca visibile l’iscrizione del cognome dell’artista nella forma veneziana originaria, «Vetor Scarpazo», andrà così ad arricchire l’elegante quadreria del seicentesco palazzo di Carzago di Calvagese, nella quale sono visibili, tra l’altro, grandi maestri come Bellini, Veronese, Canaletto o Tiepolo, che hanno contribuito allo splendore artistico della Serenissima.
L’opera di Carpaccio, acquistata nel 2009 da un collezionista privato di Londra, ha conosciuto diversi passaggi di proprietà, a partire dalla fine dell’800, quando la sua presenza venne documentata a Venezia presso il conte Antonio Contin di Castelseprio, ingegnere idraulico impegnato nella risistemazione del Lido. Alla morte di questi, come ha ricostruito Enrico Maria Dal Pozzolo, il dipinto passò a Firenze, presso il celebre antiquario Elia Volpi, e, in breve, divenne proprietà del banchiere inglese Thomas Brocklebank. Nel 1938, la tavola venne, quindi, acquistata dallo storico d’arte russo Vitale Bloch, per poi passare nella prestigiosa collezione del conte Alessandro Contini Bonacossi. Qui rimase fino al 1986, quando venne venduta a un collezionista di New York, volando, in seguito, in una raccolta londinese.
Sicura e illustre, dunque, la provenienza del dipinto di Carpaccio, mentre è ancora dibattuta la data d’esecuzione. Il Berenson collocò la realizzazione della tavola intorno al 1480, sulla scia della prima monografia del corpus carpaccesco, a cura di Giuseppe Fiocco, nella quale venivano evidenziati i raccordi con l’arte di Gentile Bellini, Marco Marziale e Antonello da Messina. Successivi studiosi, sottolineando di volta in volta l’«antonellismo convinto e militante» o la solennità e severità dell’impianto «in sintonia con la reinterpretazione umanistica del mondo antico, proposta […] da Tullio Lombardo», hanno teso a spostarne la datazione di qualche anno: tra il 1485 e il 1490.
La recente campagna di riflettologia effettuata del laboratorio Laniac dell’Università di Verona ha dato ragione a quest’ultima ipotesi, datando l’esecuzione della tavola in prossimità dell’Arrivo degli Ambasciatori a Colonia, dipinto nel 1490, e del Polittico di San Martino al Museo d’arte sacra a Zara, realizzato tra il 1487 e il 1493. Questo studio ha, inoltre, confermato la presenza di alcuni vecchi restauri e un pentimento nell’area della mano che sorregge il globo, ha anche confermato la congruità della iscrizione con la firma, l’alta qualità del disegno sottostante, soprattutto nelle teste dei santi.
Un ottimo acquisto, dunque, quello della Fondazione Sorlini che con questa tela, ammirata in Italia solo nel 1963, in occasione della rassegna monografica al Palazzo Ducale di Venezia, regala al suo pubblico una tela fondamentale per il racconto del passaggio tra il Quattrocento e la stagione rinascimentale della Grande maniera.

Informazioni
Fondazione Luciano e Agnese Sorlini, piazza Roma, 1 - Carzago di Calvagese (Brescia). Orari: giovedì pomeriggio, dalle 14.30 alle 18.00 (previa prenotazione). Informazioni: tel. 030.601031(esclusi sabato e domenica) o info@fondazionesorlini.com. Sito Web: www.fondazionesorlini.com.

lunedì 28 giugno 2010

Roma, una notte di luci e colori con la Girandola

«Pare che tutte le stelle del cielo caschino in terra»: così l’incisore Ambrogio Brambilla, nel 1579, descriveva la Girandola di Castel San’Angelo, cerimonia di luci, spari, mortaretti, colpi di cannone e fuochi d’artificio, che, per secoli, incantò le rive del Tevere e il cuore sacro di Roma.
Andato in disuso con l’unità d’Italia, questo fantasmagorico spettacolo pirotecnico, considerato una vera e propria «maraviglia del tempo», è stato riportato alla luce lo scorso anno grazie a un minuzioso lavoro di ricerca del Gruppo IX Invicta. E lunedì 28 giugno, in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo, ritornerà ancora una volta ad incantare la Città eterna. L’appuntamento è fissato per le 21.30; i migliori punti di avvistamento saranno il lungotevere Tor di Nona, il lungotevere Altoviti, ponte Vittorio Emanuele II, ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, ponte Umberto I e via Banco Spirito.
Immortalata nelle stampe del Piranesi e dai grandi pittori del passato, raccontata dal poeta romano Gioacchino Belli e da Charles Dickens, la Girandola di Castel Sant’Angelo si ritrova già nei racconti dei maestri delle celebrazioni liturgiche dei papi di un tempo, come ad esempio Paride De Grassis, il Servanzio ed il Mucanzio, vissuti tra il 1500 e il 1600.
«Oggi, grazie a un apparato tecnologico sofisticatissimo, che si avvale di centraline radio per l’accensione dei fuochi, diciotto tecnici ed un progettista sono in grado di far fronte -in assoluta sicurezza per loro e per l’ambiente circostante- a un lavoro che in passato -si legge nella nota stampa- vedeva il coinvolgimento di oltre cento uomini, con un notevole risparmio anche sui costi della manodopera che altrimenti sarebbero proibitivi».
Ma cos’era la Girandola? Introdotta a Roma nel 1481 per celebrare il pontificato di papa Sisto IV, questa festa di luci e rumori è stata utilizzata fino al 1860 per celebrare alcune delle principali festività romane: la Pasqua e la patronale, nonchè l'ascesa al soglio pontificio di nuovi papi.
Per oltre trecento anni, lo spettacolo pirotecnico di Castel Sant'Angelo ha richiamato spettatori da tutta Europa e ha visto tanti “maestri” contribuire nel tempo alla sua spettacolarità. Tra questi pare si siano cimentati – secondo un’ipotesi su cui sono tutt’ora in corso studi e ricerche per dimostrarne la veridicità – anche Michelangelo Buonarroti, nel periodo in cui lavorava su committenza di papa Giulio II, e il Bernini.

Informazioni utili
Girandola di Castel Sant’Angelo La Maraviglia del Tempo. Roma, Ponte Sant’Angelo. Informazioni: 060608 (tutti i giorni, 9.00 – 21.00). Lunedì 28 giugno 2009 dalle 21.30 alle 22.00.

venerdì 25 giugno 2010

«Se una notte d’estate…», concerti sotto le stelle a villa Panza

Musica e natura si incontrano a Varese, nella splendida cornice di villa Panza. Per il decimo anno consecutivo, il cortile d’onore della residenza settecentesca di proprietà del Fai (Fondo per l'ambiente italiano) ospita la rassegna Se una notte d’estate…., quest’anno dedicata al meglio del repertorio internazionale otto-novecentesco e animata dai vincitori dell’ultima edizione del prestigioso premio Borletti-Buitoni Trust.
Dopo il concerto inaugurale dello scorso 17 giugno -che ha visto il pianista torinese Gabriele Carcano cimentarsi con un programma dedicato al tema della notte e composto da brani di Frédéric Chopin, Gabriel Fauré e Maurice Ravel- la manifestazione permetterà di ascoltare, nella serata di giovedì 1° luglio, la georgiana Nino Gvetadze, vincitrice nel 2008 del secondo premio, del premio della stampa e del pubblico all’International Franz Liszt Piano Competition.
Il repertorio scelto dalla pianista di Tbilisi per il concerto varesino farà ritrovare al pubblico le note di Frédéric Chopin -quello però più vivace e salottiero dei Valzer– e di Maurice Ravel -quello neoclassico del Tombeau de Couperin-, ma consentirà anche di ascoltare la monumentale e impervia Sonata in si minore di Franz Liszt, che, secondo una solida tradizione, sarebbe ispirata al mito, tenebroso e notturno a un tempo, di Faust.
L’ultimo appuntamento sotto le stelle alla storica dimora del Fai vedrà, invece, “salire sul palco” Adam Walker, primo flauto della London Symphony Orchestra, e il pianista John Reid, membro della Royal Academy of Music e vincitore di prestigiosi premi quali il Gerald Moore Award e il Kathleen Ferrier and Maggie Teyte Accompaniment Prizes. Il loro concerto, in programma per giovedì 15 luglio, proporrà un breve, ma intenso tributo al tema della notte con l’esecuzione della Night Soliloquy del compositore americano Kent Kennan, pagina entrata stabilmente nel repertorio dei grandi flautisti fin dal suo primo apparire, nel 1936. Sarà, inoltre, possibile ascoltare la Suite Paysanne Hongroise di Béla Bartok, la Sonata per flauto e pianoforte di Francis Poulenc, lo Scherzo per flauto e pianoforte di Bohuslav Martinu e la Sonata in la maggiore di Cesar Franck.
Giovani stelle della musica brilleranno, dunque, nelle notti estive di Varese grazie a questa decima edizione di Se una notte d’estate…, la cui direzione è stata affidata al maestro Fabio Sartorelli, in collaborazione con la storica Società del Quartetto per Milano.
Il ricavato delle serate, che in caso di maltempo si terranno alla Sala napoleonica delle Ville Ponti, verrà utilizzato per sostenere il Fai nella sua missione di tutela dell’arte, della natura e del paesaggio italiani e nella sua attività di sensibilizzazione dei cittadini.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Concerto a VIlla Panza. Foto: Giorgio Majno; [fig. 2] il flautista Adam Walker. Foto: Hanya Chlala; [fig. 3] il pianista Carcano Gabriele. Foto: Pilvaxstudio, Balazs Borocz. [Le foto sono state messe a disposizione da Elena Bertolaso, ufficio stampa del Fai]

Informazioni utili
Se una notte d’estate…. Villa Panza, Piazza Litta, 1 – Varese. Ingresso: € 25,00; iscritti Fai e soci del Quartetto di Milano: € 22,00. Informazioni: Villa Panza, tel. 0332.283960; faibiumo@fondoambiente.it; Società del Quartetto di Milano, tel. 02.795393; e-mail info@quartettomilano.it. Fino al 15 luglio 2010.