ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 10 marzo 2021

Superblast, la chiamata alle arti di Manifattura Tabacchi

In un periodo che ha messo a dura prova il settore artistico e culturale, Nam - Not a Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi a Firenze, basato sul principio dell'interdisciplinarità tra le arti, sul coinvolgimento della comunità e sull’indagine del rapporto tra arte, scienza e natura, presenta Superblast: un’iniziativa che pone al centro la valorizzazione della pratica artistica al di fuori dei luoghi tradizionalmente a essa associati.
L’obiettivo di questa chiamata alle arti è quello di favorire la creazione di percorsi di crescita dei giovani artisti italiani e internazionali e rendere la città di Firenze il centro di un nuovo attivismo culturale per l’ambiente, promuovendo il confronto tra spazi pubblici, contemporanei e storici e la costruzione di una memoria collettiva.
Manifattura Tabacchi ha, dunque, lanciato un bando di concorso per l’assegnazione di sei premi per altrettante residenze a sei artisti multidisciplinari per lo sviluppo di progetti artistici in dialogo con gli spazi dell’istituzione fiorentina.
Il bando è gratuito e aperto a partecipanti, di ogni provenienza geografica e sotto i 40 anni, singoli o collettivi, con pratiche artistiche di diversa natura: scultura, pittura, sound and new media artperformance, pratiche coreografiche e relazionali, progetti workshop-based e progetti che mettano in discussione il rapporto esistente tra uomo e ambiente.
Ogni artista selezionato sarà accompagnato da un curatore per la stesura di un testo critico volto alla realizzazione di un progetto editoriale dedicato. Le sei opere confluiranno in una mostra collettiva e contribuiranno alla pubblicazione del progetto editoriale previsto per settembre, il mese che Manifattura Tabacchi vuole dedicare alla sostenibilità, nell’ambito di un programma pubblico composto da talk, tavole rotonde e attività laboratoriali.
Gli artisti selezionati avranno l’occasione di prendere parte attiva al cambiamento e alla visione interdisciplinare che l’istituzione fiorentino da sempre promuove per sperimentare linguaggi ibridi in dialogo con un luogo di matrice industriale. Il bando è, dunque, un’occasione per guardare al rapporto tra uomo e natura, chiamando in causa l’arte e la sua capacità trasversale di porsi domande prima di immaginare soluzioni, di coinvolgere professionisti dai campi scientifici e umanistici e di veicolare la sensibilità comune rispetto al cambiamento climatico verso forme inedite di espressione e azione.
Superblast si rivolge ad artisti, pensatori, creativi, attivisti che abbiano il desiderio di guidare il cambiamento, immaginare e ridisegnare i luoghi della cultura, per un futuro più sostenibile nell’era dei mutamenti climatici attraverso la costruzione di relazioni e progetti comuni.
Cosa significa fare arte oggi? Come ricostituire un equilibrio tra l’uomo, la città e il mondo naturale? Una nuova ecologia del pensiero è possibile? Sono queste le domande, sempre più rilevanti nel contesto attuale che ci ospita e che costituisce una svolta critica nella storia del pianeta, al centro del bando. Manifattura Tabacchi sceglie, dunque, di dare spazio alla sperimentazione artistica e al confronto sui temi urgenti del nostro tempo, quali la relazione tra natura e cultura, l’uomo e le altre specie viventi, l’individuo e la collettività.
Sarà possibile partecipare fino al 21 marzo seguendo le istruzioni riportate sul sito www.superblast.it o su www.manifatturatabacchi.com
I progetti saranno valutati da un comitato scientifico internazionale composto da autorità nei campi dell’intersezione tra arte e ecologia quali Mario Cristiani, cofondatore di Associazione Arte Continua e di Galleria Continua (San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana), Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e accademico, direttore di LINV International Laboratory of Plant Neurobiology e fondatore di Pnat, Erica Petrillo, scrittrice e curatrice che collabora con lo studio interdisciplinare 2050+ (Milano), Lucia Pietroiusti, curatrice di General Ecology alla Serpentine Galleries (Londra), Caterina Taurelli Salimbeni, curatrice di Nam - Not a Museum.
I finalisti saranno annunciati il 21 aprile sul sito di Manifattura Tabacchi e sui canali social di Nam – Not a Museum. 
Gli artisti selezionati saranno invitati a partecipare a un workshop dedicato all’esplorazione del luogo e del contesto di riferimento, e avranno a disposizione € 5.000 per la produzione del proprio lavoro, uno spazio dove realizzarlo e € 500 per il rimborso delle spese di viaggio e trasporto. 
Una bella occasione, questa, per far conoscere il proprio lavoro e per contribuire al racconto di un argomento attuale come quello delle relazioni tra arte e natura. 

martedì 9 marzo 2021

Padova, all’Oratorio di San Giorgio riprendono vita gli affreschi trecenteschi di Altichiero da Zevio

È stato definito la «cappella degli Scrovegni all'altra estremità del Trecento». Stiamo parlando dell’Oratorio di San Giorgio, edificio che si affaccia sul sagrato della basilica di Sant’Antonio a Padova, commissionato come cappella sepolcrale di famiglia da Raimondino Lupi di Soragna, guerriero e diplomatico al servizio della Signoria dei Carraresi. I lavori di costruzione dell’Oratorio, candidato a diventare Patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco, iniziarono nel 1377 per essere conclusi nel 1384 con la realizzazione del ciclo di affreschi realizzati da Altichiero da Zevio. Riportati alla luce nel 1837, questi dipinti sono stati oggetti di un importante intervento conservativo tra 1995 e 1997 e ora sono oggetto di un nuovo importante intervento di «restauro percettivo».
La decorazione pittorica, che culmina in un cielo stellato su cui campeggiano clipei raffiguranti personaggi sacri, è così strutturata: in controfacciata sono dipinte le storie della nascita di Gesù (nascita, adorazione dei magi, fuga in Egitto, presentazione al tempio), sulla parete dell'altare la grande crocifissione e, sopra, l'incoronazione della Vergine. Sulle pareti lunghe si svolgono episodi della storia di san Giorgio, santa Caterina d’Alessandria e santa Lucia. Nella parete sinistra, inoltre, ampio spazio è dato alla scena votiva in cui Rinaldino Lupi e la consorte Matilde, genitori del committente, seguiti da altri esponenti della famiglia in vesti militari, si inginocchiano alla Vergine, introdotti da san Giorgio e al cospetto di numerosi santi. Al centro dell’oratorio si ergeva la complessa struttura architettonico-scultorea dell’arca funebre del fondatore, di cui si conserva ancora il sepolcro lapideo.
Preziosa testimonianza dell’impatto della pittura di Giotto a Padova e nel secolo dei Carraresi, le storie affrescate riprendono oggi vita grazie all’installazione di un sistema di illuminazione innovativo, promosso dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e di iGuzzini illuminazione spa, azienda leader nel settore dell'illuminazione architetturale, che ne ha curato anche la realizzazione sotto la direzione dell’architetto Antonio Susani.
La precedente illuminazione, con ingombro visivo tale da disturbare un’adeguata percezione della grandiosità degli affreschi, è stata sostituita da un impianto che si integra perfettamente nell’architettura, come già è avvenuto in passato per la Cappella degli Scrovegni, garantendo un effetto di assoluta omogeneità della luce. Incassi Laser Blade illuminano i soffitti a botte dell’Oratorio, mentre proiettori Palco e Robin ne esaltano rispettivamente le pareti più corte e l’altare. Un prodotto speciale, infine, illumina in maniera radente le pareti laterali. Tutti gli apparecchi, installati su un binario che corre lungo la struttura lignea perimetrale, sono dotati di temperatura colore di 3000K e indice di resa cromatica pari a 97 per garantire elevato comfort visivo ed esaltare la ricchezza cromatica degli affreschi. L'intero sistema illuminotecnico è, inoltre, gestibile tramite il sistema di controllo Quick BLE e una pulsantiera Bluetooth.
«Il risultato straordinario di questo lavoro -dichiara l’avvocato Emanuele Tessari, presidente capo della Veneranda Arca di S. Antonio –ci ha convinti, inoltre, a realizzare, direttamente e attraverso la ricerca di nuovi sponsor, il ‘restauro percettivo’ anche degli altri due cicli di affreschi presenti in Basilica che partecipano alla candidatura Unesco: la cappella di San Giacomo, con le opere di Altichieri da Zevio, e gli affreschi di Giusto de' Menabuoi nella Cappella del Beato Luca Belludi. Tra gli obiettivi della Veneranda Arca di S. Antonio vi è la promozione di iniziative di carattere culturale volte a incrementare le occasioni di scambio tra la Basilica e la città e tra la Basilica e il resto del mondo. Ogni atto concreto che mostri l'interesse della città verso i luoghi candidati, dunque, diventa un indicatore importante del coinvolgimento della comunità tutta».

Didascalie delle immagini  
[Figg.1 ,2 , 3 e 4] Oratorio di San Giorgio, Padova. Affreschi di Altichiero da Zevio. Foto di Giovanni Pinton 

Informazioni utili 
Veneranda Arca di S. Antonio| arcadisantantonio@gmail.com | www. arcadelsanto.org

lunedì 8 marzo 2021

Un 2021 di grandi mostre per la Fondazione Cini di Venezia

Sono passati settant’anni da quando a Venezia prendeva il via, sull’isola di San Giorgio Maggiore, l’attività della Fondazione Giorgio Cini. Nonostante la pandemia, il calendario per questo 2021 è ricco di eventi, sia in presenza che on-line. Dalla storia dell’arte alla musica, dal teatro agli studi religiosi, si contano oltre trenta incontri (tra convegni, giornate di studio, workshop, seminari e presentazioni), una nuova stagione concertista all’auditorium «Lo Squero», sette mostre, oltre venti progetti editoriali e un premio (la VIII edizione del «Benno Geiger» per la traduzione poetica).
Tra gli eventi artistici più importanti dell’anno, c'è senz'altro l'apertura stagionale, a partire da maggio, della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, raffinata casa-museo sorta nel 1984, che custodisce un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica di uno dei più importanti collezionisti del novecento italiano: l’imprenditore e filantropo Vittorio Cini (1885 – 1977). La collezione custodisce un prezioso nucleo di opere di Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli, Piero di Cosimo e Pontormo, oltre a un raro nucleo di dipinti del Rinascimento ferrarese, con capolavori di Ercole de’ Roberti, Cosmè Tura e Dosso Dossi.
Attesa è anche la seconda edizione di «Homo Faber: Crafting a more human future. Living Treasures of Europe and Japan», grande progetto sull’alto artigianato artistico organizzato da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, in partnership con la Fondazione Cini, la Fondazione Cologni dei mestieri d’arte e la Japan Foundation. Dal 9 al 26 settembre, i visitatori scopriranno capolavori, mostre, installazioni e workshop che - grazie al lavoro di un team di curatori internazionali, coordinati da Alberto Cavalli - presenteranno il lavoro di grandi maestri artigiani europei e della terra del Sole nascente. Il designer nipponico di fama internazionale Naoto Fukasawa, l’acclamata fotografa giapponese Rinko Kawauchi, l’iconico regista americano Robert Wilson, il collezionista ed esperto britannico Simon Kidston, il professore universitario veneziano Stefano Micelli, l’executive director del Museo d’arte di Hakone Tokugo Uchida, i celebri architetti italiani Michele De Lucchi, Stefano Boeri e Alessandro Pedron, la docente londinese di moda Judith Clark, il designer tedesco Sebastian Herkner, gli esperti e consulenti d’arte David Caméo e Frédéric Bodet, e il gallerista italo-belga Jean Blanchaert sono i nomi di prestigio chiamati a immaginare i sedici spazi espositivi di «Homo Faber».
Prosegue con due nuove mostre anche l’attività de «Le stanze del vetro», iniziativa per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del Novecento, nata dalla collaborazione tra Fondazione Cini e Pentagram Stiftung. Si inizia con «L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg» (22 marzo – 1° agosto), rassegna curata da Giordana Naccari e Cristina Beltrami, che ripercorre - in modo originale e coinvolgente - la storia del vetro muranese del Novecento attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro.
Si prosegue con la mostra «Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri» (5 settembre - 10 gennaio), a cura di Marino Barovier. L’esposizione, che era già in cantiere per il 2020 ed è saltata a causa della pandemia, guiderà il pubblico tra due aspetti della stessa realtà, due generi quasi agli antipodi ma ugualmente fondanti: il minimalismo del nordico Tapio Wirkkala, che tanto influenzò il dialogo di prospettiva tra Finlandia e Italia, e il «Bestiario lagunare» di Toni Zuccheri, che trovò nella natura una costante fonte da cui lasciarsi contaminare e ispirare.
Un’altra esposizione già in cartellone per il 2020 e saltata a causa della pandemia è quella in programma in primavera negli spazi dell’Ala napoleonica della Fondazione Giorgio Cini: «EST. Storie italiane di viaggi, città e architetture» (dal 29 aprile al 30 luglio), a cura di Luca Molinari, già curatore del Padiglione Italia alla dodicesima Biennale di Architettura.
La rassegna vuole raccontare storie di luoghi e città guardando il mondo verso Est partendo dall’Italia, che rimane il perno del percorso narrativo. Al centro del progetto -raccontano gli organizzatori- c’è «il 'fare italiano', che rifugge una pratica colonizzatrice per un atteggiamento di dialogo e assimilazione di mondi diversi dal nostro, avendo poi la capacità di immaginare e costruire spazi e luoghi significativi per la realtà in cui si sono insediati».
Dal 19 maggio al 18 luglio, in parziale concomitanza con la XVII edizione della Biennale di Architettura, la Fondazione Cini organizzerà, poi, una mostra, curata da Valerio Terraroli, con circa cento opere, tra disegni e acquerelli, realizzate dall'architetto Tomaso Buzzi tra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta Si tratta – raccontano i responsabili dell’istituzione culturale sull’isola di San Giorgio Maggiore - di «disegni schizzati su fogli volanti così come su taccuini, fatti de visu o estratti dalla memoria, con inchiostro, acquerelli, biro, talvolta con un pensiero, una didascalia, un luogo, giusto per fissare sulla carta, o sul cartoncino, avvenimenti, specialmente concerti o feste, sia mondane, sia popolari, vedute di Venezia e della Laguna, architetture, immagini fantastiche».
L’Istituto per il Teatro e il Melodramma riproporrà, invece, al pubblico la mostra «Creatura – Va’ – Vivi nel tuo raggio» (maggio – dicembre 2021), curata da Maria Ida Biggi. Con questo nuovo allestimento, l’intenzione è quella di gettare nuova luce su «Antonio e Cleopatra», uno dei tre copioni shakespeariani di cui Arrigo Boito curò la traduzione e l’adattamento sulla base delle peculiarità artistiche e recitative di Eleonora Duse. In mostra sarà possibile visionare preziosi materiali d’archivio: manoscritti, fotografie di scena e lettere che l’attrice e il letterato si scambiarono riguardo la messa in scena del dramma.
È in programma anche una mostra on-line su «Nino Rota e il pianoforte»: manoscritti musicali, lettere, fotografie, ritagli di stampa e registrazioni sonore inedite offriranno l'opportunità di esplorare la genesi e la ricezione di un repertorio pianistico nel quale si riflettono tutte le sfaccettature della poetica rotiana.
Infine, quest’anno, per la prima volta nella storia dell’istituzione veneziana, andrà all’estero - al Centre d’art Hôtel de Caumont, riferimento culturale e artistico di Aix-en-Provence - una grande e variegata selezione di capolavori d’arte antica appartenenti all’Istituto di Storia dell’arte. Curata da Luca Massimo Barbero, in collaborazione con l’architetto Daniela Ferretti, la mostra «Trésors de Venise. La collection Cini» (novembre 2021 – primavera 2022) allineerà ottanta opere e celebrerà in Europa il gusto collezionistico di Vittorio Cini, «l’italiano più faustiano» che io abbia mai conosciuto» come scrisse Bernard Berenson.
Accanto a queste iniziative, la fondazione organizzerà svariati appuntamenti convegnistici e una corposa rassegna musicale; sarà, inoltre, impegnata a portare avanti la valorizzazione del patrimonio monumentale, artistico, materiale e immateriale custodito sull’Isola di San Giorgio Maggiore, promuovendo lo studio dei suoi archivi, grazie all’erogazione di borse di studio. L'istituzione veneta continuerà, poi, il processo di digitalizzazione dei suoi archivi grazie al nuovo centro Archive – Analysis and Recording of the Cultural Heritage in Venice, realizzato grazie al fondamentale contributo dell’Helen Hamlyn Trust. 

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Fondazione Giorgio Cini - Chiostro Palladiano. Foto di Matteo De Fina. Per gentile concessione della Fondazione Giorgio Cini; [fig. 2] Scalone monumentale di Baldassarre Longhena. Foto di Enrico De Santis. Per gentile concessione della Fondazione Giorgio Cini; [fig. 3] La Nuova Manica Lunga. Foto di Matteo De Fina. Per gentile concessione della Fondazione Giorgio Cini; [fig. 4] Auditorium Lo Squero, Fondazione Giorgio Cini: [fig. 5] Palazzo Cini, La Galleria; [fig. 6] Veduta aerea dell’Isola di San Giorgio Maggiore; [fig. 7] Homo Faber 2021. Curatori e direttori con il fondatore Franco Cologni e il direttore Alberto Cavalli. Foto di Laila Pozzo. ®Michelangelo Foundation

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