ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 9 marzo 2021

Padova, all’Oratorio di San Giorgio riprendono vita gli affreschi trecenteschi di Altichiero da Zevio

È stato definito la «cappella degli Scrovegni all'altra estremità del Trecento». Stiamo parlando dell’Oratorio di San Giorgio, edificio che si affaccia sul sagrato della basilica di Sant’Antonio a Padova, commissionato come cappella sepolcrale di famiglia da Raimondino Lupi di Soragna, guerriero e diplomatico al servizio della Signoria dei Carraresi. I lavori di costruzione dell’Oratorio, candidato a diventare Patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco, iniziarono nel 1377 per essere conclusi nel 1384 con la realizzazione del ciclo di affreschi realizzati da Altichiero da Zevio. Riportati alla luce nel 1837, questi dipinti sono stati oggetti di un importante intervento conservativo tra 1995 e 1997 e ora sono oggetto di un nuovo importante intervento di «restauro percettivo».
La decorazione pittorica, che culmina in un cielo stellato su cui campeggiano clipei raffiguranti personaggi sacri, è così strutturata: in controfacciata sono dipinte le storie della nascita di Gesù (nascita, adorazione dei magi, fuga in Egitto, presentazione al tempio), sulla parete dell'altare la grande crocifissione e, sopra, l'incoronazione della Vergine. Sulle pareti lunghe si svolgono episodi della storia di san Giorgio, santa Caterina d’Alessandria e santa Lucia. Nella parete sinistra, inoltre, ampio spazio è dato alla scena votiva in cui Rinaldino Lupi e la consorte Matilde, genitori del committente, seguiti da altri esponenti della famiglia in vesti militari, si inginocchiano alla Vergine, introdotti da san Giorgio e al cospetto di numerosi santi. Al centro dell’oratorio si ergeva la complessa struttura architettonico-scultorea dell’arca funebre del fondatore, di cui si conserva ancora il sepolcro lapideo.
Preziosa testimonianza dell’impatto della pittura di Giotto a Padova e nel secolo dei Carraresi, le storie affrescate riprendono oggi vita grazie all’installazione di un sistema di illuminazione innovativo, promosso dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e di iGuzzini illuminazione spa, azienda leader nel settore dell'illuminazione architetturale, che ne ha curato anche la realizzazione sotto la direzione dell’architetto Antonio Susani.
La precedente illuminazione, con ingombro visivo tale da disturbare un’adeguata percezione della grandiosità degli affreschi, è stata sostituita da un impianto che si integra perfettamente nell’architettura, come già è avvenuto in passato per la Cappella degli Scrovegni, garantendo un effetto di assoluta omogeneità della luce. Incassi Laser Blade illuminano i soffitti a botte dell’Oratorio, mentre proiettori Palco e Robin ne esaltano rispettivamente le pareti più corte e l’altare. Un prodotto speciale, infine, illumina in maniera radente le pareti laterali. Tutti gli apparecchi, installati su un binario che corre lungo la struttura lignea perimetrale, sono dotati di temperatura colore di 3000K e indice di resa cromatica pari a 97 per garantire elevato comfort visivo ed esaltare la ricchezza cromatica degli affreschi. L'intero sistema illuminotecnico è, inoltre, gestibile tramite il sistema di controllo Quick BLE e una pulsantiera Bluetooth.
«Il risultato straordinario di questo lavoro -dichiara l’avvocato Emanuele Tessari, presidente capo della Veneranda Arca di S. Antonio –ci ha convinti, inoltre, a realizzare, direttamente e attraverso la ricerca di nuovi sponsor, il ‘restauro percettivo’ anche degli altri due cicli di affreschi presenti in Basilica che partecipano alla candidatura Unesco: la cappella di San Giacomo, con le opere di Altichieri da Zevio, e gli affreschi di Giusto de' Menabuoi nella Cappella del Beato Luca Belludi. Tra gli obiettivi della Veneranda Arca di S. Antonio vi è la promozione di iniziative di carattere culturale volte a incrementare le occasioni di scambio tra la Basilica e la città e tra la Basilica e il resto del mondo. Ogni atto concreto che mostri l'interesse della città verso i luoghi candidati, dunque, diventa un indicatore importante del coinvolgimento della comunità tutta».

Didascalie delle immagini  
[Figg.1 ,2 , 3 e 4] Oratorio di San Giorgio, Padova. Affreschi di Altichiero da Zevio. Foto di Giovanni Pinton 

Informazioni utili 
Veneranda Arca di S. Antonio| arcadisantantonio@gmail.com | www. arcadelsanto.org

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