Ha attraversato anagraficamente tutto il Novecento. Ha sperimentato le principali correnti artistiche del secolo scorso, dal Naturalismo all’Espressionismo, dal Primitivismo al Neocubismo. È stato il padre di due «ismi» del XX secolo: il
Riflessismo, mutuato dalla breve esperienza nel Secondo futurismo, e il
Simbolismo meccanico, le cui opere dedicate agli ingranaggi tecnologici gli valsero la Medaglia d’oro al Salon Babjlone di Parigi nel 1971. Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia (nel 1942, nel 1948 e nel 1950). Ha preso in mano non solo la tavolozza e il pennello, ma anche la penna, dando alle stampe il
romanzo «Giorni neri» (1968), che verrà ripubblicato a breve dalla
casa editrice La nave di Teseo, e scrivendo il libro «Tra l’incudine e il martello», ancora inedito. Ha conosciuto intellettuali del calibro di
Amedeo Modigliani,
Filippo Tommaso Marinetti,
Lorenzo Viani,
Carlo Carrà,
Giuseppe Ungaretti,
Emilio Vedova,
Afro e
Moses-Levy. Figura dall’atteggiamento riservato e schivo, ancora poco conosciuta al grande pubblico,
Alfredo Catarsini (Viareggio, 17 gennaio 1899 – Viareggio, 28 marzo 1993), che
Antonio Paolucci ha definito «il pittore toscano dell’emozione», è tornato in questi giorni sotto i riflettori. Per volontà della nipote del maestro viareggino,
Elena Martinelli, e di suo marito
Gianvittorio Serralunga, è nata, anche in ricordo della madre
Mity Catarsini, la
Fondazione Alfredo Catarsini 1899.
La nuova istituzione, che ha sede a
Viareggio, ha come scopi statutari la conservazione e la valorizzazione dell’opera intellettuale e artistica del pittore toscano, ma si propone anche – si legge nella presentazione – una serie di «azioni volte a perseguire, proporre, valorizzare la promozione, la divulgazione, l’istruzione, la ricerca, la formazione di tutte le attività inerenti le discipline artistiche in ogni forma e espressione attraverso la diffusione e l’ampliamento della conoscenza umana, i contatti tra persone, enti ed associazioni».
Mostre,
seminari,
convegni,
dibattiti,
stage,
festival,
ricerche e
catalogazioni, ma anche
eventi didattici pensati per le scuole di ogni ordine e grado, caratterizzeranno, dunque, l’attività della Fondazione Catarsini per i prossimi anni.
Contemporaneamente si lavorerà alla valorizzazione dell’
atelier dell’artista, riallestito nel 2003 in due stanze nelle soffitte di
Palazzo Paolina Bonaparte a Viareggio (in via Machiavelli 2). Lo studio si presenta così come è stato lasciato dal pittore - con cavalletti, quadri, sedie, pennelli e ritagli di giornale - e rievoca le atmosfere parigine degli
atelier artistici di inizio Novecento.
Unitamente allo studio, in un’altra sala della soffitta di Palazzo Paolina Bonaparte trova spazio l’
archivio storico dell’artista, riordinato a cura dell’Istituto storico Lucchese e attualmente curato dalla storica dell’arte
Claudia Menichini.
Viareggio conserva, inoltre, nelle proprie collezioni una trentina di opere, donate nel 2001 da Mity e Orazio Catarsini al Comune, oggi conservate nella
Galleria civica d'arte moderna e contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio.
Il lancio della nuova istituzione avviene in un momento preciso, cioè in occasione dei trent’anni trascorsi dalla mostra antologica di Palazzo Paolina Bonaparte a Viareggio, l’ultima della lunga carriera di Alfredo Catarsini, ma soprattutto a quarant’anni dalla grande personale di Palazzo Strozzi a Firenze del 1981, dove furono mostrate oltre trecento e settanta opere dell’artista. L’anniversario viene celebrato in questi giorni con una
retrospettiva allestita a
Villa Bertelli di Forte dei Marmi. L’esposizione, intitolata
«Esplorazioni», si avvale della curatela di
Elena Martinelli e della collaborazione di
Adolfo Lippi,
Claudia Menichini e
Andrea Pucci. Aperta gratuitamente in presenza fino al 6 giugno (secondo le disposizioni governative in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus), ma visibile anche tramite
virtual tour in 3D e in risoluzione K4 con approfondimenti di vario tipo, la mostra allinea una selezione di sessantaquattro opere dell’artista viareggino, selezionate tra il 1934 e il 1982, divise in quattro sezioni: paesaggi; figure, ritratti, autoritratti e disegni; Riflessismo e Simbolismo meccanico. In aggiunta, vi sono alcuni
documenti inediti provenienti dall’Archivio storico della fondazione e
un video dedicato alla vicenda dell’artista con opere, immagini della sua casa natale e del suo
atelier.
Elemento imprescindibile della Fondazione Alfredo Catarsini 1899 è il
sito www.fondazionecatarsini.com, ricco di contenuti, immagini, proposte e costantemente aggiornato. Articolato in cinque sezioni, il sito è dedicato, nella prima parte, all’artista. Vengono presentati la biografia, la bibliografia e il
curriculum espositivo. Segue, poi, la ricca sezione d’arte con gli autoritratti, le darsene, i disegni, le figure femminili, le marine, le nature morte, i paesaggi, il Riflessismo, il Simbolismo meccanico e i soggetti sacri. Viene esplicata anche l’attività letteraria composta da racconti, articoli e libri. Mentre la terza sezione del sito ospita le pagine dedicate alla fondazione e alle sue attività e iniziative, comprese quelle relative agli allestimenti degli spazi di Catarsini nei musei civici di Viareggio e la pagina «Gallery» con i video dedicati all’artista. Ci sono, infine, due sezioni che si riferiscono all’area media e ai contatti.
In occasione della presentazione della fondazione toscana, è stato, poi, realizzato un volume dal titolo «Alfredo Catarsini. L’arte vera affascinante amica», edito da
Belforte editori. In quasi duecento pagine, con circa novanta documenti e ottanta immagini, il libro ripercorre la parabola artistica del maestro anche attraverso una serie di contributi scritti per l’occasione da
Vittorio Sgarbi,
Cristina Acidini,
Andrea Buscemi,
Alessandra Belluomini Pucci,
Paola Chini,
Elena Torre,
Andrea Pucci ed
Elena Martinelli.
Per ricordare che il pittore viareggino fu insegnante dal 1951 al 1968 all’Istituto d’arte «Stagio Stagi» di Pietrasanta, la fondazione proporrà anche il
«Premio Alfredo Catarsini» per la migliore opera grafico/pittorica eseguita dal vero
ex tempore con libertà di tecnica e interpretazione; il riconoscimento, che a causa dell’emergenza sanitaria verrà assegnato nel 2022, è riservato agli
studenti degli istituti superiori della Regione Toscana.
Tra i prossimi appuntamenti in cartellone c’è anche la
Festa dell’arte, in programma dal prossimo
24 luglio, con l'apertura a ingresso libero della
casa-museo in via Palermo 4 a Viareggio. Per l’occasione i visitatori potranno ammirare una selezione di oltre duecento opere lasciate dal maestro al momento della sua scomparsa, rappresentanti l’intera parabola stilistica, nonché partecipare a visite guidate al suo interno. L’evento permetterà così di accostarsi alla figura di un artista che ha sperimentato tutti i linguaggi delle avanguardie senza subirli; li ha sperimentati e li ha elaborati, li ha ripresi e li ha abbandonati, non seguendo però un percorso cronologico né progressivo, ma scegliendo di volta in volta ciò che lo stato d’animo o un’urgenza formale gli suggeriva, come lui stesso ha scritto: «Il soggetto è un pretesto per fare l’arte, quindi tutto è legittimo, non esiste il dilemma di passare dall’astratto al figurativo e viceversa, per l’artista è lo stesso. La pittura muta come mutano le stagioni». La pittura, dunque, per Alfredo Catarsini non è «una vana ambizione», ma «un bisogno supremo di vita interiore».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] A. Catarsini, Autoritratto, olio su legno, 1943 ca.; [fig. 2] Archivio storico Catarsini, Villa Paolina Bonaparte, Viareggio; [figg. 3 e 4] Atelier Catarsini, Villa Paolina Bonaparte, Viareggio; [fig. 5] A. Catarsini, Ritratto di Mity, olio su tema, 1941
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