«L'abitudine è una cosa meravigliosa» è la frase scelta per fare da filo conduttore ai vari appuntamenti del festival, in programma dall'11 maggio al 21 luglio, negli spazi di Palazzo dell’Arte.
Alcuni tra i più acclamati protagonisti della scena internazionale daranno vita, insieme a molte tra le novità più interessanti della performing art italiana, a una proposta densa e articolata, che con il suo caleidoscopio di linguaggi e di formati - in bilico tra teatro, danza e musica - vuole rappresentare un segnale importante di rilancio del settore dello spettacolo nel quadro di una situazione pandemica ancora in corso in tutto il mondo.
Indagare in profondità snodi chiave del contemporaneo, ovvero le tematiche al centro del dibattito che anima la nostra società è da sempre la missione di «Fog Triennale Milano Performing Arts». Si inizierà già con l’appuntamento inaugurale, in cartellone martedì 11 e mercoledì 12 maggio: la prima italiana di «Are we not drawn onward to new erA», lavoro scenico della pluripremiata compagnia belga Ontroerend Goed, acclamata dai critici come uno dei gruppi teatrali più stimolanti dell’ultimo decenni, che con questo spettacolo si è aggiudicata il Fringe First Award nel 2019 ed è stata nominata per il Total Theatre Award al Fringe Festival di Edimburgo.
In questo «pezzo di teatro serio e potente sul futuro della nostra specie», per usare le parole del «Time Out London», si parla di un tema che è da tempo oggetto di indagine privilegiato per la Triennale: il rapporto uomo-natura, lo studio della biodiversità e dei difficili equilibri tra le specie. Il medesimo argomento percorre in profondità anche il suggestivo «No Rama» di Annamaria Ajmone (1-2 luglio), interprete affermata della nuova danza italiana, e i lavori di Industria Indipendente («Klub Taiga – Dear Darkness», 18-19 giugno) e di madalena reversa («Romantic Disaster / studio», 6 luglio), entrambi protagonisti dell’ultima edizione della Biennale Teatro di Venezia, diretta da Antonio Latella.
Un altro tema al centro di «Fog Triennale Milano Performing Arts» 2021 è quello del potere e dei suoi meccanismi, predominante in uno spettacolo come «Il Terzo Reich» di Romeo Castellucci, in cartellone dal 9 all’11 giugno. Il lavoro segna anche l’inizio della collaborazione tra l'istituzione milanese e il regista cesenate, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica francese, Grand Invité di Triennale per il quadriennio 2021-2024. L'installazione, accompagnata dalla musica di Scott Gibbons, «è l’immagine – raccontano gli organizzatori - di una comunicazione inculcata, obbligatoria, violenta. Ogni pausa è abolita, occupata; i sostantivi del vocabolario, proiettati a una velocità tale che non si ha il tempo di percepirli e di sceglierli, sono le bandiere piantate in una terra di conquista».
Il tema del potere è al centro anche di «Chi ha ucciso mio padre» (21-23 maggio) di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, duo creativo tra i più apprezzati della scena italiana, che in questa occasione si confronta con l’opera di un autore di culto della nuova letteratura europea, Édouard Louis, giovanissimo scrittore e intellettuale divenuto un caso editoriale in Francia che, con una prosa lucida e incisiva, offre un’analisi bruciante e accorata della lotta di classe, del rapporto tra dominati e dominanti.
Indaga, invece, la relazione tra pratiche illegali e spazio pubblico «Will you marry me?» (13-14 giugno), nuova performance dell’artista milanese Sara Leghissa, al suo debutto italiano nell’ambito di «Fog». «L’indagine – si legge nella presentazione - percorre il bagaglio delle nostre esperienze condivise, ma anche le strategie e le pratiche messe in atto da gruppi differenti di attivisti in tutto il mondo, invitando le persone a mettersi direttamente in gioco, relazionandosi con l’ambiguo confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è».
Di politica, infine, parla anche «Ara! Ara!» di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, seconda parte del dittico iniziato con «AeReA» (vincitore nel 2019 della prima edizione del Premio Hermès Danza Triennale Milano), che chiuderà il festival il 20 e 21 luglio. Nella performance, incentrata sulla pratica dello sbandieramento, «l’immagine della bandiera – si legge nella presentazione - diventa veicolo di una riflessione profonda sulla natura politica delle relazioni sia individuali che collettive».
Al potere dell’immaginazione è, invece, dedicato «Book is a Book is a Book» (3-6 giugno), che segna il ritorno della formazione elvetica Trickster-p.
Comunità è un’altra parola chiave di questa edizione di «Fog». L’identità dell’individuo e della sua costruzione in rapporto con gli altri è, per esempio, al centro di «Beat», opera dell’esplosivo duo londinese Igor x Moreno (18 giugno), ma anche di «Sorelle» (14-16 maggio), ultimo lavoro di Pascal Rambert, premio del Teatro dell’Académie Française.
Il rapporto tra esseri umani è raccontato anche dallo spettacolo «La codista» (31 maggio – 1° giugno), firmato dall’attrice e regista olandese Marleen Scholten, nel quale si parla del tema dell’attesa a partire dalla storia vera di un milanese che ha perso il suo lavoro e si è inventato il lavoro del «codista», uno che si mette in coda per altre persone a pagamento.
Un’indagine sull’identità viene proposta anche da «Sogno 3: la camera degli specchi», performance per uno spettatore alla volta, della giovane artista toscana Reverie (13 giugno); mentre è una riflessione sul viaggio, in un non-luogo per eccellenza come la sala di consegna bagagli di un qualunque aeroporto del mondo, «Corcovado», altra prima assoluta targata «Fog» (15-17 luglio), che vedrà in scena Luigi De Angelis, Michele Di Stefano e Lorenzo Gleijeses.
Tema portante della programmazione di questa edizione, al centro anche del dibattito culturale contemporaneo, è, infine, il rapporto con la tradizione popolare, come si ravvisa nel potente «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné (28-29 maggio), nel delicato e struggente «Save the last dance for me» di Alessandro Sciarroni (15-16 giugno) e in «Dancer of the Year» (24-25 giugno), autentico gioiello dell’étoile della danza contemporanea Trajal Harrell. Questi tre lavori confermano ancora una volta il ruolo di primo piano della danza all’interno della programmazione di Triennale Milano Teatro, insieme al commovente «First Love» di Marco D’Agostin (15 giugno), a «Ghost We are the idiots» di Barokthegreat (16 giugno) e alla prima assoluta di «Esercizi per un manifesto poetico» del Collettivo Mime (9 luglio).
Alla danza e alla performance si affianca la musica, alla quale è dedicato un vero e proprio palinsesto convergente, curato in collaborazione con Radio Raheem. Il programma prevede sei serate a ingresso libero di musica dal vivo e dj set e tre serate live, che vedranno protagonisti, sul palco del Giardino di Triennale, Generic Animal, Plastica (23 giugno) e, poi, Mana, Palazzi D'Oriente, Furtherset (14 luglio) e, infine, 72-Hour Post Fight, Archivio Futuro (21 luglio).
A completare il cartellone ci sarà Extra, una proposta di attività parallele e complementari come laboratori, masterclass, incontri e appuntamenti che intendono mettere lo spettatore al centro di un confronto diretto con gli artisti e fornire strumenti di avvicinamento alla pratica teatrale.
Nel quadro del percorso di implementazione dell’accessibilità condotto da Triennale, gli spettacoli saranno sovratitolati in lingua inglese (per il pubblico straniero) e in italiano ((per le persone con disabilità uditiva). Per la prima volta, inoltre, la programmazione di «Fog» proporrà un'audiodescrizione e una visita tattile sul palco in occasione della presentazione di «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné.
Il festival milanese avvia, inoltre, nel 2021 una collaborazione con uno dei più interessanti illustratori della scena internazionale: Alessandro Gottardo, in arte Shout, firma di «New York Times», «New Yorker», «Wall Street Journal», «Time», «Newsweek», «Le Monde», «The Economist». Per «Fog» l'artista ha realizzato un'immagine che parla dei nostri tempi: «ho voluto immaginare un astronauta alieno sul pianeta terra – spiega, infatti, Shout – che è la terra dei giorni nostri, dove le persone non si riconoscono tra loro a causa di una maschera sul volto. Così, ho pensato che l'elmetto poteva fluttuare sopra la ‘nebbia’, sopra le persone, come un palloncino, alla ricerca di qualcosa di familiare».
Gli abbonamenti e i biglietti per la quarta edizione di «Fog Triennale Milano Performing Arts» sono disponibili, insieme a tutte le informazioni utili, sul sito triennale.org.
Tema portante della programmazione di questa edizione, al centro anche del dibattito culturale contemporaneo, è, infine, il rapporto con la tradizione popolare, come si ravvisa nel potente «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné (28-29 maggio), nel delicato e struggente «Save the last dance for me» di Alessandro Sciarroni (15-16 giugno) e in «Dancer of the Year» (24-25 giugno), autentico gioiello dell’étoile della danza contemporanea Trajal Harrell. Questi tre lavori confermano ancora una volta il ruolo di primo piano della danza all’interno della programmazione di Triennale Milano Teatro, insieme al commovente «First Love» di Marco D’Agostin (15 giugno), a «Ghost We are the idiots» di Barokthegreat (16 giugno) e alla prima assoluta di «Esercizi per un manifesto poetico» del Collettivo Mime (9 luglio).
Alla danza e alla performance si affianca la musica, alla quale è dedicato un vero e proprio palinsesto convergente, curato in collaborazione con Radio Raheem. Il programma prevede sei serate a ingresso libero di musica dal vivo e dj set e tre serate live, che vedranno protagonisti, sul palco del Giardino di Triennale, Generic Animal, Plastica (23 giugno) e, poi, Mana, Palazzi D'Oriente, Furtherset (14 luglio) e, infine, 72-Hour Post Fight, Archivio Futuro (21 luglio).
A completare il cartellone ci sarà Extra, una proposta di attività parallele e complementari come laboratori, masterclass, incontri e appuntamenti che intendono mettere lo spettatore al centro di un confronto diretto con gli artisti e fornire strumenti di avvicinamento alla pratica teatrale.
Nel quadro del percorso di implementazione dell’accessibilità condotto da Triennale, gli spettacoli saranno sovratitolati in lingua inglese (per il pubblico straniero) e in italiano ((per le persone con disabilità uditiva). Per la prima volta, inoltre, la programmazione di «Fog» proporrà un'audiodescrizione e una visita tattile sul palco in occasione della presentazione di «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné.
Il festival milanese avvia, inoltre, nel 2021 una collaborazione con uno dei più interessanti illustratori della scena internazionale: Alessandro Gottardo, in arte Shout, firma di «New York Times», «New Yorker», «Wall Street Journal», «Time», «Newsweek», «Le Monde», «The Economist». Per «Fog» l'artista ha realizzato un'immagine che parla dei nostri tempi: «ho voluto immaginare un astronauta alieno sul pianeta terra – spiega, infatti, Shout – che è la terra dei giorni nostri, dove le persone non si riconoscono tra loro a causa di una maschera sul volto. Così, ho pensato che l'elmetto poteva fluttuare sopra la ‘nebbia’, sopra le persone, come un palloncino, alla ricerca di qualcosa di familiare».
Gli abbonamenti e i biglietti per la quarta edizione di «Fog Triennale Milano Performing Arts» sono disponibili, insieme a tutte le informazioni utili, sul sito triennale.org.