ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 7 maggio 2021

«Fog 2021», le arti performative vanno in scena in Triennale

Reverie (ritratto) © F. Villa
33 artisti
provenienti da 7 Paesi del mondo - Stati Uniti, Olanda, Spagna, Belgio, Francia, Svizzera e Italia - per un cartellone di 24 appuntamenti, tra i quali 11 produzioni e coproduzioni, 3 prime assolute, 5 prime nazionali, 3 concerti e 6 dj set per un totale di 61 repliche complessive: sono questi i numeri della quarta edizione di «Fog Triennale Milano Performing Arts», che vede alla direzione artistica Umberto Angelini.
«L'abitudine è una cosa meravigliosa» è la frase scelta per fare da filo conduttore ai vari appuntamenti del festival, in programma dall'11 maggio al 21 luglio, negli spazi di Palazzo dell’Arte.
Alcuni tra i più acclamati protagonisti della scena internazionale daranno vita, insieme a molte tra le novità più interessanti della performing art italiana, a una proposta densa e articolata, che con il suo caleidoscopio di linguaggi e di formati - in bilico tra teatro, danza e musica - vuole rappresentare un segnale importante di rilancio del settore dello spettacolo nel quadro di una situazione pandemica ancora in corso in tutto il mondo.
Indagare in profondità snodi chiave del contemporaneo, ovvero le tematiche al centro del dibattito che anima la nostra società è da sempre la missione di «Fog Triennale Milano Performing Arts». Si inizierà già con l’appuntamento inaugurale, in cartellone martedì 11 e mercoledì 12 maggio: la prima italiana di «Are we not drawn onward to new erA», lavoro scenico della pluripremiata compagnia belga Ontroerend Goed, acclamata dai critici come uno dei gruppi teatrali più stimolanti dell’ultimo decenni, che con questo spettacolo si è aggiudicata il Fringe First Award nel 2019 ed è stata nominata per il Total Theatre Award al Fringe Festival di Edimburgo.
Ontroerend Goed | Are we not drawn onward to new erA © Mirjam Devrien0dt
In questo «pezzo di teatro serio e potente sul futuro della nostra specie», per usare le parole del «Time Out London», si parla di un tema che è da tempo oggetto di indagine privilegiato per la Triennale: il rapporto uomo-natura, lo studio della biodiversità e dei difficili equilibri tra le specie. Il medesimo argomento percorre in profondità anche il suggestivo «No Rama» di Annamaria Ajmone (1-2 luglio), interprete affermata della nuova danza italiana, e i lavori di Industria Indipendente («Klub Taiga – Dear Darkness», 18-19 giugno) e di madalena reversa («Romantic Disaster / studio», 6 luglio), entrambi protagonisti dell’ultima edizione della Biennale Teatro di Venezia, diretta da Antonio Latella.
François Chaignaud & Nino Laisné | Romances inciertos ©  Nino Laisné
Un altro tema al centro di «Fog Triennale Milano Performing Arts» 2021 è quello del potere e dei suoi meccanismi, predominante in uno spettacolo come «Il Terzo Reich» di Romeo Castellucci, in cartellone dal 9 all’11 giugno. Il lavoro segna anche l’inizio della collaborazione tra l'istituzione milanese e il regista cesenate, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica francese, Grand Invité di Triennale per il quadriennio 2021-2024. L'installazione, accompagnata dalla musica di Scott Gibbons, «è l’immagine – raccontano gli organizzatori - di una comunicazione inculcata, obbligatoria, violenta. Ogni pausa è abolita, occupata; i sostantivi del vocabolario, proiettati a una velocità tale che non si ha il tempo di percepirli e di sceglierli, sono le bandiere piantate in una terra di conquista».
Igor x Moreno | BEAT © Alicia Clarke
Il tema del potere è al centro anche di «Chi ha ucciso mio padre» (21-23 maggio) di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, duo creativo tra i più apprezzati della scena italiana, che in questa occasione si confronta con l’opera di un autore di culto della nuova letteratura europea, Édouard Louis, giovanissimo scrittore e intellettuale divenuto un caso editoriale in Francia che, con una prosa lucida e incisiva, offre un’analisi bruciante e accorata della lotta di classe, del rapporto tra dominati e dominanti.
Indaga, invece, la relazione tra pratiche illegali e spazio pubblico «Will you marry me?» (13-14 giugno), nuova performance dell’artista milanese Sara Leghissa, al suo debutto italiano nell’ambito di «Fog». «L’indagine – si legge nella presentazione - percorre il bagaglio delle nostre esperienze condivise, ma anche le strategie e le pratiche messe in atto da gruppi differenti di attivisti in tutto il mondo, invitando le persone a mettersi direttamente in gioco, relazionandosi con l’ambiguo confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è».
Panzetti Ticconi | ARA! ARA!
Di politica, infine, parla anche «Ara! Ara!» di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, seconda parte del dittico iniziato con «AeReA» (vincitore nel 2019 della prima edizione del Premio Hermès Danza Triennale Milano), che chiuderà il festival il 20 e 21 luglio. Nella performance, incentrata sulla pratica dello sbandieramento, «l’immagine della bandiera – si legge nella presentazione - diventa veicolo di una riflessione profonda sulla natura politica delle relazioni sia individuali che collettive».
Al potere dell’immaginazione è, invece, dedicato «Book is a Book is a Book» (3-6 giugno), che segna il ritorno della formazione elvetica Trickster-p.
Reverie | Sogno © R. Fellicò
Comunità è un’altra parola chiave di questa edizione di «Fog». L’identità dell’individuo e della sua costruzione in rapporto con gli altri è, per esempio, al centro di «Beat», opera dell’esplosivo duo londinese Igor x Moreno (18 giugno), ma anche di «Sorelle» (14-16 maggio), ultimo lavoro di Pascal Rambert, premio del Teatro dell’Académie Française. 
Il rapporto tra esseri umani è raccontato anche dallo spettacolo «La codista» (31 maggio – 1° giugno), firmato dall’attrice e regista olandese Marleen Scholten, nel quale si parla del tema dell’attesa a partire dalla storia vera di un milanese che ha perso il suo lavoro e si è inventato il lavoro del «codista», uno che si mette in coda per altre persone a pagamento. 
Un’indagine sull’identità viene proposta anche da «Sogno 3: la camera degli specchi», performance per uno spettatore alla volta, della giovane artista toscana Reverie (13 giugno); mentre è una riflessione sul viaggio, in un non-luogo per eccellenza come la sala di consegna bagagli di un qualunque aeroporto del mondo, «Corcovado», altra prima assoluta targata «Fog» (15-17 luglio), che vedrà in scena Luigi De Angelis, Michele Di Stefano e Lorenzo Gleijeses.
François Chaignaud & Nino Laisné | Romances inciertos © Jose Caldeira
Tema portante della programmazione di questa edizione, al centro anche del dibattito culturale contemporaneo, è, infine, il rapporto con la tradizione popolare, come si ravvisa nel potente «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné (28-29 maggio), nel delicato e struggente «Save the last dance for me» di Alessandro Sciarroni (15-16 giugno) e in «Dancer of the Year» (24-25 giugno), autentico gioiello dell’étoile della danza contemporanea Trajal Harrell. Questi tre lavori  confermano ancora una volta il ruolo di primo piano della danza all’interno della programmazione di Triennale Milano Teatro, insieme al commovente «First Love» di Marco D’Agostin (15 giugno), a «Ghost We are the idiots» di Barokthegreat (16 giugno) e alla prima assoluta di «Esercizi per un manifesto poetico» del Collettivo Mime (9 luglio).
Industria Indipendente | Klub Taiga © Martina Leo
Alla danza e alla performance si affianca la musica, alla quale è dedicato un vero e proprio palinsesto convergente, curato in collaborazione con Radio Raheem. Il programma prevede sei serate a ingresso libero di musica dal vivo e dj set e tre serate live, che vedranno protagonisti, sul palco del Giardino di Triennale, Generic Animal, Plastica (23 giugno) e, poi, Mana, Palazzi D'Oriente, Furtherset (14 luglio) e, infine, 72-Hour Post Fight, Archivio Futuro (21 luglio).
A completare il cartellone ci sarà Extra, una proposta di attività parallele e complementari come laboratori, masterclass, incontri e appuntamenti che intendono mettere lo spettatore al centro di un confronto diretto con gli artisti e fornire strumenti di avvicinamento alla pratica teatrale.
Nel quadro del percorso di implementazione dell’accessibilità condotto da Triennale, gli spettacoli saranno sovratitolati in lingua inglese (per il pubblico straniero) e in italiano ((per le persone con disabilità uditiva). Per la prima volta, inoltre, la programmazione di «Fog» proporrà un'audiodescrizione e una visita tattile sul palco in occasione della presentazione di «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné.
Pascal Rambert | Sorelle © Luca del Pia
Il festival milanese avvia, inoltre, nel 2021 una collaborazione con uno dei più interessanti illustratori della scena internazionale: Alessandro Gottardo, in arte Shout, firma di «New York Times», «New Yorker», «Wall Street Journal», «Time», «Newsweek», «Le Monde», «The Economist». Per «Fog» l'artista ha realizzato un'immagine che parla dei nostri tempi: «ho voluto immaginare un astronauta alieno sul pianeta terra – spiega, infatti, Shout – che è la terra dei giorni nostri, dove le persone non si riconoscono tra loro a causa di una maschera sul volto. Così, ho pensato che l'elmetto poteva fluttuare sopra la ‘nebbia’, sopra le persone, come un palloncino, alla ricerca di qualcosa di familiare».
Gli abbonamenti e i biglietti per la quarta edizione di «Fog Triennale Milano Performing Arts» sono disponibili, insieme a tutte le informazioni utili, sul sito triennale.org.

giovedì 6 maggio 2021

«Parma 360», il Festival della creatività contemporanea compie cinque anni e riflette sul tempo che «si muove, altera, trasforma»

Cracking Art, «Tempo di lupi», 2021 Parma, sedi varie
Compie cinque anni «Parma 360 - Festival della creatività contemporanea», evento dedicato alle massime espressioni delle arti visive del nostro tempo. Ancora una volta motore del festival, inserito nel programma di Parma Capitale italiana della cultura 2020 + 2021, è il dialogo tra gli artisti e il contesto storico-architettonico della città emiliana che, con i suoi monumenti, i palazzi e le piazze ispira le opere e le installazioni dei protagonisti di questa edizione e le ravviva di nuovi significati espressivi. 
«Il Tempo muove, altera, trasforma…» è il claim scelto per il programma del 2021, che vede la direzione artistica e la curatela di Chiara Canali, Camilla Mineo e di Silvano Orlandini come direttore di produzione. Mostre ed eventi diffusi in città caratterizzano come consuetudine la proposta del festival, in programma dall’8 maggio all’8 agosto.
Cracking Art, «Tempo di lupi», 2021 Parma, sedi varie
Tra i progetti in calendario c’è la mostra multimediale e interattiva «La via delle forme. Viaggio tra i mestieri di Parma» alla Galleria San Ludovico. La grande tradizione artigiana della città, ereditata dai secoli passati grazie alla presenza della Corte ducale ha favorito nel tempo la nascita di professionalità di alto livello. 
Nella mostra l’artigianato e la piccola impresa di Parma vengono raccontati attraverso i mestieri del presente e del futuro, ovvero quello che noi chiamiamo la «cultura del fare», anche grazie a innovativi sistemi multimediali e interattivi, ideati da Antica Proietteria. 
Sei personaggi della storia cittadina – il pittore manierista Parmigianino, l’architetto di corte Ennemond Alexandre Petitot, il re dei tipografi Giambattista Bodoni, il compositore Giuseppe Verdi, il regista Bernardo Bertolucci e le sorelle Fontana, affermate protagoniste della moda – guidano il visitatore in un viaggio alla scoperta dell’artigianato parmense, che si dipana tra le sezioni dedicate all’enogastronomia, all’architettura, all’editoria, ai trasporti e alla logistica, alle lavorazioni tecnologiche e al mondo della moda.
David Cesaria, Disagio, 2019. Legno con luci led, 180x100cm
Il percorso dell’edizione 2021 di «Parma 360» si sviluppa, poi, in un progetto espositivo dedicato ai temi della bellezza, della rigenerazione e dell’immaterialità del nostro patrimonio storico-artistico e ambientale. Protagonisti sono i Cracking Art, artisti noti per le loro installazioni urbane caratterizzate da animali giganti in plastica rigenerata, che porteranno in città l’opera «Tempo di lupi».
Il lavoro, costituito da ventinove lupi gialli più uno grigio, verrà collocato nella sua interezza all’interno dello specchio d’acqua di piazzale della Pace, in occasione delle Giornate Fai di primavera. Successivamente i lupi gialli verranno spostati all’interno della stazione di Parma in un triplo allestimento che vedrà interessate le aree del secondo piano dello spazio viaggiatori, del mezzanino e del piano interrato. 
L’opera propone un simbolico riferimento al lupo grigio (il Canis lupus italicus) che abita i territori montani e collinari dell’Appenino tosco-emiliano e che sempre più spesso si avvicina ai centri abitati. I ventinove lupi gialli, dello stesso colore delle abitazioni di Parma, vogliono, invece, rievocare la dimensione domestica e protettiva del luogo. I Cracking Art, in questo modo, intendono rilanciare la conoscenza di una tradizione che racchiude in sé la storia culturale e ambientale del nostro Paese, la cui reciproca armonia è indispensabile per il nostro futuro.
Opera esposta nella mostra «Güéngo – Evoluzione della specie» di Vanessa Macagnino a Parma (8 maggio-8 agosto 2021)
In stazione, grazie alla collaborazione con Rete ferroviaria italiana, sarà possibile vedere anche le mostre «Mapping The Stars» di Vincenzo Marsiglia e «Light and Shadow» di David Cesaria
La prima esposizione è incentrata sul connubio tra arte e tecnologia e offre una modalità di fruizione del tutto innovativa  della cultura, un modello di edutainment che genera un'esperienza coinvolgente e personalizzata. Attraverso HoloLens 2 di Microsoft, il fruitore può osservare, esplorare e scoprire i beni storico-artistici della città di Parma vivendo in prima persona un viaggio visionario in cui la realtà risulta implementata dall’arte di Vincenzo Marsiglia. 
La texture stellata, tipica delle opere realizzate dall’artista di Belvedere Marittimo, sarà presente anche nello spazio architettonico della stazione con l’installazione «Wrap #5», una struttura geometrica costituita da nastri in tessuto acrilico illuminati a luce di wood per far esaltarne il colore fluorescente e l’immersione in un ambiente dal riverbero cangiante e dall’atmosfera color blu.
La seconda esposizione allo spazio viaggiatori presenta, invece, una trentina di opere luminose che si rifanno alla tradizione popolare delle luminarie tipiche del Sud Italia, rivisitata con una estetica neo-pop di stampo americano. A metà strada tra la storia popolare del Salento e le atmosfere di Las Vegas, le opere di David Cesaria approdano a un immaginario fatto di gesti scaramantici, superstizioni popolari e ossessioni contemporanee. In particolare la recente produzione dell’artista ha stigmatizzato le fragilità e le paure generate dal clima di incertezza e sfiducia dovuto all’emergere della pandemia Covid-19.
Camilla Falsini, Luchadora, illustrazione digitale. Opera esposta nella mostra «Dinamica» (Parma, 8 maggio-8 agosto 2021);
Un doppio appuntamento con l’arte viene offerto anche dallo spazio vetreria di «Italia Veloce», storica officina di Parma, da sempre all’avanguardia nella realizzazione di biciclette di lusso e design, che svela in anteprima per il festival la sua nuova officina laboratorio di via Dalmazia, dove verranno create e assemblate una ad una, biciclette d’artigianato d’alta gamma, ricercate ed apprezzate in tutto il mondo.
In questi spazi è possibile vedere «Dinamica», una mostra collettiva con otto tra i migliori e più affermati illustratori italiani selezionati dal giovane brand torinese Illustation: Davide Bonazzi, Francesco Bongiorni, Federica Bordoni, Fernando Cobelo, Camilla Falsini, Chiara Ghigliazza, Giordano Poloni e Shut Up Claudia. Ogni artista scelto presenterà una collezione di dieci tavole, riprodotte in diversi formati, sintesi del proprio percorso artistico, ma anche studio sul concetto di «dinamismo» attraverso illustrazioni concettuali, paesaggi, forme geometriche essenziali, bianco e nero.
Sempre ad «Italia Veloce - spazio vetreria» è allestita la mostra «Güéngo – Evoluzione della specie» dell’artista Vanessa Macagnino (Locri, 1985). I lavori esposti, in grafite e carboncino, sono nati in seguito a un viaggio intenso e avventuroso della pittrice calabrese nel cuore dell’Africa. Ogni opera esposta è inedita e raffigura volti di bambini, bambine e uomini incontrati e fotografati nella maestosità selvaggia della foresta, tra Bangui e Bambari, nella Repubblica Centrafricana.
Chiara Ghigliazza, «Met jazz, Opera esposta nella mostra «Dinamica» (Parma, 8 maggio-8 agosto 2021)
«Ogni protagonista di questi lavori – si legge nella nota stampa - assume connotati di volatile, animale acquatico, rettile o insetto per urgenza di libertà. Natura e diritto inalienabile dell'uomo alla sopravvivenza sono, dunque, gli elementi fulcro, in continua contaminazione, di queste opere che fondono iperrealismo e fantastico, stili ed attitudini che convivono nell’artista, tanto curiosa nei confronti del dettaglio del reale, quanto avvezza alle acrobazie della fantasia».
Alla Casa del suono, infine, è visibile l’installazione video-sonora «External Landscape», un progetto realizzato nel 2010 dall’artista e fotografo Matteo Mezzadri in Islanda, nel quale viene ripreso un gesto molto semplice, compiuto innumerevoli volte: attraversare il paesaggio, a piedi, esplorando lo spazio con il corpo, la mente e la videocamera.
Il lavoro è stato esposto in musei pubblici e gallerie private, ma per la prima volta, grazie allo spazio espositivo della Casa del suono e alle sofisticate strumentazioni tecniche di cui è dotato, viene presentato nella sua interezza, esattamente come era stato concepito fin dalla sua ideazione.
La mostra è arricchita da scatti fotografici dedicati alla salvaguardia del fragile ecosistema del pianeta. Mai come oggi, nel mezzo di una pandemia che ha mostrato i risvolti più critici della globalizzazione e del cambiamento climatico, l’argomento appare urgente e inderogabile.
Come ogni anno, anche in questa edizione del festival, l’Edicola liberty di piazza della Steccata è stata rivestita con un progetto dedicato all’illustrazione contemporanea. Protagonista è Giulia Neri (Bologna, 1979), illustratrice concettuale che vive e lavora in un piccolo paesino sulle Dolomiti, con l’installazione «… e le case fermarono il vento». Il festival abbraccia, inoltre, tutta la città e si arricchisce del Circuito off 360 Viral, che coinvolge venti spazi cittadini tra gallerie, studi professionali, associazioni, ristoranti, negozi, tutti riuniti da un comune obiettivo: incoraggiare e divulgare l’arte contemporanea e promuovere gli artisti emergenti, attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico parmense trasformato in un vero e proprio museo diffuso da vivere a 360 gradi.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Cracking Art, «Tempo di lupi», 2021 Parma, sedi varie; [fig. 3] David Cesaria, «Disagio», 2019. Legno con luci led, 180x100cm; [fig. 4] Opera esposta nella mostra «Güéngo – Evoluzione della specie» di Vanessa Macagnino a Parma (8 maggio-8 agosto 2021); [fig. 5] Camilla Falsini, «Luchadora», illustrazione digitale. Opera esposta nella mostra «Dinamica» (Parma, 8 maggio-8 agosto 2021); [fig. 6] Chiara Ghigliazza, «Met jazz, Opera esposta nella mostra «Dinamica» (Parma, 8 maggio-8 agosto 2021); [fig. 7] David Cesaria, Fearmacy, 2020

Informazioni utili 
Parma 360 Festival della creatività contemporanea. Parma, sedi varie. Informazioni utili: www.parma360festival.it | info@parma360festival.it. Dall’8 maggio all’8 agosto 2021

mercoledì 5 maggio 2021

#Dante700, a Firenze una call for artist per la scenografia dello spettacolo «In fuga dall’ingiusta pece»

«[…] Condannato per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, […] a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che muoia». Con questa sentenza del 10 marzo 1302, racchiusa nel «Libro del Chiodo», attualmente conservato all'Archivio di Stato di Firenze, Dante Aligheri, allora appena trentasettenne, iniziava la sua vita da esule. Le accuse erano pretestuose, frutto di una vendetta per la sua attività tra i Guelfi bianchi. Ma lo scrittore, che allora si trovava a Roma per un tranello di papa Bonifacio VIII, vicino agli avversari politici del «Sommo poeta», la fazione dei Neri, che aveva preso il potere della città toscana sul finire del 1301, con il sostegno di Carlo di Valois, non rivide mai più la sua patria. L’autore della «Divina Commedia» preferì non difendersi da quella che considerava una «giustizia ingiusta»; trascorse la sua vita da esule, di corte in corte, sperimentando «come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale» («Paradiso», canto XVII, vv. 55-60); e ancora oggi le sue spoglie mortali sono conservate a Ravenna.
Alla storia di Dante Alighieri esule sarà dedicato lo spettacolo «In fuga dall’ingiusta pece» dell’associazione culturale «Arte e arti» e della compagnia teatrale «Attori e convenuti», inserito tra il centinaio di progetti che compongono il cartellone ufficiale delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte dello scrittore.
Il lavoro consiste in una rievocazione in forma drammaturgico-poetica della vicenda personale e processuale nella quale fu coinvolto Dante, di cui si trovano più volte richiami nella «Divina Commedia»: dall’incontro con Ciacco («Inferno», Canto VI) a quello con Farinata degli Uberti («Inferno», Canto X), dalla profezia di Brunetto Latini («Inferno», Canto XV) a quella di Corrado Malaspina («Purgatorio», Canto VIII), fino al colloquio con l’avo Cacciaguida («Paradiso», Canto XVII).
Nel titolo «In fuga dall’ingiusta pece» sono riassunti i temi trattati nello spettacolo, ovvero la condizione di esule del poeta e l'ingiustizia della  sua condanna; la pece a cui si fa riferimento è quella nella quale lo scrittore immerge, nei Canti XXI e XXII dell’«Inferno», i condannati per baratteria, il reato del quale egli fu accusato.
Nella solitudine dell’esilio, Dante riflette sul suo stato di migrante «forzato», sull’uso distorto della giustizia quale strumento per estromettere gli avversari e sulla sua scelta di non difendersi da false accuse infamanti. Il testo teatrale, che debutterà il prossimo 14 settembre a Ravenna, per poi fare tappa a Firenze e Verona, si sofferma su tutti questi aspetti ed è costituito dall'intreccio dei brani tratti dalle opere dantesche con commenti elaborati da studiosi e critici d'arte.
«In un’atmosfera tra l’onirico e il reale, - spiegano dalla compagnia fiorentina - sulla scena si materializzeranno i personaggi che hanno popolato questa tragica fase della vita di Dante e sono stati trasfigurati o citati nella sua «Commedia»: dai «neri diavoli» dei Canti XXI e XXII dell’«Inferno» - i quali assumono le sembianze dei suoi persecutori -, ai signori che lo hanno accolto e ospitato. Davanti a loro, lo scrittore da accusato si trasforma in accusatore, anche se rimarrà per sempre un confinato».
La call for artist, aperta fino al 20 giugno (informazioni all'indirizzo redazione@artearti.net), nasce con l’intento di creare una scenografia poliedrica ottenuta con la proiezione, anche simultanea, delle immagini realizzate per l’occasione dagli artisti. Il processo a Dante - evento ignorato dai pittori di ogni epoca - diventerà così un gioco caleidoscopico, nel quale le varie opere, che potranno essere realizzate con qualsiasi tecnica espressiva bidimensionale, si intersecheranno e si dissolveranno l’una nell’altra, disegnando il clima evocato dal testo.
La scelta dell’immagine per la promozione di questo concorso non è casuale ed è caduta su «Giotto dipinge il ritratto di Dante», opera del 1859 di Dante Gabriel Rossetti. «L’acquerello - raccontano gli organizzatori - rappresenta Giotto, con le fattezze dell'artista Rossetti, mentre ritrae il «Sommo poeta». Così come l'artista preraffaellita si è concesso la licenza di dare il suo volto al pittore di Vicchio, così gli artisti contemporanei sono invitati a creare una rappresentazione del processo a Dante, in totale libertà espressiva e adottando metafore, simbologie o licenze artistiche, tanto più che l’evento dell’udienza non vide la presenza dell’Alighieri».
Aldilà dei fatti storicamente accaduti, gli artisti del nostro tempo sono così chiamati a celebrare lo scrittore e la sua opera più famosa, la «Divina Commedia», figlia proprio dell’esilio.

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