ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 20 ottobre 2021

Umbria Factory Festival, riflettori puntati su Dante Alighieri tra nuovi linguaggi e creazioni inedite

È tutto pronto a Foligno, in provincia di Perugia, per la partenza di UFF - Umbria Factory Festival, il progetto multidisciplinare dedicato ai linguaggi artistici e ai processi di creazione contemporanea, ideato nel 2014 da Zut!, che animerà la città per tre week-end, a partire dal 21 ottobre e fino al 12 dicembre.
I filoni tematici che animano la manifestazione, premiata anche del Mic – Ministero della cultura con un contributo, si stratificano e si intrecciano nei diversi linguaggi della creatività, spaziando dal teatro alla danza, dalla musica alle arti visive, dalla sound art al video e alla cultura digitale.
Processi, creazione, linguaggi sono le parole-chiave che guidano la proposta artistica, nella quale si trovano i nomi di compagnie ormai affermate a livello nazionale e internazionale accanto a giovani artisti dell’Umbria e non.
L’obiettivo finale è di restituire il panorama ampio e complesso dello spettacolo dal vivo contemporaneo, anche grazie a residenze, fattive relazioni e scambi costanti e sempre nuovi con altre piattaforme culturali italiane e internazionali. Il tutto – raccontano gli organizzatori – con l’intento di «attivare un moto di incontro e di confronto tra persone, oggetti, linguaggi, culture, provenienti da paesi e geografie diversi, producendo stimoli, sommovimenti culturali di una città, Foligno, che ha necessità di intercettare e interpretare il melting-pot di esperienze e rileggere il presente».
A segnare il debutto del festival sarà, nella sede di Zut!, la prima nazionale dello spettacolo «C’era una volta in Umbria» (giovedì 21 ottobre, ore 18:30 e ore 21:15), di e con Silvio Impegnoso, che narra l’ascesa e il declino di un conterraneo soprannominato il dottor Cavadenti, un personaggio che possedeva un incredibile fiuto per gli affari: «la sua storia - si legge nella presentazione - ci ricorda il bisogno di rischiare per poter essere veramente se stessi, e che è meglio guardare il mondo con la voglia di trasformarlo piuttosto che subirne passivamente gli eventi e le circostanze».
Seguirà un appuntamento con il collettivo Sotterraneo, insignito del premio Ubu (gli Oscar del teatro italiano) per il miglior spettacolo dell’anno nel 2019 e vincitore di numerosi altri premi di respiro nazionale, che sarà in scena a Foligno, sempre negli spazi di Zut!, con «Shakespearology» (venerdì 22 ottobre, ore 19; sabato 23 ottobre, ore 18) un one-man-show, di cui è interprete Woody Neri, che dà voce al Bardo e alla sua opera.
Il primo week-end del festival vedrà ospite anche il gruppo nanou di Ravenna con due progetti sviluppati in occasione del settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri, che si avvalgono della commistione tra linguaggi. Venerdì 22 ottobre, alle ore 21:30, l’Auditorium San Domenico farà da scenario a «Canto primo: Miasma/Arsura», un assolo coreografico con Rhuena Bracci che incontra il suono della band OvO, composto da Bruno Dorella e Stefania Pedretti. Mentre sabato 23 e domenica 24 ottobre ci si sposterà all’Auditorium Santa Caterina per la prima nazionale di «Paradiso [Bozzetto SN-003]», terza tappa di un progetto di avvicinamento alla terza cantica dantesca, vista come un altrove abitato da figure leggere ed evanescenti, realizzato per il Ravenna Festival. Lo sguardo dell’artista visivo Alfredo Pirri e la musica di Bruno Dorella si intersecano. L’azione coreografica, firmata da Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, «sprofonda dentro lo spazio fino a divenirne parte essenziale, assumendone contorni e connotati – si legge nella sinossi dello spettacolo -. Al contempo, lo spazio è luogo, disegno, architettura indipendente dai corpi e dagli oggetti rapportandosi ad essi come una materia elastica che, se urtata, ne assume l’immagine per tornare immediatamente a riprendere la sua fisionomia di materia originaria e distante». L’accesso è consentito per 33 minuti a 33 persone per 3 appuntamenti al giorno, alle ore 19:30, 20:30 e 21:30.
Sabato 23 ottobre, alle ore 22:30, il festival farà anche un’incursione nel mondo del jazz, allo spazio Zut!, con il trio musicale She’s Analog, formato da Stefano Calderano (chitarra), Luca Sguera (piano, synth) e Giovanni Iacovella (batteria, elettronica), il cui metodo di creazione parte da un esile spunto compositivo per arricchirsi di un'improvvisazione sempre più estrema.
Sempre allo Spazio Zut! ci sarà, domenica 24 ottobre (alle ore 17), il reading «Tristessa», di e con Carolina Balucani e Mirco Bonucci: una fiaba acustica su una prostituta tossicomane dalla vita miserabile, donna meticcia di Città del Messico, angelo della desolazione, amata, mai sfiorata e incontrata da Kerouac durante il suo viaggio attraverso il Messico, che sogna di salvarla con la forza del proprio amore ma dovrà scontrarsi con la morfina, rivale imbattibile.
A chiudere il cartellone del primo fine settimana sarà «The Walk» (sabato 23 ottobre, ore 17; domenica 24 ottobre, ore 18), performance itinerante della compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti - IRAA Theatre, che, dopo il debutto nel 2013 al teatro Metastasio di Prato, è stata presentata nelle maggiori città italiane ed europee (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Torino, Parigi, Berlino, Sydney e Melbourne), vincendo anche il Premio Hystrio per l'innovazione. Il pubblico, composto da venticinque spettatori, è invitato a camminare insieme nella città, guidato da una voce, da una attrice e da una storia che parla della perdita di un amico. Al centro del progetto il mistero che tiene insieme viaggio, memoria e narrazione.
Ogni settimana si svolgerà anche «UFF | Notes», un percorso per spettatori under 35 coordinato da tre artiste - Carolina Balucani, Luisa Bosi e Azzurra D'Agostino -, che accompagneranno i partecipanti nella visione degli spettacoli per esplorare i processi alla base della creazione artistica.
Gli ospiti che animeranno Umbria Factory Festival nei successivi week-end di programmazione (11-14 novembre; 9-12 dicembre) saranno Sarteanesi/Bosi/Officine della cultura con «Bella bestia», Ciccioli/Russo/Matrisciano con «La corsa», Progetto Demoni/Ultimi Fuochi Teatro con «Sono solo un uomo», Angelo Campolo/Compagnia DAF con «Sty Hungry/ Indagine di un affamato», Saroos e Andrea Belfi con le loro suggestioni musicali, Muta Imago con «Bartleby», tratto dall’omonimo racconto di Herman Melville: modi differenti per raccontare che cosa avviene nel complesso mondo dello spettacolo dal vivo. 

Didascalie delle immagini
[fig. 1] «The Walk» di Cuocolo/Bosetti - IRAA Theatre; [fig. 2] «C’era una volta in Umbria», di e con Silvio Impegnoso; [fig. 3] «Shakespearology», con Woody Neri; [fig. 4] «Paradiso [Bozzetto SN-003]» di gruppo nanou; [fig.5] «Canto primo: Miasma/Arsura» di gruppo nanou e Ovo; [fig. 6] She’s Analog

sabato 16 ottobre 2021

#notizieinpillole, le cronache di teatro della settimana dall'11 al 17 ottobre 2021

 «ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI» IL PICCOLO TEATRO RENDE OMAGGIO A GIORGIO STREHLER

È lo spettacolo italiano più conosciuto e applaudito nel mondo, con le sue oltre tremila repliche. Ha viaggiato dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Finlandia alla Nuova Zelanda, dal Brasile al Giappone, attraversando cinque continenti e cinquanta nazioni. Da settantaquattro anni accompagna la storia del Piccolo Teatro di Milano.
Nella stagione che rende omaggio alla lezione di Giorgio Strehler, a cento anni dalla nascita, ritorna in scena nel capoluogo milanese uno degli spettacoli culto del teatro italiano: «Arlecchino servitore di due padroni» (da martedì a sabato, ore 19.30; domenica, ore 16; biglietti da 40 a 32 euro).
Creata nel luglio del 1947 dal regista triestino reinterpretando la tradizione goldoniana, la commedia ha avuto undici edizioni e tre grandi interpreti: Marcello MorettiFerruccio Soleri – che per questo ruolo è entrato nel Guinness dei primati – ed Enrico Bonavera. Sarà quest’ultimo a dare vita alla magia irresistibile dell’accoppiata Goldoni-Strehler tornando in cena, dal 12 al 31 ottobre, al Grassi.
Ma qual è il suo segreto di questo spettacolo e della sua longevità sulla scena italiana? Perché la figura simbolo della Commedia dell’arte, con il suo vestito a pezze multicolori e la sua maschera da gatto, continua ad affascinare il pubblico? La risposta ce la dà lo stesso Strehler: «L’Arlecchino è un fatto straordinario nella storia del teatro mondiale. Questo spettacolo ci ha accompagnato per tutta la vita, rinnovandosi volta per volta. Centinaia di attori lo hanno recitato. Ci sono degli spettatori che l’hanno visto nascere, poi, anni dopo, l’hanno visto rinascere; dopo altri, l’hanno riconosciuto in Italia o nel mondo».
«Quest’Arlecchino intramontabile – spiegava ancora Strehler - ha il segno della vita che passa e si rinnova. È sangue che pulsa e scorre nelle vene di un teatro reale e immaginario, come in un corpo umano».
Mentre Enrico Bonavera, che dal 2000 è stato Brighella oltre a essersi sempre alternato con Soleri nel ruolo di Arlecchino, racconta: «Ovunque ho provato la sensazione di respirare insieme alla compagnia, la gioia di uscire, dopo il balletto finale, a prendere gli applausi stringendosi le mani, di essere cioè parte di una meravigliosa comunità, unita dallo stesso, magnifico sogno».
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.piccoloteatro.org.

Foto: ©Ciminaghi-Piccolo Teatro Milano

«SELEZIONI», IL MAXXI RICORDA IL RASTRELLAMENTO DEL GHETTO DI ROMA
Il Maxxi ha ricordato la ricorrenza del rastrellamento del Ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943. Martedì 12, alle ore 18, l’artista Filippo Riniolo ha presentato l’opera performativa «Selezioni».
Curato da Francesco Cascino e Micol Di Veroli, il progetto prende le mosse dall’episodio della selezione ad Auschwitz, raccontato da Primo Levi in «Se questo è un uomo»: i prigionieri corrono davanti a un ufficiale nazista che in pochi minuti decide della loro sorte, semplicemente spostando a destra o a sinistra il foglio che gli viene consegnato. Un atto di banale burocrazia, questo, che traccia il discrimine tra la morte e la sopravvivenza, per far tornare i conti disumani del campo.
A questo gesto - terribile nella facilità in cui si compie – l’artista ha sovrapposto un’altra gestualità, quella contemporanea dell’interfaccia tecnologica dei canali social, con lo scopo di farci sentire emotivamente l’orrore dello sterminio, innestandolo nei dispositivi digitali del quotidiano.
«La dinamica dell’intrattenimento virtuale, la rassicurante ripetizione che scorre sugli schermi – si legge nella nota stampa - risuona nel suo aspetto più sinistro: il progressivo non pensare, l’annullamento dello spirito critico come preludio al male».
La performance è stata preceduta da un talk introduttivo, al quale hanno preso parte Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, e Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah. Introduce l’incontro Bartolomeo Pietromarchi, direttore del Maxxi.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina https://www.maxxi.art/events/selezioni/.

«GIONA E LA BALENA»: MUSICA, DANZA, PAROLA E ARTI VISIVE PER UN PROGETTO SPECIALE SULLA BIBBIA
Si apre con un progetto multidisciplinare interamente dedicato al Libro del profeta Giona, a cura della compagnia Xe, la stagione 2021/2022 del teatro comunale Niccolini di San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze. Ad aprire il cartellone sarà, nella serata di sabato 16 ottobre (alle ore 21, con replica domenica 17 ottobre, alle ore 18) lo spettacolo «ti sembra giusto adirarti così?», per la coreografia e la regia di Julie Ann Anzilotti, prodotto dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus e da Fabbrica Europa Festival. Sul palco salirà il coreografo e danzatore israeliano Avi Kaiser. Con lui saranno in scena Paola Bedoni e Livia Bartolucci, danzatrici della Compagnia Xe. Le musiche originali saranno eseguite dal vivo dal compositore americano Steven Brown, co-fondatore della leggendaria band cult Tuxedomoon, in collaborazione con il trombettista Luc Van Lieshout. Le scene portano la firma di Tiziana Draghi, mentre i costumi sono di Loretta Mugnai.
Il titolo dello spettacolo - che arriva dopo «…e d’oro le sue piume» (2013), ispirato al Libro dei Salmi, e «C’è un tempo» (2019), tratto dal Libro del Qoelet - riprende la domanda che Dio pone a Giona alla fine del libro: «ti sembra giusto adirarti così? […]. Perché io ho compassione e tu no, perché io perdono anche i più grandi peccati e tu invece vuoi vendetta, punizione, distruzione?». Il mondo interiore del profeta passato alla storia per essere un personaggio riluttante confluisce in uno spettacolo poetico e pieno di suggestioni, che coniuga arti visive, musica, danza e parola.
Steven Brown ritornerà in scena, nell’ambito del progetto «Giona e la balena», nella serata di venerdì 22 ottobre, alle ore 21, con l’unica tappa italiana del concerto «Brown Plays Brown», che vedrà sul palco anche Steven Luc Van Lieshout alla tromba e il chitarrista toscano Mattia Calosci. Al musicista americano è stata affidata anche la conduzione di un seminario di «Musica e movimento», rivolto a danzatori e attori con e senza disabilità, in programma dal 19 al 21 ottobre.
Infine, pittura e animazione si fonderanno in un’opera di videoarte, «Studies for Giona» di Francesco Margarolo, nata da una prima sessione di prove dello spettacolo «ti sembra giusto adirarti così?», che verrà proiettata in occasione del concerto e resterà visibile sul canale Youtube della Compagnia Xe.
I biglietti sono in vendita tramite il circuito TicketOne. Per informazioni è possibile scrivere a compagniaxe3@gmail.com o telefonare al numero 055.8290193.

Le fotografie sono di Lucia Baldini 

venerdì 15 ottobre 2021

#notizieinpillole, le cronache d'arte della settimana dall'11 al 17 ottobre 2021

TORNANO LE GIORNATE FAI D’AUTUNNO
Compiono dieci anni le Giornate Fai d’autunno, la più importante manifestazione di piazza dedicata al nostro patrimonio artistico e culturale. Seicento luoghi solitamente inaccessibili o poco noti, ubicati in trecento città d’Italia, apriranno le porte, nelle giornate di sabato 16 e domenica 17 ottobre, grazie alla passione di cinquemila volontari. Tra le visite più significative in programma ci sono quelle al Casino del bel respiro a Roma (nella foto), a Villa Salviati a Firenze, alla Chiesa di San Carlo Borromeo a Ferrara, all’Amideria Chiozza a Ruda (Udine), alla Scuola di alta formazione in restauro di Matera.
L’opportunità, ogni anno nuova e diversa, per accostarsi a un patrimonio smisurato e policromo qual è quello italiano, prevede in questa edizione anche l’apertura straordinaria di quarantadue siti del ministero della Difesa, dello Stato maggiore della Difesa e delle Forze armate, tra cui Palazzo Esercito a Roma, la Scuola di applicazione dell’Esercito a Torino, la Real Casina di Caccia dei Borbone a Persano (SA), Palazzo Cusani a Milano, il Centro logistico dell’Aeronautica militare di Cadimare a La Spezia, il Complesso di Santa Giuliana a Perugia e l’Arsenale di Venezia. Si festeggerà così il centenario del Milite ignoto.
Ai visitatori è suggerito un contributo non obbligatorio di 3 euro. Chi lo vorrà potrà anche iscriversi al Fai nelle diverse piazze d’Italia che partecipano all’evento.
Per informazioni e prenotazioni è possibile consultare il sito www.giornatefai.it

APRE A MILANO LA GALLERIA DI ERNESTO TRIVOLI, L’«ANTIQUARIO CON LA TOGA»
Milano si arricchisce di un nuovo spazio espositivo. Il 9 novembre inaugura, in via Pietro Cossa 1, la galleria d’arte dell’avvocato Ernesto Trivoli. Dopo ben cinque decenni di presenza autorevole nei circuiti del collezionismo d’autore internazionale, due dei quali passati nei propri uffici viennesi divenuti crocevia dei grandi antiquari, tra ruoli di prestigio nelle grandi case d’asta e riconoscimenti che ne testimoniano la fiducia di mercanti e mercati nel mondo, l’«antiquario con la toga» apre il proprio caveau al grande pubblico.
Venticinque capolavori del Vedutismo veneziano, per un viaggio lungo circa duecento anni nel periodo d’oro della Serenissima, segnano il debutto della nuova galleria (aperta, con ingresso libero, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 14:30 alle ore 18; per informazioni tel. 02.49580255, 334.2434773 o 3332709730).
Rari dipinti di Jacopo Fabris, vedute di William James (seguace di Canaletto), ricercati lavori di Guardi, testimonianze di assoluto valore dell’opera di Bernardo Bellotto, ma anche un quadro con piazza San Marco vista da Johan Richter, un maestoso tramonto di Josef Carl Berthold Puttner e un prestigioso dipinto di Carlo Grubacs che raffigura il passaggio del Bucintoro davanti a Palazzo Ducale compongono il percorso espositivo, visibile per circa un mese, fino al prossimo 3 dicembre.
Palazzi aristocratici e straccioni, dame, e furfanti, maestranze e nobiltà, marinai e gente affacciata sui balconi, lenoni e donnine, e poi scorci e torri, briccole e paline, «camin» e drappi, gondole e festeggiamenti, traffici e mercati, quotidianità e campielli, architetture e calca sono i soggetti più raffigurati.
Tra le chicche in mostra c’è una delle rappresentazioni più singolari della storia di Venezia nell’arte pittorica vedutista. Si tratta di un olio su tela di Francesco Zanin, mai apparso pubblicamente, che raffigura il varo della prima mongolfiera, con il lancio nel cielo da San Marco.

[Nella fotografia: Francesco Zanin, «Lanciamento della mongolfiera», Venezia (cm 134x75,5)]

«DRAWING THE GUGGENHEIM»: VENEZIA, NEW YORK E BILBAO UNITI NEL SEGNO DEL DISEGNO 
«Apri gli occhi, ispirati e disegna!» Così i musei Guggenheim di Venezia, New York e Bilbao lanciano la quinta edizione di «Drawing The Guggenheim». Nel corso della giornata di domenica 17 ottobre i visitatori saranno invitati a immortalare, con foglio e matita forniti dal museo, uno scorcio per loro significativo della sede Guggenheim nella quale si trovano e a condividerlo poi sui propri canali social utilizzando l’hashtag #DrawingTheGuggenheim. Una selezione di lavori verrà, poi, ripresa sugli account social dei tre musei Guggenheim con menzione dell'autore.
Inoltre, alle ore 12 e alle ore 16, il pubblico veneziano avrà l’opportunità di seguire due presentazioni gratuite sulla storia di Palazzo Venier dei Leoni, iconico palazzo non finito costruito nel 1748 su progetto dell’architetto Lorenzo Boschetti, oggi sede del museo, mentre alle 15 i più piccoli potranno partecipare a uno speciale Kids Day dedicato all'architettura non finita della celebre ex dimora storica di Peggy Guggenheim.
La partecipazione è gratuita previo acquisto del biglietto di ingresso. Tutte le attività si svolgeranno negli spazi aperti del giardino delle sculture, nel rispetto delle normative di contenimento del Covid-19.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://www.guggenheim-venice.it/.

[Crediti della foto: © Collezione Peggy Guggenheim. Photo Francesca Bottazzin] 

ROMA, ALLA GALLERIA BORGHESE UN NUOVO PERCORSO DEDICATO A PAOLO V
La Galleria Borghese di Roma rinnova il suo percorso espositivo. A essere interessate all’intervento sono le sale dedicata a papa Paolo V (al secolo Camillo Borghese, 1552 – 1621), zio del cardinale Scipione Borghese, definito «gran zio» come esempio di virtù morali e modello per il nipote, grande mecenate e collezionista, di cui ricorrono quest’anno i quattro secoli dalla scomparsa.
Per l’occasione, sono state realizzate nuove schede scientifiche delle opere leggibili con QRCode da smartphone e corredate da contenuti audio originali, oltre che disponibili sul sito del museo. Fanno parte del nuovo progetto ventidue opere di artisti come Caravaggio, Guido Reni, Giovanni Baglione, Cavalier d’Arpino distribuite sui due piani del museo. Si tratta di sculture, dipinti e mosaici che ritraggono Paolo V o che sono frutto di sue commissioni come i dipinti provenienti dal sequestro avvenuto nel 1607 nella bottega del Cavalier d'Arpino, accusato di detenzione illegale di armi. Per farsi annullare la pena, infatti, il pittore fu probabilmente costretto a cedere l'intera sua collezione di circa centodieci dipinti - oltre a libri e disegni - al papa, che successivamente la donò al nipote Scipione.
Durante gli anni del suo pontificato (1605-1621), Paolo V promosse numerose grandi opere, come il completamento della basilica di San Pietro, con la costruzione della navata e della facciata affidate a Carlo Maderno, e l’ampliamento del Palazzo del Quirinale, realizzato da Flaminio Ponzio, autore, insieme con il fiammingo Jan Van Santen, italianizzato Vasanzio, anche del progetto architettonico della palazzina Borghese, destinata ad ospitare le collezioni di Scipione. Sempre a Ponzio, il papa assegnò la realizzazione della Cappella di famiglia nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dedicata alla Madonna «Salus Populi Romani» e detta, appunto, Borghese o Paolina. Invece, nel campo di quelle che oggi definiremmo opere pubbliche spicca il restauro dell’acquedotto di Traiano, che aveva origine dalle sorgenti nell’area del lago di Bracciano, e dell’«Aqua Alsietina», proveniente dal lago di Martignano: interventi finalizzati al rifornimento di acqua nelle abitazioni del Gianicolo, dove fu eretta la Fontana monumentale dell’Acqua Paola, e del rione di Trastevere. Pur apprezzando e promuovendo gli artisti contemporanei, come Caravaggio, Guido Reni, Giovanni Baglione o il Cavalier d’Arpino, Paolo V lasciò il compito di creare una collezione familiare a Scipione Borghese, che negli anni del pontificato e anche oltre, con molta determinazione e una certa disinvoltura, raccolse un gran numero di opere d’arte.
Per maggiori informazioni: www.galleriaborghese.beniculturali.it.

«ABISSI», IN MOSTRA A VENEZIA I VINCITORI DEL XIV CONCORSO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA SUBACQUEA
Si intitola «Abissi» la mostra in programma dal 16 ottobre al 7 novembre al Museo di storia naturale «Giancarlo Ligabue» di Venezia. Nella suggestiva cornice della Galleria dei cetacei trovano posto le ventisette immagini vincitrici del concorso internazionale «Fotografia subacquea», organizzato da «Abissi Underwater Photo Venice» e giunto alla quattordicesima edizione.
Nonostante la difficoltà nel viaggiare e raggiungere le mete di scatto, questa edizione del concorso ha visto la partecipazione di ottantanove fotografi di diciassette diversi Paesi di tutto il mondo, per un totale di seicento e trentasette fotografie, che sono state visionate da giuria di esperti del settore composta da Davide Lopresti, Fabio Iardino e Marcello di Francesco.
Il pubblico potrà, inoltre, ammirare un’opera in vetro creata per l’occasione dal maestro vetraio Stefano Dalla Valentina, sponsor e collaboratore di «Abissi» dalla prima edizione.
In occasione dell’inaugurazione, sabato 16 ottobre, alle ore 16, si terrà, inoltre, l’incontro «Le sorprese del nord Adriatico: dai nidi di tartarughe ai monitoraggi dei cetacei», con Guido Pietroluongo e Giuseppe Sciancalepore del Cert. La prenotazione è obbligatoria al link www.ticketlandia.com/m/muve/visitEventList.
Per maggiori informazioni è possibile visitare la pagina https://www.underwaterphoto-venice.it/.
 
ALLA CERTOSA DI FIRENZE UNA MOSTRA DI ERNESTO PICCOLO PER #DANTE700 
Si arricchisce di un nuovo appuntamento il programma della rassegna «1321-2021. Nei dintorni di un centenario», promossa dalla Certosa di Firenze in occasione dei sette secoli trascorsi dalla morte di Dante Alighieri
Domenica 17 ottobre, alle ore 16, inaugura una mostra di tele e disegni di Ernesto Piccolo, calabrese di nascita, ma fiorentino d’adozione. Curata da Francesco Gurrieri, la rassegna propone una cinquantina di opere - tra tele dipinte e disegni preparatori -, riunite sotto un titolo evocativo per la poetica dantesca, «… fresco smeraldo in l’ora che si fiacca», tratto dai versi 70-81 del settimo canto del «Purgatorio». 
 La mostra, visibile fino al 31 gennaio (dal martedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 17; la domenica, dalle ore 15 alle ore 17, con ingresso gratuito), è arricchita da un bel catalogo curato da Alessandro Andreini ed edito da Feeria e Polistampa, che, oltre alle fotografie di tutte le opere visibili nella Pinacoteca della Certosa, ospita i testi di Eugenio Giani, Carmelo Mezzasalma, Cristina Acidini, Francesco Gurrieri, Luigi Zangheri, Giorgio Bonsanti, Ugo Barlozzetti ed Enrico Sartoni
In occasione dell’inaugurazione, è in programma, alle ore 17:30, il concerto «Risonavan per l’aere sanza stelle. L’inferno e i suoi affetti», che vedrà protagonista il Passisparsi Ensemble, formato da Martha Rook (soprano), Cora Mariani (mezzosoprano), Elisabetta Vuocolo (contralto), Neri Landi (tenore) e Lorenzo Tosi (basso). 
 Il cartellone della rassegna «1321-2021. Nei dintorni di un centenario» proseguirà fino all’8 maggio, offrendo conferenze, letture, presentazioni editoriali, mostre, concerti in ricordo di Dante Alighieri e della sua opera. Per maggiori informazioni sul programma è possibile consultare il sito www.certosadifirenze.it.

[Nella foto: E. Piccolo, Dante e il Battistero, 2019, 90x65, olio su tela]
 
«DANTE, LA PASTA E ARTUSI»: GLI SPAGHETTI AL POMODORO SI METTONO IN MOSTRA
Il 25 ottobre, in tutto il mondo, si festeggia la Giornata mondiale della pasta, la regina dell’alimentazione italiana. In occasione di questa ricorrenza, Casa Artusi lancia la mostra «Storia illustrata degli spaghetti al pomodoro», ideata e curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig. L’insolita rassegna, aperta dal 16 ottobre al 22 novembre alla Chiesa dei Servi di Forlimpopoli, nasce da un libro, «Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro» di Massimo Montanari, pubblicato da Laterza nel 2019. In cento pagine colte e insieme piacevoli, viene ripercorsa la lunga vicenda del piatto italiano per eccellenza: dalla Mesopotamia alla Grecia e alla Roma antica, dalla Sicilia dei «mangiamaccheroni» a Napoli, dalla scoperta del pomodoro in Messico ai condimenti più conosciuti (peperoncino, burro, olio d’oliva, aglio, cipolla e basilico). Non poteva mancare, in queste pagine, il ripetuto omaggio a Pellegrino Artusi, il primo a inserire nel suo celebre ricettario ben dieci ricette con gli spaghetti, allora considerati una specialità napoletana e divenuti poi simbolo della cucina italiana.
Il passaggio dal libro alla mostra è stato possibile grazie all’intervento di Luciano Ragozzino, maestro della calcografia e dell’acquerello, che ha creato per l'occasione diciotto tavole ironiche e godibili per il colore. Scorrono così sotto i nostri occhi gli spaghetti che avvolgono l’Italia fondendosi con la sua geografia, Pulcinella che con una mano porta alla bocca gli spaghetti e con l’altra li arrotola nella forchetta, le nozze tra il pomodoro e il peperoncino arrivati dall’America. C'è anche un'opera con il pesce d’aprile 1957 della Bbc che annunciava agli inglesi l’ottimo raccolto degli alberi di spaghetti nella valle del Po.
In esposizione vi sono sia gli acquerelli originali che quelli poi riprodotti in un formato più grande, adatto a essere esposto, in solo otto esemplari numerati e firmati. I visitatori hanno l’opportunità di apprezzare la sequenza delle immagini e di capirne il senso nelle articolate didascalie che le accompagnano, curate da Massimo Montanari.
La mostra non dimentica, nel settecentenario dantesco, i vermicelli tipici dell'epoca di Dante e il tributo che Artusi rese al «Sommo poeta», attraverso due tavole, sempre di Luciano Ragozzino, e i testi di Monica Alba e Giovanna Frosini.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.casartusi.it.

È DI STUDIO AZZURRO IL NUOVO ALLESTIMENTO DELLA CASA PATERNA DI ANDREA ZANZOTTO 
È stato Studio Azzurro a firmare il nuovo allestimento della Casa paterna di Andrea Zanzotto (1921-2011), una delle figure letterarie più rappresentative del secondo Novecento, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Poeta innovatore, letterato coltissimo, uomo impegnato in significative battaglie civili, interprete acuto e critico del passaggio dal secondo al terzo millennio, lo scrittore può essere conosciuto, dal 10 ottobre, nel museo di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, grazie a una visita real-virtuale, impreziosita da installazioni collocate nel porticato e in giardino.
Luogo di oggetti e memorie, tanto che ogni piano è stato riportato a un preciso periodo storico, la casa paterna di Andrea Zanzotto (nella foto di Angelo Bressan) persevera anche la memoria della famiglia d’origine, a partire da quella del padre Giovanni (1888-1960), di professione pittore e decoratore. Tipico esempio di architettura veneta della metà dell’Ottocento, la dimora si articola su tre livelli e presenta una struttura molto semplice: al piano terra, riportato agli anni Cinquanta, si può vedere un piccolo ingresso con scale, salotto decorato dallo stesso Giovanni con in fondo lo studiolo di Andrea, e cucina. Al primo piano, riportato a periodi anteriori agli anni Cinquanta, si trovano, invece, due stanze da letto matrimoniali, una cameretta e un bagno. Il granaio, al secondo piano, è, invece, diventato un osservatorio privilegiato sull’anima del poeta.
Il suono e la semplice luce caratterizzano l’intervento di allestimento. «L’ingresso che media ma anche definisce la differenza tra un fuori e un dentro è sorvegliato da un «guardiano della soglia». Un oggetto apotropaico, - racconta Leonardo Sangiorgi per Studio Azzurro - una ruota di carro agricolo a cui sono annodati e da cui pendono molteplici segmenti di «fili», di funi, di (filò), perché l’oggetto, la «roda, co zhercion de fero che i tien duri», parla. Parla con la voce di Andrea Zanzotto che esce dai fili appunto e ci accoglie, annodandoli con il suono del dialetto che parla di azioni, di gesti, di mestieri che dal «di fuori» entrano «di dentro», nei corpi e nella casa. Una tenue luce artificiale mette in evidenza gli affreschi presenti nella «soglia» e lascia passare il visitatore che accede alla casa attraverso un vialetto che attraversa il cortile. Il rito continua, il percorso, dall’ingresso alla casa è anche un sentiero sonoro. Un’installazione che celebra la forza metafisica del suono delle parole».
Per saperne di più: https://andreazanzotto.it/la-casa-paterna-di-andrea-zanzotto/.

GORIZIA, NELL’EMOTIONHALL DEL TIARE SHOPPING DI VILLESE ALLA SCOPERTA DI VAN GOGH
Il turbinio di milioni di pixel, l’abbraccio di colori vibranti, la sensazione unica di trovarsi al centro di un’opera d’arte circondati da quadri e musica: sono queste le componenti principali di EmotionHall, l’arena immersiva permanente modulare e interattiva dedicata alla cultura in ogni sua espressione, che trova spazio all’interno del Meeting Place Tiare Shopping di Villesse, in provincia di Gorizia.
Fino al 31 ottobre, in questo spazio sarà possibile vedere la mostra immersiva «Van Gogh. Il sogno», ideata da Stefano Fake, artista contemporaneo e video maker italiano affermato a livello internazionale, e da Nicola Bustreo, curatore museale e direttore artistico di EmotionHall (orari: da lunedì a domenica, dalle ore 10 alle ore 21, con ultimo accesso alle ore 20; ingresso: da 14,00 a 6,00 euro).
Si tratta di racconto coinvolgente, tra digitale e reale, della durata di circa cinquanta minuti, articolato attraverso multiproiezioni a 360° di immagini ad altissima definizione di settantacinque capolavori dell’artista olandese, che prendono vita in tre ambienti. Lo spettatore è accompagnato in mostra dalla voce dell’attore Maurizio Lombardi, che interpreta le testimonianze scritte dal pittore, permettendo così di approfondirne le vicende umane e artistiche e di «entrare» all’interno delle sue opere.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.emotionhallarena.com

NASCE ART&DESIGN24, IL BRAND DI OGGETTISTICA D’AUTORE ISPIRATA ALLE GRANDI ICONE DELL’ARTE
Nasce artedesign24, il nuovo brand di oggettistica d’autore, ideato da 24 Ore Cultura e ispirato ai temi dell’arte, del design, dell’architettura, della musica e della moda. Obiettivo della nuova linea è quello di trasformare semplici oggetti di uso comune - come una matita, una gomma, una maglietta, una shopper o un taccuino - in piccoli manufatti preziosi e artigianali, in grado di restituire il saper fare del Made in Italy, a partire dal concept e dalla produzione, con un’attenta selezione di materiali e con un packaging curato nei dettagli.
Nel catalogo si trovano oggetti per la persona e per la casa, accessori e prodotti di cancelleria come quaderni, notes e agende ispirati a importanti figure dell’arte come Yayoi Kusama, René Magritte, Salvador Dalí e molti altri, oltre che a grandi protagonisti della moda e della fotografia. Sono disponibili anche puzzle, giochi in scatola, carte da gioco come «Oracoli alla moda» e «I grandi fotografi» e prodotti per i più piccoli, dall’activity book «Maschere dell’arte» al memory game «Chi ha fatto questa pupù?».
Fiore all’occhiello del brand sono, poi, le «Art Capsule», nuove linee dedicate alle icone della storia dell’arte con veri e propri pezzi da collezione pensati e realizzati in stretta collaborazione con famosi illustratori e artisti. A inaugurare questa nuova linea di merchandising artistico è «I’m Frida», la collezione realizzata dall’illustratrice Vanna Vinci, in collaborazione con la Frida Kahlo Corporation, per rendere omaggio alla vita e alla filosofia di una delle più grandi artiste di sempre. T-shirt, pins, orecchini, tazze, taccuini, shopper, pochette, ombrelli e molti altri prodotti della linea artedesign24 arricchiranno così di nuovi colori il guardaroba delle fan della pittrice messicana.
I prodotti di artedesign24sono disponibili online sul sito www.artdesign24.com e su Amazon in tutta Europa, ma si possono vedere e acquistare anche al Design Store del Mudec a Milano e, dal 2022, in selezionati store in tutta Italia.

UNA MOSTRA DI ALFREDO CATARSINI PER IL RADUNO VIAREGGINO DELLE VELE STORICHE
«Io sento ancora una venerazione per queste darsene, una venerazione mai sopita, sincera, proletaria, derivata forse dai ricordi della mia prima tormentata giovinezza, allorché, con timida, talvolta anche disinvolta maniera, vi andavo a dipingere il mio quadretto…». Sono queste parole del pittore Alfredo Catarsini, classe 1899, a fare da filo rosso alla mostra in programma a Viareggio, da giovedì 14 a domenica 17 ottobre, in occasione della sedicesima edizione del Raduno vele storiche, che chiude idealmente la stagione velica delle barche tradizionali nel Mar Mediterraneo.
L’esposizione, allestita nella sede del Club nautico Versilia, ospita sei opere del pittore viareggino, selezionate dalla Fondazione Alfredo Catarsini 1899. I cinque dipinti e il disegno in mostra raffigurano darsene, cantieri operosi, imbarcazioni, abbracciando un periodo che va dalla fine degli anni Quaranta a metà degli anni Cinquanta del Novecento.
Nell’allestire la piccola rassegna, Elena Martinelli ha ripensato a quanto scriveva anni prima il poeta casertano Elpidio Jenco: «Catarsini ama la poesia del mare, soprattutto delle sue darsene popolate da vecchie barche galleggianti all’ombra della vetusta Torre Matilde; barche tipicamente viareggine talora con carene sanguinanti di minio, carene stanche colpite più volte dalle insidiose, fragorose ondate tirreniche».
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.fondazionecatarsini.com

[Nella foto: Alfredo Catarsini, Cantiere, olio su tela, 34x28, 1955]

NAPOLI, NUOVA VITA PER PALAZZO SAN TEODORO
Napoli ritrova una delle sue dimore storiche. È stato da poco portato a termine un accurato restyling di Palazzo San Teodoro, una delle residenze nobiliari sorte nel borgo di Chiaia nei primi anni del XIX secolo grazie alla lungimiranza di re Ferdinando IV di Borbone, che, pochi anni prima, aveva voluto la costruzione della Real Villa, trasformando così il pittoresco borgo fuori dalle mura, abitato da pescatori, in un luogo prediletto da molte famiglie aristocratiche.
Amato e conosciuto per la riconoscibile facciata rosso pompeiano, per la singolare pianta a L, per i grandi saloni, per la maestosa scala in marmo bianco e per gli affreschi di ispirazione ellenistica e pompeiana, il palazzo fu voluto dal duca Carlo Caracciolo di San Teodoro e fu realizzato, nel 1826, dall’architetto toscano Guglielmo Benchi, chiamato dalla Corte borbonica a lavorare nella capitale del Regno delle Due Sicilie.
Dopo l’attento restyling degli interni, la dimora si mostra ancora oggi in tutta la sua eleganza negli spazi quanto nei dettagli. L’incanto comincia al primo gradino dello scenografico scalone in marmo bianco, di ispirazione neoclassica, che conduce al piano nobile del palazzo. Partendo da qui si possono ammirare la Galleria dalle ampie vetrate, il Salone degli specchi, la Sala da pranzo con il prezioso lampadario in bronzo dorato e cristallo, l’eclettico Salone da ballo con soffitto a volta e colonne e lunette affrescate, le grandi specchiere e gli stucchi dorati, gli arredi originali dell’epoca.
La nuova gestione si propone di trasformare il palazzo in uno spazio esclusivo per visite guidate, mostre d’arte e incontri culturali. Attività, queste, che ridaranno linfa e luce a un’icona dell’aristocrazia partenopea, esempio architettonico che diede il via alla costruzione di molti altri palazzi storici della città, tra cui Villa Pignatelli, anch’essa realizzata da Guglielmo Bechi.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.palazzosanteodoroeventi.it.

Foto di Aurora Scotto di Minico 

«CAMBIAMO IL FUTURO», ALLA PEGGY GUGGENHEIM DI VENEZIA SEI APPUNTAMENTI PER I BAMBINI ALL'INSEGNA DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE
Prende il via sabato 16 ottobre il calendario di appuntamenti dedicati ai più piccoli della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Tema del nuovo ciclo di laboratori, dal titolo «Cambiamo il futuro. Bambini di oggi, cittadini di domani», è l’educazione allo sviluppo sostenibile e al pensiero ecologico. Sei gli appuntamenti in agenda nelle giornate del 16 ottobre («Istantanee impressioni dai giardini reali»), 6 novembre («La città infinita»), 4 dicembre («Food Lab per famiglie»), 19 marzo («Ponte dei sogni. Piccoli e grandi cittadini»), 30 aprile («Immersioni ed emersioni oceaniche») e 28 maggio («Armati di remo e retino»), che affronteranno il tema della sostenibilità in modo trasversale introducendo l’approccio alla cittadinanza attiva, intesa come impegno e contributo di ciascun individuo a favore del benessere della collettività. I partecipanti saranno invitati a compiere un percorso volto a stimolare la consapevolezza del nostro quotidiano pe esser parte di una società da costruire in chiave sempre più attenta, inclusiva e pacifica.
I sei laboratori, che si svolgeranno in presenza, nel rispetto delle norme di contenimento del Covid-19, coinvolgeranno diverse realtà veneziane, quali Venice Gardens Foundation, Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico settentrionale, Tocia cucina e comunità, Ocean Space - Tba21–Academy, Associazione Masegni & Nizioleti onlus e Associazione Remiera.
«Le riflessioni sulla tutela dell’ambiente e lo studio delle relazioni tra esseri viventi affondano le radici nella filosofia greca attraversando epoche e culture, confluendo in ambiti di conoscenza quali filosofia, matematica, biologia, letteratura, poesia e arte – raccontano dalla Peggy Guggenheim -. Con il passare dei secoli, l’interesse verso la natura assume un carattere principalmente scientifico. Nel Novecento, due visioni artistiche, una più scientifica e l’altra maggiormente evocativa, si uniscono nel considerare l’ambiente un sistema armonico di forme perfette e, al contempo, una fonte di ispirazione dal vasto potenziale simbolico. Nella seconda metà del Novecento, l’attenzione degli artisti si sposta verso una maggiore consapevolezza delle battaglie ambientaliste determinando la nascita di correnti culturali che pongono al centro delle loro ricerche il rispetto dell’ecosistema in relazione alla società. Arte ambientale, Land Art e Arte povera sono movimenti accomunati dall’utilizzo di materiali, dall’osservazione dei fenomeni della natura e dall’analisi delle relazioni tra esseri viventi e ambiente. Prendere posizione, attivarsi a favore di cause di interesse collettivo, non restare passivi davanti alle urgenze della contemporaneità diventano le istanze fondamentali dell’opera di molti artisti contemporanei. Si può usare il termine Artivism che coniuga arte e attivismo, per indicare l’atteggiamento di quegli artisti che, nel panorama globale attuale, esprimono il loro pensiero critico intraprendendo delle azioni, più o meno simboliche, per sovvertire il presente».
Ispirati da queste pratiche artistiche, i sei laboratori in programma affronteranno temi tanto urgenti quanto importanti per coloro i cittadini di domani quali, tra gli altri, la creazione di spazi urbani condivisi, la tutela dell’ambiente e la partecipazione attiva alla collettività.
Per informazioni: membership@guggenheim-venice.it o tel. 041.2405429/412. Per maggiori informazioni: guggenheim-venice.it.