ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 7 ottobre 2024

Alle Gallerie dell’Accademia rivive il soffitto di Vasari per Palazzo Corner Spinelli

È il 1798 quando, alla morte di Giovanni di Francesco, ultimo rappresentante dei Corner di San Polo, si procede allo smembramento di uno dei gioielli artistici di Venezia: il soffitto ligneo dipinto da Giorgio Vasari per Palazzo Corner Spinelli, sul Canal Grande. Parte delle tavole («Carità», «Pazienza», «Giustizia» e quattro Putti) che compongono l’opera, già alienata di due frammenti («Speranza» e «Fede»), vengono divise tra le due figlie - Elisabetta, moglie di Almorò Grimani, e Laura, consorte di Alvise Mocenigo I di San Stae – e finiscono, quindi, sul mercato antiquario disperdendosi tra vari proprietari in Italia e all’estero.

A partire dalla fine degli anni Ottanta del Novecento, con l’acquisizione, in un’asta romana, del cosiddetto «Suicidio di Giuda», un frammento resecato dalla tavola dedicata alla «Speranza», lo Stato italiano inizia a rintracciare e recuperare i vari pezzi di questo prezioso manufatto che, come un puzzle, nell’arco di quarant’anni si va a ricomporre quasi completamente sotto la supervisione delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Nel 1987 vengono acquisite da Giovanna di Capua Sestrieri l’«Allegoria della Giustizia», l’«Allegoria della Pazienza» e due «Putti con Tabella», frammenti che la collezionista aveva nella sua raccolta dal 1932 e che nel 1981 avevano raggiunto la notorietà dopo il prestito per la celebre mostra sul Manierismo a Venezia.
Nel 2002 lo Stato italiano acquisisce un ulteriore «Putto con Tabella», riscoperto qualche anno prima da Luisa Vertova grazie a una fotografia pubblicata su «AD Architectural Digest». Il medesimo anno, le Gallerie dell’Accademia di Venezia ottengono anche il comparto con l’«Allegoria della Carità», appartenente dall’Ottocento alla Pinacoteca di Brera, ma depositata dal 1973 nel Museo di Storia patria di Gallarate, in provincia di Varese.

Nel 2013 è, poi, la volta dell’«Allegoria della Fede», che viene acquistata a Londra dalla moglie dello scrittore e politico Wayland Young, Lord Kennet. Nel 2017 viene, infine, comperato a Londra dalla collezione del noto editore austriaco, naturalizzato britannico, Georg Weidenfeld, l’ultimo frammento del soffitto ligneo vasariano, l’«Allegoria della Speranza», al cui ottenimento contribuiscono economicamente, oltre allo Stato italiano, Venetian Heritage e Venice in Peril Fund.

Il manufatto vasariano, il cui restauro è stato eseguito da Rossella Cavigli per i dipinti e da Roberto Saccuman per i supporti lignei, è così quasi completo: mancano soltanto il quarto «Putto con Tabella» e due frammenti resecati dal comparto con l’«Allegoria della Fede». Ed è tempo per le Gallerie dell’Accademia di Venezia di pensare alla sua presentazione unitaria, avvenuta proprio poche settimane fa, nell’anno delle celebrazioni dei quattrocentocinquanta anni dalla morte del pittore, scrittore e biografo Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 - Firenze, 1574).
L’istituzione lagunare ha collocato l’opera in una sala interamente dedicata posta lungo la loggia palladiana e la espone rigorosamente a soffitto, in un ambiente immersivo che ripropone con attenzione e cura la camera di Palazzo Corner cui era destinata, riportando il visitatore indietro nel tempo.
Per l’occasione, Marsilio Arte pubblica un piccolo ma prezioso volume curato dal direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia, che presenta un saggio nel quale sono ripercorse le vicende critiche e collezionistiche delle tavole fino alla riunione e all’allestimento museografico. Il catalogo contiene anche l’intervento di Rossella Cavigli sul restauro dell’opera e il contributo di Luisa Caporossi, che si concentra sulla lettura iconologica del soffitto Corner.

Il soffitto a cassettoni con le sue nove tavole dipinte, otto quelle recuperate, costituisce un capolavoro assoluto, che agevola l’influenza che l’arte manierista centroitaliana ha avuto sui grandi artisti veneziani del Cinquecento e in particolare su Tintoretto, Tiziano e Veronese, che riprendono alcuni spunti e figurazioni di quest’opera.
Giorgio Vasari lo realizza tra il 1541 e il 1542 su commissione di Giovanni Corner, discendente di una delle famiglie più influenti e nobili di Venezia, per Palazzo Corner Spinelli, da poco acquistato dalla casata Lando. L’opera deve impreziosire la cosiddetta camera nova.
Il pittore aretino idea una ricca composizione costituita da nove scomparti, corrispondenti alle cinque Virtù e a quattro Putti destinati agli angoli della sala, per un totale di dodici metri quadrati di tavole dipinte. Al centro, nel comparto rettangolare, si erge la «Carità», cui guardano, in un gioco di rimandi e sguardi, le altre virtù: la «Speranza» e la «Fede», sui lati più lunghi, la «Pazienza» e la «Giustizia», su quelli più corti.
 
Come è emerso dagli studi sull’opera, Giorgio Vasari introduce delle varianti rispetto al tema classico del «Trionfo delle Virtù», accostando al soggetto centrale nelle cinque tavole un esempio positivo, che rafforza ed esprime il concetto della virtù in questione, e uno negativo, che contrasta e si oppone al soggetto stesso. Questo dettaglio non è secondario, poiché è proprio la corretta attribuzione di un esempio negativo, il «Giuda che si toglie la vita», per anni ritenuto un brano indipendente dall’opera di Giorgio Vasari per Palazzo Corner, all’apparato decorativo del soffitto quale personificazione della «Disperazione» in opposizione alla «Speranza», ad aver fornito la chiave interpretativa dell’iconologia dei singoli comparti, attribuendo nuovo significato all’unità della composizione.

Il soffitto vasariano potrebbe, dunque, essere la visione plastica – spiega Luisa Caporossi in catalogo - «del dibattito allora in atto intorno al principio della “doppia giustificazione”, secondo cui «l’agire virtuosamente non è sufficiente e l’uomo è a rischio caduta, come dimostrano gli esempi di virtù, Giobbe e Salomone, che furono tentati dalla disperazione e dall’idolatria». Al riguardo, nel saggio sulla lettura iconografica dell’opera, si cita una lettera del 1523 in cui Contarini scrive al suo amico Giustiniani a Camaldoli: «Allorquando l’uomo pensa di aver acquistato tali virtù, proprio allora cade […] dobbiamo giustificarci con la giustizia di un altro, cioè di Cristo».
 
L’esposizione al pubblico della ricomposizione del celebre soffitto cassettonato di Giorgio Vasari arricchisce, dunque, in maniera significativa il patrimonio artistico nazionale. Ma celebra anche, per usare le parole del Giulio Manieri Elia, «un esempio lodevole e fruttuoso di concordanza progettuale e continuità di azione, che ha portato a raggiungere un risultato straordinario», anche grazie alla molto significativa collaborazione tra il pubblico e il privato, tra lo Stato italiano e le tante realtà, italiane e straniere, che hanno a cuore il destino di Venezia.

Vedi anche

Didascalie delle immagini
[Fig. 1 e 2] Vista dell'installazione alle Gallerie dell'Accademia. Foto di Matteo De Fina; [fig. 3] Giorgio Vasari, Il suicidio di Giuda; [fig. 4] Giorgio Vasari, Allegoria della Speranza; [fig. 5] Giorgio Vasari, Allegoria della Carità; [fig. 6- Giorgio Vasari, Putto

Informazioni utili
Gallerie dell’Accademia, Campo della Carità 1050 – Venezia. Orari di apertura: lunedì, dalle ore 8:15 alle ore 14:00 (la vendita dei biglietti termina alle ore 13:00); da martedì a domenica, dalle ore 8:15 alle ore 19:15 (la vendita dei biglietti termina alle ore 18:15). Biglietti; intero € 15.00, ridotto € 2.00 (giovani 18 -25 anni cittadini dell'UE e acquisto con 18app), gratuito per i minori di 18 anni; Prima mattina € 10,00 (biglietto individuale acquistabile tra le 8:15 e le 9:00 con ultimo ingresso entro e non oltre le 9:15); Due giorni € 22,00 (biglietto individuale valido 2 giorni nell’anno solare); Arteritivo € 10,00 (biglietto individuale dedicato ai giovani tra i 26 e i 35 anni non compiuti, valido tutti i venerdì tra le 17:15-19:00; ultimo ingresso entro e non oltre le 18:15); Insieme € 12,00 (biglietto individuale dedicato ai gruppi tra i 10 e i 25 adulti sopra i 26 anni). L'accesso alle mostre è consentito con lo stesso titolo d'accesso. In occasione di esposizioni temporanee il prezzo del biglietto è suscettibile di variazioni. Per maggiori informazioni: https://www.gallerieaccademia.it/informazioni

venerdì 4 ottobre 2024

Lago Maggiore, quattro installazioni artistiche per un Grand tour sulla Via delle Genti

Meta del Grand Tour di intellettuali e aristocratici europei sin dall’Ottocento, il Lago Maggiore affascina ancora oggi visitatori provenienti da tutto il mondo. Dall'Eremo di Santa Caterina del Sasso ai giardini di Villa Taranto a Verbania-Pallanza, passando per le Isole Borromee, Stresa e Baveno, sono molti i luoghi che, anno dopo anno, fanno da scenario a un turismo internazionale attento non solo alla cultura e alla storia del nostro Paese, ma anche alle sue bellezze naturalistiche.

Nel tratto che dall’Alto Verbano conduce alla vicina Svizzera è stata da poco riscoperta la Via delle Genti, un camminamento di circa sedici chilometri che si sviluppa a mezza costa lungo le alture del territorio, garantendo incantevoli vedute panoramiche sul Lago Maggiore, al centro, quest'autunno, di un intervento site specific realizzato nell'ambito del bando «Territori di luce» della Compagnia di San Paolo.


Quattro installazioni artistiche
, che rimarranno per sempre patrimonio del territorio e con esso dialogheranno in armonia, andranno, tra ottobre e novembre, ad arricchire questo scenografico sentiero, o meglio il tratto che parte dall’area Patrimonio Unesco del Sacro Monte di Ghiffa e, passando dai piccoli centri di Deccio, Novaglio e Comologno, giunge a una seconda tappa obbligata, il caratteristico villaggio in pietra di Oggebbio, per proseguire ancora. 
Si continua, quindi, toccando i paesini di Barbè e Cassino, verso Cannero Riviera, celebre per i suoi agrumi, coltivati con facilità grazie a un microclima eccezionale, che rende la cittadina piemontese così simile a una località costiera. Lasciato il centro abitato, si imbocca, dunque, un’antica strada che si snoda tra boschi e zone prative ormai inselvatichite, per raggiungere Carmine Superiore, sulle cui alture si può ammirare un meraviglioso scorcio sui Castelli di Cannero.

Prima di continuare lungo questa via in direzione della Svizzera, vale la pena fare una deviazione per visitare Trarego Viggiona, dove è possibile scoprire i tracciati delle trincee della Linea Cadorna e, per gli amanti dei panorami mozzafiato, godersi la splendida vista che offre il Monte Carza, sulla cui sommità è posizionata la Big Bench numero #138.
Riprendendo il cammino, da Cannero si raggiunge Molineggi e si scende, poi, fino a Cannobio, passando per Solivo, per proseguire, quindi, verso Marchile e Formine. Da qui, una piccola deviazione in direzione nord, attraverso un bel sentiero fiancheggiato dai castagneti, conduce, infine, poco prima del confine svizzero, alla Chiesa di San Bartolomeo in Montibus, un piccolo gioiello architettonico in stile romanico con al suo interno pregevoli affreschi cinquecenteschi a firma di Battista de Salis.

Grazie a un fruttuoso partenariato composto dai Comuni di Ghiffa (ente capofila), Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona, insieme alla Pro Loco di Ghiffa e ad altre realtà locali, questo angolo di Piemonte è attualmente al centro di quattro residenze artistiche tese a valorizzare la memoria storica, culturale e ambientale del territorio dell’Alto Verbano, incentivando un dialogo tra l’uomo e la natura, tra il contesto naturale e quello artificiale creato e abitato dalle comunità locali.

La direzione del progetto è affidata a Giulia Caffaro, storica dell’architettura e dell’arte contemporanea, esperta di rigenerazione territoriale a base culturale, nonché presidente e project manager di Dimora Design Farm ETS. Mentre il fundraising e coordinamento generale è a cura di Raffaella Simonetti con Niniqa Scarl.

Dopo un periodo di studio a stretto contatto con il tessuto naturale e sociale del luogo, gli artisti sono ora coinvolti nella fase di elaborazione progettuale, i cui primi risultati saranno visibili nel fine settimana di sabato 5 e domenica 6 ottobre

Per l’occasione a Ghiffa è in programma una masterclass di due giorni sui temi della rigenerazione urbana e del co-design, che sarà anche una sorta di «cantiere collettivo». La cittadinanza è, infatti, invitata a partecipare al compimento dell’opera di Land art realizzata da Artieri, collettivo con base a Torino che, dal 2016, sviluppa progetti per la riqualificazione di spazi pubblici trascurati attraverso processi di collaborazione civica. Il loro intervento, che verrà inaugurato domenica 6 ottobre (alle ore 15:30), punta sul racconto della storia locale, e più precisamente su una narrazione di epoca antica che vuole questo luogo tra i principali produttori di carbone vegetale del nord Italia, attraverso la realizzazione di micro-architetture lignee che delineano anche fisicamente un percorso e nuovi spazi nell’area del Sacro Monte.

Questo fine settimana è prevista anche, nel pomeriggio di sabato 5 ottobre (dalle ore 18:00), l'inaugurazione dell'intervento site specific pensato per Cannero Riviera: un'installazione di Visual mapping, a cura di Edoardo Argentieri, graphic designer e illustratore di origini toscane e cuore torinese, che mette in luce alcuni punti strategici del patrimonio topico. Prendendo spunto dai contenuti del Museo etnografico cittadino, dalle attività economiche e produttive locali, dalla natura sui sentieri della Via delle Genti, dai bellissimi scorci e racconti sui Castelli di Cannero, l'obiettivo è quello di valorizzare diversi aspetti della relazione uomo-ambiente. Il risultato è un video animato, realizzato con uno stile grafico e pittorico digitale, che immerge il visitatore in un giorno d'estate sul lago, tra colori, paesaggi e atmosfere oniriche di grande impatto emotivo e concettuale. 

Bisognerà, invece, aspettare la sera di domenica 3 novembre, dopo una masterclass di due giorni sulla Street art, per lo svelamento dell'opera di arte muraria che Fabio Petani, artista piemontese con all’attivo numerosi lavori di rigenerazione urbana in Europa e negli Stati Uniti, ha pensato per Oggebbio. Si tratta di «Phlox Paniculata ‘Aida’», un murales ricco di elementi floreali e forme geometriche, realizzato su un muraglione di contenimento stradale del paese, che vuole essere un omaggio non solo alla natura lussureggiante del Lago Maggiore, ma anche alla storia del borgo, dove si dice che Giuseppe Verdi abbia avuto l'intuizione per la composizione dell'«Aida».

Infine, Trarego Viggiona vedrà, nella giornata di sabato 2 novembre, la presentazione di un progetto artistico diffuso, incentrato sul racconto audiovisivo del territorio, che coinvolge i tre centri abitati di Trarego, Cheglio e Viggiona. La residenza di Walter Paradiso, artista di origini romane attivo da molti anni a Torino, ha permesso alla comunità di dare voce a importanti frammenti di storia, usi e costumi locali, ora racchiusi in video-racconti, in bilico tra narrazione e informazione, con anche aneddoti e notizie insolite sul patrimonio del paese. Pannelli grafici e descrittivi comporranno il percorso storico-artistico, visitabile tramite QR code posizionati all’interno delle pensiline delle fermate bus del territorio.

In questo periodo autunnale la Via delle Genti è protagonista anche di un rilancio turistico grazie alla realizzazione di nuovi itinerari di visita a Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona come il «Grand Tour delle opere», un percorso per ammirare dal vivo i cantieri dei lavori site-specific in fase di realizzazione o per conoscere da vicino l'essenza delle creazioni artistiche già realizzate, ma anche per vistare punti di interesse storico-culturale dell’Alto Verbano e per sperimentare un’immersione nella natura, tra i colori e le sfumature del foliage autunnale.

Didascalie delle immagini
1 . Particolare dell'intervento realizzato per Oggebbio; 2. Il lungolago di Cannero; 3. Il Sacro Monte di Ghiffa; 4. La Big Bench numero #13 sul Monte Carza;  5, 6 e 7. Uno scorcio di Oggebbio; 8. Gli agrumi di Cannero. [Le foto sono state messe a disposizione dall'ufficio stampa del Grand Tour della Via delle Genti]  

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giovedì 3 ottobre 2024

Stefan Sagmeister firma il manifesto della Barcolana 2024 e una speciale illy Art Collection

Porta la firma del graphic designer Stefan Sagmeister (1962) - acclamato artista austriaco di base a New York, il cui lavoro è esposto in prestigiose istituzioni internazionali come il Moma di New York e il Mak di Vienna - il manifesto della cinquantaseiesima edizione della Barcolana, storica regata che dal 4 al 13 ottobre trasformerà Trieste nella città della vela.
 
Dopo Michelangelo Pistoletto (2015), Gillo Dorfles (2016), Maurizio Galimberti (2017), Marina Abramović (2018), Olimpia Zagnoli (2019), Lorenzo Mattotti (2020), Ron Arad (2021), Matteo Thun (2022) e Judy Chicago (2023), illycaffè ha scelto di collaborare con l’autore di «Now is better» (Phaidon, 2023), un libro che è un invito a guardare al futuro con speranza e ottimismo, per dare forma e colori al concept di questa edizione della manifestazione friulana: «Energie Positive».
Stefan Sagmeister ha deciso così di raccontare la Barcolana attraverso la lente dei «Beautiful Numbers» e nella prospettiva del «Long Term Thinking». Il manifesto si traduce, nello specifico, in un inedito intreccio tra presente e passato, unendo un’infografica contemporanea a un quadro antico a olio raffigurante una donna dell’Ottocento vestita a festa.
Le «energie positive» che fanno di Trieste, ponte d’Oriente e terra di vento e di mare, una città dal fascino particolare sono rappresentate da vele dai colori pastello, le cui diverse dimensioni intendono raffigurare l'evoluzione nel numero delle partecipazioni alla regata tra il 1969 e il 2023. La figura femminile del manifesto richiama, invece, il progresso nel tempo del ruolo della donna nella competizione velistica, da semplice spettatrice, come era un secolo fa nelle principali regate di fama internazionale, a grande protagonista come lo è oggi in Barcolana, grazie anche al progetto «Women in Sailing» che la manifestazione triestina porterà avanti con forza anche nel prossimo triennio grazie al supporto del presenting partner Generali.

La realizzazione dell'opera nasce dall'ispirazione artistica che ha accompagnato il designer austriaco in questi ultimi anni. Tra aprile e maggio 2021, in piena epoca Covid, Stefan Sagmeister ha, infatti, esposto alla Thomas Erben Gallery di New York la mostra «Beautiful Numbers», nata con l’obiettivo di far riflettere il pubblico sui positivi sviluppi del mondo qualora lo si guardasse da una prospettiva a lungo termine. Ciò è avvenuto attraverso una serie di visualizzazioni che permettevano di contestualizzare in un periodo di decine o centinaia di anni un qualsiasi fenomeno. Per dimostrare come il miglioramento della società fosse concreto, in quell’occasione l'artista ha realizzato infografiche, vere e proprie opere di design, capaci di raccontare l’evoluzione di una serie di fenomeni nel lungo periodo, grafici in sovrapposizione a quadri antichi. La mostra ha riscosso un ampio successo proprio per la capacità di rappresentare dei «promemoria» positivi e di focalizzare l’attenzione sulla felicità, nonostante le esternalità, come modo di pensare per migliorarsi e impegnarsi per un futuro migliore.
Il progetto si è evoluto nel tempo, fino ad arrivare al 2023, con la terza installazione relativa al «Long Term Thinking», intitolata «Now is Better», in continuità con le composizioni apparentemente astratte inserite in dipinti storici del XVIII e XIX secolo.
 
In occasione della regata triestina, Stefan Sagmeister ha dato vita anche a una speciale illy Art Collection: la «tela bianca» dell’iconica tazzina che ha visto all’opera, tra gli altri, Anish Kapoor e Daniel Buren è animata dalla raffigurazione pittorica antica di una figura femminile e da vele stilizzate di dimensioni diverse, su cui si specchiano le onde circolari del piattino che creano una connessione con il mare. 
«L'intreccio tra le vele, la figura femminile, le linee e colori rappresentano il mio desiderio di condividere un’idea di evoluzione nel tempo, che possa far emergere e diffondere un sentimento di fiducia verso il futuro», ha spiegato l'artista. 
La illy Art Collection per Barcolana rappresenta, dunque, un invito a prendersi del tempo, anche durante la pausa caffè, per provare a cambiare il proprio sguardo sul mondo, stimolando una prospettiva incoraggiante e focalizzando l’attenzione sulla felicità.

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