Da Man Ray a Robert Mapplethorpe, da Vanessa Beecroft a Francesca Woodman, da Julia Margaret Cameron a Mihaela Noroc ed Elisabetta Catalano: sono sguardi differenti di grandi artisti che dall’Ottocento a oggi hanno lasciato il proprio nome nel grande libro della storia mondiale della fotografia quelli che vanno in scena a Brescia in occasione della terza edizione del Brescia Photo Festival.
Da giovedì 2 a domenica 5 maggio dieci sedi espositive cittadine -per un totale di 4mila metri quadrati- ospiteranno diciannove esposizioni tra mostre tematiche, monografiche e one-off, in gran parte produzioni originali, oltre a talk con artisti, workshop, concerti, proiezioni cinematografiche e visite guidate.
Filo conduttore di questa edizione del festival, le cui rassegne temporanee proseguiranno in gran parte fino a settembre inoltrato, è la complessità dell’universo femminile nella società contemporanea: la donna davanti all'obiettivo come fonte di ispirazione creativa e la donna dietro l'obiettivo, come realizzatrice di opere fotografiche, sono, infatti, una costante importantissima e imprescindibile nel panorama internazionale.
La manifestazione, che si inaugurerà con un concerto per pianoforte del veneziano Alessandro Taverna (giovedì 2 maggio, alle ore 18), sarà anche un’importante occasione per valorizzare il patrimonio museale di Brescia, a partire dal Complesso di Santa Giulia, antico monastero femminile di origine longobarda, al cui interno saranno ospitate ben nove mostre del festival.
Il percorso può idealmente partire con la rassegna «Davanti l’obiettivo», a cura di Mario Trevisan, che racconta il nudo femminile attraverso un centinaio di scatti di artisti di fama internazionale, in un viaggio che va dagli albori della fotografia a oggi, passando dagli anni ’20 e dalla Parigi del periodo surrealista all'America Latina degli inizi del ‘900, senza dimenticare il Giappone e la sua cultura.
Al Museo di Santa Giulia viene proposta anche un’esposizione sulle più importanti fotografie italiane, «Dietro l’obiettivo», con oltre cento scatti provenienti dalla collezione di Donata Pizzi. Attraverso le opere in mostra –da quelle di reportage a quelle più spiccatamente sperimentali– affiorano i mutamenti concettuali, estetici e tecnologici che hanno caratterizzato la fotografia italiana dell’ultimo cinquantennio, dal 1965 al 2018.
Sempre alle donne fotografe è dedicata l’installazione «Parlando con voi», ideata da Giovanni Gastel, con trenta schermi su cui scorrono interviste esclusive e sequenze di opere e pubblicazioni di una trentina di artiste.
Chiude idealmente il trittico sul ritratto dal XIX al XXI secolo, ammiccando anche alla cultura del selfie, la rassegna «Autoritratto al femminile», a cura di Donata Pizzi e Mario Trevisan, con cinquanta opere che non si fermano alla semplice e formale produzione del ritratto, ma sono caratterizzate da una forte ricerca nella rappresentazione intimista del soggetto/oggetto.
Sempre al Museo di Santa Giulia sono allestite due monografiche, a cura della collezione Massimo Minini, con altrettante artiste alla loro prima volta in Italia: Julia Margaret Cameron, la più importante ritrattista di epoca vittoriana, ed Elisabetta Catalano, testimone della storia d’Italia dagli anni Settanta ai giorni nostri, di cui sono esposti trenta ritratti di grandi personaggi del Novecento.
Un’altra eccezionale prima per il nostro Paese è la mostra «Mihaela Noroc. The Atlas of Beauty», a cura di Roberta D'Adda e Katharina Mouratidi, che allinea quarantaquattro scatti tratti dal progetto sul mondo femminile e sul concetto di bellezza multiculturale, iniziato nel 2013 dalla fotografa romena e che ora conta oltre 2mila ritratti da più di cinquanta Paesi.
A completare questo percorso artistico-culturale al Complesso di Santa Giulia sono due progetti speciali, con altrettante opere uniche poste in dialogo immateriale con il patrimonio museale e i suoi modelli senza tempo.
L’esposizione «Dea. La Vittoria alata dalle immagini d’archivio a Galimberti» è dedicata alla straordinaria statua di bronzo, simbolo della città di Brescia, temporaneamente in restauro. Nella sezione romana del museo a immagini dell’Archivio fotografico dei Musei civici, che ripercorrono la storia della Vittoria alata, si affiancano tre opere inedite di Maurizio Galimberti, realizzate con la tecnica del fotocollage.
In «VBSS.002», esposta nella Basilica di San Salvatore (dal 2011 Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco), Vanessa Beecroft ritrae se stessa come una Madonna che allatta due gemelli neri anziché un bambino bianco.
Un ulteriore progetto one-off, allestito nella Pinacoteca Tosio Martinengo, da poco riaperta dopo un lungo restauro, è «Ma-donne». Un meraviglioso scatto di Tazio Secchiaroli con Sophia Loren nell’inedita veste di una Madonna, icona per eccellenza della femminilità, si inserisce in un dialogo senza tempo con le opere della collezione permanente di pittura raffiguranti la Madonna, in un percorso trasversale a epoche e stili. Ai dipinti del percorso museale si aggiunge, in occasione della mostra, la «Vergine consolatrice» di Francesco Hayez, opera dipinta negli anni 1851-1853 su commissione del Comune di Brescia e ispirata alla grande tradizione del Rinascimento.
Un’altra location coinvolta nel festival è Ma.co.f. – Centro della fotografia italiana, situato nel barocco Palazzo Martinengo Colleoni. Qui quattro mostre indagano il ruolo della donna nella società e nel mondo del lavoro negli ultimi 70 anni, in Italia e all’estero.
«Happy Years. Sorrisi e malizie nel mito di Betty Page e nel mondo delle pin up», a cura di Renato Corsini e Francesco Fredi, espone una trentina di fotografie vintage degli anni ’50: immagini di Betty Page scattate da Paula Claw, insieme a un inedito reportage realizzato da Nicola Sansone sull'America di quel periodo e pubblicazioni e documenti originali d'epoca che parlano dell’affermazione dei diritti femminili e del ruolo della donna nell’America postbellica.
«Una, nessuna, centomila», a cura del Collettivo donne fotoreporter, racconta l’esperienza di dieci fotografe italiane, tra cui Kitti Bolognesi, Marcella Campagnano e Giovanna Calvenzi, che nel 1976 indagarono la relazione fra donna e fotografia, giocando con ruoli e stereotipi propri dell’immaginario femminile e ironizzando sui luoghi comuni legati al mestiere di fotografo.
«La rivoluzione silenziosa. Donne e lavoro nell’Italia che cambia», a cura di Tatiana Agliani, è un racconto fotografico corale della storia del lavoro delle donne in Italia e dei cambiamenti che ha portato nella condizione femminile, in un paese in trasformazione. Un centinaio di immagini, dai maestri del neorealismo agli autori contemporanei come Paola Agosti, Federico Garolla, Uliano Lucas, Giorgio Lotti, Paola Mattioli, Nino Migliori, Carlo Orsi e Ferdinando Scianna delineano aspirazioni e desideri che mutano, limiti e condizionamenti sociali, concezioni di sé e del proprio ruolo nella società, nuove possibilità, orizzonti culturali e prospettive di vita di quattro generazioni di donne.
A chiusura la proposta del Ma.co.f. è una monografica, a cura di Carolina Zani, che omaggia il fotografo bresciano Gian Butturini: trentacinque fotografie in bianco e nero raccolte tra quelle dei suoi numerosi reportage, raccontano la sua visione dell’universo femminile. Le protagoniste di questa mostra sono donne rappresentate dall'artista nella loro tenerezza e sensibilità, forza e passione, senza pose o rigorosi canoni estetici, ma attraverso semplici gesti e sguardi.
Il Brescia Photo Festival, quest’anno, uscirà anche fuori dai confini cittadini. A Montichiari sarà possibile vedere, dal 10 maggio, la mostra «Hollywood versus Cinecittà», a cura di Renato Corsini e Margherita Magnino, che mette a confronto le fotografie dei paparazzi della Roma della «Dolce Vita» con quelle della stampa hollywoodiana dell’America degli anni ’30. Mentre a Desenzano del Garda sarà ospitata, dall’11 maggio, «Miss Italia. Miti e leggende dell’era delle Miss», a cura di Renato Corsini, che racconta i miti e le leggende del celebre concorso, oltre all’evoluzione dell’estetica femminile, attraverso gli scatti di due grandi maestri della fotografia italiana, Federico Patellani e Gianni Berengo Gardin. La rappresentazione fotografica del concorso è sempre stata quella ufficiale, con gli scatti in posa destinati ai rotocalchi o alle dirette televisive, questa mostra vuole invece indagare dietro le quinte scoprendo i retroscena del concorso.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Vanessa Beecroft, VBSS.002, 2006-2008Digital C-Printcm. 230,8x177,8Collezione San Patrignano–Work in progress; [fig. 2] Hollywood versus Cinecittà. Sophia Loren. Foto: G.Palmas. Brescia Photo Festival 2019; [fig. 3] M. Noroc, The Atlas of Beauty - Milan, Italy, 2017; [fig. 4] Foto di Rudolf Koppitz per Donne davanti l’obiettivo; [fig. 5] Dietro l'obiettivo. Dalla collezione di Donata Pizzi. Courtesy of Letizia Battaglia, La bambina e il buio, Baucina, 1980; [fig. 6] Betty Page fotografata da Bunny Yeager
Informazioni utili
www.bresciaphotofestival.it
Nessun commento:
Posta un commento