ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 30 gennaio 2022

#notizieinpillole, cronache d'arte dal 24 al 30 gennaio 2022

«Tipo»: a Prato il turismo e la cultura entrano in fabbrica
Visite guidate, trekking urbani, spettacoli e laboratori per adulti e bambini, «dentro e fuori» dalle fabbriche che hanno fatto la storia della città di Prato, uno dei più grandi distretti tessili di tutta Europa: ecco quanto offre «Tipo», un inedito progetto di turismo industriale in programma ogni ultimo week-end del mese, fino alla fine maggio, che coinvolge le manifatture storiche e quelle d’avanguardia.
L’iniziativa permette un ulteriore modalità per vivere il territorio e le sue bellezze, affiancandosi ai già apprezzati percorsi legati alla storia (con le chiese e i musei, le ville medicee e gli affreschi di Filippo Lippi e Paolo Uccello), alla contemporaneità (con il Centro «Luigi Pecci»), ai cammini naturalistici (con la via Medicea e quelle della lana e della seta) e all’enogastronomia (con prodotti presidio Slow Food come la mortadella di Prato o i fichi secchi di Carmignano).
Ogni sabato dell’ultimo fine settimana del mese, «Tipo» – il cui slogan è «Fabbriche raccontano storie» – propone spettacoli in luoghi della produzione tessile solitamente non aperti al pubblico. Questo mese tocca all’azienda Picchi, che farà da scenario a un concerto di Elianto (sabato 29 gennaio, alle ore 20:30). Nei mesi a seguire saranno protagonisti l’azienda Ricceri, con lo spettacolo «Moriremo cinesi?» di Federico Rampini (26 febbraio), e il complesso industriale de La Cartaia di Vaiano, con uno show di Fabio Celenza (26 marzo).
La domenica ci si muove, invece, sul territorio provinciale, per scoprire il patrimonio di architettura industriale e di ex fabbriche rigenerate con progetti di innovazione urbana. Si inizierà con un tour nella zona fuori Porta Santa Trinita e all’archivio dei campionari dello storico Lanificio Lucchesi (domenica 30 gennaio). Si proseguirà con un trekking urbano dalla Corte via Genova (ex lanificio Bini) al polo Campolmi, fabbrica della cultura, che ospita oggi il Museo del Tessuto e la biblioteca comunale Lazzerini (domenica 26 febbraio). È, poi, in programma una visita alla Val di Bisenzio (26 marzo), culla dell’industria tessile delle origini, dove si trovano il Museo delle macchine Tessili di Vernio, l’ex lanificio Romei di Cerbaia e il villaggio fabbrica Forti de La Briglia.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.tipo.prato.it

«Il canto di Ulisse», un reading-concerto su Primo Levi
È un omaggio a Primo Levi, testimone oculare di ciò che è stata la Shoah, quello che andrà in scena lunedì 21 febbraio, alle ore 21, al Teatro Off Off di Roma.
Dopo il debutto al Festival di Todi del 2019, arriva per la prima volta nella capitale «Il canto di Ulisse», reading-concerto dai testi «L’ultimo Natale di guerra» e «Se questo è un uomo», che vede protagonista Roberto Herlitzka, accompagnato da Stefano Santospago e dai musicisti Alessandro Di Carlo al clarinetto e Alberto Caponi al violino.
Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Diritto e Rovescio, con la curatela registica di Teresa Pedroni, era stato concepito in occasione del centenario della nascita di Primo Levi, nel 2020, ma rimandato a causa della pandemia.
«L’ultimo Natale di guerra» è una raccolta di racconti scritti da Primo Levi tra il 1977 e il 1987 per diversi giornali-riviste, editi postumi. «Il canto di Ulisse» è, invece, un frammento del romanzo «Se questo è un uomo», l’episodio in cui più intensamente e consapevolmente vediamo i personaggi elevarsi al di sopra dell’atmosfera del lager con versi, quelli di Dante, che hanno il potere di evocare un mondo di spazi aperti, orizzonti sterminati, mari e montagne familiari, oltre il confine dei lager.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://off-offtheatre.com

Al via le selezioni per il concorso «Superblast»
«Come passato e futuro convivono nel presente? Cosa imparare dalla crisi, dai processi di collasso e recupero? Cosa rimarrà alle future generazioni di fronte all’infinita stratificazione che caratterizza il tempo che viviamo?» Continua, mettendo sotto i riflettori queste domande, l’indagine sui temi urgenti del contemporaneo di «Nam - Not A Museum», il programma di arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, basato sul principio dell'interdisciplinarità, sul coinvolgimento della comunità e sull’indagine del rapporto tra arte, scienza e natura.
Rimarrà aperta fino al 1° marzo la seconda edizione del concorso internazionale «Superblast», che prevede l’assegnazione di sei residenze d’artista per under 40 nella città di Firenze.
La selezione sarà effettuata da una giuria internazionale composta da Andrea Lissoni, direttore artistico di Haus der Kunst a Monaco, Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou di Metz, Elena Magini, curatrice al Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci» di Prato, Caterina Molteni, assistente curatrice al Mambo di Bologna.
Il 24 aprile saranno annunciati sui canali di Manifattura Tabacchi e Nam – Not a Museum gli artisti selezionati per le residenze che avranno luogo da maggio a luglio.
Ciascun artista avrà a disposizione € 5.000 per la produzione del proprio lavoro, uno studio e un alloggio per il periodo di residenza.
Le sei opere realizzate confluiranno in una mostra collettiva, che si svolgerà nel mese di settembre a Manifattura Tabacchi e che verrà raccontata da una pubblicazione curata e edita da Nero Editions.
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www.superblast.it

«Lovers in art», da 24 Ore Cultura un libro su dieci coppie di artisti e amanti
Quando l’arte e la passione si incontrano nascono storie indimenticabili, a volte tormentate, mai banali. La storia è segnata da questi incontri fatali, vissuti all’insegna della condivisione e di una rivalità più o meno esplicita. Dal 3 febbraio da 24 Ore Cultura porta in libreria «Lovers in Art» (cartonato 20 x 26 cm, pagine: 128 pagine interamente illustrate, prezzo: € 29,90, codice ISBN: 978-88-6648-559-9) una graphic novel, illustrata da Giancarlo Ascari, in arte Elfo, e Pia Valentinis, che racconta le aspirazioni e le difficoltà, le complicità e i sodalizi di dieci celebri coppie che hanno fatto la storia dell’arte.
Con oltre cento tavole interamente scritte e illustrate a quattro mani, il volume racconta spaccati di vita in cui le tensioni artistiche e affettive si sono intrecciate e scontrate in modi nuovi, producendo capolavori estetici, disastri umani e grandi amori.
Tra le pagine del libro i lettori potranno così scoprire le storie di Dante Gabriel Rossetti ed Elizabeth Siddal, August Rodin e Camille Claudel, Gustav Klimt ed Emilie Flöge, Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne, Vasilij Kandinskij e Gabriele Münter, Pablo Picasso e Dora Maar, Salvador Dalì e Gala, Diego Rivera e Frida Kahlo, Alfred Stieglitz e Georgia O’Keeffe, Christo e Jeanne-Claude.
In una società che all’epoca era ancora fortemente impregnata di supremazia maschile, il volume vuole dare nuova luce anche alle donne di queste coppie che non erano solo “mogli, amanti o muse di”, ma geniali pittrici, fotografe, poetesse e scultrici, vere e proprie protagoniste della realtà artistica del loro tempo.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.24orecultura.com.

«Fiori in arte», al Porto antico di Genova va in scena Antiqua 2022
Si intitola «Fiori in arte» la trentunesima edizione di Antiqua, fiera in programma dal 5 al 13 febbraio al Porto Antico di Genova, nei Magazzini del Cotone.
Arredi di alta epoca, sculture, tappeti pregiati, dipinti a partire dal Seicento con un excursus nella pittura ligure del XIX e XX secolo, argenti e gioielli, sculture lignee e in marmo, ceramiche, vetri artistici, libri e stampe costituiranno l’ossatura della manifestazione.
Tra i dipinti annunciati in anteprima ci sono «Omaggio floreale alla costruzione del Molo Nuovo alla Lanterna» di Stefano Camogli (Genova 1619/20 1690), «L’Arca di Noé dopo il diluvio» della bottega di Bernardino Campi (Reggio Emilia 1520-1571) e la «Riconciliazione di Labano con Giacobbe» di Giovanni Andrea De Ferrari (Genova 1598-1669). Tra le argenterie, sempre di manifattura genovese, saranno esposte una coppia di acquasantiere Luigi XVI in argento finemente sbalzato e cesellato del XVIII secolo, due servizi di posate in argento e un crocifisso ligneo di scuola genovese del XVII secolo.
In occasione della manifestazione, Banca Carige proporrà nell’atrio d’onore una rassegna di opere provenienti dalla sua collezione, tra cui lavori di Raimondo Sirotti e Rubaldo Merello e preziose maioliche del XVII e XVIII secolo.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.antiquagenova.it

La Galleria dell’Accademia di Firenze riapre al pubblico le sale «Bizantine»
È una pagina importante nella storia della Galleria dell’Accademia di Firenze quella scritta in questi giorni. Hanno da poco riaperto al pubblico le sale dedicate alla pittura del Duecento e del Trecento, collocate al piano terra, con un nuovissimo impianto di climatizzazione e di illuminazione che esalta l’allestimento, rinnovato anche nel colore scelto per le pareti, una tonalità di verde ispirata alle cromie dei capolavori ospitati e «in particolare – racconta il direttore Cecilie Hollberg - a quello che troviamo nel bellissimo frammento dell’affresco di Giotto con la testa di pastore».
Le cosidette sale «Bizantine» sono un prezioso scrigno, ricco di tavole a fondo oro appartenenti alla collezione dei maestri della pittura gotica fiorentina. Tra gli altri, sono esposti il Maestro della Maddalena, il Maestro della Santa Cecilia, Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, Andrea di Cione detto l’Orcagna e Pacino di Buonaguida. A quest’ultimo artista, straordinario pittore e miniaturista, è dedicata la sala centrale, dove sono esposti il famoso «Albero della Vita» e altre tre importanti opere (tempera su tavola, datate 1305-1310) raffiguranti San Procolo, San Giovanni Evangelista e San Nicola, che costituivano tre dei pannelli laterali di un polittico smembrato proveniente dalla chiesa di San Procolo a Firenze.
Le sale sono, dunque, dotate oggi di un impianto di climatizzazione di cui erano totalmente sprovviste e di un impianto di illuminazione sviluppato ad hoc da Enel X, con la supervisione dell’architetto Claudia Gerola e della restauratrice Eleonora Pucci, mirato al risparmio e all’efficienza energetica, ma anche alla valorizzazione delle opere esposte.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.galleriaaccademiafirenze.it.

[Foto di Guido Cozzi] 

«Saul Steinberg. scrivere senza parole»: un nuovo podcast di Triennale Milano
Triennale Milano ha da poco lanciato un nuovo podcast: «Saul Steinberg. Scrivere senza parole». Il progetto, articolato in nove episodi, vuole offrire delle chiavi di lettura per avvicinarsi alla figura del disegnatore e illustratore rumeno di nascita e americano d’adozione, tra i più importanti artisti del Novecento, e per leggere le sue opere anche attraverso la ricostruzione del contesto nel quale egli è nato e cresciuto.
Il podcast è scritto e realizzato da Francesco Costa, giornalista e vicedirettore de «Il Post», in occasione della mostra «Saul Steinberg Milano New York», a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti, promossa da Triennale con Electa. Il sound design è invece, curato da Bruno Belissimo; mentre firma la produzione Mismaonda.
Dopo una breve introduzione, il progetto racconta gli anni milanesi, importanti nella formazione di Saul Steinberg, che trova nella città un contesto culturale stimolante, cosmopolita, un laboratorio di modernità. Qui l’artista conosce, tra gli altri, Aldo Buzzi, Alberto Lattuada, Cesare Zavattini, Giovanni Guareschi. Il terzo episodio è dedicato all’America, dove Saul Steinberg arriva nel 1942 e dove, durante il suo soggiorno, realizzò quasi 90 copertine e circa 1.200 disegni per il «The New Yorker». Su questo giornale, durante la seconda Guerra mondiale, Saul Steinberg pubblica anche ben dieci reportage, protagonisti di uno specifico segmento del podcast.
Gli episodi successivi sono dedicati allo stile inconfondibile dell’artista, un miscuglio di linguaggi caratterizzato dall’invenzione di personaggi «camuffati», al suo sguardo sul paesaggio urbano americano, al suo lavoro su marchi e loghi.
Il penultimo episodio è dedicato al «Labirinto dei Ragazzi» che l’artista realizza insieme allo studio di architettura Bbpr per la decima Triennale di Milano (1954), di cui oggi restano, oltre alle fotografie e i suoi racconti, i quattro leporelli esposti nella mostra attualmente in corso in Triennale.
L’ultimo episodio è, invece, dedicato al rapporto di Saul Steinberg con il sistema dell'arte. L’artista alternava fasi della sua carriera di estrema insoddisfazione e disincanto a momenti di grande entusiasmo. In tutta la sua sterminata produzione ritorna il tema dell'identità, della percezione di sé e dello sguardo degli altri.
Il podcast è disponibile sul sito triennale.org.
 
Il celebre street artist André Saraiva reinterpreta lo smile
Era il 1972 quando faceva la sua comparsa The Smiley Company, azienda fondata dal giornalista francese Franklin Loufrani per contribuire alla diffusione di buone notizie e infondere positività e ottimismo. Cinquant’anni dopo il marchio che ha reso famoso uno dei simboli più iconici di sempre, lo smile, festeggia l’anniversario con una serie di iniziative worldwide, tra cui la collaborazione con André Saraiva. Al noto street artist, conosciuto anche come Monsieur André o Monsieur A, l’azienda presieduta da Nicolas Loufrani ha, infatti, affidato il compito di re-immaginare l’iconico logo di Smiley.
Nato a Uppsala, in Svezia, da genitori di origini portoghesi, André Saraiva è cresciuto a Parigi dove giovanissimo ha iniziato a coltivare la sua passione per i graffiti. In occasione del cinquantesimo anniversario di The Smiley Company, l’artista ha creato una serie di reinterpretazioni artistiche originali e in edizione limitata del simbolo icona di Smiley, volta a catturare il messaggio di positività che da sempre caratterizza il marchio. «Smiley è un simbolo davvero iconico, di cui tutti si sentono parte e con esso creano la propria storia - racconta l’artista-. Anche il mio personaggio Mr. A è un ragazzo felice, perciò quando abbiamo deciso di lavorare insieme a Smiley per Mr. A è stato come incontrare il suo fratello maggiore. È una collaborazione perfetta».
I loghi creati da André Saraiva per Smiley saranno utilizzati per rendere uniche oltre cinquanta collezioni presentate in concomitanza delle celebrazioni del compleanno del brand, durante la primavera ed estate del 2022. I lavori dello street artist saranno al centro delle campagne di marketing durante tutto l'anno e in diverse «forme» che spazieranno dal manifesto della street art a livello globale fino a vere e proprie esperienze live all’insegna di uno stile di vita positivo.
Maggiori informazioni su: https://smiley.com/. 

Da Franco Maria Ricci editore un libro sull'arte degli scacchi
L'arte degli scacchi – un gioco tanto complesso quanto universalmente noto – è al centro dell'ultimo volume d'arte pubblicato da FMR, la casa editrice fondata più di cinquant'anni fa da Franco Maria Ricci che ha fatto dell'eleganza della veste editoriale e della qualità dei contenuti la propria cifra stilistica. È, infatti, appena stato licenziato il volume «Sulla scacchiera. Arte e scienza degli scacchi», centosettanta pagine che ripercorrono la storia di un gioco dal fascino immutato con gli anni, che richiede ragionamento logico, concentrazione, capacità di astrazione, fiducia in sé stessi e disciplina, nei limiti imposti da precise regole.
I meccanismi cerebrali che si attivano durante una partita sono al centro del saggio in apertura, scritto dai neuroscienziati Zachary Mainen e Razvan Sandru, che presentano un’analisi dei processi mentali alla base delle varie strategie di gioco.
A questo testo segue il lungo excursus del giornalista Stefano Salis, che racconta la nascita e l’evoluzione degli scacchi e ne presenta i riflessi nel cinema, nelle arti figurative, nella letteratura, in un viaggio che spazia dallo scrittore Vladimir Nabokov al «Settimo sigillo» di Ingmar Bergman, da Jorge Luis Borges a Marcel Duchamp, artista e campione assoluto di questa disciplina.
Chiude il volume l’appendice curata dallo scacchista e giornalista Adolivio Capece, che fornisce una sintesi delle regole basilari del gioco e propone una raccolta di partite celebri, sia vere sia fittizie, svelandone mosse e curiosità.
L’importanza degli scacchi nel corso del tempo è testimoniata anche dagli oggetti con cui si giocava: le scacchiere, uno degli omaggi più pregiati da donare a re e alti dignitari dello Stato e della Chiesa, realizzate da abili artigiani con i metalli nobili, i legni più rari, l’avorio. Per illustrare il volume sono stati scelti i pezzi più raffinati di una delle più preziose e complete collezioni private al mondo, magistralmente fotografati da Massimo Listri.
Per maggiori informazioni: https://www.francomariaricci.com/it/libri/sulla-scacchiera.

Arriva in libreria «10x10 storie di donne fotografe»
Esce il 3 febbraio in libreria «10x10. Storie di donne fotografe», volume a cura di Nicolas Ballario - edito da 24 Ore Cultura - che racconta vita, arte e aneddoti di dieci protagoniste dell’arte fotografica del XXI secolo.
Da Dorothea Lange con i suoi scatti sull’America prostrata dalla Grande Depressione, a Gerda Taro con la sua tragica, prematura fine nella guerra di Spagna, il volume propone un’accurata selezione di fortunate e celebri immagini, impresse negli occhi e nelle emozioni di tutti, realizzate da importanti artiste del secolo scorso, che sono anche state oggetto di una miniserie di documentari video promossa da 24 Ore Cultura per il Mudec.
Nel volume si trovano gli scatti di Margaret Bourke-White, tra i primi fotografi a mettere piede nel lager di Buchenwald, e di Claude Cahun, la cui opera è genialmente anticipatrice di tematiche dei nostri giorni come quelle legate al gender e all’identità sessuale, ma anche di Lisetta Carmi, fotografa quasi dimenticata per decenni e riscoperta in tardissima età.
Vengono, quindi, raccontate autrici dedite a una propria originale ricerca, come Tina Modotti, divisa tra arte e impegno politico, e la versatile Imogen Cunningham; fino ad arrivare ai giorni nostri, con grandi artiste come Cindy Sherman e Vanessa Beecroft, che utilizzano la fotografia come medium privilegiato di espressione del proprio mondo interiore e della propria ricerca espressiva. Non manca una selezione di scatti di Nan Goldin, che ha «fotografato l’infotografabile», sfidando una società che non era pronta a essere messa davanti alla cruda realtà.
Il libro, in vendita anche on-line, «non vuole essere un compendio della fotografia al femminile e certamente non ha l’ambizione di offrire una sintesi in questo senso – afferma il curatore Nicolas Ballario -. Abbiamo scelto dieci donne che con la loro pratica hanno cambiato la storia della fotografia e lo hanno fatto da una posizione scomoda, che le voleva gregarie». Le artiste raccontate sono donne e fotografe dalle personalità molto diverse; ad unirle però c’è la loro avanguardia: l’aver anticipato i tempi, sfidando un mondo e un sistema – quello dell’arte – profondamente maschilista, in cui a dominare sono quasi sempre gli uomini.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.24orecultura.com.

«Max Ernst: dalla persecuzione alla libertà», la collezione Peggy Guggenheim commemora la Giornata della memoria
La collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha partecipato alle commemorazioni per la Giornata della memoria, ricorrenza internazionale in ricordo delle vittime dell’Olocausto, con una presentazione aperta al pubblico dedicata a Max Ernst e, in particolare, alla sua scultura «Giovane donna a forma di fiore» (nella foto), esposta nel giardino delle sculture.
Giovedì 27 gennaio, alle ore 12, in italiano, e alle ore 15, in inglese, i visitatori hanno potuto assistere al talk «Max Ernst: dalla persecuzione alla libertà”», della durata di circa quindici minuti, dedicato all’artista franco-tedesco, tra i maggiori interpreti dell’arte del XX secolo.
Max Ernst prende parte a due dei principali movimenti artistici del ’900, il Dadaismo e il Surrealismo, distinguendosi come una delle figure principali dell’arte occidentale dell’epoca. Nel corso della sua carriera, affronta soggetti legati all’occulto, all’alchimia, alla metamorfosi e all’unità della materia nell’universo. Ritroviamo il suo nome insieme a quello di Otto Dix, Theo Brün, Vasily Kandinsky e tanti altri nella «Mostra sull’arte degenerata», esposizione itinerante organizzata da Adolf Ziegler e dal partito nazista a fini propagandistici inaugurata a Monaco di Baviera il 19 luglio 1937. Nel 1939 Max Ernst viene imprigionato a Camp des Milles, campo di internamento francese, perché considerato nemico straniero. Due anni dopo fugge negli Stati Uniti con l’aiuto di Peggy Guggenheim che sposerà nel 1941.
L’opera «Giovane donna a forma di fiore» (1944) è un esempio dell’analisi di Max Ernst del tema della metamorfosi, che è qui collegato alla corrispondenza simbolica tra donna e natura. L’artista presenta la trasformazione fisica, l’assimilazione del corpo della donna in una pianta, in uno stadio piuttosto avanzato.
Per maggiori informazioni: https://www.guggenheim-venice.it/it/.

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