ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 23 aprile 2012

Milano diventa «Piano City»

Si preannuncia come uno degli appuntamenti culturali più attesi di questa primavera la straordinaria tre giorni di «Piano City Milano», iniziativa promossa dal Comune di Milano, in co-produzione con Ponderosa Music&Art e Accapiù, grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo ed Edison, e con la collaborazione di Milano Civica Scuola di Musica - Fondazione Milano.
La manifestazione, in programma da venerdì 11 a domenica 13 maggio, arriva all’ombra della Madonnina, dopo il successo dell’omonima manifestazione berlinese, nata da un’idea del pianista Andrea Kern e tenutasi nell’ottobre 2010.
 Oltre cento i concerti di pianoforte che si alterneranno sulla scena milanese. Sono previste esibizioni in piazze, biblioteche, ospedali e giardini dell’intera città, dal centro alla periferia, ma anche house concerts in abitazioni private (aperte al pubblico) ed eventi speciali con grandi nomi della musica, come Ludovico Einaudi, Danilo Rea, Davide Cabassi, Antonio Ballista, Bruno Canino, Michele Campanella, Enrico Intra, Hauschka e Francesco Grillo.
«Con la sua forma del tutto inedita, «Piano City» è un evento pensato per un pubblico vasto ed eterogeneo; una manifestazione –si legge nella presentazione- capace di offrire nell’arco di un intero weekend, un modo non convenzionale di vivere e ascoltare la musica, di riscoprire la città e di condividere la cultura». Fondamentale per la realizzazione del progetto, che ha avuto un suo «Preludio» lo scorso dicembre alla Caserma Magenta, è la collaborazione tra i cittadini, che apriranno le porte delle proprie case, e istituzioni e imprese, come Intesa Sanpaolo ed Edison, che metteranno a disposizione i propri spazi per concerti, partecipando, quindi, attivamente alla realizzazione del progetto. Edison aprirà, per esempio, le porte della storica sede di Foro Bonaparte 31: la musica sarà così, per una sera, la regina indiscussa della Sala azionisti, spazio nel quale un tempo i milanesi si recavano a pagare le bollette della luce. Stesso discorso vale per Intesa Sanpaolo, che veicolerà la manifestazione per far conoscere il suo «Progetto Cultura», ospitando un concerto nelle sale delle Gallerie d’Italia, il nuovo museo milanese di piazza Scala, al cui interno sono conservate oltre duecento opere, da Canova a Boccioni.
 Centro di riferimento della manifestazione sarà la Rotonda della Besana, luogo dove si terranno numerose iniziative, fra le quali i «Piano Kids» per i più piccoli, proiezioni di film e laboratori di meccanica del pianoforte. A questi si affiancheranno una serie di eventi speciali: da «Piano Night», un’intera serata dedicata al pianoforte con un susseguirsi di iniziative ed eventi culturali, a «Piano Battle», sfida a suon di musica tra due grandi compositori e pianisti.
  Villa Necchi, dimora del Fai, sarà, invece, scenario di «Piano Marathon», l’esecuzione collettiva di Vexations di Eric Satie, una straordinaria e misteriosa composizione -che ebbe la sua prima esecuzione nella New York underground negli anni ’60- in cui lo stesso tema viene ripetuto fino a 840 volte impegnando i pianisti per dodici ore.
 «Piano City» vuole, quindi, essere un forte messaggio rivolto a tutti i milanesi: «un invito – si legge nella presentazione- alla partecipazione collettiva, a una manifestazione culturale che rappresenta uno stimolo nel condividere spazi ed esperienze, anche in maniera semplice e aperta». Una voglia di città viva, racchiusa nello slogan «Cultura Chiama Cultura», a simboleggiare la possibilità di trovare rinnovate modalità di fruizione e di condivisione della cultura. Pianisti professionisti, ma anche insegnanti e semplici amanti del pianoforte, selezionati attraverso Internet, si esibiranno in questa tre giorni a suon di musica classica, jazz, swing e pop, che si annuncia imperdibile per tutti gli amanti delle sette note.


 Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Particolare di un pianoforte; [fig. 2] Un momento di spettacolo a «Piano City Berlino»; [fig. 3] Un momento di spettacolo tenutosi a dicembre in occasione del Preludio di «Piano City Milano» 
[Le foto sono state messe a disposizione da Alessandra de Antonellis, uno degli addetti stampa di «Piano City Milano»]


Informazioni utili 
«Piano City Milano». Quando: venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 maggio 2012. Cosa: una tre giorni evento con oltre 100 concerti di pianoforte diffusi in tutta la città. Dove: a Milano, nelle case private e in diversi luoghi simbolo della città. Sito ufficiale: www.pianocitymilano.it.

sabato 21 aprile 2012

Due «soffi» d’arte di Christiane Löhr per il Fai

Peli di cane, crini di cavallo, denti di leone, fiori di bardana, edera, cardo selvatico, erbe indiane e semi di agrimonia. Non stiamo parlando di una pozione magica, ma dei materiali che Christiane Löhr (Wiesbaden, 1965) utilizza per realizzare le sue sculture: piccole e raffinate installazioni organiche che rimandano a oggetti quotidiani o architettonici.
E' il caso anche di «Drei Quader (Tre cubi)» e «Bogenform und kleine Erhebung (Forma d’archi e piccola elevazione)»: le due opere dell’artista tedesca, entrate nei mesi scorsi nella collezione permanente di Villa Panza, la residenza varesina del Fai – Fondo per l’ambiente italiano, dopo essere state esposte, durante l’estate 2010, nella mostra temporanea «Dividere il vuoto».
In questi lavori minimalisti, collocate in dialogo con le opere di Ford Beckman, si ravvisa una volontà di ri-creazione della natura. Una volontà che è, da sempre, la cifra stilistica di Christiane Löhr: semi, piante, crini di cavallo e fiori assumono, infatti, nella sua opera nuova vita; vengono trasformati in realtà della nostra quotidianità come contenitori, calici, boschetti, costruzioni templari o gioielli.
La similitudine tra forma e oggetto, suggerita dal titolo delle opere, è in realtà molto vaga e finisce per perdere importanza di fronte alla modalità creativa, all’eccezionale manualità dell’artista tedesca, che oggi vive tra Colonia e Prato.
Christiane Löhr, allieva di Jannis Kounellis a Düsseldorf, non altera, infatti, i materiali organici che usa per le proprie opere. Li assembla e li innesta tra di loro senza far uso di collanti o di anime di ferro, ma tenendo conto della geometria interna della forma dei semi e dei fiori.
Nascono così costruzioni leggere e fragili, impalpabili e delicate meraviglie architettoniche, microcosmi raffinatissimi e complessi, con i quali è possibile stabilire unicamente un rapporto visivo poiché il tatto le disperderebbe. Ed è proprio in questa evanescenza e precarietà che sta il fascino e la poeticità del lavoro della giovane artista, che vanta già nel proprio curriculum una partecipazione alla Biennale di Venezia, quella del 1999 curata da Harald Szeemann, e numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali una borsa di studio per la residenza alla Cité Internationale des Arts (Parigi) e una per il soggiorno in India con il Daad, entrambe del 2000.
Villa Panza diventa, dunque, una tappa per conoscere la ricerca analitica della Löhr sulla forza vitale e misteriosa della natura, sul suo mondo segreto e sulla varietà delle sue espressioni. Una ricerca che assume connotati lirici e poetici, creando  architetture impalpabili, facilmente ascrivibili al panorama interiore, alla nostra emotività e affettività.
«Le opere di Christiane Löhr trasmettono il valore di ancestrali gesti primordiali che sono tipicamente femminili ma soprattutto globali, cioè comprensibili da tutti, anche da culture profondamente diverse da noi»: ha dichiarato il critico Germano Celant. Un soffio di vita sembra animare, dunque, crini di cavallo, denti di leone e fiori di bardana, regalando a chi osserva questo spettacolo della natura, estraneo alla normale temporalità dei cicli naturali, un senso di calma e serenità.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Christiane Löhr ,«Bogenform und kleine Erhebung (Forma d’archi e piccola elevazione)»; [fig.2] Christiane Löhr al lavoro. Foto di Salvatore Mazza [Le foto sono state messe a disposizione dall’ufficio stampa del Fai]

Informazioni utili

Christiane Löhr. «Drei Quader (Tre cubi)» e «Bogenform und kleine Erhebung (Forma d’archi e piccola elevazione)».Villa e collezione Panza,piazzale Litta 1, Biumo - Varese. Orari: 10.00-18.00. Ingresso: adulti € 8,00, bambini € 3,00. Informazioni: tel. 0332.283960 o faibiumo@fondoambiente.it.Sito web: www.fondoambiente.it/beni/villa-e-collezione-panza.asp.

«Titanic», a Trieste una mostra per il centenario

Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 avveniva una delle più grandi tragedie che la storia della navigazione ricordi in tempo di pace: il naufragio, nel corso del suo viaggio inaugurale, del transatlantico britannico «Titanic», allora la più grande nave passeggeri del mondo. Un evento, questo, che ha inciso in profondità sull’immaginario collettivo attraverso decine di libri e film che hanno rievocato il disastro che vide la scomparsa degli oltre millecinquecento passeggeri. Sono poche, invece, le testimonianze relative agli anni impiegati dalla compagnia britannica «White Star Line» per la costruzione del «transatlantico inaffondabile», di una grande imbarcazione, cioè, che potesse battere qualunque altra nave per dimensioni, comfort, lusso, sicurezza e che avesse così il dominio delle rotte oceaniche che collegavano il Vecchio continente all’America. Tra queste, una tra le più recenti è rappresentata dal volume «Titanic – dal cantiere all’oceano», scritto dal giovane ricercatore Gaetano Anania. Il libro, frutto di una passione a lungo coltivata dall’autore, racconta la vicenda del «Titanic» da una prospettiva inedita, quella di William Walsh, studente di ingegneria navale che ebbe la possibilità di documentare in un diario i lavori di costruzione della nave nei cantieri «Harland & Wolff» di Belfast. Il ricco apparato iconografico contenuto nel libro, proveniente in buona parte dal prestigioso archivio dello storico navale Maurizio Eliseo, costruisce il cuore della mostra «Titanic – dal cantiere all’oceano», allestita a Trieste, al Centro commerciale «Il Giulia». L’esposizione, curata da Claudio Luglio, raccoglie una quarantina di immagini d’epoca che raffigurano soprattutto gli operai al lavoro e le diverse fasi di lavorazione del transatlantico all’interno dei cantieri irlandesi che, per poter costruire navi di così grandi dimensioni, all’epoca subirono grandi lavori di potenziamento. «In quegli anni - racconta lo storico navale Matteo Martinuzzi - le compagnie inglesi e tedesche, ovvero le principali potenze marittime dell’epoca, si contendevano il primato delle navi più grandi lussuose e veloci, arrivando a costruire veri e propri colossi del mare. La compagnia britannica «White Star Line» progettò la realizzazione di tre transatlantici giganti da oltre 45.000 tonnellate: l’«Olympic», il «Titanic» e il «Britannic». Tutte e tre le imbarcazioni verranno ricordate come le più sfortunate navi mai esistite, con le ultime due affondate e la prima sopravvissuta ad almeno tre gravi incidenti. L’insegnamento che ci ha lasciato la perdita del «Titanic» -conclude Martinuzzi- è la sconfitta della superbia dell’uomo che credeva di aver realizzato qualcosa che la natura mai avrebbe potuto distruggere ed invece non fu così». «La mostra vuole essere un modo originale di rievocare il centenario – dichiara il curatore Claudio Luglio – in quanto la nostra attenzione è diretta a coloro che hanno contribuito alla realizzazione della nave, il più delle volte dimenticati dalle cronache e dalle opere di fiction sul «Titanic». Ma l’esposizione triestina - conclude Luglio – oltre ad avere un forte legame con una città che ha una lunga tradizione navale, intende essere anche un significativo sforzo di aprire ad iniziative culturali un luogo solitamente deputato al commercio come «Il Giulia»».

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Il «Titanic» alla banchina di allestimento; [fig. 2] Le imponenti eliche del «Titanic»


Informazioni utili
Titanic – dal cantiere all’oceano. Centro Commerciale Il Giulia - galleria pianoterra, via Giulia 75/3 – Trieste. Orari: lunedì-sabato, ore 9.30-20.00 e domenica, 10.00-19.30. Ingresso libero. Fino a sabato 28 aprile 2012.