Sarà il Man di Nuoro ad ospitare la prima grande antologica che il nostro Paese dedica a Berenice Abbott (1917-1991), una delle più originali e controverse protagoniste della storia fotografica del Novecento. L’esposizione, realizzata grazie al contributo della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna, si intitola «Topografie» e raccoglie ottantadue stampe originali realizzate tra la metà degli anni Venti e i primi anni Sessanta, che Anne Morin ha suddiviso in tre macrosezioni intitolate «Ritratti», «New York» e «Fotografie scientifiche».
Nata a Springfield, in Ohio, nel 1898, Berenice Abbott si trasferisce a New York nel 1918 per studiare scultura. Qui entra in contatto con Marcel Duchamp e con Man Ray, esponenti di punta del movimento dada. Con quest’ultimo, in particolare, stringe un rapporto di amicizia che la spingerà a seguirlo a Parigi e a lavorare come sua assistente tra il 1923 e il 1926.
Sono di questo periodo i primi ritratti fotografici dedicati ai maggiori protagonisti dell’avanguardia artistica e letteraria europea, da Jean Cocteau a James Joice, da Max Ernst ad André Gide.
Allontanatasi dallo studio di Man Ray per aprire il proprio laboratorio di fotografia –frequentato da un circolo di intellettuali come Jane Heap, Sylvia Beach, Eugene Murat, Janet Flanner, Djuna Barnes e Betty Parson – la Abbott entra in contatto con il fotografo francese Eugène Atget, conosciuto per le sue immagini delle strade di Parigi, volte a catturare la scomparsa della città storica e le mutazioni nel paesaggio urbano.
Per l’artista è un punto di svolta. La fotografa decide di abbandonare la ricerca portata avanti fino a quel momento e di fare propria la poetica del negletto Atget – del quale, alla morte, acquisterà gran parte dell’archivio, facendolo conoscere in Europa e negli Stati Uniti - dedicandosi, da quel momento in poi, al racconto della metropoli di New York.
Tutti gli anni Trenta, dopo il rientro negli Stati Uniti, sono, infatti, dedicati alla realizzazione di un unico grande progetto, volto a registrare le trasformazioni della città in seguito alla grande depressione del 1929. La sua attenzione si concentra sulle architetture, sull’espansione urbana e sui grattacieli che progressivamente si sostituiscono ai vecchi edifici, oltre che sui negozi e le insegne. Il risultato è un volume, tra i più celebri della storia della fotografia del XX secolo, intitolato «Changing New York» (1939), che raccoglie una serie straordinaria di fotografie caratterizzate da forti contrasti di luci e ombre e da angolature dinamiche, a esaltare la potenza delle forme e il ritmo interno alle immagini.
Nel 1940 Berenice Abbott diventa picture editor per la rivista «Science Illustrated». L’esperienza maturata nelle strade di New York la porterà a guardare con occhi diversi le immagini scientifiche, che diventano per lei uno spazio privilegiato di osservazione della realtà oltre il paesaggio urbano. In linea con le coeve ricerche artistiche sull’astrazione, l’artista realizza allora una serie di fotografie di laboratorio, concentrandosi sul dinamismo e sugli equilibri delle forme, con esiti straordinari.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Van De Graaff Generator, Cambridge, MA, c.1958 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York; [fig. 2] Nightview, New York, 1932 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York Dorothy Whitney, Paris, 1926 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York Fifth Avenue
Informazioni utili
Topografie. Antologica di Berenice Abbott .Museo Man, via S. Satta, 27- Nuoro. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-20.00; lunedì chiuso. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,00; gratuito per gli under 18 e la prima domenica del mese. Informazioni: tel. 0784.252110. Sito internet: www.museoman.it. Dal 17 febbraio al 21 maggio 2017.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
lunedì 13 febbraio 2017
venerdì 10 febbraio 2017
Da McCurry ai settant’anni di Magnum: a Brescia è di scena la fotografia
Riflettori puntati sulla fotografia a Brescia. Dal 7 al 12 marzo la città lombarda ospiterà, per iniziativa dei musei cittadini e del Macof, la prima edizione di un photo festival internazionale, destinato a diventare un appuntamento fisso nel calendario. «People» è il tema scelto come filo conduttore della kermesse in cantiere nel 2017, anche grazie alla collaborazione di Silvana editoriale e del Laba, alla cui creatività si devono il logo e l’immagine coordinata del festival. Mostre, workshop, incontri e dibattiti caratterizzeranno il cartellone della manifestazione, articolato in due sedi principali: il Museo di Santa Giulia e il Ma.Co.. Ricco sarà, però, anche il calendario del «fuori festival» che toccherà gallerie e spazi privati, oltre al cinema Eden, dove è in programma la proiezione di un ciclo di film documentari con le biografie dei grandi fotografi.
A tenere a battesimo il festival sarà una prima mondiale da non perdere: la mostra «Leggere» di Steve McCurry, inedita produzione made in Brescia, realizzata con il contributo di Civita Mostre e il progetto di allestimento di Peter Bottazzi, destinata a girare il mondo. L’esposizione è collegata alla fortunata serie di immagini che il fotografo statunitense ha riunito in un magnifico volume, che è anche un best seller del settore a livello mondiale. Ma quelle pubblicate nel libro saranno solo alcune delle foto che popoleranno la più ampia mostra che Steve McCurry proporrà a Brescia sul tema della lettura, realizzata con la curatela di Biba Giacchetti e, per i contributi letterari, di Roberto Cotroneo.
Ma a connotare questa edizione del festival sarà soprattutto la concomitanza con un anniversario di rilievo nella storia della fotografia: i settant’anni dalla fondazione della agenzia internazionale di fotogiornalismo Magnum Photo, che vede al suo interno alcuni tra i più grandi fotografi del mondo. Tre le mostre in agenda, in programma fino al 3 settembre al Museo di Santa Giulia e nella sede della locale Camera di commercio. Si parte, negli spazi del Museo di Santa Giulia, con «Magnum First», che ripropone, per la prima in Italia, oltre ottanta stampe vintage in bianco e nero di Henri Cartier-Bresson, Marc Riboud, Inge Morath, Jean Marquis, Werner Bischof, Ernst Haas, Robert Capa ed Erich Lessing, accompagnate dagli scritti degli autori.
Questa mostra è stata fortunosamente ritrovata nel 2006, ancora chiusa nelle sue casse, dopo essere stata dimenticata in una cantina di Innsbruck nel lontano 1956 e riemerge, ora, per la prima volta dopo essere stato restaurato.
Sempre a Santa Giulia ci sarà anche «Magnum - La première fois», rassegna a cura di François Hébel, con i servizi che hanno reso celebri venti conosciuti fotografi Magnum, tramite proiezioni e stampe originali. Inoltre, nella sede della Camera di commercio di Brescia, sarà possibile ammirare per la prima volte le proiezioni di «Brescia Photos», tre reportage su Brescia ed il suo territorio realizzati nel 2003 da tre celeberrimi reporter Magnum: Harry Gruyaert, Alex Majoli e Chris Steele-Perkins.
Non meno affascinanti le numerose proposte espositive del Ma.Co.f (Centro italiano di fotografia), il cui comitato scientifico, presieduto da Gianni Berengo Gardin, ha voluto, coerentemente con il percorso finora individuato privilegiare la fotografia italiana. Due le produzioni del Brescia Photo Festival per due novità assolute: una mostra di circa duecento immagini di Uliano Lucas, sicuramente uno dei testimoni più attenti degli ultimi cinquant’anni della storia della fotografia, e la prima antologia mai realizzata sul lavoro di Caio Mario Garrubba, un omaggio doveroso ad un indiscusso maestro del fotogiornalismo italiano ed internazionale, che non ha avuto ancora riscontri e riconoscimenti adeguati, nonostante le prestigiose collaborazioni con «Life» e «Der Spiegel».
L’esordio di Brescia Photo Festival è anche caratterizzato da un nuovo premio internazionale per la fotografia intitolato a Mario Dondero. La giuria che esaminerà le opere è composta da Gianni Berengo Gardin, Uliano Lucas, Maddalena Dondero, Renato Corsini, Walter Guadagnini e Gianluigi Colin.
Didascalie delle immagini
[Figg. 2 e 3] © Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos
Informazioni utili
http://bresciaphotofestival.it/teaser/
A tenere a battesimo il festival sarà una prima mondiale da non perdere: la mostra «Leggere» di Steve McCurry, inedita produzione made in Brescia, realizzata con il contributo di Civita Mostre e il progetto di allestimento di Peter Bottazzi, destinata a girare il mondo. L’esposizione è collegata alla fortunata serie di immagini che il fotografo statunitense ha riunito in un magnifico volume, che è anche un best seller del settore a livello mondiale. Ma quelle pubblicate nel libro saranno solo alcune delle foto che popoleranno la più ampia mostra che Steve McCurry proporrà a Brescia sul tema della lettura, realizzata con la curatela di Biba Giacchetti e, per i contributi letterari, di Roberto Cotroneo.
Ma a connotare questa edizione del festival sarà soprattutto la concomitanza con un anniversario di rilievo nella storia della fotografia: i settant’anni dalla fondazione della agenzia internazionale di fotogiornalismo Magnum Photo, che vede al suo interno alcuni tra i più grandi fotografi del mondo. Tre le mostre in agenda, in programma fino al 3 settembre al Museo di Santa Giulia e nella sede della locale Camera di commercio. Si parte, negli spazi del Museo di Santa Giulia, con «Magnum First», che ripropone, per la prima in Italia, oltre ottanta stampe vintage in bianco e nero di Henri Cartier-Bresson, Marc Riboud, Inge Morath, Jean Marquis, Werner Bischof, Ernst Haas, Robert Capa ed Erich Lessing, accompagnate dagli scritti degli autori.
Questa mostra è stata fortunosamente ritrovata nel 2006, ancora chiusa nelle sue casse, dopo essere stata dimenticata in una cantina di Innsbruck nel lontano 1956 e riemerge, ora, per la prima volta dopo essere stato restaurato.
Sempre a Santa Giulia ci sarà anche «Magnum - La première fois», rassegna a cura di François Hébel, con i servizi che hanno reso celebri venti conosciuti fotografi Magnum, tramite proiezioni e stampe originali. Inoltre, nella sede della Camera di commercio di Brescia, sarà possibile ammirare per la prima volte le proiezioni di «Brescia Photos», tre reportage su Brescia ed il suo territorio realizzati nel 2003 da tre celeberrimi reporter Magnum: Harry Gruyaert, Alex Majoli e Chris Steele-Perkins.
Non meno affascinanti le numerose proposte espositive del Ma.Co.f (Centro italiano di fotografia), il cui comitato scientifico, presieduto da Gianni Berengo Gardin, ha voluto, coerentemente con il percorso finora individuato privilegiare la fotografia italiana. Due le produzioni del Brescia Photo Festival per due novità assolute: una mostra di circa duecento immagini di Uliano Lucas, sicuramente uno dei testimoni più attenti degli ultimi cinquant’anni della storia della fotografia, e la prima antologia mai realizzata sul lavoro di Caio Mario Garrubba, un omaggio doveroso ad un indiscusso maestro del fotogiornalismo italiano ed internazionale, che non ha avuto ancora riscontri e riconoscimenti adeguati, nonostante le prestigiose collaborazioni con «Life» e «Der Spiegel».
L’esordio di Brescia Photo Festival è anche caratterizzato da un nuovo premio internazionale per la fotografia intitolato a Mario Dondero. La giuria che esaminerà le opere è composta da Gianni Berengo Gardin, Uliano Lucas, Maddalena Dondero, Renato Corsini, Walter Guadagnini e Gianluigi Colin.
Didascalie delle immagini
[Figg. 2 e 3] © Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos
Informazioni utili
http://bresciaphotofestival.it/teaser/
giovedì 9 febbraio 2017
«Le 100 facce della musica italiana» in mostra a Parma
Dalla A di Alessandra Amoroso alla Z di Zucchero, passando per Vasco Rossi e Paolo Conte, Luciano Ligabue e Francesco De Gregori, Mario Biondi e i Negramaro: in questi giorni il mondo della musica italiana è sotto i riflettori non solo a Sanremo, ma anche a Parma.
Nelle sale del Palazzo del Governatore va, infatti, in scena una galleria di ritratti firmati da Giovanni Gastel, uno dei più celebri fotografi italiani al mondo.
Il progetto espositivo, intitolato «Le 100 facce della musica italiana», è stato ideato e realizzato dal team della rivista «Rolling Stone», punto di riferimento della pop culture contemporanea, sotto la supervisione di Denis Curti e con la produzione esecutiva di Ankamoki.
Sguardi profondi, sorrisi luminosi, gesti misurati: con questi cento suoi lavori, Giovanni Gastel racconta ed esprime l’anima e la personalità di ognuno dei personaggi immortalati. Dalla popstar al rapper, dal discografico al gruppo rock, quello che scorre lungo le pareti del Palazzo del Governatore è così un vero e proprio mappamondo artistico del nostro mondo delle sette note. Elisa e Giorgia, due tra le cantanti pop più conosciute, sono, infatti, affiancate in mostra a star dell’hip hop e del rap come Emis Killa, Club Dogo, Fedez, J- Ax e Fabri Fibra e ad autori quali Mogol.
Quello di Giovanni Gastel non è un semplice progetto fotografico ma un vero e proprio atto di amore per la musica italiana, i suoi volti e il suo suono. Dal suo lavoro è, infatti, nato un caleidoscopio di immagini che traducono su pellicola le anime dei musicisti che più hanno segnato la storia contemporanea.
La mostra, della quale rimarrà documentazione in un numero speciale della rivista «Rolling Stone», ha avuto una lunga gestazione. A raccontarla è il curatore Denis Curti: «Gastel ha voluto riprendere tutti i suoi cento soggetti in studio. Ha voluto guardarli negli occhi, parlare con loro ed essere certo che la sua luce a led, progettata per l’occasione, riflettesse negli occhi di ognuno. Ha voluto un segno distintivo e coerente. Ha voluto raccogliere i pensieri sparsi. I sorrisi precari. Ha cercato la fascinazione nella curiosità degli sguardi. E quella luce, alla fine, è diventata la doppia firma di questi ritratti. Le sue fotografie riescono a varcare quell’invisibile linea di confidenza, d’intimità, che appartiene a ognuno di noi».
Le fotografie di Giovanni Gastel catturano così, con uno stile inconfondibile ed elegante, un mondo che lo stesso autore ha voluto raccontare con queste parole: «Dicono che Dioniso girasse per il mondo con un festante carriaggio di musici e cantori in una gioiosa e un po’ ebbra pantomima di invasione del mondo. Ecco, quando la musica italiana è entrata nel mio studio e io ho aperto la porta a quella sorridente brigata di artisti e personaggi, ho subito pensato che Dioniso fosse infine arrivato a invadere anche me. E forse così è stato! La musica è entrata sorridendo e con una quantità di personalità forti e diverse tra loro».
Didascalie delle immagini
[Fig.1] Elisa. © Giovanni Gastel per Rolling Stone; [fig. 2] Negroamaro. © Giovanni Gastel per Rolling Stone.
Informazioni utili
«Rolling Stone e Giovanni Gastel - Le cento facce della musica italiana». Palazzo del Governatore, piazza Giuseppe Garibaldi - Parma. Orari:giovedì-domenica, ore 11.00-19.00; martedì e mercoledì su prenotazioni per gruppi e scolaresche (min.18 pp). Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 4,00 per gruppi e scolaresche, ingresso gratuito per under 6, accompagnatori gruppi scolastici, accompagnatore disabile che presenti necessità, accompagnatore o guida per i gruppi prenotati, giornalisti iscritti all’albo, altre categorie o promozioni per sponsor convenzionati.Informazioni e prenotazione al pubblico: tel. 0521.218035 o info@ankamoki.com. Sito web: www.facebook.com/Parmale100facce/. Fino al 19 marzo 2017.
Nelle sale del Palazzo del Governatore va, infatti, in scena una galleria di ritratti firmati da Giovanni Gastel, uno dei più celebri fotografi italiani al mondo.
Il progetto espositivo, intitolato «Le 100 facce della musica italiana», è stato ideato e realizzato dal team della rivista «Rolling Stone», punto di riferimento della pop culture contemporanea, sotto la supervisione di Denis Curti e con la produzione esecutiva di Ankamoki.
Sguardi profondi, sorrisi luminosi, gesti misurati: con questi cento suoi lavori, Giovanni Gastel racconta ed esprime l’anima e la personalità di ognuno dei personaggi immortalati. Dalla popstar al rapper, dal discografico al gruppo rock, quello che scorre lungo le pareti del Palazzo del Governatore è così un vero e proprio mappamondo artistico del nostro mondo delle sette note. Elisa e Giorgia, due tra le cantanti pop più conosciute, sono, infatti, affiancate in mostra a star dell’hip hop e del rap come Emis Killa, Club Dogo, Fedez, J- Ax e Fabri Fibra e ad autori quali Mogol.
Quello di Giovanni Gastel non è un semplice progetto fotografico ma un vero e proprio atto di amore per la musica italiana, i suoi volti e il suo suono. Dal suo lavoro è, infatti, nato un caleidoscopio di immagini che traducono su pellicola le anime dei musicisti che più hanno segnato la storia contemporanea.
La mostra, della quale rimarrà documentazione in un numero speciale della rivista «Rolling Stone», ha avuto una lunga gestazione. A raccontarla è il curatore Denis Curti: «Gastel ha voluto riprendere tutti i suoi cento soggetti in studio. Ha voluto guardarli negli occhi, parlare con loro ed essere certo che la sua luce a led, progettata per l’occasione, riflettesse negli occhi di ognuno. Ha voluto un segno distintivo e coerente. Ha voluto raccogliere i pensieri sparsi. I sorrisi precari. Ha cercato la fascinazione nella curiosità degli sguardi. E quella luce, alla fine, è diventata la doppia firma di questi ritratti. Le sue fotografie riescono a varcare quell’invisibile linea di confidenza, d’intimità, che appartiene a ognuno di noi».
Le fotografie di Giovanni Gastel catturano così, con uno stile inconfondibile ed elegante, un mondo che lo stesso autore ha voluto raccontare con queste parole: «Dicono che Dioniso girasse per il mondo con un festante carriaggio di musici e cantori in una gioiosa e un po’ ebbra pantomima di invasione del mondo. Ecco, quando la musica italiana è entrata nel mio studio e io ho aperto la porta a quella sorridente brigata di artisti e personaggi, ho subito pensato che Dioniso fosse infine arrivato a invadere anche me. E forse così è stato! La musica è entrata sorridendo e con una quantità di personalità forti e diverse tra loro».
Didascalie delle immagini
[Fig.1] Elisa. © Giovanni Gastel per Rolling Stone; [fig. 2] Negroamaro. © Giovanni Gastel per Rolling Stone.
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«Rolling Stone e Giovanni Gastel - Le cento facce della musica italiana». Palazzo del Governatore, piazza Giuseppe Garibaldi - Parma. Orari:giovedì-domenica, ore 11.00-19.00; martedì e mercoledì su prenotazioni per gruppi e scolaresche (min.18 pp). Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 4,00 per gruppi e scolaresche, ingresso gratuito per under 6, accompagnatori gruppi scolastici, accompagnatore disabile che presenti necessità, accompagnatore o guida per i gruppi prenotati, giornalisti iscritti all’albo, altre categorie o promozioni per sponsor convenzionati.Informazioni e prenotazione al pubblico: tel. 0521.218035 o info@ankamoki.com. Sito web: www.facebook.com/Parmale100facce/. Fino al 19 marzo 2017.
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