ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 26 gennaio 2021

«L’arte cura»: il Castello di Rivoli e i musei civici di Firenze si candidano come presidi per le vaccinazioni anti-Covid

Parte dal Castello di Rivoli, uno dei maggiori musei italiani di arte contemporanea, il progetto-pilota per la campagna nazionale «La cultura cura», messo a punto da Cultura Italiae nell’ambito del programma «RespirO2», una serie di proposte, giunte in risposta all’appello «Vissi d’arte», che invita a utilizzare musei, biblioteche, cinema e teatri quali presidi sanitari territoriali per le vaccinazioni anti-Covid.
Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice dell'istituzione piemontese, ha dichiarato a tal proposito: «l'arte ha sempre contribuito alla cura della società – non è un caso che alcuni dei primi musei al mondo fossero precedentemente degli ospedali. Vorremmo adesso restituire il favore, per così dire, mettendo a disposizione le sale del Castello di Rivoli per il piano di vaccinazione nazionale.
Il nostro museo, ospitato in un edificio barocco, è ben attrezzato per questo scopo. I nostri spazi - prosegue la direttrice - sono abbastanza ampi da ospitare un centro per le vaccinazioni sicuro, in cui si possono rispettare le distanze di sicurezza; i nostri custodi sono accoglienti e ben addestrati nel monitorare il pubblico. Ma soprattutto si tratta di un impegno – condiviso anche da altri musei pubblici – a creare uno luogo accessibile e al servizio della comunità. Sebbene le nostre mostre siano attualmente chiuse al pubblico (il Piemonte si trova in zona arancione, ndr), i nostri edifici possono continuare a servire a questo scopo e ad adempiere alla nostra missione». 
Per le vaccinazioni, il Castello di Rivoli mette a disposizione le sale del terzo piano, dove è ospitata la mostra di wall painting di Claudia Comte. Gli spazi, per la loro grandezza, - assicurano dal museo piemontese - «permetteranno, nello specifico, di allestire nei prossimi mesi postazioni vaccinali e spazi per il monitoraggio post-vaccinale in un ambiente confortevole e sicuro che, grazie alle rigorose procedure igieniche, assicurerà la massima tutela». 
La proposta ha incontrato il favore del sindaco di Rivoli, Andrea Tragaioli, che ha già avuto un primo riscontro positivo da parte dell’Asl To3, ma che deve comunque attendere le indicazioni dal Ministero della Salute.
I musei proprio per le azioni di monitoraggio e di controllo svolte normalmente, si prestano, dunque, come spazi ideali per accogliere sedi vaccinali. Ne sono convinti anche a Firenze, dove l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, nell’ambito del convegno on-line «More Museum. Il futuro del museo tra cambiamenti e nuovi scenari», ha messo a disposizione per la campagna di Cultura Italiae la rete dei Musei civici, della quale fanno parte, tra gli altri, il Museo di Palazzo Vecchio, Santa Maria Novella, la Cappella Brancacci, il Forte del Belvedere e il Museo del ciclismo «Gino Bartali».
Durante il simposio che lo scorso 14 gennaio ha visto la partecipazione virtuale di oltre quaranta direttori di museo, Tommaso Sacchi ha dichiarato, a tal proposito, che gli spazi della cultura «devono cambiare pelle e mettersi a disposizione della società» e che «i musei devono sempre più essere parte della nostra vita, della nostra educazione, della nostra società».
«A Firenze - ha aggiunto l’assessore - la commistione tra funzioni sociali diverse è già iniziata e cultura e musei saranno sempre più vicini alla vita quotidiana dei cittadini. Per esempio a Santa Maria Novella il futuro museo della Lingua sarà a fianco del social housing, mentre Manifattura Tabacchi e Torre ex Fiat a Novoli ospiteranno rispettivamente residenze artistiche e una nuova casa del contemporaneo: due enormi ex fabbriche della città diventeranno fabbriche delle idee migliori». In quest’ottica rientra la messa a disposizione dei musei cittadini per la campagna vaccinale.
Nel mondo dello spettacolo – si apprende dalla pagina Facebook di Cultura Italiae – si è, invece, proposto il teatro Franco Parenti di Milano, che, in collaborazione con l’Asl competente, ha messo a disposizione per le vaccinazioni alcuni spazi della Palazzina dei Bagni Misteriosi, l'ex Centro balneare Caimi, con annessa piscina scoperta, che la Fondazione Pier Lombardo ha riqualificato e riaperto al pubblico nel 2016.

Primule d’artista, il Mibact per la campagna di vaccinazione anti-Covid 
Non è la prima volta che il mondo dell’arte si schiera a favore della campagna vaccinale quale simbolo di ripartenza del Paese e, di conseguenza, di un settore che più di altri ha risentito della crisi economica causata dalla pandemia, come documentano anche gli ultimi dati diffusi da Confcommercio che hanno visto nell’ultimo anno diminuire del 47% gli acquisti mensili in cultura delle famiglie italiane.
In occasione del #VaccineDay dello scorso 27 dicembre, il Mibact aveva, infatti, lanciato la campagna di comunicazione «L’Italia rinasce con un fiore», portando il pubblico alla scoperta di «primule -si legge nella nota stampa- di diverse specie, dalle corolle color giallo, arancio e rosa, scolpite su marmi, stampate su pergamene, dipinte su porcellane, catalogate in antichi erbari, descritte in codici botanici nascoste tra piccoli decori oppure protagoniste di pitture parietali e affreschi decorativi».
Sulla card dell’iniziativa è stata utilizzata una sintesi di raffinati esemplari floreali, oltre a un primo piano del busto e delle mani della «Dama col mazzolino» di Andrea Del Verrocchio, conservata al Museo nazionale del Bargello. 
Tra gli esempi proposti ci sono le primule intarsiate nel «fregio di camino» di Francesco di Giorgio Martini a Palazzo Ducale di Gubbio, quelle ricamate sul vivace bordo di un costume tradizionale della Calabria al Museo delle civiltà di Roma, quelle dipinte sulle porcellane della Manifattura Discry del Servizio Raggi alle Galleria nazionale di Palazzo Spinola, a Genova. Ci sono, poi, le primule stampate su una cartolina del 1919, conservata all'interno del Fondo Cesare Poma dell'Archivio di Stato di Biella, e quelle rappresentate nelle cinquecentine della Biblioteca universitaria di Cagliari, nei volumi sulla «Flora italiana ossia Raccolta delle piante più belle che si coltivano nei giardini d’Italia» della Biblioteca Palatina di Parma, nella collana «Flora Napolitana» custodita alla Biblioteca nazionale di Napoli, ma anche nella corona di fiori della «Ninfa alata» di Gennaro De Crescenzo, nella Saletta neoclassica di Palazzo reale, sempre nella città partenopea. 

Musei aperti in zona gialla e solo nei giorni feriali. Da Federculture ad Icom: «una scelta da rivedere»
Nel frattempo, con il Dpcm del 14 gennaio 2021, hanno iniziato a riaprire i musei in zona gialla, ma solo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. La decisione è stata da più parti criticata.
Federculture, l’associazione nazionale degli enti pubblici e privati, delle istituzioni e delle aziende che operano nel campo delle politiche e delle attività culturali, ha giustamente sottolineato, in una lettera al ministro Dario Franceschini, che «legare l’apertura dei musei alla variabile dell’attribuzione di colori alle regioni di appartenenza rende imprevedibile la durata dei periodi di apertura e di chiusura, con conseguenze non gestibili sull’organizzazione del personale e delle prenotazioni».
Nella missiva si evidenzia anche un altro dato che rivela la criticità della decisione presa: «è difficile – scrive il presidente Andrea Cancellato - comprendere quale sia la logica dell’apertura nei soli giorni feriali: se l’esigenza è quella di non sovraccaricare il sistema dei trasporti urbani, si consente una potenziale, pur ridotta, utenza proprio nei giorni di maggiore affollamento dei mezzi pubblici e delle strade».
Anche la sezione italiana di Icom - International Council of Museums è stata critica nei confronti delle modalità di riapertura sottolineando anch'essa che «la perdurante incertezza sulle prospettive di funzionalità, basate su indici rilevati ogni due settimane, impedirà una realistica programmazione delle attività e dei servizi e quindi una positiva inversione di tendenza in termini di occupazione e di incisività culturale e sociale».
Pure Amaci, l’associazione che riunisce ventiquattro tra i principali musei d’arte contemporanea italiani, è voluta intervenire nel dibattito con una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini, nella quale sottolinea come la riapertura parziale dei musei rischi di «penalizzare ulteriormente il loro ruolo e la loro funzione sociale, mettendo a rischio la sostenibilità, non soltanto economica e finanziaria».
Toni duri sono stati, infine, usati da Agta - Associazione guide turistiche abilitate che ha parlato di «una presa in giro» perché di fatto il Dpcm vieta l’apertura negli unici giorni, il sabato e la domenica, nei quali c’è una maggiore possibilità di visita.
«Durante i feriali – spiega, a tal proposito, la presidente Isabella Ruggiero - i musei erano frequentati da turisti, scolaresche e pensionati: i turisti non ci sono, le gite scolastiche sono vietate e le persone anziane cercano di non uscire per evitare il contagio. Considerato che sono vietati gli spostamenti tra regioni, è bloccato anche il turismo interno; quindi, a volere/potere visitare i musei possono essere solo i residenti e al massimo gli abitanti dei comuni circostanti. Peccato che i residenti sono quelli che normalmente dal lunedì al venerdì lavorano e non hanno tempo per visitare i monumenti». Per quale motivo, dunque, vietare l’apertura nei fine settimana? A causa dei trasporti, l’elemento più critico nelle nostre città? Alla domanda pleonastica, Isabella Ruggiero risponde: «non ha senso, perché i trasporti sono pieni e in crisi proprio nei giorni feriali e molto più vuoti il sabato e domenica». E allora per quale motivo?
L’affondo di Agta è duro: «siccome riteniamo che tutto questo sia troppo folle per essere concepito per sbaglio – conclude la presidente dell’associazione- siamo purtroppo arrivati alla conclusione che tali norme si spiegano solo con la volontà di rendere inutile l’apertura. Così poi si dirà che i musei sono risultati vuoti e che comunque è troppo costoso aprirli e chiuderli continuamente. Le nuove norme appaiono come la diabolica risposta a chi ha protestato negli ultimi mesi contro la chiusura. La maggior parte della gente ha recepito solo l’annuncio della riapertura e registra tale notizia come positiva, ma chi è del settore ha capito che di fatto non riaprirà quasi nulla».
Nel frattempo è stato appena firmato da Dario Franceschini un Decreto ministeriale per l'istituzione di un tavolo permanente per i professionisti della cultura così da valutare le problematiche del settore connesse all'emergenza sanitaria e venire incontro alle esigenze di tutti. 
Pur consapevoli che la continuità dell’offerta espositiva è legata alla permanenza in zona gialla e al mantenimento dell’indice Rt sotto l’1, sono, comunque, molti i musei che in Basilicata, Campania, Toscana, Molise, Provincia autonoma di Trento hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e hanno riaperto per i loro concittadini (anche in Sardegna gli spazi espositivi sono stati accessibili per un'intera settimana, prima che la regione fosse spostata in fascia arancione). Speranza e resilienza continuano, dunque, a essere le parole chiave del  mondo della cultura per vivere questo periodo incerto e difficile. (sam)

lunedì 25 gennaio 2021

Brafa Art Fair, una fiera diffusa per gli amanti dell’antiquariato

Brafa Art Fair
, la tradizione rassegna belga d’arte antiquaria, che ogni anno accoglie oltre 65mila visitatori, cambia volto. Per non arrendersi alla pandemia da Coronavirus che rende difficoltosi gli spostamenti tra gli Stati, l’Associazione Foire des Antiquairs de Belgique, con il supporto di Delen Private Bank, ha ideato una vera e propria «fiera diffusa».
Dal 27 al 31 gennaio in trentasette città, ubicate in tredici nazioni prevalentemente europee, sarà possibile vedere centoventisei mostre a tema, unendo così nel segno dell’antiquariato luoghi come ParigiAmsterdamMoscaLisbonaZurigoAnversaLondraBudapest e Roma, ma non solo. 
«L'epicentro» organizzativo sarà il sito brafa.org, dove gli utenti potranno vedere le singole esposizioni dei galleristi in video, volando con la fantasia anche in Giappone, a Nagoya, e negli Stati Uniti, nelle città di San Francisco e New York.
Ogni gallerista avrà la propria pagina personale, sulla quale potrà esporre fino a nove opere (tre dal momento dell’iscrizione, altre sei opere dal giorno della preview, prevista in tutti i Paesi per il 27 gennaiodalle 14 alle 21), con descrizioni complete, recapiti, nonché una mappa e un video personale e originale, registrato appositamente per l'occasione.
Ma in contemporanea sarà anche possibile riscoprire il piacere dell’incontro con un’opera d’arte grazie all’apertura di tutte le gallerie coinvolte in questa inedita edizione di Brafa Art Fair, fiera che debutta sulla scena artistica belga nel 1956, all’interno dell’Arlequin Hall della Galleria Louiza di Bruxelles, grazie a un’idea di Charles Van Hove e Mamy Wouters, all’epoca rispettivamente presidente e vicepresidente della Camera reale belga degli antiquari, e che nel 1995, con Christian de Bruyn al vertice, apre i suoi confini a tutto il mondo, diventando l’apprezzato evento mercantile europeo che conosciamo oggi.
Tutti i partecipanti saranno aperti nelle stesse date e negli stessi orari: dopo l'anteprima di mercoledì 27, saranno visitabili da giovedì 28 gennaio a domenica 31 gennaio, dalle 11 alle 18, salvo le undici sedi di Knokke-Heist, località balneare belga, che hanno scelto date e orari di apertura adeguati alle specificità del luogo: sabato 30 e domenica 31 gennaio e sabato 6 e domenica 7 febbraio, dalle 11 alle 18.
Tra le centoventisei gallerie presenti a questa edizione di Brafa Art Fair ce ne sono undici al debutto: Artimo Fine Arts (Bruxelles), Arts et Autographes (Parigi), Dr. Lennart Booij Fine Arts e Rare Items (Amsterdam), Hadjer (Parigi), Nao Masaki (Nagoya), Jordi Pascual (Barcellona), São Roque - Antiguidades e Galerie de Arte (Lisbona), Tenzing Asian Art (San Francisco), Van der Meij Fine Arts (Amsterdam), Maurice Verbaet (Knokke) e Waddington Custot (Londra).
Altre, invece, esporranno nella sede di un collega. A Knokke-Heist, per esempio, Véronique Bamps proporrà le sue opere da Berko Fine Paintings; a Bruxelles, invece, i lavori delle gallerie Jean Lemaire e Francis Janssens van der Maelen saranno in mostra da Costermans e Pelgrims de Bigard, mentre quelle di Dr. Lennart Booij Fine Arts & Rare Items da Huberty & Breyne.  I membri della Clam - Chambre professionnelle belge de la librairie ancienne et moderne, l'associazione dei librai antiquari belgi esporranno nelle gallerie Claude Van Loock e Le Tout VenantAdrian SchlagDe Jonckheere e Whitford Fine Art hanno selezionato location speciali a Bruxelles, proprio come la Galleria Repetto, che sarà in mostra a Milano, a pochi passi dal Castello Sforzesco, negli eleganti spazi di via Vincenzo Monti 8.  Oltre a ricevere gli appassionati d'arte nelle loro gallerie, Didier ClaesXavier EeckhoutCéline e Fabien MathivetGabriela e Mathieu Sismann e Benjamin Steinitz saranno ospiti di Francis Maere Fine Arts (Gand), a margine della mostra collettiva «Paris-Gent-NYC». Infine, Univers du Bronze e Brame & Lorenceau accoglieranno una mostra nella loro galleria di Parigi oltre ad esporre opere l’una in un indirizzo temporaneo a Bruxelles, l’altra a La Patinoire Royale - Galerie Valérie Bach
Per visitare in presenza i vari spazi espositivi sarà possibile scaricare la mappa della città di proprio interesse, disponibile in pdf sul sito di Brafa Art Fair, dove sarà possibile anche consultare il catalogo e i vari pezzi proposti.
Anche l’Italia sarà tra le protagoniste di questa inedita edizione della fiera belga ribattezzata per l'occasione Brafa in the galleries
 A Milano sarà possibile ammirare il miglior design italiano del '900 da Robertaebasta (via Fiori Chiari 2-3), capolavori di arte africana e orientale da Dalton Somaré (via Borgonuovo 5), opere di ebanisteria da Brun Fine Arts (via Carlo Pisacane 40), arte contemporanea nelle sale di Cortesi Gallery (via Morigi 8) e da Repetto Gallery, nella sua sede temporanea in via Vincenzo Monti 8.
Roma saranno in mostra principalmente dipinti del XIX secolo grazie alla partecipazione di Paolo Antonacci (via Alibert 16/A) e W. Apolloni (Palazzo Patrizi, via Margutta 53B).
La Gioielleria Nardi di Venezia (piazza San Marco 69) esporrà, invece, le sue iconiche creazioni che raccontano lo spirito della città attraverso l'oro e le pietre preziose.
Mentre ad Arezzo si potrà entrare nella wunderkammer contemporanea di Theatrum Mundi (via Cesalpino 20) per meravigliarsi davanti a un fossile di 175 milioni di anni fa o a un casco originale arrivato direttamente dal set di «Star Wars».
In Piemonte, infine, la galleria Chiale Fine Art di Racconigi (via Stefano Tempia 22) festeggerà i cinquant’anni di attività con una selezione di arredi, dipinti e sculture dal XIV al XX secolo.
In un percorso che spazia dal tavolo in micro-mosaico con vedute di Roma su gueridon in mogano realizzato da Paul Sormani (1817-1866) alla ceramica policroma «Cristo» (1956-57) di Lucio Fontana, dall’iconica spilla pendente «L’albero della vita» in oro bianco e diamanti alla «Poltrona di Proust» firmata da Alessandro Mendini per Cappellini (1978), dalla tela «Omaggio a La Fornarina» del pittore belga Philippe-Jacques van Bree (1786-1871) a «La rosa» (1981) di Michelangelo Pistoletto, sono tanti i pezzi di qualità che le gallerie italiane presenteranno a Brafa Art Fair, importante vetrina per l’arte antiquaria e per i collezionisti, che da sempre scelgono questo evento mercantile per i loro investimenti d’arte.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Albero della vita. Spilla pendente di Nardi Moretto realizzata in oro bianco 18 kt, incastonata con più di 6 ct. di diamanti. Opera in mostra alla Gioielleria Nardi di Venezia; [fig. 2]  Poltrona di Proust firmata da Alessandro Mendini per Cappellini (1978). Opera d'arte esposta alla galleria Robertaebasta di Milano; [fig. 3]  Philippe-Jacques van Bree (Anversa 1786-1871 Bruxelles), Omaggio alla Fornarina: un panificio a Roma. Olio su tela, 128 x 100 cm. Firmato P: van Brée. Roma. Opera esposta da Apolloni a Roma; [fig. 4] Carla Accardi (Trapani 1924-2014 Roma), Negativo (ideogramma), 1954. Smalto e caseina su tela, 88,50 x 116,50 cm. Firmato Opera esposta alla galleria Robertaebasta di Milano; [fig. 5] Lucio Fontana (Rosario, Argentina 1899-1969 Comabbio, Italia), Cristo, 1956-1957. Ceramica policroma smaltata, H 38 x L 15 x P 12 cm. Firmato sul retro L. F.. Certificato di autenticità della Galleria Blu. Registrato dall'Archivio Lucio Fontana al n. 1185/15, Milano. Provenienza: Galleria Blu, Milano; collezione privata, Trento. Opera esposta dalla Galleria Repetto

Informazioni utili 

Brafa in the galleries.Orari: anteprima - mercoledì 27, dalle ore 14 alle ore 21 | 28-31 gennaio, dalle ore 11 alle ore 18. Sito internet: www.brafa.art. Da mercoledì 27 a domenica 31 gennaio 2021 

sabato 23 gennaio 2021

Nasce «Art.live!». Da Claude Monet ad Artemisia Gentileschi, la visita virtuale alle mostre è in diretta su Zoom

Oltre tremila biglietti venduti in pochi giorni e spettatori collegati non solo dall'Italia, ma anche da Francia, Canada, Portogallo e Stati Uniti: è stato un successo oltre le aspettative quello del progetto pilota di Art.live!, nuovo format tutto italiano nato per visitare le mostre quando i musei sono chiusi o non ci si può spostare da una regione all’altra.
Il primo esperimento, che ha ottenuto da più parti il plauso, è stato fatto durante le vacanze natalizie con la rassegna «Monet e gli Impressionisti», allestita a Bologna, negli spazi di Palazzo Albergati.
Dietro l’innovativo progetto c’è Arhemisia, azienda leader nel settore espositivo, da sempre sinonimo di innovazione e di arte al servizio di tutti - dagli addetti ai lavori ai semplici curiosi -, con le audioguide gratuite per ogni visitatore, il linguaggio pop delle presentazioni e dei contenuti esplicativi, le coinvolgenti campagne promozionali.
Ma che pregi in più ha Art.live rispetto alle solite mostre virtuali? A differenza dei tanti contenuti disponibili gratuitamente su Internet, - assicurano da Arthemisia- «la visita guidata in diretta coinvolge il pubblico in maniera più attiva», offrendo la stessa identica emozione che si prova passeggiando realmente tra le sale di un museo. «La diretta – spiegano ancora dall’azienda presieduta da Iole Siena - rende l’esperienza «vera» e, nonostante si sia collegati con centinaia di persone contemporaneamente, è come fare una visita privata ed esclusiva», al termine della quale è anche possibile fare domande e approfondire i temi della visita.
Partecipare è semplice. Dopo la prenotazione e il pagamento di un biglietto al costo simbolico di cinque euro, ci si connette in maniera intuitiva tramite Zoom e si entra nelle sale delle mostra – da soli, in compagnia degli amici o della famiglia e da qualsiasi luogo del mondo si voglia – ‘passeggiando’ tra le opere esposte, guidati da esperti comunicatori, come in «una visita guidata ‘in carne ed ossa’».
Dopo la fase sperimentale, Art.live! ha già pronti due nuovi appuntamenti per domenica 24 e 31 gennaio, alle ore 18, sempre all’interno delle sale di Palazzo Albergati. Sergio Gaddi, noto divulgatore d’arte, condurrà ancora una volta il pubblico alla scoperta della mostra «Monet e gli Impressionisti», curata da Marianne Mathieu: un viaggio unico tra le suggestioni pittoriche di quegli artisti che, sul finire dell'Ottocento, immortalarono sulla tela la luce e l'aria. L'offerta proseguirà, poi, anche nei mesi successivi. 
L’esposizione allinea, nello specifico, cinquantasette capolavori, provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, che portano la firma, tra gli altri, di Claude Monet, Eduard Manet, Pierre Auguste Renoir, Edgar Degas, Jean-Baptiste Camille Corot, Alfred Sisley, Gustave Caillebotte, Berthe Morisot, Eugéne Boudin, Camille Pissarro e Paul Signac.
Sala per sala, sarà possibile ammirare accanto a opere cardine dell’Impressionismo francese come «Portrait de Madame Ducros» (1858) di Degas, «Portrait de Julie Manet» (1894) di Renoir e «Nymphéas» (1916-1919 ca.) di Monet, lavori inediti perché mai usciti dal museo parigino. È il caso di «Portrait de Berthe Morisot étendue» (1873) di Édouard Manet, «Le Pont de l’Europe, gare Saint- Lazare» (1877) di Claude Monet e «Jeune Fille assise au chapeau blanc» (1884) di Pierre Auguste Renoir.
«Sono molto orgogliosa di questo progetto – dice Iole Siena -. Ho osservato le tante cose offerte da Internet in questo periodo, ma non mi convincevano, mancava qualcosa. La gratuità e l’accesso libero sminuiscono il valore dell’offerta, che peraltro è talvolta autoreferenziale e noiosa. Ho voluto sperimentare le visite in diretta senza aver nessun riferimento perché nessuno lo ha fatto prima di noi, e sono rimasta colpita dal seguito che abbiamo avuto. E la cosa che più mi piace di questo nuovo progetto, è che non finirà con il Covid, ma anzi si svilupperà sempre di più allargando il bacino di utenza delle mostre. La visita in diretta on-line non è un sostituto della visita ‘vera’, ma consente a tutti di vedere quelle mostre che non si potranno visitare per i motivi più diversi. Vedo del grande potenziale in questo progetto, e il mio obiettivo è di far visitare in questo modo tutte le mostre del mondo».
Nel frattempo, Arthemisia sta già pensando di proporre visite guidate in diretta per altre due sue mostre: «Manolo Valdés. Le forme del tempo», allestita al Museo di Palazzo Cipolla di Roma, e l’attesa esposizione «Le signore dell’arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600», in prossima apertura a Palazzo Reale di Milano.
La prima esposizione, per la curatela di Gabriele Simongini, allinea una sessantina di opere, alcune delle quali di grandi dimensioni, che danno conto della produzione di Valdés dai primi anni Ottanta a oggi. Nella ricerca figurativa e ludicamente visionaria dell'artista, i maestri del passato più o meno lontano - da Velázquez a Rubens e Zurbarán, da El Greco a Ribera fino a Léger, Matisse e Lichtenstein - diventano interlocutori con cui intrattenere un contatto giornaliero. L’immagine prelevata da Valdés nel passato più o meno recente si trasforma recependo i mutamenti dell’arte successiva (soprattutto attraverso l’informale e la Pop art) «fino ad approdare – spiegano da Arthemisia - in una nuova veste davanti a noi, con i buchi e le lacerazioni della materia impressi da questo lungo viaggio nel tempo».
«Le signore dell’arte» è, invece, il titolo della mostra, per la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, con cui Milano rende omaggio, nelle sale di Palazzo Reale, alle più grandi artiste vissute tra ‘500 e ‘600: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre, anche poco note, come la nobildonna romana Claudia del Bufalo.
L'esposizione allinea, nello specifico, oltre centocinquanta opere di trentaquattro artiste, provenienti da sessantasette enti prestatori, tra cui - per rimanere nella sola Italia - le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna.
Tra le opere esposte, ci sono la pala della «Madonna dell’Itria» di Sofonisba Anguissola, che non ha mai lasciato prima d’ora la Sicilia, la «Madonna Immacolata e san Francesco Borgia» di Rosalia Novelli, unica opera certa del catalogo dell’artista, e la tela «Matrimonio mistico di Santa Caterina» di Lucrezia Quistelli. Ma lungo il percorso espositivo si possono ammirare anche la «Consacrazione alla Vergine» di Lavinia Fontana, la «Giovane donna in vesti orientali» di Ginevra Cantofoli e l’iconica «Giuditta con la testa di Oloferne» di Fede Galizia.
Tre progetti espositivi di indubbio fascino si svelano così, grazie all’innovativo progetto di Arthemisia, anche agli occhi di chi, a causa della pandemia, non potrà spostarsi con agilità tra Bologna, Milano e Roma, rendendo un po’ più luminosi questi tempi bui per il mondo della cultura.



Didascalie delle immagini 
[Figg. 1, 2, 3  e 4] Inaugurazione della mostra «Monet e gli Impressionisti» al Palazzo Albergati di Bologna; [fig. 5] Fede Galizia, Giuditta con la testa di Oloferne, 1601. Olio su tela, 123x92 cm. Ministero per i beni e le Attività culturali e per il Turismo – Galleria Borghese; [fig. 6] Ginevra Cantofoli, Giovane donna in vesti orientali, seconda metà del XVII secolo. Olio su tela, 65x50 cm. Padova, Museo d'arte medioevale e moderna, legato del Conte Leonardo Emo Capodilista, 1864; [fig. 7] Elisabetta Sirani, Cleopatra, 1664 circa. Olio su tela, 110x91 cm. Collezione Privata
Art.live! con Monet. Acquisto su www.arthemisia.it o www.palazzoalbergati.com (acquisto possibile fino alle ore 14.00 del giorno di svolgimento della visita): Biglietto: 5€ (+ diritti d'agenzia). Modalità di partecipazione: App Zoom. Date e orari: - 24 gennaio, ore 18.00; - 31 gennaio, ore 18.00; 7 febbraio, ore 18.00; 14 febbraio, ore 18.00; 21 febbraio, ore 18.00; 28 febbraio, ore 18.00; 18 marzo, ore 19.00, con lo storico dell’arte Leonardo Catalano; 21 marzo, ore 18.00, con l’esperto d’arte Sergio Gaddi; giovedì 1° aprile, ore 19.00, con lo storico dell’arte Leonardo Catalano; sabato 3 aprile, ore 18.00, con l’esperto d’arte Sergio Gaddi; sabato 3 aprile, ore 18.00, con l’esperto d’arte Sergio Gaddi; domenica 11 aprile, ore 19.00, con lo storico dell’arte Leonardo Catalano; domenica 18 aprile, ore 19.00, con l’esperto d’arte Sergio Gaddi, domenica 25 aprile, ore 19.00, con l’esperto d’arte Sergio Gaddi. Istruzioni per partecipare:  - acquistare la visita su www.arthemisia.it o www.palazzoalbergati.com (*se si tratta di un regalo a terzi, specificare nei campi appositi i dati del partecipante all’evento: nome, cognome e email) | - a partire dalle ore 15.00 del giorno dell’evento, riceverete da Zoom la mail con il link e le credenziali di accesso per partecipare alla visita in diretta. In ogni caso, un’ora prima della partenza del tour, verrà inviata una mail di promemoria | - scaricare la app Zoom | - accedere a Zoom cliccando sul link ricevuto o inserendo le credenziali indicate |- momento Q&A alla fine della visita  (aggiornato sabato 3 aprile 2021, alle ore 11.30)