ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 1 agosto 2021

#Notizieinpillole, cronache d'arte della settimana dal 26 luglio al 1° agosto 2021

«I GIOCHI DEL SILENZIO», UN’INSTALLAZIONE ARTISTICA PER LE OLIMPIADI DI TOKYO
Stadi a capienza limitata, scarsa interazione con il pubblico, eventi collaterali ridotti al minimo: è questo lo scenario delle Olimpiadi di Tokyo, il primo grande evento sportivo di portata globale dopo la pandemia. Quelli giapponesi sono, dunque, giochi non ordinari, in cui «il silenzio -racconta Technogym, azienda italiana leader mondiale nel fitness e nello sport - è il grande protagonista». Da questa considerazione è nata, in collaborazione con il Coni, un’installazione artistica per Casa Italia, realizzata con la direzione artistica di Rampello & Partners Creative Studio, gli scatti fotografici firmati da Marco Onofri e i filmati di Luca Gasperoni.
«I giochi del silenzio», questo il titolo dell’appuntamento espositivo, è un percorso multimediale, in cui, circondati da uno spazio muto – muto come gli spalti delle arene sportive di queste Olimpiadi – sono ritratti sei giovani atleti del team italiano durante il loro percorso di preparazione sia in palestra sia sul campo di gara. Si tratta di Bruno Rosetti (canottaggio), Edoardo Giorgetti (nuoto), Margherita Panziera (nuoto), Caterina Banti (vela), Ludovica Serafini (canottaggio) e Simona Quadarella (nuoto).
Il drammatico bianco e nero degli scatti e dei filmati amplifica l’assenza di suono, degli applausi scroscianti del pubblico, dell’abbraccio corale del tifo, dell’orgoglio della bandiera nazionale e mette al centro una riflessione più profonda e intima sul senso del gesto atletico nel momento solenne della competizione.
«Ma non si tratta di un silenzio statico, anzi: - raccontano gli organizzatori - è un silenzio che si trasforma, che diventa ascolto nel momento in cui l’attenzione dell’atleta è tutta rivolta nella pura concentrazione dello sforzo fisico, della perfezione del movimento, del ritmo, dell’agone. Lo spazio del suono diventa spazio fisico, volumetrico: è l’atleta solo al cospetto di sé stesso, in assoluta simbiosi con la macchina, in un corpo a corpo che è al tempo stesso una danza di movimenti in totale armonia».
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina https://www.technogym.com/.

«ALIVE», FRANCESCO BOSSO RACCONTA GLI ULIVI PUGLIESI 
Un viaggio tra i meravigliosi ulivi di Puglia: da quelli del Nord ancora maestosi, forgiati dalle forze della natura nel corso dei secoli, a quelli secchi del Salento, distrutti irreversibilmente dalla Xylella. Si presenta così «Alive», progetto del fotografo Francesco Bosso (Barletta, 1959) in mostra dal 24 luglio al 30 settembre a Tricase, in provincia di Lecce, nello splendido scenario del Castello di Tutino. La mostra è nata in collaborazione con la Fondazione Sylva testimone del drammatico degrado ambientale subito dal Salento negli ultimi dieci  anni, cui ha contribuito molto l’epidemia da Xylella che ha devastato migliaia di ettari di uliveti.
Fotografo di paesaggio formatosi alla scuola americana dei Weston e di Ansel Adams, padri fondatori della fotografia paesaggistica, Francesco Bosso lavora esclusivamente in bianco e nero, scattando su pellicola di grande formato con banco ottico e stampando personalmente tutte le opere su carta baritata alla gelatina d'argento e trattamento al selenio, con un processo artigianale. La sua ricerca mira a isolare forme ed elementi naturali in luoghi incontaminati, dove il silenzio è signore assoluto, un mix di atmosfere e profondità di pensiero: concetti espressi in modo sussurrato, non urlato, mettendo a proprio agio l’osservatore. Con questo progetto, il fotografo torna a dare voce a un tema per lui centrale: la passione per la terra, il rispetto dei luoghi e la necessità di stimolare più persone possibili allo sviluppo di un’attitudine alla tutela della natura e dei processi ecologici.
Per maggiori informazioni: info@fondazionesylva.com

JENNIFER ORKIN LEWIS FIRMA LE ILLUSTRAZIONI DEL LIBRO PER BAMBINI «LUNGA VITA ALLA REGINA»
Sono di di Jennifer Orkin Lewis, nota artista americana autrice di libri per bambini, oggetti di merchandising e activity book, tra cui «100 disegni in 100 giorni», le illustrazioni del libro «Lunga vita alla regina» (codice ISBN: 978-88-6648-524-7; cartonato 16 x 21 cm; 132 pp. illustrate, € 19,90), con testi di Arianna Ghilardotti, appena uscito in libreria per la casa editrice 24 ORE Cultura.
Il libro, riservato a bambini dai 9 ai 12 anni, omaggia venti tra le più influenti regine della storia, da Cleopatra alla regina Vittoria, tra affascinanti storie di potere, passioni, intrighi e grandi personalità, che porteranno i giovani lettori in un viaggio attraverso secoli e territori molto lontani tra loro, dall’Europa alla Cina.
Fin dai tempi degli antichi Egizi, la storia è costellata da grandi figure di regine che, grazie al loro coraggio e potere, hanno lasciato un segno indelebile sulla cultura e sul popolo che hanno governato. Dalla celebre Cleopatra alla regina Vittoria, passando per figure meno note ma affascinanti, provenienti da ogni parte del mondo – come Atossa, antica regina di Persia, o Liliuokalani, regina delle Isole Hawaii – il libro ripercorre la loro vita attraverso piccole biografie, analizzandone non solo le vicende ma anche i coloratissimi costumi, le caratteristiche ambientazioni e il loro impatto sulle future generazioni.
Alcune di queste donne erano destinate al trono per nascita, altre vi sono giunte attraverso il matrimonio, e molte di loro hanno avuto vite lunghe e avventurose. Tutte hanno regnato in tempi in cui, storicamente, le donne non avevano lo stesso status degli uomini, ma con la propria determinazione sono riuscite a cambiare il corso degli eventi. Hatshepsut – faraone donna della XVIII dinastia – si faceva rappresentare con copricapo e barba posticcia gli attributi maschili della sovranità- Wu Zetian, nata in una famiglia non nobile, fu l’unica imperatrice cinese nel corso di quattro millenni. La regina Elisabetta I rifiutò di sposarsi e da sola governò un regno caratterizzato dalla fioritura delle arti e da un forte sviluppo economico.
Il volume vuole essere un omaggio a donne fuori dal comune che con le loro vite sono riuscite ad entrare nell’immaginario collettivo e che possono ancora oggi essere fonte di ispirazione di grandi e piccini.
Per maggiori informazioni: www.24orecultura.com.
 
A GENOVA «OPERA POP», UN CONCERTO-SPETTACOLO PER DIVULGARE LA LIRICA

Si intitola «Opera Pop – Lirica raccontata ad arte» l’innovativo concerto-spettacolo per avvicinare il grande pubblico al melodramma, che si è tenuto il 31 luglio, alle ore 21:00, al Porto Antico di Genova, nell’ambito della terza edizione del GIMYF - Genoa International Music Youth Festival.
Luigi Orfeo, regista lirico e attore, ideatore dello spettacolo, con l'aiuto di alcuni cantanti italiani e internazionali fra cui il noto tenore e attore Fabio Armiliato, Irene Celle, Giada Venturini, Ragaa Eldin, Enkhbat Nyamdor e Anastassiya Kozhukharova, si farà narratore e divulgatore delle più celebri opere, raccontando con uno stile fresco e diretto le storie dei protagonisti, i dettagli nascosti, i passaggi musicali e le metafore della trama, mostrando come la musica sia il più grande megafono delle emozioni umane.
Il festival, diretto dal maestro Lorenzo Tazzieri, proseguirà fino al 22 novembre per un totale di undici appuntamenti in Italia e sette all’estero in una vera e propria tournée di Genova nel mondo che porterà i musicisti del GIMYF a Batumi, Il Cairo, Bucarest, Kiev, Odessa, San Pietroburgo, Concepciòn – in occasione della prima edizione del Chile Opera Festival – e a Lima. Nonostante le difficoltà e le limitazioni dovute all'emergenza sanitaria, infatti, l'edizione 2021 manterrà il respiro internazionale con molti dei concerti in collaborazione con orchestre di tutto il mondo.
Fra i primi appuntamenti in calendario a Genova, subito dopo la pausa estiva, si segnalano l’atteso concerto del Trio di San Pietroburgo, in programma il 2 settembre a Palazzo Ducale, e l’appuntamento musicale ideato per le celebrazioni di Dante700, in agenda il 14 settembre. 


MUSICA BAROCCA ALLA GALLERIA BORGHESE DI ROMA. IL CONCERTO È VISIBILE ANCHE ON-LINE
Si è potuto vedere anche on-line, sui siti www.galleriaborghese.beniculturali.it e www.ansa.it, il concerto «Musica in Galleria. La musica strumentale romana del XVII secolo», in programma giovedì 29 luglio, alle ore 19:00, alla Galleria Borghese di Roma, nell’ambito del progetto «I Borghese e la musica», per la direzione artistica di Riccardo Martinini. Sabato 9 ottobre, alle ore 17:30, il concerto, che ha visto salire sul palco Enrico Gatti e l’Ensemble Aurora, verrà, inoltre, ospitato nel programma «Dal Vivo» di Rai Radio 3 Classica.
L’appuntamento musicale si è concentrato su tre compositori che furono molto conosciuti in ambito romano nel corso del XVII secolo. Si tratta, in primis, di Arcangelo Corelli (1653-1713), destinato a diventare nel giro di pochi anni l’assoluto protagonista della musica strumentale nella Roma barocca per essere riuscito a proporre modelli ineguagliati di perfezione armonica e sintesi compositiva.
Ci sono, poi, stati nel programma composizioni di Lelio Colista (1629-1680), e Carlo Mannelli (1640 – 1697), compositori appartenenti alle generazioni precedenti, che svilupparono il loro linguaggio strumentale equilibrandolo con quello di natura vocale, dei quali alcune opere sono eseguite per la prima volta in tempi moderni.
Nato a Roma nel 1640, da una famiglia di origine pistoiese, Mannelli, spesso ricordato nelle fonti con il nomignolo «Carluccio» o «Carlo del violino», esordì giovanissimo come cantante a San Luigi dei Francesi nel 1650, per poi formarsi come violinista (ignoti purtroppo sono i suoi maestri) e diventare uno dei più apprezzati virtuosi della città, assieme a Lonati, Stradella e, al più anziano, Lelio Colista. Con quest’ultimo ebbe modo di suonare in molte occasioni e per i più illustri mecenati romani. Già dal 1671 a servizio della famiglia Borghese, nel 1674 il nome di Mannelli figura, proprio accanto a quello di Colista, nelle liste degli strumentisti chiamati ad eseguire un oratorio per la Settimana Santa nella cappella del palazzo del principe Giovan Battista Borghese, così come ritroviamo ancora i nomi dei due strumentisti in occasione di una commedia con prologhi e intermedi in musica rappresentato sempre a palazzo Borghese per il carnevale del 1678.< br> Tra i lavori in prima esecuzione ci sono state le Sonate a tre di Carlo Mannelli, i cui manoscritti sono conservati al Museo internazionale della musica di Bologna e che sono caratterizzate da una scrittura violinistica decisamente virtuosistica.
Il liutista e compositore Lelio Colista (1629-1680), le cui opere incisero profondamente sulla maturazione dello stile corelliano, fu un compositore particolarmente dedito al genere della sonata a tre, «celebre suonatore di liuto e chitarra» e «compositore di bellissime sinfonie», come ebbe a notare il compositore e teorico Giuseppe Ottavio Pitoni, e poté rappresentare agli occhi del giovane Corelli, appena approdato a Roma, un modello verso cui guardare. Fin da giovanissimo incoronato da Athanasius Kircher come «vere Romanae Urbis Orpheus» («Musurgia Universalis», I, Roma 1650, p. 480), Colista fu a servizio delle più importanti famiglie romane (Barberini, Chigi, Borghese, Odescalchi) e raggiunse nel corso della sua carriera una fama ragguardevole come strumentista, compositore e didatta.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.galleriaborghese.beniculturali.it.

sabato 24 luglio 2021

#Notizieinpillole, le cronache d'arte della settimana dal 19 al 25 luglio 2021

SERE FAI D’ESTATE, A LUGLIO E AD AGOSTO EVENTI PER VALORIZZARE «LA CULTURA DELLA NATURA»
Visite letterarie nella villa che diede ad Antonio Fogazzaro l’ispirazione per comporre «Piccolo mondo antico», aperitivi al tramonto tra alberi di agrumi e ulivi secolari nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento e passeggiate a lume di torcia nel parco voluto da papa Gregorio XVI a Tivoli: sono queste alcune delle attività che il Fai – Fondo per l’ambiente italiano propone nei suoi ventotto siti in occasione dell’estate 2021. Ville, castelli, monasteri, abbazie, torri, ma anche aree naturali, parchi e giardini, distribuiti in quindici regioni italiane, aprono le loro porte, con orario prolungato, offrendo circa trecento serate, dal tramonto a mezzanotte, alla scoperta di luoghi vicini e spesso poco noti che meritano una gita o una breve vacanza.
Molti appuntamenti in cartellone rispecchiano il crescente impegno dell’istituzione milanese nella diffusione di una «cultura della natura». L’obiettivo è quello di promuovere la conoscenza del patrimonio verde - dalla botanica alla storia dei giardini e del paesaggio rurale italiano - di cui la Fai si prende cura ogni giorno. Tra le iniziative proposte ci sono così picnic sul prato al tramonto, aperitivi all’ombra di alberi centenari o in loggia, cene in romantiche location, concerti al chiaro di luna, lezioni di astronomia, trekking e passeggiate guidate serali. Al Bosco di San Francesco ad Assisi verrà, inoltre, organizzata l’ormai tradizionale e molto amata «Bat Night», la notte dei pipistrelli (31 luglio), per capire le loro abitudini e comprenderne il ruolo nell’ecosistema.
Scorrendo il programma si trovano: camminate tra i sassi di Matera, a partire Casa Noha; proposte di trekking al tramonto sui sentieri di Monte San Costanzo, da cui ammirare la Baia di Ieranto a Massa Lubrense, osservazioni astronomiche al Podere Case Lovara di Levanto; aperitivi a bordo piscina nel giardino di Villa Necchi Campiglio a Milano o nell’affascinante cornice lacustre di Villa del Balbianello a Tremezzina.
Tra le altre iniziative, si segnala un incontro al tramonto a Villa Panza di Varese, nella serata del 28 luglio, per esplorare e approfondire la poetica degli artisti Chiara Dynys e Sean Shanahan, protagonisti della mostra «Sudden Time». Mentre all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, a Lecce, sono in programma due appuntamenti musicali, il primo dedicato ai canti della tradizione Grika (7 agosto) e il secondo con il pianista Francesco Libetta (22 agosto). Sarà, inoltre, possibile partecipare a cene esclusive, come quella sotto le stelle dedicata a Galileo Galilei a Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (6 agosto) e quella a tema medievale al Castello di Avio (21 agosto).
Il calendario completo e ulteriori informazioni sono reperibili sul sito internet www.serefai.it.

[Nelle foto: 1. Villa dei Vescovi (PD) di notte_Foto Stefano Crove, 2016. (C) FAI - Fondo Ambiente Italiano; 2. Saline Conti Vecchi, Assemini (CA) al tramonto. Foto Manuela Meloni, 2017. (C) FAI - Fondo Ambiente Italiano]

«VITA PRIVATA DI UN RE»: UN NUOVO PERCORSO AL CASTELLO DI RACCONIGI
Il Castello di Racconigi amplia la propria offerta culturale. È stato appena presentato un nuovo percorso di visita: «Vita privata di un re». I visitatori, tramite prenotazione, potranno entrare in ambienti finora non accessibili, restaurati e rifunzionalizzati con progetti e fondi attivati dall’associazione «Le Terre dei Savoia», frutto di un lavoro di anni condiviso con la Direzione regionale musei Piemonte del Ministero della cultura, già Polo museale del Piemonte, e la direzione del Castello di Racconigi.
Il percorso focalizza l’attenzione sulla figura di re Carlo Alberto, raccontandone la dimensione più intima, attraverso gli spazi privati e della ritualità quotidiana, come la Biblioteca o i Bagni voluti dal sovrano.
Si aggiunge così un nuovo importante tassello al lungo percorso di riqualificazione, valorizzazione e rilancio del maniero piemontese, patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco, che ha visto come compagni di viaggio, tra gli altri, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo.
I Bagni rientrano in un itinerario di visita più ampio e articolato che include anche altri ambienti, a partire dalla Biblioteca di Carlo Alberto, di cui è stata migliorata la fruibilità. Inoltre il piccolo spazio, già oggetto di un intervento di restauro, catalogazione dei volumi e digitalizzazione dei testi più significativi, è celebrato con una piattaforma on-line che ne presenta la storia e, ispirandosi ai volumi conservati al suo interno, propone spunti e percorsi tematici sul territorio delle Terre dei Savoia. Si prosegue, poi, con il Fregio palagiano – restaurato dall’associazione Amici del Real Castello – protagonista di un allestimento particolarmente suggestivo, all’interno di una teca vetrata e illuminata che si estende per oltre 35 metri, permettendo una lettura d’insieme dell’opera originale ideata da Pelagio Palagi. Il percorso comprende anche lo Spazio 21, area rifunzionalizzata che prepara il visitatore alla scoperta dei Bagni di Carlo Alberto con un’esperienza di tipo immersivo, una visita narrata da Specchi Parlanti e Oculus GO dotati di audio, realizzata in collaborazione con il Team UXDesign del Politecnico di Torino. Al termine del percorso si incontra, invece, la Cappella settecentesca.
Per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@cuneoalps.it o telefonare al numero 0171 696206 (servizio attivo tutti i giorni dalle 10.00 alle 16.00).
Per maggiori informazioni è possibile visitare i siti www.bibliocarloalberto.it, www.savoiaexperience.com, www.leterredeisavoia.it/duchi-delle-alpi e www.leterredeisavoia.it

[Le immagini sono di Pino Dell'Aquila]

UNA STATUA PER MARGHERITA HACK A MILANO, LA PRIMA DELLA CITTÀ DEDICATA A UNA DONNA
Milano ricorda «la signora delle stelle». In occasione dei cento anni dalla nascita, che cadranno il prossimo 15 luglio 1922, Margherita Hack - astrofisica, accademica e brillante divulgatrice scientifica del ventesimo secolo - sarà ricordata con una scultura, la prima sul suolo pubblico della città dedicata a una figura femminile, che è stata anche massima espressione del mondo Stem - Science Technology Engineering and Mathematics.
Pioniera nel proprio campo, simbolo di riscatto in grado di ispirare intere generazioni e allo stesso tempo portatrice di valori universali e libera pensatrice anche al di fuori del campo delle materie scientifiche, la testimonianza dell’astrofisica è e deve essere un modello da imitare per le giovani donne. Da questa considerazione è nata l’idea della scultura, iniziativa ideata e promossa da Fondazione Deloitte, in co-progettazione con la Casa degli artisti, e sostenuta dal Comune di Milano – Ufficio arte negli spazi pubblici.
Il progetto di realizzazione è già avviato. Casa degli artisti sta invitando una selezionata rosa di artiste italiane e internazionali a partecipare al concorso di idee.
Le idee progettuali pervenute saranno presentate al pubblico e il progetto vincitore sarà selezionato da una giuria di esperte ed esperti nel corso del prossimo autunno. L’artista vincitrice sarà in residenza a Casa degli artisti, che le fornirà il supporto necessario alla realizzazione dell’opera. La scultura, che dovrebbe essere pronta per la prossima primavera, verrà, poi, donata al Comune di Milano e Fondazione Deloitte si farà carico della manutenzione per gli anni a venire.
In occasione della presentazione del progetto, Angelica Vasile, consigliera comunale, presidente della Commissione politiche sociali, salute e volontariato del Comune di Milano, e promotrice della mozione che chiedeva proprio l'intitolazione di statue a figure femminili in città, vista la loro assenza, ha affermato: «Sono particolarmente grata a Fondazione Deloitte per aver condiviso con il Comune di Milano questo importante percorso. Sono certa che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di azioni positive - anche nella toponomastica - perché una società più giusta ed equa passa anche dal riconoscimento del grande contributo delle donne alla scienza, all’arte, alla storia, alla letteratura, ed anche alla conquista della democrazia nel nostro Paese». 

MILANO, TORNANO LE VISITE GUIDATE ALL’INSTALLAZIONE «INGRESSO NEL LABIRINTO» DI ARNALDO POMODORO
Tornano le visite guidate organizzate dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro alla grande opera ambientale sotterranea «Ingresso nel labirinto», ospitata negli spazi di via Solari 35 a Milano.
Più di trenta appuntamenti, fino al prossimo 11 settembre, proporranno percorsi di visita studiati per diverse fasce di pubblico, dai bambini agli adulti, all’installazione ambientale di circa centosettanta metri quadrati realizzata da Arnaldo Pomodoro nell'arco di sedici anni, dal 1995 al 2011, come riflessione e sintesi del proprio percorso di artista.
Il Labirinto, collocato negli spazi sotterranei dell'ex Riva Calzoni, ora showroom Fendi, è uno spazio che evoca mondi passati, un viaggio di esplorazione nelle metafore dell'esperienza umana. Addentrarsi significa fare un viaggio magico e misterioso nella mente del maestro, tra rielaborazioni di sculture già note e forme ancora in divenire.
Presentato per la prima volta negli spazi della Galleria Giò Marconi di Milano, dove nel 1995 fu allestita un’importante mostra personale dell’artista, nel 1997 il Labirinto venne esposto nel Palazzo Mediceo di San Leo, ma è solo nel 2011 che trova la sua forma e collocazione finale in Via Solari 35 a Milano.
L’installazione è ispirata all’Epopea di Gilgamesh, primo poema epico della storia dell’umanità, inciso su undici tavolette d’argilla in caratteri cuneiformi
. Dalla superficie magmatica – in fiberglass opacizzato e trattato con foglie di rame patinate – affiorano densi i segni di una primitiva forma di scrittura, scandita verticalmente dalle spalle levigate della porta di accesso al labirinto, che ruota sul proprio cardine centrale per svelare l’interno segreto. L’ingresso presuppone anche lo svelamento di uno spazio altro, sconosciuto, celato alla vista, chiuso oltre la soglia. Non è soltanto un luogo fisico, ma anche uno spazio del sapere, antropologico.
L’installazione rimanda al tema del viaggio e del labirinto come metafora della vita e vuole essere un omaggio alla scrittura e alla comunicazione.
Per maggiori informazioni: fondazionearnaldopomodoro.it.

[Le sono sono di Dario Tettamanzi] 

giovedì 22 luglio 2021

«Tones on the Stones», concerti sotto le stelle in una cava della Valle Ossola

Quinte di pietra e palco ecosostenibile, ovvero a impatto zero grazie a una produzione in loco da fonti rinnovabili: è il progetto di riqualificazione ambientale della Cava Roncino a Oira di Crevoladossola, una piccola frazione della Valle Ossola, tra boschi, vigneti terrazzati e antichi borghi, la più grande novità di «Tones on the Stones», il «festival in cava» diretto dal soprano Maddalena Calderoni che, da quindici anni, porta ai piedi delle Alpi, in sedi naturali di indubbio fascino, musica, danza, cinema e performance teatrali, unendo la fruizione della cultura alla valorizzazione di un territorio la cui storia è profondamente legata all’estrazione della pietra e della sua lavorazione.
Dopo «Before and After», l’edizione di transizione del 2020, «Tones on the Stones» si trasforma in «Tones Teatro Natura», spostando l’intero programma del festival all’interno del nuovo sito culturale nato nell’ex spazio industriale di Oira, grazie al progetto di riqualificazione firmato da Fuzz Atelier, che sta dando vita non solo a un teatro con due palcoscenici e millecinquecento posti a sedere, ma a un vero e proprio «gate aperto al mondo per favorire lo scambio di idee e progetti artistici», oltre che la realizzazione di «programmi di formazione e di educazione ambientale tesi al benessere individuale e collettivo».
Con alle spalle oltre sessanta produzioni, più di mille artisti invitati, il coinvolgimento di dieci differenti cave di pietra e gli applausi convinti di oltre 40mila spettatori, «Tones on the Stones», esperienza unica a livello internazionale, volge, dunque, con fiducia e nuovo slancio, lo sguardo al futuro e lo fa con una vera e propria stagione teatrale, in programma dal 22 luglio al 5 settembre, che porterà nella provincia di Verbania Cusio e Ossola jazz, opera lirica, musica elettronica e digital art.
In questa edizione, la rassegna si articolerà in quattro differenti format. Il cuore originario del festival, «Tones on the Stones», sarà dedicato a grandi artisti internazionali e vedrà in cartellone due appuntamenti.
Ad aprire idealmente il sipario sarà, nella serata del 22 luglio, il pianista armeno Tigran Hamasyan che, con Marc Karapetian al basso e Arthur Hnatek alla batteria, presenterà il suo ultimo album: «The Call Within».
A seguire, il 24 luglio, ci sarà «No(t)te di stelle», un grande evento multimediale e immersivo dedicato al repertorio operistico: fra danzatori aerei e il videomapping firmato dal regista Paolo Miccichè – celebre per le sue interpretazioni multimediali all’Arena di Verona e a Caracalla – si esibiranno star internazionali come il soprano Barbara Frittoli e il baritono Ambrogio Maestri, in compagnia del tenore kazako Azer Zada, il basso Antonio di Matteo, il mezzosoprano Laura Verrecchia e con la partecipazione di Maddalena Calderoni. A dirigere l’Orchestra filarmonica italiana sarà Elisabetta Maschio.
Subito dopo, dal 27 luglio al 1°agosto, sarà il momento di «Nextones», un festival nel festival tutto dedicato alla sperimentazione elettronica e audiovisiva. Lecture, presentazioni, passeggiate, workshop e performance musicali site-specific di alcuni degli artisti e ricercatori più interessanti del panorama contemporaneo caratterizzano il cartellone, che si aprirà con la compositrice e producer torinese Sara Berts che presenterà a Ghesc, un borgo medievale di otto edifici precedentemente abbandonati, il suo progetto «Ayni» sui temi della redenzione e della guarigione, sviluppato durante i mesi trascorsi nella foresta amazzonica peruviana nel 2019 e durante il primo lockdown del 2020.
Tra gli appuntamenti più curiosi di questa sezione del festival, nata nel 2014 e attenta al territorio circostante, ci sono la performance «Waterbowls» della la sound artist giapponese Tomoko Sauvage agli Orridi di Uriezzo (28 luglio), il progetto site specific della sound artist Felicity Mangan e di Radio Safari sull’ecosistema del fiume Toce (28 luglio), l’incontro con il giovane brand a vocazione green Rayon Vert all’Alpe Devero (29 luglio), e l’anteprima mondiale della performance multimediale «The End of the World» sugli effetti dei cambiamenti climatici (31 luglio), che coinvolgerà il pianista ucraino Lubomyr Melnyk, la violoncellista canadese Julia Kent e il collettivo torinese SPIME.IM.
Il programma dell’edizione 2021 di «Tones on the Stones» prevede, quindi, «Riverberi jazz», una due giorni di performance sonore dedicate al jazz contemporaneo che si contamina tanto con la tradizione popolare quanto con l’elettronica. I concerti verranno proposti al tramonto, nelle giornate del 26 e del 27 agosto, con allestimenti essenziali per scoprire il teatro nella sua forma più naturale. Si inizierà con le contaminazioni musicali di Gianluca Petrella e Pasquale Mirra, per proseguire con il bandoneon di Daniele di Bonaventura, il quartetto di percussioni Waikiki e, per finire, il concerto «Gong», il suono dell’ultimo round, concerto multimediale del trombettista Luca Aquino, con il percussionista francese Manu Katchè, le opere visive di uno dei padri della transavanguardia, Mimmo Paladino, e i racconti del giornalista sportivo Giorgio Terruzzi sulle storie della grande boxe.
Dal 3 al 5 settembre, «Tones on the Stones» sarà, infine, Campo Base, nuovo format che esplora i temi del rapporto tra uomo, natura e cultura della montagna: un campeggio per sviluppare una comunità temporanea, un’esperienza collettiva legata all’essenzialità che prevede una serie di attività diurne e serali sia per i piccoli, sia per gli adulti.

Informazioni utili

www.facebook.com/tonesonthestones