In un elegante allestimento firmato dalla designer francese Constance Guisset, una quarantina di fotografie inedite scattate da otto artisti contemporanei dell’obiettivo celebrano il sole, simbolo di gioia e ottimismo, in uno straordinario spettro di emozioni, forme e colori, dai vasti spazi all’aperto ai più intimi ambienti interni. Con i suoi maestosi studi sul Fuji-san, in Giappone, Steve McCurry cattura, per esempio, momenti di puro rapimento e contemplazione, donandoci un inno alla grandiosità degli elementi. Mentre Lindokuhle Sobekwa celebra i miracoli di tutti i giorni: un tramonto, i fiori che schiudono i petali, il luccichio dei raggi del sole. Cristina de Middel trasmette una sensazione di pura gioia e leggerezza dell’essere; Olivia Arthur racconta, invece, con scatti molto personali, la serenità delle estati dell’infanzia. Newsha Tavakolian porta sotto i riflettori una storia di speranza ed emancipazione femminile. E ancora Nanna Heitmann ci parla del sole come fonte di tutta la vita, forza che ci connette tutti. Alex Webb colpisce l’attenzione con i colori vividi delle sue immagini, caratterizzate da un sapiente gioco di luci e ombre. Trent Parke, infine, ci regala scenografie simboliche, che svelano la presenza dell’eternità in tutte le cose.
A Garden Senato Veuve Clicquot ha installato anche una boutique dedicata con una selezione di libri di fotografia e raffinati oggetti di design, il poster della mostra e le sue cuvée più iconiche; tutti i giorni è, inoltre, possibile assaggiare il menù «Sun in your plate», con preparazioni appositamente create da chef stellati e talenti gastronomici emergenti con verdura e frutta di stagione.
Rimanendo nei dintorni di Porta Venezia meritano una visita il Meet Digital Cultural Center, allestito dallo studio di progettazione Migliore+Servetto per Neutra con «To the edge of matter - An unforgettable journey», e Garage 21, dove Google presenta un’installazione di sicuro impatto come «Making sense of color», una vera e propria gioia per gli occhi con il suo gioco di luci e colori. Mentre il meraviglioso Palazzo Isimbardi, noto per il suo grande telero trompe l’oeil del Tiepolo e gli stucchi settecenteschi, ospita la mostra «Re/Creation» di Lasvit, azienda che ha ampliato i confini del vetro lavorato a mano.
Sempre in zona vale la pena fare tappa da Artcurial, in corso Porta Venezia 22, dove viene presentata una selezione di lotti dall’asta dedicata al solo «Design italiano», in calendario a Parigi il prossimo 29 maggio. L’esposizione allinea pezzi rari e dalla raffinata fattura, in certi casi delle vere e proprie icone come il salotto «Uovo» di Ico Parisi, emblematico della collaborazione del designer con Cassina, o la lampada «Stella» di Giò Ponti, disegnata appositamente per il London Hotel di Milano. C'è, poi, in mostra un intero focus su Gaetano Pesce, il progettista ligure, recentemente scomparso, al centro del prossimo appuntamento espositivo della Pinacoteca ambrosiana (in agenda dal 19 al 23 aprile), del quale sono visibili oggetti di grande prestigio come la libreria «Luigi» (detta anche «O mi amate voi»), un inno al colore disegnato nel 1982 per Bemini. Completa la carrellata un omaggio alla designer milanese Gabriella Crespi, rappresentata da una lampada da tavolo dalle forme e texture organiche della serie «Bohemian 72», che ben racconta il suo periodo orientalista, e dal celebre «Lotus» del 1975, un tavolino pieghevole in bambù e ottobre che imita i movimenti della pianta acquatica da cui prende il nome.
Altro appuntamento da non perdere per i collezionisti d’arte è, sempre in centro, la mostra «Elogio alla creatività», proposta da Pandolfini, la più antica casa d’aste italiana che quest'anno festeggia cento anni di attività, nei suoi rinnovati spazi di via Manzoni 45. Dal capolavoro «San Giovanni Battista» di Jusepe Ribera all’olio su tela «Donna in lettura» di Eugenio Cecconi, dal dipinto «Una sera» di Salvo al celeberrimo «Trono modello senza fine» di Gaetano Pesce, senza dimenticare un vaso cinese della dinastia Qing in cloisonné a forma di cuore girevole, l'esposizione propone una selezione di opere delle prossime aste e rappresenta un momento per celebrare la forza vitale e creativa del design internazionale declinato, in questo caso, su oggetti dalle differenti destinazioni d’uso, ma tutti capaci di dare un tocco speciale a qualsiasi casa.
Spostandoci verso piazza Duomo, dove Zegna ha riprogettato le aiuole nel rispetto della biodiversità e dell’ecosistema, merita una tappa il cortile d’onore di Palazzo Reale, in cui Grohe, leader globale nelle soluzioni per il bagno e la cucina, presenta un viaggio sensoriale incentrato sul potere rivitalizzante dell’acqua. In piazza San Fedele è, invece, allestita «Second Life: 10 alberi per 10 totem d’autore», un’installazione, a cura di Nicoletta Gatti, nata in seguito al violento nubifragio che ha colpito Milano lo scorso 25 luglio, causando l’abbattimento di oltre 5.000 alberi, alla quale hanno preso parte Alessandra Baldereschi, Elena Salmistraro, Federico Peri, Francesco Meda, Giulio Iacchetti, Marco Piva, Mario Trimarchi, Nicoletta Gatti, StudioPepe e Zanellato/Bortotto. Sempre in piazza San Fedele Bottega Veneta incanta i visitatori con «On the rocks», un’installazione promossa con Cassina e Fondation Le Corbusier, che mette sotto i riflettori un’icona senza tempo come il celebre sgabello LC14 Tabouret Cabanon (1952), ispirato a una cassa di whiskey che Le Corbusier aveva trovato casualmente su una spiaggia della Costa Azzurra. Mentre in piazza San Babila a dominare sono i colori pastello di «We are dreamer», un progetto delle sorelle Elena e Giulia Serra.
Poco distante, in via Sant’Andrea, nel cuore del Quadrilatero della moda, HoperAperta presenta la mostra «Mimesis Forma Immagine», a cura di Patrizia Catalano e Maurizio Barberis, un progetto giunto alla sua sesta edizione, che, nell’eleganza di un aristocratico interno milanese, racconta la relazione tra diverse forme-immagini e la loro trasformazione in oggetti d'arte attraverso la teatralizzazione dell'idea.
Rimanendo nella stessa strada, si può fare tappa a Palazzo Morando, dimora di chiara impronta settecentesca che venne abitata dalla contessa Lydia Caprara di Montalba e dal marito Gian Giacomo Morando Attendolo Bolognini, al cui interno sono esposte diciannove fotografie di grande formato che raccontano, con gli occhi dell’artista Carlo Valsecchi, i progetti realizzati dallo studio Acpv Architects Antonio Citterio Patricia Viel. La cornice scenografica rende ancora più interessante la visita all’esposizione, che ci restituisce la visione di un'architettura capace di fondersi con il paesaggio, tra i profili delle colline e dei quartieri, da Milano ad Amburgo, per giungere a Taichung (Taiwan).
Da sempre grandi protagonisti della Milano Design Week sono, infatti, anche i palazzi storici cittadini, scrigni di bellezza in alcuni casi difficilmente accessibili al pubblico. È il caso, restando sempre in centro, di Palazzo Gallarati Scotti, che fa da maestosa quinta scenica al flagship store di Poltrona Frau, di Palazzo Orsini, palcoscenico della collezione «Echi dal mondo» di Armani/Casa, e di Palazzo Giureconsulti, che diventa il quartier generale del design olandese. Meritano, poi, una segnalazione anche casa Manzoni, che Katrin Herden ha trasformato in un «Palazzo delle meraviglie», villa Necchi Campiglio, con Gaggenau e l’installazione minimalista «The Elevation of Gravity», e villa Mozart, edificio déco del 1926, che accoglie nelle sue sale la mostra «Doppia firma», dialogo tra pensiero progettuale e alto artigianato orchestrato dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e «Living».
Altro contesto di grande fascino, sempre in centro città, ma in zona Porta Romana, sono i Bagni misteriosi, adiacenti al teatro Franco Parenti, dove Azimut ha ormeggiato un suo yatch, cuore pulsante dell’installazione «Mooring by the moon», curata da Amdl Circle e Michele De Lucchi, che in un gioco di luci, colori, suoni e profumi mira a sensibilizzare il visitatore nei confronti di un approccio rispettoso alla natura. Poco distante, nel nuovo spazio di Fragile Milano, in via Simone D’Orsenigo 27, vale la pena visitare la la mostra «Anni luce, Arredoluce, cento lampade», a cura di Anty Pansera, che racconta la storia del marchio monzese di illuminazione, fondato nel 1943 da Angelo Lelii, attraverso pezzi più o meno iconici, realizzati anche con la collaborazione di grandi designer del Novecento come Castiglioni, Sottsass, Gio’ Ponti, Egle Amaldi e Nanda Vigo.
Il percorso in centro città, ancora ricco di molti stimoli da scoprire lasciandosi guidare dalle proprie passioni, dalla curiosità e anche dal caso, non può non chiudersi all’Università statale, principale vetrina della mostra «Cross Vision», con cui il magazine «Interni» festeggia i suoi settant’anni di attività. Tra le installazioni, visibili fino al 28 aprile, ci sono «The Amazing Walk», ovvero un sentiero sospeso sull’acqua che Mad Architects ha realizzato per Amazon, «Sub», l'invito di Piero Lissoni a guardare al mare e agli oceani con rispetto, e il carro armato contro la guerra dell’opera «Door is Love», messaggio pacifista di Marco Nereo Rotelli, che ci invita a entrare in un mondo nuovo dominato dall’amore, rappresentato in mostra da un portale d’oro impreziosito con versi poetici e scritte. Tre esempi, questi, di come il know-how, la ricerca e la sperimentazione del design possano parlarci di sostenibilità e di tutela dei luoghi in cui viviamo.
Didascalie delle immagini
1. Gaetano Pesce (1939-2024), «Luigi o mi amate voi», Libreria 6 ante. ©Artcurial; 2. © Alex Webb - Magnum Photos; 3. © Nanna Heitmann - Magnum Photos; 4. Gabriella Crespi (1922-2017), Table Lotus, Certificato degli archivi Crespi; ©Artcurial; 5. Gaetano Pesce (1939-2024), «Luigi o mi amate voi», Libreria 6 ante. ©Artcurial; 6 e 7. Second Life - Exhibition view. Ph. Andrea Martiradonna; 8 e 9. Neutra. To the edge of matter. Exhibition by Migliore+Servetto; 10. Allestimento Arredoluce. Ph Nicola Galli
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