ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 10 ottobre 2024

Giornate del contemporaneo, la parola chiave è «accessibilità»

Compie vent’anni la Giornata del contemporaneo, la grande manifestazione che nell’arco di sole ventiquattro ore apre le porte a musei, fondazioni, accademie, gallerie, atelier d’artista e siti pubblici e privati, regalando al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte dei nostri giorni. 
L’appuntamento, in agenda per la giornata di sabato 12 ottobre, è promosso da Amaci, l’associazione dei musei d’arte contemporanea italiani che vede in rete ventiquattro spazi museali, sotto la guida di Lorenzo Balbi, ed è realizzato con il sostegno della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura e con la collaborazione della Direzione generale per la Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Mostre, eventi, convegni, visite guidate gratuite alle collezioni, laboratori in presenza e on-line, tutti a ingresso gratuito, compongono il ricco cartellone della manifestazione, che coinvolgerà più di mille realtà in tutta Italia, ma che guarderà anche oltre confine con l’apertura di Ambasciate, Consolati e Istituti italiani di cultura all’estero.
 
A firmare l’immagine guida di questa edizione, che ha ottenuto la Medaglia della Presidenza della Repubblica, è Tomaso Binga (Salerno, 1931), al secolo Bianca Pucciarelli Menna, artista e poetessa campana, da sempre impegnata per la salvaguardia dei diritti degli esseri umani, e in special modo delle donne, che ha assunto uno pseudonimo per contestare con ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile.
L’immagine proposta si intitola «Donna in gabbia» (1975-2024) ed è tratta da una performance del 1974 in cui l’artista e attivista salernitana, si presentava «con la testa racchiusa in una gabbia per canarini, facendosi imboccare da mani maschili: una riflessione – si legge nella nota stampa - sulla condizione di subalternità costrittiva della donna, ma, più in generale, sulle disuguaglianze che si fondano sul privilegio e sulle forme di controllo, spesso presentate come cura e protezione. La gabbia per canarini diventa così una barriera non solo fisica, ma anche metaforica, sull'inaccessibilità alla libertà come diritto inalienabile e a tutti gli strumenti e alle possibilità che possono portare ognuno di noi a una condizione di maggiore consapevolezza ed emancipazione». E proprio il tema dell’accessibilità, intesa in senso ampio come l’abbattimento delle barriere culturali, intellettive, sensoriali e architettoniche, per garantire a tutti il pieno accesso alla cultura, è il tema scelto per questa Giornata del contemporaneo.
 
Stimolo per questa decisione sull’argomento che farà da filo conduttore alla manifestazione è stata la nuova definizione di museo di Icom (Praga, 24 agosto 2022), che recita: «Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze».
 
Tra i tanti appuntamenti in agenda merita una segnalazione quello in programma a Firenze, dove sarà possibile sperimentare il nuovo percorso tattile e polisensoriale del Museo del Novecento, realizzato con la preziosa collaborazione della locale Unione italiana ciechi e ipovedenti e del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’ateneo fiorentino. Giorgio Morandi, Arturo Martini, Fortunato Depero e Ottone Rosai sono alcuni degli artisti, presenti nella raccolta di Alberto Della Ragione, le cui opere sono state riprodotte tattilmente, offrendo così un percorso da sperimentare con le mani )mja anche con l'udito), che spazia dalla natura morta al paesaggio, dai nudi ai ritratti.
 
Altro appuntamento da segnarsi in agenda è quello al Mambo di Bologna, dove si terrà un convegno (visibile anche in streaming) su Giovanni Maria Accame (1941 – 2011), storico, critico d’arte e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. «Critica estesa» è il titolo della giornata di studi che si propone di spiegare come anche la scrittura, quella della didascalia e quella della critica, sia uno strumento di mediazione tra il pubblico e l’opera d’arte. La tavola rotonda vedrà la partecipazione di Anna Chiara Cimoli (Università degli studi di Bergamo), Maria Elena Colombo (Museo Egizio, Torino), Bernardo Follini (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino), Roberta Mansueto (Salgemma, Noci), Matteo Lucchetti (Museo delle Civiltà, Roma), Daniela Dalla e Laura Brambilla (Dipartimento educativo Mambo di Bologna).
 
Altro museo che propone un’interessante riflessione sui temi dell’accessibilità è il Mart di Rovereto, dove sono in programma un articolato seminario sul diritto alla cultura e sulla progettazione esperienziale inclusiva, incontri per conoscere i linguaggi dell’inclusività come il Braille e il Lis, oltre alla performance «Schizophonia» di Marco Secondin, che mette in scena un cortocircuito di sensi, in particolare tra ciò che è possibile vedere e ciò che, invece, è possibile udire.

Da non perdere è anche la proposta di Verona che, alla Galleria d’arte moderna «Achille Forti», dà vita a «Sensibilia – Pratiche di benessere e nuovi sguardi», iniziativa rivolta a chi ha storie di vita complesse, promuovendo in questo modo il ruolo sociale, educativo e ri-abilitativo dell’arte. In particolare, sarà proposto il frutto del workshop «Su carta bianca: creazione di un diario di viaggio interiore», rivolto a donne in difficoltà che hanno dato spazio alla propria creatività ed espressività realizzando un racconto visivo delle esperienze e delle sensazioni vissute nel museo veneto tramite collage e brevi frammenti poetici.
 
Molti saranno, poi, i musei che apriranno gratuitamente le porte delle proprie collezioni, permettendo anche di vedere le nuove proposte per la stagione espositiva autunnale, a partire da quelli della rete Amaci come il Castello di Sant’Elmo e il Madre a Napoli, il Maxxi e il Macro di Roma, il Castello di Rivoli a Torino, la Gamec di Bergamo, il Museo del Novecento a Milano, il Centro Pecci di Prato o il Musma – Museo della scultura contemporanea di Matera.
 
Il programma, che offre anche mostre interessanti come quella di Beatrice Favaretto (Premio Lydia 2023) al Pac di Milano, quella di Diego Marcon a Ca’ Pesaro – Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia o il duplice progetto espositivo sul design (a partire da un’idea di Philippe Daverio) del Maga di Gallarate (Varese), è ancora molto lungo e può essere consultato, in modalità calendario o attraverso la mappa, sul sito https://giornatadelcontemporaneo.amaci.org/it.
 
Per festeggiare il ventesimo anniversario della Giornata del contemporaneo è stato, inoltre, ideato e curato il progetto Treccani Arte x Amaci: una collana di stampe fine art in edizione limitata realizzate da Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Tomaso Binga, Binta Diaw, Emilio Isgrò, Eva Marisaldi, Marzia Migliora, Liliana Moro, Adrian Paci, Giulio Paolini, Alfredo Pirri e Michelangelo Pistoletto, tutti artiste e artisti che in passato hanno firmato l’immagine guida della manifestazione. 
Le opere del progetto saranno esposte allo Spazio Treccani Arte, attivo dal 2023 a Roma, al piano terra di Palazzo Mattei Paganica, dove saranno allestite, per l’occasione, anche una mostra sulla serie grafica «Muse» di Luca Pignatelli, esponente del Realismo visionario, e una serie di disegni di Giulia Cenci, con autoritratti sempre diversi che condividono connotati animaleschi più o meno marcati.
 
In un programma tanto ricco, soprattutto per quanto riguarda gli eventi cosiddetti off, ovvero quelli promossi da istituzioni private, gallerie e atelier d'artisti, è difficile rispondere, a domande come «Dove andare?», «Che fare?», «Cosa guardare?». Molto dipende dai gusti personali e dal luogo in cui ci si trova. L’importante è ricordarsi che tante piccole «chicche» ci aspettano a pochi chilometri da casa. Basta essere curiosi.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Tomaso Binga per la Ventesima Giornata del Contemporaneo, Donna in gabbia, 1975 - 2024; [fig. 2] Tomaso Binga (Salerno, 1931), al secolo Bianca Pucciarelli Menna. Foto di Andrea Chemelli; [fig. 3] Centro Pecci di Prato. Foto di Fernando Guerra; [fig. 4]  Mart di Rovereto, 2023. Foto di Roberta Segata; [fig. 5] Museo del Novecento a Milano. Sala Fontana. Foto Lonati; [fig. 6] Castello di Rivoli; [fig. 7] Museo Madre di Napoli; [fig.  8] Ca' Pesaro a Venezia. 

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mercoledì 9 ottobre 2024

«ArteVento», a Cervia un «Giro del mondo in ottanta aquiloni» verso il Giappone

«C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d'antico: io vivo altrove, e sento / che sono intorno nate le viole. / Son nate nella selva del convento / dei cappuccini, tra le morte foglie / che al ceppo delle quercie agita il vento. / Si respira una dolce aria che scioglie / le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch'erbose hanno le soglie: / un'aria d'altro luogo e d'altro mese / e d'altra vita: un'aria celestina / che regga molte bianche ali sospese...». Vengono subito in mente le parole di Giovanni Pascoli quando si parla di quei magici oggetti - simbolo di levità, libertà e fanciullezza spensierata -, che danzano eterei nel vento e che colorano il cielo di mille cromie da quando furono inventati oltre duemilacinquecento anni fa in Cina: gli aquiloni.
A questi manufatti di materiale leggero, sia esso di carta o di plastica, è dedicato dal 1981 un festival sull’arte eolica che ogni primavera, da quarantaquattro anni, anima la cittadina di Cervia, sulla riviera romagnola, alle porte meridionali del Parco del delta del Po: «ArteVento».

Dagli spettacoli acrobatici alla Parata per la pace: gli eventi principali di «ArteVento»
Per il secondo anno consecutivo la manifestazione, «la più longeva del pianeta» nel suo genere, ha uno spin-off autunnale, che quest’anno si terrà dall’11 al 22 ottobre. Il titolo di questa edizione, attenta ai linguaggi della pace e della sostenibilità ambientale, è «One Sky, One World» («Un cielo, un mondo»), un’espressione che omaggia il leggendario gesto dell’attivista americana Jane Parker Ambrose che consegnò a Regan e Gorbaciov un aquilone durante il Summit sul disarmo nucleare di Seattle del 1985, e che è il titolo della Giornata mondiale del volo degli aquiloni per la pace, iniziativa che si tiene ormai da qualche anno nella seconda domenica d’ottobre. 

Per l’occasione, Cervia ha ideato un ricco calendario di eventi inediti che si svilupperanno in dodici giorni di attività, laboratori, mostre e spettacoli mozzafiato per adulti e piccini, con la presenza di ospiti speciali e grandi nomi del mondo dell’aquilonismo internazionale.

Ad aprire il programma sarà, nella mattinata di venerdì 11 ottobre, il volo degli aquiloni sulla spiaggia di Lungomare D’Annunzio, seguito, nella giornata successiva, da un’imperdibile esibizione di aquilonismo acrobatico che vedrà in scena tutti i più grandi protagonisti internazionali dell’arte eolica.
 
Tra i professionisti più attesi a Cervia spicca il nome dell’olandese Albert Trinks, autore di straordinari aquiloni «edo» ispirati alla tradizione giapponese e dedicati alla difesa dei diritti umani. Oltre alla sua opera più celebre, mutuata dal ritratto fotografico «Ragazza afghana» del fotoreporter americano Steve McCurry, l’aquilonista fiammingo presenterà a Cervia altri due aquiloni, che avranno sempre per protagonista la giovane rifugiata Sharbat Gula, e farà volare per la prima volta in cielo il suo nuovo lavoro dedicato alla memoria e alla denuncia degli orrori di guerra, sul quale spiccano in controluce la sagoma di un bambino e le parole della poesia «Hiroshima Child» del poeta turco Nazim Hikmet.
Mentre dalla Francia arriverà Ramlal Tien con la sua installazione «Seeds of peace», insieme a Gerard Clement, autore dello spettacolare aquilone «San Giorgio e il Drago». Non mancheranno Alicja Szalska e Szymon Ka, direttamente dalla Polonia, insieme agli italiani Fausto Marrocu, Vita Giacopelli, Maurizio Guastini, Sara Rizzetto, Giovanni Govoni e i Team EX3, autori delle installazioni eoliche dedicate al circo.A far da favoloso sfondo al programma delle giornate ci saranno anche i piloti dei «giganti del cielo» Edo Borghetti e Simone Cabianca, in rappresentanza della factory neozelandese Peter Lynn Kites e dei suoi originali aquiloni zoomorfi.

Novità di questa edizione sarà, domenica 13 ottobre, la Parata per la pace, organizzata per la prima volta a Cervia in collaborazione con la Fondazione PerugiAssisi per consacrare la recente adesione di «ArteVento» al «tavolo della pace» della storica marcia per i diritti umani che si svolge in Umbria da oltre sessant’anni e della quale l’associazione cervese sostiene la candidatura per il riconoscimento a Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Ospiti d’eccezione della parata - che partirà da piazza Garibaldi e, attraversando il centro storico, giungerà sul lungomare, accompagnata dalle note delle percussioni senegalesi di Locomotuum Tidiane Diop Sabar Section dell’Associazione Tuum Ets - saranno i bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna. Testimone dell’appuntamento - che si configura come un’azione collettiva spettacolare sui temi del salvamento in mare, dell’accoglienza, dell’inter-cultura e della solidarietà - sarà, invece, il falegname e pescatore Vito Fiorino, soccorritore di ben quarantasette profughi eritrei in difficoltà, durante la tragedia del mare che il 3 ottobre 2013 costò la vita a Lampedusa a ben 368 persone, la cui storia è stata raccontata nel docu-film «A nord di Lampedusa» del regista Alessandro Rocca.

«Il giro del mondo in 80 aquiloni»: una mostra sull’arte del vento in Giappone 
Il festival cervese parla anche il linguaggio dell’arte con la mostra «Il giro del mondo in 80 aquiloni», un focus sull’arte eolica giapponese con pezzi antichi e contemporanei, allestito dall’11 al 22 ottobre al Magazzino del Sale, l’affascinate monumento di archeologia industriale costruito nel 1691 per lo stoccaggio dell’«oro bianco».
In questi spazi verranno presentati, per la prima volta in Europa, una ventina di aquiloni in arrivo dal Tako no Hakubutsukan di Tokyo, vari nelle aree di provenienza e nelle scelte decorative. I manufatti sono stati donati dal direttore Masaaki Modegi, presidente della Japan Kite Association, a Caterina Capelli, cuore pulsante di «ArteVento», in segno di supporto e augurio di buona fortuna per essere stata scelta come «testimone» di riferimento in merito alla salvaguardia dei saperi e delle pratiche tradizionali dell’aquilone dall’Istituto centrale per il patrimonio immateriale del Ministero della Cultura.

La mostra presenterà anche la straordinaria acquisizione della collezione completa e unica al mondo del Koryu dako, l’«aquilone musicale insetto» della Città di Nagoya, opera di Masaaki Sato. Questi esemplari, capaci di trasformare il vento in suono fondendosi in maniera totalmente armoniosa con l’ambiente naturale e con le sue creature, rappresentano l’ape, la cicala, il bombo e altri insetti, le cui forme diverse vengono interpretate attraverso un’estrema e raffinata stilizzazione strutturale e decorativa, impreziosita talvolta da striature di vero oro.

Un’ulteriore preziosa donazione che si potrà ammirare al Magazzino del Sale è, poi, quella di Makoto Ohye, maestro proveniente dalla città di Toyama, che ha affidato all’archivio cervese la sua produzione giovanile datata fra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, aquiloni in miniatura edo erokkaku dalle dimensioni di pochi centimetri, allusivi delle raffinate atmosfere della cerimonia del tè.

Per l’occasione, così da rendere completo l’omaggio al Giappone, verranno messe in mostra anche preziose opere di importanti «maestri del vento» del Sol Levante come Masaaki Sato e Kengo Nagata, autori dell’aquilone insetto di Nagoya, i coniugi Teruyuki Yabe e Yaeko Yabe, celebri nel settore per le loro opere ispirate alle fiabe, e Yukjo Akiyama, inventore dell’aquilone cinetico e dell’origami kite, solo per citarne alcuni.

Ad arricchire la mostra sarà l’esposizione di una serie di antiche maniche a vento a forma di carpa chiamate Koinobori, utilizzate per la festa dei bambini, insieme ad alcuni dei capi d’abbigliamento tradizionalmente dedicati alla pratica dell’aquilone, come i fazzoletti rettangolari di cotone Hachimaki e le giacche kimono personalizzate, identificative delle diverse città o gruppi di aquilonisti. Fra le giacche esposte spicca quella appartenuta a Dave Checkley, architetto di Seattle e collezionista di aquiloni asiatici, celebre per aver introdotto la conoscenza dell’aquilone giapponese e cinese negli Usa e per aver suggerito ai maestri giapponesi di firmare i propri aquiloni.

L’esposizione cervese invita così il visitatore a intraprendere un viaggio alla scoperta della storia, dei materiali e della filosofia implicita in una pratica che affonda le sue radici nella notte dei tempi, rendendo omaggio al Paese che più di ogni altro ha sviluppato la tradizione dell’aquilone in una straordinaria varietà di forme e significati. La mostra, che è anche un primo tangibile passo verso lo sviluppo di un Centro di formazione e di un Museo stabile sull’aquilone, offre anche una profonda riflessione sul valore della sostenibilità ambientale attraverso il tema dei materiali tradizionali usati, carta washi e bambù in primis

 È, dunque, un percorso completo quello che offre il festival «ArteVento» di Cervia per scoprire molte notizie sui «falchi di carta» (l’espressione è la traduzione letterale dell’ideogramma 凧), ovvero gli aquiloni, manufatti che nel Sol Levante sono molto più di un gioco per bambini: sono un augurio di felicità, fortuna e buona sorte, che si regala per la nascita di un bambino o per l'inizio dell'anno nuovo come simbolo tangibile di speranza per il futuro.

Vedi anche 

Per saperne di più
https://artevento.com/

martedì 8 ottobre 2024

Venezia, restaurato il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano

È appena ritornato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano, capolavoro assoluto della pittura lagunare e italiana del Trecento. Dopo un lungo e complesso intervento di restauro della durata di oltre quattro anni, finanziato da «Save Venice» con il sostegno del mecenate Randolph H. Guthrie, che si è avvalso della supervisione di Valeria Poletto e della direzione tecnica di Maria Chiara Maida e Francesca Bartolomeoli, l’opera ha ritrovato la lucentezza delle sue superfici dorate, la sontuosità della sua raffinata gamma cromatica e la piena leggibilità del programma iconografico.

Realizzato per lo scomparso complesso monastico delle sorores minores di Santa Chiara a Venezia, il più antico insediamento francescano femminile attestato in laguna, che operò in città fino all’avvento delle soppressioni napoleoniche del 1806, il polittico giunse alle Gallerie dell’Accademia nel 1812, fatta eccezione per la tavola centrale, inviata alla Pinacoteca di Brera e sostituita da un dipinto del pittore trecentesco Stefano di Sant’Agnese fino al 1950, anno in cui l’opera fu ricomposta con le sue parti originali grazie a un accordo tra Vittorio Moschini e Fernanda Wittgens, rispettivamente soprintendenti di Venezia e Milano.

Il polittico, il cui dotto programma iconografico è esplicitamente rivolto alla sensibilità di una comunità femminile, è un esempio eccezionalmente integro di ancona veneziana trecentesca a più registri, con scene narrative disposte attorno a un episodio centrale – l’«Incoronazione della Vergine» – e una fastosa cornice lignea intagliata e dorata, che inquadra venticinque parti dipinte in uno splendido connubio tra oro e colore.

L’evento celeste raffigurato - un tema di origine occidentale che ebbe grande fortuna in laguna nel corso di tutto il secolo XIV - è descritto all’interno di un’elaborata macchina scenica di grande ostentazione esornativa: un ampio trono, circondato da un cielo stellato, accoglie Cristo e Maria ammantati in drappi serici, mentre un coro d’angeli musicanti domina la scena. Negli scomparti laterali si dispiegano otto quadri con episodi della vita di Cristo: la «Natività e l’Adorazione dei Magi», il «Battesimo», l’«Ultima cena», l’«Orazione nell’orto e la cattura», l’«Andata al monte Calvario», la «Crocifissione», la «Resurrezione e il Noli me tangere», l’«Ascensione». Nel registro superiore vengono, invece, narrate le storie di san Francesco e santa Chiara. Nella parte alta, completano il ricco racconto le figure di re Davide, del profeta Isaia e dei quattro evangelisti, oltre alla Pentecoste e al Giudizio universale. Quattro piccole immagini angeliche, infine, e precisamente «Dominazioni» con il globo e lo scettro, simbolo di autorità, sono visibili dell’intradosso dello scomparto principale.

La sontuosità del manufatto, per il quale sono stati utilizzati materiali preziosi quali l’oro e il blu di lapislazzuli, fa comprendere l’importanza della committenza che si rivolse al più importante pittore veneziano del Trecento, le cui opere sono oggi conservate nei più prestigiosi musei del mondo, dalla Frick Collection a New York alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, senza dimenticare il Museo del Louvre di Parigi.

L’intervento conservativo, iniziato nel 2019, non solo ha restituito nuova luce ai colori e al fondo d’oro del polittico grazie a un intervento di pulitura e di reintegrazione pittorica, ma ha anche interessato la cornice, che ha ritrovato, per mezzo della tecnologia laser, la sua doratura ottocentesca. Il restauro – che ha, inoltre, permesso di scoprire gli schizzi, le prove di colore e i disegni preparatori che Paolo Veneziano aveva realizzato nelle parti non visibili del polittico - è stato accompagnato da uno straordinario lavoro di studio e ricerca svolto con le più avanzate tecnologie.
 
La morfologia del manufatto è stata, infatti, mappata tramite scansione fotogrammetrica e l’acquisizione di immagini ad altissima risoluzione e dettaglio, con il microscopio digitale 3D Hirox, in comodato alle Gallerie dell’Accademia grazie al comitato Venice International Foundation, ha consentito di osservare particolari dell’opera a ingrandimenti inediti.

Grazie a un’importante e particolareggiata presentazione multimediale, realizzata da Culturanuova srl di Arezzo, questo lavoro viene raccontato ai visitatori delle Gallerie dell’Accademia nella sala della loggia palladiana in cui è esposto il polittico di Paolo Veneziano, accanto a una croce astile polilobata e dipinta su entrambi i lati, attribuita al Maestro dell’Incoronazione della Vergine di Washington del 1324. Tramite foto, dettagli, testi, focus storico-artistici, video è, dunque, possibile navigare dentro il polittico, approfondire le sue vicende storiche, indagare le fasi del restauro e le diverse tecniche diagnostiche, mettere a confronto il risultato finale con le condizioni conservative iniziali, scoprire le aree dell’opera normalmente non visibili, e persino conoscere l’aspetto originale che l’opera doveva probabilmente avere prima degli interventi ottocenteschi.

Vedi anche

Didascalie delle immagini
[ Fig. 1] Dettaglio acquisito con microscopio digitale 3D Hirox delle scene con la vita di San Francesco del polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano. ©MIC - Gallerie dell’Accademia di Venezia; [fig. 2] Il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano al termine dell’intervento di restauro, finanziato da Save Venice con il generoso sostegno di Dr. & Mrs. Randolph H. Guthrie. ©Foto di: Matteo De Fina; [fig. 3] Vista dell’allestimento del polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. ©Foto di: Matteo Panciera; [Fig. 4] Dettaglio dei frammenti di policromia rossa originale presenti lungo gli intagli della cornice recuperati durante l’ultimo intervento. ©Foto di: Matteo Panciera; [fig. 5] Particolare del polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano al termine dell’intervento di restauro, finanziato da Save Venice con il generoso sostegno di Dr. & Mrs. Randolph H. Guthrie. ©Foto di: Matteo De Fina

Informazioni utili
Gallerie dell’Accademia, Campo della Carità 1050 – Venezia. Orari di apertura: lunedì, dalle ore 8:15 alle ore 14:00 (la vendita dei biglietti termina alle ore 13:00); da martedì a domenica, dalle ore 8:15 alle ore 19:15 (la vendita dei biglietti termina alle ore 18:15). Biglietti; intero € 15.00, ridotto € 2.00 (giovani 18 -25 anni cittadini dell'UE e acquisto con 18app), gratuito per i minori di 18 anni; Prima mattina € 10,00 (biglietto individuale acquistabile tra le 8:15 e le 9:00 con ultimo ingresso entro e non oltre le 9:15); Due giorni € 22,00 (biglietto individuale valido 2 giorni nell’anno solare); Arteritivo € 10,00 (biglietto individuale dedicato ai giovani tra i 26 e i 35 anni non compiuti, valido tutti i venerdì tra le 17:15-19:00; ultimo ingresso entro e non oltre le 18:15); Insieme € 12,00 (biglietto individuale dedicato ai gruppi tra i 10 e i 25 adulti sopra i 26 anni). L'accesso alle mostre è consentito con lo stesso titolo d'accesso. In occasione di esposizioni temporanee il prezzo del biglietto è suscettibile di variazioni. Per maggiori informazioni: https://www.gallerieaccademia.it/informazioni