ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 16 luglio 2025

«Lerici Music Festival»: nel Golfo dei poeti le sette note incontrano l’arte e il cinema

«Oh Golfo dei Poeti, / tu sei il mio rifugio, / la mia oasi di pace in questo mondo tumultuoso». Così Lord Byron parlava del territorio intorno a La Spezia, profondo anfiteatro di roccia e di mare, con caratteristici borghi dalle architetture color pastello come Lerici, Portovenere, San Terenzo e Tellaro, che, di secolo in secolo, ha affascinato grandi nomi della letteratura come Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Percy Bysshe Shelley, D. H. Lawrence, Eugenio Montale, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. In questo incantevole scenario naturale, all’estremità orientale della Liguria, prende vita, per il nono anno consecutivo, il «Lerici Music Festival», manifestazione ideata e fondata nel 2017 da Gianluca Marcianò, ancora oggi alla direzione artistica, che, dal 24 luglio al 4 agosto, porterà in riva al mare grandi virtuosi internazionali e giovani talenti (tra i quali i sei protagonisti del progetto di masterclass «Next Gen Concert», alla sua prima edizione), tutti impegnati in una ventina di appuntamenti che spaziano dal repertorio barocco all’opera lirica, dal musical al jazz.
«Musica, Immagine, Movimento» è il titolo scelto per questa edizione, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Liguria, che vuole raccontare le relazioni tra il mondo delle sette note, il cinema e le arti visive.

Da «Una sera a Hollywood» a «Musical my life», quando la musica incontra il grande schermo

Il programma musicale inizierà a Villa Marigola, storica residenza che ispirò l’arte simbolista di Arnold Böcklin, con «Una sera a Hollywood», durante la quale il baritono Rodney Earl Clarke e il soprano britannico Melinda Hughes, voce lirica specializzata anche nel cabaret degli anni ’20-’30, si esibiranno in un recital con musiche di Cole Porter, George Gershwin, Leonard Bernstein, Ennio Morricone e Nino Rota.
Il giorno successivo i riflettori si accenderanno, invece, alla Rotonda Vassallo, piazzale Liberty al centro di Lerici, che ospiterà l’Orchestra da Camera di Perugia con una rilettura in musica del romanzo «Il barone rampante» di Italo Calvino, la storia di un giovane nobile, residente in un immaginario paesino della Liguria di nome Ombrosa, che, in segno di protesta, decide di vivere sugli alberi per il resto della sua vita, senza mai più tornare a terra. In scena ci sarà anche l’attore e regista Francesco Bolo Rossini, protagonista, sempre con l’Orchestra da Camera di Perugia e nell’incantevole scenario della Rotonda del Vassallo, anche della rilettura musicale di «Fuga senza fine» (il 26 luglio), romanzo di Joseph Roth che narra la crisi identitaria dell’Europa negli anni tra i due conflitti mondiali, e di «Candide» (il 1° agosto), operetta comica in due atti di Leonard Bernstein basata sull’omonimo racconto di Voltaire.
Tra gli appuntamenti più attesi spicca, poi, una serata nella quale si rivivrà il fascino delle prime proiezioni cinematografiche, quando le immagini erano accompagnate dalla musica live: il pianista Paul Lay firmerà la sonorizzazione dal vivo del film comico «Sherlock Jr.» (il 1° agosto), noto in Italia come «La palla n. 13», capolavoro di e con Buster Keaton del 1924, una delle vette del cinema muto, inserito dal «Time» tra i cento migliori film di sempre.
La «settima arte» sarà protagonista anche della serata «La morte e la fanciulla» (30 luglio), durante la quale si ascolterà il «Quartetto per archi n. 14 in re minore, D. 810» di Franz Schubert, uno dei capolavori della musica da camera europea, il cui secondo movimento è stato utilizzato in diversi film – dall’omonima pellicola di Roman Polański a «Barry Lyndon» di Stanley Kubrick - per creare un’atmosfera di tensione e di inquietudine. Durante l'appuntamento sarà possibile ascoltare anche il Quartetto n. 3 di Dmitrij Sostakovic, artista di cui quest’anno ricorrono i cinquant’anni anni della scomparsa, e il raro Duo per viola e violoncello «con due paia di occhiali obbligati» WoO 32 di Beethoven, dedicato al barone Nikolaus Zmeskall.
Al mondo del cinema guardano anche due dei quattro appuntamenti che porteranno «Musica, Immagine, Movimento» fuori dalle mura di Lerici, nella vicina Sarzana. Nella cornice duecentesca della Fortezza Firmafede, la Filarmonica Toscanini, nel cinquantesimo della sua fondazione, presenterà - sotto la bacchetta di Michael Cousteau e con i solisti Andrea Cicalese (violino) e Alexey Zhilin (violoncello) - un omaggio a «They shall have music» (26 luglio), pellicola del 1939 conosciuta in Italia con il nome di «Armonie di gioventù», che vide sotto i riflettori la leggenda del violino Jascha Heifetz.
La stessa formazione sarà in scena anche con Pinchas Zukerman, tra i più grandi violinisti dei nostri tempi, qui sul podio nella doppia veste di solista e direttore, per eseguire il concerto di Mozart n. 5 K 219 e dirigere la sinfonia n. 7 di Beethoven, colonna sonora del film «Il discorso del re» (27 luglio), affiancato dalla violoncellista Amanda Forsyth.
L’artista canadese e Pinchas Zukerman saranno, inoltre, protagonista di «Amadeus» (28 luglio), un appuntamento con il Quartetto di Cremona, che renderà omaggio non solo al genio di Mozart, ma anche a Pëtr Il'ič Ciaikovskij con l’esecuzione del sestetto per archi «Souvenir de Florence».
Ritornando a Sarzana, nella Fortezza di Firmafede sarà possibile assistere anche all’esecuzione del rarissimo «Concerto n. 1 per violoncello e orchestra» di Nino Rota, celebre autore di indimenticabili colonne sonore per oltre centocinquanta film, che ha collaborato con registi come Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Federico Fellini e Francis Ford Coppola, con il quale ha vinto l’Oscar per le musiche del film «Il padrino – parte II». Sul palco salirà ancora una volta la Filarmonica Toscanini, diretta da Gianluca Marcianò, e con la violoncellista Miriam Prandi. Nella stessa serata (quella del 31 luglio) il pianista macedone Simon Trpčeski si confronterà con il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov.
A chiudere il programma di Sarzana sarà «La tragedie de Carmen» (2 agosto), ovvero l’adattamento cameristico della celebre opéra-comique di Georges Bizet, di cui quest’anno ricorrono i centocinquanta anni dalla prima rappresentazione, la cui regia sarà firmata dal dissidente russo Dmitry Krimov. Sul palco salirà l’Orchestra del Lerici Music Festival, diretta da Gianluca Marcianò, con i cantanti lirici Leonardo Caimi, Enrico Di Geronimo, Melinda Hughes e Carmen Giannattasio, soprano internazionale già applaudito alla Scala, al Covent Garden e al Metropolitan, qui al debutto nel ruolo di Carmen.
Tra i luoghi del festival c’è anche, in quel di Lerici, la secolare Chiesa di San Francesco, in cui si venera un dipinto del 1480 salvato da una tempesta. In questo elegante contesto l’«Ensemble Mare Nostrum» – venti anni di attività festeggiati proprio nel 2025 – e le voci dei «Vache Baroque Singers», diretti da Andrea De Carlo, proporranno «A Midsummer Night’s Dream» (29 luglio), un concerto con musiche barocche di Alessandro Stradella e Henry Purcell. Mentre «Cantar per scherzo» (30 luglio), alla Rotonda Vassallo, è un omaggio al genio cinquecentesco di Orlando di Lasso, a cura di «Passi sparsi», formazione che proporrà l’ascolto delle «Villanelle», musiche popolari in lingua napoletana che raccontavano l’amore in modo rustico.
Non mancherà, poi, il tradizionale concerto all’alba (30 luglio), alla Marinella di San Terenzo, quest’anno con il violinista Andrea Cicalese e il fisarmonicista Antonio Del Castillo.
Completano il cartellone, nelle giornate del 3 e del 4 agosto, un recital pianistico di Matteo Cabras, un concerto con i giovani talenti di Opera for Peace, l’appuntamento lirico «Les Chemins de l’amour» e l’evento di chiusura, «Musical my life», con l’Hyperion Ensemble, seguito da un afterhour party con l’arpista Alexander Boldachev e la chitarra elettrica di Alexander Misko.

A Villa Marigolda una mostra sulle Fratture armoniche» di Arcangelo Sassolino

Per il secondo anno consecutivo, il «Lerici Music Festival» offre anche un focus sulle arti visive, a cura di Carlo Orsini e con la collaborazione della Galleria Continua. Dal 25 luglio all'8 agosto, Villa Marigola farà da scenario alla mostra «Fratture armoniche» di Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), con una selezione di opere, tra installazioni e grafiche, che sviluppano il concetto di «intermedia» teorizzato da Dave Higgins, rappresentante del gruppo Fluxus, riflettendo – si legge nella nota stampa - sul «cortocircuito che si crea tra la percezione di una immagine in movimento tramite il suono e la potenza evocativa del suono nel generare un’immagine mentale».
L'esposizione, che prevede anche un ciclo di conversazioni a colazione, si apre con «Piccolo animismo», scultura «generatrice di forme» realizzata nel 2011 per il Macro di Roma e presentata a Venezia, nell’ambito della diciassettesima edizione della Biennale di architettura. «Una turbina soffia e aspira aria in un grande parallelepipedo composto da lastre di acciaio inossidabile, saldate tra loro. Un movimento ciclico d’immissione e sottrazione d’aria in pressione - si legge nella nota stampa -determina un’evidente alterazione del volume della struttura metallica, fino al raggiungimento della tensione massima, che si manifesta con un forte impatto sonoro, una sorta di tuono indotto artificialmente».
Al primo piano della villa trovano, invece, posto una selezione di dieci opere che approfondiscono il tema della percezione della tensione visiva e sonora attraverso l’accostamento di materiali opposti, quali gomma e ferro, carta e acciaio, vetro e pietra, come avviene nel lavoro «Sospensione della scelta» (2025).
Conclude il percorso espositivo una raccolta di opere grafiche, dal titolo «Azione / reazione» (2023), rappresentazione dell’esplosione della cera sulla carta. A proposito di quest’ultimo ciclo, Arcangelo Sassolino dichiara: «Ciò che cerco di catturare è il cambiamento di stato, quell’istante in cui una cosa diventa qualcos’altro, quell’energia e quel potere che esistono nel lampo di assoluta instabilità tra due momenti di equilibrio che sono il prima e il dopo».
Il continuo divenire della materia e il carattere imprevisto della creazione dominano, dunque, la scena, mostrando le similitudini tra l’arte e la musica classica, con le sue note immortali, che rivivono e si rinnovano, interpretazione dopo interpretazione, concerto dopo concerto.

Didascalie delle immagini
1. Cartolina promozionale del Lerici Music Festival; 2. Arcangelo Sassolino, Piccolo animismo 2011. stainless steel, turbine, PLC, cm h 300 x 400 x 200 / 118,1 x 157,4 x 78,7 in. Photo: Altrospazio Piccolo Animismo, MACRO, Rome 2011; 3. Arcangelo Sassolino, L’età dell’oro 2023, rubber and hydraulic piston, 62,5 x 50 x 29 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 4 e 5. Arcangelo Sassolino, Geografie del conflitto 2024, marble and steel, 103 x 37 x 19 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 6. Arcangelo Sassolino, Sospensione della scelta 2025. Glass, stone and steel, cm h 120 x 70 x 47 - archive n. AS-2025-019. photo: Pamela Randon; 7. Arcangelo Sassolino, Resistenza bianca 2023, paper, steel, 29,5 x 46,5 x 36,5 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 8.Arcangelo Sassolino, Azione/reazione 2023, wax on paper, 31,7 x 31,7 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

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lunedì 14 luglio 2025

«Le stanze di Luchino Visconti», sul Lago di Como un percorso multimediale tra storia e cinema

«Giorni felici in riva al Lario. Facevamo progetti con i miei fratelli e scoppiava puntuale il temporale. Contrariati restavamo in silenzio attaccati ai vetri già rigati di pioggia. Qualche volta si dormiva sull’erba, nel letargo pomeridiano in un fremito di grilli e di cicale. A sera porgevamo ai genitori il viso stanco di sonno. Poi veniva l’autunno e noi ragazzi eravamo tristi per la riapertura delle scuole». Fu subito amore fra il regista Luchino Visconti e il Lago di Como, sulle cui sponde, nella cittadina di Cernobbio, si trovava la residenza estiva di famiglia: la sfarzosa e monumentale Villa Erba, gioiello architettonico concepito secondo l'ispirazione di tipo manierista alessiano da Angelo Savoldi e Giovan Battista Borsani, con al suo interno le ricche decorazioni di Angelo Lorenzoli e gli affreschi di carattere figurativo di Ernesto Fontana, e tutto intorno un parco con alberi secolari e lussureggianti giardini a filo d’acqua.

Voluta da Anna Brivio e realizzata tra il 1898 e il 1901 da Luigi Erba, erede dell’industriale farmaceutico Carlo Erba, a rappresentanza dello status e del prestigio della famiglia, la villa venne ereditata dalla figlia Carla, che sposò proprio a Cernobbio il duca Giuseppe Visconti di Modrone, il padre di Luchino, la cui stirpe, dalle tradizioni secolari, era indissolubilmente legata alla storia della città di Milano.

In questo incantevole scenario, il regista lombardo, padre del Neorealismo italiano, trascorse le lunghe estati dell'infanzia tra passeggiate nella natura, corse in bicicletta, bagni nel lago, letture, lezioni di pianoforte e giocose schermaglie con i suoi sei fratelli.
In questa elegante residenza nobiliare, sorta sui terreni di un'antica casa cluniacense riservata alla vita delle suore benedettine e dedicata a santa Maria Assunta, il cineasta di «Senso» (1954) e «Bellissima» (1951) soggiornò più volte anche da adulto, ospitando amici e colleghi come Franco Zeffirelli, Helmut Berger, Alain Delon. E vi ritornò, nell’ultima parte della vita, ormai minato nella salute, per farne il suo rifugio creativo, riadattando l’ex scuderia a sala di montaggio per completare la lavorazione del celeberrimo «Ludwig» (1973).

Mai apparsa in uno dei suoi film, Villa Erba fu, in realtà, una vera e propria musa per Luchino Visconti, un’inesauribile fonte di ispirazione per le atmosfere e le ambientazioni da lui create. La celebre e sontuosa scena del ballo nel «Gattopardo» (1962), con il principe Fabrizio di Salina (Burt Lancaster), Angelica Sedara (Claudia Cardinale) e Tancredi Falconeri (Alain Delon), seppure girata nelle sale di Palazzo Gangi a Palermo, è una reminiscenza delle soirée che si tenevano nella villa lariana, simbolo di prestigio sociale e di vivacità culturale con il loro brulicare di politici, artisti e intellettuali del tempo.
L’ambientazione della triste darsena nella placida località termale della Baviera, Bad Wiessee, nel quale è ambientato il film «La caduta degli dei» (1969), è volutamente simile allo specchio d’acqua antistante alla dimora di Cernobbio.
Il paesaggio malinconico di «Morte a Venezia» (1971), con le sue foschie che rendono palpabile il disagio interno vissuto dal protagonista, non può non richiamare alla mente l’atmosfera crepuscolare del Lago di Como nei giorni d’autunno. E anche in «Ludwig», il film sulla vita di Ludovico II di Baviera, il «re pazzo» morto per annegamento, è possibile riscoprire le atmosfere lariane care al regista, quelle che ammirava dalle stanze della sua abitazione, veri e propri capolavori improntati al gusto Liberty di inizio Novecento, dove ogni finestra era - ed è - un quadro che raffigura uno scorcio del lago, con il suo paesaggio verdeggiante e l’azzurro dell’acqua.

Dal 1986 Villa Erba, oggi proprietà di un consorzio pubblico-privato, è un centro congressuale e un polo fieristico di fama mondiale, che non dimentica la sua storia e i suoi legami con il cinema, come dimostra il nuovo progetto culturale permanente, visitabile esclusivamente in occasione di eventi speciali, giornate dedicate o su prenotazione: «Le stanze di Luchino Visconti». Si tratta di un percorso espositivo multimediale e immersivo - a cura di OLO creative farm e con l’allestimento tecnologico di Neo Tech srl -, che, attraverso l’impiego di tecnologie digitali all’avanguardia, quali proiezioni immersive in 4K, videomapping e suono spazializzato, racconta la vita e l’opera del regista milanese, così come l’identità della villa che fu il suo «luogo del cuore» e la culla di una poetica cinematografica sontuosa, malinconica e irrimediabilmente elegante.
Le voci che accompagnano il visitatore sono frutto del lavoro congiunto di Stefano Dragone per la versione in italiano e di Peter Baker per quella inglese; la sonorizzazione è firmata da Massimo Colombo; i testi sono a cura di Joao Maria Figueira.

Sei sono le sale che ospitano il percorso espositivo. Si inizia con la «Stanza della storia», dove tre schermi con fotografie d’epoca e disegni architettonici originali, digitalizzati e restaurati in 4k, raccontano il passato ricco e stratificato dell’edificio lacustre, non solo scenario di vita quotidiana e mondana, ma anche fonte inesauribile di suggestioni per l’inconfondibile estetica viscontiana con quel suo sentore di aristocratica decadenza, che si respirava negli anni della Belle Époque, portato sul grande schermo nel «Gattopardo».
Questo film, Palma d’oro a Cannes, è al centro anche del racconto che anima la «Stanza del tempo», con una linea cronologica in forma di pellicola, che narra le principali tappe della vita di Luchino Visconti, dalla nascita agli esordi, dai grandi successi internazionali agli ultimi giorni. Ed è protagonista anche nella «Stanza delle emozioni», dove una proiezione panoramica a 360° e un sofisticato sistema di audio spazializzato avvolgono il pubblico in un flusso continuo di immagini e suoni, tratti da film come «Rocco e i suoi fratelli» o «Morte a Venezia», offrendo una lettura emotiva e sensoriale di un linguaggio cinematografico unico, sospeso «tra bellezza, memoria e tragico splendore».

Il viaggio prosegue con la «Stanza dei paesaggi», dove un videomapping trasforma arredi e architetture in un omaggio al «mito del Lario», mostrando come, fin dall’epoca romana, le ville affacciate sul lago siano state concepite non solo come luoghi di residenza, ma anche come strumenti di celebrazione della bellezza naturale. Davanti agli occhi dei visitatori scorrono così le immagini delle ville Pliniana, d’Este, Melzi e Carlotta, ma anche scorci con giardini all’italiana e all’inglese, colline, cime montuose e darsene, «dando vita a un mondo di proporzioni armoniche e atmosfere contemplative», che intende celebrare il paesaggio come costruzione culturale.

Mentre nella camera da letto è stata data realizzata, tramite un’installazione sonora, la «Stanza dei suoni e dei racconti», un luogo che ci immerge tra le voci, i rumori e i silenzi che hanno caratterizzato l’infanzia e la giovinezza di Luchino Visconti. «Le lezioni di pianoforte all’alba, prima del ginnasio, il suono deciso dei tacchi della sua insegnante, la formazione musicale della madre Carla Erba, pianista appassionata, e le indimenticabili sere d’estate a Villa Erba, quando dal salone al primo piano lei suonava con le finestre aperte, rimangono impressi – si legge nella presentazione del percorso espositivo - nella memoria del regista come impronte sonore indelebili».

Infine, la «Stanza della memoria dell’acqua» trasforma lo storico bagno in marmo della dimora lariana (uno dei primi, a inizio Novecento, a essere dotato di acqua calda corrente) in un «pozzo di luce», dove un’installazione visiva e sensoriale, con un flusso di «immagini liquide e cangianti», racconta i film del regista milanese nei quali è presente l’elemento acquatico, metafora, di volta in volta, di tormento, riflessione, passione e quiete.

Un’occasione, dunque, nuova, quella del percorso multimediale «Le stanze di Luchino Visconti», per conoscere storie, segreti e suggestioni di Villa Erba a Cernobbio, «una vera villa lombarda, tanto cara», per usare le parole del regista milanese, che, con le sue ampie scalinate digradanti verso il lago e la grande torretta panoramica, ha fatto da set a film come «Ocean’s Twelve» e «Murder Mistery», portando la bellezza del Lago di Como sui grandi schermi di tutto il mondo. 

Didascalie delle immagini
Fotografie di Andrea Butti

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venerdì 11 luglio 2025

«Mercantia», ritorna a Certaldo il festival del teatro di strada. Spettacoli e mostre ricordano Giovanni Boccaccio a 650 anni dalla morte

Quaranta compagnie teatrali
e oltre centoventi artisti italiani e internazionali per cinque giorni all’insegna di musica, performance aeree, esibizioni di danza acrobatica e verticale, parate, equilibrismo, giocoleria, clownerie, appuntamenti con i cantastorie, spettacoli circensi e installazioni: si potrebbe riassumere così il programma di «Mercantia», il festival di teatro di strada che, da mercoledì 16 a domenica 20 luglio, animerà il borgo medievale di Certaldo, a pochi chilometri da Firenze.
Dai giardini segreti alle cripte, dalle piazze alle terrazze panoramiche, tra affreschi e mattoni rossi, la città toscana che diede i natali a Giovanni Boccaccio è pronta a trasformarsi ancora una volta, la trentasettesima dal 1988, anno di inizio della manifestazione (che allora portava il nome di «Teatralfestamercatomedievale»), in un meraviglioso palcoscenico a cielo aperto.

Tra sogni e acrobazie, gli spettacoli del festival
Il programma, ideato da Alessandro Gigli e intitolato in questa edizione «Il corpo, il borgo e il sogno», intreccia nove prime nazionali e spettacoli site specific, diciannove appuntamenti tra musica e danza, sei street band e una forte presenza internazionale con undici compagnie provenienti da Germania, Svizzera, Argentina, Finlandia, Giappone, Thailandia, Inghilterra e Paesi Bassi.
Tra gli artisti stranieri ci saranno: i tedeschi Vertical Theater con le loro «acrobazie da nausea», il fantasista latinoamericano Mencho Sosa con il suo «Football Show», l’artista rom Rašid Nikolić con le sue marionette gipsy in viaggio dalla Jugoslavia in guerra all’Italia in pace; e i britannici Graffiti Classics, «un quartetto d’archi comico che non si siede mai», protagonista di uno spassoso viaggio musicale da Beethoven a Elvis per «sedici archi, otto piedi e quattro voci».
Mentre tra i debutti nazionali si segnalano: «Corpo celeste» di ImaginaDanza, «un richiamo a praticare l’invisibile e l’incanto» con Ivana Caffaratti e Daniele Dubbini; «Ritratti a tinte forti» di Teatri d’Imbarco/Benedetta Giuntini, con un omaggio a Pier Paolo Pasolini e al suo «Valzer della toppa»; «eXterni» di Teatrop, una rilettura onirica e itinerante degli «Uccelli» di Aristofane; e «Geisha» di Ada Innocente, un viaggio nella ritualità del Giappone tra samurai, tazzine di tè ed eleganza femminile.
Debutta a «Mercantia» anche «Le donne di Dante» dell’Associazione Palcoscenico, uno spettacolo con racconti inediti, ironici e divertenti, appositamente composti e interpretati dalla scrittrice Sandra Landi, che vedrà in scena anche le musiciste Ilaria Biagini ed Elisabetta Piastri.
Non poteva, poi, mancare un omaggio al padrone di casa, Giovanni Boccaccio, con «Decameron: canzoni e storie», che porterà a Certaldo il talento istrionico di David Riondino, con le ballate raccolte nel libro «Bocca baciata non perde ventura anzi rinnova come fa la luna» (Materiali sonori, 2014). Con lui saranno in scena il filologo Maurizio Fiorilla, professore all’Università Roma3, e i musicisti Eleonora Cardellini, Paolo Antinori e Massimiliano Chiapperi.
Nel bel cartellone di «Mercantia» c’è, poi, anche un riferimento ai tempi bellicosi che stiamo vivendo con lo spettacolo «Un sogno di pace» della Compagnia Elicriso, tratto da «La crociata dei bambini» di Bertolt Brecht, che racconta «un’infanzia orfana di genitori, di riferimenti, di luoghi, di strade da percorrere».
Una serie di presenze definisce, poi, il carattere di questa edizione che parla di sogni e di «desideri nascosti in fondo al cuore», a partire da quello di volare di Leonardo da Vinci, infaticabile ideatore di invenzioni futuristiche, e a quello della fratellanza universale di San Francesco d’Assisi, «il giullare di Dio». Ecco così il «Cantico delle creature» di Ipotesi teatrale, una performance itinerante sugli elementi naturali arricchita dalla magnificenza dei costumi e delle maschere in voga nella Venezia del Settecento, e la danza verticale della compagnia Cafè Lulè sulla Torre di Casa Boccaccio, ma anche i visionari «Birdmen» di Close-Act (Paesi Bassi) e il meccanizzato cavallo «Indigo» della Lumo Company (Finlandia).
Infine, il progetto «Balla Balla Ballerino», idealmente dedicato a Pippo Delbono, porterà a Certaldo il ritmo del tango, dello swing, delle danze irlandesi e del repertorio musicale del sud Italia e delle sue feste paesane, in un viaggio, a cura del gruppo «I musicanti di Bacco» che spazierà dalla pizzica alla tarantella, dalle serenate agli stornelli.

«Mercantia» è da sempre anche artigianato: quello autentico, fatto a mano, che nasce da antichi saperi e continua a parlare con voce contemporanea. Un mercato con banchi variopinti e laboratori artigianali per imparare tecniche antiche come la lavorazione dei metalli, la modellazione dell’argilla, l’intaglio e l’intarsio del legno, l’uso delle erbe palustri racconteranno, nei giorni del festival, «La magia delle mani», o meglio quei movimenti precisi e sinuosi che, con un procedimento che ha il sapore dell’alchimia, plasmano la materia per renderla un oggetto unico e inimitabile.

Dalla collettiva «Amore, Fortuna, Ingegno» all'intervento site-specific «Image», installazioni e mostre sul «Decameron»
In questo 2025, anno in cui si commemorano i seicentocinquanta anni dalla morte di Giovanni Boccaccio, «Mercantia» parla anche il linguaggio dell’arte. Per l’occasione, le novelle del «Decameron» si trasformeranno in installazioni e racconti visivi. Le storie «Frate Cipolla», ambientata proprio a Certaldo, e «Chichibio e la gru» prenderanno vita a Palazzo Pretorio per opera di Francesca Parri, autrice di un lavoro ironico e immersivo fatto di candide piume e di carbone, e di Nicola Genco, ideatore di un omaggio raffinatamente simbolico con delicate sculture dalle forme animalesche che si stagliano verso il cielo.

Mentre al Chiostro del Convento degli Agostiniani, già luogo di meditazione e di silenzio, Serena Tani darà vita al suo «Giardino dell’Utopia», una rilettura in chiave moderna del rifugio dalla peste dei dieci protagonisti del «Decameron» in una villa fuori dalle mura di Firenze.
L’installazione «Image» ricreerà, infatti, uno spazio incantato, tra natura e artificio, abitato da fiori colorati e da uccellini in terracotta che vuole essere un luogo di «bucolica salvezza», «una sorta di paradiso naturale, che – si legge nel libretto con il programma del festival - diventa punto di riflessione per una rinnovata consapevolezza e fuga dal materiale, dalla paura, dalle incertezze […] per rigenerare lo spirito e ripensare un nuovo modo di esistere».
«Zone di sfogo» dalla quotidianità, o meglio da quella che l’artista Alessandro Di Vicino Gaudio chiama la «peste contemporanea della disumanizzazione», verranno create anche con la «Rage Room», in via Castarella, una stanza-esperienza dove «sfogare la rabbia repressa, la frustrazione sedimentata, il senso di impotenza» di fronte a un mondo sempre più veloce e performante. In questo ambiente, dalle pareti fonoassorbenti tappezzate di «graffiti rabbiosi», i visitatori potranno distruggere vecchi televisori su cui scorreranno in loop immagini di guerre, di scene di diritti civili negati, di brutture urbane.

Lasciata la «Rage Room», ci si potrà, quindi, immergere nel cuore del borgo di Certaldo, dove sarà possibile ammirare le gigantografie delle illustrazioni firmate da Claudio Cionini, Maria Ditaranto e Ilaria Leganza per l’anniversario boccaccesco, tutte e tre realizzate sotto la supervisione di Fabio Calvetti.
Nel centro storico sarà allestita anche la mostra diffusa «Amore, Fortuna, Ingegno», con opere pittoriche dagli stili e dalle tecniche differenti, realizzate da sedici artisti - Valentina Barbieri, Veronica Cairo, Anna Casu, Costanza Danielli, Vanessa Gai, Katy Maleki, Marta Martini, Valter Masoni, Giada Matteoli, Renzo Mezzetti, Lucia Pretto, Francesca Santomauro, Stelleconfuse, Sabrina Taddei, Lucia Coccoluto Ferrigni e Carolina Frasconi - che si sono ispirati ai tre temi principali del «Decameron», in un racconto corale che parla della casualità e dell’imprevedibilità degli eventi e della capacità umana di trovare soluzioni originali per superare le difficoltà, anche grazie all’amore.
Mentre nel suggestivo scenario della chiesa dei Santi Tommaso e Prospero saranno esposte le opere che il maestro ceramista Eugenio Taccini, scomparso lo scorso gennaio a 82 anni, ha realizzato per «Mercantia» nel 2003: dieci pannelli che raccontano, con colori sgargianti e una vivace espressività, altrettante novelle della celebre opera boccaccesca.

Ritornando a Palazzo Pretorio, cuore storico e simbolico del borgo toscano, si potrà, infine, visitare «Folds», personale dell’artista Marica Fasoli, con un dipinto ispirato a «Il Corbaccio», un testo in prosa composto da Giovanni Boccaccio nel 1366, noto per la sua forte impronta misogina. L’allestimento, per la curatela di Francesca Parri (così come tutto il programma espositivo del festival), presenterà, inoltre, una quarantina di opere dei cicli «Origami Box» e «Invisible People», l’uno con carte piegate e ripiegate secondo un’antica tecnica giapponese, l’altro con abiti stropicciati che parlano dell’assenza e di «quello che rimane quando il corpo non c’è più».
Completa il percorso un video per ricordare la storia Sadako Sasaki, una bambina esposta alle radiazioni della bomba di Hiroshima, ammalatasi poi di una forma grave di leucemia, che, seguendo un’antica leggenda nipponica, si mise a piegare mille gru per poter esprimere il suo desiderio di salvezza. La ragazzina morì prima di completare il suo progetto; i 356 origami restanti furono realizzati dagli amici, che la ricordarono anche con una statua nel Parco della pace a Hiroshima, oggi simbolo nel mondo del rifiuto profondo di tutte le guerre.

Appuntamento dopo appuntamento, tra sorprese e meraviglie, si arriverà, dunque, al «Gran finale» di «Mercantia»: una colorata e vivace sfilata per le vie del borgo di Certaldo con bande musicali, performer, acrobati e giocolieri. «Un’esplosione di energia e creatività» per salutare il festival e darsi appuntamento al prossimo anno.

Didascalie delle immagini
1. Mercantia - edizione 2024. Foto Manrico Tiberi; 2. Mercantia - edizione 2024. Foto Mauro Donati; 3.  Mercantia - edizione 2024. Foto Manrico Tiberi; 4. Mercantia - edizione 2024. Foto Bianchi; 5. Mercantia - edizione 2024. Foto Manrico Tiberi; 6. Mercantia - edizione 2024. Foto Mauro Donati; 7. Mercantia - edizione 2024. Foto Vulcano; 8. Illustrazione "Firenze medievale" di Claudio Cionini per Boccaccio650; 9. Illustrazione “Lisabetta da Messina – viaggio negli abissi dell’eterno amore” di Maria Ditaranto per Boccaccio650; 10. Illustrazione “La torre” di Ilaria Leganza per Boccaccio650
 

Informazioni utili
Nei giorni di «Mercantia» (dal 16 al 20 luglio 2025) è vietato l'accesso al borgo di Certaldo Alta senza biglietto (l'accesso a Certaldo Bassa è, invece, gratuito). Costo del biglietto: mercoledì, giovedì, venerdì e domenica: intero E 13,00€+ diritto di prevendita; ridotto E 11,00€+ diritto di prevendita | sabato: intero E 15,00€+ diritto di prevendita, ridotto E 13,00€+ diritto di prevendita. Riduzione valida per: bambini da 7 a 14 anni, persone con disabilità, soci Coop (solo mercoledì e giovedì), Soci Touring Club in possesso di tessera associativa in corso di validità. Abbonamento tutti i giorni (escluso il sabato): intero E 40,00€- ridotto E 30,00€. Riduzione valida per: bambini da 7 a 14 anni, persone con disabilità. Abbonamento tutti i giorni (compreso il sabato): intero E 52,00€- ridotto E 40,00€. Riduzione valida per: bambini da 7 a 14 anni, persone con disabilità. Abbonamento Soci Unicoop Firenze tutti i giorni (compreso il sabato): E 47€. Riservato ai soci Unicoop Firenze, solo se acquistato in prevendita entro il 16 luglio 2025. Ogni carta socio dà diritto all’emissione di un abbonamento a prezzo agevolato. Ingresso gratuito per i bambini di età inferiore a 7 anni. Orari: Inizio spettacoli dalle ore 20.00; mercoledì giovedì, venerdì e domenica: fino alle ore 1.00; sabato: fino alle ore 1.30. I biglietti e gli abbonamenti potranno essere acquistati: • presso la biglietteria in Piazza Boccaccio nei giorni della manifestazione dalle 17.00 alle 24.00; • sul sito https://www.ticketone.it/artist/mercantia/; • nei punti vendita TicketOne (consulta la pagina https://www.ticketone.it/help/outlets/ per trovare il punto vendita più vicino a te) • sito istituzionale del Comune:www.comune.certaldo.fi.it/it. Info Biglietti e abbonamenti su Ticketone.it. Informazioni biglietti: info@boxofficetoscana.it. Info residenti/attività: mercantia@securandsecur.it. Ufficio informazioni turistiche: tel. 0571 661219 (solo per informazioni di carattere generale)