«Oh Golfo dei Poeti, / tu sei il mio rifugio, / la mia oasi di pace in questo mondo tumultuoso». Così
Lord Byron parlava del territorio intorno a La Spezia, profondo anfiteatro di roccia e di mare, con caratteristici borghi dalle architetture color pastello come Lerici, Portovenere, San Terenzo e Tellaro, che, di secolo in secolo, ha affascinato grandi nomi della letteratura come
Dante Alighieri,
Francesco Petrarca,
Percy Bysshe Shelley,
D. H. Lawrence,
Eugenio Montale,
Alberto Moravia e
Pier Paolo Pasolini. In questo incantevole scenario naturale, all’estremità orientale della Liguria, prende vita, per il nono anno consecutivo, il
«Lerici Music Festival», manifestazione ideata e fondata nel 2017 da
Gianluca Marcianò, ancora oggi alla direzione artistica, che,
dal 24 luglio al 4 agosto, porterà in riva al mare grandi virtuosi internazionali e giovani talenti (tra i quali i sei protagonisti del progetto di
masterclass «Next Gen Concert», alla sua prima edizione), tutti impegnati in
una ventina di appuntamenti che spaziano dal repertorio barocco all’opera lirica, dal
musical al
jazz.
«Musica, Immagine, Movimento» è il titolo scelto per questa edizione, realizzata con il sostegno del
Ministero della Cultura e della
Regione Liguria, che vuole raccontare le relazioni tra il mondo delle sette note, il cinema e le arti visive.
Da «Una sera a Hollywood» a «Musical my life», quando la musica incontra il grande schermo
Il programma musicale inizierà a
Villa Marigola, storica residenza che ispirò l’arte simbolista di
Arnold Böcklin, con
«Una sera a Hollywood», durante la quale il baritono
Rodney Earl Clarke e il soprano britannico
Melinda Hughes, voce lirica specializzata anche nel cabaret degli anni ’20-’30, si esibiranno in un
recital con musiche di
Cole Porter,
George Gershwin,
Leonard Bernstein,
Ennio Morricone e
Nino Rota.
Il giorno successivo i riflettori si accenderanno, invece, alla
Rotonda Vassallo, piazzale Liberty al centro di Lerici, che ospiterà l’
Orchestra da Camera di Perugia con una rilettura in musica del romanzo
«Il barone rampante» di Italo Calvino, la storia di un giovane nobile, residente in un immaginario paesino della Liguria di nome Ombrosa, che, in segno di protesta, decide di vivere sugli alberi per il resto della sua vita, senza mai più tornare a terra. In scena ci sarà anche l’attore e regista
Francesco Bolo Rossini, protagonista, sempre con l’Orchestra da Camera di Perugia e nell’incantevole scenario della Rotonda del Vassallo, anche della rilettura musicale di
«Fuga senza fine» (il 26 luglio), romanzo di
Joseph Roth che narra la crisi identitaria dell’Europa negli anni tra i due conflitti mondiali, e di
«Candide» (il 1° agosto), operetta comica in due atti di
Leonard Bernstein basata sull’omonimo racconto di
Voltaire.
Tra gli appuntamenti più attesi spicca, poi, una serata nella quale si rivivrà il fascino delle prime proiezioni cinematografiche, quando le immagini erano accompagnate dalla musica
live: il pianista
Paul Lay firmerà la
sonorizzazione dal vivo del film comico «Sherlock Jr.» (il 1° agosto), noto in Italia come «La palla n. 13», capolavoro di e con
Buster Keaton del 1924, una delle vette del cinema muto, inserito dal «Time» tra i cento migliori film di sempre.
La «settima arte» sarà protagonista anche della serata
«La morte e la fanciulla» (30 luglio), durante la quale si ascolterà il «Quartetto per archi n. 14 in re minore, D. 810» di
Franz Schubert, uno dei capolavori della musica da camera europea, il cui secondo movimento è stato utilizzato in diversi film – dall’omonima pellicola di
Roman Polański a «Barry Lyndon» di
Stanley Kubrick - per creare un’atmosfera di tensione e di inquietudine. Durante l'appuntamento sarà possibile ascoltare anche il Quartetto n. 3 di
Dmitrij Sostakovic, artista di cui quest’anno ricorrono i cinquant’anni anni della scomparsa, e il raro Duo per viola e violoncello «con due paia di occhiali obbligati» WoO 32 di
Beethoven, dedicato al barone
Nikolaus Zmeskall.
Al mondo del cinema guardano anche due dei quattro appuntamenti che porteranno «Musica, Immagine, Movimento» fuori dalle mura di Lerici, nella vicina
Sarzana. Nella cornice duecentesca della
Fortezza Firmafede, la
Filarmonica Toscanini, nel cinquantesimo della sua fondazione, presenterà - sotto la bacchetta di
Michael Cousteau e con i solisti
Andrea Cicalese (violino) e
Alexey Zhilin (violoncello) - un omaggio a
«They shall have music» (26 luglio), pellicola del 1939 conosciuta in Italia con il nome di «Armonie di gioventù», che vide sotto i riflettori la leggenda del violino
Jascha Heifetz.
La stessa formazione sarà in scena anche con
Pinchas Zukerman, tra i più grandi violinisti dei nostri tempi, qui sul podio nella doppia veste di solista e direttore, per eseguire il concerto di Mozart n. 5 K 219 e dirigere la sinfonia n. 7 di Beethoven, colonna sonora del film
«Il discorso del re» (27 luglio), affiancato dalla violoncellista
Amanda Forsyth.
L’artista canadese e Pinchas Zukerman saranno, inoltre, protagonista di
«Amadeus» (28 luglio), un appuntamento con il
Quartetto di Cremona, che renderà omaggio non solo al genio di
Mozart, ma anche a
Pëtr Il'ič Ciaikovskij con l’esecuzione del sestetto per archi «Souvenir de Florence».
Ritornando a Sarzana, nella Fortezza di Firmafede sarà possibile assistere anche all’esecuzione del rarissimo
«Concerto n. 1 per violoncello e orchestra» di Nino Rota, celebre autore di indimenticabili colonne sonore per oltre centocinquanta film, che ha collaborato con registi come
Luchino Visconti,
Franco Zeffirelli,
Federico Fellini e
Francis Ford Coppola, con il quale ha vinto l’Oscar per le musiche del film «Il padrino – parte II». Sul palco salirà ancora una volta la
Filarmonica Toscanini, diretta da
Gianluca Marcianò, e con la violoncellista
Miriam Prandi. Nella stessa serata (quella del 31 luglio) il pianista macedone
Simon Trpčeski si confronterà con il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov.
A chiudere il programma di Sarzana sarà
«La tragedie de Carmen» (2 agosto), ovvero l’adattamento cameristico della celebre opéra-comique di
Georges Bizet, di cui quest’anno ricorrono i centocinquanta anni dalla prima rappresentazione, la cui regia sarà firmata dal dissidente russo
Dmitry Krimov. Sul palco salirà l’
Orchestra del Lerici Music Festival, diretta da
Gianluca Marcianò, con i cantanti lirici
Leonardo Caimi,
Enrico Di Geronimo,
Melinda Hughes e
Carmen Giannattasio, soprano internazionale già applaudito alla Scala, al Covent Garden e al Metropolitan, qui al debutto nel ruolo di Carmen.
Tra i luoghi del
festival c’è anche, in quel di Lerici, la secolare
Chiesa di San Francesco, in cui si venera un dipinto del 1480 salvato da una tempesta. In questo elegante contesto l’«
Ensemble Mare Nostrum» – venti anni di attività festeggiati proprio nel 2025 – e le voci dei «
Vache Baroque Singers», diretti da
Andrea De Carlo, proporranno
«A Midsummer Night’s Dream» (29 luglio), un concerto con musiche barocche di
Alessandro Stradella e
Henry Purcell. Mentre
«Cantar per scherzo» (30 luglio), alla Rotonda Vassallo, è un omaggio al genio cinquecentesco di
Orlando di Lasso, a cura di
«Passi sparsi», formazione che proporrà l’ascolto delle «Villanelle», musiche popolari in lingua napoletana che raccontavano l’amore in modo rustico.
Non mancherà, poi, il tradizionale
concerto all’alba (30 luglio), alla Marinella di San Terenzo, quest’anno con il violinista
Andrea Cicalese e il fisarmonicista
Antonio Del Castillo.
Completano il cartellone, nelle giornate del 3 e del 4 agosto, un
recital pianistico di
Matteo Cabras, un concerto con i giovani talenti di
Opera for Peace, l’appuntamento lirico
«Les Chemins de l’amour» e l’evento di chiusura,
«Musical my life», con l’
Hyperion Ensemble, seguito da un
afterhour party con l’arpista
Alexander Boldachev e la chitarra elettrica di
Alexander Misko.
A Villa Marigolda una mostra sulle Fratture armoniche» di Arcangelo Sassolino
Per il secondo anno consecutivo, il «Lerici Music Festival» offre anche un
focus sulle arti visive, a cura di
Carlo Orsini e con la collaborazione della
Galleria Continua. Dal 25 luglio all'8 agosto, Villa Marigola farà da scenario alla mostra «Fratture armoniche» di
Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), con una selezione di opere, tra installazioni e grafiche, che sviluppano il concetto di «intermedia» teorizzato da
Dave Higgins, rappresentante del gruppo Fluxus, riflettendo – si legge nella nota stampa - sul «cortocircuito che si crea tra la percezione di una immagine in movimento tramite il suono e la potenza evocativa del suono nel generare un’immagine mentale».
L'esposizione, che prevede anche un
ciclo di conversazioni a colazione, si apre con
«Piccolo animismo», scultura «generatrice di forme» realizzata nel 2011 per il Macro di Roma e presentata a Venezia, nell’ambito della diciassettesima edizione della Biennale di architettura. «Una turbina soffia e aspira aria in un grande parallelepipedo composto da lastre di acciaio inossidabile, saldate tra loro. Un movimento ciclico d’immissione e sottrazione d’aria in pressione - si legge nella nota stampa -determina un’evidente alterazione del volume della struttura metallica, fino al raggiungimento della tensione massima, che si manifesta con un forte impatto sonoro, una sorta di tuono indotto artificialmente».
Al primo piano della villa trovano, invece, posto una selezione di dieci opere che approfondiscono il tema della percezione della tensione visiva e sonora attraverso l’accostamento di materiali opposti, quali gomma e ferro, carta e acciaio, vetro e pietra, come avviene nel lavoro
«Sospensione della scelta» (2025).
Conclude il percorso espositivo una raccolta di opere grafiche, dal titolo
«Azione / reazione» (2023), rappresentazione dell’esplosione della cera sulla carta. A proposito di quest’ultimo ciclo, Arcangelo Sassolino dichiara: «Ciò che cerco di catturare è il cambiamento di stato, quell’istante in cui una cosa diventa qualcos’altro, quell’energia e quel potere che esistono nel lampo di assoluta instabilità tra due momenti di equilibrio che sono il prima e il dopo».
Il continuo divenire della materia e il carattere imprevisto della creazione dominano, dunque, la scena, mostrando le similitudini tra l’arte e la musica classica, con le sue note immortali, che rivivono e si rinnovano, interpretazione dopo interpretazione, concerto dopo concerto.
Didascalie delle immagini
1. Cartolina promozionale del Lerici Music Festival; 2. Arcangelo Sassolino, Piccolo animismo 2011. stainless steel, turbine, PLC, cm h 300 x 400 x 200 / 118,1 x 157,4 x 78,7 in. Photo: Altrospazio Piccolo Animismo, MACRO, Rome 2011; 3. Arcangelo Sassolino, L’età dell’oro 2023, rubber and hydraulic piston, 62,5 x 50 x 29 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 4 e 5. Arcangelo Sassolino, Geografie del conflitto 2024, marble and steel, 103 x 37 x 19 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 6. Arcangelo Sassolino, Sospensione della scelta 2025. Glass, stone and steel, cm h 120 x 70 x 47 - archive n. AS-2025-019. photo: Pamela Randon; 7. Arcangelo Sassolino, Resistenza bianca 2023, paper, steel, 29,5 x 46,5 x 36,5 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Pamela Randon; 8.Arcangelo Sassolino, Azione/reazione 2023, wax on paper, 31,7 x 31,7 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio
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