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venerdì 26 settembre 2014

Firenze, un «Alcesti» per pochi all’ex carcere delle Murate

Venti spettatori per rappresentazione, un solo mese di repliche, nessuna tournée e un luogo dalla storia antica, ma mai adibito a spazio scenico come il Semiottagono dell’ex carcere delle Murate a Firenze: ha tutti gli elementi per far parlare di sé lo spettacolo «Alcesti», rilettura del capolavoro di Euripide firmata da Massimiliano Civica (che ha curato anche la traduzione e l’adattamento del testo), in scena dal 30 settembre al 26 ottobre per iniziativa della Fondazione Pontedera Teatro e di Atto Due, in collaborazione con l’Amministrazione comunale guidata da Dario Nardella e con Rialto Santambrogio di Roma.
A metterà in scena la storia dell’eroina greca, diventata simbolo della sposa fedele disposta a sacrificare la propria vita per salvare quella del marito, sarà un cast pluripremiato formato da Daria Deflorian, Monica Demuru e Monica Piseddu.
I costumi della rappresentazione, che gode del riconoscimento del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e della Regione Toscana, portano, invece, la firma di Daniela Salernitano (nella cinquina finale dei Nastri d’Argento 2014 per «Song’e Napule»); mentre le maschere sono di Andrea Cavarra e le luci di Gianni Staropoli.
Massimiliano Civica racconta che il suo «Alcesti» è «uno spettacolo che mette in luce come il teatro viva solo perché muore tutte le sere». Nell’era digitale che offre l’illusione di essere «dappertutto e sempre», ciò che avviene su un palcoscenico è, infatti, mortale: accade in un luogo, davanti ad alcune persone, per una sera e quando è finito lo è per sempre. Nemmeno le riprese video possono restituire l’emozione che si vive assistendo a uno spettacolo, la fascinazione del «qui ed ora» di un racconto scritto centinaia di anni fa e ancora oggi attualissimo. Una prova, questa, del fatto che il teatro non è antico o contemporaneo, è eterno.
La regia parte dallo spazio, che non essendo riconducibile a nulla di teatrale ha il compito di purificare lo sguardo degli spettatori: alla sala del Semiottagono si accede attraverso una lunga galleria, una specie di diaframma che separa la città da questo luogo intimo, bianco, scandito nel suo vorticoso sviluppo verso l’alto, da una serie di ballatoi su cui si affacciano le porte delle vecchie celle. In alto il cielo, oltre i vetri di un lucernaio. Il pubblico disposto su un’unica fila di venti sedie bianche, circonderà l’azione scenica.
Le attrici Daria Deflorian e Monica Piseddu, attraverso l’uso delle maschere, daranno vita a tutti i personaggi della tragedia: dei e mortali, servi e nobili, uomini e donne, vecchi e giovani. Alla cantante/attrice Monica Demuru spetterà, invece, il compito di reinventare il canto della tragedia greca, ricercandone gli echi più profondi.
«L'Alcesti di Euripide -spiega il regista- è una tragedia che “dice” l’ineluttabilità della morte e l’obbligo che abbiamo di scegliere come vivere. Pone una domanda che dobbiamo imparare ad accettare come ineludibile: se dobbiamo morire, se dobbiamo ad un certo punto perdere tutto, se non possiamo esserci per sempre, che senso ha vivere? La risposta suona scandalosa alle nostre orecchie di contemporanei: la vita ha senso se scegliamo di vivere per qualcuno, se siamo pronti a sacrificarci per qualcuno. Non perché viviamo, ma per chi viviamo? Alcesti sceglie di morire affinché suo marito continui a vivere. E nella tragedia, per questo suo sacrificio, per questo suo atto d'amore, avviene il miracolo che la riporta in vita, accanto al suo amato. È solo una favola e Euripide lo sa bene, infatti non ci consola, ma ci offre in sacrificio il solo miracolo consentito agli uomini, quello di trovare un senso nell'amore».
Allo spettacolo sarà affiancato un percorso di approfondimento intitolato «Leggere il teatro»: fino al 28 settembre sarà possibile assistere alle anteprime dello spettacolo; mentre dal 20 al 24 ottobre sono in programma cinque incontri (per massimo cinque partecipanti) con il regista per indagare la relazione tra il testo e la complessa pratica di messa in scena nel teatro greco e in particolare nell’«Alcesti», un testo che evidenzia come il suo significato più profondo risieda nella rappresentazione più che nella forma letteraria.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ex carcere delle Murate a Firenze. Foto: Duccio Burberi; [fig. 2] Daria Deflorian e Monica Piseddu. Foto: Duccio Burberi; [fig. 3] Daria Deflorian e Monica Piseddu. Foto: Duccio Burberi; 

Informazioni utili
«Alcesti». Ex carcere delle Murate, piazza della Madonna della Neve - Firenze. Orari: da martedì a sabato, ore 21.00; domenica, ore 18.00. Ingresso: intero € 12,00, ridotto € 10,00, ridotto speciale € 8,00. Informazioni e prenotazioni (obbligatorie) dello spettacolo: info@attodue.net o tel. 055.4206021. Sito internet: www.pontederateatro.it o www.attodue.net. Dal 30 settembre al 26 ottobre 2014. 

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