Nico e i Velvet Underground, My Hustler, Vinyl, Nude Restaurant, Lonesome Cowboys, Kiss ed Empire: il meglio della produzione cinematografica di Andy Warhol (Pittsburgh, Pennsylvania, 6 agosto 1928 - New York, 22 febbraio 1987) va in scena all'ombra del Vesuvio. Da mercoledì 28 a venerdì 30 maggio la sala polivalente del Madre di Napoli ospita una rassegna video dedicata al padre della Pop art americana.
La produzione cinematografica dell’artista statunitense, presentata nel tempio dell’arte contemporanea partenopea da Mario Zonta e Marco Giusti, nasce come esigenza artistica di tradurre anche attraverso sequenze video la nostra società. Un tema, questo, al centro dell’ampia opera pittorica warholiana, come ben documentano le tante serigrafie con icone del '900, da Marilyn Monroe a Mao Tse Tung e Che Guevara, senza dimenticare le lattine di Coca Cola e i detersivo Brillo.
L’approccio dell’artista americano con la macchina da presa è assolutamente innovativo e rinvia alle origini delle tecniche filmiche sin dalla prima pellicola: Sleep del 1963. Qui l’uomo che ha reso arte le zuppa Campbell's pone l’accento sull’analisi della realtà, sinonimo di inquietudine, di eccesso su cui trovano s’innestano varie forme di esasperazione quotidiana. La frenesia e la confusione dello stile di vita dell’epoca sono affrontate con uno stile improntato alla semplicità, che dichiara la volontà di contrapporsi alla tradizione del cinema hollywoodiano.Nascono così successivamente Kiss (1963) ed Empire (1964), produzioni caratterizzate dalla cinepresa statica, assenza di montaggio, pellicola muta e bianconera e un metraggio lunghissimo. Nei lavori successivi, Warhol dà spazio al suono e al movimento affidando al corpo la narrazione: la totale assenza di parole è sostituta da atti fisiologici e sessuali, percepiti come racconti. Ecco che nascono My Hustler (1965), Vinyl (1965), Nude Restaurante (1967) e Lonesome Cowboys (1969).
In Nico e i Velvet Underground del 1966, film con cui si apre la rassegna napoletana, l'artista racconta sessantasei minuti di performance del gruppo che ha segnato in modo indelebile la storia del rock. La pellicola si concentra, nello specifico, su una delle prime apparizioni di Nico, la giovane modella tedesca invitata dal produttore e amico Andy Warhol. Aldilà della tecnica cinematografica, il film-documentario rappresenta più che altro il manifesto della vita nella Factory di Warhol. «Soltanto cento persone acquistarono il primo disco dei Velvet Underground, ma ciascuno di quei cento oggi o è un critico musicale o è un musicista rock», ha affermato Brian Eno. Parole, queste, che confermano l’intuizione del maestro americano, capace sempre di precorrere i tempi attraverso l’azzardo della sperimentazione.
Didascalie delle immagini
(fig. 1) Andy Warhol, Early coloured Liz [Charteuse], 1963, Serigrafia su tela. 122 x 101,5 cm, Sonnabend Collection; (fig. 2) Andy Warhol, Jackie, 1964. Serigrafia e acrilico su tela, 51 x 123 cm. Collezione Ernesto Esposito, Napoli; (fig. 3) Andy Warhol e Nico dutante la lavorazione del film Nico e i Velvet Underground.
Informazioni utili
Film by Andy Warhol. Museo Madre, via Settembrini 79 - Napoli. Informazioni: tel. 081.19313016. Orari e date: da mercoledì 28 a venerdì 30 maggio 2008, ore 11.00 e ore 17.00. Informazioni: tel. 081.19313016. Sito web: www.museomadre.it. Programma: mercoledì 28 maggio, ore 18.00 - Nico e i Velvet Underground; giovedì 29 maggio, ore 11 e ore 17.00 - My Hustler e Lonesome Cowboys; venerdì 30 maggio, ore 11.00 e ore 17.00 - Vynil con Edy Sedzwich e Nude Restaurant. Kiss ed Empire saranno proiettati in loop.
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