E’ una meditazione su temi universali quali vita, morte, metamorfosi e pensiero ciò che l’eclettico artista, regista, coreografo e scenografo belga Jan Fabre (Anversa, 1958) propone con il progetto espositivo «Pietas», curato da Giacinto Di Pietrantonio, direttore della Gamec di Bergamo, e da Katerina Koskina, presidente dello State Museum of Contemporary Art di Salonicco.
L’esposizione, presentata in anteprima all’ultima Biennale d’arte di Venezia (giugno-novembre 2011), nella scenografica navata della Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia, è attualmente ospitata nella città natale dell’artista fiammingo, Anversa, presso gli spazi del Parkloods al Park Spoor Noord, un parco urbano, con campi sportivi, piste ciclabili e spazi per mostre e spettacoli teatrali, costruito sul sito di un vecchio deposito ferroviario.
Cinque grandi sculture in marmo puro e in marmo statuario di Carrara compongono l’installazione, resa nota per la discussa opera «Sogno compassionevole (Pietà V)», singolare rivisitazione, in scala 1:1, della «Pietà» michelangiolesca, nella quale la Madonna è uno scheletro, con un teschio al posto del volto, e dove il Cristo morto presenta le fattezze dell’artista, vestito in abito da sera, a piedi nudi e ricoperto da simboli del suo immaginario creativo quali lumache, scarabei, farfalle e larve, mentre con la mano sinistra regge un cervello, riprodotto nei minimi dettagli anatomici.
La scultura, per la quale si è parlato anche di blasfemia, non intende, in realtà, essere irriverente nei confronti della fede cattolica, ma vuole piuttosto invitare a una riflessione sul dolore, legittimo, di una madre che vuole sacrificarsi al posto del figlio e sul fatto che la sofferenza per una perdita è più in chi rimane che in chi viene a mancare.
Quest’opera, di straordinaria raffinatezza estetica e di grande potenza scenica, chiude un percorso espositivo di rigorosa geometria prospettica e di coinvolgente atmosfera mistica, scandito da quattro cervelli giganteschi, sormontati da croci, trafitti da chiodi, popolati da alberi bonsai e da animali (quattro tartarughe, una lumaca e un ragno). «Strumenti di terrorismo poetica (Pietà I)», «Tomba vivente (Poetà II)», «Fontana della vita imitante la forma e lo stile della miniatura (Pietà III)» e «Ascesa delle pietre oracolari (Pietà IV)», i titoli dei lavori.
Queste sculture, realizzate con la precisione maniacale tipica dell’antica scuola fiamminga, sono collocate, insieme con «Sogno compassionevole (Pietà V)», sopra una grande base riflettente, in lamina dorata, alla quale si accede solo dopo aver calzato delle pantofole di feltro, come avviene in un tempio buddista o induista, a sottolineare la sacralità del percorso. Ogni cervello simboleggia il paganesimo, le religioni universali e l’idea di empatia.
Gusci di scarabeo, animale simbolo della rinascita secondo gli antichi egizi, completano l’installazione, che stabilisce un palpabile contatto tra visibile e invisibile, tra corpo fisico e spirito, tra sacro e profano.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Jan Fabre, «Sogno compassionevole (Pietà V)», particolare, 2011, 190 x 195 x 110 cm Base 270 x 40 x 180 cm, Marmo bianco di Carrara, Courtesy: Angelos - Jan Fabre, Photo: Pat Verbruggen, Copyright: Angelos; [fig. 2] Jan Fabre, «Tomba vivente (Poetà II)», particolare, 2011, 128 x 180 x 105 cm Base 150 x 40 x 150, Pure white marble, Courtesy Angelos - Jan Fabre, Photo: Pat Verbruggen, Copyright: Angelos.
Informazioni utili
«Jan Fabre. Pietas». Parkloods, Park Spoor Noord, Damplein 31-37 - Anversa (Belgio). Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00, chiuso il lunedì 2 sabato 15 settembre 2012. Ingresso: intero € 8,00 anziani e gruppi € 6,00, ragazzi dai 12 ai 26 anni € 1,00, gratuito bambini fino ai 12 anni. Catalogo: disponibile in mostra (in lingua inglese e olandese, € 25,00). Informazioni: In Italia - Gamec di Bergamo, tel. 035.270272. Sito web: www.antwerpen.be/musea. Fino al 23 settembre 2012.
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