E’ il 2010 quando gli artisti americani Doug e Mike Starn, classe 1961, conquistano il Metropolitan Museum di New York. La loro installazione «Big Bambú: You Can’t, You Don’t and You Won’t Stop» («Non puoi, non vuoi e non ti fermerai») si classifica come la nona esposizione più visitata nella storia del museo americano e la quarta più vista al mondo in quell’anno.
L’imponente opera, successivamente presentata in versione ridotta alla cinquantaquattresima Biennale d’arte di Venezia, è ora al centro della sesta edizione di «Enel contemporanea», progetto espositivo, a cura di Francesco Bonami, con il quale la storica azienda elettrica italiana festeggia anche i suoi primi cinquant’anni di attività.
Dopo la doppia giostra in movimento dell’artista tedesco Carsten Höller e la «casa di farfalle» degli olandesi Bik Van der Pol, il Macro – Museo d’arte contemporanea di Roma apre, dunque, le porte al genio creativo dei gemelli Starn che, da martedì 11 dicembre, offriranno al pubblico l’occasione di sperimentare l’ebbrezza di una passeggiata sospesi nel vuoto, all’interno di una singolare cattedrale-capanna, accessibile a un massimo di centoventi persone alla volta, costruita, nell’arco di due mesi, con ottomila canne di bambù e con l’aiuto di venticinque esperti arrampicatori italiani e americani.
L’opera, che si sviluppa fino a venticinque metri di altezza, è stata concepita dai due artisti come un organismo vivente in continuo cambiamento nella sua complessità ed energia, grazie all’utilizzo di un materiale solido e flessibile, oltre che altamente simbolico, come il bambù. All’interno dell’architettura-scultura l’imprevedibile incrociarsi dei materiali costruttivi diviene, al tempo stesso, elemento giocoso ed espressione della molteplicità della vita, dell’immaginazione e della creatività umana.
Rendendo la flessibilità e gli intrecci del bambù elementi fisici di costruzione ma anche elementi mentali di riflessione, il visitatore può abbandonarsi nello spazio di quest’opera d’arte in continua trasformazione, concepita come se la costruzione non fosse mai finita. «Big Bambù» appare, dunque, come un grande organismo vivo che si trasforma, si muove, si adatta al tempo, che cresce non in dimensioni ma in sensazioni. In questo modo i fratelli Starn creano una delle poche opere d’arte contemporanea che, pur presentandosi nella sua versione ultimata come una scultura, rimane costantemente organica e viva, capace di accogliere lo spettatore e di inglobarlo come parte integrante del processo.
«Big Bambù» sarà anche un sorprendente luogo d’incontro e di aggregazione, dove fermarsi a chiacchierare, ad ascoltare una presentazione, a leggere un libro o anche, semplicemente, a guardare il panorama di Roma da un punto di vista unico e diverso.
Per l’occasione, nell’ottica di una migliore fruibilità dell’area interna di Macro Testaccio, sono state realizzate anche due isole verdi lungo i corridoi laterali, con una selezione botanica di sempreverdi ed essenze ornamentali legate alla tradizione e alla spontaneità del territorio.
Didascalie delle immagini
[fig. 1, 2 e 3] Mike and Doug Starn, «Big Bambù», Artwork photographs by Doug and Mike Starn. Copyright: courtesy of the artists and ARS (NY), 2012
Informazioni utili
Doug+Mike Starn. «Big Bambù», MACRO Testaccio, piazza Giustiniani, 4 - Roma. Orari: martedì-domenica, ore 16.00-22.00; chiuso il lunedì. Ingresso libero. Informazioni: tel. 06.671070400. Sito Internet: www.enelcontemporanea.com. Da martedì 11 dicembre 2012.
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