Il nome di Loriano Bertini è, però, principalmente legato alla raccolta di libri d’artista, formata da circa 4.300 volumi pubblicati in Italia e all’estero tra il 1890 e il 1999, che lo Stato italiano acquistò più una decina d’anni fa ad un’asta da Christie's e che ora è conservata presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Si tratta di opere preziose, in parte esposte nella mostra «Figurare la parola» (17 ottobre 2003-18aprile 2004), utili per ricostruire la storia dell’editoria d’arte espressa dai principali movimenti del Novecento, tra le quali sono conservati testi illustrati da Odilon Redon, Otto Dix, George Grosz, Vassilij Kandiskij, Paul Klee e libri-oggetto di Alberto Burri, Carlo Carrà, Massimo Campigli.
Un viaggio tra le correnti artistiche del XX secolo è anche quello che si dipana nel nuovo omaggio alla passione collezionistica di Loriano Bertini: la mostra «Grandi maestri, piccole sculture. Da Depero a Beverly Pepper», per la curatela di Lara-Vinca Masini, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia presso gli spazi del cinquecentesco Palazzo Sozzifanti di Pistoia.
Circa duecento opere scultoree, selezionate tra le oltre seicento acquistate dal collezionista pratese negli ultimi anni, tracciano una mappa, per exempla e dal taglio didattico, delle arti figurative del secolo scorso, che spazia dalle avanguardie del primo Novecento, come Espressionismo, Futurismo e Cubismo, fino al Minimalismo e alla Transavanguardia, toccando anche segmenti di ricerca come la Pop art, l'Arte povera, lo Spazialismo e la Poesia visiva.
La rassegna, documentata da un catalogo della casa editrice Gli Ori, fa dialogare, dunque, opere dai materiali e dalle tecniche più disparate, il cui «unico requisito comune è, per usare le parole di Roberto Cadonici, quello del formato, che si iscrive rigorosamente nella categoria del ‘piccolo’». Ecco così scorrere sotto gli occhi del visitatore un giocoso «Pappagallo» (1916-1917) in legno colorato del futurista Fortunato Depero, una «Donna seduta» (1969) in vetro blu di Pablo Picasso, un ironico «Autoritratto» (s.d.) in bronzo di Man Ray con un paio di occhiali sbarrati dalle grate, un impalpabile «Arlecchino» (1953-1956) in ceramica policroma di Lucio Fontana e un’espressiva «Maschera» (1950) teatrale di Leoncillo.
Tra i tanti pezzi esposti, attraggono, poi, la nostra attenzione l’eleganza surrealista della scultura «Cabinet anthropomorphique» (1973) di Salvador Dalì, un classico «Cardinale seduto» (1960) di Giacomo Manzù, un simpatico «Meccano colorato» (1960 ca.) di Enrico Baj, un minuscolo gioiello in metalli smaltati di Roy Lichtenstein («Modern Head», 1968) e un «Coltello» (2000) dalla lama affilata di Jannis Kounellis: espressioni eterogenee di quegli incontri fortuiti e di quegli amori accidentali, spesso incomprensibili, che sono la linfa vitale di una collezione d’arte. (sam)
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Enrico Baj, «Meccano», anni Sessanta; ferro colorato in blu, rosso e verde, con lamine, ruote e cilindri, h. cm 29; [fig. 2] Salvador Dalì,« Cabinet anthropomorphique», 1973; bronzo, h. cm 64; [fig. 3] Beverly Pepper, Bozzetto per grande scultura destinata alla mostra personale al Forte Belvedere, Firenze, 1998; ferro, h. cm 22 (senza base)
«Grandi maestri, piccole sculture. Da Depero a Beverly Pepper». Palazzo Sozzifanti, ingresso vicolo dei Pedoni, 1 - Pistoia. Orari:martedì-venerdì, ore 14.30-19.30; sabato e domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso;: € 3,00. Catalogo: Gli Ori, Prato-Pistoia. Informazioni: tel. 0573.974226 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 13.30). Fino a domenica 30 giugno 2013.
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