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giovedì 6 novembre 2014

Roma, l’iconografia della fantascienza in mostra in quattro mercati rionali

Razzi celesti, astronavi, robot, dischi volanti e marziani tra i banchi di frutta e verdura: è quanto sta accadendo in questi giorni in quattro mercati rionali di Roma (Unità, in via Cola di Rienzo; Vittoria, in via Sabotino; Pinciano, in via Antonelli; e Savoia, in piazza Gimma). L’occasione è offerta dalla mostra «Fantascienza.1950-1970. L’iconografia degli anni d’oro», ideata e curata da Marco Panella, nella quale si racconta il mito della science fiction in Italia attraverso una selezione di duecentoottanta immagini provenienti da fumetti, libri, manifesti, rotocalchi, riviste, pubblicità, figurine e quaderni scolastici. Quattro i temi indagati dalla rassegna, prodotta da Artix e visibile fino al 23 novembre: invasione, frontiera, creazione robotica e viaggio.
È il 1952 quando nelle edicole del nostro Paese escono pubblicazioni come «Scienza fantastica», «Mondi nuovi» ed «Urania», sulle cui pagine Giorgio Monicelli conia il neologismo fantascienza. Seguono anni in cui il miglioramento delle condizioni sociali che darà origine al boom economico viene a coincidere con la corsa allo spazio che porterà alla conquista della Luna e con lo sdoganamento della fantascienza dall’ambito ristretto delle avventure per ragazzi dove, sino ad allora, era stata sostanzialmente confinata. Giungono così sulle riviste italiane autori come Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Arthur C. Clarke, Robert A.Heinlein, Ray Bradbury; mentre sulle copertine di queste pubblicazioni trovano spazio le illustrazione di maestri come Curt Caesar, Carlo Jacono, Guido Buzzelli, Benedettucci, Enzo Cassoni, Luigi Garonzi, Ed Emshwiller, Luigi Rapuzzi, Mario Todarello, Gianni Renna e Karel Thole.
Parte di questo materiale è in mostra a Roma così come la produzione fumettistica, che riprende quella importata già negli anni Trenta dagli Stati Uniti Flash Gordon, Buck Rogers e Brick Bradford, che in Italia avrà vita con nomi diversi come Giorgio Ventura, Antares, Bat Star, e trova anche una via tutta italiana. Ecco così la serie «Saturno contro la terra», sceneggiata da Cesare Zavattini con Federico Pedrocchi e disegnata da Scolari, o «Virus», ideato sempre da Pedrocchi e disegnato da Walter Molino. Non si devono dimenticare, poi, «Misterix» di Paul Campani, «Alex l’eroe dello spazio» e «Nolan il pioniere dello spazio» di Guido Buzzelli, «Raff pugno d’acciaio» di Mario Guerri e Vittorio Cossio, «Razzo» di Platania, ma anche le strisce «Dick Saetta», «Tony Comet» e poi, ancora, il primo «Alan Ford di Lorenzo Sechi (Max Bunker), che nasce nel 1963 come «Spaziale moderno» e, nel 1968, l’«Astronave pirata» di Guido Crepax.
Numerosissimi sono anche i casi di contaminazione della materia fantascientifica su fumetti non di genere. È il caso della produzione disneyana, ad esempio, ma anche di personaggi come Zagor di Sergio Bonelli e Gallieno Ferri.
Alle illustrazioni di genere si affiancano con grande efficacia e forza persuasiva le copertine di rotocalchi come «Epoca», «Oggi», «La Domenica del Corriere» e «Tribuna illustrata», dove cronaca, scienza e fantascienza propongono ai lettori avvistamenti di dischi volanti, lanci di satelliti, razzi e primi uomini nello spazio che trovano la straordinaria sintesi ed interpretazione grafica di Walter Molino e Guido Bertoletti, sostituendo spesso, per attrazione, articoli e notizie. Interessante notare anche la portata iconografica di riviste di divulgazione tecnica e scientifica, come «Scienza popolare», «Scienza e vita», «Sistema pratico», «Scienza illustrata» che cavalcano il tema del futuro proponendo ai lettori scenari illustrati nei quali il confine tra scienza e fantascienza è quanto mai incerto.
Il cinema trova nel filone fantascientifico una grande fonte di ispirazione: negli anni Cinquanta le produzioni che arrivano nelle sale italiane sono soprattutto americane e inglesi, con effetti speciali che, visti oggi, non nascondono tutte le ingenuità del tempo, ma che allora affascinavano gli spettatori. Indimenticabili per la loro straordinaria efficacia iconografica, sono i manifesti e le locandine dei film, che facevano vivere anche a chi al cinema non sarebbe andato l’esperienza di viaggi interstellari, invasioni marziane e mostri atomici.
La rassegna romana si addentra anche nel tema delle ambientazioni spaziali nella pubblicità dell’epoca, linguaggio della comunicazione che, cogliendo e anticipando per vocazione lo spirito dei tempi, non poteva non trovare nelle suggestioni del futuro una sua leva di fascinazione.
Non mancano, poi, in mostra una selezione di quaderni scolastici resi attraenti da illustrazioni con basi lunari, astronavi e viaggi spaziali.
Una mostra da vedere con lentezza, quindi, quella ai mercati rionali di Roma per lasciarsi andare alla suggestione delle sue immagini e per godere di una narrazione iconografica a tutto tondo, che sovrappone media e linguaggi grafici diversi tra loro nel tentativo di ricreare l’atmosfera, il mood, che la genialità creativa di disegnatori ed illustratori del fantastico e dell’anticipazione ha fatto entrare nel quotidiano dell’Italia che cercava la via della modernità.

Informazioni utili 
 «Fantascienza.1950-1970. L’iconografia degli anni d’oro». Mercati rionali Unità, via Cola di Rienzo; Vittoria, in via Sabotino; Pinciano, in via Antonelli; e Savoia, in piazza Gimma – Roma. Ingresso libero. Informazioni: artix@artixcom.it. Sito internet: www.mostrafantascienza.it. Fino al 23 novembre 2014.

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