Nell’ottobre 2011 Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, è a Palazzo Corsini, in visita alla Biennale internazionale d'antiquariato. Alla stand della galleria fiorentina Pasti e Bencini lo studioso rimane letteralmente ammaliato da un quadro, il cui soggetto e il cui stile pittorico si distinguono in maniera inequivocabile dalle tante scene di battaglia appese alle pareti con l’intento di ricordare i centocinquanta anni dalla nascita dell’Unità d’Italia.
Quel dipinto -rara opera di Paulus Bor (Amersfoort, Paesi Bassi, c. 1601-1669), artista olandese del XVII secolo poco conosciuto ai più, del quale gli studiosi contano solo una trentina di lavori- è da poco entrato nella collezione del museo fiorentino grazie alla donazione dell’associazione Amici degli Uffizi, presieduta da Maria Vittoria Rimbotti. Ed è da qualche giorno esposto al piano nobile dell’edificio vasariano, nella Sala 54, dove è conservata una selezione di tele di pittori attivi ad Haarlem e Utrecht, in gran parte acquisite da Cosimo III durante i suoi viaggi nei Paesi Bassi.
«Scena di sacrificio», questo il titolo del nuovo acquisto della Galleria degli Uffizi, mostra un personaggio femminile, a figura intera, avvolta in un manto coperto di fiori e con una gonna decorata con dei tulipani, che sta per mettere in atto il sacrificio di un uccello, adagiato su un altare. Ad assistere la donna è un giovane uomo dal torso nudo, dalle sembianze dionisiache, che soffia la piccola fiamma che si sta sviluppando tra le foglie. Il soggetto non appare riconducibile a una fonte letteraria precisa ed è da qualificarsi piuttosto come una rivisitazione personalissima di una scena di sacrificio classico in ambiente naturale. Il giovane uomo con la testa cinta di una corona di alloro quasi sicuramente rappresenta un pastore, così come il volatile dovrebbe essere una colomba, cara a Venere e simbolo dell’amore.
«Nell’invenzione, -spiega Gert Jan van der Sman, studioso dell’Istituto universitario di storia dell’arte olandese a Firenze- la protagonista principale rimane la figura della maga: col suo viso assorto e pensoso, e la sua gestualità pacata, riesce ad imprimere un’atmosfera intimamente solenne al rituale. La fisionomia della donna è in tutto tipica di Bor: un viso pieno e soffice, un collo corto, cappelli lunghi sciolti e un’espressione sognante».
Nella tela, di alta qualità poetica, si ravvisa un’attenzione non comune verso la letteratura classica, come documentano altri due noti lavori dell’artista quali la «Medea disillusa» del Metropolitan Museum of Art e «Cidippe con la mela di Aconzio» del Rijksmuseum di Amsterdam.
Colpisce, inoltre, il lieve tono argenteo del dipinto, una colorazione che distingue quasi tutte le opere del pittore, la cui produzione è caratterizzata da soggetti insoliti ed enigmatici, che coniugano la rappresentazione di paesaggi dalle ispirazioni nordiche a scenari di impianto classicheggiante tesi alla rievocazione, pacata e struggente, di un mondo perfetto e senza tempo.
Vissuto fra il 1601 e il 1660, in condizioni di agiatezza che spiegano in buona parte, secondo Antonio Natali, l'originalità del suo lavoro, Paulus Bor fu in Italia dal 1622 e al 1626, attratto come molti suoi connazionali dallo studio delle antichità e dei maestri del Cinquecento. Molto attivo e riconosciuto nel circolo degli artisti nordici di passaggio a Roma, fra i quali era noto con il soprannome di «Orlando», il pittore rimase folgorato dalla scoperta delle novità luministiche introdotte da Caravaggio, che rivisitò partendo da spunti rendrandtiani. Lo prova bene l’intero corpus delle sue opere, in massima parte conservate in Olanda. Un’acquisizione, dunque, importante quella degli Uffizi che va così a incrementare la già ricca collezione dedicata ai pittori stranieri conservata nelle cosiddette «Sale blu».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Paulus Bor, «Scena di sacrificio», 1635-1640. Olio su tela, 89,5x67,7 cm; [fig. 2] Paulus Bor, «Cidippe con la mela di Aconzio», Amsterdam, Rijksmuseum
Informazioni utili
«Scena di sacrificio» di Paulus Bor. Galleria degli Uffizi, Piazzale degli Uffizi, 6 – Firenze. Orari: martedì-domenica, ore 8.15-18.50; chiuso il lunedì; la biglietteria chiude alle ore 18.05; le operazioni di chiusura iniziano alle ore 18.35.Ingresso: intero € 12,50; biglietto ridotto € 6,25; gratuito per gli aventi diritto. Informazioni utili: tel. 055.2388651. Sito internet: http://www.polomuseale.firenze.it.
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