«Quando ero a Parigi Berenice Abbott mi aveva chiesto di prestarle cinquemila franchi per comprarsi una macchina fotografica. Disse che voleva metter su uno studio di fotografia e per ripagarmi in qualche modo [..] fece delle bellissime foto a me, Sindbad e Pegeen: non avrebbe potuto ripagarmi in maniera migliore». Così Peggy Guggenheim ricorda, nelle sue memoria, il primo incontro con la celebre fotografa americana che iniziò la propria carriera, tra il 1923 e il 1925, nello studio di Man Ray dedicandosi inizialmente ai ritratti, e immortalando personaggi famosi, tra cui Max Ernst e la stessa Peggy.
Non stupisce, dunque, che la Fondazione Solomon R. Guggenheim abbia voluto arricchire la propria raccolta acquisendo, per la sua sede veneziana, sei preziose stampe in bianco e nero di Berenice Abbott (1898 – 1991), che nel 1942 immortalò la pionieristica galleria-museo newyorkese «Art of This Century», progettata dall’architetto di origini austriaco-rumene Frederick Kiesler e composta da alcuni spazi espositivi innovativi che la rendono fin da subito il luogo più stimolante per l’arte contemporanea della Grande Mela.
Qui Peggy espone la propria collezione di arte cubista, astratta e surrealista e organizza mostre temporanee dei maggiori artisti europei e di autori americani allora poco noti al grande pubblico come Robert Motherwell, William Baziotes, Mark Rothko, Richard Pousette-Dart, Clyfford Still e Jackson Pollock.
Le opere, il design e l’allestimento rivoluzionario sono ancora oggi un punto di riferimento nei manuali di museologia e attestano lo spirito avanguardistico di Peggy come gallerista, mecenate e collezionista.
La notorietà di Art of This Century fu in gran parte dovuta anche alle fotografie che Berenice Abbott scatta tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre di quell’anno, poco dopo l’apertura dello spazio. Gli scatti sono diventati negli anni sinonimi della galleria-museo newyorkese.
Le sei stampe acquisite oggi dal museo veneziano sono un importante documento storico di Art of This Century dei suoi principali spazi espositivi: la Galleria surrealista, quella astratta e la cosiddetta Biblioteca delle opere d'arte. La veduta della Galleria surrealista mostra i dipinti non incorniciati montati su bracci mobili appesi alle pareti concave di legno, mentre le sculture sono appoggiate su strutture cosiddette correaliste progettate da Kiesler. Le sei foto appartennero originariamente a Kiesler, una provenienza che ne enfatizza ulteriormente il valore storico.
In questi giorni la collezione Peggy Guggenheim sta facendo parlare di sé anche per il ritorno nei suoi spazi dell’opera «Lo Studio (L’Atelier)» di Pablo Picasso, recentemente sottoposta a restauro grazie ai fondi della banca BSI, Institutional Patron del museo dal 2001.
«Quel bianco incredibile ha finalmente recuperato la sua luminosità» sostiene il conservatore del museo, Luciano Pensabene Buemi, che ha eseguito il restauro sul lavoro, in mostra fino a metà gennaio a Venezia, prima di essere esposto nella mostra newyorkese «Visionaries: Creating a Modern Guggenheim». «Si possono adesso distinguere i due bianchi utilizzati da Picasso per dare profondità differenti agli elementi della composizione. Inoltre la pulitura ha messo in evidenza come l’artista abbia voluto sperimentare una diversa superficie materica dei bianchi creando alcune figure con impasti ricchi di colore e altre con stesure che lasciano intravedere il grigio della preparazione. Gli altri colori presenti nel dipinto, il rosso, il verde, i gialli, il grigio sono ora più vividi e saturi».
Decisamente innovativo, nell’ambito di questo intervento, è stato l'utilizzo sperimentale della nanotecnologia e l’applicazione di nanogel selettivi che hanno permesso di rimuovere lo sporco accumulatosi nel tempo e le vernici non originali. Il lavoro di ricerca e di restauro si è di fatto inserito all’interno del progetto europeo Nanorestart (NANOmaterials for the REStoration of works of ART) finanziato dalla Commissione europea, che ha come obiettivo lo sviluppo di nanomateriali per la pulitura selettiva delle opere moderne e contemporanee. Il progetto è stato presentato, in anteprima, lo scorso 25 novembre alla Tate Britain di Londra durante il simposio «Picasso, Picabia, Ernst. New perspectives».
Informazioni utili
Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il martedì. Ingresso: intero € 14.00; ridotto convenzioni € 12.00; ridotto senior 65 € 11,00, studenti fino ai 26 anni € 8.00; gratuito 0-10 anni. Informazioni: tel. 041.2405411, fax 041.5206885, e-mail: info@guggenheim-venice.it. Sito web: www.guggenheim-venice.it.
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