È un momento difficile per Murano, l’isola veneziana famosa in tutto il mondo per la sua tradizione millenaria del vetro soffiato, simbolo del made in Italy nel mondo.
L’emergenza sanitaria per il Covid-19 ha messo in ginocchio le oltre cento imprese vetraie presenti sul territorio e i loro negozi. Gli ordini nuovi sono molto pochi e il lavoro di questo ultimo scorcio di maggio è legato principalmente a commesse dei primi di marzo, quando il lungo lockdown di questi mesi sembrava un’ipotesi impossibile.
Ma Murano può raccontare anche una storia di resistenza e di speranza, quella di Marco Toso Borella, artista poliedrico la cui attività spazia dalla pittura alla scrittura di saggi e romanzi, senza dimenticare la passione per la musica, che lo vede vestire i panni di direttore, arrangiatore e coreografo del coro Vocal Skyline e dell’orchestra più numerosa d’Italia, la Big Vocal Orchestra, composta da oltre trecento voci.
In queste lunghe settimane di lockdown, l’artista muranese, che recentemente ha firmato anche la Via Crucis di vetro per la Basilica dei Santi Maria e Donato di Murano (quindici icone di vetro decorate a graffito su foglia d’oro e smalti raffiguranti le quattordici stazioni tradizionali più una quindicesima raffigurante la Resurrezione), ha lavorato su una commissione imponente da parte di un magnate giapponese, Yamanishi Hiromichi, per conto della vetreria artistica artigianale Mazzega.
Una volta terminata, l’opera sarà esposta all’interno del Kansai Nursing School, una struttura situata nella regione del Kansai, in Giappone, destinata a diventare una scuola per infermiere.
Il lavoro consta di venti piastre di vetro di Murano, della misura di 75 x 50 centimetri, decorate secondo l’antica tecnica del graffito su foglia d'oro, tradizione che appartiene alla famiglia di Marco Toso Borella da secoli.
Le incisioni riproducono in modo assolutamente fedele un’antica opera giapponese del X secolo, ossia la «Taketori Monogatari», ispirata alla leggendaria «Storia del tagliatore di bambù», considerata la più antica fiaba giapponese. Il racconto, noto anche come «La storia della Principessa Kaguya», narra di una bambina misteriosa scoperta all’interno di una canna di bambù splendente nella notte.
«L'estrema, elegante stilizzazione giapponese -racconta l’artista- è qui al suo massimo. Un piccolo segno leggermente obliquo diventa occhio, un tratto espressione.
Le immagini da cui ho tratto i miei pezzi sono antichissime e il tempo ha sbiadito le cromie originali. Per questo ho voluto usare degli smalti dai colori molto vivaci, lucenti come la «Principessa splendente», la storia animata del 2013 di Isao Takahata candidata all'Oscar.
Il supporto, ossia il vetro, diventa una base lucida che, colorata a smalti, richiama le antiche lacche giapponesi. Questo contesto ha quasi ‘obbligato’ i colori all'estrema sintesi e alla mancanza di ogni sfumatura. Il cromatismo, quindi, è stato portato alla radice, alla 'primarietà' elementare un po' come succede agli smalti araldici, chiaramente definiti, senza mezze misure. I colori diventano e delimitano gli spazi della fiaba e del sogno».
L’opera di Marco Toso Borella rappresenta così un piccolo fuoco di fornace acceso per Murano, un barlume di speranza per la storia unica dell’isola e il talento dei suoi tanti artigiani.
Per saperne di più
www.marcotosoborella.it
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