Erano i primi anni Ottanta, quelli della Milano da bere e da guardare, quando dalla volontà di aziende attive nel settore dell'arredamento e del
design industriale, come Alchimia e Memphis, veniva posato il primo mattone di quello che sarebbe stato il
Fuorisalone: non un
salon des refusés, ma uno spazio alternativo, slegato dalle regole tipiche di un evento commerciale come era il
Salone del mobile, nato nel 1961 al quartiere fieristico.
Negli anni Novanta, grazie alla felice intuizione di
Gilda Bojardi, direttore della rivista «Interni», il
Fuorisalone aveva il suo battesimo ufficiale con la creazione di un logo e la pubblicazione di una guida.
Da allora sono passati più di vent’anni e Milano sta vivendo una nuova edizione di quella che è diventata, anno dopo anno, una manifestazione dalle dimensioni tentacolari, una vera e propria festa, con i suoi
oltre milleduecento eventi tra mostre, installazioni,
party, percorsi culinari, concerti e appuntamenti culturali distribuiti in tutta la città.
La manifestazione
clou del Fuorisalone, oggi chiamato anche
Milano Design Week, è ancora firmata da «Interni». Quest’anno si intitola
«Human Spaces» e propone in quattro sedi cittadine -l’
Università degli Studi, l’
Arco della pace, l’
Orto botanico di Brera e la
Torre Velasca- una selezione di progetti di architettura e
design che mettono al centro l’uomo e le sue esigenze di vita.
Cuore pulsante della manifestazione, in programma
fino a domenica 14 aprile, sono, poi, i
distretti. Quelli storici sono
Tortona,
Brera e
Lambrate; quelli più recenti
Isola,
Porta Venezia,
Porta Romana,
Sant’Ambrogio e le cosiddette
5Vie, una zona ricca di vestigia romane nei dintorni di piazza Missori.
Gli ultimi nati sono il
DOS Design Open' Spaces, distretto diffuso promosso da
Re.Rurban Studio ed
Emilio Lonardo Design che riapre spazi recentemente riqualificati, e il
Parenti District, progetto nato da un’idea di
Andrée Ruth Shammah, anima del teatro Franco Parenti, che interesserà il quartiere compreso tra piazza Medaglie d’Oro e corso di Porta Vittoria.
Vedere tutti gli eventi in cartellone è praticamente impossibile. Raccontare dove andare, proponendo una selezione del meglio in programma, è altrettanto difficile. Ognuno ha i propri gusti. C’è chi ama gli allestimenti volutamente teatrali e molto chiacchierati, come la «Maestà sofferente» di
Gaetano Pesce in
piazza Duomo, metafora della violenza sulle donne ispirata alla storica poltrona «Up 5&6» o il vicino bosco di ulivi secolari a «La Rinascente» o, ancora, il «Pratofiorito» di
Davide Fabio Colaci per
Eataly Milano Smeraldo in piazza XXV aprile.
C’è chi è goloso e non vede l’ora che a CityLife, il nuovo salotto buono della città,
Bosch Elettrodomestici inauguri
«MuffinLove», un’installazione a forma di mega
muffin che sprigionerà un profumo inebriante di dolci appena sfornati e che permetterà a tutti i visitatori di dare sfogo alla propria fantasia e creatività, realizzando la ricetta del proprio
muffin perfetto su
totem interattivi e con il supporto virtuale dei forni della Serie 6.
C’è, poi, chi non vuole perdersi i progetti più nuovi e sarà, per esempio, incuriosito da
«Rent is More», la «casa del
lifestyle in affitto» nel centralissimo
corso di Porta Ticinese, in cui è possibile scoprire come il fenomeno dell’affitto abbia cambiato le abitudini e lo stile di vita delle persone, coinvolgendo anche i mobili di
design per la casa, l’abbigliamento delle grandi firme e le opere d'arte.
C’è, ancora, chi, stanco dalla maratona infinita di
opening e di presentazioni, cercherà uno spazio dove riposarsi e lo troverà, forse, in Zona Tortona, al
NYX hotel Milan, che accoglie un’installazione di maxi-sedute, realizzate da
Kubiko by Skygreen in polietilene, rivestite di erba fucsia e turchese, sulle quali arrampicarsi, magari schiacciando un sonnellino in una Lilliput formato
design.
A Milano, nei giorni concitati del Salone del mobile, arriva anche chi ama la moda e non potrà non rimanere incuriosito dall’installazione dei
fratelli Campana, Fernando e Humberto, per
Melissa e per la presentazione della sua nuova collezione «Crochet», composta da tre inediti prodotti in plastica, dalla caratteristica trama a uncinetto, tra cui un'iconica ballerina in sette differenti colori.
L’appuntamento per gli amanti del genere è in via Palermo, nel cuore pulsante del Brera Design District, zona in cui merita una visita anche «Home Sweet Home», un
environment di
Alessandra Roveda per il
Missoni Showroom di via Solferino, che, con i fili di lana colorati lavorati ancora una volta a uncinetto, riveste oggetti e arredi della memoria.
Non molto distante, alla
Galleria Moshe Tabibnia, è possibile, invece, confrontarsi con «Mīror», un progetto del collettivo di
design «The Ladies’ Room», formato da
Ilaria Bianchi,
Agustina Bottoni,
Astrid Luglio e
Sara Ricciardi.
Si tratta -racconta il gruppo- di «un’installazione di tre sculture riflettenti che nasce dall’esplorazione dell’immagine in un gioco di illusioni ottiche e di alterazione della percezione, alla ricerca di un preciso istante, quello in cui stupirsi scoprendo una forma, un dettaglio, un vuoto, un riflesso o se stessi».
L’arte tessile va in scena anche a
Palazzo Reale, nella Sala degli arazzi, con la
mostra «De/Coding» (fino al 12 maggio), per la curatela di
Domitilla Dardi e
Angela Rui, attraverso la quale si esplorano le qualità dell’
alcantara come materiale per l’arte e il
design. Quattro artisti contemporanei -
Constance Guisset,
Qu Lei Lei,
Sabine Marcelis e il duo
Space Popular, formato da
Lara Lesmes e
Fredrik Hellberg- si confrontano attraverso installazioni
site specific, che richiedono l’interazione del pubblico, con il tema del mito, dalle pluriformi dimensioni di Medea all’incarnazione di Scilla, per poi sperimentare la compagnia virtuale degli Argonauti, a partire dalle «Metamorfosi» di
Ovidio.
Mentre in un altro spazio istituzionale della città, il
Mudec – Museo delle culture, va in scena la rassegna
«Moka Alessi. Design e Re-Design», che racconta l’evoluzione delle caffettiere dell’azienda, da
Richard Sapper (1979) fino all'ultima, nuovissima, di
David Chipperfield (2019). In mostra ci sono anche due opere del cineasta
Virgilio Villoresi: un film e un’installazione che è una sorta di «fiaba in movimento», evocativa degli esperimenti pre-cinema. Infine, il
bistrot si trasforma in Mokeria, un
bar dall’anima super
pop e coloratissima per una pausa all’insegna dell’allegria.
In
Triennale, invece, c’è da visitare, tra l’altro, il nuovo
Museo del design, uno spazio che ripercorre la storia del mondo dal 1946 al 1981 attraverso gli oggetti iconici creati in quegli anni: dal telefono Grillo alla radio Brionvega, dalla poltrona «Proust» di
Alessandro Mendini ai Moon Boot, dalla sedia «Superleggera» di
Giò Ponti alla mitica «Valentine» di
Ettore Sottsass Junior e
Terry King per
Olivetti.
Alla storia della progettazione guarda anche
Knoll, che, nel suo
showroom di piazza Bertarelli, omaggia il
Bauhaus, scuola tedesca che ebbe un’influenza unica sul progetto della modernità, di cui ricorrono quest’anno i cent’anni dalla nascita.
Il progetto espositivo -curato da
Oma, studio co-fondato dall’architetto olandese
Rem Koolhaas, con la collaborazione di
Domitilla Dardi- «si articola in quattro ambienti/cluster -racconta
Ippolito Pestellini Laparelli- che agiscono come scenari di un teatro che invita lo spettatore alla partecipazione, seguendo il più noto degli insegnamenti della scuola tedesca, il celebre «Learning by Doing».
Entrando nei quattro ambienti è possibile toccare con mano oggetti e arredi che sono gli attori principali della scena, creando partiture del racconto che mutano seguendo l’esperienza di ogni partecipante».
Al centro del percorso ci saranno alcuni prodotti iconici di
Marcel Breuer,
Mies Van Der Rohe e
Florence Knoll.
Storia e contemporaneità si incontrano anche a
Palazzo Dugnani, dove per pochi giorni sarà visibile la mostra «Ipervisualità. Rendere visibile l'invisibile» (fino al 14 aprile), a cura di
Philipp Bollmann, che presenta per la prima volta in Italia, e in generale fuori dalla Germania, una selezione di opere della
Wemhöner Collection, una delle più importanti collezioni tedesche d’arte contemporanea. Sei videoinstallazioni di formato museale di alcuni tra i massimi protagonisti della scena artistica internazionale –
Isaac Julien,
Masbedo,
Julian Rosefeldt e
Yang Fudong – entrano in dialogo con gli spazi affascinanti e monumentali del palazzo milanesi, edificio storico normalmente chiuso al pubblico che conserva un magnifico affresco del
Tiepolo oltre a opere di
Ferdinando Porta e della
scuola veneta del Settecento.
Il debutto del Parenti Distrect al Fuorisalone vivrà, invece, uno dei suoi eventi più interessanti con la
mostra «Immersione libera» (fino al 18 maggio), a cura di
Giovanni Paolin, che porterà negli spazi della
Palazzina dei Bagni Misteriosi, recentemente riscoperta e resa accessibile al pubblico, i lavori
site-specific di dodici giovani artisti italiani. Interazione, libertà e ricerca sono le parole chiave del progetto espositivo, voluto e sostenuto dall’imprenditrice e collezionista
Marina Nissim.
Tra gli appuntamenti più attesi di questa edizione della Milano Design Week c’è, infine, la grande installazione sull’acqua di
Marco Balich che rende omaggio, alla
Conca dell’Incoronata, al genio di
Leonardo da Vinci, raccontando, tra ragione e incanto, un piccolo frammento del Rinascimento e del futuro di Milano. Sempre nel segno del maestro toscano, di cui ricorrono quest’anno i cinquecento anni dalla morte, è la mostra all’Ippodromo di San Siro, ideata da
Snaitech e curata da
Cristina Morozzi, nella quale sono presentate tredici reinterpretazione in chiave pop e avveniristica della celebre statua bronzea del cavallo leonardesco.
Per tutta la settimana saranno visibili anche le mostre inaugurate in occasione della
Milano Art Week, l’altra grande manifestazione che, in occasione della
fiera internazionale Miart, ha colorato di arte e creatività ogni angolo di Milano e che ora lascia il testimone al mondo del
design con i suoi più di mille eventi.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Alessandro Mendini, Poltrona di Proust, 1978. Uno degli oggetti iconici esposti al nuovo Museo del design di Milano; [fig. 2] La ballerina della nuova collezione «Crochet» di Melissa, presentata in via Palermo a Palazzo Reale di Milano; [figg. 4 e 5] «Home Sweet Home», environment di Alessandra Roveda per il Missoni Showroom di via Solferino, a Milano; [fig. 6] Frame del video «A new moka is blooming» di Virgilio Villoresi per Alessi; [fig.7] Progetto dell'installazione «Aqua» di Marco Balich per la Conca dell'Incoronata a Milano; [fig. 8] Progetto per la mostra sul Bauhaus da Knoll, nello showroom di piazza Bertarelli, a Milano; [figg. 9 e 10]Vista della mostra «Ipervisualità. Rendere visibile l'invisibile» a Palazzo Dugnani di Milano
Informazioni utili
Orari, luoghi ed eventi del Fuorisalone 2019 sono consultabili sul sito https://fuorisalone.it/