«Mi conoscono anche quelli che non mi conoscono, quindi inventate quello che volete». Così Mario Schifano era solito allontanare gli aspiranti biografi che lo assediavano. A quattordici anni dalla sua scomparsa (Roma, gennaio 1998), con una narrazione a più voci, spesso anche in contraddizione tra loro, il volume «Mario Schifano. Una biografia», edito dalla casa editrice monzese Johan & Levi nella collana «Biografie», racconta la vita di uno degli artisti più prolifici e amati, nonché falsificati e chiacchierati, ma anche paradossalmente poco conosciuti.
Il libro verrà presentato venerdì 15 giugno, alle ore 18.30, al Macro di Roma, in un incontro gratuito, che vedrà la presenza dell’autore, accanto a Achille Bonito Oliva, Fulvio Abbate e Stefano Chiodi.
Lo scenario di questo viaggio nel tempo propostoci da Luca Ronchi, regista televisivo e autore del documentario «Mario Schifano Tutto», presentato alla cinquantottesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, non può che essere Roma, una città che una volta «c’era» nella cultura e nell’arte.
Sotto i cieli della Città eterna, sulla terrazza di piazza Scanderbeg che fungeva da studio en plein air, nei primi anni Sessanta, Schifano inizia a dipingere quei monocromi che lo renderanno uno dei protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento. Ed è sempre a Roma che decide di continuare la sua avventura pittorica e di costruire in un vortice di lucida follia il suo universo underground all’insegna della trasversalità.
Fonda un gruppo pop-rock, si cimenta in filmati sperimentali, frequenta intellettuali, aristocratici e malavitosi, cambia macchine, donne, abiti e televisori con una rapidità sconvolgente, viene arrestato e messo alla gogna per consumo di sostanze stupefacenti.
Simile ad un «piccolo puma», molto elegante nei movimenti e nei comportamenti, dotato di un fascino innato e di una bellezza alla Rodolfo Valentino, Schifano era da tutte le parti, non stava mai fermo. Forse nell’immaginario popolare resterà sempre l’incarnazione perfetta della concezione romantica che vede nell’artista genio e sregolatezza. Oltre alla fama, però, spenti i flash delle cronache mondane, c’è un pittore ancora tutto da scoprire che amava ripetere: «the man is nothing, the work is everything».
Ritenuto il rappresentante italiano della Pop art, l'artista romano guarda con le sue opere, soprattutto quelle caratterizzate dal lavoro su brand commerciali come «Coca Cola» ed «Esso», alle tele di grandi artisti americani quali Andy Warhol, Jasper Johns e Robert Rauschenberg. Sostenuto da importanti gallerie italiane e internazionali (Plinio de Martiis e Ileana Sonnabend), insieme ai «pittori maledetti» (tra cui Franco Angeli e Tano Festa) ha rappresentato un momento fondamentale dell’arte contemporanea italiana ed europea, anche per la sua capacità di avvicinarsi a nuove tecniche pittoriche, di usare il computer per creare, di sperimentare innesti tra pittura e altre forme d’arte come musica, cinema, video, fotografia.
Su questo protagonista dell’arte italiana, nel volume di Luca Ronchi (un volume dal format inusuale), parlano molti testimoni illustri, fra cui, solo per citarne alcuni Furio Colombo, Maurizio Calvesi, Anita Pallenberg, Giorgio Marconi, Fabio Mauri, Achille Bonito Oliva, Marco Meneguzzo, Monica De Bei e Sandro Chia. Ricordi, documenti, aneddoti, racconti: un mosaico di testimonianze che compone un ritratto corale di Mario Schifano uomo e artista, ma anche della ricchezza e della complessità dello scenario artistico e sociale di quel periodo.
L’apparato iconografico, frutto della collaborazione con l’Archivio Schifano, apre al lettore il mondo più privato dell’uomo Schifano attraverso immagini inedite e opere poco conosciute. Offre la possibilità di scoprire il volto nascosto di un personaggio pubblico, che la “cronachetta pettegola” voleva tutto sesso, droga e rock'n'roll.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Copertina del libro «Mario Schifano. Una biografia» di Luca Ronchi
Informazioni utili
Luca Ronchi,«Mario Schifano. Una biografia», Johan & Levi (collana «Biografie»), Monza 2012. ISBN: 978-88-6010-078-8. Formato: 15,5 x 23 cm; pp. 432. Illustrazioni: 145 b/n - 20 colore. Rilegatura: Brossura: Prezzo: € 29,00.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
mercoledì 13 giugno 2012
venerdì 8 giugno 2012
Tintoretto, «L’ultima cena» in mostra a Milano
Da Roma a Milano, per ritornare definitivamente a Venezia. E’ questo il viaggio che compirà nei prossimi giorni «L’ultima cena» di Jacopo Robusti, detto Tintoretto (1519- 1594), opera recentemente sottoposta a un attento restauro conservativo, grazie al finanziamento della banca Cariparma-Crédit Agricole.
Dopo essere stata esposta alle Scuderie del Quirinale, nella grande antologica che Vittorio Sgarbi ha voluto dedicare al maestro veneziano, la tela, da sempre conservata in Laguna, nella chiesa di San Polo, sarà eccezionalmente esposta, da giovedì 14 a martedì 19 giugno 2012 (e per i soli clienti Vodafone anche nella giornata di mercoledì 13 giugno 2012), al Museo diocesano di Milano, nella Sala dell’Arciconfraternita.
L’opera, realizzata tra il 1574 e il 1575, fu commissionata all’artista veneto, definito da Giorgio Vasari «il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura», dalla Scuola del Sacramento della chiesa di San Polo.
Soggetto della raffigurazione, che è stata riportata a nuova vita nell’arco di soli tre mesi, grazie ad un’equipe diretta da Giulio Manieri Elia, direttore del Museo di Palazzo Grimani e Vicedirettore delle Gallerie dell’Accademia, è il noto episodio evangelico dell'ultima cena, ambientato in un interno domestico.
Rispetto a precedenti tele di uguale soggetto, il Tintoretto fissa il suo occhio non sull’annuncio del tradimento di Giuda, ma sul momento dell’Eucarestia sub specie panis. Un dettaglio, questo, evidenziato da Carlo Ridolfi nel 1648, all’interno del volume «Le maraviglie dell'arte, ovvero Le vite degli illustri pittori veneti e dello Stato»: «In san Polo ammirasi un'altra Cena, ove Nostro Signore comunica gli Apostoli, diversandosi in quella dalle inventioni operate in questo proposito, non mancando al Tintoretto materia di nuovi concetti, poiché era l'ingegno suo un'Erario d'ogni più rara curiosità».
In questo modo, l'artista traduceva in immagine la disposizione del concilio di Trento nella quale si affermava che sotto la sola specie del pane è contenuto interamente il corpo di Cristo e la corredava di una serie di episodi, dedicati a illustrare il lavoro dei suoi committenti, che erano tenuti ad assistere gli ammalati, a sfamare gli indigenti, e a portare l'ostia consacrata per la comunione ai parrocchiani incapaci di raggiungere la chiesa.
«I protagonisti dell'evento -afferma Margaret Binotto, nella scheda dell’opera- recitano la parte loro assegnata dal testo evangelico, ma nel contempo si fanno portatori di altri più sottesi e simbolici significati. Cristo si alza all'improvviso e spalanca le braccia per distribuire il pane ai due discepoli con un gesto che prefigura l'imminente sacrificio sulla croce: al movimento dei due che si chinano a ricevere il pane consacrato si contrappone dinamicamente l'atto caritatevole degli apostoli che si allontanano dalla mensa pasquale per sfamare il mendicante infermo in primo piano e, a destra, la bimbetta, dando così concretezza d'immagine alla benedizione monastica della Cena. Tra i partecipanti al rito il più riconoscibile è Giuda, che porta alla cintura la bisaccia e appoggia la mano traditrice sul tavolo».
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Jacopo Robusti, detto Tintoretto, «Ultima Cena», 1574-75. Olio su tela, 228 x 535 cm. Venezia, Chiesa di San Polo. Tela completa; [fig. 2, fig. 3 e fig. 4] Jacopo Robusti, detto Tintoretto, «Ultima Cena», 1574-75. Olio su tela, 228 x 535 cm. Venezia, Chiesa di San Polo. Particolare
Informazioni utili
«Tintoretto. L’ultima cena». Museo diocesano, Corso di Porta Ticinese, 95 – Milano. Orari: da giovedì 14 a martedì 19 giugno, ore 10.00–24.00; lunedì 18 giugno, ore 10.00-18.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 02.89420019; info.biglietteria@museodiocesano.it. Sito web: www.museodiocesano.it. Da giovedì 14 a martedì 19 giugno 2012.
Dopo essere stata esposta alle Scuderie del Quirinale, nella grande antologica che Vittorio Sgarbi ha voluto dedicare al maestro veneziano, la tela, da sempre conservata in Laguna, nella chiesa di San Polo, sarà eccezionalmente esposta, da giovedì 14 a martedì 19 giugno 2012 (e per i soli clienti Vodafone anche nella giornata di mercoledì 13 giugno 2012), al Museo diocesano di Milano, nella Sala dell’Arciconfraternita.
L’opera, realizzata tra il 1574 e il 1575, fu commissionata all’artista veneto, definito da Giorgio Vasari «il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura», dalla Scuola del Sacramento della chiesa di San Polo.
Soggetto della raffigurazione, che è stata riportata a nuova vita nell’arco di soli tre mesi, grazie ad un’equipe diretta da Giulio Manieri Elia, direttore del Museo di Palazzo Grimani e Vicedirettore delle Gallerie dell’Accademia, è il noto episodio evangelico dell'ultima cena, ambientato in un interno domestico.
Rispetto a precedenti tele di uguale soggetto, il Tintoretto fissa il suo occhio non sull’annuncio del tradimento di Giuda, ma sul momento dell’Eucarestia sub specie panis. Un dettaglio, questo, evidenziato da Carlo Ridolfi nel 1648, all’interno del volume «Le maraviglie dell'arte, ovvero Le vite degli illustri pittori veneti e dello Stato»: «In san Polo ammirasi un'altra Cena, ove Nostro Signore comunica gli Apostoli, diversandosi in quella dalle inventioni operate in questo proposito, non mancando al Tintoretto materia di nuovi concetti, poiché era l'ingegno suo un'Erario d'ogni più rara curiosità».
In questo modo, l'artista traduceva in immagine la disposizione del concilio di Trento nella quale si affermava che sotto la sola specie del pane è contenuto interamente il corpo di Cristo e la corredava di una serie di episodi, dedicati a illustrare il lavoro dei suoi committenti, che erano tenuti ad assistere gli ammalati, a sfamare gli indigenti, e a portare l'ostia consacrata per la comunione ai parrocchiani incapaci di raggiungere la chiesa.
«I protagonisti dell'evento -afferma Margaret Binotto, nella scheda dell’opera- recitano la parte loro assegnata dal testo evangelico, ma nel contempo si fanno portatori di altri più sottesi e simbolici significati. Cristo si alza all'improvviso e spalanca le braccia per distribuire il pane ai due discepoli con un gesto che prefigura l'imminente sacrificio sulla croce: al movimento dei due che si chinano a ricevere il pane consacrato si contrappone dinamicamente l'atto caritatevole degli apostoli che si allontanano dalla mensa pasquale per sfamare il mendicante infermo in primo piano e, a destra, la bimbetta, dando così concretezza d'immagine alla benedizione monastica della Cena. Tra i partecipanti al rito il più riconoscibile è Giuda, che porta alla cintura la bisaccia e appoggia la mano traditrice sul tavolo».
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[fig. 1] Jacopo Robusti, detto Tintoretto, «Ultima Cena», 1574-75. Olio su tela, 228 x 535 cm. Venezia, Chiesa di San Polo. Tela completa; [fig. 2, fig. 3 e fig. 4] Jacopo Robusti, detto Tintoretto, «Ultima Cena», 1574-75. Olio su tela, 228 x 535 cm. Venezia, Chiesa di San Polo. Particolare
Informazioni utili
«Tintoretto. L’ultima cena». Museo diocesano, Corso di Porta Ticinese, 95 – Milano. Orari: da giovedì 14 a martedì 19 giugno, ore 10.00–24.00; lunedì 18 giugno, ore 10.00-18.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 02.89420019; info.biglietteria@museodiocesano.it. Sito web: www.museodiocesano.it. Da giovedì 14 a martedì 19 giugno 2012.
giovedì 7 giugno 2012
Da Shakespeare a Vermeer: tutte le arti sul palco di «The Season»
Compie otto anni «The Season», festival promosso dalla New York University Firenze presso villa La Pietra. Dal 15 al 27 giugno, attori, scrittori, musicisti e artisti di fama internazionale sfileranno negli scenografici giardini all’italiana dell’elegante residenza toscana (in passato anche sede di rappresentanza dell’Ambasciata di Prussia) per presentare spettacoli, concerti di musica classica e jazz, documentari, coreografie danzate, letture di opere letterarie, il tutto rigorosamente in lingua originale.
A inaugurare la manifestazione, i cui eventi saranno tutti ad ingresso gratuito, sarà, al cinema Oden di Firenze, la prima italiana di «Auf Wiedersehen, ‘Til We Meet Again» (15 giugno 2012, ore 10.15), un documentario non convenzionale che racconta la storia di una famiglia attraverso gli occhi di un ragazzino di dieci anni. Madrina dell’evento sarà Chelsea Clinton, figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti, che dialogherà con la regista e attivista Linda G. Mills.
Sarà, dunque, la volta dello spettacolo «Macbeth» di William Shakespeare (21 giugno 2012, ore 19.30), su musiche di Jonathan Batiste e della Stay Human Band, che vedrà in scena Jacob Olesen, Lucas Caleb Rooney, Erica Tazle e Teagle Bougere, attori della Continuum Company della NYU Tisch School of the Arts.
Da villa La Pietra, «The Season» si sposterà, quindi, a Palazzo Strozzi, dove si terrà «Vermeer's Daughter» (22 giugno 2012, ore 18), una conversazione di Benjamin Binstock, autore del libro «Vermeer’s Family Secrets: Genius, Discovery and the Unknown Apprentice», con Lawrence Weschler, firma del «New Yorker» e autore di svariati libri.
Toccherà, poi, alla prova generale aperta al pubblico di «Flora - Essences of Dance» (22 giugno 2012, ore 20.30), coreografia di Giorgio Mancini, con il GM Ballet Firenze e su musica di Philip Glass, che verrà presentata in anteprima il giorno successivo (23 giugno 2012, ore 20.30), subito dopo una conferenza di Lawrence Weschler, dal titolo «Art and Science as Parallel and Divergent Ways of Knowing» (23 giugno 2012, ore 18.30).
In questi due giorni, la rassegna fiorentina ospiterà anche Jonathan Batiste con il suo gruppo di jazz moderno, Stay Human Band, (22 giugno 2012, ore 21.00), e la presentazione di due filmati, «Light is Calling» e «Spark of Being» (23 giugno 2012, ore 21.00), del regista americano Bill Morrison.
Dal cinema si passerà alla letteratura con l’incontro «Writers Reading» (24 giugno 2012, ore 17.00), in programma a Palazzo Grassi: un pomeriggio con quattro poeti e scrittori di fama internazionale, Francine Prose, Dorothea Lasky, Yusef Komunyakaa e Ben Okri, che leggeranno brani delle loro opere.
Da Palazzo Strozzi si ritornerà a villa La Pietra per il gran finale. Tre gli eventi in programma. Si inizierà con la prima italiana della nuova colonna sonora pwe il film tedesco d’animazione «The Adventures of Prince Achmed», diretto nel 1926 da Lotte Reiniger (25 giugno 2012, ore 21.00). L’opera, primo lungometraggio animato al mondo, è creato con la tecnica delle ombre cinesi e dimostra come gli effetti speciali possano essere creati usando semplicemente sagome in bianco e nero su sfondi colorati. La musica originale era di Wolfgang Zeller ed è stata riscritta, per questo progetto, da cinque compositori contemporanei: Andrea Cavallari, Gwyn Pritchard, Diego Uzal, Elia al Koussa, Rudolf Hild.
Toccherà, quindi ad un adattamento in lingua inglese dello spettacolo «Il servitore di due padroni» di Carlo Goldoni (26 giugno 2012, ore 18.00), con diciotto studenti del corso avanzato di Commedia dell’arte. Mentre a chiudere il cartellone sarà la prima mondiale del «Flora - Essences of Dance» (27 giugno 2012, ore 19.00), una serie di duetti coreografati da Giorgio Mancini, su musica di Philip Glass, che faranno rivivere la magia della danza tra le architetture di gusto rinascimentale del giardino, costruito nella prima metà del Novecento per volontà di Arthur e Hortence Acton.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Logo di «The Season 2012»; [fig. 2] Villa La Pietra, Firenze; [fig. 3] Una scena del film d’animazione «The Adventures of Prince Achmed»</b>, diretto da Lotte Reiniger; [fig. 4] Copertina del libro «Vermeer’s Family Secrets: Genius, Discovery and the Unknown Apprentice» di Benjamin Binstock
Informazioni utili
«The Season 2012». Rassegna di musica, teatro, danza, cinema, letteratura e animazione, promossa dalla New York University Firenze. Orari e programma: http://www.nyu.edu/global/lapietra/season/. Ingresso libero, con prenotazione obbligatoria al numero 055.5007212 o all’e-mail lapietra.reply@nyu.edu. Informazioni: Villa La Pietra, via Bolognese, 120 – Firenze, tel. 055.5007210 (Ufficio eventi). Dal 15 al 27 giugno 2012.
A inaugurare la manifestazione, i cui eventi saranno tutti ad ingresso gratuito, sarà, al cinema Oden di Firenze, la prima italiana di «Auf Wiedersehen, ‘Til We Meet Again» (15 giugno 2012, ore 10.15), un documentario non convenzionale che racconta la storia di una famiglia attraverso gli occhi di un ragazzino di dieci anni. Madrina dell’evento sarà Chelsea Clinton, figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti, che dialogherà con la regista e attivista Linda G. Mills.
Sarà, dunque, la volta dello spettacolo «Macbeth» di William Shakespeare (21 giugno 2012, ore 19.30), su musiche di Jonathan Batiste e della Stay Human Band, che vedrà in scena Jacob Olesen, Lucas Caleb Rooney, Erica Tazle e Teagle Bougere, attori della Continuum Company della NYU Tisch School of the Arts.
Da villa La Pietra, «The Season» si sposterà, quindi, a Palazzo Strozzi, dove si terrà «Vermeer's Daughter» (22 giugno 2012, ore 18), una conversazione di Benjamin Binstock, autore del libro «Vermeer’s Family Secrets: Genius, Discovery and the Unknown Apprentice», con Lawrence Weschler, firma del «New Yorker» e autore di svariati libri.
Toccherà, poi, alla prova generale aperta al pubblico di «Flora - Essences of Dance» (22 giugno 2012, ore 20.30), coreografia di Giorgio Mancini, con il GM Ballet Firenze e su musica di Philip Glass, che verrà presentata in anteprima il giorno successivo (23 giugno 2012, ore 20.30), subito dopo una conferenza di Lawrence Weschler, dal titolo «Art and Science as Parallel and Divergent Ways of Knowing» (23 giugno 2012, ore 18.30).
In questi due giorni, la rassegna fiorentina ospiterà anche Jonathan Batiste con il suo gruppo di jazz moderno, Stay Human Band, (22 giugno 2012, ore 21.00), e la presentazione di due filmati, «Light is Calling» e «Spark of Being» (23 giugno 2012, ore 21.00), del regista americano Bill Morrison.
Dal cinema si passerà alla letteratura con l’incontro «Writers Reading» (24 giugno 2012, ore 17.00), in programma a Palazzo Grassi: un pomeriggio con quattro poeti e scrittori di fama internazionale, Francine Prose, Dorothea Lasky, Yusef Komunyakaa e Ben Okri, che leggeranno brani delle loro opere.
Da Palazzo Strozzi si ritornerà a villa La Pietra per il gran finale. Tre gli eventi in programma. Si inizierà con la prima italiana della nuova colonna sonora pwe il film tedesco d’animazione «The Adventures of Prince Achmed», diretto nel 1926 da Lotte Reiniger (25 giugno 2012, ore 21.00). L’opera, primo lungometraggio animato al mondo, è creato con la tecnica delle ombre cinesi e dimostra come gli effetti speciali possano essere creati usando semplicemente sagome in bianco e nero su sfondi colorati. La musica originale era di Wolfgang Zeller ed è stata riscritta, per questo progetto, da cinque compositori contemporanei: Andrea Cavallari, Gwyn Pritchard, Diego Uzal, Elia al Koussa, Rudolf Hild.
Toccherà, quindi ad un adattamento in lingua inglese dello spettacolo «Il servitore di due padroni» di Carlo Goldoni (26 giugno 2012, ore 18.00), con diciotto studenti del corso avanzato di Commedia dell’arte. Mentre a chiudere il cartellone sarà la prima mondiale del «Flora - Essences of Dance» (27 giugno 2012, ore 19.00), una serie di duetti coreografati da Giorgio Mancini, su musica di Philip Glass, che faranno rivivere la magia della danza tra le architetture di gusto rinascimentale del giardino, costruito nella prima metà del Novecento per volontà di Arthur e Hortence Acton.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Logo di «The Season 2012»; [fig. 2] Villa La Pietra, Firenze; [fig. 3] Una scena del film d’animazione «The Adventures of Prince Achmed»</b>, diretto da Lotte Reiniger; [fig. 4] Copertina del libro «Vermeer’s Family Secrets: Genius, Discovery and the Unknown Apprentice» di Benjamin Binstock
Informazioni utili
«The Season 2012». Rassegna di musica, teatro, danza, cinema, letteratura e animazione, promossa dalla New York University Firenze. Orari e programma: http://www.nyu.edu/global/lapietra/season/. Ingresso libero, con prenotazione obbligatoria al numero 055.5007212 o all’e-mail lapietra.reply@nyu.edu. Informazioni: Villa La Pietra, via Bolognese, 120 – Firenze, tel. 055.5007210 (Ufficio eventi). Dal 15 al 27 giugno 2012.
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