ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 6 agosto 2025

«Una boccata d’arte»: venti artisti per venti borghi italiani

Dal borgo valdostano di Ollomont, in una conca soleggiata della Valpelline ricca di specchi d’acqua e torrenti, a Custonaci, «città internazionale dei marmi» affacciata sul mare della Sicilia; dal piccolo comune trentino di Luserna, «un'isola verde tra i monti» dell'Alpe Cimbra, a Burcei, paesino di montagna dalle antiche tradizioni pastorali, nel cuore della Sardegna sudorientale: coinvolge tutto il territorio nazionale il progetto espositivo «Una boccata d’arte», ideato nel 2020 da Marina Nissim, per la Fondazione Elpis di Milano, con l'intento di far scoprire, attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea, il patrimonio storico, artistico e paesaggistico di borghi e paesi lontani dai classici circuiti del turismo.
Per la sesta estate consecutiva venti artisti, dalle culture ed esperienze linguistiche differenti, sono stati invitati a intervenire in altrettanti piccoli centri abitati con meno di 5mila abitanti, offrendo un itinerario culturale che attraversa tutte le regioni italiane.

Come da consuetudine, le opere in mostra, visibili fino al prossimo 28 settembre, sono il risultato di un periodo di residenza nel borgo assegnato, che ha permesso agli artisti di scoprire la storia, le tradizioni vernacolari e la cultura del territorio, entrando in contatto, in maniera partecipativa e inclusiva, con le comunità locali, i loro saperi artigianali e le loro energie preesistenti, per progettare un intervento inedito e site-specific.
Nuova è, invece, la volontà di coinvolgere in questo virtuoso progetto espositivo diffuso, che si avvale anche della collaborazione di Maurizio Rigillo della Galleria Continua e dell’agenzia creativa Threes di Milano (attiva nel campo della musica), non più solo centri storici con evidenze monumentali, ma anche borghi spopolati, spazi rimasti in disuso, aree marginali da «ri-attivare» attraverso il linguaggio dell'arte.

È il caso dell’intervento site-specific «Flessione riflesso» di Bibi Manavi (Francia/Iran, 1991) in Piemonte, nel paesino di Borgolavezzaro, nel sud della provincia di Novara, in una zona profondamente segnata dalla tradizione risicola. L’installazione, per la curatela di Veronica Botta, prende forma nel Dormitorio delle Mondine di Cascina Caccia ed esplora l’acqua come materia e memoria viva, risorsa politica e linfa del territorio, attraverso stampe fotografiche, che riproducono immagini tratte da archivi idraulici e rurali e strutture vegetali indagate al microscopio.

Lo spopolamento è il punto di partenza anche del progetto «Partitura per un futuro ritorno», elaborato da Roberto Casti (Iglesias, 1992) e curato da Alessia Delli Rocioli, per Macchiagodena, borgo di origine medioevale in provincia di Isernia, nel Molise, caratterizzato, già a partire dal XIX secolo, da una significativa emigrazione verso le Americhe, la Francia, la Germania e il Belgio. Nel villaggio di San Nicola — il nucleo più antico e oggi quasi disabitato del paesino — risuona un canto registrato dagli abitanti, invitati a reinterpretare il brano popolare «Lu Molisano in America», immaginando un ritorno possibile, una contro-narrazione al silenzio dello spopolamento.

Propone un racconto in musica anche l’intervento «MĒTAsêm» del duo Babau per Cormons, paesino friulano dalla pregiata tradizione vinicola, a pochi chilometri dalla Slovenia. Attraverso la commistione di lingue e dialetti locali, nonché di simboli visivi come una maschera folkloristica, una mappa e uno stendardo, il progetto, per la curatela di Marta Oliva, riflette sul confine come spazio fisico e metafisico, coinvolgendo poeti, artisti e performer locali nella recitazione di un singolare «radiodramma» popolare, una sorta di fiaba sonora contemporanea.

Il suono è alla base anche dei progetti proposti da Threes, che in questa edizione coinvolgono la Liguria, l'Emilia-Romagna e la Sardegna, conferendo voci inedite a spazi, luoghi e oggetti.
A pochi chilometri dalla Cinque Terre, nel borgo di Framura, Jim C. Nedd (Colombia/Italia, 1991) presenta, per esempio, «Sorgente», un'installazione fotografica, per la curatela di Mireille Filippini, che si concentra sull’antico lavatoio comunale alimentato dal torrente Castagnola, custode silente di una storia che parla non solo di gesti quotidiani dimenticati come quello di lavare a mano e in comunità, ma anche di guerra e rifugi difensivi.

Mentre a Bagnara di Romagna, nel Ravennate, Vica Pacheco (Oaxaca, Messico, 1993) presenta «Concierto de ranas - Preludio para seres del umbral», un’installazione sonora nel Prato di Sant’Andrea, area naturalistica e archeologica protetta, di origine romana. L’intervento, per la curatela di Baldi Pighi, consiste in un’orchestra di piccole sculture in ceramica ispirate alla flora e alla fauna locali, che dialogano con l’ecosistema circostante, «invitando – spiega l’artista - a una riconnessione collettiva con l’acqua, la memoria e i ritmi ciclici della terra».

In Sardegna a suonare è, invece, la pietra, simbolo della civiltà nuragica da cui discende l’antico centro abitato di Burcei, borgo incastonato tra le pendici orientali del Monte Serpeddì. Qui, Sara Persico (Napoli, 1993), con la curatela di Anna Prisi, propone «Nuù»: una lastra di marmo incisa con segni ispirati alle storie, ai suoni e alle voci emerse durante la residenza, installata nella chiesa campestre di Sant’Isidoro.

Mentre sull’altra grande isola del territorio italiano, la Sicilia, Nicola Martini (Firenze, 1984) riflette sulla filiera estrattiva del marmo, che ha caratterizzato sin dal Cinquecento la storia di Custonaci, borgo in provincia di Trapani. L’intervento, a cura di Giulia Monroy, si intitola «Mangiatutto» e si compone di due blocchi di perlato siciliano e diaspro rosso, residui di cava, sottoposti a un’erosione estrema con frese a tazza, fino al limite del collasso. L’opera ha coinvolto le maestranze locali, custodi della conoscenza del materiale litico come organismo vivo.

Medita sulla tradizione economico-produttiva del territorio, nel caso specifico quella del legno, anche l’opera di Stella Rochetich (Roma, 1997) per Pratovecchio Stia, borgo toscano del Casentino, che ha dato i natali a Paolo Uccello e che è molto conosciuto per la Pieve romanica di San Pietro, sede della fraternità di Romena. Il lavoro, intitolato «Gli alberi non vagano», si ispira a una presenza silenziosa dei boschi casentinesi: l’osmoderma eremita, insetto raro che vive nel legno in decomposizione, nei tronchi cavi degli alberi caduti. La sua esistenza, invisibile per la maggior parte dell’anno, si rivela solo durante il periodo estivo, quando emette un feromone intenso, progettato per attrarre e farsi trovare. Questa potente «traccia odorosa» è la protagonista dell'opera, una scultura/diffusore olfattiva, presentata nella fontana dismessa di piazza Vecchia, per la curatela di Gabriele Tosi.

Mentre l’installazione «Stasi, equilibri ecosistemici in divenire», ideata da Stefano Caimi (Merate, 1991) per Luserna, cittadina del Trentino Alto Adige, si ispira alle strategie per contrastare la diffusione del bostrico tipografo, coleottero che infesta i boschi locali e destabilizza l’ecosistema della zona. Attraverso una trama di cavi tra abeti vivi e tronchi a terra, l’intervento, a cura di Valerio Panella, rende visibili i cicli di vita, morte e rinascita delle foreste.

Anche l’opera di Hatty Laycock (Cambridge, 1997) nasce dal contatto con i boschi del territorio, quelli del piccolo borgo valdostano di Ollomont. «Nel riflesso di una roccia lontana», questo il titolo dell’intervento per la curatela di Elena Graglia, utilizza licheni locali e cera d’api, per creare una forma organica, successivamente fusa nel rame e collocata all’aperto, dove invecchierà naturalmente in dialogo con la luce e il tempo atmosferico.

La relazione effimera tra le forze naturali e il lavoro dell'essere umano è, inoltre, protagonista nell'installazione «Sleeps the lake» di Aiko Shimotsuma (Giappone, 1987), per la curatela di Edoardo De Cobelli, presentata in un palazzo storico di Brunate, in provincia di Como. Fonte di ispirazione sono le invenzioni di Alessandro Volta, in particolare quelle sui fenomeni luminosi, e il «fitto mare di nebbia» che talvolta nasconde i confini del Lario. Questo si traduce nell’opera «Feeling is all», una parete tattile che, attivata dal tocco di una mano, è capace di generare una leggera coltre di fumo. Mentre i colori del tramonto sul lago si trasformano in sfumature luminose nella serie di opere in vetro «Matter is Void», che evocano i gradienti di colore del cielo. «Horseshoe» riproduce, invece, un ferro di cavallo trovato sulla porta di un antico pozzo: un oggetto da toccare, per chiamare a sé la fortuna.

Dal lago di Como si può, quindi, partire alla volta del vicino Veneto, dove a Tarzo, nella provincia di Treviso, Giacomo Gerboni (Parma, 1990) presenta «Pietra comune», opera a cura di Giovanni Paolin e Sara Maggioni. Si tratta di un menhir contemporaneo, che custodisce al suo interno una collezione di lettere e messaggi scritti dagli abitanti nel corso di diversi laboratori condotti dall’artista.

La creazione di nuovi immaginari legati al territorio anima anche l’opera «MMMMMMM KM», firmata dal duo Vaste Programme e curata da Roberta Mansueto per il borgo di Miglionico, in Basilicata. Il binocolo panoramico si trasforma in un dispositivo fuorviante, capace di sovvertire la lettura convenzionale del panorama e amplificare il concetto di veduta. Il lavoro, installato alla Torre di Fino, invita a uno sguardo che si apre su vedute molteplici, rispondendo alla domanda: «Cosa vedo a 7.000 km da Miglionico?». La distanza non è casuale: è suggerita da un motto riportato sull’antico stemma del paese: «Milone Milite Magno Munì Miglionico di Magnifiche Mura» le cui sette «M» diventano, lette come numeri romani, la misura settemila. L’opera amplifica così il concetto di veduta, tema ricorrente nella storia dell’arte, e ridefinisce l’idea stessa di confine, dissolvendo ogni limite geopolitico e culturale.

Rimanendo nel sud Italia, in Puglia, Aymen Mbarki (Tunisi, 1983) ha ideato un’installazione per Sammichele di Bari: «Il versetto del mare», a cura di VOGA Art Project, che rievoca la ricca storia di migrazioni del borgo attraverso un portale in cui si fondono linee arabeggianti, tipiche delle medine nordafricane, con segni e scritture che evocano storie e mitologie mediterranee.

Sempre nel Sud, in Calabria, Anna Ill (Barcellona, 1990) approfondisce il patrimonio archeologico di Simeri Crichi e del Museo numismatico archeologico provinciale di Catanzaro con «Ceaseless Care», installazione a cura di Ehab Halabi Abo Kher. Questo percorso ha permesso all’artista di riportare all’attenzione della comunità la Kouroutropos, una statuetta acefala del IV secolo a.C., simbolo di cura e maternità e di sviluppare così una riflessione più ampia sul senso universale dell’accudimento, al di là del genere e del tempo.

Mentre in Campania, a Rocca Cilento (Salerno), Tild Greene (UK, 1994) presenta l’installazione «Pitch Point», a cura di Giulia Pollicita, con «un portale-cancello collocato in un campo da calcio in disuso, poco fuori il centro abitato, che non separa da nulla e non porta da nessuna parte».

Un altro spazio abbandonato, ovvero la casina di caccia di Villa Altieri, nel parco comunale di Oriolo Romano (Viterbo), i cui restauri sono stati recentemente interrotti per mancanza di fondi, è al centro del progetto espositivo «Il corredo» di Gabriele Ermini (Figline Valdarno, 1996), per la curatela di Irene Angenica. L’artista toscano trasforma l’edificio in un finto museo allestito con sculture in ceramica e mette in scena un ritrovamento archeologico fittizio.

Sempre nel centro Italia, a Citerna, nel Perugino, l’artista Qeu Meparishvili (Tbilisi, Georgia, 1995) presenta «Edicola dei Randagi – Shrine of the Strays», un’installazione, a cura di Giovanni Rendina, composta da lastre di metallo con raffigurazioni create secondo una tradizionale tecnica iconografica georgiana che dialogano con l’architettura medievale del borgo umbro. Soggetto di questi lavori sono i cani randagi: figure numerosissime nella città natale dell’artista, Tbilisi, qui trasformate in «reliquie» urbane.

Completano l’offerta espositiva di «Una boccata d’arte» due interventi che, attraverso studi approfonditi condotti sul campo, hanno riscoperto la memoria storica dei luoghi al centro delle residenze d’artista. Ad Altidona, nelle Marche, una vecchia fotografia in bianco e nero, che mostra la scultura di un galletto, un tempo collocata all’ingresso del borgo e oggi scomparsa, ha ispirato a Giuseppe Abate (Bari, 1987) il progetto «Lu Gallu», per la curatela di Matilde Galletti, con un'opera in argilla e una grande festa per ridare cittadinanza all’animale.

Mentre Adele Dipasquale (Torino, 1994) ha analizzato, nel corso della sua residenza sul territorio di Roccacaramanico, in Abruzzo, i punti di bivacco presenti in alta montagna, legati in questa zona anche alla storia del brigantaggio. Partendo da queste suggestioni, il progetto, intitolato «L’infestata» e curato da Andrea Croce, ha dato forma a una serie di strutture, come panche, letti ed elementi che disegnano spazi di condivisione, pensati per accogliere chi vive o attraversa il borgo durante l’estate. Le superfici di questo nuovo arredo pubblico sono incise con scritte, frasi, appunti: diventano così strutture parlanti, presenze silenziose che «infestano» l’area attorno al vecchio cimitero abbandonato del borgo.

Ancora una volta «Una boccata d’arte» offre, dunque, uno sguardo inedito su luoghi del nostro territorio spesso lontani dai tradizionali circuiti turistici, accendendoli di nuova luce grazie all’arte contemporanea, che ne rivitalizza identità e storie locali.

Didascalie delle immagini
1. Emilia-Romagna
Vica Pacheco, Concierto de ranas - Preludio para seres del umbral, Bagnara di Romagna, Emilia-Romagna. Ph Daniele Signaroldi.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
2. Veneto
Giacomo Gerboni, Pietra Comune, Tarzo, Veneto. Ph Fiorella Costantini.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
3. Basilicata
Vaste Programme, MMMMMMM KM, Miglionico, Basilicata. Ph Michele Battilomo
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
4. Liguria
Jim C. Nedd, Sorgente, Framura, Liguria. Ph Andrea Venturini.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
5. Marche
Giuseppe Abate, Lu Gallu, Altidona, Marche. Ph Matteo Natalucci.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
6.  Abruzzo
Adele Dipasquale, l’infestata, Roccacaramanico fraz. di Sant’Eufemia a Maiella, Abruzzo. Ph Giacomo Alberico.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
7. Sardegna
Sara Persico, Nuù, Burcei, Sardegna. Ph Riccardo Locci.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
8. Molise
Roberto Casti, Partitura per un futuro ritorno, Macchiagodena, Molise. Ph Alessandro Pace.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
9. Sicilia
Nicola Martini, MANGIATUTTO, Custonaci, Sicilia. Ph Fausto Brigantino.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
10. Lombardia
Aiko Shimtzuma, Sleeps the lake, Brunate, Lombardia. Ph Andrea Benedetta Bonaschi.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
11. Friuli Venezia Giulia
Babau, MĒTAsêm, Cormons, Friuli Venezia Giulia. Ph Mattia Romanut
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025
12. Valle d’Aosta
Hetty Laycock, Nel riflesso di una roccia lontana, Ollomont, Valle d’Aosta. Ph Michela Pedranti.
Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2025 / Artwork produced with the support of Fondazione Elpis as part of Una Boccata d’Arte 2025

Informazioni utili
Una boccata d’arte 
20 artisti, 20 borghi, 20 regioni
Un progetto di Fondazione Elpis, in collaborazione con Maurizio Rigillo di Galleria Continua e Threes
Dal 28 giugno al 28 settembre 2025
Hetty Laycock a Ollomont (AO) in Valle d’Aosta, a cura Elena Graglia;
Bibi Manavi a Borgolavezzaro (NO) in Piemonte, a cura di Veronica Botta; 
Jim C. Nedd a Framura (SP) in Liguria, a cura di Mireille Filippini per Threes;      
Aiko Shimotsuma a Brunate (CO) in Lombardia, a cura di Edoardo De Cobelli; 
Stefano Caimi a Luserna (TN) in Trentino-Alto Adige, a cura di Valerio Panella; 
Giacomo Gerboni a Tarzo (TV) in Veneto, a cura di Giovanni Giacomo Paolin e Sara Maggioni; 
Babau a Cormons (GO) in Friuli Venezia Giulia, a cura di Marta Oliva;
Vica Pacheco a Bagnara di Romagna (RA) in Emilia-Romagna, a cura di Sofia Baldi Pighi per Threes;
Stella Rochetich a Pratovecchio Stia (AR) in Toscana, a cura di Gabriele Tosi;
Qeu Meparishvili a Citerna (PG) in Umbria, a cura di Giovanni Rendina;
Giuseppe Abate a Altidona (FM) nelle Marche, a cura di Matilde Galletti;
Gabriele Ermini a Oriolo Romano (VT) in Lazio, a cura di Irene Angenica; 
Adele Dipasquale a Roccacaramanico, fraz. di Sant’Eufemia a Maiella (PE) in Abruzzo, a cura di Andrea Croce; 
Roberto Casti a Macchiagodena (IS) in Molise, a cura di Alessia Delli Rocioli; 
Tild Greene a Lustra (SA) in Campania, a cura di Giulia Pollicita;
Aymen Mbarki a Sammichele di Bari (BA) in Puglia, a cura di VOGA Art Project;
Vaste Programme a Miglionico (MT) in Basilicata, a cura di Roberta Mansueto;
Anna Ill a Simeri Crichi (CZ) in Calabria, a cura di Ehab Halabi Abo Kher; 
Nicola Martini a Custonaci (TP) in Sicilia, a cura di Giulia Monroy; 
Sara Persico a Burcei (SU) in Sardegna, a cura di Anna Pirisi per Threes

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