È on-line da pochi giorni il bando del progetto «In-Box 2017», ideato da Straligut Teatro con la collaborazione di più di quaranta partner distributi su tutto il territorio nazionale, tra i quali si segnalano il Mibact e il Fit – Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea di Lugano (primo soggetto estero ad entrare nella rete).
La nona edizione del concorso, le cui candidature potranno essere inviate fino al prossimo 11 gennaio, mette in palio cinquantadue repliche da distribuire tra sei spettacoli.
A fine novembre uscirà, poi, il bando di «In-Box Verde» dedicato al teatro per le nuove generazioni, con più di venti date da assegnare agli spettacoli in gara (la cifra è in via di definizione); mentre a maggio Siena ospiterà «In-Box dal vivo», fase finale e decisiva di selezione degli spettacoli finalisti. È dal 2014 che si tiene questa rassegna grazie alla quale una rosa selezionata di compagnie riesce a mettere in scena test decisivo tramite il quale la giuria deciderà come distribuire le repliche in palio.
integralmente i propri spettacoli di fronte alla stampa e agli operatori, dopo una prima valutazione dei lavori presentati su video, schede e biografie. Una grande occasione di visibilità, questa, per le compagnie ospitate, ma anche un
Attraverso otto edizioni (2009-2016), «In-Box» è diventato un appuntamento fisso nell'agenda teatrale italiana, atteso dalle compagnie perchè in grado di toccare uno dei nervi scoperti del sistema: la possibilità di circuitare, di mostrare il proprio lavoro in contesti adeguati, incontrando pubblici molto diversi fra loro e di farlo vedendone riconosciuta la dignità economica (tutte le repliche messe in palio da «In-Box» sono a cachet).
Alle otto edizioni del bando hanno partecipato circa duemila proposte, sono stati selezionati ventuno spettacoli e distribuite più di centoottanta repliche.
Ma che cosa significa emergente per «In-Box»? Non solo giovane o nuovo: lo scandaglio della rete è, infatti, volto a individuare opere dall'alto livello artistico cui non corrisponde l'adeguata visibilità presso operatori, stampa e pubblico.
Anche l'edizione 2017, dunque, pone al centro il sostegno concreto alle compagnie emergenti: repliche a cachet fisso (con tre fasce di prezzo a seconda delle esigenze della compagnia), visibilità, confronto col pubblico, trasparenza nelle condizioni contrattuali.
Come di consueto, tutte le operazioni necessarie all'iscrizione al bando «In-Box» dovranno essere svolte dalle compagnie su Sonar (www.ilsonar.it), motore di ricerca del teatro emergente italiano, ma anche community e marketplace, sul quale sono iscritte 1709 compagnie, 1731 spettacoli e 279 operatori.
Ideata e gestita da Straligut Teatro, la piattaforma offre ai propri utenti una serie di strumenti finalizzati ad agevolare l’incontro fra la domanda e l’offerta teatrale.
Recentemente Sonar ha messo a punto un sistema di compravendita che garantisce agli artisti l’anticipo dei pagamenti (i cachet saranno pagati entro sette giorni lavorativi dalla replica), mentre, a coloro che intendono acquistare gli spettacoli, il portale offre una comoda interfaccia che guida gli utenti dalla scelta delle date, fino alla creazione dei contratti.
Informazioni utili
«In-Box 2017». Iscrizioni: fino alle ore 12 dell’11 dicembre 2016. Informazioni utili: Straligut Teatro - In-Box, tel. 0577.374025, e-mail: info@inboxproject.it. Sito internet: www.inboxproject.it.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
giovedì 24 novembre 2016
mercoledì 23 novembre 2016
«United Street Pianos», a Ca’ Pesaro di Venezia arriva «Cecilia»
La festa di Santa Cecilia, patrona della musica e di tutti i musicisti, ha portato a Venezia, negli spazi della Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro, il pianoforte «Cecilia», il primo street pianos in un museo italiano.
Ideato dalla cantante e pianista Sofia Taliani, «United Street Pianos» è un progetto che prevede la collocazione di pianoforti da strada in spazi pubblici e fruibili da tutti, a disposizione di chiunque voglia suonare.
L’iniziativa prende ispirazione da «Play Me, I’m Yours», opera dell’artista britannico Luke Jerrama, che ha portato dal 2008 oltre millecinquecento pianoforti in cinquanta città del mondo, da Londra a New York, e che al momento conta cinque esemplari ancora a disposizione del pubblico internazionale.
Sofia Taliani ha donato a Ca’ Pesaro un pianoforte da strada, che entra, dunque, a far parte della famiglia «United Street Pianos» diffusa nel nostro Paese: dalla stazione di Venezia, che ospita il pianoforte «Lucy», ad altri spazi pubblici italiani nelle città di Milano, Torino, Firenze, Roma e Napoli.
È la prima volta che un museo accoglie un pianoforte da strada, e Ca’ Pesaro ha voluto dedicare questo arrivo al progetto «Venezia. Città delle donne», che vede impegnata la Fondazione musei civici di Venezia nella promozione della storia e della cultura femminile a Venezia e non solo.
Lo street piano è collocato nell’androne al piano terra del museo, a disposizione dei presenti e di tutti i visitatori e fruitori della Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro.
Il Servizio attività educative del Muve è già al lavoro per proporre interessanti coinvolgimenti di «Cecilia» nelle attività che si susseguono durante l’anno per le scuole, le famiglie e il pubblico.
La Fondazione musei civici e Ca’ Pesaro invitano la città tutta, i cultori e gli amanti del pianoforte e della musica in generale, inclusi i principianti e chiunque voglia cimentarsi con «Cecilia», a proporre attività o anche solo animare il museo, diffondendo in questo modo la cultura della musica e della condivisione di spazi aperti e a disposizione della collettività.
Informazioni utili
unitedstreetpianos.weebly.com
Ideato dalla cantante e pianista Sofia Taliani, «United Street Pianos» è un progetto che prevede la collocazione di pianoforti da strada in spazi pubblici e fruibili da tutti, a disposizione di chiunque voglia suonare.
L’iniziativa prende ispirazione da «Play Me, I’m Yours», opera dell’artista britannico Luke Jerrama, che ha portato dal 2008 oltre millecinquecento pianoforti in cinquanta città del mondo, da Londra a New York, e che al momento conta cinque esemplari ancora a disposizione del pubblico internazionale.
Sofia Taliani ha donato a Ca’ Pesaro un pianoforte da strada, che entra, dunque, a far parte della famiglia «United Street Pianos» diffusa nel nostro Paese: dalla stazione di Venezia, che ospita il pianoforte «Lucy», ad altri spazi pubblici italiani nelle città di Milano, Torino, Firenze, Roma e Napoli.
È la prima volta che un museo accoglie un pianoforte da strada, e Ca’ Pesaro ha voluto dedicare questo arrivo al progetto «Venezia. Città delle donne», che vede impegnata la Fondazione musei civici di Venezia nella promozione della storia e della cultura femminile a Venezia e non solo.
Il Servizio attività educative del Muve è già al lavoro per proporre interessanti coinvolgimenti di «Cecilia» nelle attività che si susseguono durante l’anno per le scuole, le famiglie e il pubblico.
La Fondazione musei civici e Ca’ Pesaro invitano la città tutta, i cultori e gli amanti del pianoforte e della musica in generale, inclusi i principianti e chiunque voglia cimentarsi con «Cecilia», a proporre attività o anche solo animare il museo, diffondendo in questo modo la cultura della musica e della condivisione di spazi aperti e a disposizione della collettività.
Informazioni utili
unitedstreetpianos.weebly.com
martedì 22 novembre 2016
«Horse and Rider», a Milano un'opera attribuita a Leonardo
È un singolare omaggio a Leonardo da Vinci quello che propone, dal prossimo 25 novembre, il Palazzo delle Stelline di Milano, nella sede dell’Institut Francais, con la mostra «Horse and Rider», per la curatela di Ernesto Solari, nella quale viene esposta per la prima volta in Italia l’omonima opera scultorea che Carlo Pedretti ha attribuito nel 1985 al maestro toscano.
Destinata a far parlare di sé per l’incertezza dell’attribuzione, messa in discussione tra gli altri da Vittorio Sgarbi e Pietro Maraini, la rassegna lombarda presenterà, accanto a un ampio corredo di materiali documentari come stampe e illustrazioni, anche una seconda scultura del genio fiorentino, la «Testicciola di terra», che presenta elementi comuni alla prima: entrambi i lavori provengono da collezioni private, non sono mai stati esposti in Italia, e portano una particolare firma -una L maiuscola e una V rovesciata-: una sigla, questa, ideata dal genio vinciano, riscontrata su un foglio del Codice Ashburnam.
Quello dell’opera «Horse and Rider» è di fatto un ritorno a casa. Il lavoro verrà, infatti, esposto in uno dei perimetri cittadini più frequentati da Leonardo durante il suo soggiorno milanese: il maestro lavorava assiduamente al cantiere del Cenacolo e, nel tempo libero, attraversava la strada per raggiungere la Casa degli Atellani, confinante proprio con l’attuale Palazzo delle Stelline, dove si rilassava passeggiando tra i filari della vigna donatagli da Ludovico il Moro nel 1498. La stessa vigna gli fu, poi, confiscata dal re di Francia nel 1502 e, infine restituitagli, nel 1507, dal Governatore francese Charles D’Amboise, suo amico ed estimatore, al quale è dedicata l’opera scultorea «Horse and Rider».
La scultura, datata tra il 1508 e il 1511, è un piccolo bronzo realizzato dal modello in cera leonardesco, che raffigura l’importante uomo politico d’Oltralpe fiero e altero in sella al suo destriero. Stando alla ricostruzione storica, il ritratto di Leonardo passò dalle mani dell’allievo Francesco Melzi ai suoi eredi, da una collezione privata milanese a una romana, fino agli anni Ottanta del Novecento quando ne fu ricavato uno stampo in gesso dall'originale in cera e, più tardi, una fusione in bronzo acquistata dai collezionisti americani Jim Petty e Rod Maly, in arrivo a Milano per presentare questo controverso pezzo della loro collezione.
«L’opera -raccontano gli organizzatori dell’evento- è un autentico capolavoro, non solo perché portatore di grande espressività, forza realistica e naturalezza, dovute alle profonde conoscenze anatomiche, umane e naturalistiche del vinciano, ma anche perché è l’unico modello di monumento equestre di Leonardo giunto fino a noi».
L’altra opera in mostra, «Testicciola di terra», raffigura, invece, il giovane Salaì, allievo e compagno di Leonardo, nei panni di un giovanissimo Giudeo o volto di Cristo fanciullo; anch’essa, realizzata verso la fine del XV secolo (1497-99), sarebbe siglata di proprio pugno dal maestro.
L’esposizione presenta, dunque, due opere di grande fascino e bellezza, capaci –secondo gli organizzatori- di «far scoprire e conoscere un nuovo mistero legato, con molta probabilità, a tutta l’opera scultorea di Leonardo, che potrebbe condizionare i prossimi studi e le future attribuzioni».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Horse and Rider, fronte, 1508-11 (bronzo 19x25), collezione privata; [fig. 2] Horse and Rider, stampi per il modello in cera e la fusione; [fig. 3] Testicciola di terra, lato 1, 1500 (terracotta 18,5x24), collezione privata
Informazioni utili
«Horse and Rider». Institut Francais - Palazzo delle Stelline, corso Magenta, 63 – Milano. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00. Ingresso libero. Sito internet: www.davincihorseandrider.com. Dal 25 novembre al 23 dicembre 2016
Destinata a far parlare di sé per l’incertezza dell’attribuzione, messa in discussione tra gli altri da Vittorio Sgarbi e Pietro Maraini, la rassegna lombarda presenterà, accanto a un ampio corredo di materiali documentari come stampe e illustrazioni, anche una seconda scultura del genio fiorentino, la «Testicciola di terra», che presenta elementi comuni alla prima: entrambi i lavori provengono da collezioni private, non sono mai stati esposti in Italia, e portano una particolare firma -una L maiuscola e una V rovesciata-: una sigla, questa, ideata dal genio vinciano, riscontrata su un foglio del Codice Ashburnam.
Quello dell’opera «Horse and Rider» è di fatto un ritorno a casa. Il lavoro verrà, infatti, esposto in uno dei perimetri cittadini più frequentati da Leonardo durante il suo soggiorno milanese: il maestro lavorava assiduamente al cantiere del Cenacolo e, nel tempo libero, attraversava la strada per raggiungere la Casa degli Atellani, confinante proprio con l’attuale Palazzo delle Stelline, dove si rilassava passeggiando tra i filari della vigna donatagli da Ludovico il Moro nel 1498. La stessa vigna gli fu, poi, confiscata dal re di Francia nel 1502 e, infine restituitagli, nel 1507, dal Governatore francese Charles D’Amboise, suo amico ed estimatore, al quale è dedicata l’opera scultorea «Horse and Rider».
La scultura, datata tra il 1508 e il 1511, è un piccolo bronzo realizzato dal modello in cera leonardesco, che raffigura l’importante uomo politico d’Oltralpe fiero e altero in sella al suo destriero. Stando alla ricostruzione storica, il ritratto di Leonardo passò dalle mani dell’allievo Francesco Melzi ai suoi eredi, da una collezione privata milanese a una romana, fino agli anni Ottanta del Novecento quando ne fu ricavato uno stampo in gesso dall'originale in cera e, più tardi, una fusione in bronzo acquistata dai collezionisti americani Jim Petty e Rod Maly, in arrivo a Milano per presentare questo controverso pezzo della loro collezione.
«L’opera -raccontano gli organizzatori dell’evento- è un autentico capolavoro, non solo perché portatore di grande espressività, forza realistica e naturalezza, dovute alle profonde conoscenze anatomiche, umane e naturalistiche del vinciano, ma anche perché è l’unico modello di monumento equestre di Leonardo giunto fino a noi».
L’altra opera in mostra, «Testicciola di terra», raffigura, invece, il giovane Salaì, allievo e compagno di Leonardo, nei panni di un giovanissimo Giudeo o volto di Cristo fanciullo; anch’essa, realizzata verso la fine del XV secolo (1497-99), sarebbe siglata di proprio pugno dal maestro.
L’esposizione presenta, dunque, due opere di grande fascino e bellezza, capaci –secondo gli organizzatori- di «far scoprire e conoscere un nuovo mistero legato, con molta probabilità, a tutta l’opera scultorea di Leonardo, che potrebbe condizionare i prossimi studi e le future attribuzioni».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Horse and Rider, fronte, 1508-11 (bronzo 19x25), collezione privata; [fig. 2] Horse and Rider, stampi per il modello in cera e la fusione; [fig. 3] Testicciola di terra, lato 1, 1500 (terracotta 18,5x24), collezione privata
«Horse and Rider». Institut Francais - Palazzo delle Stelline, corso Magenta, 63 – Milano. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00. Ingresso libero. Sito internet: www.davincihorseandrider.com. Dal 25 novembre al 23 dicembre 2016
Iscriviti a:
Post (Atom)