ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 13 novembre 2020

La cultura non si ferma: mostre virtuali e iniziative digitali per il secondo lockdown dei musei

Tornano a sventolare le bandiere d’artista sul pennone davanti al Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci» di Prato. Nato durante il lockdown della scorsa primavera quale simbolo di resistenza e resilienza, il progetto «Extra Flags» diventa oggi il segno concreto di un’attività culturale che l’emergenza sanitaria per il Covid-19 non ferma.

Dalle «#KeyWords» sul presente ai live streaming sul futuro della cultura: tutto il programma di «PecciON»
Chiuse le mostre e i musei per effetto dell’ultimo Dpcm della Presidenza del Consiglio, il Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci» sposta, infatti, ancora una volta la sua attività on-line e lascia on-site il segno tangibile della sua voglia di non lasciarsi abbattere dal virus: «un messaggio reale per rispondere all’emergenza e riflettere sul momento straordinario e complesso che stiamo vivendo».
A inaugurare il nuovo capitolo di «Extra Flags», che ogni lunedì vedrà issare sul pennone una nuova bandiera, è stata martedì 10 novembre la street artist, illustratrice e artista MP5, il cui lavoro è soprattutto legato alla scena queer e femminista.
«Third Eye – Terzo occhio»
è la sua opera per il Pecci di Prato. Al centro della bandiera c'è una figura femminile rappresentata mentre si copre gli occhi con una mano.
«L’immagine che ho pensato – dichiara l'artista – è una celebrazione delle arti visive e un invito a guardare oltre ciò che è visibile. Quello che sembra un gesto di resa o di paura di fronte a un’attualità difficile è in realtà una spinta a guardare oltre, a comprendere più a fondo l’essenza non sempre immediata di ciò che i nostri sensi percepiscono».
Dopo MP5 sarà la volta di Thomas Hirschhorn (Berna - Svizzera, 1975).La sua bandiera, intitolata «We art still alive», è un invito a resistere, ad avere fede, a portare avanti il proprio lavoro in tutte le circostanze. «Il proposito di «We art still alive» -racconta l'artista- è di non mollare mai, di non sentirsi mai indeboliti, mai piegati – pur affrontando le più dure opposizioni». La bandiera vuole dirci - spiega ancora Thomas Hirschhor - «noi, le persone che amano l'arte, siamo vivi, stiamo in piedi, stiamo lavorando, stiamo combattendo, continuiamo a credere - puoi contare su di noi!»  
Dal 10 novembre è, inoltre, partito il programma di «PecciON», che presenta sul sito e sui social del museo appuntamenti «Online», con contenuti sulle collezioni e sulle varie attività artistiche, e conversazioni in live streaming «ONair». Quest’ultima parte del programma si articola in due momenti: «#Museum2b», da martedì 17 novembre, e «#KeyWords. Parole che aprono il presente», da martedì 24 novembre.
Il primo ciclo di incontri metterà in dialogo figure di spicco del panorama internazionale – direttori di musei, curatori, operatori e professionisti in ambito museale – per interrogarsi sul ruolo delle istituzioni culturali in un momento di forte cambiamento come quello che stiamo vivendo. L’altro cartellone, nato in collaborazione con LabCom – Ricerca e azione per il benessere psicosociale – spin-off accademico dell’Università degli studi di Firenze, proporrà, invece, un dialogo tra arte e psicologia, un tema quanto mai attuale in questo frangente storico caratterizzato dal senso di impotenza e dallo sguardo incerto nei confronti del futuro, sul quale si rifletterà partendo da parole come trauma, limite, fiducia.
Ogni giovedì sarà, invece, il turno delle presentazioni di libri con «#PecciBooks» o delle conversazioni con gli artisti per approfondire le mostre in corso di «#PecciArtistTalk». Non mancherà l'atteso appuntamento «Pecci Cinema», che porterà tutti i giorni (alle 11.00, alle 16.00 alle 18.15 e alle 21.15) in streaming sul sito del museo un’ampia selezione di film in prima visione. Ogni mercoledì torneranno, infine, gli appuntamenti di «#PecciSchool», dal titolo «L’arte di un mondo che cambia (1989-2001)»: un ciclo di incontri sull’arte contemporanea dalla caduta del Muro di Berlino al nuovo millennio, aperti gratuitamente agli studenti e a pagamento di un biglietto minimo per il pubblico generico.

«L’arte è vita», lezioni on-line dalla Peggy Guggenheim di Venezia
In questi giorni di chiusura dei musei e delle mostre, anche la Peggy Guggenheim Collection di Venezia porta avanti la sua missione educativa e mantiene vivo il dialogo con i visitatori attraverso il progetto «L’arte è vita» (informazioni al numero 041.2405429 - il lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 10.00 alle 18.00 – o all’indirizzo membership@guggenheim-venice.it).
Dopo il successo della serie «Incontri», che ha animato l’aprile di molte persone, da lunedì 23 novembre prende il via su Zoom un nuovo ciclo di lezioni di storia dell’arte con Alessandra Montalbetti, assistente culturale alla Pinacoteca di Brera a Milano.
«Mai come oggi, -raccontano dalla Peggy Guggenheim- vale l’affermazione che c’è bisogno di arte nella vita di ciascuno e talvolta sfugge, nella nostra quotidianità, la sua portata profondamente ispiratrice, quale fonte inesauribile di suggerimenti per molti mondi che non sempre sono così facilmente riconducibili all’arte».
Da questa riflessione prende spunto la nuova rassegna, riservata ai soli soci, che sarà divisa in due moduli. Dopo un incontro introduttivo su «Arte e Alchimia» (23 novembre, alle 19) le prime lezioni indagheranno il rapporto di pittura, scultura e fotografia con discipline come la pubblicità (30 novembre, ore 19) e la musica (14 dicembre, ore 19), ma anche con il mondo del cibo (21 dicembre, ore 19). Il progetto proseguirà, quindi, tra febbraio e marzo con altri quattro incontri dedicati al rapporto tra il mondo dell’arte e la letteratura, la moda, la filosofia e il cinema.
I proventi del corso, sotto forma di una liberalità di 50 euro a ciclo deducibile fiscalmente, andranno a sostegno del museo, in questo momento tanto difficile per il settore della cultura e per i suoi lavoratori. La Collezione Peggy Guggenheim si presenta anche in formato reloaded sui social con contenuti nuovi e ogni giorno diversi così da portare l’arte e la bellezza a tutti e trascorrere insieme questo nuovo periodo di lontananza. Art Talk dedicati ai capolavori e agli artisti della collezione, brevi tutorial che portano ogni domenica i Kids Day direttamente nelle case degli utenti, curiosità sulle opere del museo e aneddoti sugli artisti più amati sono le proposte dello staff di Palazzo Venier dei Leoni per questo secondo lockdown della cultura. 
Il museo veneziano porta nel mondo digitale anche la terza tappa del progetto «SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente», un ciclo di quattro laboratori riservati agli under 25. Nel corso di sei giornate tra il 20 e il 29 novembre la generazione Z potrà partecipare al workshop gratuito «Oltre il muro: arte e contesto», con Alice Pasquini, in arte Alicè, street artist, illustratrice e scenografa romana. 
«Partendo da una riflessione sulla trasformazione e il recupero urbano attraverso lo studio di diverse tecniche e la progettazione di una o più opere di arte pubblica, l'iniziativa -raccontano dalla Collezione Peggy Guggenheim- intende esaminare cosa significa 'fare' street art, sotto quali forme la street art si manifesta e quale sia stata l’evoluzione di questo linguaggio artistico dagli anni '50 a oggi. I partecipanti, divisi in gruppi di lavoro, familiarizzeranno così con le relative tecniche di pittura, come gli stencil e l’uso di bombolette spray, e nel corso dei vari momenti di incontro, sempre virtuale, prenderanno confidenza con le tecniche e gli strumenti di lavoro. Da questi incontri, e dal dialogo attivo con l’artista, svilupperanno diversi percorsi per progettare un’opera, sia essa immaginaria o digitale, che dovrà non solo essere un’espressione artistica, ma anche parlare alla cittadinanza, raccontare una storia e avere una funzione pubblica creativa». 
Sarà da remoto anche il quarto appuntamento di «SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente», in programma dal 22 al 24 gennaio. Protagonista del workshop sarà l’artista svedese Cecilia Jansson che affronterà attraverso il disegno il tema del corpo umano inteso come strumento di misura e limite.  

Dagli Uffizi di Firenze alla Pinacoteca di Brera: i grandi musei sono aperti in digitale

Come era già accaduto con il lockdown della scorsa primavera, la piazza virtuale di Internet sta diventando per molte realtà museali italiane lo spazio dove condividere conoscenze e offrire un momento di svago colto ai tanti amanti dell'arte. In molti stanno mettendo a punto programmi ricchi di approfondimenti da seguire collegandosi con un semplice click sui vari profili social o sul sito istituzionale. Rimanendo a Venezia, Le stanze del vetro propongono, per esempio, un tour virtuale in 3 D alla mostra «Venezia e lo studio glass americano», curata da Tina Oldknow e William Warmus, nella quale è esposta, tra l'altro, la monumentale installazione di Dale Chihuly, «Laguna Murano Chandelier», realizzata nel 1996 con i maestri veneziani Lino Tagliapietra e Pino Signoretto
Sempre a Venezia sfrutta le potenzialità della Rete il museo di Punta della Dogana. La mostra collettiva «Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi» si sposta, infatti, on-line grazie a video dedicati a ciascuna sala, podcast e interviste con gli artisti, riunite nel progetto «Ten minutes with», sempre disponibili sui canali social e sul sito istituzionale. 
Gli Uffizi di Firenze sono, invece, partiti subito, nella giornata del 6 novembre, con le loro dirette On Air: ogni martedì e venerdì, alle ore 13, il direttore Eike Schmidt, i curatori e gli specialisti del museo fiorentino porteranno il pubblico di Facebook alla scoperta dei loro tesori, raccontandone aneddoti, dettagli e segreti. Il pubblico verrà coinvolto attivamente, tramite uno spazio dove poter interagire  con domande e commenti.
Sono, poi, in programma altre attività come la fruizione on-line delle ultime mostre inaugurate: «Imperatrici, Matrone, Liberte. Volti e segreti delle donne romane», «L'esperimento di Joseph Wright of Derby» e la rassegna sul ritorno a Firenze del «Leone X» di Raffaello.
Torna in rete anche il Museo egizio di Torino, protagonista indiscusso del lockdown di questa primavera con le passeggiate organizzate dal direttore Christian Greco. Questa volta l’istituzione sabauda offre, il ciclo di incontri «Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri», le «Istantanee dalla collezione», il virtual tour della mostra «Archeologia invisibile» ed eventi per i più piccoli come le belle «Storie egizie della sera», in programma dal venerdì alla domenica, alle ore 20.30, su Zoom.
Sempre a Torino, la Fondazione Merz parte il 19 novembre con un ciclo di visite guidate virtuali alle sue collezioni e due rassegne di incontri da vedere sui canali social Instagram, Facebook e Youtube. #ScusiNonCapisco proporrà dialoghi a due voci aperti al pubblico, tesi ad approfondire i linguaggi e il pensiero che stanno dietro alle opere di arte contemporanea; tra gli ospiti ci saranno il sociologo e scrittore Nicola Palmisano e il giornalista televisivo Filippo Landi.
#RaccontoCaptivus è, invece, un ciclo di appuntamenti su brevi storie inedite incentrate sul tema della chiusura, della paralisi, della prigionia, che narrano -si legge nella nota stampa- «i silenzi, la solitudine, le paure e le speranze dei luoghi e delle anime in tempi di pandemia».
Non meno interessante è la proposta della Fondazione Torino Musei, che ha pensato ad attività digitali per le scuole, le famiglie e il pubblico adulto. La programmazione comprende numerose conferenze, incontri, attività didattiche, contenuti multimediali agevolmente fruibili sui canali social dei singoli musei (Mao, Palazzo Madama e Gam) o su piattaforme di condivisione gratuite. Si spazia dal progetto «In Onda», per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, ai «Dietro le quinte», che portano virtualmente il pubblico nel backstage, alla scoperta dei disallestimenti e allestimenti delle mostre, dello smontaggio e della movimentazione delle opere, degli archivi, dei lavori di restauro conservativo. 
Fondazione Torino Musei partecipa anche al programma «Autunno della fotografia. Torino 2020», realizzato in collaborazione con Camera, i Musei reali, il Museo Ettore Fico e La Venaria Reale. Tra i prossimi appuntamenti ci sono «Fotografare la società contemporanea», con Guido Harari e Massimo Vitali (martedì 24 novembre, ore 18), e «Raccontare la guerra fra giornalismo e arte», con Paolo Pellegrin, Edoardo Accattino e Paolo Ventura (martedì 9 dicembre, ore 18). 
Anche i principali musei di Roma - dal Macro al Maxxi, dal Chiostro del Bramante al Parco archeologico del Colosseo (Foro Romano, Palatino, Colosseo e Domus Aurea) - hanno spostato la propria attività sui social, offrendo al pubblico dirette, approfondimenti, talk, visite guidate, passeggiate virtuali, laboratori didattici. 
Video sulle mostre, pillole sul patrimonio e sugli archivi del Novecento, interviste, playlist musicali, gallery fotografiche e tanti progetti per i bambini e le scuole caratterizzano anche l’offerta digitale del Mart di Rovereto, fruibile su Facebook, YouTube e IGTV. Caravaggio, Burri e Pasolini, Giovanni Boldini, Nicola Samorì e Luciano Ventrone sono gli artisti al centro dei vari appuntamenti on-line, che saranno animati dal presidente Vittorio Sgarbi e dai curatori del museo. Tra i primi appuntamenti si segnalano gli incontri con la giornalista Simona Zecchi («L’inchiesta spezzata. Perché hanno ucciso Pier Paolo Pasolini» | venerdì 27 novembre, ore 17.30) e con il regista Paolo Benvenuti («La rivoluzione di Caravaggio» | giovedì 10 dicembre, ore 18.30), oltre al webinar sulla piattaforma Zoom «GestaltArt: tra arte, terapia e neuroscienze» (domenica 29 novembre).
A Milano Palazzo Reale ha scelto di non abbandonare il suo pubblico offrendo il commento a distanza, sui profili Facebook e Instagram, delle opere esposte nelle mostre «Prima, donna. Margaret Bourke-White» e «Divine e avanguardie. Le donne nell'arte russa». 
 Rimanendo nel capoluogo lombardo merita una segnalazione anche il progetto «Triennale Upside Down», con video, podcast, visite guidate, attività didattiche, incontri e performance on-line e masterclass. Le due grandi mostre aperte recentemente, dedicate a Enzo Mari e a Claudia Andujar, il Museo del design italiano, il Fog-Festival della performing art e tutto ciò che rende straordinariamente ricco il programma della Triennale di Milano continua così in questi giorni a essere accessibile sui canali e le piattaforme digital
Anche la Pinacoteca di Brera è On-air con varie iniziative: dalle video-pillole della rassegna «Appunti di una resistenza culturale», molto apprezzata la scorsa primavera, alle letture del programma «C’era una volta la Biblioteca», senza dimenticare i concerti. Novità di questo secondo lockdown della cultura sarà BreraPlus+, contenuto on-line che il museo propone a tutti gli utenti che si abbonano (per ora gratis), con due appuntamenti su Raffaello Sanzio nel cinquecentenario della sua morte. 
Altra iniziativa che parte da Milano per raggiungere tutti gli utenti del Web è quello promossa dalle Gallerie d’Italia con la visita, più acustica che visiva, alla mostra di Giambattista Tiepolo; ad accompagnare il pubblico tra le opere, in giro per l’Europa, sarà una guida d’eccezione: un attore che vestirà i panni del figlio dell’artista, Giandomenico. 

Appuntamenti giornalieri dalla Biennale di Venezia 
Anche la Biennale di Venezia è sbarcata sul Web in occasione di questo secondo lockdown dei luoghi della cultura. Giovedì 12 novembre ha preso il via «Sneak Peek», un progetto digitale di avvicinamento alla diciassettesima Mostra internazionale di architettura (22 maggio – 21 novembre 2021), intitolata «How will we live together?», che vedrà la curatela di Hashim Sarkis. Si tratta di un’occasione unica per dare una «sbirciatina» alla rassegna, secondo una programmazione giornaliera sul sito internet della Biennale di Venezia e le sue piattaforme digitali (Twitter, Facebook, Instagram, YouTube), che alternerà i contributi degli architetti invitati a quelli dei Paesi partecipanti.
Sarkis condividerà pensieri e riflessioni sulle cinque scale della mostra anche in un programma di podcast. Gli episodi saranno disponibili in lingua inglese e avranno come filo conduttore uno sguardo particolare alla città di Venezia, alla sua storia e al modo in cui si relaziona a queste scale di convivenza. «Between Mose and Tiepolo» è il titolo del primo appuntamento disponibile lunedì 16 novembre su Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts.
Il viaggio virtuale verso la mostra vivrà anche sul nuovo profilo Spotify della Biennale, dove verrà presentata una playlist con i brani scelti dai partecipanti: una musica, una canzone o un componimento che ha ispirato il loro lavoro e che ne rappresenta l’identità e l’attività professionale. 
Una tappa obbligata rimane, poi, per gli amanti dell’arte un collettore di esperienze virtuali come Google Arts and Culture
L’offerta da remoto è, dunque, più ricca che mai. Nonostante la chiusura dei musei e delle mostre imposta dall’ultimo Dpcm, l’arte non si ferma, anzi reagisce all’emergenza Coronavirus e propone un ricco palinsesto di visite guidate virtuali, talk, approfondimenti sulle collezioni permanenti, laboratori per bambini e molto altro ancora. Resta da capire quanto il moltiplicarsi di queste iniziative, quasi sempre proposte a titolo gratuito, avrà una risposta in termini di fruizione alla riapertura dei musei. È lì che si gioca per molti il futuro.

(aggiornato il 18 novembre 2020, alle ore 17.00)

Didascalie delle immagini
[Fig. 3] MP5, Third Air, 2020. Courtesy: Centro Pecci, Prato; [fig. 6] Laguna Murano Chandelier, di Dale Chihuly, ph. Enrico Fiorese; [fig. 7] Ritratto di Alice Pasquini; [fig. 8]  «Venezia e lo studio glass americano». Installation view, ph. Enrico Fiorese; [fig. 11] Christian Greco, direttore del museo egizio di Torino 

giovedì 12 novembre 2020

«Gentilivicini», a Torino una mostra per i soli abitanti di un condominio-museo

A Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, sede del più grande mercato all’aperto d’Europa, c'è un condominio-museo, che in passato ha ospitato anche contributi di grandi maestri come Giorgio Griffa o Michelangelo Pistoletto. È viadellafucina16 (vecchio nome dell'attuale via San Giovanni Battista La Salle).
A creare questo originale spazio espositivo è stata, nel 2016, l’associazione Kaninchen-Haus, che ha dato così vita a un’idea dell’artista Brice Coniglio (parte del duo ConiglioViola).
Cuore del progetto è un innovativo programma di residenza, quest’anno realizzato con il sostegno del Mibact e della Siae nell’ambito dell’iniziativa «Per chi crea», che invita i vincitori di una open call internazionale a realizzare interventi site-specific per gli spazi comuni del palazzo al fine di attivare il dialogo tra le diverse comunità che lo abitano e favorire anche la riqualificazione della maestosa architettura ottocentesca, oggi in stato di trentennale degrado e abbandono.
I progetti vincitori dell’ultima edizione sono stati selezionati dagli stessi abitanti del condominio, circa duecento persone di differenti nazionalità, con la mediazione di un comitato scientifico composto da a.titolo, la collezionista Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, il gallerista Guido Costa, gli artisti Emilio Fantin e Beatrice Merz, il professor Pier Luigi Sacco, Anna Pironti del Castello di Rivoli, Catterina Seia della Fondazione FitzCarraldo e Alessandra Pioselli, direttore dell'Accademia di belle arti «G. Carrara» di Bergamo.
È nata così la mostra «Gentilivicini», a cura (o forse sarebbe meglio dire a cova) della pennuta Donna Piera Valentina Gallov, una gallina con un curriculum di tutto rispetto, che -racconta, con ironia, la nota stampa- ha studiato a L’aia, ha un master in chickens development, una lunga militanza per i diritti dei diversamente volatili e un profilo Instagram da vera star (@divapiera).
Nel rispetto delle regole imposte dal nuovo Dpcm per contrastare la pandemia da Coronavirus, la mostra, che avrebbe dovuto aprire le porte il 7 novembre, è chiusa ai torinesi, ma è aperta ai duecento abitanti del condominio che la ospita.
Brice Coniglio, artista e ideatore del progetto viadellafucina16, motiva la scelta di aprire comunque la mostra, anche se ai soli condomini, con queste parole: «pensare una mostra chiusa al pubblico esterno, ma fruibile soltanto da chi abita gli stessi spazi espositivi, è un gesto simbolico che vuole testimoniare quanto l’arte possa creare vicinanza, identità e offrire rifugio nei momenti di maggiore incertezza –. «gentilivicini» è un progetto espositivo innovativo, non a caso il primo a cura di una gallina, che si inserisce in un format artistico come quello del condominio – museo, a sua volta unico e innovativo a livello internazionale».
Protagonisti dell’esposizione sono gli artisti Raffaele Cirianni (Torino, 1994), Daniele Costa (Castefranco Veneto, 1992), Genuardi/Ruta (Antonella Genuardi, Sciacca, 1986 e Leonardo Ruta, Ragusa, 1990), Simona Anna Gentile (Taranto, 1993), Diego Miguel Mirabella (Enna, 1988) e Matteo Vettorello (Venezia, 1986). Le loro opere, realizzate durante i mesi di lockdown, o in quelli successivi, caratterizzati comunque dalle restrizioni portate dalla pandemia, mettono in discussione i tradizionali canoni della «produzione artistica» per essere al servizio di una committenza collettiva ed eterogenea, nel nome di sentimenti come gentilezza e vicinanza, capaci di mettere in dialogo percorsi e poetiche diverse.
Un arazzo ricamato con le storie degli abitanti del palazzo, un tappeto dove ci si può sedere per ascoltare storie, pregare o mangiare, una finestra immaginaria sul passato, un percorso visivo nella vita quotidiana del quartiere, un dispositivo per misurare l’energia positiva e un bassorilievo composto dai fregi dei palazzi torinesi sono le opere visibili lungo il percorso espositivo, che coniuga le istanze di rigenerazione sociale con una proposta artistica di alta qualità, dimostrando come l'arte possa essere anche uno strumento efficace per avvicinare le persone.
«Gentilivicini» è anche l’occasione per presentare i primi esiti del lavoro del collettivo SezioneAurora – «comunità di pratica» composta da giovani artisti torinesi, nata grazie al sostegno del Premio Creative Living Lab– che si interroga su come la pratica artistica possa attivare la comunità del quartiere. Agli artisti del collettivo è stato chiesto di progettare nuove forme di utopia locale, di immaginare come trasformare l’habitat di appartenenza a partire dal modello del condominio-museo, esempio felice di trasformazione di un luogo trascurato in contesto di socialità aperta. Perché l’arte unisce le diversità di opinioni e di culture.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Uno spaccato di viadellafucina16 a Torino; [fig. 2] Piera Valentina Gallov e Brice Coniglio, 2020, courtesy Viadellafucina; [fig. 3] Ogni aurora sulla terra di Raffaele Cirianni (Torino, 1994); [fig. 4] Ball Lightining di Antonella Genuardi (Sciacca, 1986) e Leonardo Ruta (Ragusa, 1990); [fig. 5] Dove crollano i condomini di Daniele Costa (Castefranco Veneto, 1992)

Informazioni utili
Viadellafucina16 Condominio - Museo, via S. Giovanni Battista La Salle, 16 – Torino. Sito internet: www.condominiomuseo.it 
 


mercoledì 11 novembre 2020

«Moncalieri Jazz Festival», la musica «vive» e va in diretta streaming

Il Moncalieri Jazz Festival non si arrende alla pandemia da Coronavirus che sta mettendo in ginocchio il mondo dello spettacolo dal vivo. Il Dpcm con le misure anti-Covid firmato lo scorso 24 ottobre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte prevede «la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi, anche all'aperto». 
Ugo Viola, direttore della rassegna musicale piemontese, si è, quindi, visto costretto a rivedere il programma di questa edizione, la numero ventitré, e, con spirito di innovazione e caparbietà (anche grazie al sostegno del Comune di Moncalieri, della Regione Piemonte e della Fondazione Crt), ha spostato parte dei concerti sulla Rete, sul sito www.moncalierijazz.com, proponendoli in live streaming e in forma gratuita.
A Moncalieri, dunque, la musica non si ferma, ma cambia volto, si rinnova anche «per alleviare -spiegano gli organizzatori- le giornate di questo periodo difficile», che vede il Piemonte in zona rossa. 
Da questa considerazione è nato il motto dell’edizione 2020, che valorizzerà soprattutto gli artisti italiani e giovani: «Moncalieri Jazz Vive!»
La scritta campeggia sulla nuova grafica, progettata e realizzata dall’illustratrice Giorgia Molinari. «L’immagine -racconta Ugo Viola- non solo rende omaggio all’arte visiva degli anni Cinquanta e Sessanta, caratterizzata dal ritorno dei colori originali e da linee geometriche con una punta di surrealismo e inaspettato, ma rappresenta anche il nostro motto. Il messaggio che l’illustrazione vuole far arrivare è un inno alla forza e all’energia della musica, che nonostante i tempi difficili sopravvive, o meglio vive, e non si lascia ‘inscatolare’».
Ad aprire il cartellone sarà, nella serata dell’11 novembre, alle ore 20.30, lo spettacolo «Anime Jazz», un progetto che unisce la musica alla sfera religiosa con letture ispirate all’opera della santa mistica Ildegarda di Bingen
Scenario dell’evento, proposto in diretta streaming, sarà la Collegiata Santa Maria della Scala di Moncalieri
Il sax baritono di Dario Cecchini suonerà le prime note del concerto direttamente dal campanile, quasi a richiamare l’attenzione della città per creare una sorta di legame spirituale tra chi suona e chi ascolta; lo strumento proseguirà, quindi, il suo percorso sonoro all’interno della chiesa con il concerto «Sax baritono e reverbero». 
Sarà, poi, la volta di Luca Allievi, che si esibirà con la sua chitarra classica e jazz
Mentre a fondere e mescolare insieme le due sfere protagoniste di questa raffinata serata, ovvero musica e religione, sarà la performance dell’attrice Silvia Furlan, accompagnata dalla voce di Albert Hera. Ispirandosi ai testi, ai dipinti e alla vita di Ildegarda di Bigen, detta «La Sibilla del Reno», i due artisti intrecceranno musica, ritmo e sonorità della voce, con le stesse parole della santa, permettendo al pubblico di riscoprire questa figura modernissima di intellettuale e artista, oltre che religiosa. 
A conclusione della serata, Gavino Murgia e Fabio Giachino, ai sassofoni il primo e all’organo il secondo, interpreteranno «A Love Supreme», un tributo all’omonima opera musicale di John Coltrane, ideata nel 1964, nel momento più alto della sua intensa spiritualità musicale.
Le successive quattro serate si svolgeranno negli studi della Egaudiovisivi snc. 
Si inizierà giovedì 12 novembre, sempre alle ore 20.30, con un appuntamento dedicato ai «Giovani talenti». Il concerto sarà diviso in due parti: prima saliranno sul palco Jacopo Taddei al saxofono e Luigi Nicolardi al pianoforte in un’interazione fra tradizione classica e jazzistica; poi toccherà alla cantante Emilia Zamune presentare il progetto «Duet», accompagnata da Massimo Moriconi al contrabbasso.
Venerdì 13 dicembre
, sempre alle ore 20.30, si terrà, invece, «The Bird», un tributo, nel centenario della nascita, al gigante del Bepop Charlie Parker, da molti definito il «Picasso del jazz». Sul palco salirà un quartetto tutto piemontese di valore internazionale, composto dal sassofonista moncalierese Claudio Chiara, Luigi Tessarollo alla chitarra, Aldo Mella al contrabbasso ed Enzo Zirilli alla batteria.
Sabato 14 dicembre si festeggerà un altro centenario, quello di Renato Carosone, il maestro della canzone napoletana o meglio dello swing partenopeo, noto per brani come «Tu vuò fa l’Americano», «Caravan Petrol», «O sarracino» e «Pigliete ‘na pastiglia». Ad interpretare questo tributo sarà il jazzista napoletano Daniele Sepe, con Tommaso de Paola al pianoforte e tastiere, Paolo Forlini alla batteria, Davide Costagliola al basso, Antonello Iannotta alle percussioni, Mario Insenga alla voce e Salvatore Lampitelli «Sabba» alla voce.
Il festival  terminerà domenica 15 novembre con «Amarcord…ricordando cento anni di Federico Fellini», una suite musicale scritta dal maestro Andrea Ravizza, in veste di arrangiatore e direttore, che vedrà esibirsi un'ensemble creato ad hoc con Fulvio Chiara alla tromba, Albert Hera alla voce e al sax soprano, Fabio Giachino al pianoforte, Federico Marchesano al contrabbasso, Alessandro Minetto alla batteria e il Quartetto d’Archi di Torino, composto da Edoardo de Angelis al violino, Umberto Fantini al violino, Andrea Repetto alla viola e Manuel Zigante al violoncello. 
Il concerto permetterà di ascoltare colonne sonore di film come «La dolce vita», «8 ½», «La strada», «Amarcord», «Ginger e Fred» e molti altri.
Per l’occasione, saranno in scena al Moncalieri Jazz Festival anche il direttore Ugo Viola, con la sua fisarmonica, e l’illustratrice Giorgia Molinari, che durante il concerto darà vita a illustrazioni grafiche ispirate al programma di sala. 
Parteciperà all’appuntamento anche Francesca Fabbri Fellini, unica erede del maestro, che ci racconterà aneddoti legati al set e all’importanza che la musica, quella di Nino Rota, ha avuto all’interno del cinema felliniano. 
Questa inedita edizione del festival piemontese si chiuderà, dunque, con un appuntamento all’insegna del sogno, del fumetto, del circo e della fantasia: varie facce di un prisma caleidoscopico, quello dell'arte, che in questi giorni non possiamo godere dal vivo, ma possiamo comunque sperimentare grazie all'uso della tecnologia. 

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina del «Moncalieri Jazz Festival»; [fig. 2] Ritratto di Francesca Fabbri Fellini; [fig. 3] Ritratto di Daniele Sepe;  [fig. 4] Ritratto di Enzo Zirilli. Foto di Roberto Cifarelli 

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