ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 24 maggio 2021

Dai cameo cinquecenteschi ai selfie contemporanei: in un libro di 24 Ore Cultura «L’autoritratto» nel corso dei secoli

Per secoli gli artisti hanno escogitato modi per includere sé stessi all’interno delle loro opere, disseminando tracce della propria presenza in dipinti, disegni, sculture e - in epoca più recente - film, fotografie e installazioni. Dagli antichi cameo ai selfie contemporanei sono numerosi i sistemi con cui, dal XV secolo ai giorni nostri, gli artisti hanno trattato il tema dell’autorappresentazione. A raccontarli è da qualche settimana, dall’uscita in libreria e on-line dello scorso 11 marzo, un libro a della scrittrice e curatrice Natalie Rudd, edito da 24 Ore Cultura nella collana Art Essentials, che raccoglie testi che offrono un’introduzione di prim’ordine alle idee, ai personaggi e alle opere della storia dell’arte che più hanno influenzato il nostro modo di vedere il mondo. Accanto a volumi come «50 momenti che cambiarono l’arte» di Lee Cheshire e «Le donne dell’arte» di Flavia Frigeri, il libro «L’autoritratto» di Natalie Rudd, Senior Curator dell’Arts Council Collection, prestigiosa collezione di arte moderna e contemporanea, racconta come nel corso del tempo, dal Rinascimento tra Italia e mondo fiammingo per arrivare ai nostri tempi, l’autorappresentazione continui a essere largamente praticato dagli artisti nelle sue diverse forme e amato dal pubblico per la sua capacità di illuminare un’ampia gamma di questioni universali: identità, umana fragilità, scopo dell’esistenza, mortalità.
Attraverso l’analisi di alcuni tra i più grandi capolavori della storia dell’arte, l’autrice esplora in ogni capitolo del libro l’opera di un artista diverso, proponendo una visione specifica di sessanta stili e approcci, prendendo in considerazione le varie tecniche utilizzate e i diversi modi per esprimere sé stessi.
Il viaggio si snoda partendo dal cameo di Jan van Eyck nel «Ritratto dei coniugi Arnolfini», passando per i dipinti tormentati di Francisco Goya, Vincent van Gogh, Eduard Munch e Frida Kahlo fino ad arrivare a tecniche tipiche della contemporaneità come la fotografia di Cindy Sherman, la performance di Marina Ambramović e l’installazione di Tracey Emin.
Le ragioni per cui gli artisti nel corso dei secoli hanno scelto di rappresentare sé stessi nelle loro opere sono molteplici: alcuni hanno usato sguardi rivolti all’osservatore ed espressioni criptiche per esprimere condizioni interiori, crisi profonde o rivelazioni sconvolgenti. Tanti si sono ritratti con pennello e tavolozza in mano per promuovere il loro lavoro. Altri ancora hanno, invece, esplorato il potenziale camaleontico del genere e trovato infinite possibilità di gioco, di nascondimento, di mascheramento e trasformazione.
Grande spazio viene dato nel volume alle artiste donne, che dell’autoritratto spesso hanno fatto un simbolo di espressione della condizione femminile e una rivendicazione delle proprie capacità. Nate in un contesto prettamente patriarcale, dove l’azione artistica era ad uso esclusivo dell’uomo, Artemisia Gentileschi e Sofonisba Anguissola attraverso l’autoritratto trovano la libertà di esplorare i temi dell’identità e del genere: la prima esprimendo con la pittura il suo ruolo di donna vincente, la seconda sfruttando la propria intelligenza per compiere sottili trasgressioni. Mentre Dorothea Tanning giocando con i simbolismi e gli scenari onirici della sua opera si impone a tutti gli effetti nel panorama del surrealismo, mettendosi sullo stesso piano dei suoi colleghi uomini. Infine, Zanele Muholi, giovane artista sudafricana - il cui autoritratto è anche la copertina del libro - usa la fotografia per parlare di attivismo politico e sostegno alle minoranze: grazie alle tecniche di postproduzione intensifica il nero della propria pelle, celebrandone la bellezza in risposta ai media generalisti che cercano invece di schiarire i corpi neri.
In un’epoca che si interroga più che mai sulle nozioni di identità personale, il libro approfondisce la questione centrale del perché gli artisti ritornino più e più volte all’autoritratto, illustrando come questo genere riesca a rivelare i volti mutevoli dell’individualità e dell’egoismo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cover «L’autoritratto» di Natalie Rudd; [fig. 2][fig. 2] Sofonisba Anguissola, Autoritratto al cavalletto, fine anni Cinquanta del XVI secolo. Olio su tela, 66 x 57 cm. Museum-Zamek, Lancut, Polonia; [fig. 3] Dorothea Tanning, Compleanno, 1942- Olio su tela, 102 x 65 cm, Philadelphia Museum of Art, Philadelphia. Acquisizione in occasione del 125° anniversario con il contributo di C. K. Williams, II, 1999 (1999-50-1). Dorothea Tanning © ADAGP, Paris and DACS, London 2021

Informazioni utili
Titolo: L’autoritratto. Editore: 24 ORE Cultura. A cura di: Natalie Rudd. Formato: brossura 14 x 21,5 cm. Pagine: 176 pp. corredate da 100 illustrazioni. Prezzo: € 14,90. Codice ISBN: 978-88-6648-526-1. In vendita in libreria e on-line. Sito internet: www.24orecultura.com

Nessun commento:

Posta un commento