ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 19 gennaio 2021

Pompei, la «città viva» si svela in sei podcast gratuiti

«La città più antica del mondo vive nel presente e parla al futuro». Con queste parole Piano P, piattaforma italiana di podcast giornalistici, ha lanciato la prima puntata del progetto «Pompei. La città viva», sei episodi condotti da Carlo Annese, e realizzati con la collaborazione della casa editrice Electa, che raccontano la storia e l'evoluzione di una delle più grandi ricchezze del patrimonio culturale italiano. La scrittrice Valeria Parrella, il regista Pappi Corsicato, la giornalista Danda Santini, i professori Cesare De Seta e Anna Ottani Cavina, lo scrittore Maurizio De Giovanni, il giornalista Andrea Marcolongo e Luigi Farrauto, autore delle guide «Lonely Planet», sono alcuni dei ventisei intellettuali tra accademici, archeologi, artisti e scrittori che, insieme al direttore Massimo Osanna, contribuiranno a ricostruire la vita quotidiana, le arti e i costumi della città antica, mettendoli in relazione con i nostri tempi.
Dal cibo all'erotismo, dall'architettura delle domus ai giardini, sono svariati i temi trattati dai podcast ideati in occasione dell’apertura dell’Antiquarium, grazie ai quali sarà possibile ripercorrere l’intera vicenda di Pompei, dalla tragica eruzione del Vesuvio che nel 79 dopo Cristo fece scomparire una città intera sotto una coltre di cenere e lapilli alla scoperta casuale che diede inizio agli scavi nel 1748, fino all'ultimo straordinario rilancio del parco archeologico, definito dal ministro Dario Franceschini «il simbolo di una storia di riscatto».
Gli episodi - diffusi a cadenza settimanale su Spotify, Spreaker, Apple Podcast e su tutte le principali App gratuite per l’ascolto - hanno preso il via lo scorso venerdì 8 gennaio con il racconto di come il Parco archeologico di Pompei sia diventato negli ultimi anni, a partire dalla riqualificazione del 2014, dopo decenni di incuria e cattiva gestione, una delle mete più richieste del turismo mondiale.
Oggi la realtà archeologica campana è, infatti, un vero e proprio brand internazionale, che nel 2019 ha attirato l’attenzione di oltre quattro milioni di visitatori, ma è anche un luogo che non smette mai di rivelare nuove e sorprendenti testimonianze del passato, ultima delle quali il Thermopolim, un’antica bottega di street food in cui tutto è rimasto fermo al giorno dell’eruzione, fissato dalle ceneri che ne hanno mantenuto i colori e conservato i resti. 
Gli archeologi hanno rinvenuto, nello specifico, un bancone ad elle, decorato con vivaci immagini policrome perfettamente conservate, che raffigurano una ninfa marina a cavallo e alcuni animali, ovvero una coppia di oche germane e un gallo con un cane al guinzaglio. All’interno del locale sono stati rinvenuti anche i resti di pietanze e bevande prelibate vendute in strada: carne, pesce e lumache accompagnati da vino corretto con fave. 
Proprio allo street food è dedicato il secondo podcast di Piano P, che è stato diffuso nei giorni scorsi. Seguendo idealmente due uomini nel loro ultimo giorno, prima dell'eruzione del Vesuvio, gli ascoltatori potranno passeggiare tra le strade traboccanti di vita e scopriranno la Pompei delle botteghe e la Pompei città d'arte, le taverne e le domus affrescati, quegli edifici ancora intatti che all'inizio del '900 offrirono a Le Corbusier le basi per la sua idea di architettura.
Il terzo episodio, intitolato «Cinquantamila volte Hiroshima», analizzerà gli innumerevoli punti di contatto tra ieri e oggi, a cominciare dal rischio che corrono i 700.000 abitanti dei sette Comuni dell'area vesuviana che vivono all’ombra del vulcano. 
La tragica eruzione che in meno di venti ore, il 24 ottobre dell'anno 79, proiettò in aria dieci miliardi di tonnellate di magma, vapori e gas, seppellendo la città, ha influenzato la scienza, da Plinio il Giovane alla vulcanologia moderna, e ha dato origine a una filosofia del disastro che ha avuto in Rousseau e negli Illuministi i principali interpreti. Di questi argomenti si parlerà, tra gli altri, con la giornalista Maria Pace Ottieri, Francesca Bianco, direttore dell'Osservatorio vesuviano di vulcanologia di Napoli, e Andrea Tagliapietra, docente di Storia della filosofia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Il quarto episodio analizzerà «I volti della ricerca», uomini e donne che hanno restituito Pompei alla vita: da Giuseppe Fiorelli, l'inventore della celebre tecnica dei calchi, a Vittorio Spinazzola, che ebbe l'intuizione del museo diffuso, da Amedeo Maiuri, il «principe degli archeologi» (secondo la definizione di Guido Piovene), ad Annamaria Ciarallo, che ha ricostruito la flora del tempo, fino a Massimo Osanna, che ha traghettato il Parco archeologico in una nuova dimensione.
Seguirà, quindi, un podcast su uno degli ultimi ritrovamenti di Pompei: un piccolo, splendido affresco, sulla parete di una ricca domus, che ritrae Leda sedotta da Zeus. Per poterla avvicinare, il dio ha assunto l’aspetto di un cigno e si protende verso di lei quasi a chiederle un bacio. A partire da quest’opera Ria Berg, Pappi Corsicato, Valeria Parrella e Danda Santini parleranno di Pompei città del piacere, dove la vanità veniva alimentata da gioielli, profumi e unguenti. Fra verità e leggenda, si entrerà nei luoghi che da sempre colpiscono l'immaginario popolare e degli studiosi: il lupanare, le terme pubbliche, ma anche gli spazi privati dove si svolgeva la prostituzione.
Mentre nell’ultimo episodio, insieme a Cesare De Seta e Anna Ottani Cavina, si analizzerà l'influenza che Pompei ha esercitato sulla cultura degli ultimi tre secoli, dal pensiero illuminista sulla catastrofe alla fascinazione dei viaggiatori romantici del Grand Tour fino ai best-seller sugli ultimi giorni prima della tragedia. Da Edward Bulwer-Lytton a Robert Harris, da Giovanni Pacini a Sergio Leone, letteratura, musica e cinema hanno visto Pompei come un generatore inesauribile di storie, che parla non solo del passato, ma anche dell’oggi dell’area vesuviana. 
«Le rovine di Pompei ci dicono che siamo sostanzialmente gli stessi - racconta, a tal proposito, il popolare scrittore napoletano Maurizio De Giovanni-. Quella città, con i suoi mercati e le sue case, con la sua divisione tra una borghesia commerciale e i suburbi popolari, ricalca nella stessa identica maniera quella che sarebbe oggi la città, se la si fotografasse in una situazione simile. E speriamo non avvenga mai».

Per saperne di più
http://pompeiisites.org/comunicati/pompei-la-citta-viva-episodio-1-il-primo-podcast-dedicato-al-parco-archeologico-di-pompei/

lunedì 18 gennaio 2021

Covid-19, in zona gialla riaprono i musei. Al Mart di Rovereto inaugura la mostra su Giovanni Boldini

Basilicata
, Campania, Toscana, Molise, Provincia autonoma di Trento e Sardegna: sono queste le sei aree geografiche, inserite nella fascia gialla, che, in base all’ultimo Dpcm, quello firmato il 14 gennaio 2021, potranno riaprire per prime mostre e musei.
Ingressi contingentati con prenotazione obbligatoria, mascherina, distanziamento sociale e apertura nei soli giorni feriali, dal lunedì al venerdì, sono le regole fissate per questa timida ripartenza dei luoghi della cultura, che vede ancora chiusi su tutto il territorio nazionale teatri e cinema.
Tra i primi musei ai nastri di partenza, dopo oltre due mesi di serrata, a causa delle restrizioni per contrastare il diffondere del Coronavirus, c’è il Mart di Trento e Rovereto, dove sabato 16 gennaio è stata presentata, in presenza e on-line, la mostra «Giovanni Boldini. Il piacere», a cura di Beatrice Avanzi e Tiziano Panconi.
Pandemia permettendo, dopo la tappa italiana, l’esposizione volerà in primavera al Petit Palais di Parigi, consentendo anche al pubblico d’Oltralpe di rivivere la storia artistica del pittore emiliano, ma anche di ricostruire i suoi rapporti con il poeta Gabriele d’Annunzio e con la «divina marchesa» Luisa Casati, nobildonna colta e trasgressiva, interprete per antonomasia dell’eccentricità del periodo a cavallo tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento.
Ideata in occasione del novantesimo anniversario della morte dell’artista, uno tra i più celebri ritrattisti della Belle Époque, la rassegna allinea, in ordine cronologico, oltre centocinquanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private, molte delle quali appartenenti al patrimonio del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico dopo il terremoto del 2012.
In questa carrellata di opere, così come nell’intera produzione, l’artista fissa sulle sue tele il fascino senza tempo di una società raffinata ed elegante come fu quella della Parigi fin de siècle con i suoi caffè mondani, gli abiti da capogiro, l’eleganza della borghesia e le donne dalla femminilità «suprema e irresistibile», ma anche «ingenuamente pudica», come scrissero i cronisti dell’epoca. Tra i tanti volti in mostra, si possono riconoscere i celebri ritratti della contessa Gabrielle de Rasty, dell’attrice Alice Regnault, di Emiliana Concha de Ossa, di Madame Veil-Picard, della contessa de Leusse e della principessa Eulalia di Spagna.
«Dal punto di vista pittorico, -raccontano i curatori - l’artista persegue continue innovazioni e repentine trasformazioni: con i suoi vortici di pennellate lunghe e vibranti, le cosiddette sciabolate, ferma sulla tela immagini simili a fotogrammi. Scatti mossi, ripresi in divenire, fissano la dinamicità del passaggio fra un’azione appena compiuta e un’altra appena cominciata».
Per favorire l’immersione del visitatore nelle atmosfere che resero unica la Ville Lumière con il suo culto per il bello e la sua vita vivace tra Montmartre e place Pigalle, il percorso di visita è accompagnato da una sonorizzazione site-specific realizzata per il Mart dal pianista e compositore Cesare Picco e dal violinista Luca Giardini.
Oltre all’omaggio a Giovanni Boldini riaprirà al pubblico anche la mostra «Caravaggio. Il contemporaneo», visitata, pur nei limiti del contingentamento, da più di 12mila persone nel primo mese di apertura.
Ideata da Vittorio Sgarbi, l’esposizione offre ai visitatori l'opportunità di contemplare il «Seppellimento di Santa Lucia», la prima opera siciliana di Michelangelo Merisi, normalmente collocata a Siracusa, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia.
Seguendo il filo rosso delle affinità, viene raccontata anche l’attualità spirituale di Caravaggio. Lungo il percorso espositivo si trovano, infatti, una selezione di capolavori di Alberto Burri, il grande dipinto «I naufraghi» (1934) di Cagnaccio di San Pietro, opere dell'artista Nicola Verlato e del fotografo Massimo Siragusa, alcune fotografie sulla vita e la morte di Pier Paolo Pasolini.
La mostra sarà, inoltre, arricchita nei prossimi giorni dall’arrivo di un'importante opera attribuita all’artista: la «Maddalena in estasi».
«Di questo capolavoro – ha raccontato Vittorio Sgarbi in conferenza stampa - esistono diverse copie, al Mart arriverà da Londra quella che a parere mio e di molti importanti studiosi è l'originale, la più bella versione conosciuta e recentemente ritrovata in una collezione privata».
In contemporanea sono visibili due nuovi progetti outdoor, ubicati rispettivamente nella piazza ideata da Mario Botta e nel parcheggio sotterraneo: «Sol Invictus» di Luciano e Ivan Zanoni e «Twingo Monument» di Daniele Nicolosi. Proseguono, inoltre, i focus espositivi dedicati a Nicola Samorì, Luciano Ventrone, Guido Iannuzzi e Velasco Vitali.
Nei prossimi giorni, il Mart aprirà anche le altre sue sedi: martedì 19 toccherà alla Galleria civica di Trento, dove è allestita una mostra sull'architetto trentino Gian Leo Salvotti; da mercoledì 20 saranno, invece, fruibili gli spazi della Casa d'arte futurista Depero e di Palazzo delle Albere, dove si inaugurerà una rassegna dedicata all'artista trentino Umberto Moggioli
Nonostante la gioia per la riapertura, il Mart è consapevole che gran parte del suo pubblico non potrà recarsi a Rovereto e a Trento, visto il divieto di spostarsi tra le regioni, e che la continuità dell’offerta espositiva è legata alla permanenza in zona gialla e al mantenimento dell’indice Rt sotto l’1 (questo, forse, è il vulnus più grande delle modalità di riapertura scelte dal Governo Conte, insieme con l'obbligo di chiusura dei musei nelle giornate di sabato e domenica). 
Proseguiranno, pertanto, le attività digitali. Per la grande mostra dedicata a Giovanni Boldini è già on-line l'audiogiuda gratuita disponibile sulla piattaforma izi.travel o sull'omonima app. Si tratta di un percorso in dieci tappe che ripercorre la vita del celebre ritrattista ferrarese; la narrazione è intervallata da cinque brani musicali composti per altrettante opere dal pianista e compositore Cesare Picco e dal violinista Luca Giardini
Nei prossimi giorni verrà pubblicata anche una speciale video visita guidata condotta da Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, e non mancheranno altre sorprese e contenuti culturali.
Da IGTV a Facebook, i follower del Mart potranno, inoltre, approfondire la conoscenza del museo attraverso la tecnologia di Google Art Camera, dialogando con Alexa, l’assistente vocale di Amazon, o esplorando il museo su Messenger e Telegram. Anche Spotify permetterà di conoscere il Mart in un modo inedito e differente, attraverso playlist settimanali.
I biglietti di accesso al museo trentino sono acquistabili on-line sul sito https://biglietti.mioticket.it/, gli ingressi verranno contingentati, il distanziamento fisico garantito e la temperatura misurata. Sicurezza e bellezza si uniscono, dunque, nelle sale del Mart, uno dei primi musei italiani a riaprire i battenti nella giornata di lunedì 18 gennaio insieme ai siti archeologici di Pompei ed Ercolano, alla Reggia di Caserta, alla rete fiorentina dei Musei civici, al Museo e Real Bosco di Capodimonte, al Museo nazionale di Matera, al MACTE – Museo di arte contemporanea di Termoli (che propone un nuovo allestimento della sua collezione permanente) e molti altri spazi. Si spera che queste riaperture siano – per usare le parole del ministro Dario Franceschini- «un primo passo, un piccolo passo» verso la ripartenza dell’intero settore culturale, uno dei più penalizzati dalla pandemia.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giovanni Boldini, Giovane donna in déshabillé (La toilette), 1880 ca.Collezione privata; [fig. 2] Giovanni Boldini, La treccia bionda, 1891 ca.. Galleria d'Arte Moderna, Milano; [Figg. 3, 4 e 5] Allestimento della mostra su Boldini al Mart di Rovereto. Foto di Jacopo Salvi; [fig. 6] Caravaggio (Michelangelo Merisi), Seppellimento di Santa Lucia, 1608 ca.. Fondo Edifici di Culto, Ministero dell'Interno

Informazioni utili

venerdì 15 gennaio 2021

Rimini, un video-percorso virtuale fra duemila anni di arte e storia

Non solo mare e sole, ma anche cultura e storia. Negli ultimi anni Rimini ha scoperto la sua vocazione di città d’arte, assumendo anche il ruolo di ambasciatrice del bello nel mondo come hanno dimostrato i recenti restauri al teatro Amintore Galli e al Palazzi del Podestà e dell’Arengo, all’interno dei quale ha oggi sede il Part, casa della collezione d’arte della Fondazione San Patrignano.
In attesa di poter tornare ad assaporare il piacere del viaggio e della scoperta, appena gli effetti dell’emergenza sanitaria lo consentiranno, l’Amministrazione comunale ha predisposto un video-percorso fra le sue bellezze, che permetterà al pubblico di passeggiare virtualmente fra i mosaici millenari di una Domus romana, fra le antiche sale di una delle più belle biblioteche storiche al mondo, fra le atmosfere felliniane di un antico borgo di pescatori rinato tra colori e murales.
Al momento sono disponibili sei video nei quali archeologi e storici dell’arte, come in una visita guidata a distanza, accompagnano il visitatore alla scoperta di un luogo o di un'opera andando così a comporre una sorta di viaggio a tappe nella storia della città, che spazia dall'archeologia all’arte contemporanea, passando per la Rimini del Rinascimento, intensa stagione caratterizzata dalla signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta, che portò alla sua corte pittori, poeti, architetti tra i più importanti del tempo, da Leon Battista Alberti a Piero della Francesca, da Matteo Nuti ad Agostino di Duccio.
Il percorso può partire da una preziosa testimonianza di epoca romana, considerata uno dei più importanti ritrovamenti archeologici nazionali: la Domus del chirurgo, un’abitazione della seconda metà del II secolo dopo Cristo, riemersa nel 1989 dalla terra e dalla storia nel cuore dell'attuale piazza Ferrari, all’interno della quale è stato trovato un ricco corredo di strumenti chirurgici. 
 In un video della durata di circa trenta minuti, la storica dell’arte Monia Magalotto accompagna i visitatori alla scoperta del sito archeologico e dei suoi straordinari mosaici, realizzati prevalentemente con la tecnica dell'opus tessellatum e dell'opus reticulatum, tra i quali si segnalano «Orfeo tra gli animali», ritrovato nella taberna medica, e un pannello di pasta di vetro dove su sfondo blu sono raffigurati tre pesci: un delfino, un'orata e uno sgombro.
Con un salto temporale, la seconda video tappa è dedicata al Trecento riminese e alla sua scuola pittorica, una delle più importanti e innovative nel panorama artistico del tempo. Il giornalista e storico dell’arte Alessandro Giovanardi conduce alla scoperta dell'imponente «Giudizio Universale», affresco di Giovanni da Rimini attualmente ospitato nella Sala dell'Arengo, all’interno del Part - Palazzi dell'arte Rimini, dove mostra al pubblico il suo inconfondibile e affascinante stile giottesco. 
L’opera, di proprietà della Diocesi, ha una storia da romanzo. Con ogni probabilità fu realizzata tra il 1315 e il 1318 per la chiesa di Sant’Agostino, dove rimase visibile fino al 1719, quando in seguito a un restauro fu coperta da una pesante controsoffittatura. Solo nel 1916, a causa del terremoto che sconvolse la città romagnola, riaffiorò sotto gli intonaci settecenteschi della chiesa. Gaetano Nave ne curò il distacco, il restauro, il riposizionamento su tela e la collocazione nella Sala dell’Arengo, dove il dipinto rimase quasi ininterrottamente dal 1926 al 1985, ‘vegliando’ sulle sedute del Consiglio comunale, per poi trovare parziale collocazione, nel 1991, nell’allestimento dell’allora nuovo Museo della Città di Rimini.
Dal Medioevo si fa tappa, quindi, nel Rinascimento con il video della storica dell'arte Michela Cesarini, che parla della «Pala di San Vincenzo Ferrer», capolavoro di Domenico Ghirlandaio, conservato all’interno dei Musei civici. 
I santi Vincenzo Ferrer, Rocco e Sebastiano, realizzati nelle forme classiche tipiche dello stile rinascimentale, sono legati sia al motivo di realizzazione dell’opera, che fu voluta quale ex-voto per lo scampato pericolo della peste, sia all’originaria collocazione del dipinto nella chiesa riminese dei domenicani, ora non più esistente. Realizzata nel 1493, la tela raffigura, oltre ai santi, il committente Pandolfo IV Malatesta, ultimo signore di Rimini, insieme al fratello minore Carlo, alla madre e alla giovane moglie, la bolognese Violante Bentivoglio.
Quarta tappa di questo video-viaggio è l'abitazione di Alessandro Gambalunga, oggi biblioteca pubblica della città. Michela Cesarini presenta l'attività di mecenatismo del ricco signore riminese e il suo lascito più grande alla città: il fondo librario donata nel 1619 alla libera consultazione della cittadinanza, di fatto una delle prime biblioteche pubbliche italiane. Oggi «la Gambalunga», con le sue sale storiche arricchite da eleganti scansie, leggii, mappamondi artistici e la nutrita collezione di antichi manoscritti miniati, è considerata una delle più belle biblioteche storiche al mondo.
Il quinto video è un omaggio a Federico Fellini, uno dei figli più noti di Rimini. Passeggiando fra le stradine colorate dell'antico borgo marinaro di San Giuliano, Monia Magalotti mostra i luoghi cari al regista e fa ascoltare le parole del maestro che, meglio di chiunque altro, ha spiegato la città al mondo.
Per completare questo viaggio fra le strade e la storia della città romagnola, in un percorso attraverso duemila anni d’arte, non si poteva che giungere nel nuovissimo Part, allestito nei palazzi dell'Arengo e del Podestà, meraviglioso scrigno antico del volto moderna. Ilaria Balena presenta l'opera forse più rappresentativa della collezione del nuovo sito museale, la «Madonna bianca» di Vanessa Beecroft. 
Il video-tour è destinato ad arricchirsi nelle prossime settimane con nuove visite guidate virtuali, alle quali sono possibile assistere anche in diretta streaming - tutti i sabato di gennaio, alle ore 18 - sulle pagine social di Rimini Musei. Sabato 16 Michela Cesarini presenterà le opere del Centino e del Guercino, capolavori del 600 presenti al Museo della città. Il 23 gennaio Ilaria Balena illustrerà altre opere del Part - Palazzi d’arte Rimini. La settimana successiva Monia Magalotti ci farà entrare con un virtual tour all’interno del teatro Galli
Rimini incuriosisce così il pubblico dei social e si gioca la carta del Web per dare nuova linfa alla sua promozione turistica in vista dei mesi a venire, quando – si spera – sarà possibile tornare a viaggiare.

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